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Procedura : 2010/2071(INI)
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Ciclo del documento : A7-0308/2010

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A7-0308/2010

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PV 22/11/2010 - 23
CRE 22/11/2010 - 23

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PV 23/11/2010 - 6.17
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P7_TA(2010)0419

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Martedì 23 novembre 2010 - Strasburgo
Cooperazione civile-militare e sviluppo di capacità civili militari
P7_TA(2010)0419A7-0308/2010

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 novembre 2010 sulla cooperazione civile-militare e lo sviluppo di capacità civili-militari (2010/2071(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il Titolo V del trattato sull'Unione europea,

–  vista la strategia europea in materia di sicurezza «Un'Europa sicura in un mondo migliore», approvata dal Consiglio europeo del 12 dicembre 2003 e la relazione sulla sua attuazione «Garantire sicurezza in un mondo in piena evoluzione», approvata dal Consiglio europeo di Bruxelles dell'11 e 12 dicembre 2008,

–  vista la Strategia di sicurezza interna per l'Unione europea, approvata dal Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 26 aprile 2010 sulla PESD,

–  viste le conclusioni sulla PESD e la dichiarazione «Dieci anni di PESD – Sfide e opportunità», adottata dal Consiglio il 17 novembre 2009,

–  vista la dichiarazione sul rafforzamento della politica europea di sicurezza e di difesa, adottata dal Consiglio europeo del 12 dicembre 2008, e la dichiarazione sul rafforzamento delle capacità, adottata dal Consiglio l'11 dicembre 2008,

–  viste le conclusioni della Presidenza adottate dal Consiglio europeo di Santa Maria de Feira del 20 giugno 2000 e di Göteborg del 16 giugno 2001, il programma dell'Unione europea per la prevenzione dei conflitti violenti, adottato anch'esso a Göteborg il 16 giugno 2001, l'obiettivo primario civile 2008, adottato dal Consiglio europeo del 17 dicembre 2004, e l'obiettivo primario civile 2010, adottato dal Consiglio il 19 novembre 2007,

–  viste le conclusioni della Presidenza adottate dal Consiglio europeo di Helsinki dell'11 dicembre 1999 (obiettivo primario 2003) e l'obiettivo primario 2010, adottato dal Consiglio il 17 maggio 2004,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 30 novembre 2009 sul rafforzamento della sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN) nell'Unione europea e l'approvazione del piano d'azione CBRN dell'UE,

–  visti il documento del Consiglio «Attuazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, quale rafforzata dalla risoluzione 1820 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel quadro della PESD», del 3 dicembre 2008, nonché il documento del Consiglio sull'«Integrazione dei diritti umani nella PESD», del 14 settembre 2006,

–  vista la sua risoluzione del 10 febbraio 2010 sul recente terremoto a Haiti, in cui si chiede l'istituzione di una forza di protezione civile dell'Unione europea(1),

–  vista la sua risoluzione del 10 marzo 2010 sull'attuazione della strategia europea di sicurezza e politica di sicurezza e di difesa comune(2),

–  vista la decisione del Consiglio del 26 luglio 2010 che fissa l'organizzazione e il funzionamento del servizio europeo per l'azione esterna(3),

–  visto l'articolo 48 del proprio regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A7-0308/2010),

Caratteri generali

1.  ricorda che l'UE si è impegnata a definire e a perseguire politiche e azioni comuni volte a preservare la pace, a prevenire i conflitti, a consolidare la ripresa post-bellica e a rafforzare la sicurezza internazionale in conformità dei principi della Carta delle Nazioni Unite, a consolidare e a sostenere la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo e i principi del diritto internazionale, nonché ad aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali o provocate dall'uomo;

2.  sottolinea che la sicurezza interna e quella esterna sono collegate sempre più strettamente e che, sviluppando le proprie politiche e capacità in materia di gestione delle crisi, prevenzione dei conflitti e costruzione della pace, in linea con gli obiettivi di cui sopra, l'UE contribuisce anche a salvaguardare la sicurezza dei propri cittadini;

3.  sottolinea che l'UE, principalmente tramite la gestione civile delle crisi, offre un contributo netto alla sicurezza globale, rispecchiando i suoi valori e principi fondamentali;

4.  sottolinea che per essere efficaci, le risposte alle crisi attuali e alle minacce per la sicurezza, comprese le catastrofi naturali, devono poter attingere sia alle capacità civili che a quelle militari ed esigono una più stretta cooperazione tra di esse; ricorda che lo sviluppo dell'approccio globale dell'UE e delle sue capacità congiunte di gestione civile e militare delle crisi ha costituito un tratto distintivo della PESD e rappresenta il suo principale valore aggiunto; ricorda allo stesso tempo che la PESD è soltanto uno dei numerosi strumenti a disposizione e che le missioni PESD dovrebbero essere utilizzate come elemento di una strategia più ampia dell'UE;

5.  ricorda la necessità di un Libro bianco dell'UE in materia di sicurezza e difesa, basato su sistematiche e rigorose verifiche di sicurezza e difesa condotte dagli Stati sulla scorta di criteri e un calendario comuni, onde definire più chiaramente gli obiettivi, gli interessi e le esigenze dell'Unione in materia di sicurezza e difesa in relazione ai mezzi e alle risorse disponibili; sottolinea che il Libro bianco dovrebbe anche definire settori e condizioni in cui è auspicabile una maggiore cooperazione civile-militare per contribuire al conseguimento di tali obiettivi; ritiene che il Libro bianco dell'UE dovrebbe individuare in modo esplicito le opportunità per la messa in comune delle risorse a livello UE, nonché la specializzazione nazionale e l'armonizzazione delle capacità, al fine di ottenere grandi economie di scala;

Rafforzare il coordinamento civile-militare

6.  sottolinea che l'istituzione del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) dovrebbe contribuire ulteriormente allo sviluppo di un approccio europeo veramente globale in materia di gestione delle crisi civili e militari, prevenzione dei conflitti e costruzione della pace e fornire all'UE strutture, personale e risorse finanziarie adeguati per onorare le proprie responsabilità globali in linea con la Carta dell'ONU;

7.  appoggia pienamente il trasferimento delle strutture PESD, compresa la Direzione Gestione delle crisi e pianificazione, la Capacità civile di pianificazione e condotta, lo Stato maggiore e il Centro di situazione dell'Unione europea al SEAE, sotto la diretta autorità e responsabilità della Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza; ricorda l'impegno assunto dalla Vicepresidente/Alto rappresentante a garantire che tali entità operino in stretta collaborazione e sinergia con le unità competenti della Commissione trasferite al SEAE che si occupano della pianificazione e della programmazione di risposta alle crisi, della prevenzione dei conflitti e della costruzione della pace; sollecita la Vicepresidente/Alto rappresentante a garantire che tali unità operino su un piede di parità con le strutture PESD; sottolinea che in nessun caso è accettabile il controllo formale o informale da parte delle strutture PESD delle misure di pianificazione e di programmazione finanziate a titolo dello strumento di stabilità ed insiste affinché le strutture trasferite della Commissione non vengano smantellate;

8.  ai fini dello sviluppo di un approccio globale dell'UE, raccomanda altresì uno stretto coordinamento tra il SEAE e tutte le unità competenti in seno alla Commissione, segnatamente quelle che si occupano dello sviluppo, dell'aiuto umanitario, della protezione civile e della salute pubblica; sottolinea la necessità di collegamenti diretti tra il SEAE e le agenzie PESD, segnatamente l'Agenzia europea di difesa, l'Istituto per gli studi sulla sicurezza dell'UE, il Collegio europeo di sicurezza e di difesa e il Centro satellitare dell'UE;

9.  richiama l'attenzione sul ruolo del Centro di monitoraggio e informazione della Commissione (CMI) per quanto riguarda l'agevolazione del coordinamento del soccorso in caso di catastrofi nell'ambito del meccanismo di protezione civile e sottolinea la necessità che la Vicepresidente/Alto Rappresentante nella sua veste di Vicepresidente della Commissione garantisca uno stretto collegamento tra il centro e il SEAE; chiede un miglior coordinamento e un più rapido spiegamento delle attività militari nel contesto del soccorso in caso di catastrofi, segnatamente per quanto riguarda le capacità di trasporto aereo, sulla base dell'esperienza raccolta ad Haiti e rispettando nel contempo la natura principalmente civile delle operazioni di soccorso in caso di catastrofi; ribadisce la richiesta di un ulteriore miglioramento del meccanismo di protezione civile per riunire, su base volontaria, risorse degli Stati membri tenute di riserva per l'utilizzo immediato nel quadro di operazioni di risposta alle calamità; suggerisce che queste risorse siano coordinate e dispiegate sotto la denominazione di una forza di protezione civile dell'UE per aumentare la visibilità dell'azione dell'UE; ricorda al tempo stesso la responsabilità individuale degli Stati membri per la protezione civile e le misure di controllo delle catastrofi;

10.   raccomanda altresì un migliore coordinamento tra le agenzie umanitarie degli Stati membri e la DG ECHO per le operazioni di soccorso a seguito di calamità naturali o provocate dall'uomo;

11.  invita il Consiglio ad adottare tempestivamente le decisioni necessarie per dare applicazione alla clausola di reciproca assistenza, quale prevista all'articolo 42, paragrafo 7, del trattato sull'Unione europea nonché la clausola di solidarietà, delineata al'articolo 222 del TFUE, che dovrebbero riflettere l'approccio globale dell'Unione europea e ispirarsi alle risorse civili e militari;

12.  ricorda lo sviluppo estremamente positivo del partenariato per la costruzione della pace tra la Commissione e alcune organizzazioni non governative e sostiene che una buona cooperazione tra le organizzazioni non governative e della società civile e il futuro SEAE è di fondamentale importanza; invita la Commissione a sviluppare ulteriormente il quadro di cooperazione con le ONG e a promuovere il ricorso ad attori non statali nelle attività dell'Unione di prevenzione e gestione dei conflitti anche includendoli nelle attività di formazione dell'UE;

Livello strategico

13.  sul piano politico-strategico, accoglie con favore l'integrazione di elementi civili e militari all'interno della Direzione Gestione delle crisi e pianificazione (DGCP) come un passo nella giusta direzione; sottolinea, tuttavia, la necessità di trovare un giusto equilibrio tra capacità di pianificazione strategica civili e militari, non solo in termini numerici, ma anche per quanto concerne la posizione gerarchica, al fine di sfruttare al massimo le sinergie disponibili; sottolinea, allo stesso tempo, la necessità di tener debito conto delle differenze tra i ruoli civili e militari e i loro obiettivi caratteristici e di garantire che una opportuna miscela di risorse umane sia destinata ad ogni operazione, individualmente;

14.  in particolare, sollecita la Vicepresidente/Alto rappresentante ad affrontare il problema della carenza di personale per quanto riguarda gli esperti in materia di pianificazione delle missioni e di sviluppo della capacità civile e ad assicurarsi che la DGCP comprenda un numero sufficiente di esperti provenienti da tutti i settori prioritari di capacità civile, vale a dire polizia, giustizia, amministrazione civile, protezione e sorveglianza civile, nonché il settore dei diritti umani;

15.  sottolinea la necessità, in fasi di routine, di sviluppare una consapevolezza comune della situazione condivisa da tutte le parti interessate dell'UE (SEAE, ma anche tutte le unità rilevanti della Commissione, quali DG DEV, DG ECHO, DG SANCO, con il sostegno di ciascuna delle loro capacità di valutazione delle crisi), che dovrebbe riflettersi in tutti i documenti strategici dell'UE, regionali o nazionali; le delegazioni UE, riconfigurate, devono svolgere un ruolo chiave in questo processo;

16.  chiede un ruolo più importante per i capi delle delegazioni UE e/o per i rappresentanti speciali dell'UE, presenti nell'area di crisi, negli sforzi di coordinamento civile-militare, anche al fine di garantire un maggiore controllo politico sul territorio;

Livello operativo

17.  sul piano della pianificazione operativa, chiede un significativo rafforzamento delle capacità di pianificazione civile per realizzare le ambizioni delle missioni civili PESD, consolidando la Capacità civile di pianificazione e condotta (CCPC) per quanto riguarda i livelli di personale, nonché per mezzo di una migliore ripartizione dei compiti tra i livelli strategico e operativo; sottolinea che questa divisione dei compiti deve basarsi su una strategia equilibrata e completa del personale; ritiene che, alla luce delle responsabilità del comandante per le operazioni civili, questa funzione deve essere posta ad un livello adeguato (più elevato) all'interno della gerarchia SEAE;

18.  ribadisce la sua richiesta di istituire un quartier generale operativo permanente dell'UE, responsabile per la pianificazione operativa e la condotta delle operazioni militari dell'UE, onde sostituire l'attuale sistema che prevede di utilizzare una delle sette sedi disponibili su una base ad hoc; sottolinea che una tale iniziativa, oltre a garantire una catena coerente di comando e ad aumentare notevolmente la capacità dell'UE di rispondere in modo rapido e coerente alle crisi (in particolare rafforzando la memoria istituzionale dell'Unione europea), contribuirebbe alla riduzione dei costi;

19.  ritiene che il quartier generale operativo debba essere collocato in prossimità della CCPC al fine di massimizzare i benefici del coordinamento civile-militare, anche unificando talune funzioni, e di promuovere maggiormente le migliori pratiche tra i pianificatori UE; suggerisce inoltre che il quartier generale operativo e la CCPC possano essere integrati in un «Quartier generale di gestione delle crisi» congiunto dell'UE, responsabile della pianificazione operativa e della condotta di tutte le missioni civili, le operazioni militari e le missioni di riforma del settore della sicurezza dell'UE;

20.  sottolinea, tuttavia, che in nessuna circostanza la riorganizzazione delle attuali strutture deve portare all'assorbimento della dimensione civile in una dimensione militare e sottolinea la necessità di tener debitamente conto delle differenze tra la pianificazione civile e quella militare: occorre mantenere catene di comando separate, con un comandante per le operazioni civili e uno per le operazioni militari, che conservino ciascuno le proprie competenze e godano dello stesso status gerarchico all'interno del SEAE;

Costruire le capacità civili e militari dell'UE

21.  sottolinea il numero di impegni che gli Stati membri si sono assunti quanto allo sviluppo delle capacità sia militari che civili di gestione delle crisi, dai Consigli europei di Helsinki e Santa Maria de Feira alla dichiarazione del dicembre 2008 sul rafforzamento delle capacità; esorta gli Stati membri e la Vicepresidente/Alto Rappresentante a garantire che questi impegni siano adeguatamente onorati in modo da colmare l'evidente divario tra le attuali capacità operative e gli obiettivi politici dichiarati;

22.  nel contesto del seguito dato agli Obiettivi primari 2010, invita gli Stati membri a concentrarsi sulla concreta realizzazione delle capacità e sui settori che offrono un potenziale di sinergia civile-militare, in particolare quelli già individuati, al fine di effettuare, quanto prima possibile, effettivi progressi; sottolinea la necessità che lo sviluppo delle capacità sia guidato dai requisiti specifici delle missioni PESD; accoglie con favore il processo globale di sviluppo delle capacità (Comprehensive Capability Development Process - CCDP) per le capacità militari nell'ambito dell'Agenzia europea per la difesa (AED); raccomanda ulteriori discussioni sul modo in cui collegare i due processi di sviluppo delle capacità nell'ambito degli obiettivi primari civili e militari;

23.  accoglie favorevolmente gli sforzi della scorsa e dell'attuale Presidenza a rotazione del Consiglio per avviare un processo volto a chiarire la natura e il campo di applicazione della cooperazione strutturata permanente (CSP), come specificato all'articolo 42, paragrafo 6 del TUE; invita il Consiglio a fornire tempestivamente una chiara lettura della CSP, tenendo in considerazione la natura civile-militare dell'approccio globale dell'Unione europea e a presentare iniziative concrete su come avviare tale CSP alla luce dell'attuale crisi finanziaria e della diminuzione dei bilanci nazionali per la difesa tra gli Stati membri dell'UE;

Personale delle missioni

24.  alla luce degli impegni politici assunti, invita gli Stati membri ad affrontare con urgenza il problema della carenza cronica di personale civile nelle missioni PESD, in particolare EULEX Kosovo e EUPOL Afghanistan, segnatamente intensificando l'attività volta a definire strategie nazionali per facilitare il dispiegamento del personale civile della missione; chiede che, nell'ambito di tali strategie, le autorità nazionali competenti, come i ministeri dell'interno e della giustizia, in stretta cooperazione con i ministeri della difesa, sviluppino un approccio più strutturato in relazione alla definizione delle condizioni adeguate per la partecipazione di personale civile alle missioni PESD, in particolare per quanto riguarda le prospettive di carriera e la retribuzione;

25.  in tale contesto, invita gli Stati membri a garantire, in particolare, che la partecipazione alle missioni PESD venga considerata come un vantaggio importante per lo sviluppo professionale all'interno dei loro sistemi di polizia e giustizia e che i servizi che distaccano civili presso tali missioni vengano adeguatamente compensati per la temporanea perdita di personale; ritiene che il Consiglio debba garantire che l'indennità giornaliera per il personale delle missioni PESD sia consona alle circostanze della missione di cui trattasi;

26.  ribadisce la necessità di conformarsi alla risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che esige equilibrio di genere nell'organico di personale e nell'approccio di formazione per tutte le missioni, nonché una prospettiva di genere in tutte le azioni intraprese; sottolinea che la presenza di un numero adeguato di donne nelle missioni civili o militari costituisce un requisito fondamentale per la riuscita di tali missioni, che si tratti di operazioni di mantenimento della pace o di soccorso in caso di catastrofi, così come nella mediazione diplomatica, al fine di garantire che le esigenze, i diritti e gli interessi delle donne siano adeguatamente tenuti in considerazione e di assicurare il coinvolgimento delle donne nelle azioni e negli obiettivi della missione; ricorda che gli Stati membri dell'UE devono elaborare piani d'azione nazionali per garantire il rispetto della risoluzione 1325;

Formazione

27.  sottolinea la necessità di un'adeguata formazione pre-dispiegamento, che dovrebbe prevedere la partecipazione di personale civile in esercitazioni militari, comprese le prove d'emergenza, nonché di personale militare a formazioni e/o esercitazioni civili; raccomanda vivamente agli Stati membri di conservare elenchi di civili dotati delle competenze rilevanti che sia possibile far partecipare a tali missioni, in particolare quelli addestrati per le missioni effettuate a fianco delle forze militari; accoglie con favore la prassi di taluni Stati membri che dispongono di un'agenzia centralizzata dedicata responsabile per il reclutamento e la formazione di tutto il personale civile utilizzabile;

28.  sostiene lo sviluppo, da parte del Consiglio, dell'ambiente software Goalkeeper per facilitare il reclutamento e la formazione di personale per le missioni civili;

29.  ricorda il Gruppo europeo per la formazione finanziato dalla Commissione e sottolinea che una lezione appresa grazie alla sua attività è che investire nella formazione ha senso solo in collegamento con una effettiva messa in atto; accoglie con favore l'accento posto dalla Commissione sulla garanzia che il nuovo progetto di formazione civile finanziato nell'ambito dello Strumento di stabilità sarà diretto ad esperti già individuati per essere inviati in missione;

30.  pone l'accento, in linea con le raccomandazioni del Consiglio del 2008, sul rafforzamento del ruolo che il Collegio europeo di sicurezza e di difesa (CESD) dovrebbe svolgere nel campo della costruzione della capacità e della formazione per una gestione efficace delle crisi, alla luce della creazione del SEAE; esorta il Consiglio a migliorare la strutture di formazione e il personale dell'ESDC, fornendogli, tra l'altro, una sede permanente, al fine di garantire la continuità e l'efficacia della formazione a livello strategico, operativo e tattico per il personale civile e militare degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE; chiede la creazione di borse di studio per giovani laureati che intendono specializzarsi in settori necessari;

31.  chiede un'azione preparatoria per lo sviluppo e la messa a disposizione di una formazione in materia di mediazione e dialogo alla luce dell'istituzione del SEAE, in linea con il «Concetto di potenziamento delle capacità di dialogo e di mediazione dell'UE» adottato dal Consiglio nel 2009;

Finanziamento rapido

32.  incoraggia ulteriormente gli sforzi volti ad accelerare la fornitura di finanziamenti per le missioni civili e per semplificare le procedure decisionali e le modalità di attuazione; sottolinea la necessità che i servizi competenti della Commissione collaborino strettamente e su un piede di parità con le strutture di gestione delle crisi in seno al SEAE in modo da consentire un rapido avvio del finanziamento delle missioni civili; ai fini della trasparenza e della responsabilità, chiede che sia creata una linea di bilancio per ciascuna missione PESD;

33.  invita il Consiglio ad adottare rapidamente le decisioni necessarie per stabilire il fondo iniziale, come indicato nell'articolo 41 del TUE, previa consultazione del Parlamento europeo; invita la Vice presidente/Alto rappresentante a informare regolarmente il Parlamento in merito alla situazione una volta istituito il fondo;

Strumenti di gestione delle crisi

34.  accoglie con favore lo sviluppo del concetto di Unità integrata di polizia (UIP), vale a dire forze consistenti, rapidamente schierabili, flessibili e interoperabili in grado di svolgere compiti esecutivi di polizia, che, in determinate circostanze, possano essere impiegate anche come parte di un'operazione militare e sotto il comando militare; rileva l'efficace applicazione di questo concetto in Bosnia-Erzegovina nel quadro di EUFOR Althea e in Kosovo nell'ambito EULEX; evidenzia la necessità di disporre di tali unità, che sono particolarmente adatte ad intervenire in situazioni non stabilizzate, segnatamente durante la transizione dal comando militare a quello civile; raccomanda agli Stati membri di investire nello sviluppo di tali capacità;

35.  in tale contesto, è pienamente favorevole all'uso della Forza di gendarmeria europea (FGE), che può essere posta sotto il comando militare o civile ed offre una capacità di dispiegamento rapido per missioni di spedizione di polizia, come uno strumento molto adatto per una vasta gamma di efficaci operazioni di gestione delle crisi, comprese le missioni di stabilizzazione successive a catastrofi; invita tutti gli Stati membri che dispongono di forze di polizia a statuto militare ad aderire all'iniziativa;

36.  si compiace per i progressi realizzati nello sviluppo del gruppo di esperti per i Corpi civili di risposta rapida (CCRR) al fine di fornire una rapida capacità di valutazione, ma sottolinea che occorre estendere ulteriormente tali elenchi; sottolinea l'importanza di capacità conoscitive e di valutazione rapida nel garantire che l'Unione europea risponda alla crisi con i mezzi più appropriati a sua disposizione;

37.  sottolinea la necessità che l'UE, in tempo di crisi, sia in grado di mettere in campo équipe multidisciplinari attivabili entro le prime ore dall'insorgere della crisi, che sarebbero composte da esperti civili, militari e civili-militari del SEAE e della Commissione;

38.  esorta la Vicepresidente/Alto rappresentante, il Consiglio e la Commissione a presentare una lettura comune delle nuove missioni PESD, come illustrato nell'articolo 43 del TUE, e di come esse saranno gestite nel contesto della cooperazione civile-militare stabilita; in questo contesto, li incoraggia ad accelerare la creazione di un gruppo di esperti nel settore della riforma del settore della sicurezza per migliorare la capacità dell'Unione europea in questo ambito;

39.  invita gli Stati membri ad avvalersi in modo ottimale degli strumenti esistenti ed a mettere in atto meccanismi di valutazione d'impatto prima di formulare nuovi, ambiziosi obiettivi;

40.  è convinto che i gruppi tattici dell'UE costituiscano uno strumento adatto per le operazioni di gestione delle crisi; ribadisce il suo invito al Consiglio a renderli più utilizzabili e flessibili; chiede inoltre che essi vengano resi più utilizzabili per le operazioni civili-militari di soccorso umanitario, in piena conformità degli orientamenti rivisti di Oslo per l'utilizzo dei mezzi di difesa militari e civili nelle operazioni di soccorso;

41.  esorta gli Stati membri a raggiungere un accordo sull'estensione del concetto di costi comuni associati all'uso dei gruppi tattici (costi da finanziare attraverso il meccanismo Athena), o sul finanziamento comune della totalità dei costi delle operazioni di gestione delle crisi da essi effettuate; è del parere che un tale accordo sia necessario per renderne l'uso politicamente ed economicamente accettabile e garantire che gli Stati membri in stand-by non sostengano un onere sproporzionato in una difficile situazione di bilancio; rammenta a tale proposito che nel novembre 2009 il Consiglio ha invitato il Segretariato generale del Consiglio a elaborare idee sul finanziamento di operazioni militari da sottoporre alla discussione ad alto livello nel 2010, ma che finora non si è registrato alcun progresso;

42.  invita gli Stati membri a concepire i gruppi tattici come partenariati a lungo termine e a non scioglierli una volta concluso il loro periodo di stand-by, in modo tale che le risorse investite nella loro creazione non vengano sprecate; chiede che tali gruppi vengano formati per operare in combinazione con dispiegamenti civili; suggerisce persino che essi possano comprendere al loro interno unità o esperti civili, in particolare UIP;

Fornire gli strumenti per una gestione generale delle crisi

43.  invita gli Stati membri ad approfondire lo sviluppo delle capacità a doppio uso per le missioni civili e le operazioni militari PESD, in particolare le capacità di trasporto, e a garantire l'interoperabilità dell'addestramento e della pratica, utilizzando in modo migliore gli approcci e le capacità esistenti e collegando tra loro, se del caso, i processi di sviluppo delle capacità civili e militari;

Ricerca e tecnologia

44.  sottolinea che il personale militare e quello civile dell'UE precederanno ad una sempre più intensa collaborazione nelle loro operazioni e che essi sono in gran parte esposti alle stesse minacce, come ordigni esplosivi improvvisati, e necessitano di capacità comparabili in settori quali il trasporto strategico e tattico, i sistemi di supporto logistico, di comunicazione e di raccolta e valutazione di dati, il sostegno medico, la protezione della sicurezza e delle forze, l'uso delle capacità spaziali, i veicoli senza equipaggio;

45.  sottolinea, pertanto, la necessità di coordinare e stimolare gli investimenti in tecnologie e capacità a doppio uso, in modo tale da colmare rapidamente i divari di capacità, evitando inutili doppioni, creando sinergie e sostenendo la normalizzazione; rammenta, a tale proposito, il ruolo essenziale che dovrà svolgere l'Agenzia europea per la difesa nel processo di individuazione dei fabbisogni nel campo delle capacità e di elaborazione delle modalità di condivisione, messa in comune o conseguimento di tali capacità tra i membri dell'Unione, al fine di dispiegare i mezzi necessari per condurre a buon fine e in tutta sicurezza le operazioni PESD;

46.  in tale contesto, sostiene la creazione del quadro di cooperazione europeo per la ricerca in materia di sicurezza e di difesa onde garantire la complementarità e la sinergia tra gli investimenti relativi alla R&S in materia di difesa e gli investimenti nella ricerca per potenziare la protezione civile da parte della Commissione nell'ambito del Settimo programma quadro, ad esempio in settori quali la conoscenza della situazione, i veicoli aerei senza equipaggio, la sorveglianza marittima, la lotta agli ordigni esplosivi improvvisati, l'individuazione dei CBRNE e la relativa protezione, la comunicazione, la raccolta di informazioni, la valutazione e il trasferimento dei dati, nonché la sicurezza informatica;

47.  osserva, tuttavia, che questa cooperazione non dovrebbe andare oltre quanto è necessario nell'ottica della cooperazione civile-militare nei settori del mantenimento della pace, delle prevenzione dei conflitti, del rafforzamento della sicurezza internazionale, della gestione delle crisi e degli aiuti umanitari;

48.  accoglie con favore il dibattito aperto tra i ministri della difesa dell'UE durante la riunione informale tenutasi a Gent il 23 e 24 settembre 2010, riguardante la ricerca europea nel campo della difesa, e la valutazione da essi espressa circa il ruolo dell'AED quale delineato all'Articolo 42, paragrafo 3, del TUE;

Forniture rapida delle attrezzature

49.  incoraggia ulteriormente gli sforzi volti a garantire che tutte le attrezzature necessarie per rapide attività di risposta alle crisi, sia civili che militari, siano prontamente disponibili; si compiace per le attività in corso in relazione ad un sistema di gestione dell'inventario per le missioni civili PESD; invita la Vicepresidente/Alto Rappresentante ad effettuare un'analisi costi/benefici completa per determinare le soluzioni ottimali per ogni tipo di attrezzatura necessaria; ritiene che, a seconda del tipo di attrezzatura, debba essere individuata la giusta combinazione di stoccaggio a livello UE, di contratti quadro e di riserve virtuali di attrezzature in possesso degli Stati membri;

50.  si compiace, in tale contesto, per la creazione di un deposito temporaneo di attrezzature civili in Bosnia-Erzegovina e invita ad avanzare rapidamente nella creazione di un deposito permanente al fine di preparare al meglio l'Unione europea per la gestione civile delle crisi;

Cooperazione multinazionale

51.  incoraggia ulteriori progressi nel settore della condivisione e dello scambio di beni come un modo economicamente efficace per aumentare le capacità, elemento estremamente rilevante in un periodo di austerità di bilancio; si compiace, in particolare, per le attività volte a colmare le lacune nella capacità di trasporto aereo strategico, vale a dire la creazione, da parte di un certo numero di Stati membri, del comando europeo di trasporto aereo (CETA), così come dell'iniziativa per una flotta europea di trasporto aereo; incoraggia la Vicepresidente/Alto rappresentante e gli Stati membri a seguire le raccomandazioni dell'Agenzia europea per la difesa e ad accelerare i lavori per individuare altre aree in cui applicare i principi di condivisione e messa in comune, anche nel campo della formazione o del supporto alla missione; si compiace, a tale riguardo, delle proposte di istituire un'unità di elicotteri multinazionale ispirata al CETA da utilizzarsi per compiti sia civili che militari;

Partenariati
UE-ONU

52.  ricorda che il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha la responsabilità primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali; sottolinea, pertanto, la necessità di una stretta cooperazione tra l'UE e l'ONU nel settore della gestione delle crisi civili e militari, e in particolare nelle operazioni di soccorso umanitario laddove l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) svolge un ruolo guida; chiede che una tale cooperazione venga rafforzata, in particolare nelle situazioni in cui un'organizzazione si sostituisce ad un'altra, segnatamente alla luce dell'esperienza mista in Kosovo;

53.  esorta gli Stati membri a garantire il loro adeguato contributo alle missioni ONU, in modo coordinato; invita la Vicepresidente/Alto rappresentante e il Consiglio ad esplorare ulteriormente modalità che permettano all'UE nel suo complesso di contribuire più efficacemente agli sforzi condotti dall'ONU, ad esempio avviando operazioni di intervento rapido dell'Unione di tipo «ponte» o «oltre l'orizzonte» o fornendo un apporto dell'UE in seno ad una più ampia missione ONU;

54.  chiede un migliore monitoraggio dell'assistenza UE attuata attraverso le organizzazioni ONU in linea con la relazione speciale n. 15/2009 della Corte dei conti europea;

UE-NATO

55.  sottolinea che, poiché 21 dei 28 membri della NATO sono Stati membri dell'UE, una stretta cooperazione tra l'UE e la NATO è di vitale importanza per evitare la duplicazione degli sforzi nel settore del dispiegamento delle capacità militari quando le due organizzazioni operano sulla stessa scena, senza pregiudizio del principio dell'autonomia decisionale e con il dovuto rispetto per lo status di neutralità di alcuni Stati membri dell'UE; ribadisce l'urgente necessità di risolvere i problemi politici di fondo che ostacolano la cooperazione UE-NATO e chiede un'attuazione completa e più efficace delle modalità «Berlin plus», al fine di consentire alle due organizzazioni di intervenire efficacemente nelle crisi attuali e future;

56.  evidenzia la necessità di accordare lo stesso livello di trasparenza e partecipazione ai paesi NATO non membri dell'UE e agli Stati membri dell'UE non membri della NATO durante la conduzione di attività congiunte, come sottolineato nel terzo capitolo del rapporto NATO 2020 («rapporto Albright»);

57.  invita gli Stati membri che sono membri della NATO a garantire che il nuovo Concetto strategico della NATO non comporti inutili duplicazioni di sforzi nel settore delle capacità civili, sottoponendo ad ulteriori pressioni le già scarse risorse; è del parere che la NATO dovrebbe piuttosto poter contare sulle capacità civili di altre organizzazioni internazionali come l'UE e l'ONU;

58.  ribadisce il proprio sostegno ad una più stretta cooperazione UE-NATO in materia di sviluppo delle capacità e al rispetto, nella misura del possibile, delle disposizioni della NATO; incoraggia ulteriori progressi negli sforzi congiunti per affrontare la carenza di elicotteri da trasporto; si compiace delle iniziative volte a coordinare le attività dell'UE e della NATO in materia di contrasto ai disastri CBRN e agli ordigni esplosivi improvvisati e della fornitura di supporto medico, che sono questioni di rilevanza per le missioni sia civili che militari;

UE - OSCE - Unione africana

59.  sottolinea la necessità di una cooperazione più stretta UE-OSCE e UE-UA nei loro particolari settori operativi, migliorando l'allarme rapido e assicurando uno scambio di migliori pratiche e competenze nella gestione delle crisi;

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60.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Vicepresidente/Alto rappresentante, al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, all'Assemblea parlamentare della NATO nonché ai Segretari generali delle Nazioni Unite e della NATO.

(1) Testi approvati, P7_TA(2010)0015.
(2) Testi approvati, P7_TA(2010)0061.
(3) GU L 201 del 3.8.2010, pag. 30.

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