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Procedura : 2017/2012(INI)
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Ciclo del documento : A8-0167/2018

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A8-0167/2018

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PV 30/05/2018 - 27
CRE 30/05/2018 - 27

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PV 31/05/2018 - 7.9
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P8_TA(2018)0239

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Giovedì 31 maggio 2018 - Strasburgo
Parità di genere ed emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020
P8_TA(2018)0239A8-0167/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 31 maggio 2018 sull'attuazione del documento di lavoro congiunto (SWD(2015)0182) – Parità di genere ed emancipazione femminile: Trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020 (2017/2012(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 18 dicembre 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW),

–  viste la Convenzione sulla lotta contro la tratta degli esseri umani (STCE n. 197) e la Convenzione per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (STCE n. 201),

–  vista la Convenzione del Consiglio d'Europa, dell'11 maggio 2011, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul),

–  vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) del 2012 dal titolo "Marrying Too Young – End Child Marriage" (Troppo giovani per sposarsi – Porre fine al matrimonio infantile),

–  visti la dichiarazione di Pechino del 1995 e la piattaforma d'azione della quarta Conferenza mondiale, nonché gli esiti delle conferenze di revisione,

–  visti il programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo e gli esiti delle conferenze di revisione,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni sulle donne, la pace e la sicurezza 1325 (2000), 1820 (2009), 1888 (2009), 1889 (2010), 1960 (2011), 2106 (2013), 2122 (2013) e 2242 (2015),

–  visto il programma d'azione di Addis Abeba della terza Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo del luglio 2015,

–  visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2016, in particolare i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile 1, 5, 8 e 10,

–  vista l'iniziativa Spotlight UE-ONU,

–  visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visti gli articoli 8 e 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2010-2015 (GAP I),

–  visto il patto europeo per la parità di genere (2011-2020) adottato dal Consiglio il 7 marzo 2011,

–  vista la comunicazione della Commissione del 21 settembre 2010, dal titolo "Strategy for equality between women and men 2010-2015" (Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015) (COM(2010)0491),

–  vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio del 28 aprile 2015, dal titolo "Piano d'azione per i diritti umani e la democrazia (2015-2019) – Mantenere i diritti umani al centro dell'azione dell'UE" (JOIN(2015)0016),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 26 maggio 2015 sulle questioni di genere nel contesto dello sviluppo,

–  visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2016-2020 (GAP II), adottato dal Consiglio il 26 ottobre 2015, e la relativa relazione annuale di attuazione per il 2016, pubblicata il 29 agosto 2017 dalla Commissione europea e dall'Alto rappresentante,

–  visto l'Impegno strategico per l'uguaglianza di genere 2016-2019 della Commissione europea, del 3 dicembre 2015,

–  vista la strategia globale dell'UE per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, del giugno 2016,

–  visto l'articolo 208 TFUE, che sancisce il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, prevedendo che si tenga conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere un impatto sui paesi in via di sviluppo,

–  visto il nuovo consenso europeo in materia di sviluppo,

–  vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sul rinnovo del piano di azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo(1),

–  vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2017 sulla revisione del consenso europeo in materia di sviluppo(2),

–  vista la valutazione dell'attuazione europea del piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2016-2020, pubblicata nell'ottobre 2017 dal Servizio Ricerca del Parlamento europeo,

–  vista la relazione dell'organizzazione COC Nederland sull'attuazione degli orientamenti dell'UE per le persone LGBTI(3),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  viste le deliberazioni congiunte della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere a norma dell'articolo 55 del regolamento,

–  visti la relazione della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e il parere della commissione per gli affari esteri (A8-0167/2018),

A.  considerando che il principio di parità tra donne e uomini è un valore cardine dell'UE ed è sancito nei trattati dell'UE e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e che pertanto l'integrazione della prospettiva di genere deve essere attuata e inclusa in tutte le attività e le politiche dell'UE, in modo tale da garantire l'uguaglianza nella pratica e conseguire uno sviluppo sostenibile; che la parità e l'emancipazione delle donne sono condizioni essenziali per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015, ma costituiscono anche obiettivi autonomi in materia di diritti umani che dovrebbero essere perseguiti a prescindere dai loro benefici per lo sviluppo e la crescita;

B.  considerando che il quinto obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS5) consiste nel conseguire la parità di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze nel mondo e che l'OSS5 deve essere integrato nell'intera agenda 2030 in modo da realizzare progressi in tutti i traguardi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

C.  considerando che nessuna strategia di sviluppo può essere efficace se le donne e le ragazze non svolgono un ruolo centrale;

D.  considerando che il primo piano d'azione sulla parità di genere (2010-2015), GAP I, ha determinato alcuni progressi, ma presentava anche un certo numero di lacune: un campo di applicazione limitato, la mancanza di una pianificazione di bilancio sensibile alle tematiche di genere, una scarsa comprensione del quadro dell'uguaglianza di genere da parte delle delegazioni dell'UE, la mancanza di impegno da parte della leadership dell'UE e la mancanza di architettura istituzionale e di incentivi per motivare e sostenere adeguatamente il personale;

E.  considerando che il Parlamento europeo ha chiesto, nella sua risoluzione dell'8 ottobre 2015, di correggere tali lacune e di adottare numerose altre modifiche, tra cui l'ampliamento del campo di applicazione del GAP e l'aumento della responsabilità a livello gestionale per l'uguaglianza di genere;

F.  considerando che nel 2018 si celebrerà il 70° anniversario dell'adozione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e che il principio di uguaglianza costituisce il fulcro della concezione dei diritti umani della Carta delle Nazioni Unite del 1945, che afferma che tutti gli esseri umani dovrebbero godere dei diritti umani e delle libertà fondamentali "senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione";

G.  considerando che il nuovo piano d'azione II sulla parità di genere 2016-2020 (GAP II) è stato elaborato sulla base delle raccomandazioni del Parlamento, in una prospettiva di cambiamento della cultura istituzionale dell'UE, a livello di servizi centrali e di delegazioni, per creare un cambiamento sistematico in relazione alle modalità con cui l'UE si rapporta al genere, e nell'ottica di trasformare la vita di donne e ragazze attraverso quattro ambiti strategici;

H.  considerando che i quattro ambiti creati all'interno del GAP II sono i seguenti: garantire l'integrità fisica e psicologica delle donne e delle ragazze, promuovere i diritti economici e sociali e l'emancipazione delle donne e delle ragazze, rafforzare la voce e la partecipazione delle donne e delle ragazze, e un pilastro orizzontale che consiste nell'operare un cambiamento della cultura istituzionale dei servizi della Commissione e del SEAE per far sì che gli impegni dell'UE siano rispettati in maniera più efficace;

I.  considerando che, nella sua risoluzione del 3 ottobre 2017 sull'affrontare la riduzione degli spazi della società civile nei paesi in via di sviluppo(4), il Parlamento sottolinea l'importanza di promuovere la parità di genere e l'emancipazione femminile attraverso le relazioni esterne dell'UE;

J.  considerando che è difficile determinare il bilancio destinato alle azioni volte a conseguire la parità di genere dal momento che l'integrazione della dimensione di genere non è ancora inserita in tutti gli stanziamenti di bilancio e in tutte le decisioni di spesa nel quadro di una metodologia per un bilancio di genere; che, secondo la Commissione, gli impegni finanziari dell'UE per la parità di genere sono aumentati, contrariamente alla capacità delle risorse umane della Commissione e del SEAE di gestire tale aumento del volume dell'attività;

K.  considerando che la partecipazione delle donne all'attività economica è essenziale per lo sviluppo sostenibile e la crescita economica;

L.  considerando che la parità di genere è tendenzialmente assente dai sistemi di monitoraggio e dai processi di valutazione di programmi e progetti e che l'analisi di genere è poco utilizzata per ispirare obiettivi, programmi, progetti e dialogo nell'ambito delle strategie nazionali;

M.  considerando che, a un anno dalla sua adozione, è troppo presto per valutare pienamente l'impatto del GAP II; che si raccomanda un intervallo di almeno tre anni dall'intervento strategico o dall'attuazione delle politiche prima di effettuare una valutazione di un'azione dell'UE; che l'obiettivo della presente risoluzione non è dunque quello di discutere gli obiettivi del GAP II, ma di esaminare come gli obiettivi dichiarati siano stati attuati nel suo primo anno e di raccomandare azioni volte a migliorare l'attuazione negli anni futuri;

N.  considerando che la Convenzione sui diritti del fanciullo, firmata da 195 paesi, è giuridicamente vincolante e costituisce uno strumento essenziale per affrontare la situazione di vulnerabilità delle ragazze e la loro necessità di ricevere una protezione e un'attenzione speciali;

O.  considerando che la reintroduzione e l'espansione della politica di Mexico City, la cosiddetta norma "global gag", destano profonda preoccupazione, dal momento che tale norma riduce l'assistenza sanitaria globale degli Stati Uniti destinata a organizzazioni che offrono alle ragazze e alle donne servizi relativi alla pianificazione familiare e alla salute sessuale e riproduttiva; che saranno colpiti i programmi finalizzati ad affrontare l'HIV/AIDS, la salute materna e infantile, gli interventi in materia di Zika e in altri ambiti relativi alla salute e alle malattie, come pure le organizzazioni che forniscono consulenza o rinviano a servizi per l'aborto o li raccomandano – anche se agiscono con fondi propri, fondi non degli Stati Uniti e persino se l'aborto è legale nel loro paese;

P.  considerando che le delegazioni e le missioni dell'UE sono in prima linea nell'attuazione del GAP II nei paesi partner e che la leadership e la conoscenza dei capi e del personale delle delegazioni e delle missioni svolgono un ruolo significativo nel garantire la corretta attuazione del GAP II; che permane un ostacolo di genere all'accesso delle donne alle posizioni direttive e dirigenziali nelle delegazioni dell'UE;

Q.  considerando che solo un terzo di tutte le delegazioni dell'UE opera nel campo dei diritti umani delle persone LGBTI; che gli orientamenti dell'UE per le persone LGBTI non sono applicati in maniera uniforme; che l'attuazione degli orientamenti da parte delle delegazioni dipende fortemente dalla conoscenza e dall'interesse dei singoli ambasciatori piuttosto che da un approccio strutturale;

R.  considerando che le situazioni di conflitto e post-conflitto e le situazioni di fragilità incidono in maniera diversa sugli uomini e sulle donne; che le donne non sono solo vittime, ma anche agenti di un cambiamento positivo, che potrebbe contribuire alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti, al consolidamento della pace, ai negoziati di pace e alla ricostruzione post-conflitto; che le donne e le ragazze possono sperimentare diverse forme di discriminazione ed essere più esposte alla povertà; che una donna su tre nel mondo rischia di subire violenza fisica e sessuale a un certo punto della sua vita; che ogni anno 14 milioni di bambine sono costrette a contrarre matrimonio;

1.  prende atto della pubblicazione, nell'agosto 2017, della prima relazione annuale di attuazione per il 2016, il che è chiaramente indice di una spinta verso l'attuazione del GAP II;

2.  sottolinea che, sebbene l'anno trascorso dall'adozione del GAP II costituisca un lasso di tempo ancora breve, la valutazione dell'indirizzo generale è favorevole e sono state osservate alcune tendenze positive; rileva però anche una serie di difficoltà nella comunicazione e nell'attuazione delle principali priorità e degli OSS legati al genere e nel monitoraggio dei progressi compiuti per tutti gli obiettivi, nonché in termini di integrazione della dimensione di genere nei dialoghi strategici settoriali;

3.  osserva che il GAP II è stato elaborato come documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione; chiede alla Commissione di dimostrare il proprio fermo impegno promuovendolo a futura comunicazione sull'uguaglianza di genere;

4.  rileva che affidarsi alla ricerca di punta sulle politiche e a dati affidabili è essenziale ai fini dello sviluppo delle conoscenze sulla parità di genere e sull'emancipazione femminile, in modo da elaborare politiche e strategie atte a rafforzare la capacità dell'Unione di fare dell'uguaglianza di genere una realtà; invita pertanto il SEAE e la Commissione a prestare particolare attenzione al loro obiettivo di assicurare che sia condotta una valutazione indipendente dell'attuazione delle misure di cui all'allegato 1 del GAP II;

5.  osserva che il GAP II prevede un programma completo che spazia attraverso la totalità dell'agenda dell'UE in materia di politica estera, e valuta favorevolmente, a tale proposito, la scelta di tre pilastri tematici, vale a dire assicurare l'integrità fisica e psicologica di donne e ragazze, promuovere i diritti economici e sociali e l'emancipazione di donne e ragazze, e dare maggior voce a donne e ragazze rafforzando la loro partecipazione; sottolinea che tali pilastri sono intesi ad affrontare i principali fattori e le cause coinvolte nella discriminazione e nell'emarginazione; prende atto altresì del pilastro orizzontale che consiste nell'operare un cambiamento della cultura istituzionale dei servizi della Commissione e del SEAE per far sì che gli impegni dell'UE a favore della parità di genere e dell'emancipazione delle donne siano rispettati in maniera più efficace attraverso le relazioni esterne dell'Unione;

6.  osserva che i fattori e le cause principali di discriminazione ed emarginazione includono la violenza sessuale e di genere contro donne e ragazze, ivi comprese tradizioni perniciose come i matrimoni in età infantile e le mutilazioni genitali femminili, l'accesso insufficiente a settori e servizi sociali di base quali la sanità, l'istruzione, l'acqua, i servizi igienico-sanitari e l'alimentazione, difficoltà nell'accedere alla salute sessuale e riproduttiva e una partecipazione diseguale alle istituzioni pubbliche e private, nonché ai processi decisionali in ambito politico e ai processi di pace;

7.  rammenta che la disuguaglianza di genere si interseca con altre forme di disuguaglianza, aggravandole, e che questa consapevolezza deve orientare la scelta delle priorità e gli impegni di intervento;

8.  chiede che si presti maggiore attenzione, nell'attuazione del GAP II, alle donne e alle ragazze che si trovano ad affrontare ulteriori discriminazioni sulla base della loro etnia, sessualità, disabilità, casta o età, e che vi sia una corrispondente disaggregazione dei dati;

9.  sottolinea che una migliore inclusione delle donne nel mercato del lavoro, un miglior sostegno all'imprenditoria femminile, la tutela delle pari opportunità e della parità di retribuzione tra uomini e donne, nonché la promozione dell'equilibrio fra vita privata e professionale rappresentano fattori essenziali per conseguire una crescita economica inclusiva e di lungo periodo, combattere le disuguaglianze e promuovere l'indipendenza economica delle donne;

10.  accoglie con favore il solido quadro di monitoraggio e responsabilità stabilito per misurare e verificare i progressi nel GAP II e riconosce che la sua maggiore ambizione costituisce una vera opportunità affinché l'UE promuova l'uguaglianza tra donne e uomini nonché l'emancipazione delle ragazze e delle donne nel campo delle relazioni esterne; riconosce, tuttavia, la necessità di una maggiore comprensione e armonizzazione di tale quadro al fine di valutare adeguatamente gli effetti delle azioni dell'UE;

11.  riconosce l'importanza di rafforzare le politiche e le misure intese a promuovere l'istruzione delle ragazze e le relative implicazioni per la loro salute e la loro emancipazione economica; rileva che le ragazze e le giovani donne sono particolarmente vulnerabili e che è necessaria un'attenzione specifica per assicurare loro l'accesso a tutti i livelli di istruzione; chiede, a tale riguardo, che sia tenuto in considerazione il ventaglio di opportunità offerto dalle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (le discipline "STEM");

12.  rileva che un maggiore coinvolgimento dei settori pubblico e privato è fondamentale per promuovere i diritti delle donne e la loro emancipazione economica in diversi settori economici; evidenzia la necessità di garantire l'inclusione e la rappresentanza delle donne nei settori economici emergenti che sono importanti per lo sviluppo sostenibile, ivi compreso il settore TIC; sottolinea che l'attività economica svolge un ruolo importante nel rafforzamento dei diritti delle donne; chiede, in tale contesto, che sia fornito un sostegno maggiore alle PMI locali, in particolare alle imprenditrici, per consentire loro di beneficiare della crescita sostenuta dal settore privato;

13.  sottolinea la necessità di emancipazione delle donne rurali in termini di un migliore accesso ai terreni, all'acqua, all'istruzione, alla formazione, ai mercati e ai servizi finanziari;

14.  invita l'UE a promuovere una maggiore partecipazione delle donne ai processi di mantenimento e di consolidamento della pace e alle missioni dell'UE di gestione militare e civile delle crisi;

Risultati del GAP II

15.  plaude all'espansione del piano d'azione sulla parità di genere a tutti i servizi esterni dell'UE e agli Stati membri e prende atto dei progressi nel cambiamento della cultura istituzionale dell'UE a livello di servizi centrali e di delegazioni, aspetto fondamentale per rafforzare l'efficacia delle iniziative dell'UE e il loro impatto sulla parità di genere; accoglie con favore anche il requisito obbligatorio introdotto dal GAP II per tutti gli attori dell'UE di presentare una relazione annuale sui progressi conseguiti in almeno un ambito tematico; ribadisce, tuttavia, la necessità di rafforzare la leadership e di migliorare continuamente la coerenza e il coordinamento tra le istituzioni e gli Stati membri dell'UE, pur utilizzando le strutture e il bilancio esistenti;

16.  si compiace del fatto che i servizi della Commissione e il SEAE, nonché l'81 % delle delegazioni dell'UE e 22 Stati membri, abbiano presentato relazioni di genere per il 2016; pur nella consapevolezza che potrebbero esistere circostanze che giustifichino la mancata presentazione di relazioni da parte delle delegazioni, si attende che le delegazioni e gli Stati membri intensifichino i loro sforzi e auspica che si registrino continui progressi, anno dopo anno, verso la presentazione di tutte le relazioni; prende atto che permangono disparità consistenti fra gli Stati membri; ricorda che la piena conformità nella presentazione di relazioni sul GAP e nella relativa attuazione sarà fondamentale per conseguire l'obiettivo del GAP II di integrare la dimensione di genere nell'85 % di tutte le nuove iniziative entro il 2020;

17.  si rallegra per i passi concreti intrapresi verso un cambiamento culturale e per l'introduzione di un'analisi di genere obbligatoria per tutte le nuove azioni esterne adottate, cosa che attribuisce la responsabilità generale per la comunicazione di informazioni sul GAP ai capi delle delegazioni dell'UE, come pure per il maggior numero di membri del personale di alto livello impegnati nell'attuazione del GAP II e per la nomina di un numero crescente di "modelli" e di punti di contatto per la dimensione di genere nelle delegazioni dell'UE, sebbene ad oggi soltanto metà delle delegazioni dell'UE abbia un punto di contatto per la dimensione di genere; chiede che l'amministrazione dedichi più tempo alle questioni di genere e che le delegazioni che non l'abbiano ancora fatto istituiscano i loro punti di contatto per la dimensione di genere; sottolinea che tutti i punti di contatto per la dimensione di genere devono essere dotati di tempo e capacità sufficienti per svolgere i loro compiti;

18.  si rammarica che, secondo la relazione del SEAE del novembre 2016, solo alcune delle missioni PSDC dell'UE offrano una formazione riguardo alle molestie sessuali o basate sul genere e osserva che nel 2015 non sono stati denunciati casi di molestie, abusi o violenze sessuali o basati sul genere da parte delle missioni della PSDC; sottolinea l'importanza di applicare una politica di tolleranza zero riguardo ai casi di molestie sessuali o basate sul genere e di sostenere le strutture istituzionali che si occupano della prevenzione della violenza sessuale o di genere; invita il SEAE e gli Stati membri a sostenere tutti gli sforzi tesi a contrastare la violenza sessuale o basata sul genere nelle operazioni internazionali di mantenimento della pace e a garantire che gli autori delle denunce e le vittime siano protetti efficacemente;

19.  si compiace del crescente numero di azioni che hanno una prospettiva di parità di genere (indicatori G1 e G2) e del requisito che prevede che le delegazioni giustifichino i progetti che non presentano tale prospettiva; sottolinea che gli aumenti globali di tali progetti non dovrebbero compromettere i progetti specifici mirati in materia di genere (indicatore G2); raccomanda pertanto un obiettivo specifico per i progetti G2; osserva che non è chiara la complementarietà tra le azioni mirate (G2) e quelle con una dimensione di genere (G1); chiede che siano compiuti ulteriori sforzi per chiarire l'integrazione della dimensione di genere e aumentare le azioni mirate;

20.  osserva che solo alcune componenti ricorrenti della parità di genere sono applicate nella programmazione e nella selezione dei progetti; invita gli attori responsabili dell'attuazione a usare tutta la gamma di ambiti in cui si manifesta la parità di genere;

21.  condanna tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze e tutte le forme di violenza di genere, ivi compresi la tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale, i matrimoni forzati, i delitti d'onore, le mutilazioni genitali femminili e il ricorso alla violenza sessuale quale arma di guerra; invita l'UE e tutti gli Stati membri a ratificare la Convenzione di Istanbul, ovvero il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante inteso a prevenire e combattere la violenza nei confronti delle donne;

22.  deplora il fatto che le donne che sono state o sono vittime di violenza non ricevano un livello di sostegno analogo contro la violenza maschile, in termini di informazioni sui rifugi, sui diritti e servizi di sostegno, sulle linee di assistenza, sui centri per le vittime di stupro ecc., nonché in termini di accesso a tali servizi e prestazione degli stessi; sottolinea che la Convenzione di Istanbul dovrebbe concentrarsi soprattutto sulla violenza degli uomini nei confronti delle donne, affrontando al contempo anche tutta la violenza di genere attraverso la lotta alla violenza motivata da un insieme di vari fattori, tra cui orientamento sessuale, identità di genere ed espressione di genere; sottolinea l'importanza di misure strategiche per combattere in maniera proattiva gli stereotipi di genere e contrastare i modelli di patriarcato, il razzismo, il sessismo, l'omofobia e la transfobia, nonché la normatività di genere e l'eteronormatività;

23.  si rammarica profondamente per il fatto che la programmazione attuale sembrerebbe relegare la dimensione di genere alle situazioni di crisi o di conflitti difficili e che, tra l'altro, ciò abbia fatto sì che molte donne e ragazze vittime di stupro nel contesto di una guerra non possano accedere a un'assistenza non discriminatoria e, in particolare, a cure mediche complete; invita la Commissione ad attuare in maniera sistematica il GAP II anche nei contesti umanitari, ove il piano deve fornire un accesso non discriminatorio ai servizi medici, e a informare attivamente i suoi partner umanitari in merito al fatto che la politica della Commissione prevede che, nei casi in cui la gravidanza minacci la vita di una donna o di una ragazza o causi sofferenza, il diritto umanitario internazionale possa giustificare l'offerta di un aborto sicuro; sottolinea che la fornitura di aiuti umanitari da parte dell'UE e dei suoi Stati membri non dovrebbe essere soggetta a restrizioni imposte da altri partner donatori per quanto riguarda le cure mediche necessarie, ivi compreso l'accesso all'aborto sicuro per le donne e le ragazze vittime di stupro nei conflitti armati; accoglie con favore il fatto che molte delegazioni dell'UE si siano concentrate sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne; insiste, in tale contesto, sulla necessità di garantire la protezione del diritto alla vita e alla dignità di tutte le donne e le ragazze, lottando attivamente contro pratiche nefaste quali il genericidio; sottolinea che occorre porre fine alla pratica dello stupro come arma di guerra e strumento di oppressione e che l'Unione europea deve fare pressione sui governi dei paesi terzi e su tutte le parti interessate nelle regioni in cui si verificano tali violenze di genere, onde porre fine a tale pratica, assicurare alla giustizia i responsabili e cooperare con le persone sopravvissute e le donne e le comunità interessate, per aiutarle a guarire e ristabilirsi;

24.  sottolinea che il rispetto universale della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, nonché la possibilità di accedervi, contribuiscono al conseguimento di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla salute, tra cui l'assistenza prenatale e le misure volte a evitare le nascite ad alto rischio e ridurre la mortalità infantile e post-infantile; evidenzia che l'accesso alla pianificazione familiare, ai servizi per la salute materna e all'aborto legale in condizioni di sicurezza sono elementi importanti per salvare la vita delle donne; deplora, tuttavia, il fatto che le priorità relative alla pianificazione familiare o alla salute riproduttiva siano trascurate in termini sia di finanziamenti che di programmi; è preoccupato per il fatto che nessuna delegazione dell'UE nelle regioni del Medio Oriente e Africa settentrionale e dell'Europa orientale e Asia centrale abbia scelto alcun indicatore relativo alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, nonostante le notevoli necessità di queste regioni in tale ambito; invita le delegazioni dell'UE nelle suddette regioni a rivalutare questi dati preoccupanti per determinare se possano essere legati a questioni di errata comunicazione o se sia necessario integrare i programmi vigenti con azioni mirate in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, approfittando del riesame intermedio della programmazione; sottolinea che occorre mantenere nella relazione annuale il capitolo specifico sulla salute sessuale e riproduttiva e sui relativi diritti al fine di valutare realmente l'effetto di trasformazione del GAP II e assicurare che i progressi in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti siano adeguatamente rilevati dall'approccio metodologico della relazione;

25.  prende atto che dalla relazione emerge la necessità di rafforzare il sostegno alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti quale presupposto per la parità di genere e l'emancipazione delle donne, come pure la necessità di dotarsi di strumenti adeguati per misurare i progressi al fine di garantire un accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, come stabilito conformemente all'impegno dell'UE ad aderire al programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, alla piattaforma d'azione di Pechino e ai documenti finali delle rispettive conferenze di revisione, nonché all'obiettivo di sviluppo sostenibile 5.6; ricorda altresì, a tale proposito, gli obiettivi di sviluppo sostenibile 3.7 e 5.3;

26.  deplora il fatto che, in un contesto di riduzione degli spazi della società civile, l'obiettivo 18 incentrato sulle organizzazioni per i diritti delle donne e sui difensori dei diritti umani delle donne riceva scarsa attenzione; è preoccupato per il fatto che alla priorità tematica relativa ai diritti politici e civili, segnatamente la partecipazione delle donne e delle ragazze ai diritti politici e civili, non sia stata attribuita un'importanza sufficiente nell'attuazione del GAP II;

Principali raccomandazioni per la Commissione / SEAE

27.  invita la Commissione e il SEAE ad adottare ulteriori misure per facilitare lo scambio delle migliori pratiche tra delegazioni e unità nel miglioramento della parità di genere e dell'integrazione della dimensione di genere, come la creazione e la promozione di una rete di punti di contatto per la dimensione di genere e la condivisione di esempi più positivi di buone pratiche, includendo, senza limitarvisi, la formulazione, l'attuazione e l'analisi di genere sistemica dei programmi, nonché per garantire che le analisi di genere influiscano in modo efficace sui programmi attuati dalle delegazioni dell'UE;

28.  rileva che sono stati compiuti notevoli progressi in diversi ambiti prioritari, sebbene si siano registrati miglioramenti più lenti rispetto a quanto ci si sarebbe potuto aspettare; invita la Commissione a esaminare attraverso uno studio i motivi in base ai quali determinati obiettivi tematici e ambiti prioritari sono tenuti in considerazione più spesso dalle delegazioni dell'UE e conseguono maggiori progressi;

29.  chiede di rafforzare le capacità in risorse umane dedicate all'integrazione della prospettiva di genere all'interno dei servizi della Commissione attraverso azioni di formazione mirate, la riorganizzazione delle strutture esistenti e l'assunzione di personale aggiuntivo; suggerisce che il rafforzamento della formazione del personale, specialmente degli alti funzionari con incarichi gestionali, comprendente una formazione specifica sulle questioni di genere nei gruppi più vulnerabili, e l'istituzione di un punto di contatto per la dimensione di genere in ciascuna unità e di un gruppo di coordinamento per tali questioni tra le unità delle DG DEVCO, NEAR ed ECHO e del SEAE, contribuirebbero a una migliore integrazione della prospettiva di genere nelle unità di politica esterna; ritiene che i miglioramenti e l'ulteriore specializzazione nella formazione in materia di parità di genere dovrebbero essere altresì resi disponibili ai partner locali a livello governativo e tra gli attori non statali, comprese le ONG;

30.  sottolinea la necessità di garantire coerenza e complementarità tra tutti gli strumenti e tutte le politiche per l'azione esterna dell'UE esistenti con riferimento all'integrazione della dimensione di genere, ivi compresi il nuovo consenso in materia di sviluppo, il pacchetto di risorse dell'UE sull'integrazione della dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia;

31.  accoglie con favore la nota orientativa dell'8 marzo 2016 che delinea le risorse e gli strumenti per l'attuazione del GAP II applicabile alla DG DEVCO e al SEAE e chiede che venga fornita una nota orientativa per tutti i servizi europei coinvolti nell'attuazione del GAP II;

32.  accoglie con favore l'avvio dell'iniziativa congiunta globale sul genere UE-ONU (iniziativa Spotlight), in linea con l'obiettivo del GAP II di far fronte alla violenza sessuale e di genere e a pratiche nefaste quali la mutilazione genitale femminile, i matrimoni precoci e forzati o la tratta di esseri umani; osserva, tuttavia, che l'iniziativa Spotlight affronta principalmente elementi dell'agenda che rappresentano già una preoccupazione condivisa a livello globale, come confermato dalla relazione di attuazione, e pertanto sottolinea la necessità di promuovere la parità di genere in maniera più inclusiva, mediante un'adeguata combinazione di programmi e modalità; chiede che l'iniziativa Spotlight sia dotata di fondi aggiuntivi non ancora destinati alla parità di genere; invita la Commissione ad avvalersi del riesame intermedio dei suoi programmi internazionali di cooperazione per accrescere il finanziamento del pacchetto di risorse sul genere al fine di realizzare gli ambiziosi obiettivi del GAP II, inclusa l'integrazione della prospettiva di genere nella cooperazione bilaterale e attraverso i programmi tematici;

33.  sottolinea che l'UE deve promuovere e integrare il principio di parità tra donne e uomini nelle sue relazioni esterne; osserva tuttavia che il collegamento tra commercio e genere non viene affrontato a sufficienza nel GAP II e più in generale che l'integrazione della dimensione di genere rimane una sfida multidimensionale; ricorda a tale riguardo che la negoziazione di accordi commerciali, e in particolare dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile che riguardano i diritti dei lavoratori, costituisce uno strumento importante per promuovere la parità tra donne e uomini e l'emancipazione delle donne nei paesi terzi; chiede pertanto che la DG TRADE prenda misure per attuare il GAP II nel suo lavoro e che tutti gli accordi commerciali dell'UE includano i diritti delle donne e delle ragazze e la parità di genere, in quanto motori di crescita economica, e rispettino le convenzioni principali dell'ILO sul genere e sui diritti dei lavoratori, incluse quelle sul lavoro coatto e sul lavoro minorile; ricorda la necessità di monitorare l'impatto delle politiche commerciali dell'UE sull'emancipazione delle donne e sulla parità di genere durante la loro attuazione;

34.  osserva che l'emancipazione delle donne e delle ragazze è uno degli obiettivi dichiarati dell'azione esterna dell'UE grazie alla strategia globale per la politica estera e di sicurezza comune; osserva che il ruolo delle donne nei negoziati di pace e nella mediazione così come delineato dal GAP II non è sufficiente; sottolinea il ruolo importante delle donne nel promuovere il dialogo, instaurare un clima di fiducia, creare coalizioni per la pace e introdurre punti di vista diversi circa il significato della pace e della sicurezza, in particolare nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e nella ricostruzione successiva ai conflitti; osserva che la promozione dei diritti delle donne nei paesi in cui sono in corso crisi o conflitti rende le comunità più forti e più resilienti; accoglie con favore la designazione in seno al SEAE di un consigliere principale per le questioni di genere e l'attuazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza; incoraggia il rafforzamento delle azioni degli Stati membri dell'UE e internazionali attraverso le Nazioni Unite, per affrontare con maggiore efficacia gli effetti delle situazioni di conflitto e post-conflitto sulle donne e sulle ragazze; invita la Commissione a sostenere la nuova rete globale dei punti focali per le donne, la pace e la sicurezza; sottolinea l'importanza della risoluzione 2250 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui giovani, la pace e la sicurezza e l'esigenza di trovare i modi migliori affinché l'UE dia attuazione a tale risoluzione;

35.  rammenta la sua richiesta, in riferimento ai negoziati commerciali con il Cile, di includere un capitolo specifico su commercio, parità di genere ed emancipazione delle donne; mette in evidenza che la proposta di introdurre tale capitolo a sé stante in un accordo commerciale viene formulata ora per la prima volta; insiste sulla necessità di conoscere il contenuto di tale capitolo e di valutarlo per prendere di conseguenza decisioni a livello più generale; incoraggia l'UE a introdurre misure trasversali negli accordi commerciali per promuovere l'uguaglianza di genere, procedere allo scambio di buone pratiche e consentire alle donne di trarre maggiore vantaggio dagli accordi commerciali;

36.  invita a raccogliere dati disaggregati in base al sesso nei settori chiave maggiormente interessati dagli accordi commerciali, fornendo un utile strumento per prevedere il più accuratamente possibile gli effetti di questi ultimi sulla vita delle donne e per contrastare ogni eventuale impatto negativo; invita inoltre a creare un meccanismo chiaro per il monitoraggio e il rafforzamento della politica di genere negli accordi commerciali;

37.  accoglie con favore la priorità tematica sull'emancipazione economica e sociale e l'analisi delle barriere nell'accesso alle risorse produttive, ivi comprese la terra e le attività corrispondenti; ribadisce che, sebbene l'UE si sia impegnata a investire nella parità di genere nel settore agricolo, gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) in campo agricolo non sono indirizzati primariamente alle agricoltrici e invita l'UE e gli Stati membri ad assegnare maggiori risorse alle agricoltrici, in linea con l'obiettivo 5 del GAP II;

38.  incoraggia vivamente le istituzioni a migliorare in modo sostanziale la percentuale delle donne nelle delegazioni dell'UE, in particolare nel ruolo di capodelegazione, essendo attualmente 28 su 138 le delegazioni capeggiate da donne, nonché la percentuale delle donne aventi ruolo di capomissione (attualmente 5 su 17); invita pertanto la Commissione e il SEAE ad attuare in maniera efficace politiche mirate per agevolare l'accesso delle donne alle posizioni direttive e dirigenziali; osserva la scarsa presenza delle donne nei processi decisionali, il che indica l'esistenza di barriere invisibili che impediscono loro di occupare posti di maggiore responsabilità;

39.  sottolinea che il successo del GAP II dipenderà, in ultima analisi, dall'impegno coerente e a lungo termine ad alto livello politico e dirigenziale di tutti gli attori dell'UE, nonché dalla disponibilità di risorse umane e finanziarie sufficienti per la sua attuazione e dall'adattamento degli sforzi dell'UE alle realtà locali nei paesi beneficiari; accoglie con favore a tale riguardo l'impegno positivo del Commissario responsabile per la cooperazione internazionale e lo sviluppo e incoraggia un maggior impegno da parte degli altri Commissari; rileva la necessità di una maggiore leadership politica dell'Alto rappresentante e dei dirigenti al fine di aumentare le risorse e la responsabilità e coordinare e rafforzare questo impegno nei prossimi anni; chiede che tutti gli attori dell'UE utilizzino il pacchetto di risorse sul genere per garantire l'applicazione coerente dell'integrazione della dimensione di genere onde realizzare gli obiettivi ambiziosi del GAP II;

40.  condanna fermamente la reintroduzione e l'espansione della "politica di Città del Messico" (la cosiddetta norma "global gag", ossia regola del bavaglio globale) da parte degli Stati Uniti nel gennaio 2017 e le relative ripercussioni a livello mondiale sull'assistenza sanitaria destinata a donne e ragazze e sui diritti di queste ultime; ribadisce il proprio invito all'UE e ai suoi Stati membri a sostenere attivamente i diritti delle donne in tutto il mondo e ad accrescere significativamente i finanziamenti allo sviluppo nazionali e dell'UE a favore della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, in particolare per quanto riguarda l'accesso alla pianificazione familiare e all'aborto legale in condizioni di sicurezza, nell'ottica di ridurre la lacuna finanziaria lasciata dagli Stati Uniti in tale ambito;

41.  invita il SEAE a migliorare l'attuazione degli orientamenti dell'UE per le persone LGBTI e a garantire che le delegazioni dell'UE consultino regolarmente le organizzazioni LGBTI e le informino in merito alle iniziative intraprese in materia di diritti delle persone LGBTI, in modo da assicurare che il livello di partecipazione e le misure adottate dipendano dalle esigenze della comunità LGBTI in un paese e non dall'impegno individuale del personale delle delegazioni, e a coordinare la strategia e l'azione non solo con le ambasciate nazionali degli Stati membri dell'UE, ma anche con le ambasciate di paesi terzi e con le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite;

42.  osserva che saranno necessari finanziamenti adeguati a favore della parità di genere nelle relazioni esterne per sostenere l'impegno politico nei confronti di tale obiettivo; sottolinea che i finanziamenti attuali per le azioni a favore della parità di genere e l'emancipazione delle donne rimangono inadeguati ed esorta a invertire tale situazione nel prossimo QFP;

Principali raccomandazioni per le delegazioni dell'UE

43.  si compiace della flessibilità che il GAP II offre alle delegazioni nella scelta delle priorità in funzione del contesto nazionale, poiché ciò consente un'analisi e una valutazione caso per caso delle esigenze specifiche di ciascun paese o regione, affrontando così la sfida particolare di rafforzare i diritti delle donne e la loro emancipazione economica; raccomanda comunque che le delegazioni siano incoraggiate a dimostrare di aver compiuto progressi almeno in relazione a una priorità per pilastro tematico entro la fine del GAP II per garantire una copertura più uniforme delle diverse aree tematiche, ad esempio rafforzando le politiche e le misure intese a promuovere l'istruzione per le ragazze e le relative implicazioni in termini di salute ed emancipazione economica; esorta a incentrare l'attenzione sulla situazione delle donne e delle ragazze nelle zone colpite dai conflitti nonché sulla violenza di genere, e più in particolare sul ricorso allo stupro quale arma di guerra; ricorda inoltre che le azioni e i progetti finanziati dall'UE dovrebbero sistematicamente mirare a combattere le disuguaglianze e le discriminazioni di genere;

44.  ricorda l'obbligo sancito dai trattati di integrare a dimensione di genere in tutte le attività dell'UE, compresi i dialoghi politici e tutti i dialoghi politici settoriali e in settori quali energia, agricoltura, trasporti, istruzione e amministrazione pubblica che hanno ricevuto finora scarsa attenzione; insiste sulla necessità di integrare la dimensione di genere nei piani nazionali e nei quadri politici al fine di garantire la titolarità e la responsabilità dei paesi partner, ricordando in tal modo l'importanza di sostenere progetti di sviluppo promossi da donne dei paesi in questione; sottolinea l'importanza di collaborare con i paesi partner nell'elaborazione di bilanci nazionali attenti alle questioni di genere;

45.  chiede che sia istituita una linea di bilancio specifica in materia di parità di genere al fine di affrontare in modo più incisivo il problema del tasso di partecipazione e rappresentanza politiche delle donne nei paesi limitrofi dell'UE e all'interno dell'UE; sottolinea che questi programmi dovrebbero essere pienamente integrati con gli obiettivi e i programmi di UN-Women e dovrebbero fissare obiettivi misurabili per poter valutare periodicamente i progressi in materia di parità di genere nel vicinato orientale e meridionale e rafforzare la cooperazione e l'impegno con i governi degli Stati partner al fine di ottenere risultati migliori più velocemente, nel contesto di accordi di partenariato e associazione bilaterali;

46.  osserva che la formazione sull'integrazione della dimensione di genere ha luogo solo in alcune delegazioni e che gran parte del personale formato presentava una situazione contrattuale con incarichi temporanei; invita le delegazioni dell'UE a risolvere tale situazione;

47.  sottolinea l'importanza, nel dialogo politico, di migliorare la partecipazione delle donne all'istruzione e all'attività economica, all'occupazione e all'imprenditorialità come strumento prioritario per migliorare la posizione delle donne nella società;

48.  sottolinea l'importanza di condurre un'analisi di genere sistematica e basata su dati concreti, utilizzando ove possibile dati disaggregati per sesso ed età, consultando e facendo partecipare le organizzazioni della società civile locali e i gruppi femminili, le organizzazioni per i diritti umani e le autorità locali e regionali per la selezione e la valutazione della scelta degli obiettivi, degli strumenti di attuazione e delle fonti di monitoraggio, nonché per l'efficacia e la sostenibilità dei risultati; si compiace del fatto che siano state completate 42 analisi di genere per paese e chiede un rapido completamento per tutti gli altri paesi nonché un utilizzo di gran lunga maggiore dei criteri di uguaglianza di genere nei sistemi di monitoraggio e nei processi di valutazione di programmi e progetti, e chiede che l'analisi di genere contribuisca a definire gli obiettivi, i programmi, i progetti e il dialogo nell'ambito delle strategie nazionali; incoraggia l'UE a esplorare le possibilità di condividere, gestire e aggiornare l'analisi di genere in modo più sistematico, al fine di contribuire a migliorare il coordinamento e non limitare l'analisi di genere a settori politici ovvi come l'istruzione e la salute materna, ma a prendere in considerazione anche settori politici che sono al momento erroneamente ritenuti neutrali sotto il profilo di genere, segnatamente agricoltura, clima o energia;

49.  prende atto del fatto che, nel suo documento di lavoro congiunto dei suoi servizi sul quadro 2016-2020, la Commissione ha riconosciuto che gli investimenti dell'UE nella parità di genere non sono stati misurati in modo sistematico; invita la Commissione ad adottare un approccio chiaro e orientato ai risultati che stabilisca standard elevati per i meccanismi di segnalazione, valutazione e responsabilità, e a promuovere un processo decisionale basato su elementi fattuali per utilizzare le risorse finanziarie disponibili in modo efficiente ed efficace; chiede che venga presentata una relazione per determinare esattamente quanti finanziamenti siano stati destinati all'integrazione della dimensione di genere e identificare gli obiettivi più importanti che sono stati conseguiti;

50.  sottolinea la necessità di migliorare ulteriormente la raccolta di dati a livello nazionale e di elaborare indicatori specifici con obiettivi fissati in base a tali indicatori, nonché l'importanza che il loro monitoraggio sia allineato al quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

51.  ricorda che i diritti delle donne sono diritti umani e invita ad adoperarsi ulteriormente per affrontare le norme sociali e culturali e gli stereotipi di genere nelle società attraverso una maggiore cooperazione con la società civile e le organizzazioni di base che promuovono i diritti e l'emancipazione delle donne, in particolare in contesti di fragilità dello Stato e in situazioni di conflitto ed emergenza; ritiene essenziale creare nuove reti o sviluppare quelle esistenti, coinvolgendo tutti gli attori chiave, compreso il settore privato, e, se possibile, sviluppare partenariati pubblico-privato; sottolinea la necessità di accrescere il ruolo delle donne nell'ambito delle comunità locali e delle ONG nel monitorare le autorità locali e nel chiedere conto a queste ultime del loro operato; pone l'accento sulla necessità di evitare di rappresentare le bambine e le donne come "vulnerabili" e di enfatizzare invece il loro ruolo di agenti di cambiamento e sviluppo, nonché agenti per la pace nella risoluzione dei conflitti; sottolinea che l'inclusione e il coinvolgimento attivo di ragazzi e uomini sono necessari per garantire una reale parità tra donne e uomini; incoraggia pertanto un'ampia educazione al cambiamento comportamentale in materia di violenza di genere, coinvolgendo tutti gli uomini e tutti i ragazzi e tutte le comunità; sottolinea che le norme sociali in merito ai ruoli delle donne e degli uomini pongono le donne in una situazione di maggiore vulnerabilità, segnatamente in relazione alla loro salute sessuale e riproduttiva, e conducono a pratiche nefaste quali mutilazione genitale femminile o matrimoni infantili, precoci e forzati;

52.  invita l'UE a promuovere quadri giuridici e strategie che incoraggino una maggiore e più efficace partecipazione delle donne ai processi di mantenimento e di consolidamento della pace e di mediazione e alle missioni dell'UE di gestione militare e civile delle crisi, in conformità della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza, prestando particolare attenzione alla violenza sessuale connessa ai conflitti; ritiene, a tal fine, che l'analisi dei conflitti sensibile alle specificità di genere, in consultazione con gli attori nell'ambito delle comunità e le organizzazioni femminili, possa consentire una migliore comprensione del ruolo delle donne in situazioni di conflitto;

53.  evidenzia la necessità di stanziamenti di bilancio destinati a programmi di prevenzione dei matrimoni infantili, che mirino a creare un contesto in cui le ragazze possano realizzare appieno il proprio potenziale, in particolare attraverso programmi formativi, sociali ed economici per le ragazze che non frequentano la scuola, sistemi di protezione dei minori, centri di accoglienza per donne e ragazze, consulenza legale e supporto psicologico;

54.  sottolinea l'importanza di aumentare il coinvolgimento, mediante il dialogo e il coordinamento periodici, delle organizzazioni della società civile e di altre parti interessate quali i soggetti responsabili dei diritti umani, della salute o dell'ambiente presso le delegazioni dell'UE, dal momento che tale cooperazione contribuirà a migliorare la visibilità e l'attuazione del GAP II, aumentando in tal modo la responsabilità pubblica per quanto concerne i progressi in materia di parità di genere;

55.  esprime preoccupazione per l'insufficiente attenzione prestata alla protezione dei difensori dei diritti delle donne e delle organizzazioni dei diritti delle donne, considerando la forte pressione cui sono attualmente soggetti a causa della riduzione degli spazi della società civile in molte regioni; esprime altresì preoccupazione per il fatto che la priorità tematica in materia di diritti politici e civili, segnatamente la partecipazione delle donne e delle ragazze ai diritti politici e civili, non è stata enfatizzata nell'attuazione del GAP II;

56.  invita le delegazioni dell'UE a garantire una raccolta dati efficace e periodica sulla violenza nei confronti delle donne e delle ragazze, a formulare raccomandazioni specifiche per paese e a promuovere l'istituzione di meccanismi di protezione e di adeguate strutture di sostegno alle vittime;

Principali raccomandazioni per il Parlamento europeo

57.  incoraggia le delegazioni del Parlamento europeo, nella loro interazione con i paesi partner, a esaminare sistematicamente la programmazione di genere e i risultati dell'analisi di genere e a lavorare per promuovere le pari opportunità e l'emancipazione delle donne, nonché a includere incontri con le organizzazioni femminili nei loro programmi di missione; invita il Parlamento a garantire un miglior equilibrio di genere nella composizione delle sue delegazioni;

58.  chiede alla Commissione di rendere disponibili le relazioni di analisi di genere per paese e di inserirle nei briefing approfonditi per tutte le delegazioni del Parlamento nei paesi terzi;

59.  raccomanda al Parlamento europeo di esaminare periodicamente le future relazioni sull'attuazione del GAP II, se possibile ogni due anni;

Principali suggerimenti per la futura comunicazione delle informazioni

60.  sottolinea la necessità di un metodo semplificato di comunicazione delle informazioni che riduca al minimo la burocrazia; chiede di ultimare le relazioni future di attuazione e di pubblicarle in un arco di tempo più breve; chiede lo sviluppo di un sistema di comunicazione delle informazioni online, modelli chiari e la realizzazione di una guida per facilitare il lavoro delle delegazioni;

61.  sottolinea la necessità dell'inclusione e della rappresentanza delle donne negli ambiti economici che sono importanti per lo sviluppo sostenibile; sottolinea che le imprese possono svolgere un ruolo importante nel rafforzamento dei diritti delle donne; chiede in tale contesto un sostegno maggiore a favore delle PMI locali, in particolare delle imprenditrici, tramite microprestiti, così da consentire loro di beneficiare della crescita sostenuta dal settore privato;

62.  sottolinea la necessità di sostenere il rafforzamento delle capacità e dei meccanismi statistici nazionali nei paesi partner, coordinando efficacemente l'assistenza finanziaria e tecnica al fine di migliorare la misurazione, il monitoraggio e la gestione dei risultati ottenuti nell'ambito dell'integrazione della dimensione di genere;

63.  invita la Commissione a raccogliere dati disaggregati per genere nell'attuazione dei programmi finanziati dall'UE sull'emancipazione delle donne;

64.  sottolinea la necessità non solo di politiche valide per l'integrazione della dimensione di genere, ma anche di relazioni sulle specifiche azioni concrete, in particolare in settori sensibili quali la salute sessuale e riproduttiva, che permettano di verificare l'impatto reale sulla vita di donne e bambine, nonché di uomini e bambini;

65.  ricorda, tuttavia, che la generazione di dati non consiste semplicemente nel raccogliere dati disaggregati per genere e chiede che sia migliorata la raccolta di dati per consentire un'analisi qualitativa della situazione delle donne, ad esempio rispetto alle condizioni di lavoro;

66.  sottolinea la necessità di migliorare l'affidabilità dell'analisi di genere armonizzando i dati raccolti dalle delegazioni dell'UE in modo tale da renderli comparabili;

67.  rileva che è necessario non solo consultare i partner internazionali e nazionali, il mondo accademico, i gruppi di riflessione e le organizzazioni femminili, ma anche assicurare che il loro contribuito e le loro competenze possano concorrere a monitorare le attività e i programmi in materia di parità di genere finanziati dall'UE;

68.  ricorda che è obbligo dell'UE e dei suoi Stati membri rispettare i diritti delle donne e delle ragazze migranti, rifugiate e richiedenti asilo al momento dell'attuazione e della definizione della politica dell'UE in materia di migrazione; chiede, in tale contesto, una rivalutazione dell'impegno dell'EUNAVFOR MED operazione SOPHIA con la guardia costiera libica, alla luce delle segnalazioni di violenze sessuali sistematiche contro le donne nei centri di detenzione sul suolo libico;

69.  rileva che il concetto di integrazione della dimensione di genere è ancora spesso poco compreso e che è necessario migliorare la comunicazione qualitativa, il che consentirebbe di valutare l'attuazione dal GAP nell'ambito delle politiche e dei progetti esistenti; sottolinea la necessità di obiettivi e attività tangibili e vincolati a punti di riferimento chiari e concreti, a un calendario rigoroso e a una valutazione qualitativa dei dati che dimostri l'impatto reale delle misure attuate nei paesi beneficiari, in modo che il GAP II funzioni come un vero e proprio meccanismo per la definizione di priorità e l'attuazione di politiche, anziché un mero strumento per l'elaborazione di relazioni interne;

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70.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU C 349 del 17.10.2017, pag. 50.
(2) Testi approvati, P8_TA(2017)0026.
(3) https://www.ilga-europe.org/sites/default/files/Attachments/report_on_the_implementation_of_the_eu_lgbti_guidelines_2016.pdf
(4) Testi approvati, P8_TA(2017)0365.

Ultimo aggiornamento: 16 luglio 2019Note legali - Informativa sulla privacy