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Procedura : 2011/2030(INI)
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A7-0189/2011

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PV 08/06/2011 - 6.2
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P7_TA(2011)0255

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Mercoledì 8 giugno 2011 - Strasburgo
66a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
P7_TA(2011)0255A7-0189/2011

Raccomandazione del Parlamento europeo dell'8 giugno 2011 destinata al Consiglio sulla 66a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (2011/2030(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare l'articolo 34,

–  vista la proposta di raccomandazione destinata al Consiglio, presentata da Alexander Graf Lambsdorff a nome del gruppo ALDE, sulle priorità dell'Unione europea per la 66a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (B7-0072/2011),

–  vista la sua raccomandazione del 25 marzo 2010 al Consiglio sulla 65a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite(1),

–  viste le priorità dell'Unione europea per la 65a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, adottate dal Consiglio il 25 maggio 2010(2),

–  vista la 65a Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA), in particolare le sue seguenti risoluzioni: «Cooperazione internazionale in materia di assistenza umanitaria nel settore delle catastrofi naturali, dal soccorso allo sviluppo»(3), «Situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran»(4), «Situazione dei diritti umani nella Repubblica democratica popolare di Corea(5)», «Promozione di un ordine internazionale democratico ed equo»(6), «Promozione della pace come requisito fondamentale perché tutti possano godere pienamente di tutti i diritti umani»(7), «Promozione della cooperazione internazionale nel settore dei diritti umani»(8), «Attività operative per lo sviluppo del sistema delle Nazioni Unite»(9), «Ruolo delle Nazioni Unite nel promuovere lo sviluppo nel contesto della globalizzazione e dell'interdipendenza»(10), «Verso un nuovo ordine economico internazionale»(11), «Cooperazione tra le Nazioni Unite, i parlamenti nazionale e l'Unione interparlamentare»(12), «Le Nazioni Unite nell'ambito della governance globale»(13), «Verso un mondo senza armi nucleari: accelerare l'attuazione degli impegni in materia di disarmo nucleare»(14), «Revisione dell'architettura di pace delle Nazioni Unite»(15) e «Mantenere la promessa: uniti per realizzare gli Obiettivi di sviluppo del millennio»(16),

–  visti il progetto di risoluzione del 14 settembre 2010(17) e la risoluzione del 3 maggio 2011(18) dell'UNGA sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite,

–  viste la Conferenza di revisione 2010 delle parti del trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (TNP) e le revisioni degli Obiettivi di sviluppo del millennio, della Commissione per la costruzione della pace (CCP) e Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (CDU),

–  vista la relazione presentata dai cofacilitatori sulla revisione della Commissione per la costruzione della pace intitolata «Revisione dell'architettura di pace delle Nazioni Unite»(19),

–  visto il nuovo ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile (UN Women),

–  viste la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla promozione del diritti umani e delle libertà fondamentali mediante una migliore comprensione dei valori tradizionali dell'umanità, adottata il 24 marzo 2011, e la posizione negativa dell'UE nei confronti di tale risoluzione,

–  visto l'elenco preliminare dei punti da iscrivere all'ordine del giorno provvisorio della 66a sessione ordinaria dell'UNGA(20),

–  vista la sua risoluzione del 10 marzo 2011 sulle priorità della sedicesima sessione del CDU e il riesame nel 2011(21),

–  vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2010 sul futuro del partenariato strategico UE-Africa a seguito del terzo vertice UE-Africa(22),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sulla conferenza sul cambiamento climatico di Cancún (COP16)(23),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sul decimo anniversario della risoluzione 1325(2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardante le donne, la pace e la sicurezza(24),

–  vista la sua risoluzione del 23 novembre 2010 sulla cooperazione civile-militare e lo sviluppo di capacità civili-militari(25),

–  vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulla riforma delle Nazioni Unite(26),

–  visti l'articolo 121, paragrafo 3, e l'articolo 97 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per lo sviluppo (A7-0189/2011),

A.  considerando che è in corso un cambiamento radicale dell'ordine internazionale, che stimola l'UE a impegnarsi più attivamente nei confronti delle potenze mondiali attuali ed emergenti e di altri partner bilaterali e multilaterali al fine di promuovere soluzioni efficaci per risolvere problemi comuni a tutti i cittadini dell'UE e al mondo intero,

B.  considerando che l'UE dovrebbe svolgere un ruolo proattivo nel costruire un'Organizzazione delle Nazioni Unite che possa effettivamente contribuire a soluzioni globali, alla pace, alla sicurezza, alla democrazia nonché a un ordine internazionale basato sullo Stato di diritto; considerando che, conformemente all'articolo 21 del TUE, l'UE si impegna formalmente a realizzare un multilateralismo efficace imperniato su un'ONU forte, il che è essenziale per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e il degrado ambientale, l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, la riduzione della povertà e lo sviluppo per tutti, le conseguenze del cambiamento demografico e della migrazione e la criminalità organizzata internazionale,

C.  considerando che l'UE sta affrontando molteplici sfide in un mondo in rapida trasformazione, sfide che richiedono una risposta concertata a livello internazionale; considerando che, in tale sforzo, l'UE può ricorrere a un multilateralismo effettivo, ai valori universali dei diritti umani, a un'economia mondiale aperta fondata su norme eque e trasparenti riconosciute a livello internazionale e alla sua gamma unica di strumenti,

D.  considerando che in virtù del trattato di Lisbona sono state istituite nuove strutture permanenti per la rappresentanza esterna dell'UE e che, di conseguenza, i nuovi rappresentanti dell'UE devono assumere funzioni in precedenza svolte dalla Presidenza a rotazione dell'UE,

E.  considerando che l'articolo 34 TUE impone agli Stati membri dell'UE di coordinare la propria azione nelle organizzazioni internazionali e in occasione di conferenze internazionali, e agli Stati membri che sono anche membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di concertarsi e tenere pienamente informati gli altri Stati membri e l'alto rappresentante nonché di difendere le posizioni e l'interesse dell'Unione; considerando che gli Stati membri facenti parte del Consiglio di sicurezza (Francia, Regno Unito, Portogallo e Germania) non sono riusciti ad agire di concerto e a raggiungere una posizione unitaria riguardo all'intervento militare in Libia, in particolare relativamente al voto sulla risoluzione n. 1973 del Consiglio di sicurezza ONU,

F.  considerando che l'articolo 47 del TUE conferisce all'Unione personalità giuridica, implicando dunque diritti e responsabilità secondo il diritto internazionale; considerando che l'UE condivide i fini e rispetta i principi della Carta delle Nazioni Unite; considerando che il trattato di Lisbona nel suo insieme abilita l'Unione ad assumere un ruolo internazionale commisurato al suo preminente status economico e alle sue ambizioni nonché a rivestire il ruolo di attore globale, come delineato nella Strategia europea in materia di sicurezza del 2003, capace di condividere la responsabilità della sicurezza mondiale e di assumere la guida nella definizione di risposte comuni alle sfide comuni concordate a livello multilaterale in modo più univoco; considerando che l'Unione deve identificare chiaramente i propri interessi e obiettivi strategici per potere agire efficacemente,

G.  considerando che i partenariati globali sono funzionali al perseguimento di obiettivi globali individuati congiuntamente; considerando che l'UE è il più grande fornitore al mondo di aiuto allo sviluppo e un importante partner dell'ONU nei tre pilastri di attività di quest'ultima, anche in situazioni di crisi e post-crisi, e che il contributo degli Stati membri è pari al 38% del bilancio regolare dell'ONU; considerando che un partenariato solido e stabile UE-ONU è fondamentale per l'attività delle Nazioni Unite e per il ruolo dell'UE come attore a livello globale,

H.  considerando che l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) dovrebbe contribuire in modo significativo all'ulteriore applicazione delle risoluzioni n.1325 e n.1820 del Consiglio di sicurezza ONU e di risoluzioni successive, sia attraverso la sua struttura interna che le sue azioni e politiche esterne,

I.  considerando che, in seguito alla raccomandazione del CDU, il 1° marzo 2011 l'UNGA ha votato in favore della sospensione della Libia dal CDU,

J.  considerando che una maggiore determinazione negli sforzi per combattere il terrorismo nel mondo ha aumentato l'esigenza di trattare la sicurezza nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali,

1.  rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:

o
o   o

  

L'Unione europea nel sistema delle Nazioni Unite

   a) portare avanti un multilateralismo efficace quale principale interesse strategico dell'Unione e rafforzare la coerenza e la visibilità dell'UE in qualità di attore globale a livello di Nazioni Unite, tra l'altro migliorando il coordinamento delle consultazioni interne dell'UE in materia di questioni ONU e promuovendo una maggiore sensibilizzazione su un'ampia serie di questioni; autorizzare il Vicepresidente/Alto rappresentante (VP/AR) a stilare linee guida che disciplinino le consultazioni regolari tra gli ambasciatori degli Stati membri e gli ambasciatori dell'UE, specialmente tra quelli che operano a livello multilaterale in luoghi quali Ginevra e New York, in modo che l'UE possa realizzare con successo la sua agenda ONU e rispondere alle aspettative dei membri di detta organizzazione per quanto concerne la sua capacità di azione; promuovere una maggiore coesione sia nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite che tra le posizioni degli Stati membri dell'UE e dei paesi candidati e potenziali candidati, in modo da massimizzare il potenziale offerto dal trattato di Lisbona per rafforzare l'impatto dell'UE attraverso l'uso coordinato e strategico dei suoi vari e distinti punti d'ingresso (UE e Stati membri); rafforzare la sua capacità di negoziazione con altri gruppi regionali in maniera tempestiva; fornire ai rappresentanti dell'UE un mandato adeguato che consenta loro di negoziare efficacemente a nome degli Stati membri;
   b) avvalersi pienamente delle disposizioni contenute nella risoluzione A/RES/65/276 dell'UNGA sulla partecipazione dell'UE ai lavori delle Nazioni Unite, che contempla le misure atte a far sì che l'UE possa partecipare in modo efficace ai lavori dell'UNGA; riconfermare il suo impegno a che l'ONU sia al centro della politica estera dell'UE e ribadire la visione secondo cui la sua partecipazione effettiva all'attività delle Nazioni Unite non è solo una priorità strategica dell'UE ma è anche coerente con la realizzazione degli obiettivi delle Nazioni Unite e, in quanto tale, nell'interesse di tutti i membri delle Nazioni Unite; migliorare il coordinamento tra gli Stati membri dell'UE in seno al Consiglio di sicurezza ONU e incoraggiare gli Stati membri che sono anche membri del Consiglio di sicurezza nonché, conformemente all'articolo 34, paragrafo 2, del TUE, invitare il VP/AR a rappresentare l'UE presso il Consiglio di sicurezza ogniqualvolta sia stata definita una posizione comune;
   c) cercare migliori canali di definizione delle priorità e di trasmissione tra Bruxelles e la delegazione dell'UE a New York, tra cui una cooperazione rafforzata con il Comitato politico e di sicurezza, nonché un sistema di sostegno più chiaro e più strutturato per fornire sostegno alle istituzioni dell'UE a Bruxelles;
   d) impegnarsi con i partner strategici dell'UE all'interno del sistema delle Nazioni Unite; inoltre, dare al partenariato strategico una dimensione multilaterale, inserendo questioni di interesse globale nell'ordine del giorno dei vertici bilaterali e multilaterali dell'UE;
  

L'UE e la governance globale

   e) promuovere la governance globale e perseguire soluzioni sostenibili alla questione dei rapporti tra le formazioni G e il sistema delle Nazioni Unite, sulla cui base tali gruppi potrebbero affrontare efficacemente dibattiti tematici e la dimensione economica, fermo restando che l'ONU mantenga il suo ruolo centrale e resti l'organo legittimo per la governance globale; considerare al contempo il G8 e il G20 come importanti sedi per la definizione di risposte globali cui l'UE deve contribuire attivamente attraverso posizioni coordinate; sostenere l'iniziativa del Presidente dell'UNGA di organizzare dibattiti dell'Assemblea generale con la presidenza del G20 prima e dopo i vertici del G20;
   f) contribuire a realizzare la messa in funzione di una nuova e unica struttura composita che sostituisca gli attuali quattro organismi ONU per l'uguaglianza di genere nel quadro del processo in corso per la coerenza dell'intero sistema; sostenere pienamente e richiedere una dotazione di bilancio adeguata per l'agenzia UN Women affinché possa svolgere il suo mandato, che consiste nel promuovere l'uguaglianza di genere e tutelare ed emancipare le donne, anche nell'ambito di situazioni di conflitto e post-crisi, operando in stretto coordinamento con altre parti del sistema delle Nazioni Unite, e mantenere stretti contatti con tale organizzazione; integrare la questione di genere in tutte le azioni di preparazione alle crisi dello strumento per la stabilità;
   g) contribuire a migliorare l'efficienza e la trasparenza dell'ONU, nonché a potenziare la gestione delle sue risorse finanziarie;
   h) utilizzare il primo testo negoziale sulla riforma del Consiglio di sicurezza ONU come opportunità per concentrarsi globalmente sui punti di convergenza e realizzare progressi tangibili per quanto concerne il chiarimento delle competenze del Consiglio di sicurezza in relazione agli altri organi delle Nazioni Unite, l'aggiunta di membri in modo da migliorare la rappresentanza e la legittimità del Consiglio di sicurezza e la revisione dei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza stesso; porre l'accento sulla necessità di una riforma completa del Consiglio di sicurezza al fine di rafforzarne la legittimità, la rappresentanza regionale e l'efficacia; promuovere un processo di riforma che possa essere irreversibilmente avviato dagli Stati membri dell'UE se, in linea con l'obiettivo del trattato di Lisbona di rafforzare la politica estera dell'UE e il ruolo dell'UE nella pace mondiale, nella sicurezza e nella regolamentazione, essi chiedono un seggio permanente per l'UE in un Consiglio di sicurezza ampliato e riformato; prendere urgentemente l'iniziativa di portare gli Stati membri a sviluppare una posizione comune con tale finalità; fino a che tale posizione comune non sarà adottata, concordare e presentare, al più presto, un sistema di rotazione in seno al Consiglio di sicurezza, tale da garantire in tale sede un seggio permanente dell'UE;
   i) rafforzare il ruolo della Corte penale internazionale (CPI) e del sistema di giustizia penale internazionale, promuovere la responsabilità, porre fine all'impunità e promuovere ulteriormente l'importante lavoro della CPI quale unica istituzione giudiziaria permanente e indipendente con giurisdizione sui più gravi crimini di rilevanza internazionale, tra cui il genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra; incoraggiare un forte e stretto rapporto tra la CPI e l'ONU, in linea con l'articolo 2 dello statuto di Roma, e incoraggiare la ratifica dello statuto di Roma da parte di tutti gli Stati membri dell'ONU;
  

Pace, sicurezza e giustizia

  

Prevenzione e gestione delle crisi, mediazione, mantenimento della pace e consolidamento della pace

   j) rafforzare le strutture di prevenzione delle crisi e la loro efficacia nell'ambito del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU), mirando a trasformare detta organizzazione in un leader mondiale nella prevenzione delle crisi e nella ripresa post crisi; rafforzare le strutture dell'UE per la prevenzione dei conflitti e migliorare la cooperazione in tale ambito con l'ONU, l'OSCE, l'Unione africana (UA) e altre organizzazioni internazionali e regionali, nonché con la società civile, gli attori economici, le aziende private, i singoli individui e le organizzazioni di esperti;
   k) lavorare per realizzare il consenso e sviluppare un approccio più operativo quanto alla dottrina della responsabilità di proteggere; sottolineando la sua importanza nella prevenzione dei conflitti e della mediazione pacifica dei conflitti, incoraggiare l'applicazione della responsabilità di proteggere, tra l'altro perfezionandone ulteriormente i meccanismi di applicazione e rafforzando il ruolo delle organizzazioni regionali come l'Unione africana (UA) e la Lega araba, potenziando i meccanismi di allerta precoce nell'ambito delle Nazioni Unite e definendo meglio i ruoli degli organi ONU interessati; prendere atto della risoluzione 1970(2011) del Consiglio di sicurezza ONU, del 26 febbraio 2011, in cui per la prima volta in assoluto tutti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza hanno concordato di invitare la Corte penale internazionale ad avviare un'inchiesta contro un governo in carica sulla base di presunti crimini contro l'umanità e conformemente alla dottrina della responsabilità di proteggere con riferimento a una crisi in atto; prendere atto anche della risoluzione 1973(2011) del Consiglio di sicurezza ONU, del 17 marzo 2011, che sottolinea la determinazione della comunità internazionale a garantire la protezione dei civili e delle aree abitate da civili, come prima attuazione pratica della dottrina della responsabilità di proteggere sotto chiaro mandato ONU e con riferimento a una crisi in atto;
   l) riconoscere il lavoro svolto dagli organismi di mediazione dell'ONU, come l'Unità di supporto alla mediazione del Dipartimento degli affari politici, e sostenere un aumento dei loro livelli di organico; sostenere pienamente il partenariato dell'UE con l'Unità di supporto alla mediazione e garantire che il SEAE svolga un ruolo chiave a tale proposito;
   m) promuovere la sicurezza e la stabilizzazione in aree di crisi attraverso la prevenzione dei conflitti, la mediazione, il dialogo, lo sviluppo delle capacità locali e la ripresa post-conflitto, la ricostruzione e le strategie di consolidamento della pace, che promuovano soluzioni sostenibili passando gradualmente da sforzi di breve e medio termine a strategie di sviluppo più a lungo termine; assicurare che le politiche di costruzione della pace e di sviluppo siano pianificate e attuate nel quadro di una strategia globale unica delle Nazioni Unite, la quale tenga conto sin dall'inizio delle esigenze di costruzione della pace e della futura transizione a una strategia a più lungo termine sia nella fase di pianificazione che in quella di attuazione, e sulla quale l'UE basi le proprie misure; visto che la stabilizzazione di un paese dilaniato dai conflitti richiede un'azione più complessa e un approccio integrato, e non solo l'intervento militare, orchestrare le capacità necessarie attraverso una tale strategia, al fine di affrontare adeguatamente alla radice le cause del conflitto, tanto più che metà dei paesi in cui vengono dispiegate operazioni di pace ricadono in situazioni di conflitto entro 10 anni dalla partenza delle forze di pace;
   n) insistere sulla necessità di trarre insegnamento dai recenti avvenimenti in Giappone e presentare proposte; elevare gli standard di sicurezza negli impianti nucleari esistenti, in particolare nelle zone sismiche; invitare a migliorare la cooperazione in caso di analoghi disastri naturali o causati dall'uomo al fine di ridurre al minimo le ripercussioni del rilascio di radioattività sugli esseri umani e l'ambiente;
   o) sviluppare una visione strategica chiaramente definita degli strumenti UE di prevenzione e gestione delle crisi ed esplorare le possibilità di gestione concreta dei progetti attraverso il SEAE recentemente istituito, riconoscendo l'importanza della prevenzione e della gestione delle crisi nell'ambito dell'azione esterna dell'UE;
   p) mirare a garantire l'appropriazione nazionale delle strategie di consolidamento della pace, dalla progettazione iniziale all'attuazione sul terreno, attingendo alle migliori pratiche ed esperienze di successo; promuovere un'agenda per lo sviluppo trasversale in base alla quale la costruzione dello Stato sia sostenuta attraverso sforzi di sviluppo e di consolidamento della pace ben articolati incentrati su aspetti economici forti;
   q) attribuire maggiore rilievo al compito di consolidamento della pace in situazioni post-conflitto fornendo consulenza strategica nonché sfruttando le competenze e i finanziamenti a livello mondiale per sostenere progetti di ripresa; mobilitare le risorse e nuove fonti di finanziamento e finanziare la ripresa precoce in vista della ricostruzione post-conflitto;
   r) contribuire ad aumentare il dispiegamento di esperti civili di sesso femminile e sostenere i piani di azione nazionale nello spirito della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e del piano d'azione del Segretario generale delle Nazioni Unite per garantire la partecipazione delle donne al consolidamento della pace;
  

Cooperazione a livello di partenariati nella gestione globale delle crisi

   s) considerare una priorità strategica dell'UE il rafforzamento dei partenariati internazionali per la gestione delle crisi e la promozione del dialogo con altri importanti attori del settore come l'ONU, la NATO e l'UA nonché con paesi terzi come gli USA, la Turchia, la Norvegia e il Canada; sincronizzare le azioni in loco, condividere le informazioni e le risorse nei settori del mantenimento e del consolidamento della pace, compresa la cooperazione in materia di gestione delle crisi e, in particolare, di sicurezza marittima e lotta contro il terrorismo ai sensi del diritto internazionale; migliorare il coordinamento al riguardo con le istituzioni finanziarie internazionali (IFI) e i donatori bilaterali;
   t) ricordando che il Consiglio di sicurezza ONU ha la responsabilità primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, sottolineare la necessità di una stretta cooperazione tra l'UE e l'ONU nel settore della gestione delle crisi civili e militari, e in particolare nelle operazioni di soccorso umanitario; intensificare gli sforzi degli Stati membri dell'UE affinché garantiscano il loro adeguato contributo alle missioni ONU in modo coordinato; esplorare ulteriori modalità in cui l'UE nel suo complesso possa contribuire più efficacemente agli sforzi condotti dall'ONU, ad esempio avviando operazioni di risposta rapida di tipo «ponte» o «oltre orizzonte» o fornendo un apporto UE a una più ampia missione ONU;
   u) creare un più ampio quadro strategico per il partenariato relativo alla gestione delle crisi tra l'UE e le organizzazioni regionali e sub regionali, quali l'UA, la Lega araba o la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) e rafforzare in particolare una relazione triangolare tra il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'UA, il Consiglio di sicurezza ONU e il Comitato politico e di sicurezza dell'UE, al fine di contribuire a garantire la coerenza e il rafforzamento reciproco degli sforzi a sostegno dell'UA; promuovere la prevedibilità, la sostenibilità e la flessibilità del finanziamento delle operazioni di pace portate avanti dall'UA sotto il mandato delle Nazioni Unite; esperire soluzioni per una più stretta collaborazione tra UE e UA nei loro specifici settori operativi, migliorando così le capacità di allerta precoce e di prevenzione dei conflitti e promuovendo gli scambi di migliori prassi e competenze nel settore della gestione delle crisi;
   v) contribuire a consolidare i progressi conseguiti nell'attuazione di un'architettura africana di pace e sicurezza, mirata ad affrontare le sfide di pace e sicurezza nel continente africano; sottolineare l'importanza di fornire finanziamenti prevedibili e sostenibili per le operazioni di sostegno alla pace in Africa, la necessità di costruire capacità di resilienza a livello locale, e la determinazione di proteggere i civili durante i conflitti armati;
   w) considerata la dimensione regionale dei conflitti nel continente africano, adoperarsi per rafforzare i rapporti con le organizzazioni sub-regionali tra cui ECOWAS, la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC) e l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), e per coinvolgerle insieme ai paesi della regione nella gestione delle crisi;
  

L'architettura del consolidamento della pace, revisione della commissione per la costruzione della pace (PBC)

   x) contribuire al compito di consentire all'architettura di costruzione della pace delle Nazioni Unite di essere all'altezza delle aspettative che hanno accompagnato la sua istituzione, portando avanti le raccomandazioni del processo di revisione della PBC, anche al fine di migliorarne ulteriormente l'efficacia; sostenere l'emergere di una nuova architettura globale di costruzione della pace sulla base di partenariati tra paesi in via di sviluppo e sviluppati, accordando particolare attenzione al miglioramento della fornitura in loco e intensificando le relazioni con le IFI – al fine di creare posti di lavoro e di affrontare questioni di ordine economico – e promuovere un rapporto più organico tra il mantenimento e la costruzione della pace; promuovere un rapporto più strutturato tra la PBC, la Direzione gestionale per gli affari globali e multilaterali del SEAE, in particolare la sua direzione per la prevenzione dei conflitti e la politica di sicurezza, e l'UNGA, il Consiglio di sicurezza ONU e il Consiglio economico e sociale al fine di creare una maggiore sinergia tra mantenimento e costruzione della pace e azioni di sviluppo in loco; esperire modalità per rafforzare il ruolo consultivo della PBC rispetto al Consiglio di sicurezza, cui deve rendere conto, promuovere la cooperazione della PBC con l'Ufficio di supporto per il consolidamento della pace (PBSO) e rafforzare i collegamenti con le organizzazioni regionali e le IFI; inoltre, sottolineare la necessità di migliorare il partenariato esistente tra la PBC e il partenariato per il consolidamento della pace dell'UE, attraverso un approccio dal basso alla risoluzione dei conflitti che tenga conto delle attività degli attori non statali nella costruzione della pace;
   y) adoperarsi per liberare le potenzialità della PBC attraverso un legame rafforzato sul campo, in modo da massimizzare il valore dei punti d'ingresso distintivi della PBC e delle squadre ONU sul terreno che potrebbero trarre benefici dalla sua guida strategica e del suo peso politico, in particolare quando si tratti di sviluppo istituzionale,
  

Disarmo e non proliferazione nucleare, riforma dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), revisione del trattato di non proliferazione (TNP), lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata

   z) a seguito del disastro nucleare in Giappone, riformare completamente l'AIEA, ponendo fine alla sua doppia funzione di controllo e al tempo stesso di promozione dell'utilizzo dell'energia nucleare e limitare le responsabilità dell'AIEA alla supervisione dell'industria dell'energia nucleare e alla verifica della conformità con il TNP; inoltre, adoperarsi per garantire che d'ora in poi le norme di sicurezza siano definite e monitorate dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), e in questo contesto gli Stati membri saranno giuridicamente tenuti a conformarsi a tali norme e l'OMS sarà dotata del personale necessario per i compiti aggiuntivi;
   aa) promuovere l'applicazione delle raccomandazioni della conferenza di revisione 2010 del TNP, in particolare al fine di realizzare un mondo più sicuro per tutti nonché, come obiettivo a lungo termine, pace e sicurezza in un mondo senza armi nucleari, incrementare ulteriormente la trasparenza così da aumentare la fiducia reciproca, realizzare un più rapido progresso effettivo verso il disarmo nucleare, adottare efficaci misure di disarmo nucleare coerenti con i principi fondamentali di trasparenza, verifica e irreversibilità, incoraggiare gli Stati che ricorrono alle armi nucleari a riferire su base regolare in merito all'attuazione dei loro impegni e a rivedere tale attuazione;
   ab) sviluppare ulteriormente i canali e i meccanismi di cooperazione con i partner esterni dell'UE, in particolare gli Stati Uniti, nel settore della lotta contro il terrorismo, segnatamente al fine di attuare la strategia globale delle Nazioni Unite contro il terrorismo, partecipando al gruppo Roma/Lione del G8 e al Gruppo di azione contro il terrorismo, rafforzando i relativi accordi globali e incrementando gli sforzi al fine di concludere una convenzione esaustiva sul terrorismo internazionale; impegnarsi con tali partner in modo più efficace e strutturato sia a livello strategico che pratico; assumere un ruolo di guida e dare l'esempio consolidando il rispetto dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto quale nucleo dell'approccio dell'UE alla lotta contro il terrorismo;
  

Sviluppo

   ac) insistere sulla necessità di armonizzare gli sforzi dei diversi organi delle Nazioni Unite per promuovere meglio l'efficienza e l'efficacia dell'azione per quanto riguarda lo sviluppo e le questioni sociali a livello mondiale; essere all'altezza degli impegni assunti al vertice sugli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) per quanto concerne la raccolta delle risorse necessarie a perseguire gli obiettivi entro il 2015, in particolare onorando gli impegni dell'UE in materia di aiuto ufficiale allo sviluppo; appoggiare con fermezza un aumento del livello di investimenti finanziari al fine di realizzare gli OSM e di potenziare e applicare nuovamente a breve termine i programmi e le strategie innovativi di efficacia comprovata volti allo sviluppo e alla trasformazione economica e sociale a livello globale,
   ad) concentrare gli sforzi per realizzare gli OSM in particolare sulle regioni e i paesi più arretrati, soprattutto i paesi dell'Africa sub-sahariana e i paesi meno sviluppati (PMS), nonché su paesi fragili o dilaniati da conflitti;
  

Paesi meno sviluppati (PMS)

   ae) garantire l'efficacia dei meccanismi di monitoraggio e di audit relativi all'attuazione del programma d'azione delle Nazioni Unite a favore dei PMS;
   af) garantire che lo sviluppo a lungo termine e sostenibile rimanga un obiettivo perseguito con impegno globale e coerente nei piani d'azione dei PMS e dei loro partner;
  

Lotta contro le disuguaglianze

   ag) garantire che i paesi a reddito medio in cui vi sono forti disuguaglianze continuino a ricevere sostegno e finanziamenti per ridurre la povertà e migliorare la coesione sociale, poiché la maggior parte dei poveri vive in paesi a medio reddito;
   ah) sostenere la riduzione delle disuguaglianze di genere e l'emancipazione femminile nello sviluppo, tenendo conto che tra i poveri le donne sono rappresentate in misura sproporzionatamente elevata;
  

Efficacia degli aiuti

   ai) esaminare come il programma per l'efficacia degli aiuti possa essere trasformato in un programma per l'efficacia dello sviluppo, concependo in tale contesto strategie concrete per quanto riguarda gli Stati fragili e le situazioni post-conflitto;
   aj) conseguire tutti gli obiettivi del programma d'azione di Accra, sulla base dell'effettivo coinvolgimento dei parlamenti, delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali;
   ak) assicurare che le sfide sociali, politiche, economiche e ambientali siano affrontate in modo coerente;
  

Diritto allo sviluppo

   al) appoggiare la dichiarazione delle Nazioni Unite del 1986 sul diritto allo sviluppo, che afferma: «Gli Stati hanno il dovere di cooperare tra loro nell'assicurare lo sviluppo e nell'eliminare gli ostacoli allo sviluppo. Gli Stati devono adempiere ai loro diritti e doveri in modo da promuovere un nuovo ordine economico internazionale basato sulla sovrana eguaglianza, sull'interdipendenza, sul reciproco interesse»;
   am) far sì che il diritto allo sviluppo mantenga un posto di primo piano nel programma, considerando che quest'anno verrà celebrato il 25° anniversario dell'adozione della dichiarazione ONU sul diritto allo sviluppo;
   an) raccomandare il consolidamento dei risultati della task force ad alto livello, al fine di garantire l'efficace attuazione del diritto allo sviluppo;
   ao) intraprendere misure adeguate per rendere il diritto allo sviluppo parte integrante della politica per lo sviluppo, del riesame periodico universale (UPR) nonché degli organismi e dei meccanismi dei trattati ONU sui diritti umani;
  

Aiuto umanitario internazionale

   ap) istituire un'agenda internazionale dell'aiuto umanitario per far fronte a tutte le sfide umanitarie, all'aumento delle esigenze di natura umanitaria e alla complessità delle situazioni in campo umanitario;
   aq) rafforzare i finanziamenti mondiali a fini umanitari e migliorare il funzionamento e l'efficacia del sistema di aiuti umanitari;
   ar) adottare iniziative internazionali comuni per rafforzare l'interazione tra aiuto umanitario e sviluppo e il collegamento tra soccorso, risanamento e sviluppo;
  

Diritti umani

  

Questioni istituzionali

   as) garantire che il SEAE sia adeguatamente dotato di personale e risorse e che sia ben integrato e coordinato con altri organi internazionali e organizzazioni regionali nell'attività di promozione dei diritti umani; garantire che le raccomandazioni e le risoluzioni adottate e le priorità espresse nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite e di altre istituzioni internazionali siano prese in considerazione nello sviluppo di politiche e strumenti UE, specialmente nel campo dei diritti umani;
   at) continuare attivamente a partecipare alla revisione del CDU a New York e alle azioni di seguito e rafforzare la conformità al suo mandato; esaminare la capacità del CDU di continuare ad affrontare situazioni urgenti di gravi violazioni dei diritti umani, come nei recenti casi della Libia e della Costa d'Avorio, e migliorare la sua capacità di applicare le norme e gli standard internazionali esistenti; elogiare la decisione dell'UNGA del 1° marzo 2011 di sospendere la partecipazione della Libia al CDU; continuare con determinazione a compiere sforzi e ad applicare procedure speciali al fine di rendere il CDU un meccanismo di prevenzione e allerta precoce, piuttosto che un organo meramente reattivo, che sia in grado di accordare priorità alle cause alla radice delle violazioni dei diritti umani al fine di evitare una nuova o ulteriore recrudescenza di tali violazioni, anche attraverso il sostegno alla costruzione di capacità per le istituzioni nazionali competenti in materia di diritti umani;
   au) esperire modalità per migliorare le procedure di elezione del CDU al fine di affrontare la questione della qualità della sua composizione; esaminare la creazione di criteri chiari per l'adesione al CDU al fine di impedire che paesi in cui le violazioni dei diritti umani sono frequenti e diffuse possano diventare membri del CDU; mantenere, nel contesto della revisione, l'indipendenza dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani (OHCHR) e opporsi a qualsiasi tentativo di modificare lo status di detto ufficio che possa avere effetti negativi sui finanziamenti e di conseguenza sulla sua indipendenza;
   av) sviluppare un rapporto di lavoro valido tra il CDU e il terzo comitato e tra il CDU e l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, e affrontare i crescenti segnali di divisione tra gli Stati membri concernenti i rispettivi voti nel CDU;
   aw) concordare una posizione comune in vista della Conferenza di revisione di Durban («Durban 3»), prevista per settembre 2011, al fine di dimostrare la volontà e capacità degli Stati membri di «parlare con un'unica voce» nei forum globali, di asserire l'influenza dell'UE nell'ambito delle Nazioni Unite, e di riaffermare il proprio impegno a combattere il razzismo, la xenofobia e il fanatismo in maniera equilibrata e non discriminatoria;
  

Questioni relative ai diritti umani

   ax) continuare i propri sforzi nell'ambito del terzo comitato dell'UNGA per quanto concerne un ampio numero di risoluzioni, vertenti in particolare sulla richiesta di una moratoria sulla pena di morte, che ha ricevuto il sostegno di più paesi, sui diritti dell'infanzia, sulle minoranze nazionali e linguistiche, sulla libertà di espressione e dei mezzi di comunicazione, sull'intolleranza religiosa, sull'abolizione della tortura e sulle risoluzioni specifiche per paese riguardanti Birmania/Myanmar, Corea del Nord e Iran; sostenere tutti gli sforzi volti a eliminare la tortura; in particolare incoraggiare l'adozione del protocollo facoltativo alla convenzione ONU contro la tortura;
   ay) proseguire gli sforzi internazionali volti a garantire che tutti i diritti umani siano considerati universali, indivisibili, interdipendenti e intercorrelati; in tale contesto adoperarsi per bloccare l'utilizzo del concetto indefinito di «valori tradizionali dell'umanità», che è di natura tale da compromettere le norme stabilite dal diritto internazionale in materia di diritti umani e potrebbe condurre a giustificazioni inaccettabili di violazioni di diritti umani basate sul fatto che risultano da valori, norme o pratiche tradizionali;
   az) sostenere il finanziamento, tramite specifici impegni di bilancio, e la capacità, la responsabilità e l'efficacia di UN Women affinché possa coordinare le relative attività in modo più efficace; inglobare una prospettiva di genere in tutte le politiche delle Nazioni Unite e creare sinergia/coerenza istituzionale; concentrare gli sforzi contribuendo anche a migliorare la pianificazione strategica sull'applicazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza ONU, soprattutto per quanto riguarda la presenza delle donne nei negoziati di pace, consentendo così loro di diventare mediatrici, innalzandone le capacità e facendo loro assumere responsabilità decisionali nonché, in generale, collegando donne e sviluppo;
   ba) definire una strategia nei confronti dei paesi che si rifiutano di cooperare pienamente con i meccanismi delle Nazioni Unite e di consentire l'accesso agli esperti indipendenti e ai relatori speciali delle Nazioni Unite, onde persuadere tali paesi ad accordare pieno accesso al proprio territorio a detti esperti e relatori e ad astenersi dall'ostacolarne il lavoro; adoperarsi per il mantenimento dell'indipendenza delle procedure speciali;
  bb) dare la più alta priorità politica e diplomatica e di conseguenza garantire il massimo sostegno, attraverso le varie sedi bilaterali e multilaterali in cui l'UE è partner attivo, a tutte le iniziative volte a:

Cambiamento climatico
   stabilire una moratoria mondiale sulle mutilazioni genitali femminili,
   depenalizzare l'omosessualità a livello mondiale;
   bc) esercitare un ruolo guida nel settore della governance climatica globale e della cooperazione internazionale sul cambiamento climatico; concentrarsi su un forte impegno politico con i paesi terzi e su un ulteriore sviluppo del dialogo con altri partner fondamentali come gli Stati Uniti, la Russia e le potenze emergenti (Cina, Brasile, India) nonché i paesi in via di sviluppo, visto che il cambiamento climatico è diventato un elemento chiave delle relazioni internazionali e rappresenta una grave minaccia per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio; contribuire a un'architettura istituzionale che sia omnicomprensiva, trasparente ed equa e fornisca una rappresentanza equilibrata sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo nell'ambito degli organi governativi competenti; gettare solide fondamenta per i negoziati che si terranno nella prossima riunione prevista per la fine del 2011 in Sudafrica (COP17), basandosi sui buoni progressi compiuti durante la COP16 a Cancún e ricordando gli insegnamenti tratti dagli esiti insoddisfacenti della COP15 di Copenaghen;
   bd) cooperare in modo più strategico e rispondere maggiormente alle esigenze dei paesi terzi sviluppando ulteriormente le capacità del SEAE di costruire una politica diplomatica in ambito climatico; sostenere la partecipazione attiva della Commissione al dibattito in corso sulle lacune nella protezione e le risposte, lanciato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati nell'ambito del dialogo 2010 dell'Alto commissariato sulle sfide relative alla protezione, che mira a migliorare il quadro esistente di protezione internazionale per profughi e apolidi; partecipare attivamente al dibattito sulla definizione giuridica del termine «rifugiato climatico», riferendosi alle persone costrette a lasciare le proprie case e a rifugiarsi all'estero per effetto dei mutamenti climatici, prevedendo una possibile definizione giuridica del termine, che non è ancora riconosciuto nel diritto internazionale né in alcun accordo internazionale giuridicamente vincolante;
  

Raccomandazioni finali

   be) incrementare il dibattito sulla questione del ruolo dei parlamenti e delle assemblee regionali nel sistema delle Nazioni Unite, che dovrebbe figurare all'ordine del giorno della 66a sessione dell'UNGA, nonché sul tema dell'istituzione di un'Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite; inoltre promuovere l'interazione su questioni globali tra governi e parlamenti;
   bf) appoggiare la creazione di un'Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite all'interno del sistema ONU al fine di aumentare il carattere democratico, la responsabilità democratica e la trasparenza della governance mondiale e di consentire una migliore partecipazione dei cittadini alle attività delle Nazioni Unite, riconoscendo che un'Assemblea parlamentare ONU sarebbe complementare agli organismi esistenti, tra cui l'Unione interparlamentare;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione.

(1) GU C 4 E del 7.1.2011, pag. 49.
(2) Documento n. 10170/2010 del Consiglio dell'Unione europea.
(3) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/264.
(4) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/226.
(5) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/225.
(6) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/223.
(7) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/222.
(8) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/218.
(9) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/177.
(10) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/168.
(11) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/167.
(12) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/123.
(13) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/94.
(14) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/59.
(15) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/7.
(16) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/1.
(17) Progetto di risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/64/L.67.
(18) Risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/65/276.
(19) Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/64/868-S/2010/393, allegato.
(20) Documento dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/66/50.
(21) Testi approvati, P7_TA(2011)0097.
(22) Testi approvati, P7_TA(2010)0482.
(23) Testi approvati, P7_TA(2010)0442.
(24) Testi approvati, P7_TA(2010)0439.
(25) Testi approvati, P7_TA(2010)0419.
(26) GU C 124 E del 25.5.2006, pag. 549.

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