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Procedura : 2009/2234(INI)
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Ciclo del documento : A7-0206/2010

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A7-0206/2010

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PV 05/07/2010 - 25
CRE 05/07/2010 - 25

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P7_TA(2010)0255

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Martedì 6 luglio 2010 - Strasburgo
Contributo della politica regionale dell'UE alla lotta contro la crisi finanziaria ed economica, segnatamente nell'ambito dell'obiettivo 2
P7_TA(2010)0255A7-0206/2010

Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2010 sul contributo della politica regionale dell'UE alla lotta contro la crisi economica e finanziaria, con particolare riferimento all'obiettivo 2 (2009/2234(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il documento di lavoro della Commissione intitolato «Consultazione sulla futura strategia »UE 2020«» (COM(2009)0647),

–  vista la comunicazione della Commissione «Politica di coesione: relazione strategica 2010 sull'attuazione dei programmi 2007-2013» (COM(2010)0110),

–  vista la Sesta relazione intermedia della Commissione sulla coesione economica e sociale (COM(2009)0295),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Guidare la ripresa in Europa» (COM(2009)0114),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Politica di coesione: investire nell'economia reale» (COM(2008)0876),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Nuove competenze per nuovi lavori. Prevedere le esigenze del mercato del lavoro e le competenze professionali e rispondervi» (COM(2008)0868),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Un piano europeo di ripresa economica» (COM(2008)0800),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Dalla crisi finanziaria alla ripresa - Un quadro d'azione europeo» (COM(2008)0706),

–  vista la raccomandazione del Consiglio sull'aggiornamento nel 2009 degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità e sull'attuazione delle politiche per l'occupazione degli Stati membri (COM(2009)0034),

–  viste le relazioni nazionali strategiche (National Strategic Reports) degli Stati membri per il 2009,

–  visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999(1),

–  vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2009 sulla politica di coesione: investire nell'economia reale(2),

–  visto il parere del Comitato delle Regioni sulla Sesta relazione intermedia della Commissione sulla coesione economica e sociale (COTER-IV-027),

–  viste le previsioni economiche per l'Europa - Autunno 2009/Economia europea 10/2009 - della DG Affari economici e finanziari della Commissione europea,

–  vista la relazione trimestrale sulla zona euro - Volume 8, n. 4 (2009) - DG Affari economici e finanziari della Commissione europea,

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per la politica regionale (A7-0206/2010),

A.  considerando che, tra il 2000 e il 2006, il 15,2% degli europei (69,8 milioni) viveva in regioni dell'Obiettivo 2 e ha beneficiato di un finanziamento complessivo di 22,5 miliardi di euro (9,6% del totale delle risorse), con la creazione di 730 000 posti di lavoro «lordi», e i principali indici che presentano livelli elevati di performance (occupazione, innovazione, ricerca e sviluppo (R&S), intensità del capitale umano, istruzione e formazione, apprendimento lungo tutto l'arco della vita) mentre, al contrario, altri indici (investimenti stranieri diretti (ISD), produttività) mostrano livelli più bassi di performance rispetto a quelli delle regioni di convergenza; relativamente all'evoluzione del PIL pro capite rispetto alla media europea, le regioni in questione sono molto più avanzate (122%) rispetto alle regioni di convergenza (59%) ma, ciò nonostante, presentano un calo del 4,4% durante questo periodo,

B.  considerando che, con la riforma del 2006, l'Obiettivo 2 riguarda ormai il rafforzamento della competitività regionale e dell'occupazione complessivamente in 168 regioni in 19 Stati membri, ossia 314 milioni di abitanti, con un finanziamento globale per il periodo 2007-2013 di 54,7 miliardi di euro (poco meno del 16% delle risorse totali) e che vale la pena segnalare che circa il 74% di questo importo è destinato al miglioramento delle conoscenze e dell'innovazione (33,7%) e alla crescita qualitativa e quantitativa dei posti di lavoro (40%),

C.  considerando che, in base alle ultime previsioni (2009-2011) della Commissione, la situazione nel mercato del lavoro permarrà sfavorevole e il tasso di disoccupazione salirà al 10,25% nell'UE, con una perdita del 2,25% di posti di lavoro per il 2009 e dell'1,25% per il 2010, aggravando in particolare lo stato di emergenza sociale negli Stati membri; considerando che nei settori chiave delle regioni dell'UE si registra: a) un aumento dei nuovi ordinativi e della fiducia e un miglioramento dell'immagine globale dell'industria dell'UE, seppur con un tasso di produzione inferiore del 20% rispetto ai valori corrispondenti dell'inizio del 2008, b) un calo continuo delle attività nel settore manifatturiero, c) costanti difficoltà di accesso delle PMI al microcredito e al finanziamento,

D.  considerando che sebbene sia vero che inizialmente la crisi ha colpito maggiormente gli uomini, attualmente il ritmo di soppressione dei posti di lavoro è simile per uomini e donne, la cui presenza sul mercato del lavoro è inferiore a quella degli uomini nella maggioranza dei paesi dell'UE; che in base alle crisi precedenti è noto che le donne corrono maggior rischio di non trovare un altro lavoro quando perdono il proprio; che la parità di genere ha un impatto positivo sulla produttività e sulla crescita economica e che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro implica molteplici benefici sociali ed economici,

E.  sottolineando il fatto che, conformemente alle relazioni strategiche nazionali per il 2009 e alla relazione strategica 2010 della Commissione sulla politica di coesione e sull'attuazione dei programmi 2007-2013 pare che gli Stati membri abbiano utilizzato in modi alquanto diversi gli strumenti, i mezzi e i metodi per facilitare la politica di coesione proposti dalla Commissione per far fronte alla crisi e aumentare le spese reali (per es.: modifiche degli orientamenti strategici, degli assi e dei finanziamenti per i programmi operativi, risposta alla semplificazione delle procedure di attuazione, ecc.),

F.  sottolineando che, dall'ottobre 2008, la Commissione ha proposto una serie di misure volte ad accelerare l'attuazione dei programmi della politica di coesione 2007-2013, per mobilitarne tutte le risorse e i mezzi in modo da appoggiare direttamente ed efficacemente gli sforzi di ripresa a livello nazionale e regionale,

G.  considerando che la strategia della Commissione volta ad accelerare gli investimenti e semplificare i programmi della politica di coesione attraverso raccomandazioni agli Stati membri e misure legislative e non legislative si basa su tre assi: a) maggiore flessibilità per i programmi di coesione, b) rafforzamento degli stimoli alle regioni e c) investimenti pertinenti nell'ambito dei programmi di coesione; considerando che, per il 2010, dei 64,3 miliardi di euro destinati all'occupazione e alla competitività, 49,4 miliardi riguardano la coesione (aumento del 2% rispetto al 2009) e 14,9 miliardi la competitività (aumento del 7,9% rispetto al 2009),

1.  sottolinea che, nel quadro della crisi economico-finanziaria mondiale e dell'attuale rallentamento economico, la politica regionale dell'UE costituisce uno strumento fondamentale di attuazione, dando un contributo decisivo al Piano europeo di ripresa economica, costituendo la maggiore fonte comunitaria di investimenti nell'economia reale e apportando un sostegno degno di nota agli investimenti pubblici, anche a livello regionale e locale; rileva che è fondamentale garantire una positiva via d'uscita dalla crisi, al fine di raggiungere uno sviluppo sostenibile a lungo termine rafforzando la competitività, l'occupazione e la forza di attrazione delle regioni europee;

2.  segnala che i Fondi strutturali sono strumenti incisivi, concepiti per assistere le regioni nella loro ristrutturazione economica e sociale e nella promozione della coesione economica, sociale e territoriale tenendo conto dei bisogni specifici delle città e in particolare delle zone urbane in difficoltà, come pure per realizzare il Piano europeo di ripresa economica e, in particolare, per lo sviluppo della competitività e la creazione di posti di lavoro, sostenendo un impiego sistematico ed efficace e degli stessi; sottolinea che l'obiettivo della competitività non può realizzarsi a scapito della cooperazione e della solidarietà fra le regioni;

3.  registra con soddisfazione i risultati positivi dei principali indici osservati nel periodo prima della crisi economica per le regioni dell'Obiettivo 2, ossia le prestazioni elevate a livello di occupazione, innovazione, ricerca e sviluppo (R&S), intensità del capitale umano, istruzione e formazione e formazione lungo tutto l'arco della vita; sottolinea che l'impatto della crisi sull'economia non deve determinare la riduzione del sostegno destinato a migliorare quantitativamente e qualitativamente i posti di lavoro e invita a sostenere questi vantaggi comparati rafforzando gli strumenti dell'Obiettivo 2;

4.  appoggia caldamente le priorità fondamentali della strategia UE 2020, segnatamente una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva da raggiungere, fra l'altro, con la valorizzazione di nuovi modi per perseguire una crescita economica sostenibile tramite l'economia digitale, il miglioramento del quadro normativo per il rafforzamento della coesione territoriale e sociale e la promozione di migliori condizioni e di un migliore ambiente imprenditoriale sulla base di una concorrenza equa, la creazione di posti di lavoro, l'imprenditorialità e l'innovazione per tutte le regioni, sviluppo delle PMI e appoggio al loro potenziale di crescita; sostiene inoltre gli sforzi volti a migliorare qualitativamente e quantitativamente i posti di lavoro, in presenza di adeguate condizioni di lavoro per uomini e donne e garantendo anche l'accesso a istruzione e formazione professionale; invita a rafforzare ulteriormente dette politiche ad inclusione di misure volte a far fruttare i vantaggi offerti dal mercato unico europeo, nel quadro del prossimo approfondimento della strategia UE 2020, garantendo al tempo stesso che l'Obiettivo 2 resti concentrato sull'attuazione della coesione territoriale dell'UE;

5.  nota con preoccupazione l'impatto sociale negativo della crisi sulle regioni dell'Obiettivo 2, che si manifesta con l'aumento della disoccupazione, della povertà e dell'esclusione sociale e colpisce i gruppi sociali più vulnerabili (disoccupati, donne, anziani) e invita la Commissione a prendere iniziative per sostenere le PMI, allo scopo di garantire la sostenibilità dei posti di lavoro esistenti e la creazione di un numero quanto più possibile elevato di nuovi posti di lavoro;

6.  insiste sul fatto che la coesione economica, sociale e territoriale è al centro della strategia UE 2020 e che la politica di coesione e i fondi strutturali sono uno strumento chiave per la realizzazione delle priorità di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva negli Stati membri e nelle regioni;

7.  sottolinea l'importanza del problema della riduzione del contributo dei cofinanziamenti nazionali ai programmi, che incide anche nell'ambito dell'Obiettivo 2, a motivo dei considerevoli problemi finanziari di numerosi Stati membri, e appoggia la politica della Commissione che prevede la possibilità di utilizzare il contributo dell'UE; ritiene pertanto necessario che la modifica del regolamento (CE) n. 1083/2006, nella sua forma attuale, quale adottata dal Parlamento, sia attuata rapidamente; ritiene tuttavia che il finanziamento del 100% sia eccessivo, poiché in tal modo gli Stati membri non sono più incentivati, tramite il cofinanziamento nazionale, a garantire l'efficacia e la redditività delle misure sovvenzionate e condivide la valutazione del Consiglio che respinge nella versione attuale il cosiddetto «Frontloading»;

8.  segnala che, su un totale di 117 programmi operativi finanziati dalla BCE, 13 sono stati modificati (per l'Austria, la Germania, l'Ungheria, l'Irlanda, la Lettonia, la Lituania, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo, due per il Regno Unito e due per la Spagna) al fine di far fronte alle necessità concrete risultanti dalla crisi e invita la Commissione ad assistere gli Stati membri affinché utilizzino la flessibilità disponibile per riorientare i loro programmi operativi dando loro quanto prima possibile ampia diffusione presso i pertinenti attori locali e regionali in modo da rafforzare, a breve termine, gruppi e categorie specifici a rischio;

9.  osserva che la Sesta relazione sulla situazione della coesione economica e sociale riflette la diversa situazione socioeconomica dei tre tipi di regioni, con particolare riferimento alla loro capacità in termini di creatività, innovazione e imprenditorialità; tanto l'attuale crisi economica quanto le distinte variabili che influenzano le opportunità di sviluppo regionale (demografia, accessibilità, capacità di innovazione ecc.) sono fattori che pongono in rilievo l'esistenza di dati importanti da tenere in considerazione nel valutare la situazione delle economie locali e regionali e nel definire una politica di coesione efficace;

10.  appoggia la proposta del Consiglio di aumentare, per il 2010, gli anticipi del FES e del Fondo di coesione rispettivamente del 4% e del 2%, soltanto però per quegli Stati membri in cui il PIL è diminuito più del 10% o che hanno ricevuto gli aiuti del FMI alla bilancia dei pagamenti; invita la Commissione a esaminare le cause dei ritardi di attuazione e a trovare soluzioni flessibili per le norme n+2/n+3, in modo che gli Stati membri non perdano i fondi;

11.  si rammarica che la Sesta relazione intermedia della Commissione sulla coesione economica e sociale non includa dati qualitativi e quantitativi concreti sulle ripercussioni, a breve e lungo termine, della crisi economico-finanziaria per le regioni dell'UE e, in particolare, per quanto riguarda i principali indici economici e sociali; invita, pertanto, la Commissione a presentare una relazione/studio speciale sulle conseguenze della crisi economico-finanziaria nelle regioni dell'UE e, in particolare dell'Obiettivo 2 e nelle regioni in phasing out e su un possibile aumento o riduzione delle disparità regionali nel contesto della crisi; nota che dette valutazioni devono essere effettuate senza ritardi, perché possano combattere sviluppi indesiderati e servire come base per una proposta in merito al mantenimento dell'Obiettivo 2 nelle zone in cui tale obiettivo può offrire un valore aggiunto rispetto ai fondi nazionali;

12.  plaude alle misure di sostegno alle imprese, nel quadro della politica di coesione (circa 55 miliardi di euro tra il 2007 e il 2013), la maggior parte delle quali riguarda il sostegno all'innovazione, al trasferimento di tecnologie e all'ammodernamento delle PMI, considerando l'importanza di promuovere modelli di successo in tale settore e concorda che le misure di intervento proposte a favore delle imprese devono mirare, a lungo termine, alla loro ristrutturazione e alla transizione verso un'economia più sostenibile e non a interventi di emergenza di salvataggio economico, in molti casi incompatibili con le politiche di sussidi statali;

13.  insiste sul fatto che per far fronte alla crisi occorre investire nella ricerca e nello sviluppo, nonché nell'innovazione, nell'istruzione e nelle tecnologie che utilizzino le risorse in maniera efficace; che da ciò trarranno beneficio tanto i settori tradizionali e le zone rurali quanto le economie basate su servizi altamente qualificati e pertanto si rafforzerà la coesione economica, sociale e territoriale; osserva che è necessario garantire finanziamenti disponibili e accessibili, tra i quali i fondi strutturali svolgono un ruolo essenziale;

14.  invita la Commissione e gli Stati membri a monitorare costantemente le conseguenze della crisi nei vari settori strutturali e di sviluppo e l'utilizzazione delle opportunità offerte dagli strumenti di finanziamento destinati all'Obiettivo 2, principalmente per rafforzare l'imprenditorialità e le PMI e gli enti che operano per un'economia sociale e inclusiva allo scopo di aumentare la competitività e quindi il potenziale di crescita dell'occupazione, garantendo a queste ultime un accesso quanto più possibile ampio agli strumenti di ingegneria finanziaria (Jaspers, Jeremie, Jessica et Jasmine); invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare tali dati per preparare e orientare il futuro Obiettivo 2 di coesione dell'UE in quelle aree, a livello regionale e locale, in cui è dimostrabile il valore aggiunto degli interventi dell'Unione (in particolare le imprese operanti nei settori del turismo e dei servizi nello sfruttamento delle energie rinnovabili insieme alla protezione e al miglioramento dell'ambiente e allo sviluppo potenziale dell'energia rinnovabile o le tecnologie che migliorerebbero in modo significativo le imprese a energia convenzionale, avendo come obiettivo un basso tasso di emissioni e la riduzione al minimo della produzione di residui nonché l'innovazione nel settore primario);

15.  invita la Commissione e gli Stati membri a valutare e a promuovere tutte le sinergie fra gli strumenti della politica di coesione e di competitività sul piano regionale, nazionale, transfrontaliero ed europeo;

16.  accoglie favorevolmente la politica della Commissione riguardante a) il prolungamento del periodo di ammissibilità dei programmi operativi 2000-2006 in modo da permettere la maggior utilizzazione possibile di tutte le risorse della politica di coesione, b) la semplificazione dei requisiti e delle procedure amministrative e della gestione finanziaria dei programmi assicurando, al contempo, i controlli necessari per evitare eventuali errori e frodi; ritiene al riguardo che occorra stabilire degli obblighi per promuovere progetti utili e impedire comportamenti illeciti già in fase preparatoria;

17.  sostiene la politica di «pre-finanziamento» per i programmi della politica di coesione 2007-2013, che hanno immesso direttamente liquidità dell'ordine di 6,25 miliardi di euro per gli investimenti nel 2009, nel quadro delle dotazioni finanziarie concordate per ogni Stato membro;

18.  rileva che le periferie urbane e i centri urbani presentano, per loro natura, problemi sociali specifici e importanti (elevato tasso di disoccupazione, emarginazione, esclusione sociale, ecc.), che si aggravano a causa della crisi e che occorre studiare tali problemi in modo approfondito allo scopo di adottare adeguate misure attive a breve e a lungo termine;

19.  appoggia la politica di aiuto e i nuovi strumenti finanziari per i progetti importanti per le regioni (progetti dal costo totale a partire da 50 milioni di euro) introdotti dalla Commissione nel 2009, ritiene importanti gli strumenti di ingegneria finanziaria e la cooperazione BEI/FIE, soprattutto JASPERS, JEREMIE e JESSICA e chiede un ulteriore aumento oltre il 25% dei finanziamenti forniti con JASPERS (Joint Assistance in Supporting Projects in European Regions) che riguarda specificamente le regioni dell'Obiettivo 2 al fine di incoraggiarne la completa preparazione e una rapida attuazione, anche se nella fase attuale questi progetti sono ancora poco numerosi; spera che il presente aumento dei finanziamenti a favore di JASPERS abbia un impatto di medio e lungo termine sulla crescita della competitività economica delle regioni europee ed auspica l'effettuazione regolare di un'analisi comparativa dei risultati raggiunti e degli obiettivi perseguiti e dei finanziamenti concessi e di quelli necessari per raggiungere gli obiettivi rispettivi;

20.  sottolinea che la politica dell'Unione in ambito nazionale e regionale può essere efficiente ed efficace solo a fronte di una governance multilivello realmente integrata fra autorità pubbliche a livello locale, regionale, nazionale, transfrontaliero ed europeo; invita la Commissione a valutare le possibilità di cooperazione territoriale a favore dell'innovazione, sia a livello nazionale che internazionale, nell'ambito di ciascun obiettivo della politica di coesione e ad analizzare le possibilità di rafforzare l'obiettivo di cooperazione territoriale europea, onde promuovere la cooperazione regionale in materia di innovazione; ritiene che, parallelamente al rafforzamento dell'obiettivo della cooperazione territoriale (obiettivo 3), occorra altresì consolidare la possibilità di mettere a punto azioni di cooperazione territoriale transnazionale nel quadro dell'obiettivo 2; tale possibilità è oggi realizzabile grazie all'articolo 37, paragrafo 6, lettera b) del regolamento (CE) n. 1083/2006; è del parere che il rafforzamento della cooperazione territoriale debba essere accompagnato, senza modificare la dotazione di bilancio globale degli obiettivi di coesione, da uno spostamento verso una maggiore dotazione di bilancio a favore di detta cooperazione territoriale ampliata;

21.  sostiene i cambiamenti proposti alle norme esecutive che mirano ad aumentare la flessibilità dei Fondi strutturali e ad adattarli per far fronte alla necessità, derivante da condizioni economiche straordinarie, di attuare immediatamente 455 programmi della politica di coesione e, in particolare, per quanto riguarda i programmi dell'Obiettivo 2, tenendo altresì presenti le necessità di adattamento delle istituzioni e autorità di gestione nazionali e regionali a tale nuova situazione in modo da evitare eventuali abusi o cattiva gestione e da garantire la possibilità di reindirizzare i fondi stanziati verso altri progetti, nuovi o in fase di attuazione; chiede alle autorità di gestione di proporre sistemi atti a rendere più efficace l'attuazione dei programmi operativi previsti dall'Obiettivo 2;

22.  insiste che in circostanze speciali (quale la crisi economica), per la norma N+2 possa essere eccezionalmente necessaria una maggiore flessibilità tenendo conto degli obiettivi perseguiti dalla politica di coesione e degli effetti dei cambiamenti economici ciclici delle finanze pubbliche e degli investimenti privati;

23.  raccomanda che tutte le rimanenze di fondi in una regione, in virtù delle disposizioni N+2 e N+3, vengano destinate a fondi su base regionale e le iniziative dell'Unione;

24.  invita la Commissione a procedere alla valutazione del Piano d'azione-iniziativa per proposte legislative «Small Business Act» per le piccole e medie imprese un anno dopo la sua entrata in vigore (dicembre 2008), principalmente per quanto riguarda i risultati in termini di rafforzamento della loro competitività e accesso a finanziamenti e capitali di rischio, promozione di nuove imprese innovatrici e riduzione degli oneri amministrativi, ecc.;

25.  insiste sull'effetto positivo della parità di genere sulla crescita economica; osserva a tale riguardo che, secondo alcuni studi, se i tassi di occupazione, occupazione a tempo parziale e produttività delle donne fossero analoghi a quelli degli uomini, il PIL aumenterebbe del 30% nel periodo di programmazione oltre il 2013; chiede pertanto, che venga prestata una speciale attenzione ai progetti finanziati con fondi strutturali che promuovano la parità e l'integrazione della donna nel mercato del lavoro;

26.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.

(1) GU L 210 del 31.7.2006, pag. 25.
(2) Testi approvati, P6_TA(2009)0124.

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