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Procedura : 2010/2735(RSP)
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RC-B7-0345/2010

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PV 16/06/2010 - 12
CRE 16/06/2010 - 12

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P7_TA(2010)0235

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Giovedì 17 giugno 2010 - Strasburgo
Operazione militare israelita contro lo flotta umanitaria e blocco di Gaza
P7_TA(2010)0235RC-B7-0360/2010

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 giugno 2010 sull'operazione militare israeliana contro la flottiglia umanitaria e sul blocco di Gaza

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni su Gaza, in particolare quelle del 15 gennaio 2009 sulla situazione nella Striscia di Gaza(1) e del 18 febbraio 2009 sugli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza(2),

–  vista la Dichiarazione di Venezia del 1980,

–  viste le precedenti dichiarazioni del Quartetto per il Medio Oriente, in particolare quella del 19 marzo 2010, in cui si riaffermano i principi fondamentali enunciati a Trieste il 26 giugno 2009 e dell'11 maggio 2010 sul rilancio dei colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1860 dell'8 gennaio 2009 (S/RES/1860(2009)) e 1850 del 16 dicembre 2008 (S/RES/1850(2008)),

–  vista la dichiarazione dell'Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione, Catherine Ashton, a nome dell'Unione europea, relativa all'operazione militare israeliana contro la flottiglia, rilasciata il 31 maggio 2010,

–  vista la dichiarazione del Presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (S/9940) del 31 maggio 2010,

–  viste le conclusioni del Consiglio sul processo di pace in Medio Oriente dell'8 dicembre 2009,

–  vista la dichiarazione di Jerzy Buzek, Presidente del Parlamento europeo, del 31 maggio 2010,

–  vista la risoluzione approvata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sui gravi attacchi perpetrati dalle forze israeliane contro il convoglio navale umanitario del 2 giugno 2010,

–  vista la risoluzione adottata dall'Assemblea generale dell'OMS il 18 maggio 2010,

–  vista la relazione del Programma alimentare mondiale e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) pubblicata nel novembre 2009 sulla situazione a Gaza,

–  visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che l'operazione militare israeliana in acque internazionali, del 31 maggio 2010, contro una flottiglia che trasportava aiuti umanitari destinati a Gaza ha causato la morte di nove civili e il ferimento di 38 civili e di sette soldati israeliani,

B.  considerando che i punti di transito da e verso Gaza sono chiusi dal giugno 2007, quando Hamas conquistò militarmente il potere, e che il blocco imposto alla circolazione di beni e persone ha aggravato la povertà, paralizzato la ricostruzione e soffocato l'economia nella Striscia di Gaza, creando un mercato nero sfrenato sotto il controllo di Hamas e di altri gruppi; che il blocco non è sfociato nel rilascio di Gilad Shalit sperato dalle autorità israeliane e richiesto ripetutamente dal Parlamento europeo; che il blocco non ha realizzato il suo obiettivo di indebolire gli estremisti e, dal momento che colpisce in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, ha dato origine a una radicalizzazione crescente,

C.  considerando che, secondo precedenti dichiarazioni di organi delle Nazioni Unite, il blocco sulla Striscia di Gaza rappresenta una punizione collettiva contraria al diritto umanitario internazionale,

D.  considerando che l'80% della popolazione di Gaza dipende dall'aiuto alimentare, che oltre il 60% soffre di insicurezza alimentare, che il tasso di disoccupazione è di circa il 50% e che le condizioni sanitarie e ambientali si sono gravemente deteriorate,

E.  considerando che solo 3 600 camion di aiuti alimentari sono entrati a Gaza nei primi tre mesi di quest'anno, rispetto ai 36 000 nel corso dei primi tre mesi del 2007 e che solo per 81 prodotti è autorizzato l'ingresso a Gaza, mentre l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) stima che 6 000 prodotti sono necessari per soddisfare i bisogni umanitari di base,

F.  considerando che i territori palestinesi sono, fra i paesi terzi, il principale beneficiario di fondi dell'UE e che questo sostegno ha svolto un ruolo importante nel tentativo di contrastare il disastro umanitario nella Striscia di Gaza; che l'UE continua a fornire assistenza umanitaria essenziale nella Striscia di Gaza , anche attraverso l'UNRWA,

G.  considerando che la soluzione dei due Stati resta la base fondamentale per una pace duratura fra israeliani e palestinesi e che pertanto andrebbe evitata qualsiasi iniziativa unilaterale che possa pregiudicare tale prospettiva; considerando altresì che i colloqui di prossimità in corso possono portare alla ripresa dei negoziati di pace diretti al fine di costituire uno Stato palestinese sostenibile che viva accanto allo Stato di Israele in condizioni di pace e di sicurezza,

H.  considerando che fino ad oggi Hamas continua a impedire l'accesso del carico umanitario della flottiglia a Gaza,

1.  esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime;

2.  condanna l'attacco sferrato in acque internazionali contro la flottiglia umanitaria, che costituisce una violazione del diritto internazionale;

3.  chiede che sia intrapresa un'indagine internazionale, rapida e imparziale e insiste affinché sia sostenuto il principio di responsabilità; esorta gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi per garantire che si effettuino tutti i passi atti a rendere concreta questa domanda;

4.  esorta Israele a porre fine in modo immediato al blocco di Gaza, che ha portato a un disastro umanitario e a una radicalizzazione crescente, cosa che a sua volta è diventata fonte di insicurezza per Israele e l'intera regione;

5.  chiede la cessazione immediata di tutti gli attacchi contro Israele e avverte quanti li perpetrano che dovranno assumersi pienamente le loro responsabilità;

6.  sollecita l'Alto rappresentante dell'Unione/Vicepresidente della Commissione e gli Stati membri dell'UE ad adottare iniziative volte a garantire l'apertura sostenibile di tutti i valichi di frontiera da e per Gaza, compreso il porto di Gaza, con un adeguato monitoraggio internazionale dell'impiego finale, e a consentire il libero afflusso dei beni umanitari e commerciali necessari per la ricostruzione e per un'economia autonoma, nonché il flusso di valuta e la libera circolazione delle persone;

7.  esorta l'Alto rappresentante dell'Unione/Vicepresidente della Commissione a prendere immediatamente l'iniziativa presentando un piano dell'UE al Quartetto inteso a porre fine al blocco di Gaza e ad affrontare le preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, garantendo il controllo internazionale dei valichi, ivi compreso il riesame del mandato della missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EU–BAM), conferendogli eventualmente una dimensione marittima, nonché la sua riattivazione, e dispiegando una forza navale internazionale incaricata di monitorare la spiaggia di Gaza;

8.  ricorda che, sebbene l'UE sia pronta ad estendere il suo pacchetto di aiuti ai palestinesi, questo impegno non è illimitato nel tempo, e insiste sul fatto che, mentre l'aiuto umanitario deve restare incondizionato, l'UE deve svolgere un ruolo politico accompagnato da risultati tangibili in vista della creazione di uno Stato palestinese sostenibile, che siano coerenti con la sua considerevole assistenza finanziaria e influenza economica nella regione;

9.  esprime il suo sostegno ai colloqui di prossimità fra Israele e l'Autorità palestinese e sottolinea la necessità di portarli avanti in vista della ripresa dei negoziati diretti;

10.  è convinto dell'urgente necessità di una ridefinizione globale della politica dell'UE verso il Medio Oriente, che le consenta di svolgere un ruolo politico decisivo e coerente, sostenuto da efficaci strumenti diplomatici, a favore della pace e della sicurezza in questa regione vicina che riveste per l'UE un interesse strategico fondamentale; ritiene che tale ridefinizione dovrebbe essere estesa a tutte le politiche dell'UE tra cui la politica commerciale e la politica dello sviluppo;

11.  si compiace per l'attività dell'UNRWA e, consapevole delle carenze finanziarie cui andrà incontro entro la fine dell'anno, invita la comunità internazionale di donatori a onorare i suoi impegni e ad accrescere ulteriormente i suoi contributi;

12.  osserva che i recenti eventi hanno seriamente deteriorato le relazioni tra la Turchia e Israele; incoraggia il governo turco a concentrare il proprio impegno diplomatico e politico per sollevare il popolo palestinese dalle difficili condizioni in cui versa e per contribuire al processo di pace in Medio Oriente;

13.  accoglie con favore la recente apertura del valico di Rafah da parte delle autorità egiziane;

14.  chiede la liberazione immediata del sergente israeliano Gilad Shalit, rapito da Hamas il 25 giugno 2006 in territorio israeliano, e da allora detenuto in segregazione a Gaza;

15.  sollecita il Consiglio a prendere iniziative in vista della convocazione immediata del Consiglio di associazione UE–Israele, al fine di discutere della situazione attuale;

16.  esorta il Consiglio a prendere iniziative per convocare il Comitato misto UE–Autorità palestinese;

17.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'inviato del Quartetto in Medio Oriente, al Segretario generale della Lega araba, al governo di Israele, alla Knesset, al Presidente dell'Autorità palestinese e al Consiglio legislativo palestinese, al governo e al parlamento della Turchia e al governo e al parlamento dell'Egitto.

(1) GU C 46 E del 24.2.2010, pag. 100.
(2) GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 1.

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