Risoluzione del Parlamento europeo del 7 ottobre 2010 sulla politica di coesione e la politica regionale dell'UE dopo il 2013
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione europea dal titolo «Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2010,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 17 giugno 2010 (EUCO 13/10), e in particolare l'adozione della strategia «Europa 2020»,
– visto il documento programmatico approvato dalla commissione per lo sviluppo regionale nella riunione del 13 luglio 2010,
– viste le conclusioni del Consiglio sulla relazione strategica 2010 della Commissione sull'attuazione dei programmi relativi alla politica di coesione, adottate in occasione della 3023a sessione del Consiglio «Affari generali» che si è tenuta a Lussemburgo il 14 giugno 2010,
– vista l'interrogazione del 14 luglio 2010 alla Commissione sulla politica di coesione e la politica regionale dell'UE dopo il 2013 (O-0110/2010 – B7-0466/2010),
– visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
1. ribadisce che la politica di coesione, il cui obiettivo è di ridurre le disparità tra i livelli di sviluppo delle regioni dell'Europa facendo leva sul potenziale di crescita al fine di raggiungere la coesione economica, sociale e territoriale, si è dimostrata un elemento essenziale del processo di integrazione europea; che si tratta di una politica con un valore aggiunto europeo che favorisce il conseguimento della modernizzazione e della crescita sostenibile ed è espressione della solidarietà all'interno del continente e che, in linea con lo spirito dei trattati, le caratteristiche descritte presuppongono un'attuazione della politica regionale dell'UE che interessi l'intero territorio di quest'ultima e contempli tutte le sue regioni;
2. osserva che la serie di sfide a breve e lungo termine(1) che l'Unione europea è attualmente chiamata ad affrontare comporta la necessità di adottare una strategia EU2020 modificata in grado di generare un contesto favorevole per una crescita economica stabile e sostenibile e per la creazione di posti di lavoro in Europa; sottolinea che per il buon esito della citata strategia è indispensabile l'attuazione della politica di coesione, che deve tuttavia rimanere una politica indipendente atta a creare un quadro per l'instaurazione di forti sinergie tra le varie politiche dell'Unione;
3. respinge qualsiasi tentativo di rinazionalizzare la politica; ritiene inoltre che, alla luce delle rilevanti ripercussioni dell'attuale quadro finanziario sullo sviluppo regionale, nella revisione proposta del bilancio dell'UE e nel prossimo quadro finanziario sia necessario tenere pienamente conto della dimensione regionale e che una politica regionale dell'UE forte e dotata di stanziamenti adeguati costituisca una condizione imprescindibile in vista del conseguimento della coesione sociale, economica e territoriale;
4. richiama l'attenzione sul fatto che, in virtù delle disposizioni del trattato di Lisbona, la coesione territoriale implica un approccio mirato allo sviluppo territoriale che garantisca uno sviluppo policentrico attraverso la creazione di sinergie e l'assenza di dispersione settoriale delle risorse destinate alla politica regionale e che, per conseguire detto obiettivo, è indispensabile un livello di flessibilità sufficiente per conciliare tra loro le specificità regionali e sostenere gli sforzi profusi dalle regioni con un ritardo di sviluppo al fine di superare le loro difficoltà socioeconomiche; ritiene che le regioni ultraperiferiche, quelle frontaliere, le regioni con caratteristiche geografiche specifiche e tutte quelle che incontrano particolari problemi di sviluppo debbano continuare a beneficiare di un regime ad hoc;
5. sottolinea la necessità di sfruttare le esperienze passate, gli esempi di migliori prassi e le iniziative comunitarie precedentemente attuate con successo in vista dell'adozione di un approccio più mirato alla dimensione urbana della politica di coesione; evidenzia inoltre il fatto che le città svolgono un ruolo dinamico nell'ambito dello sviluppo economico regionale, in quanto costituiscono uno stimolo positivo per l'economia delle aree rurali circostanti e ritiene pertanto che nel prossimo periodo di programmazione dovrebbero essere stanziate risorse finanziarie a favore di investimenti in progetti sia urbani che suburbani; è del parere che l'applicazione di uno strumento adeguato dovrebbe essere presa in considerazione per conseguire i citati obiettivi;
6. rileva che la governance multilivello costituisce uno dei principi fondamentali della politica di coesione ed è essenziale per garantire la qualità del processo decisionale, una pianificazione strategia e la realizzazione degli obiettivi; ritiene pertanto opportuno rendere obbligatorio, in futuro, un approccio integrato per l'attuazione delle politiche; è altresì del parere che il principio di sussidiarietà, nella concezione più ampia e rafforzata sancita dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea, un principio di partenariato definito in modo migliore e la trasparenza siano elementi essenziali in vista della corretta attuazione di tutte le politiche dell'UE e che gli stessi meriterebbero di essere potenziati di conseguenza;
7. è del parere che l'architettura di base degli obiettivi attuali debba essere mantenuta e che la cooperazione territoriale, con il suo evidente valore aggiunto europeo, meriti di essere rafforzata mentre altre misure, tra cui l'assegnazione di stanziamenti e le buone prassi, dovrebbero essere valutate individuando i problemi comuni e le relative soluzioni; ritiene che tra le misure in questione potrebbero figurare anche la fissazione di obiettivi comuni e l'utilizzo razionale di risorse condivise e che le spese dovrebbero essere concentrate sugli ambiti assolutamente prioritari che presentano un valore aggiunto europeo;
8. auspica che l'architettura della politica di coesione dopo il 2013 garantisca un regime di transizione semplice, equo e trasparente, che tenga conto delle esperienze passate e delle ultime tendenze nell'ambito del contesto economico e sociale delle regioni interessate, consentendo altresì a queste ultime di portare avanti il proprio percorso di crescita e sviluppo;
9. è del parere che il PIL debba rimanere il criterio principale per la determinazione dell'idoneità a ricevere aiuti a titolo della politica regionale, con la possibile aggiunta di altri indicatori misurabili qualora questi si dimostrassero pertinenti, anche se le autorità nazionali dovrebbero avere la possibilità di applicare, nelle sedi decisionali più appropriate, altri indicatori che tengano conto delle peculiarità delle regioni e delle città;
10. ribadisce che il Fondo sociale europeo dovrebbe rimanere nel quadro del regolamento sulle disposizioni generali relative ai fondi a titolo della politica di coesione, ma che occorre dotarlo di norme proprie;
11. invita a coordinare lo sviluppo rurale, nel quadro del secondo pilastro della PAC, con gli obiettivi di sviluppo della politica di coesione e a lasciare la relativa gestione alle regioni in modo da garantire l'adozione di misure rispondenti alle esigenze;
12. preferirebbe che la politica di coesione e i relativi meccanismi di intervento fossero maggiormente orientati ai risultati e mirassero a migliorare l'efficacia e l'efficienza instaurando un equilibrio ideale tra qualità delle prestazione e controllo finanziario; fa notare che simili obiettivi presuppongono un significativo miglioramento dei sistemi di monitoraggio e valutazione, una maggiore efficienza nell'ambito della capacità amministrativa e della riduzione dei margini di errore nonché l'individuazione di indicatori oggettivi e misurabili che consentano di effettuare raffronti a livello dell'UE;
13. concorda con l'opinione secondo cui occorre portare avanti la semplificazione dei meccanismi di attuazione della politica abbinandola a una semplificazione delle procedure nazionali e regionali; sottolinea, a tale proposito, la necessità di istaurare un corretto equilibrio tra semplicità ed efficienza delle procedure e buona gestione finanziaria, con l'auspicio che la politica di coesione diventi uno strumento di più semplice fruizione, caratterizzato da una maggiore visibilità;
14. esorta ad utilizzare gli strumenti di ingegneria finanziaria, i fondi di rotazione e le sovvenzioni globali nonché a semplificare l'accesso al capitale di rischio e ai microfinanziamenti; è del parere che gli Stati membri dovrebbero avvalersi in misura maggiore delle risorse di assistenza tecnica al fine di potenziare le capacità degli enti locali e regionali, oltre che di altre parti interessate, in particolare ONG e PMI;
15. è del parere che la politica di sviluppo regionale sia il fulcro dello sviluppo economico, sociale e territoriale dell'Unione e che pertanto meriti una struttura ministeriale formale per fornire una piattaforma politica e che il ruolo di gestore e iniziatore delle politiche affidato alla Commissione debba anch'esso essere rafforzato;
16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
Cfr. il documento di lavoro dei servizi della Commissione del novembre 2008 dal titolo «Regions 2020 - an assessment of future challenges for EU regione» (Regioni 2020, una valutazione delle sfide future per le regioni dell'UE).