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RC-B6-0110/2008

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PV 13/03/2008 - 9.1
CRE 13/03/2008 - 9.1

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Giovedì 13 marzo 2008 - Strasburgo
Armenia
P6_TA(2008)0104RC-B6-0110/2008

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2008 sull'Armenia

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue risoluzioni precedenti sull'Armenia e sul Caucaso meridionale, in particolare quella del 17 gennaio 2008 su una politica UE più efficace per il Caucaso meridionale: dalle promesse alle azioni(1),

–   vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2008 sull'approccio in materia di politica regionale per il Mar Nero(2),

–   vista la sua risoluzione del 15 novembre 2007sulla politica europea di vicinato (PEV)(3),

–   visto l'accordo di partenariato e cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da un lato, e la Repubblica di Armenia, dall'altro, entrato in vigore il 1° luglio 1999(4),

–   visto il piano d'azione PEV approvato dal Consiglio di cooperazione UE-Armenia il 14 novembre 2006, che consente di attuare un intero pacchetto di riforme con l'assistenza dell'Unione europea,

–   viste la dichiarazione in merito ai risultati preliminari e le conclusioni della Missione internazionale di osservazione delle elezioni del 20 febbraio 2008, nonché la relazione interlocutoria post-elettorale del 3 marzo 2008,

–   vista la dichiarazione della Presidenza a nome dell'Unione europea, in data 5 marzo 2008, sulla situazione del 1° marzo 2008 dopo le elezioni presidenziali in Armenia e la dichiarazione della Presidenza a nome dell'Unione europea, in data 25 febbraio 2008, sulle elezioni presidenziali in Armenia del 19 febbraio 2008,

–   viste la dichiarazione di Javier Solana, Alto rappresentante dell'Unione europea per la PESC, del 2 marzo 2008 e le dichiarazioni del Commissario Ferrero-Waldner del 21 febbraio 2008 e del 4 marzo 2008,

–   visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.   considerando che l'Unione europea è tuttora impegnata a sviluppare ulteriormente le sue relazioni con l'Armenia e a sostenere il paese nei suoi sforzi volti a introdurre sia le riforme politiche ed economiche che le misure necessarie a creare istituzioni democratiche efficienti e a lottare contro la corruzione; considerando che il piano d'azione PEV fornisce all'Armenia l'opportunità di avvicinarsi all'Unione europea e di abbracciare e condividere i suoi valori fondamentali,

B.  considerando che la summenzionata Missione internazionale per l'osservazione delle elezioni ha affermato che le elezioni presidenziali del 19 febbraio 2008 sono state in gran parte gestite nel rispetto degli impegni e degli standard dell'OSCE e del Consiglio d'Europa ma che ha anche identificato vari motivi di preoccupazione, in particolare per quanto riguarda l'impegno dei media di fornire informazioni imparziali,

C.   considerando che ulteriori richieste sono state ritenute necessarie al fine di affrontare i problemi rimasti (quali l'assenza di una chiara separazione tra le funzioni dello Stato e quelle dei partiti, la garanzia di un trattamento equo dei candidati alle elezioni e lo scrutinio dei voti) e di ristabilire la fiducia dei cittadini nel processo elettorale,

D.  considerando che i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali in Armenia del 19 febbraio 2008 indicavano una vittoria al primo scrutinio del primo ministro Serzh Sarkisian, ma sono stati contestati da Levon Ter-Petrosian, uno dei leader dell'opposizione, che li reputava fraudolenti; considerando che la Corte costituzionale, dopo aver esaminato le richieste presentate dall'opposizione, ha concluso che, nonostante si siano effettivamente verificate irregolarità, queste non costituivano una prova sufficiente per inficiare il risultato delle elezioni,

E.  considerando che il 20 febbraio 2008 i sostenitori dell'opposizione hanno avviato manifestazioni pacifiche a Yerevan per protestare contro il risultato delle elezioni e per chiedere che venissero ripetute; considerando che la sera del 1° marzo 2008, dopo undici giorni di protesta da parte dei sostenitori dell'opposizione, sono scoppiate violenze quando la polizia è entrata nella piazza Libertà nel centro di Yerevan per disperdere i manifestanti ivi accampati con tende, provocando la morte di 8 persone, tra cui un ufficiale di polizia, e dozzine di feriti; considerando che il 1° marzo 2008 è stato dichiarato lo stato d'emergenza con la conseguente imposizione di restrizioni sulla libertà dei media, sulla libertà di riunione e sui partiti politici,

F.  considerando che i canali televisivi controllati dal governo hanno praticamente ignorato tali manifestazioni; considerando che lo stato di emergenza prevede il divieto per i giornalisti locali di diffondere informazioni provenienti da una fonte diversa dal governo; considerando che, conseguentemente, sette giornali di rilievo, alcuni indipendenti ed altri collegati all'opposizione, si sono rifiutati di sottostare a tali restrizioni e hanno sospeso la pubblicazione; considerando che le connessioni Internet e satellitare di alcuni giornali indipendenti sono state bloccate;

G.  considerando che molte persone sono state arrestate ed alcune sono state accusate di istigazione e partecipazione a disordini di massa e di tentata assunzione del potere tramite la forza; considerando che il 4 marzo 2008 il parlamento armeno ha revocato l'immunità di quattro dei suoi deputati accusati di illeciti penali,

H.   considerando che l'economia dell'Armenia e la stabilità regionale tuttora risentono negativamente della chiusura delle frontiere con la Turchia,

I.  considerando che la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell'Azerbaigian si contendono in un conflitto irrisolto lo status di Nagorno-Karabakh,

1.   esprime preoccupazione a causa dei recenti sviluppi in Armenia, dove la repressione violenta delle manifestazioni dell'opposizione da parte della polizia ha provocato la morte di otto cittadini, tra cui un ufficiale di polizia, e oltre un centinaio di feriti e chiede a tutte le parti di dimostrare apertura e moderazione, di attenuare le proprie dichiarazioni e di impegnarsi in un dialogo costruttivo e produttivo per sostenere e consolidare le istituzioni democratiche;

2.   chiede che sia effettuata con urgenza un'indagine esaustiva, trasparente, indipendente ed imparziale sugli eventi del 1° marzo 2008, compresa un'indagine indipendente sull'intervento della polizia durante la dispersione della manifestazione e che tutti i colpevoli di comportamenti illeciti o di atti di violenza siano consegnati alla giustizia e puniti; esorta il Consiglio e la Commissione ad offrire alle autorità armene l'assistenza dell'Unione europea nello svolgimento di tale indagine;

3.   chiede alle autorità armene di cessare lo stato di emergenza, mitigato da un decreto presidenziale del 10 marzo 2008, a ristabilire la libertà dei media e ad avviare tutte le misure necessarie per assicurare un ritorno alla normalità; le esorta inoltre a prendere in esame e ad affrontare le carenze sottolineate nella relazione ufficiale presentata dal Mediatore della Repubblica di Armenia;

4.   sollecita le autorità armene a rilasciare i cittadini arrestati per aver esercitato il diritto di riunirsi in modo pacifico;

5.   sottolinea che il settore prioritario 1 del piano d'azione PEV riguarda il rafforzamento delle strutture democratiche e lo Stato di diritto; sollecita, a tal proposito, la Commissione a concentrare la sua assistenza a favore dell'Armenia sull'indipendenza della magistratura e sull'addestramento delle forze di polizia e di sicurezza ed esorta le autorità armene ad attuare rapidamente tutte le raccomandazioni restanti richieste dalla Missione internazionale di osservazione delle elezioni;

6.   sostiene il Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale, Peter Semneby, nel suo ruolo inteso a facilitare il dialogo tra le forze politiche e a studiare i modi possibili di risoluzione della crisi politica in Armenia e accoglie con favore la mediazione effettuata dall'inviato speciale dell'OSCE, l'ambasciatore Heikki Talvitie, che ha grande esperienza della regione del Caucaso meridionale, e sollecita le autorità armene a cooperare pienamente con la comunità internazionale al fine di raggiungere una soluzione concordata;

7.   si rammarica della recente perdita di vite sulla "linea di controllo" durante lo scontro tra le forze dell'Armenia e dell'Azerbaigian; invita entrambe le parti ad astenersi da ulteriori violenze e a riavviare il dialogo;

8.   ribadisce il chiaro impegno dell'Unione europea volto a costruire legami più stretti tra l'Armenia e i paesi del Caucaso meridionale, in particolare sviluppando e rafforzando la politica di vicinato; sottolinea, tuttavia, che una cooperazione più stretta con l'Unione europea si deve basare su progressi e riforme reali e concreti e su un impegno incondizionato verso la democrazia e lo Stato di diritto; chiede alla Commissione di sostenere ulteriormente gli sforzi volti a migliorare la cultura politica in Armenia, a rafforzare il dialogo e ad alleviare le forti tensioni tra i partiti al governo e all'opposizione;

9.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Presidente e al Parlamento dell'Armenia, all'OSCE e al Consiglio d'Europa.

(1) Testi approvati, P6_TA(2008)0016.
(2) Testi approvati, P6_TA(2008)0017.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0538.
(4) GU L 239 del 9.9.1999, pag. 3.

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