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Procedura : 2011/2307(INI)
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Ciclo del documento : A7-0101/2012

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A7-0101/2012

Discussioni :

PV 20/04/2012 - 7
CRE 20/04/2012 - 7

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PV 20/04/2012 - 10.9
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P7_TA(2012)0146

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Venerdì 20 aprile 2012 - Strasburgo
La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020
P7_TA(2012)0146A7-0101/2012

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sulla nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: la strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020 (2011/2307(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo «La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020» (COM(2011)0244),

–  visti la visione per il 2050 e l'obiettivo chiave per il 2020, adottati dai capi di Stato e di governo dell'UE nel marzo 2010,

–  viste le conclusioni del Consiglio «Ambiente» del 21 giugno 2011 e del 19 dicembre 2011 sulla «strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020»,

  visti, in particolare, i risultati della decima Conferenza delle Parti (COP 10) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD), con particolare riferimento al piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e agli obiettivi di Aichi, al protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dal loro uso, e alla strategia di finanziamento per la biodiversità a livello mondiale,

–  viste la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e la Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici (CMS),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo «La PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio» (COM(2010)0672), e le proposte della Commissione per la riforma della PAC dopo il 2013,

–  visti la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo «Un bilancio per la strategia 2020» (COM(2011)0500) e i relativi documenti giustificativi,

–  visto il quadro finanziario strategico per il periodo 2014-2020,

–  vista la «Relazione globale sullo stato di conservazione di tipi di habitat e specie richiesta a norma dell'articolo 17 della direttiva sugli habitat» (COM(2009)0358),

–  vista la sua risoluzione del 21 settembre 2010 sull'applicazione della normativa UE per la conservazione della biodiversità(1),

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2010 sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013(2) e la sua risoluzione del 23 giugno 2011 sulla «PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio»(3),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo «Finanziamento di Natura 2000 – investire in Natura 2000: garantire benefici per la natura e le persone» (SEC(2011)1573),

–  visto lo studio dal titolo «L'economia degli ecosistemi e della biodiversità (TEEB)»(4),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per la pesca (A7-0101/2012),

A.  considerando che l'Unione europea non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo in materia di biodiversità entro il 2010;

B.  considerando che le Nazioni Unite hanno dichiarato il periodo 2010-2020 «Decennio per la biodiversità»;

C.  considerando che la biodiversità è essenziale ai fini dell'esistenza della vita umana e del benessere delle società, sia direttamente che indirettamente, attraverso i servizi ecosistemici che fornisce; che si stima, ad esempio, che i benefici economici derivanti dalla sola rete Natura 2000 delle aree protette dell'Unione europea ammontino a 200-300 miliardi di EUR e che il numero di posti di lavoro equivalenti a tempo pieno direttamente finanziati dalla spesa dei visitatori in tali aree e nei loro dintorni sia pari a circa 4,5-8 milioni;

D.  considerando che la perdita di biodiversità è attualmente responsabile di una riduzione annuale del PIL mondiale pari al 3%;

E.  considerando che il 65% dei tipi di habitat e il 52% delle specie elencati negli allegati alla direttiva sugli habitat mostrano uno stato di conservazione insoddisfacente;

F.  considerando che l'88% degli stock ittici è stato sfruttato oltre il rendimento massimo sostenibile (RMS);

G.  considerando che i confini dell'UE sono già stati attraversati da oltre 11 000 specie esotiche, di cui almeno il 15% è invasivo e dannoso per la biodiversità;

H.  considerando che gli agricoltori svolgono un ruolo essenziale per il raggiungimento degli obiettivi dell'UE in materia di biodiversità; che nel 1992 è stato dato un primo impulso all'integrazione della tutela della biodiversità nella politica agricola comune (PAC) e che la riforma del 2003 ha successivamente introdotto misure quali la condizionalità, il pagamento unico per azienda (disaccoppiamento) e lo sviluppo rurale, che producono effetti favorevoli sulla biodiversità;

I.  considerando che il pagamento per i servizi ecosistemici è uno strumento finanziario promettente e innovativo ai fini della conservazione della biodiversità;

J.  considerando che gli habitat e le specie sono minacciati dai cambiamenti climatici; che la conservazione della natura e la biodiversità sono essenziali ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell'adattamento agli stessi;

Osservazioni generali

1.  deplora il fatto che l'Unione europea non sia riuscita a raggiungere il suo obiettivo in materia di biodiversità entro il 2010;

2.  accoglie favorevolmente e sostiene la strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020, ivi compresi i relativi obiettivi e le azioni nella loro totalità; è tuttavia del parere che talune azioni andrebbero potenziate e specificate con maggiore chiarezza, e che vadano attuate misure più concrete per garantire un'efficace attuazione della strategia;

3.  rileva l'urgente necessità di intervenire e la necessità di attribuire una maggiore priorità politica alla biodiversità, al fine di raggiungere l'obiettivo chiave dell'UE per la biodiversità per il 2020 e rispettare gli impegni internazionali per la biodiversità; pone l'accento sul fatto che, ove sussistano risorse finanziarie adeguate e la necessaria volontà politica, è possibile, attraverso gli strumenti già disponibili, arrestare la perdita di biodiversità; sottolinea che la preservazione della biodiversità è una sfida collettiva da affrontare con l'impegno e il coinvolgimento delle diverse parti interessate;

4.  accoglie positivamente la comunicazione della Commissione sulla biodiversità fino al 2020 e osserva che i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, le minacce rappresentate dalle specie invasive e lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali costituiscono sfide transnazionali e transregionali che interessano ogni cittadino dell'Unione europea, che viva in aree urbane o in aree rurali, e rileva la necessità di interventi urgenti a ogni livello governativo – locale, regionale e nazionale – per attenuare tali effetti;

5.  invita pertanto gli Stati membri a integrare la strategia nei rispettivi piani, programmi e/o strategie nazionali;

6.  ritiene che gli strumenti di salvaguardia della biodiversità previsti dalla vigente normativa dell'UE non debbano essere indeboliti;

7.  sottolinea che non deve fallire anche la nuova strategia; invita pertanto la Commissione a presentare al Parlamento ogni due anni una relazione sui progressi conseguiti, contenente un'analisi della situazione a cura del Consiglio e della Commissione;

8.  evidenzia che il vero banco di prova dell'impegno assunto dall'UE a realizzare l'obiettivo in materia di biodiversità, e l'elemento chiave per affrontare questa sfida, non risiedono in questa nuova strategia, bensì nelle future riforme delle politiche agricola e della pesca comuni nonché nel quadro finanziario pluriennale; segnala inoltre che l'insuccesso della prima strategia è imputabile al fatto che la tutela della biodiversità non è stata sufficientemente integrata nelle altre politiche dell'UE;

9.   è del parere che le difficoltà riscontrate a livello di conseguimento dell'obiettivo stabilito per il 2010 richiedano una profonda revisione dei metodi finora applicati; sostiene che è necessario eseguire studi strategici riguardanti tutti i fattori che potrebbero influire sulle aree protette, e che tali studi dovrebbero essere integrati nella pianificazione urbanistica e abbinati a campagne educative e di informazione in merito all'importanza delle risorse naturali locali e della relativa conservazione;

10.  sottolinea che la perdita di biodiversità si riferisce non solo alle specie e agli habitat, ma anche alla diversità genetica; invita la Commissione a elaborare una strategia per la conservazione della diversità genetica;

11.  osserva che il nostro patrimonio naturale rappresenta un importante capitale ecologico, fondamentale per il benessere dell'umanità; ritiene che tutti gli Stati membri debbano cooperare e coordinare i propri sforzi per assicurare un uso più efficiente delle risorse naturali ed evitare perdite nette in termini di biodiversità e di servizi ecosistemici sia nelle zone rurali che nelle zone urbanizzate;

Obiettivi – l'integrazione della biodiversità in tutte le politiche dell'Unione europea

12.  rileva l'importanza di integrare la tutela e la conservazione della biodiversità nello sviluppo, nell'attuazione e nel finanziamento di tutte le altre politiche dell'UE, tra cui quelle in materia di agricoltura, silvicoltura, pesca, sviluppo e coesione regionale, energia, industria, trasporti, turismo, cooperazione allo sviluppo, ricerca e innovazione, al fine di rendere più coerenti le politiche settoriali e di bilancio dell'Unione europea e di garantire che essa rispetti i propri impegni vincolanti relativi alla tutela della biodiversità;

13.  sottolinea che la strategia dell'UE sulla biodiversità dovrebbe essere pienamente integrata nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento agli stessi;

14.  ricorda che il principio di precauzione costituisce una base giuridica da applicare a tutta la legislazione e a tutte le decisioni che incidono sulla biodiversità;

15.  sottolinea che la protezione, la valorizzazione, la mappatura e il ripristino della biodiversità e dei servizi ecosistemici sono essenziali per conseguire gli obiettivi della tabella di marcia per un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e invita la Commissione e gli Stati membri a considerare, nel quadro di misure specifiche, la presentazione di un calendario per la mappatura e la valutazione dei servizi ecosistemici nell'UE, che permetterà di adottare misure mirate ed efficaci per arrestare il degrado della biodiversità e dei servizi ecosistemici;

16.  sottolinea che la perdita di biodiversità ha per la società un costo economico devastante, fino ad ora non sufficientemente integrato nelle politiche economiche e di altra natura; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri a determinare il valore dei servizi ecosistemici e a integrare tale valore nei sistemi contabili quale base per politiche più sostenibili; reputa impraticabile ogni modello economico che non tenga conto della buona preservazione della biodiversità; sottolinea inoltre che gli interventi volti a ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità possono contribuire in modo significativo a creare nuove competenze, posti di lavoro e opportunità commerciali;

17.  pone l'accento sulla necessità di eseguire un'attenta valutazione delle ripercussioni negative sulla biodiversità dei diversi settori dell'economia;

18.  sottolinea che la strategia sulla biodiversità rientra nel quadro dell'iniziativa faro «Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse» e ricorda il ruolo essenziale svolto dalla politica regionale nel garantire la crescita sostenibile grazie agli interventi che essa promuove per far fronte ai problemi climatici, energetici e ambientali;

19.  sostiene che un numero significativo di malattie infettive emergenti sia di natura zoonotica (ossia trasmissibile tra fauna selvatica, animali domestici ed esseri umani), e riconosce che il commercio di specie selvatiche e i cambiamenti nell'uso e nella gestione del territorio potrebbero determinare nuovi o diversi modi di interazione tra uomo, animali domestici e fauna selvatica tali da favorire, eventualmente, la trasmissione delle malattie e la perdita di biodiversità; sottolinea che l'integrazione delle strategie sulla biodiversità nelle politiche in materia di salute, benessere e commercio degli animali è una questione di primaria importanza;

20.  è del parere, tuttavia, che possa essere necessario eseguire un'approfondita valutazione dell'impatto ambientale, economico e sociale nei casi in cui mancano i dati;

Conservare e ripristinare l'ambiente naturale

21.  sottolinea la necessità di arrestare il deterioramento dello stato di tutte le specie e gli habitat contemplati nella legislazione dell'UE in materia di conservazione della natura e di conseguire un suo miglioramento significativo e quantificabile a livello di UE; pone l'accento su come ciò possa consistere in un miglioramento di almeno uno dei parametri per lo stato di conservazione secondo le definizioni contenute nell'articolo 1 della direttiva sugli habitat, senza alcun deterioramento degli altri parametri;

22.  invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi a sviluppare strategie integrate intese a individuare in ogni zona geografica i valori naturali e le caratteristiche del patrimonio culturale, nonché le condizioni necessarie alla loro salvaguardia;

23.  sottolinea che gli obiettivi in materia di biodiversità, per essere efficaci, devono essere realizzati attraverso azioni concrete; deplora che, nonostante le azioni intraprese per combattere la perdita di biodiversità, nell'UE solo il 17% degli habitat e delle specie e l'11% dei principali ecosistemi protetti dalla legislazione dell'UE si trovino in uno stato soddisfacente; invita la Commissione ad analizzare con urgenza il motivo per cui gli sforzi attuali non hanno ancora prodotto risultati e a valutare se siano disponibili altri strumenti potenzialmente più efficaci;

24.  sottolinea che, per definire un percorso chiaro in vista del conseguimento della visione per il 2050, entro il 2020 almeno il 40% di tutti gli habitat e di tutte le specie dovrà godere di uno stato di conservazione soddisfacente; ricorda che, entro il 2050, il 100% (o quasi) degli habitat e delle specie dovrà godere di uno stato di conservazione soddisfacente;

25.  esprime preoccupazione per il crescente degrado di habitat essenziali, come le zone umide, che dovrebbero essere oggetto di un'attenzione prioritaria e di misure urgenti effettivamente rispondenti allo status di protezione speciale loro accordato dall'UE;

26.  riconosce che la realizzazione di infrastrutture, l'urbanizzazione, l'industrializzazione e, in generale, gli interventi fisici sul territorio rientrano tra le principali ragioni alla base della frammentazione degli ecosistemi e degli habitat; chiede agli enti locali e regionali come pure ai governi nazionali, nel contesto dei loro piani regolatori e provvedimenti attuativi e nel rispettivo ambito di competenza, di tenere conto di tali fattori, che rappresentano una minaccia per gli ecosistemi e gli habitat, nei loro progetti di pianificazione e di sviluppo, sia su grande che su piccola scala; è consapevole delle pressioni e della necessità a livello locale e regionale di provvedere a uno sviluppo economico sostanziale e raccomanda agli enti locali e regionali di tener presente la necessità di conciliare le esigenze di sviluppo e la tutela della biodiversità e degli habitat naturali; è favorevole a ulteriori riforme e all'impiego delle politiche di sviluppo regionali e locali per conseguire benefici in termini di biodiversità e arrestare l'ulteriore perdita di habitat, soprattutto in periodi di crisi economica e finanziaria;

27.  appoggia il maggiore ricorso alle valutazioni dell'impatto ambientale (VIA), alle valutazioni d'impatto per la sostenibilità (VIS), alle valutazioni ambientali strategiche (VAS) e ad altri strumenti affinché la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici vengano presi in considerazione nei processi decisionali a livello regionale e locale; rileva che tutte le regioni trarranno beneficio dai progetti che promuovono la mitigazione dei cambiamenti climatici e la protezione contro la perdita di biodiversità, incluse le regioni meno sviluppate;

28.  esorta gli Stati membri a garantire che il processo di definizione dei siti Natura 2000 si compia entro il 2012, conformemente all'obiettivo 11 di Aichi; esprime profondo rammarico per il ritardo nella definizione dei siti marini; è preoccupato per la reintroduzione della caccia nell'area del delta del Danubio e per il possibile impatto negativo di tale decisione sulla biodiversità; invita la Commissione a verificare che gli Stati membri diano attuazione all'articolo 7 della direttiva sugli uccelli (2009/147/CE(5)), con particolare riferimento alla caccia;

29.  sottolinea l'urgente necessità di rafforzare l'impegno volto a proteggere gli oceani e gli ambienti marini, sia mediante azioni a livello di UE sia attraverso il miglioramento della governance internazionale degli oceani e delle aree non soggette a giurisdizione nazionale;

30.  esorta gli Stati membri a rispettare il termine legale per l'elaborazione di piani di gestione o strumenti equivalenti per tutti i siti Natura 2000, come previsto dagli articoli 4 e 6 della direttiva sugli habitat (92/43/CEE(6));

31.  ritiene che una migliore cooperazione transfrontaliera possa essere assai proficua ai fini del conseguimento degli obiettivi di Natura 2000; sottolinea la necessità di una più intensa cooperazione tra le autorità europee, nazionali, regionali e locali per quanto concerne la tutela della biodiversità e delle risorse naturali; evidenzia, a tale riguardo, le opportunità offerte dalla cooperazione transfrontaliera, interregionale e transnazionale al fine di risolvere il problema della perdita di biodiversità e ritiene che un migliore utilizzo del potenziale della cooperazione territoriale e degli scambi di informazioni, esperienze e buone prassi contribuisca in maniera significativa al raggiungimento del suddetto obiettivo; ricorda che l'inclusione delle priorità relative alla biodiversità nelle macrostrategie regionali rappresenta un passo importante verso la salvaguardia e il ripristino della biodiversità;

32.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire una buona conservazione della rete Natura 2000, finanziando tali siti in modo adeguato; invita, in particolare, gli Stati membri a elaborare strumenti nazionali vincolanti in collaborazione con le diverse parti interessate, grazie ai quali poter definire misure di conservazione prioritarie e indicare le relative fonti di finanziamento previste (sia da fondi UE sia dai bilanci propri dei singoli Stati membri);

33.  ritiene che l'applicazione della legislazione dell'UE, soprattutto in materia di ambiente, debba essere migliorata;

34.  invita la Commissione, alla luce delle enormi differenze tra gli Stati membri per quanto concerne l'attuazione della legislazione Natura 2000, a fornire, ove necessario, ulteriori chiarimenti o linee guida sulla base delle migliori prassi; chiede altresì alla Commissione di fornire linee guida o di condividere le migliori prassi per la gestione delle aree adiacenti ai siti Natura 2000;

35.  invita la Commissione ad aumentare la propria capacità di trattare ed esaminare efficacemente le denunce e le violazioni relative alla corretta attuazione delle direttive sugli uccelli e sugli habitat, nonché a elaborare linee guida adeguate per gli Stati membri in materia di controllo dell'attuazione sul campo di tali direttive; invita inoltre la Commissione a introdurre misure volte a migliorare l'attuazione e l'applicazione congiunta delle direttive sugli uccelli e sugli habitat nei lavori che attualmente porta avanti al fine di migliorare l'attuazione della legislazione ambientale e i controlli in materia; ritiene fondamentale, alla luce della sua risoluzione del 20 novembre 2008 sul riesame della raccomandazione 2001/331/CE che stabilisce i criteri minimi per le ispezioni ambientali negli Stati membri(7), rafforzare la rete dell'UE per l'attuazione e l'applicazione della normativa ambientale (IMPEL) ed esorta la Commissione a riferire in merito alle possibili soluzioni in tal senso, compresa la possibilità di creare una forza ispettiva ambientale dell'UE, nonché a presentare una proposta di direttiva sulle ispezioni ambientali;

36.  sostiene l'iniziativa della Commissione concernente i programmi di formazione per giudici e pubblici ministeri; sottolinea, tuttavia, che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero garantire la disponibilità di tali programmi di formazione anche per i professionisti che si occupano dei siti Natura 2000, ad esempio i funzionari delle autorità locali o regionali chiamate a far rispettare le norme e di altri organismi amministrativi incaricati dell'attuazione delle direttive sugli uccelli e sugli habitat;

37.  ritiene necessario disporre di mappe digitalizzate e accessibili, recanti informazioni precise sulle principali risorse naturali, le aree protette, l'utilizzo del suolo, i corpi idrici e le zone a rischio, al fine di agevolare il rispetto, da parte delle autorità regionali e locali, della normativa ambientale, in particolare quella in materia di biodiversità;

38.  prende atto della scarsa sensibilizzazione dell'opinione pubblica dell'Unione europea in merito all'importanza della conservazione della biodiversità e agli elevati costi, sia in termini ambientali che socio-economici, associati alla sua perdita; sottolinea la necessità di una più ampia strategia di comunicazione, in linea con l'obiettivo 1 di Aichi;

39.  si compiace dell'intenzione della Commissione e degli Stati membri di avviare un'importante campagna di comunicazione per Natura 2000 entro il 2013 al fine di migliorare l'applicazione delle norme dell'UE in materia di tutela ambientale e di promuovere la coesistenza di tutela dell'ambiente, crescita economica sostenibile e sviluppo sociale quali principi paritari e non contraddittori; chiede, a tal fine, la promozione di progetti di successo e la diffusione di informazioni al pubblico riguardo alla possibilità di uno sviluppo economico ecocompatibile nelle zone che costituiscono un importante patrimonio naturale e culturale, come quelle facenti parte della rete Natura 2000;

40.  rileva la necessità di organizzare campagne di sensibilizzazione e di informazione sul tema della biodiversità rivolte a tutte le fasce d'età e categorie sociali, fermo restando che la sensibilizzazione dei bambini e degli adolescenti, che sono fortemente interessati a questo argomento, deve avere luogo innanzitutto all'interno del contesto scolastico; ritiene che i programmi di istruzione e formazione professionale, in particolare in materia di agricoltura, silvicoltura e settori connessi, debbano essere maggiormente incentrati sul ruolo della biodiversità;

41.  riconosce che le ONG hanno un ruolo importante da svolgere nella tutela della biodiversità, contribuendo al processo decisionale, agendo sul campo e sensibilizzando il pubblico;

42.   raccomanda di estendere la governance alla mobilitazione dei cittadini nonché a organizzazioni senza scopo di lucro e a taluni attori economici, sottolineando come questi ultimi debbano integrare la biodiversità nelle proprie strategie aziendali; riconosce il valore e le conoscenze del settore associazionistico e del volontariato nella tutela della biodiversità, nonché il lavoro da essi fornito, e chiede agli enti locali e regionali di includere questi gruppi nelle fasi di pianificazione e consultazione relative ai progetti attraverso l'istituzione di partenariati tra le autorità, il settore privato e le organizzazioni non governative;

43.  riconosce la grande importanza di mantenere strette relazioni con gli attori locali e i responsabili diretti del territorio in questione; esorta quindi la Commissione a compiere maggiori sforzi in tal senso, tenendo in considerazione l'esperienza e le conoscenze specifiche che tali attori possono mettere a disposizione in sede di elaborazione della legislazione, in modo da garantire uno stato soddisfacente degli habitat che ospitano la biodiversità che l'UE intende preservare;

44.  sostiene che una delle ragioni per cui non si è riusciti a invertire la costante tendenza verso la perdita di biodiversità e il degrado dell'ecosistema a livello globale sia la nostra conoscenza incompleta della complessità della biodiversità e delle interazioni delle sue parti tra loro e con l'ambiente di vita, compreso il valore della biodiversità per le generazioni umane odierne e future; ribadisce che la scienza della biodiversità rimane necessariamente la colonna portante di qualsiasi tipo di attuazione delle politiche;

45.  sottolinea quindi la necessità di investire maggiormente nella ricerca nel campo della biodiversità, anche in relazione a una o più «sfide sociali» affrontate dall'iniziativa Orizzonte 2020, per evitare la frammentazione della politica di ricerca; è del parere che tale aumento dei fondi per la ricerca nel campo della biodiversità possa essere ottenuto nell'ambito delle risorse complessive esistenti, dato il basso utilizzo; ritiene, da un lato, che la ricerca possa fornirci una migliore comprensione della biodiversità e della sua importanza per tutti gli aspetti delle attività umane e, dall'altro, che contribuirà, grazie a concetti innovativi, all'elaborazione di nuove e migliori politiche e strategie di gestione e sviluppo;

46.  sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare e transnazionale in materia di ricerca nel campo della biodiversità, la quale è intrinsecamente collegata a settori quali l'ecologia, la genetica, l'epidemiologia, la climatologia, l'economia, l'antropologia sociale e la modellizzazione teorica; sottolinea la necessità di politiche fondate su una base scientifica per la gestione sostenibile degli ecosistemi e delle risorse naturali, soprattutto nei settori economicamente e socialmente vitali dell'agricoltura, della pesca e della silvicoltura;

47.  ritiene essenziale che i dati scientifici disponibili in materia di biodiversità, gli esempi di migliori prassi per arrestare la perdita di biodiversità e ripristinare la biodiversità nonché le informazioni riguardanti il potenziale dell'innovazione e dello sviluppo fondati sulla natura siano maggiormente divulgati e condivisi tra i responsabili delle politiche e le principali parti interessate e che le TIC pertinenti svolgano un ruolo cruciale nel contribuire all'offerta di nuove opportunità e strumenti; accoglie pertanto con favore l'istituzione da parte della Commissione della piattaforma europea imprese e biodiversità e incoraggia la Commissione a sviluppare ulteriormente la piattaforma nonché a promuovere una maggiore cooperazione tra amministrazioni e imprese nell'UE, comprese le PMI;

48.  chiede che il portale web del sistema d'informazione sulla biodiversità per l'Europa (BISE) sia disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE al fine di contribuire alla condivisione dei dati e delle informazioni;

Preservare e ripristinare gli ecosistemi e i loro servizi

49.  prende atto del requisito previsto dalla CBD concernente il ripristino del 15% degli ecosistemi degradati entro il 2020; ritiene tuttavia che questo sia un requisito minimo e auspica che l'UE fissi un obiettivo di ripristino notevolmente maggiore, che rifletta il suo più ambizioso obiettivo chiave e la sua visione per il 2050, tenendo conto delle condizioni naturali specifiche di ogni paese; esorta la Commissione a offrire una chiara definizione del concetto di «ecosistema degradato» e a fissare uno scenario di riferimento utile alla misurazione comparativa dei progressi;

50.  esorta la Commissione ad adottare entro e non oltre il 2012 una strategia specifica per le infrastrutture verdi che abbia come obiettivo principale la tutela della biodiversità; sottolinea che tale strategia dovrebbe essere applicabile agli obiettivi relativi sia alle aree rurali che a quelle urbane, anche al fine di adempiere meglio alle disposizioni dell'articolo 10 della direttiva sugli habitat;

51.  deplora il fatto che lo sviluppo di una strategia della Commissione per le infrastrutture verdi sia previsto soltanto per il 2012, mentre i corridoi energetici e di trasporto sono già stati identificati nella proposta del pacchetto per le infrastrutture europee; esorta quindi la Commissione ad accelerare i lavori riguardanti la strategia per le infrastrutture verdi e a garantire il raggiungimento dell'obiettivo 2 proposto; riconosce che è necessario ottimizzare le sinergie tra i progetti nei settori dell'energia, dei trasporti e delle TIC al fine di limitare l'impatto negativo sulla biodiversità e che solo le azioni conformi alla normativa dell'Unione e in linea con le politiche pertinenti dell'Unione dovranno ricevere i fondi dell'UE;

52.  sottolinea che la creazione di ambienti naturali non dovrebbe essere limitata esclusivamente alle aree designate ma che dovrebbe essere incoraggiata in diversi luoghi, ad esempio nelle città, lungo le autostrade e i binari ferroviari nonché nelle aree industriali, al fine di creare una vera e propria infrastruttura verde;

53.  esorta la Commissione a sviluppare un quadro normativo efficace basato sull'iniziativa «impedire la perdita netta», tenendo conto dell'esperienza pregressa degli Stati membri, avvalendosi altresì delle norme applicate dal Business and Biodiversity Offsets Programme; prende atto, a tale proposito, dell'importanza di applicare l'approccio descritto a tutti gli habitat e a tutte le specie dell'Unione europea che non sono già contemplati dalla legislazione in vigore nell'UE;

54.  invita la Commissione a riservare particolare attenzione alle specie e agli habitat le cui «funzioni» hanno un valore economico inestimabile, dal momento che in futuro gli sforzi per preservare la biodiversità saranno orientati alle aree destinate a produrre, almeno secondo le aspettative, vantaggi economici nel breve termine;

55.  riconosce che la biodiversità e i servizi ecosistemici apportano notevoli benefici non monetizzati alle industrie e agli altri attori economici; invita le organizzazioni che rappresentano il settore privato a presentare proposte sul miglior modo per preservare e ripristinare la biodiversità su una scala significativa;

56.  riconosce la necessità di promuovere le infrastrutture verdi, l'ecoinnovazione e il ricorso a tecnologie innovative ai fini di un'economia più verde e invita la Commissione a redigere una guida di buone prassi in tale settore; esorta la Commissione, gli Stati membri e gli enti locali e regionali a tener conto delle raccomandazioni dello studio TEEB, trattandosi di uno studio destinato ad essere un utile strumento di consultazione per gli esponenti politici, gli amministratori e i manager a livello locale e regionale; sottolinea la necessità di ampliare e intensificare la formazione per i beneficiari dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione e per gli enti locali e regionali e i governi nazionali nel gestire la complessa legislazione europea e nazionale che mira a proteggere la natura e a sensibilizzare sull'importanza della perdita della biodiversità; invita la Commissione a porre in essere meccanismi di assistenza tecnica finalizzati alla promozione, a livello regionale e locale, delle conoscenze relative ai problemi correlati all'attuazione della suddetta legislazione;

Agricoltura

57.  ricorda che oltre la metà del territorio dell'UE è gestita dagli agricoltori, che i terreni agricoli forniscono importanti servizi ecosistemici e hanno un notevole valore socioeconomico e che le somme erogate per la PAC rappresentano una parte consistente del bilancio dell'Unione; sottolinea che la PAC non si limita a garantire l'approvvigionamento alimentare e lo sviluppo rurale, ma è uno strumento indispensabile per la biodiversità, la conservazione, la mitigazione del cambiamento climatico e il mantenimento dei servizi ecosistemici; osserva che la PAC comprende già misure finalizzate alla protezione ambientale, quali il disaccoppiamento, la condizionalità e le misure agroambientali; si rammarica, tuttavia, che tali misure non siano finora riuscite ad arrestare la perdita generale di biodiversità nell'UE e che la biodiversità nei terreni agricoli sia in continuo declino; auspica pertanto una modifica nell'orientamento della PAC verso l'indennizzo agli agricoltori per la fornitura di beni pubblici, poiché attualmente il mercato non riesce a integrare il valore economico dei beni pubblici di grande importanza che l'agricoltura può fornire;

58.  sottolinea il nesso esistente tra la gestione delle risorse idriche e la biodiversità quale elemento essenziale ai fini della conservazione della vita e dello sviluppo sostenibile;

59.  sottolinea la necessità di passare dalla logica dei mezzi a quella dei risultati, al fine di valutare l'efficacia degli strumenti impiegati;

60.  auspica una maggiore sensibilità ecologica per il primo pilastro della PAC, così da garantire la conservazione della biodiversità in tutte le zone rurali, migliorare i collegamenti e il livello di adattamento agli effetti del cambiamento climatico; accoglie con favore la proposta della Commissione per la riforma della PAC, che prevede un approccio più verde grazie all'attribuzione delle erogazioni del primo pilastro a un pacchetto di buone pratiche basilari compiute nelle aziende, fra cui: rotazione e diversificazione delle colture, pascoli permanenti e delimitazione di un'«area di interesse ecologico» minima; sottolinea che le misure di «ecologizzazione» devono essere realizzabili e non devono creare inutili oneri burocratici; ribadisce l'invito a un sostegno basato sull'area per la rete Natura 2000 nell'ambito del regime di pagamenti diretti; ritiene che le pratiche agricole efficienti in termini di risorse e rispettose dell'ambiente e del clima garantiranno sia la sostenibilità delle aziende agricole sia la sicurezza alimentare a lungo termine e riconosce che la PAC dovrebbe svolgere un ruolo centrale nel raggiungimento di tale obiettivo;

61.  sostiene l'adeguamento delle pratiche di «ecologizzazione» ai diversi tipi di agricoltura dei vari Stati membri, tenendo conto, ad esempio, della situazione specifica dei paesi del Mediterraneo, che non è contemplata nel quadro dei limiti proposti in merito alla diversificazione delle colture e delle aree di interesse ecologico; osserva che le aree di querceti (montado o dehesa), le colture permanenti (oliveti, vigne, frutteti) e la coltivazione del riso sono alcuni esempi di pratiche che devono essere rese compatibili con un approccio più verde, visto l'elevato valore ecologico e di conservazione di alcuni di questi sistemi agricoli;

62.  ribadisce che nell'ambito della nuova PAC deve essere aumentata l'assistenza agli operatori pubblici e privati che proteggono la biodiversità delle foreste in termini di specie, habitat e servizi ecosistemici e deve altresì essere estesa l'ammissibilità alle aree di collegamento ai siti Natura 2000;

63.  chiede che tutti i pagamenti della PAC, compresi quelli effettuati dal 2014, siano vincolati a rigide regole di condizionalità che aiutino a preservare la biodiversità e i servizi ecosistemici, che comprendano le direttive sugli uccelli e sugli habitat (senza indebolire le attuali norme applicabili dal 2007 al 2013), la legislazione sui pesticidi e i biocidi e la direttiva quadro sulle acque(8); auspica per tutte le parti interessate norme semplici e trasparenti;

64.  chiede che il secondo pilastro sia potenziato e che in seno a tale strumento siano migliorati notevolmente in tutti gli Stati membri l'interesse ecologico e l'efficacia delle proprie misure agroambientali, anche attraverso una spesa minima obbligatoria per gli interventi ambientali – ad esempio misure agroambientali, misure relative all'ambiente forestale e a Natura 2000 – nonché il sostegno all'agricoltura a elevata valenza naturale e biologica; sottolinea che le misure ambientali di cui ai due pilastri dovrebbero rafforzarsi a vicenda;

65.  prende atto dell'importante relazione della Corte dei conti europea sui regimi agroambientali; nota che con i 22,2 miliardi di EUR disponibili per il 2007-2013 è stato raggiunto un numero molto limitato di obiettivi ambientali; esorta la Commissione a garantire che i futuri sussidi agroambientali siano approvati esclusivamente sulla base di rigidi criteri ambientali;

66.  sottolinea che l'aumento della domanda di agrocarburanti e le crescenti pressioni conseguentemente esercitate sui paesi in via di sviluppo per la produzione degli stessi costituiscono un pericolo per la biodiversità, in particolare in tali paesi, a causa del degrado e della conversione degli habitat e degli ecosistemi, tra i quali le zone umide e le foreste;

67.  ritiene che si debba rafforzare l'ispezione delle pratiche agricole per evitare la perdita di biodiversità; ritiene, in particolare, che lo spargimento di liquami debba essere controllato e persino vietato nelle zone più sensibili ai fini della conservazione degli ecosistemi;

68.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a esaminare il fenomeno dell'abbandono delle campagne in alcune regioni europee, tutelando così in modo mirato la biodiversità ed evitando la desertificazione, offrendo al contempo nuove opportunità socio-economiche per lo sviluppo rurale; sottolinea tuttavia l'esigenza di rispettare le proprietà territoriali esistenti; sottolinea inoltre che gli agricoltori europei svolgono un ruolo di grande importanza come «custodi» del paesaggio;

69.  segnala che varie specie e vari habitat con un valore elevato dal punto di vista della conservazione, inclusi quelli protetti dalla legislazione dell'UE, dipendono dai sistemi agroambientali, in cui la presenza dell'uomo svolge un ruolo chiave; rammenta, alla luce di ciò, l'importanza di porre fine all'abbandono delle zone rurali e di invertire tale tendenza; invoca un maggiore sostegno alle piccole e medie imprese agricole, all'agricoltura familiare e alle pratiche agricole estensive, che favoriscono la conservazione efficace delle risorse naturali;

70.  invita la Commissione, nel quadro della nuova riforma della PAC, a intensificare gli sforzi a sostegno dei settori agricoli atti ad apportare un valido contributo alla preservazione della biodiversità, in particolare il settore dell'apicoltura; rileva che insetti selvatici e addomesticati quali le api contribuiscono all'80% dell'impollinazione delle piante da fiori e che il declino che minaccia tali insetti rappresenta una sfida enorme per la nostra società, in quanto dall'impollinazione delle suddette piante dipende in buona parte la produzione agricola e, di conseguenza, l'alimentazione; sottolinea pertanto che occorre prestare particolare attenzione alla questione dell'apicoltura nel quadro delle misure che saranno adottate ai fini della tutela della biodiversità;

71.  sottolinea l'importanza di arrestare e invertire la tendenza alla riduzione della diversità delle specie e delle colture che conduce a un'erosione della base genetica da cui dipendono l'alimentazione umana e animale; sostiene la necessità di promuovere l'uso di varietà agricole tradizionali specifiche di determinate regioni; chiede la definizione di una legislazione adeguata e di incentivi per il mantenimento e l'ulteriore sviluppo di un'ampia varietà di risorse genetiche agricole, ad esempio razze e varietà adattate a livello locale;

72.  rileva la necessità di cooperare più efficacemente a livello europeo nell'ambito della ricerca scientifica e in quella applicata sulla diversità delle risorse genetiche animali e vegetali, onde garantirne la conservazione, migliorarne la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e favorirne un'adeguata utilizzazione nei programmi di miglioramento genetico;

Settore forestale

73.  auspica azioni specifiche per il raggiungimento dell'obiettivo 5 di Aichi, che prevede, entro il 2020, almeno il dimezzamento e, ove possibile, il quasi totale azzeramento del tasso di perdita di tutti gli habitat naturali, comprese le foreste, nonché la significativa riduzione del degrado e della frammentazione;

74.  invita la Commissione, una volta completato lo studio sulle ripercussioni dei consumi dell'Europa sul disboscamento, a rispondere politicamente alle conclusioni di tale studio con nuove iniziative che consentano di porre rimedio ai tipi di impatto rilevati;

75.  invita gli Stati membri ad adottare e attuare piani di gestione delle foreste che tengano conto delle opportune consultazioni pubbliche, che comprendano misure efficaci per la conservazione e il ripristino delle specie e degli habitat protetti nonché dei relativi servizi ecosistemici;

76.  esorta gli Stati membri e la Commissione a incoraggiare l'adozione di piani di gestione forestale, anche con il ricorso alle misure di sviluppo rurale e al programma LIFE+; sottolinea l'esigenza di inserire nei piani di gestione forestale misure speciali per la biodiversità, in particolare misure specifiche per la conservazione delle specie protette e degli habitat naturali, al fine di migliorarne lo status, nelle aree Natura 2000 e al di fuori di esse;

77.  esorta gli Stati membri a definire la propria politica forestale in modo da tenere pienamente conto dell'importanza delle foreste nella protezione della biodiversità, nella prevenzione dell'erosione del suolo, nella cattura del carbonio e purificazione dell'aria e nel mantenimento del ciclo dell'acqua;

78.  esorta gli Stati membri a garantire che i sistemi di prevenzione degli incendi forestali nei rispettivi piani di gestione forestale comprendano misure ecosistemiche volte a incrementare la resilienza delle foreste nei confronti degli incendi;

Pesca

79.  accoglie con favore la proposta della Commissione per la riforma della PCP attraverso la quale si intende garantire l'attuazione dell'approccio ecosistemico e l'applicazione di informazioni scientifiche aggiornate da utilizzare come base per piani di gestione a lungo termine per tutte le specie ittiche sfruttate ai fini commerciali; sottolinea che solo garantendo la sostenibilità a lungo termine degli stock ittici è possibile assicurare la fattibilità economica e sociale dell'intero settore europeo;

80.  sottolinea che nessun paese può far fronte individualmente al problema della perdita di biodiversità, in particolare negli ecosistemi marini, e che i governi degli Stati membri devono cooperare e coordinare gli sforzi in maniera più efficace per affrontare tale problema di portata mondiale; ribadisce che un'attuazione decisa della politica sulla biodiversità è nell'interesse sia della società che dell'economia;

81.  invita la Commissione e gli Stati membri a implementare le aree marine protette in cui le attività economiche, inclusa la pesca, sono oggetto della rafforzata gestione ecosistemica, rendendo possibile la riconciliazione tra conservazione dell'ambiente e pratica della pesca sostenibile;

82.  sottolinea che persiste una conoscenza alquanto lacunosa dello stato in cui versano gli ecosistemi marini e le risorse ittiche e chiede che si intensifichino gli sforzi a livello UE a favore della ricerca marina;

83.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di consolidare i loro sforzi nella raccolta di dati scientifici sulle popolazioni ittiche, ove siano carenti, al fine di offrire una consulenza scientifica più attendibile;

84.  invita la Commissione e gli Stati membri a cooperare per l'istituzione di una «guardia costiera europea» al fine di potenziare la supervisione comune e le capacità di controllo e garantire il rispetto delle norme;

85.  esorta la Commissione e gli Stati membri a intensificare i loro sforzi per garantire che le catture non eccedano i livelli di RMS per il 2015 e a tenere conto delle considerazioni di carattere ambientale nella definizione degli RMS; sottolinea, pertanto, che la mancanza di adeguati dati scientifici non dovrebbe essere utilizzata come scusante per l'inattività, e che in tali circostanze i tassi di mortalità per pesca dovrebbero essere ridotti a titolo precauzionale; ricorda l'obbligo giuridico, come definito nella direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino(9), di garantire che tutti gli stock ittici sfruttati a fini commerciali rientrino nei limiti biologici di sicurezza entro il 2020;

86.  segnala che l'impegno a mantenere o ripristinare gli stock ittici, entro il 2015, a livelli superiori a quelli atti a produrre l'RMS quale previsto nel pacchetto di riforme della PCP proposto dalla Commissione, è stato avallato dai capi di Stato e di governo riuniti nel vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002 a Johannesburg;

87.  sottolinea che la gestione della pesca dovrebbe contribuire ad ottenere uno status di conservazione favorevole, ai sensi delle direttive sugli uccelli e sugli habitat, e a raggiungere l'obiettivo del buono stato ecologico, come previsto dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino; sottolinea che i piani di gestione a lungo termine devono basarsi su più specie, piuttosto che su singole specie, tenendo conto di tutti gli aspetti che caratterizzano la popolazione ittica – in particolare le dimensioni, l'età e la situazione riproduttiva – al fine di riflettere al meglio un approccio basato sull'ecosistema, e che è necessario definire un calendario rigoroso per il loro sviluppo;

88.  sottolinea che la nuova PCP e tutte le successive misure adottate dagli Stati membri devono risultare pienamente conformi alle direttive 92/43/CEE, 2009/147/CE e 2008/56/CE;

89.  sottolinea che l'obiettivo di eliminare i rigetti di specie bersaglio di scarso valore e le catture accessorie delle specie non bersaglio protette, inclusi cetacei, tartarughe marine e uccelli marini, dovrebbe essere introdotto nella PCP e attuato con la massima urgenza; ritiene inoltre che la nuova PCP debba prevedere un chiaro obbligo di rilascio delle specie non bersaglio con elevata possibilità di sopravvivenza;

90.  sottolinea la necessità di definire misure finalizzate a eliminare i rigetti in mare di novellame e di pesce sottotaglia o le catture superiori alla quota, in modo tale da non fornire alcun incentivo perverso allo sbarco e alla commercializzazione dei rigetti;

91.  sottolinea che gli obiettivi e il calendario devono essere impostati in relazione alla riduzione della sovraccapacità in modo da rendere possibile il perseguimento di una netta riduzione della capacità delle flotte;

92.  osserva che la biodiversità dell'ambiente marino è seriamente minacciata dalla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN) e sottolinea che, per combattere la pesca INN, occorre rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e i paesi terzi;

93.  prende atto che la creazione di riserve di pesca (aree in cui le attività di pesca potrebbero essere vietate o limitate) rappresenta una misura particolarmente efficace ed efficiente in termini di costi al fine di raggiungere la conservazione a lungo termine degli stock ittici; invita gli Stati membri e il Consiglio, a tale riguardo, a designare riserve di pesca e a stabilire regole di gestione, prestando particolare interesse ai fondali di crescita o alle zone di riproduzione degli stock ittici;

94.  invita la Commissione a sviluppare indicatori affidabili della sostenibilità ambientale, anche per quanto concerne la sostenibilità marina e costiera, al fine di valutare il livello dei progressi compiuti verso il conseguimento dell'obiettivo globale di protezione della biodiversità;

Specie esotiche invasive

95.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l'adozione di misure che impediscano sia l'ingresso di nuove specie esotiche invasive nell'UE, sia la diffusione verso nuove zone di specie esotiche invasive attualmente presenti; richiede, in particolare, chiare linee guida, in conformità del regolamento «sviluppo rurale» nel quadro della PAC, volte a garantire che il rimboschimento non danneggi la biodiversità e ad evitare il sostegno finanziario alla piantumazione di specie esotiche invasive; sottolinea la necessità di stabilire strategie ambiziose e inventari aggiornati sia a livello dell'UE che negli Stati membri; ritiene che tali strategie non debbano essere orientate solamente alle specie considerate «prioritarie», come indicato all'obiettivo 5 della strategia sulla biodiversità; incoraggia la Commissione, al fine di ampliare la base di conoscenze, a sostenere attività simili a quelle relative al progetto DASIE (Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe);

96.  esorta la Commissione a presentare, nel 2012, una proposta di legge che affronti la questione delle specie animali e vegetali esotiche invasive mediante un approccio integrato al problema al fine di stabilire una politica comune dell'UE relativa alla prevenzione, al monitoraggio, all'eradicazione e alla gestione di tali specie nonché a sistemi di allarme rapido in tale settore;

97.  riconosce che la prevenzione risulta più efficiente in termini di costi e più auspicabile in termini ambientali rispetto alle misure adottate in seguito all'introduzione e all'inserimento di una specie esotica invasiva; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a dare priorità alla prevenzione dell'introduzione di specie esotiche invasive, secondo quanto sostenuto nell'approccio gerarchico verso tali specie adottato nella CBD;

98.  sottolinea la necessità di assicurare che il commercio delle specie minacciate di estinzione – incluse nella lista rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura – sia soggetto a maggiori restrizioni e, in particolare, a rigide norme; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a monitorare l'importazione di specie esotiche e non autoctone e a presentare regolarmente relazioni in merito nonché a garantire la piena attuazione della direttiva sui giardini zoologici(10); chiede alla Commissione di valutare l'introduzione di un divieto di cattura degli animali selvatici ai fini del commercio di animali da compagnia e di presentare proposte in merito;

99.  invita la Commissione a considerare le strategie e i piani d'azione nazionali attuali e a garantire che gli habitat insulari ricevano un'adeguata attenzione nel prossimo regolamento sulle specie esotiche invasive;

Cambiamento climatico

100.  ricorda le interconnessioni tra biodiversità e sistema climatico; è consapevole del notevole impatto negativo del cambiamento climatico sulla biodiversità e sottolinea che la perdita di biodiversità ha gravi conseguenze sul cambiamento climatico a causa della degradazione del pozzo di assorbimento del carbonio fornito dall'ambiente naturale; sottolinea l'urgenza della tutela della biodiversità, tra l'altro quale mezzo per mitigare il cambiamento climatico e preservare i pozzi naturali di assorbimento del carbonio;

Dimensione internazionale

101.  esorta la Commissione a elaborare proposte per una legislazione che attui il protocollo di Nagoya onde consentire all'Unione di ratificare al più presto il protocollo;

102.  sottolinea, tenendo presente la natura globale della biodiversità e dei servizi ecosistemici e il loro ruolo cruciale per il raggiungimento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile, che la strategia dell'UE deve altresì rafforzare gli sforzi dell'Unione volti a evitare la perdita di biodiversità e contribuire, in tal modo, ad un più efficace raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015;

103.  ritiene che la conservazione della biodiversità marina debba essere affrontata ai più alti livelli al vertice Rio+20, che si terrà nel giugno 2012 a Rio de Janeiro;

104.  accoglie con favore la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 6 dicembre 2011 volta a garantire la sostenibilità della pesca mondiale(11), in cui si sottolinea la necessità di interventi urgenti per raggiungere un utilizzo sostenibile degli oceani e dei mari a livello mondiale;

105.  si compiace del piano – presentato nel novembre 2011 – sviluppato da quattro agenzie delle Nazioni unite (UNESCO, FAO, PSNU e IMO) al fine di incoraggiare i paesi a rinnovare il loro impegno a limitare il degrado degli oceani e ad affrontare minacce quali l'eccessivo sfruttamento delle risorse alieutiche, l'inquinamento e la perdita di biodiversità;

106.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a continuare a promuovere un approccio comune alla conservazione della natura in tutta l'UE, si compiace del fatto che la Commissione abbia riconosciuto la necessità di collaborare con gli Stati membri per poter garantire una tutela efficace della biodiversità nelle regioni ultraperiferiche e nei paesi e territori d'oltremare dell'Unione europea, in cui vive un numero di specie endemiche superiore all'intero continente europeo; auspica un miglioramento degli strumenti specifici volti alla salvaguardia e alla tutela della biodiversità in tali territori, in particolare dell'azione preparatoria BEST (programma volontario per la biodiversità e i servizi ecosistemici nelle regioni ultraperiferiche dell'UE e nei paesi e territori d'oltremare), promossa dal Parlamento europeo sin dal 2011, e finanziamenti adeguati per la tutela della biodiversità e i servizi ecosistemici nelle regioni ultraperiferiche e nei paesi e territori d'oltremare dell'Unione europea;

107.  invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare e far rispettare in modo rigoroso gli accordi ambientali multilaterali, incluse (a titolo non esclusivo) la convenzione CITES e la convenzione CMS;

108.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere efficacemente la sostenibilità ambientale nelle loro relazioni con i paesi terzi e in processi globali, come gli Obiettivi di sviluppo del millennio;

109.  esorta la Commissione a rafforzare il contributo della politica commerciale dell'UE a favore della conservazione della biodiversità e sostiene quindi la proposta della Commissione di inserire in tutti i nuovi accordi commerciali un capitolo dedicato allo sviluppo sostenibile che presenti disposizioni ambientali di rilievo nell'ambito commerciale, inclusi gli obiettivi in materia di biodiversità;

110.  prende atto dell'aumento del traffico internazionale illegale di specie oggetto della convenzione CITES; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per aumentare la capacità dell'Interpol in tale ambito e a porre l'accento sul problema del commercio illegale di fauna e flora selvatiche nelle consultazioni bilaterali con i paesi terzi;

111.  riconosce che l'UE è uno dei maggiori importatori di fauna e flora selvatiche e che influisce sulla conservazione della biodiversità in altre parti del mondo attraverso le sue politiche e attività commerciali; invita l'UE ad adottare misure per ridurre le conseguenze negative dei modelli di consumo dell'UE sulla biodiversità, integrando in tutti gli accordi commerciali iniziative relative all'agricoltura sostenibile e al commercio di fauna e flora selvatiche;

112.  invita il vertice sulla terra Rio +20 ad effettuare progressi concreti in materia di fonti di finanziamento innovative e indipendenti per la protezione della biodiversità nei paesi in via di sviluppo e insiste affinché l'UE e i suoi Stati membri agiscano in modo proattivo nel conseguimento di risultati in materia;

113.  invita la Commissione e gli Stati membri a una cooperazione per lo sviluppo dell'UE «a prova di biodiversità», al fine di prevenire la perdita di biodiversità, tenendo conto del fatto che le persone a più basso reddito dipendono maggiormente dai servizi ecosistemici;

114.  riconosce che è necessario pervenire a un'economia basata su fonti energetiche sostenibili in modo economicamente vantaggioso senza compromettere gli obiettivi della biodiversità e che questo tipo di economia può contribuire al raggiungimento di tali obiettivi; ritiene necessario, in tale contesto, introdurre ulteriori garanzie per quanto riguarda le fonti, l'efficienza e la quantità di biomassa utilizzata per produrre energia; invita la Commissione, nello stesso contesto, a chiarire rapidamente l'effetto dei biocarburanti sulla biodiversità, incluso l'impatto dell'uso indiretto del suolo, e chiede la fissazione di criteri di sostenibilità efficaci per la produzione e l'impiego di tutti i biocarburanti, inclusa la biomassa solida;

Finanziamento

115.  esorta la Commissione e gli Stati membri a individuare, sulla base di criteri oggettivi, fra tutte le sovvenzioni esistenti quante risultino dannose per l'ambiente e invita la Commissione a pubblicare entro la fine del 2012 un piano d'azione (che preveda una tabella di marcia) per l'eliminazione di tali sovvenzioni entro il 2020, come previsto dagli impegni di Nagoya;

116.  evidenzia l'importanza di mobilitare il sostegno finanziario sia europeo sia nazionale proveniente da ogni fonte possibile, inclusa la creazione di uno strumento specifico per il finanziamento della biodiversità, e di sviluppare meccanismi finanziari innovativi – in particolare l'habitat banking (la creazione di riserve di habitat) in relazione alla compensazione – per raggiungere gli obiettivi fissati in materia di biodiversità;

117.  sottolinea la necessità di aumentare il bilancio per la ricerca incentrata sull'ambiente e sulla biodiversità, in accordo con il prossimo programma quadro di ricerca, proporzionalmente alle enormi esigenze e sfide derivanti dalla lotta alla perdita della biodiversità e al cambiamento climatico, al fine di contribuire ad apportare le conoscenze mancanti e a sostenere l'azione strategica;

118.  invita la Commissione a verificare se l'attuale regime normativo incentivi in modo adeguato le strategie per migliorare la biodiversità e a proporre soluzioni economicamente vantaggiose per trasferire la spesa per la biodiversità dalla burocrazia alla tutela e alla valorizzazione;

119.  riconosce che strumenti basati sul mercato e ben concepiti, finalizzati a internalizzare i costi esterni per l'ambiente delle attività di produzione e di consumo, possono contribuire a conseguire l'obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità, se combinati a incentivi agli investimenti verdi nei settori interessati;

120.  accoglie con favore l'avvio della piattaforma per la biodiversità e le imprese da parte della Commissione per coinvolgere il settore privato nell'agenda per la biodiversità;

121.  esorta la Commissione a informare il Parlamento e il Consiglio sulle opzioni per l'introduzione di pagamenti per i servizi ecosistemici, tenendo conto del ruolo della conservazione della biodiversità;

122.  invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare e a finanziare integralmente la nuova strategia sulla biodiversità fino al 2020, assicurandosi che ciascuna misura di finanziamento adottata dall'Unione sia coerente con le leggi in materia di protezione della biodiversità e delle acque;

123.  sottolinea l'esigenza imperativa di garantire che il prossimo quadro finanziario pluriennale (2014-2020) favorisca gli sforzi finalizzati al conseguimento dei sei obiettivi enunciati nella strategia per la biodiversità e che sia rafforzato il finanziamento per il programma LIFE; sottolinea la necessità di concentrarsi su progetti di responsabilità sociale aziendale che promuovano la biodiversità;

124.  osserva altresì che l'enorme valore economico della biodiversità offre un importante utile sugli investimenti nella sua conservazione; chiede di conseguenza un aumento dei finanziamenti per le misure di conservazione della natura;

125.  esorta la Commissione e gli Stati membri, al fine di assicurare un adeguato finanziamento alla rete Natura 2000, a garantire che le erogazioni dell'Unione e degli Stati membri si attestino, ogni anno, al di sopra di un minimo di 5,8 miliardi di EUR; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a garantire che diversi fondi europei (come i fondi PAC, il fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, il fondo di coesione e il fondo LIFE+ rafforzato) eroghino finanziamenti per importi adeguati alle esigenze, migliorando il coordinamento e la coerenza tra tali fondi, anche mediante il concetto di progetti integrati, al fine di ottenere una maggiore trasparenza per le diverse regioni che beneficiano dei finanziamenti dell'Unione; auspica un coinvolgimento della BEI nello sviluppo di strumenti finanziari innovativi e di servizi tecnici e di consulenza per il cofinanziamento di progetti relativi alla biodiversità;

126.  esprime rammarico per le sovvenzioni proposte per il nuovo programma LIFE, il quale, nonostante l'indiscusso successo riscosso per oltre vent'anni, continua a beneficiare di una minima parte del bilancio dell'UE; ritiene che le sfide affrontate nel piano per la biodiversità e la conservazione della natura richiedano un aumento significativo dei finanziamenti concessi al programma LIFE;

127.  osserva con preoccupazione che il numero di progetti finanziati con il programma LIFE+ ogni anno è inferiore all'assegnazione indicativa di vari Stati membri; invita la Commissione a valutare le ragioni di tale sottoutilizzazione e, ove necessario, a proporre modifiche alle regole del programma, in particolare per quanto riguarda i livelli di cofinanziamento;

128.  riconosce l'importanza di appalti pubblici ecocompatibili e ritiene che occorra prestare maggiore attenzione al loro impiego, soprattutto da parte delle autorità pubbliche che beneficiano dei finanziamenti dell'Unione; raccomanda alle autorità responsabili dei sistemi di gestione e di controllo istituiti negli Stati membri per gestire i Fondi strutturali e di coesione di sostenere i progetti che prevedono tali procedure;

129.  accoglie favorevolmente la proposta della Commissione di investire, a titolo del Fondo di coesione, nella tutela e nel ripristino della biodiversità durante il periodo di finanziamento 2014-2020; raccomanda altresì che si tenga conto delle possibilità offerte da Natura 2000 alle economie locali e ai mercati del lavoro;

130.  riconosce che l'«economia verde» costituisce un modo per creare qualifiche e occupazione e insiste affinché essa venga sostenuta tramite finanziamenti che contribuiranno a creare capacità a livello locale, nonché a fondare la lotta a difesa della biodiversità sul bagaglio di conoscenze locali e tradizionali; sottolinea che circa il 30% degli stanziamenti totali destinati alla politica di coesione per il periodo 2007-2013 possono essere utilizzati per attività aventi un particolare impatto sulla crescita sostenibile; incoraggia gli Stati membri e in particolare gli enti locali e regionali, nel contesto degli interventi tesi ad arrestare la perdita di biodiversità, a essere più attivi e a intensificare i loro sforzi per investire nel capitale naturale nonché a utilizzare i fondi della politica regionale per la prevenzione dei rischi naturali, quale strumento per la conservazione delle risorse naturali e l'adattamento ai cambiamenti climatici, soprattutto in vista del periodo di programmazione 2014-2020;

131.  incoraggia gli Stati membri ad avvalersi pienamente della possibilità di riallineare i programmi operativi in corso agli obiettivi di crescita sostenibile fissati nella strategia Europa 2020, attraverso il riesame delle priorità d'investimento in progetti e li esorta a impiegare in modo più efficace le risorse disponibili;

o
o   o

132.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 50 E del 21.2.2012, pag. 19.
(2) GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 103.
(3) Testi approvati, P7_TA(2011)0297.
(4) http://www.teebweb.org.
(5) GU L 20 del 26.1.2010, pag. 7.
(6) GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7.
(7) GU C 16 E del 22.1.2010, pag. 67.
(8) Direttiva 2000/60/CE (GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.).
(9) Direttiva 2008/56/CE (GU L 164 del 25.6.2008, pag. 19.).
(10) Direttiva 1999/22/CE, GU L 94 del 9.4.1999, pag. 24.
(11) A/RES/66/68.

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