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Procedura : 2012/2041(INI)
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A7-0373/2012

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Martedì 11 dicembre 2012 - Strasburgo
Crescenti rischi di resistenza antimicrobica
P7_TA(2012)0483A7-0373/2012

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 dicembre 2012 sul piano d'azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica (2012/2041(INI))

Il Parlamento europeo,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2012 sull'impatto della resistenza antimicrobica nel settore della salute umana e nel settore veterinario – una prospettiva di tipo «One Health»,

–  vista la comunicazione della Commissione, del 15 novembre 2011, dal titolo «Piano d'azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica» (COM(2011)0748),

–  vista la raccomandazione della Commissione, del 27 ottobre 2011, sull'iniziativa di programmazione congiunta della ricerca «La sfida microbica – una minaccia emergente per la salute umana» (C(2011)7660),

–  vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2011 sulla resistenza agli antimicrobici: una minaccia per la salute pubblica(1),

–  vista la sua risoluzione del 12 maggio 2011 sulla resistenza agli antibiotici(2),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 18 novembre 2009 sulla resistenza agli antimicrobici (SANCO/6876/2009r6),

–  vista la relazione tecnica congiunta del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) del 17 settembre 2009, intitolata «The bacterial challenge: time to react» (La sfida batterica: è tempo di reagire), un invito a porre rimedio al divario esistente tra la presenza nell'UE di batteri multifarmacoresistenti e lo sviluppo di nuovi agenti antibatterici(3),

–  vista la seconda relazione congiunta dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) del 14 marzo 2012 sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici che interessano esseri umani, animali e alimenti(4),

–  viste le conclusioni della 2876a sessione del Consiglio del 10 giugno 2008 sulla resistenza agli antimicrobici,

–  viste le conclusioni della 2980a sessione del Consiglio del 1° dicembre 2009 sugli incentivi innovativi per farmaci antibiotici efficaci,

–  vista la raccomandazione del Consiglio, del 9 giugno 2009, sulla sicurezza dei pazienti, compresi la prevenzione e il controllo delle infezioni associate all'assistenza sanitaria(5),

–  vista la terza revisione dell'elenco dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) degli antimicrobici molto importanti per la medicina umana (relazione della terza riunione del gruppo consultivo dell'OMS sulla sorveglianza integrata della resistenza antimicrobica, 14-17 giugno 2011, Oslo, Norvegia), e l'elenco dell'Organizzazione mondiale per la salute degli animali (OIE) degli agenti antimicrobici di importanza veterinaria (elenco OIE, maggio 2007) e successivi adeguamenti,

–  visti la seconda relazione della Commissione al Consiglio, del 9 aprile 2010, in base alle relazioni degli Stati membri sull'attuazione della raccomandazione del Consiglio (2002/77/CE) sull'uso prudente degli agenti antimicrobici nella medicina umana (COM(2010)0141) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna tale relazione(SEC(2010)0399),

–  visto il regolamento (CE) n. 1831/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, sugli additivi destinati all'alimentazione animale che proibisce l'utilizzo di antibiotici come promotori della crescita(6),

–  viste la raccomandazione 2002/77/CE del Consiglio del 15 novembre 2001 sull'uso prudente degli agenti antimicrobici nella medicina umana()(7) e la risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2001 concernente tale proposta di raccomandazione(8),

–  vista la comunicazione della Commissione del 20 giugno 2001 su una strategia comunitaria contro la resistenza agli agenti antimicrobici (COM(2001)0333),

–  vista la sua risoluzione del 5 maggio 2010 sulla valutazione e la verifica del programma d'azione per il benessere degli animali (2006-2010)(9),

–  viste le raccomandazioni per una futura collaborazione tra Stati Uniti e Unione europea della task force transatlantica sulla resistenza antimicrobica (TATFAR)(10),

–  viste le linee guida del CODEX Alimentarius sull'analisi del rischio di resistenza antimicrobica di origine alimentare(11),

–  visto il codice di buona prassi per minimizzare e contenere la resistenza antimicrobica (CAC/RCP 61-2005),

–  vista l'azione preparatoria «Resistenza agli antimicrobici (AMR): ricerca sulle cause di un impiego elevato e improprio degli antibiotici» approvata dal Parlamento nel quadro del bilancio dell'UE per l'esercizio finanziario 2012, destinata a studiare la questione dell'uso e della vendita impropri di agenti antimicrobici con o senza prescrizione lungo l'intera filiera – dal medico e dal farmacista al paziente –, in termini di comportamento di tutti i soggetti coinvolti,

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e il parere della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0373/2012),

A.  considerando che lo sviluppo della farmacoresistenza è una conseguenza naturale e inevitabile del trattamento antimicrobico; considerando che tale processo può essere accelerato dall'uso eccessivo e indiscriminato nella medicina umana e veterinaria che, unito a un controllo dell'igiene e delle infezioni insufficiente, può compromettere l'impiego efficace di un numero già limitato di antimicrobici esistenti;

B.  considerando che la resistenza agli antibiotici in taluni batteri raggiunge o supera il 25% in alcuni Stati membri;

C.  considerando che il problema della resistenza agli antimicrobici è in ampia misura riconducibile all'abuso di antibiotici, e segnatamente all'impiego eccessivo;

D.  considerando che numerosi Stati membri non dispongono di un quadro giuridico e normativo solido che disciplini e promuova un utilizzo ragionevole dei farmaci;

E.  considerando che nei soli Stati membri dell'UE, in Islanda e in Norvegia i batteri resistenti agli antimicrobici sono causa di circa 400 000 infezioni e 25 000 decessi ogni anno, per una spesa pari ad almeno 1,5 miliardi di euro in termini di costi sanitari supplementari e perdita di produttività;

F.  considerando che l'incremento della resistenza antimicrobica (AMR) è un fenomeno complesso di natura transfrontaliera, che dipende da diversi fattori interconnessi; considerando che sono necessarie numerose misure d'intervento a vari livelli che esigono una forte collaborazione tra paesi e settori;

G.  considerando che esiste un divario crescente tra l'incremento della resistenza antimicrobica e la messa a punto di nuovi agenti antimicrobici; considerando che, dagli anni '70, sono stati messi a punto solo tre nuovi antibiotici per somministrazione sistemica attivi contro i batteri Gram-positivi(12); considerando che due terzi dei decessi riconducibili alla resistenza antimicrobica nell'Unione europea sono dovuti ai batteri Gram-negativi, senza che sia prevista in tempi rapidi l'immissione sul mercato di alcun nuovo farmaco;

H.  considerando che, vista l'assenza di progressi nello sviluppo di nuovi farmaci antibatterici, è di primaria importanza che l'impiego efficace degli antimicrobici esistenti sia preservato quanto più a lungo possibile attraverso l'uso prudente, misure preventive per contenere l'infezione, le vaccinazioni, i trattamenti alternativi e il dosaggio controllato degli antimicrobici;

I.  considerando che l'unico vaccino contro la tubercolosi (TB) attualmente disponibile (BCG) è stato sviluppato oltre 90 anni fa e che non offre protezione contro la forma di tubercolosi più comune, ovvero la tubercolosi polmonare;

J.  considerando che per il trattamento della tubercolosi ci si avvale di antibiotici sviluppati decine di anni fa, molti dei quali presentano gravi effetti collaterali tossici;

K.  considerando che la resistenza antimicrobica riguarda l'uomo e gli animali e comporta conseguenze pericolose sia per la salute umana sia per quella degli animali; considerando che vi è un legame tra l'uso di antimicrobici negli animali e la diffusione della resistenza negli esseri umani che richiede ulteriori ricerche, nonché un approccio strategico coordinato e multisettoriale alla resistenza antimicrobica, basato sul principio «One Health», rivolto a operatori e utenti di ogni settore;

L.  considerando che mancano ancora dati sufficientemente dettagliati e comparabili a livello europeo ai fini di un'analisi e di un monitoraggio transnazionale completo in grado di porre in relazione l'utilizzo degli antimicrobici e la resistenza antimicrobica;

M.  considerando che, nonostante l'obiettivo prioritario degli allevatori di mantenere il loro bestiame sano e produttivo mediante buone prassi agricole (igiene, mangime adeguato, allevamento adeguato e buona gestione degli animali), gli animali possono comunque ammalarsi, e dovrebbero essere disponibili, per il trattamento della malattia, terapie e farmaci veterinari adeguati;

N.  considerando che, sinora, non è stata adottata una definizione standard di «trattamento preventivo» e che le diverse interpretazioni del termine danno adito a costanti divergenze di opinione;

O.  considerando l'esigenza di diffondere conoscenza e consapevolezza tra i soggetti interessati dall'impiego di antimicrobici, tra cui i responsabili delle politiche, gli operatori sanitari e il pubblico in generale, al fine di innescare i necessari cambiamenti nel comportamento di coloro che prescrivono e somministrano tali farmaci nonché dei cittadini;

P.  considerando che gli antimicrobici sono tuttora disponibili senza prescrizione in determinati Stati membri, e che tale prassi aggrava il problema della resistenza antimicrobica;

Q.  considerando che la mancata osservanza delle norme igieniche basilari in ambienti umani come le abitazioni private, e non solo negli ospedali, causa un'ulteriore diffusione di agenti patogeni antimicrobici;

R.  considerando che i prodotti a uso diagnostico rivestono un ruolo di vitale importanza nella lotta alla resistenza antimicrobica, in quanto promuovono approcci al trattamento più mirati;

1.  ritiene che, mentre la quasi totalità degli Stati membri ha messo a punto strategie nazionali in materia di resistenza antimicrobica in conformità alla raccomandazione del Consiglio sull'uso prudente degli agenti antimicrobici nella medicina umana, i progressi nel conseguimento degli obiettivi fissati sono stati lenti e disuguali; chiede un fermo impegno dei governi per un'attuazione completa e tempestiva a livello nazionale;

2.  accoglie con favore il piano d'azione strategico quinquennale della Commissione sulla resistenza agli antimicrobici, ma esprime preoccupazione in merito al fatto che molti dei punti d'azione replicano misure stabilite oltre un decennio prima nella raccomandazione del Consiglio del 15 novembre 2001 sull'uso prudente degli agenti antimicrobici nella medicina umana;

3.  osserva che, pur andando nella direzione giusta, il piano d'azione della Commissione non è sufficiente per contenere il crescente rischio globale di resistenza antimicrobica; ritiene che le misure raccomandate nel medesimo debbano essere attuate quanto prima; invita pertanto la Commissione a elaborare una tabella di marcia integrata che definisca le pertinenti risposte a livello di politica, compresa un'eventuale azione legislativa;

4.  rileva che il piano d'azione dovrebbe riguardare tutti gli animali contemplati dalla strategia dell'UE per il benessere degli animali, compresi ad esempio quelli da compagnia e quelli utilizzati per attività sportive, e che dovrebbe evidenziare il nesso logico tra salute degli animali e uso degli antimicrobici, come pure la correlazione tra salute degli animali e salute umana;

Uso prudente degli antimicrobici nella medicina umana e veterinaria

5.  sottolinea che l'obiettivo primario di qualsiasi strategia in materia di resistenza antimicrobica è quello di preservare l'efficacia degli antimicrobici esistenti facendone un uso responsabile, allo stadio terapeutico adeguato, esclusivamente ove strettamente necessario e dietro stretta prescrizione medica, per un periodo di tempo specifico e secondo il dosaggio appropriato, e limitando il ricorso agli antimicrobici in generale, e specialmente agli antibiotici molto importanti (CIA, Critically-Important Antimicrobials)(13) nella medicina umana e veterinaria, tenendo conto altresì dell'elenco dell'OIE; sottolinea l'assoluta necessità di un approccio olistico attivo basato su una prospettiva di tipo «One Health» al fine di ottenere un coordinamento migliore e più efficace tra il settore della salute umana e il settore veterinario; chiede che venga rafforzata la sorveglianza dell'uso di antimicrobici nei bambini in età neonatale e nella prima infanzia, nonché nel trattamento clinico, dove si ravvisi la necessità di controllare e misurare l'impiego di antimicrobici;

6.  rileva che l'uso di antimicrobici a livelli subterapeutici è vietato nell'Unione europea;

7.  sottolinea che sono necessari nuovi interventi per controllare l'uso degli antimicrobici nella medicina umana e veterinaria; disapprova energicamente il sistematico uso profilattico degli antimicrobici negli allevamenti; avalla le conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2012, con cui si invitano gli Stati membri a limitare l'uso profilattico degli antimicrobici a casi con esigenze cliniche definite e a limitare la prescrizione e l'utilizzo di antimicrobici per il trattamento del bestiame ai casi in cui il veterinario abbia stabilito la presenza di una chiara giustificazione clinica e, ove opportuno, epidemiologica per il trattamento di tutti gli animali; sottolinea che l'allevamento e l'acquacoltura debbano concentrarsi sulla prevenzione delle malattie tramite buone condizioni di igiene, di stabulazione e di allevamento, nonché attraverso rigorose misure di biosicurezza, anziché sull'uso profilattico degli antibiotici; ritiene che occorra rafforzare i controlli sull'importazione di prodotti alimentari dagli Stati non membri dell'UE, in particolare alla luce del rischio che tali importazioni contengano tracce irregolari di antimicrobici;

8.  rileva che la resistenza antimicrobica negli animali varia a seconda delle specie e delle diverse forme di allevamento;

9.  invita l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a prestare particolare attenzione al compito di monitoraggio e analisi della situazione relativa alla resistenza antimicrobica nel bestiame in tutta l'UE;

10.  chiede un uso prudente e responsabile degli antimicrobici negli animali nonché una migliore informazione dei veterinari e degli agricoltori, che permetta loro di ridurre al minimo lo sviluppo di resistenze antimicrobiche; sollecita lo scambio delle migliori prassi per contrastare lo sviluppo della resistenza antimicrobica, quali gli orientamenti sull'uso prudente degli antimicrobici;

11.  invita gli Stati membri a impiegare sistemi elettronici di registrazione per assicurare che i modelli di utilizzo delle singole aziende siano appropriati, in modo da garantire un uso responsabile e quanto più possibile limitato;

12.  sottolinea la necessità di rivedere le disposizioni relative alle misure in materia di benessere degli animali d'allevamento, al fine di ridurre il ricorso ai farmaci veterinari; invita la Commissione a riesaminare le disposizioni vigenti in materia di densità massima di animali negli allevamenti, visto che, oggigiorno, le dimensioni delle mandrie ostacolano spesso il trattamento dei singoli capi o dei gruppi più piccoli di animali, incentivando l'uso profilattico di antibiotici; ritiene che linee di allevamento resistenti alle malattie possano contribuire a garantire un minor ricorso a farmaci veterinari ai fini dell'allevamento, ma è del parere che ciò non debba sostituirsi a buone pratiche di gestione delle aziende agricole e di allevamento;

13.  concorda con la Commissione sulla necessità di rafforzare il quadro regolamentare nel settore dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati e chiede che venga mantenuta la coerenza nella formulazione e nell'applicazione delle norme dell'UE;

14.  sollecita l'introduzione di approcci affidabili in materia di allevamento degli animali ai fini di una considerevole diminuzione della resistenza antimicrobica; osserva che occorre prestare particolare attenzione all'allevamento degli animali giovani, che spesso provengono da allevatori diversi e sono quindi esposti ai rischi di infezione quando vengono raggruppati;

15.  invita la Commissione a presentare una proposta legislativa destinata al settore veterinario per limitare l'uso degli antibiotici molto importanti di terza e quarta generazione destinati alla terapia umana; sottolinea che qualsiasi proposta in tale direzione deve fondarsi su linee guida europee basate sull'esperienza in materia di uso prudente degli antimicrobici nella medicina veterinaria;

16.  ritiene che la revisione in corso della direttiva 2001/82/CE offra un'importante opportunità per adottare misure efficaci intese a ridurre la resistenza antimicrobica attraverso il rafforzamento delle disposizioni relative ai farmaci veterinari, quali:

   la limitazione del diritto di prescrivere antibiotici solo ai veterinari professionalmente qualificati;
   la distinzione tra il diritto di prescrivere e quello di vendere gli antimicrobici, eliminando così gli incentivi economici alla prescrizione;

17.  invita la Commissione a dare seguito al proprio piano d'azione contro la resistenza antimicrobica mediante iniziative concrete per implementare le 12 azioni e a pubblicare la relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione contro la resistenza antimicrobica entro la fine del 2013, sottolineando che la relazione che dovrebbe includere un riepilogo della riduzione dell'uso di antimicrobici veterinari conseguita in ciascuno Stato membro;

18.  sottolinea che esistono differenze sostanziali tra gli Stati membri in relazione alle modalità di utilizzo e di distribuzione degli antibiotici; invita la Commissione a valutare e a monitorare l'attuazione, da parte degli Stati membri, della pertinente normativa UE in materia di antimicrobici, soprattutto per quanto concerne l'uso degli antibiotici solo dietro prescrizione nel settore della salute umana e nel settore veterinario e il divieto di utilizzare antimicrobici come promotori della crescita nell'alimentazione degli animali;

19.  chiede alla Commissione di esaminare le condizioni di prescrizione e di vendita applicate agli antimicrobici al fine di accertare se le pratiche adottate nella medicina umana e veterinaria possano comportare prescrizioni eccessive oppure utilizzi sproporzionati o impropri degli antimicrobici;

20.  invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare gli sforzi tesi ad assicurare che in tutti gli ospedali siano presenti epidemiologi ospedalieri;

21.  chiede alla Commissione di monitorare l'uso del nanoargento nei prodotti al consumo, in quanto esso potrebbe aumentare la resistenza dei microorganismi all'argento, inclusi il nanoargento e i composti a base di argento, con il rischio di limitare l'utilità del nanoargento nei dispositivi medici e in altre applicazioni mediche;

22.  sottolinea che, per consentire una riduzione dell'utilizzo degli antimicrobici, è necessario migliorare l'accuratezza delle diagnosi e, pertanto, fare maggiore ricorso alla diagnostica;

23.  invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare sforzi regolari volti a studiare le epidemie ospedaliere e il possibile ruolo svolto in tale contesto dalla diffusione di cloni farmacoresistenti;

Prevenzione

24.  accoglie con favore, nella prospettiva di limitare l'utilizzo improprio degli agenti antimicrobici e l'accesso incontrollato ad essi, dovuti tra l'altro al sempre più diffuso fenomeno delle vendite illegali online, le iniziative degli Stati membri finalizzate a rivedere lo status giuridico di tutti gli antimicrobici somministrati per via orale, parenterale o per inalazione (inclusi farmaci antimalarici, antivirali e antimicotici) che i pazienti possono ancora ottenere senza prescrizione; sottolinea che gli antimicrobici non dovrebbero essere disponibili senza prescrizione, poiché ciò incoraggia l'automedicazione, spesso sulla base di considerazioni inaccurate; invita gli Stati membri a mettere in guardia dalla vendita di antimicrobici senza prescrizione medica come pure dalla loro vendita illegale sia nel settore della salute umana sia nel settore veterinario;

25.  osserva che i vaccini svolgono un ruolo importante nel limitare lo sviluppo della resistenza antimicrobica in quanto riducono la quantità degli agenti antimicrobici necessari per trattare le infezioni nell'uomo e negli animali, ma ritiene che nel settore veterinario l'utilizzo dei vaccini non debba sostituirsi a buone pratiche di gestione delle aziende agricole e di allevamento; invita la Commissione a considerare quali misure di prevenzione ulteriori possano essere adottate per ridurre la diffusione di infezioni e malattie nell'allevamento di bestiame;

26.  suggerisce che siano adottate misure atte a promuovere sistemi di allevamento sostenibili, basati su corrette pratiche gestionali, che permettano di ottimizzare l'uso efficiente delle risorse e di ridurre la dipendenza degli imprenditori agricoli da fattori di produzione costosi e non sostenibili che comportano rischi elevati per l'ambiente e la salute pubblica;

27.  invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare e promuovere, in collaborazione con le competenti agenzie dell'UE, orientamenti relativi a un uso prudente degli antimicrobici che consentano di ridurre l'esposizione non necessaria e impropria agli stessi nel quadro di un approccio olistico in materia di medicina umana e veterinaria, allevamento del bestiame, agricoltura, acquacoltura e orticoltura;

28.  chiede alla Commissione, nell'ambito dell'imminente revisione della legislazione europea in materia di farmaci veterinari, di classificare i mangimi medicati come «farmaci» e non come «mangimi», al fine di garantire che in futuro il delicato settore dei mangimi medicati sia monitorato in conformità della legislazione sui farmaci e sottoposto a ispezioni ufficiali, e che i mangimi medicati siano soggetti all'obbligo di prescrizione;

29.  sottolinea che la prevenzione e il controllo delle infezioni sono fondamentali nella lotta alla resistenza antimicrobica; invita gli Stati membri a migliorare il controllo delle infezioni nonché a innalzare e a promuovere gli standard igienici, in particolare per quanto concerne l'igiene delle mani e gli ambienti sensibili quali le strutture sanitarie, al fine di prevenire la diffusione di infezioni e ridurre la necessità di antibiotici; chiede alla Commissione e agli Stati membri di incrementare lo scambio di migliori prassi in materia di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria nonché di approfondire la ricerca sull'epidemiologia delle infezioni di questo tipo dovute allo stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA), al Clostridium difficile e ad altri organismi multifarmacoresistenti emergenti;

Sviluppo di nuovi antimicrobici o di trattamenti alternativi

30.  invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo di modelli commerciali di partenariato pubblico-privato (PPP) nuovi e innovativi, che scindano gli investimenti nelle attività di R&S destinate alla messa a punto di nuovi antibiotici e strumenti diagnostici dalle operazioni di vendita, al fine di ampliare l'accessibilità e la sostenibilità economica e di limitare l'impiego inutile degli antimicrobici;

31.  chiede che siano svolte ricerche ulteriori e meglio coordinate sui nuovi antimicrobici, sulle alternative esistenti (vaccinazioni, biosicurezza, miglioramento genetico per aumentare la resistenza) e sulle strategie basate su elementi concreti per prevenire e controllare le malattie infettive negli animali;

32.  invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare le attività di R&S al fine di mettere a punto nuovi strumenti per combattere la tubercolosi e, in particolare, la tubercolosi farmacoresistente;

33.  invita la Commissione a investire in attività di R&S finalizzate a individuare alternative all'uso degli antimicrobici nella produzione zootecnica e a sostenere l'innovazione nelle pratiche agricole, in linea con gli obiettivi del futuro partenariato europeo per l'innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura;

34.  pone l'accento sulla necessità di adottare un approccio restrittivo all'utilizzo, nella medicina umana e veterinaria, degli antibiotici molto importanti (CIA) come pure delle tecnologie e degli agenti antimicrobici di nuovo sviluppo; sottolinea l'importanza di limitare l'uso dei CIA a casi specifici;

35.  invita la Commissione e gli Stati membri a prendere in considerazione nuovi approcci normativi, fra cui i diritti di proprietà intellettuale trasferibili e la proroga dei brevetti, nell'ottica di incoraggiare gli investimenti del settore privato a favore della messa a punto degli antimicrobici;

36.  rileva l'importanza di avere accesso a strumenti diagnostici rapidi, affidabili e convenienti nello sviluppo di nuove strategie di trattamento;

37.  invita la Commissione e gli Stati membri a prendere in considerazione nuovi approcci normativi, orientati alla concessione di sussidi a favore delle attività di ricerca finalizzate allo sviluppo di nuovi antimicrobici, che possano dare risultati positivi dal punto di vista fiscale sia per il settore pubblico che per quello privato;

38.  sollecita la Commissione e gli Stati membri a incrementare gli incentivi a favore della cooperazione tra il settore pubblico e il settore privato al fine di rafforzare le attività di R&S sugli antimicrobici; ritiene che la condivisione di conoscenze e la messa in comune di risorse tramite partenariati pubblico-privato innovativi saranno fondamentali per assicurare l'efficacia clinica e la disponibilità degli antimicrobici esistenti;

39.  invita la Commissione a garantire che, nel quadro della strategia Europa 2020, gli imprenditori agricoli di tutti gli Stati membri dell'UE abbiano accesso a strumenti intelligenti, efficaci e alternativi per curare il bestiame, anche in relazione agli usi minori e alle specie minori (MUMS), che devono attualmente far fronte a una sostanziale carenza di farmaci veterinari;

40.  chiede alla Commissione di garantire lo sviluppo e la disponibilità presso le aziende agricole di un maggior numero di strumenti che consentano di procedere in modo precoce e rapido alla diagnosi e al controllo delle malattie, nonché un sistema diagnostico ad ampio raggio ed efficace a livello degli Stati membri in grado di garantire la produzione tempestiva di risultati nel caso in cui vengano effettuati esami batteriologici;

Monitoraggio e relazioni

41.  invita la Commissione e gli Stati membri a ricercare una cooperazione e un coordinamento maggiori nelle procedure di individuazione precoce, allerta e risposta coordinata relative ai batteri patogeni resistenti agli antimicrobici negli esseri umani, negli animali, nei pesci e nei prodotti alimentari al fine di monitorare costantemente la portata e l'incremento della resistenza antimicrobica; esorta gli Stati membri, in questo contesto, a istituire banche dati nazionali secondo criteri uniformi, nelle quali rivenditori, veterinari e imprenditori agricoli siano tenuti a documentare la somministrazione e l'impiego di antibiotici;

42.  sottolinea che in alcuni Stati membri mancano tuttora informazioni affidabili sull'uso degli antimicrobici; pone l'accento sull'importanza di istituire un'efficace rete europea dei sistemi nazionali di sorveglianza nel settore della salute umana e nel settore veterinario, sulla base di standard uniformi per tutti gli Stati membri, al fine di consentire la raccolta di dati di riferimento chiari, comparabili, trasparenti e tempestivi sull'utilizzo dei farmaci antimicrobici; ritiene che tale rete dovrebbe basarsi sulle reti di monitoraggio esistenti gestite dall'EFSA, sulla rete dell'ECDC preposta al controllo europeo sul consumo degli antibiotici (ESAC-net), sulla rete europea di sorveglianza della resistenza antimicrobica dell'ECDC (EARS-net), sulla rete dell'ECDC per le malattie di origine alimentare e idrica (FWD-net) e sulla sorveglianza europea del consumo di antimicrobici quali medicinali veterinari dell'EMA (ESVAC);

43.  è del parere che i dati raccolti sull'uso degli antibiotici debbano essere accessibili soltanto agli esperti, alle autorità e ai responsabili decisionali interessati;

44.  ricorda di aver sottolineato, nella sua risoluzione del 12 maggio 2011 sulla resistenza agli antibiotici, che occorre farsi un'idea precisa di quando, dove, come e in quali animali vengano utilizzati gli antimicrobici; ritiene che la Commissione debba raccogliere, analizzare e rendere pubblici tali dati senza indugio; reputa che i dati raccolti debbano essere armonizzati e resi comparabili per consentire un'analisi corretta e un'azione efficace, coordinata, specifica in funzione della specie e adeguata ai diversi tipi di allevamento, al fine di combattere la resistenza antimicrobica a livello sia dell'UE sia degli Stati membri;

45.  invita la Commissione a includere, nella sua relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione contro la resistenza antimicrobica, una panoramica delle riduzioni conseguite da ciascuno Stato membro in relazione all'uso di antimicrobici veterinari;

46.  chiede alla Commissione di obbligare gli Stati membri ad assicurare un monitoraggio integrato e più efficace dell'uso degli antibiotici in zootecnia attraverso il ricorso a banche dati; rileva che è obbligatorio registrare l'uso di antibiotici nelle aziende agricole;

47.  invita gli Stati membri ad assicurare un monitoraggio e un controllo della resistenza antimicrobica distinti per gli animali d'allevamento, gli animali domestici, gli animali da corsa ecc., senza tuttavia generare ulteriori oneri finanziari o amministrativi per gli agricoltori, gli allevatori o i veterinari;

48.  sollecita gli Stati membri a promuovere una più stretta collaborazione intersettoriale tra le autorità e i settori interessati con l'obiettivo di incoraggiare un approccio più integrato tra medicina veterinaria e umana, nonché a monitorare l'attuazione delle strategie nazionali in materia di resistenza antimicrobica;

49.  pone l'accento sulla necessità di sostenere i sistemi di produzione alimentare sostenibili, che rispetto ai sistemi di ''allevamento industriale'' sono potenzialmente meno esposti alla resistenza antimicrobica;

50.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che in futuro le attività di misurazione e segnalazione relative all'uso di antimicrobici nel settore della salute umana e nel settore veterinario siano ampliate e prevedano l'indicazione non soltanto della quantità totale di antimicrobici utilizzati, ma anche dei tipi di antimicrobici, della durata del trattamento, ecc.;

Comunicazione, istruzione e formazione

51.  osserva che, affinché sia possibile promuovere un utilizzo appropriato degli antimicrobici, occorre un cambiamento nella mentalità, nelle prassi e nell'istruzione di pazienti, imprenditori agricoli, farmacisti, medici, veterinari e altri operatori nell'ambito della medicina umana e veterinaria; ritiene che, ai fini di una maggiore consapevolezza in merito alle conseguenze dell'utilizzo improprio degli antimicrobici, sia opportuno adottare misure più efficaci e continuative nel campo dell'istruzione e della formazione nonché assicurare un'informazione ad ampio raggio nelle scuole, generalmente a partire da una giovane età, sia a livello nazionale che europeo;

52.  osserva che tra le applicazioni più comuni degli antibiotici figura il trattamento del normale raffreddore, e che sarebbe possibile ottenere risultati positivi informando il pubblico che il raffreddore è un'infezione virale, mentre gli antibiotici offrono protezione soltanto contro le infezioni batteriche;

53.  accoglie con favore l'istituzione della Giornata europea di informazione sugli antibiotici, che sarà celebrata il 18 novembre di ogni anno con l'obiettivo di promuovere l'uso responsabile degli antimicrobici; ritiene, tuttavia, che la visibilità e le potenzialità di questa iniziativa potrebbero essere ottimizzate in modo più efficace attraverso un maggiore sostegno politico a livello nazionale ed europeo, un approccio più ampio che comprenda anche gli animali nonché campagne coordinate, innovative e a forte impatto basate sull'esperienza derivante dalle iniziative di successo a livello europeo e internazionale; invita la Commissione a condurre nel corso di tutto l'anno attività di informazione sui dosaggi corretti degli antibiotici prescritti;

54.  chiede alla Commissione – alla luce del fatto che la condivisione delle informazioni con i cittadini, e non solo tra professionisti sanitari e veterinari, è determinante per aumentare la consapevolezza e quindi migliorare la prevenzione – di compilare un inventario delle migliori prassi per l'attuazione di campagne di comunicazione e corsi di formazione professionale efficaci che consentano di sensibilizzare l'opinione pubblica in relazione alla resistenza antimicrobica, tra cui le attività della Piattaforma europea multilaterale per l'uso responsabile dei farmaci sugli animali (EPRUMA), nell'ottica di sostenere l'efficace attuazione di tali campagne di sensibilizzazione;

55.  ritiene che sia necessario elaborare campagne di informazione efficaci per sensibilizzare il pubblico in merito ai rischi della diffusione indesiderata di agenti patogeni negli ospedali e nelle abitazioni private nonché alle soluzioni che consentono di evitare tale diffusione;

56.  invita la Commissione a valutare, in uno studio sul miglioramento del foglietto illustrativo e della scheda riassuntiva dei farmaci, la possibilità di fornire al paziente informazioni migliori sull'antibiotico in questione, ad esempio assicurando che sia inclusa un'avvertenza quale: «Si raccomanda di assumere questo farmaco antibiotico soltanto dietro prescrizione medica e secondo le modalità prescritte. Un uso improprio degli antibiotici può portare a sviluppare una resistenza nociva per se stessi e per gli altri.»;

Cooperazione internazionale

57.  sottolinea che la rapida espansione dei viaggi internazionali e, aspetto ancora più significativo, del commercio globale di alimenti e mangimi potrebbe aumentare la diffusione transfrontaliera della resistenza antimicrobica; ritiene che un'azione internazionale concertata e tempestiva, che consenta di evitare le sovrapposizioni e di assicurare il raggiungimento di una massa critica, costituisca l'unico modo per ridurre al minimo la minaccia per la salute pubblica che la resistenza antimicrobica rappresenta a livello mondiale;

58.  riconosce l'importanza delle iniziative intraprese a livello internazionale dall'OMS, dall'OIE, dalla FAO e dalle altre organizzazioni pertinenti su scala globale; sottolinea tuttavia l'importanza del rispetto in tutto il mondo delle norme e degli orientamenti internazionali adottati; invita la Commissione, nella sua valutazione dell'attuazione dell'attuale piano d'azione contro la resistenza antimicrobica, a riferire in merito ai progressi compiuti dagli Stati membri in relazione ai principali impegni internazionali in materia di resistenza antimicrobica;

59.  accoglie con favore l'istituzione della task force transatlantica sulla resistenza antimicrobica (TATFAR), nonché l'insieme di raccomandazioni, adottate nel settembre 2011, per una futura cooperazione UE-Stati Uniti; sottolinea, in particolare, l'importanza di azioni specifiche volte a:

   raccogliere dati comparabili e condividere i dati sugli antimicrobici umani e veterinari;
   elaborare piani d'azione comuni basati sulle migliori prassi per la gestione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria;
   rafforzare la cooperazione tra la Food and Drug Administration statunitense e l'EMA per quanto concerne gli approcci coordinati che consentono di favorire la messa a punto e la regolamentazione dei farmaci antibatterici, soprattutto nella fase di sperimentazione clinica;

60.  invita la Commissione prendere spunto dal lavoro della TATFAR e a promuovere analoghi impegni multilaterali e bilaterali finalizzati alla prevenzione e al controllo della resistenza antimicrobica in collaborazione con altri partner globali;

61.  esorta la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare e promuovere iniziative globali di gestione del rischio, come l'elenco dell'OMS di antibiotici molto importanti per la medicina umana e l'elenco dell'OIE di antimicrobici di rilevanza veterinaria;

62.  è favorevole a un approccio internazionale al controllo degli antimicrobici contraffatti in conformità delle linee guida dell'OMS;

o
o   o

63.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché agli Stati membri.

(1) Testi approvati, P7_TA(2011)0473.
(2) GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 131.
(3) http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Report/2009/11/WC500008770.pdf
(4) http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/2598.htm EFSA Journal 2012;10(3):2598 [233 pp.].
(5) GU C 151 del 3.7.2009, pag. 1.
(6) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 29.
(7) GU L 34 del 5.2.2002, pag. 13.
(8) GU C 112 E del 9.5.2002, pag. 106.
(9) GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 25.
(10)http://ecdc.europa.eu/en/activities/diseaseprogrammes/TATFAR/Documents/210911_TATFAR_Report.pdf
(11) CAC/GL 77 - 2011.
(12) Il termine si riferisce alla capacità di trattenere o meno la colorazione violetta del colorante impiegato nella colorazione dei microrganismi secondo la tecnica di Gram; la risposta alla colorazione è un comune metodo di classificazione dei batteri.
(13) Relazione della terza riunione del gruppo consultivo dell'OMS sulla sorveglianza integrata della resistenza antimicrobica, 14-17 giugno 2011, Oslo, Norvegia.

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