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Procedura : 2018/2770(RSP)
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RC-B8-0315/2018

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Giovedì 5 luglio 2018 - Strasburgo
Crisi migratoria e situazione umanitaria in Venezuela e ai confini del paese
P8_TA(2018)0313RC-B8-0315/2018

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 luglio 2018 sulla crisi migratoria e la situazione umanitaria in Venezuela e lungo i suoi confini terrestri con la Colombia e il Brasile (2018/2770(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Venezuela, in particolare quelle del 27 febbraio 2014 sulla situazione in Venezuela(1), del 18 dicembre 2014 sulla persecuzione dell'opposizione democratica in Venezuela(2), del 12 marzo 2015 sulla situazione in Venezuela(3), dell'8 giugno 2016 sulla situazione in Venezuela(4), del 27 aprile 2017 sulla situazione in Venezuela(5), dell'8 febbraio 2018 sulla situazione in Venezuela(6) e del 3 maggio 2018 sulle elezioni in Venezuela(7),

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali,

–  visto lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale,

–  visto quanto dichiarato l'8 febbraio 2018 dal procuratore della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda,

–  vista la dichiarazione sul Venezuela rilasciata il 31 marzo 2017 dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani,

–  vista la relazione dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), del 22 giugno 2018, dal titolo "Human Rights violations in the Bolivarian Republic of Venezuela" (Violazioni dei diritti umani nella Repubblica bolivariana del Venezuela),

–  vista la dichiarazione congiunta del 28 aprile 2017 del relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di riunione pacifica e di associazione, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, nonché del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria,

–  vista la dichiarazione dei leader del G7 del 23 maggio 2018,

–  viste le dichiarazioni del gruppo di Lima del 23 gennaio 2018, del 14 febbraio 2018, del 21 maggio 2018, del 2 giugno 2018 e del 15 giugno 2018,

–  vista la dichiarazione dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), del 20 aprile 2018, sull'aggravarsi della situazione umanitaria in Venezuela,

–  vista la relazione del Segretariato generale dell'OAS e del gruppo di esperti internazionali indipendenti sulla possibile commissione di crimini contro l'umanità in Venezuela, pubblicata il 29 maggio 2018,

–  viste la relazione pubblicata il 12 febbraio 2018 dalla Commissione interamericana dei diritti dell'uomo (IACHR), dal titolo "Democratic Institutions, the Rule of Law and Human Rights in Venezuela" (Istituzioni democratiche, Stato di diritto e diritti umani in Venezuela), nonché la risoluzione dell'IACHR del 14 marzo 2018,

–  viste le dichiarazioni sui recenti sviluppi in Venezuela rilasciate dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 26 gennaio 2018, 19 aprile 2018 e 22 maggio 2018,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 13 novembre 2017, del 22 gennaio 2018, del 28 maggio 2018 e del 25 giugno 2018,

–  vista la dichiarazione del commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianides in occasione della missione ufficiale in Colombia, svoltasi nel marzo 2018,

–  vista la dichiarazione in data 23 aprile 2018 del suo gruppo per il sostegno alla democrazia e il coordinamento elettorale,

–  visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che la situazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in Venezuela continua a peggiorare; che il Venezuela sta attraversando una crisi politica, sociale, economica e umanitaria senza precedenti, caratterizzata da insicurezza, violenza, violazioni dei diritti umani, deterioramento dello Stato di diritto, mancanza di medicinali e servizi sociali, perdita di reddito e aumento dei tassi di povertà, il che sta costando sempre più vite umane e sta facendo aumentare il numero dei rifugiati e dei migranti;

B.  considerando che in Venezuela un numero crescente di persone, in particolare appartenenti ai gruppi vulnerabili, quali donne, bambini e malati, soffre di malnutrizione a causa del limitato accesso a servizi sanitari di qualità, medicinali, generi alimentari e acqua; che l'87 % della popolazione venezuelana è colpita dalla povertà e che il livello di povertà estrema si colloca al 61,2 %; che la mortalità materna è aumentata del 60 % e quella infantile del 30 %; che nel 2017 i casi di malaria sono aumentati del 69 % rispetto all'anno precedente, il che rappresenta l'aumento più elevato al mondo, e che altre malattie come la tubercolosi e il morbillo stanno per trasformarsi in epidemie;

C.  considerando che, purtroppo, nonostante la disponibilità della comunità internazionale, il governo venezuelano continua ostinatamente a negare il problema e a rifiutarsi di ricevere apertamente aiuti umanitari internazionali nonché di facilitarne la distribuzione;

D.  considerando che la situazione economica è notevolmente peggiorata; che il Fondo monetario internazionale ha previsto che nel 2018 in Venezuela l'iperinflazione aumenterà vertiginosamente al 13 000 %, da una stima di 2 400 % nel 2017, il che comporterà un aumento dei prezzi, in media, di quasi l'1,5 % l'ora;

E.  considerando che una relazione dell'OHCHR pubblicata il 22 giugno 2018 evidenzia l'incapacità delle autorità venezuelane di assicurare alla giustizia i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, uso eccessivo della forza contro i manifestanti, detenzioni arbitrarie, maltrattamenti e torture; che anche gli agenti delle forze di sicurezza sospettati di uccisioni extragiudiziali di manifestanti sembrano godere diffusamente di impunità;

F.  considerando che, secondo la relazione presentata il 29 maggio 2018 dal gruppo di esperti internazionali indipendenti designato dall'OAS, in Venezuela sono stati commessi sette crimini contro l'umanità, risalenti almeno al febbraio 2014, e che il governo stesso si è reso responsabile dell'attuale crisi umanitaria nella regione; che il procuratore della Corte penale internazionale (CPI) ha annunciato l'avvio di un'indagine preliminare su presunti crimini commessi in Venezuela dall'aprile del 2017;

G.  considerando che le elezioni del 20 maggio 2018 si sono svolte senza rispettare né le norme minime internazionali per un processo credibile né il pluralismo politico, la democrazia, la trasparenza e lo Stato di diritto; che ciò crea ulteriori ostacoli per la soluzione della crisi politica; che l'UE, insieme ad altri organismi democratici, non riconosce né le elezioni né le autorità insediatesi con tale processo illegittimo;

H.  considerando che la crisi pluridimensionale in atto in Venezuela sta dando luogo al più grande spostamento di popolazione nella regione; che, secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), il numero totale di venezuelani che hanno lasciato il paese è aumentato drasticamente, passando da 437 000 nel 2005 a oltre 1,6 milioni nel 2017; che circa 945 000 venezuelani hanno lasciato il paese tra il 2015 e il 2017; che nel 2018 il numero totale di persone che hanno lasciato il paese dal 2014 ha superato i 2 milioni; che il numero di venezuelani che hanno chiesto asilo in altri paesi del mondo è aumentato del 2 000 % dal 2014, raggiungendo oltre 280 000 alla metà di giugno 2018;

I.  considerando che 520 000 venezuelani nella regione hanno beneficiato di forme alternative di soggiorno regolare; che in tutto il mondo più di 280 000 venezuelani hanno chiesto lo status di rifugiato; che il numero di venezuelani che hanno chiesto protezione internazionale nell'Unione europea è aumentato di oltre il 3 500 % tra il 2014 e il 2017; che, secondo le stime, oltre il 60 % dei venezuelani si trova ancora in una situazione irregolare;

J.  considerando che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UNOCHA), la Colombia accoglie il maggior numero di sfollati, ospitando oltre 820 000 venezuelani nel proprio territorio; che le città di Cúcuta e Boa Vista, situate al confine con il Venezuela, sono interessate da un forte afflusso di persone, che spesso versano in drammatiche condizioni sanitarie e di malnutrizione; che anche Perù, Cile, Argentina, Panama, Brasile, Ecuador, Messico, Repubblica dominicana, Costa Rica, Uruguay, Bolivia e Paraguay devono far fronte a un notevole afflusso di rifugiati e migranti; che le rotte marittime stanno diventando sempre più rilevanti, in particolare quelle verso le isole caraibiche quali Aruba, Curaçao, Bonaire, Trinidad e Tobago e Guyana; che il fenomeno interessa sempre più anche i paesi europei, in particolare la Spagna, il Portogallo e l'Italia; che i paesi di accoglienza sono sottoposti a una pressione crescente in termini di fornitura di assistenza ai nuovi arrivati;

K.  considerando che le autorità nazionali e locali della Colombia si stanno adoperando in modo encomiabile per garantire alle persone in fuga dal Venezuela, indipendentemente dal loro status, l'esercizio di diritti umani fondamentali come l'accesso all'istruzione primaria e a servizi sanitari di base; che le comunità locali, gli istituti religiosi e la gente comune della Colombia, senza distinzioni, accolgono i migranti venezuelani in uno spirito di fraternità, dimostrando forte resilienza e grande solidarietà;

L.  considerando che il 7 giugno 2018 la Commissione ha annunciato un pacchetto di 35,1 milioni di EUR in aiuti di emergenza e assistenza allo sviluppo a sostegno della popolazione venezuelana e dei paesi limitrofi colpiti dalla crisi; che tale contributo finanziario si aggiungerà ai 37 milioni di EUR che l'Unione europea ha già impegnato a favore di progetti di aiuto umanitario e cooperazione nel paese; che al 13 giugno 2018 l'appello supplementare dell'UNHCR a raccogliere 46,1 milioni di USD registrava un deficit di finanziamento pari al 56 %;

M.  considerando che ogni mese più di 12 000 cittadini venezuelani entrano nello Stato brasiliano di Roraima, di cui circa 2 700 soggiornano nella città di Boa Vista; che i venezuelani rappresentano già più del 7 % della popolazione di detta città e che, al ritmo attuale, entro la fine dell'anno vi vivranno più di 60 000 venezuelani; che questo afflusso demografico sta esercitando un'enorme pressione sui servizi pubblici della città, in particolare la sanità pubblica e l'istruzione pubblica; che il Roraima è uno degli Stati più poveri del Brasile e presenta un mercato del lavoro estremamente ristretto e un'economia debole, il che costituisce un altro ostacolo all'integrazione dei rifugiati e dei migranti;

N.  considerando che il Parlamento ha inviato, dal 25 al 30 giugno 2018, una delegazione ad hoc lungo i confini venezuelani con la Colombia e il Brasile per valutare l'impatto della crisi sul campo;

1.  esprime profondo sgomento e grande preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria in Venezuela, che è costata molte vite umane e ha dato luogo a un afflusso senza precedenti di rifugiati e migranti nei paesi limitrofi e non solo; esprime la propria solidarietà a tutti i venezuelani costretti ad abbandonare il loro paese a causa dell'assenza delle condizioni di vita più basilari, tra cui l'accesso a prodotti alimentari, acqua potabile, servizi sanitari e medicinali;

2.  esorta le autorità venezuelane a riconoscere la crisi umanitaria in corso, a prevenirne un ulteriore deterioramento e a promuovere soluzioni politiche ed economiche al fine di garantire la sicurezza di tutti i civili e la stabilità del paese e della regione;

3.  chiede alle autorità venezuelane di autorizzare con urgenza l'ingresso nel paese di aiuti umanitari senza restrizioni per evitare l'aggravarsi della crisi umanitaria e sanitaria, e in particolare la ricomparsa di malattie quali il morbillo, la malaria, la difterite e la febbre aftosa, nonché di concedere un accesso privo di restrizioni alle organizzazioni internazionali che intendono prestare assistenza a tutti i settori della società colpiti dalla crisi; chiede la rapida attuazione di una risposta a breve termine per lottare contro la malnutrizione tra i gruppi più vulnerabili, come le donne, i bambini e i malati; esprime profonda preoccupazione per il numero di minori non accompagnati che attraversano le frontiere;

4.  encomia il governo colombiano per la sua rapida reazione e per il sostegno fornito a tutti i venezuelani che stanno confluendo nel paese; elogia altresì il Brasile e altri paesi della regione, in particolare il Perù, come pure le organizzazioni regionali e internazionali, gli enti pubblici e privati, la Chiesa cattolica e i cittadini comuni dell'intera regione per l'aiuto prestato attivamente ai rifugiati e ai migranti venezuelani come pure per la solidarietà dimostrata nei loro confronti; invita gli Stati membri a offrire ai rifugiati o migranti venezuelani presenti sul loro territorio risposte immediate e orientate alla protezione, quali visti umanitari, accordi speciali di soggiorno o altri quadri migratori regionali, assicurando le garanzie di protezione del caso; invita le autorità venezuelane a facilitare e accelerare l'emissione e il rinnovo dei documenti di identificazione dei propri cittadini, in Venezuela così come all'estero;

5.  invita la comunità internazionale, inclusa l'UE, a definire una risposta coordinata, completa e regionale alla crisi e a rafforzare la propria assistenza finanziaria e materiale a favore dei paesi beneficiari adempiendo ai propri impegni; valuta molto positivamente gli aiuti umanitari sinora stanziati dall'UE e chiede con urgenza un sostegno umanitario supplementare, in particolare sotto forma di fondi di emergenza, per far fronte alle necessità in rapido aumento delle persone colpite dalla crisi venezuelana nei paesi limitrofi;

6.  ribadisce che l'attuale crisi umanitaria deriva da una crisi politica; esorta le autorità venezuelane a garantire l'immediata cessazione di tutte le violazioni dei diritti umani, incluse le violazioni nei confronti dei civili, come pure il pieno rispetto di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali, tra cui la libertà di espressione, la libertà di stampa e la libertà di riunione; sollecita le autorità venezuelane a rispettare tutte le istituzioni democraticamente elette, in particolare l'Assemblea nazionale, a liberare tutti i prigionieri politici e a difendere i principi democratici, lo Stato di diritto e i diritti umani; invita il Servizio europeo per l'azione esterna a fare tutto il possibile per facilitare gli sforzi di mediazione internazionale necessari per creare le condizioni per una soluzione praticabile della crisi umanitaria e politica in corso;

7.  chiede lo svolgimento di nuove elezioni presidenziali in conformità delle norme democratiche riconosciute a livello internazionale e dell'ordinamento costituzionale del Venezuela, in un quadro trasparente, equo e paritario che preveda un monitoraggio internazionale, senza limitazioni per i partiti politici o i candidati e nel pieno rispetto dei diritti politici di tutti i cittadini venezuelani; sottolinea che il governo legittimo che emergerà da tali elezioni dovrà affrontare con urgenza la crisi economica e sociale in corso in Venezuela e adoperarsi per la riconciliazione nazionale;

8.  ricorda che le eventuali sanzioni adottate dalla comunità internazionale dovrebbero essere mirate e reversibili, senza nuocere in alcun modo alla popolazione venezuelana; plaude alla rapida adozione di ulteriori sanzioni mirate e reversibili, come pure all'embargo sulle armi imposto nel novembre 2017; ribadisce che tali sanzioni sono state imposte nei confronti di funzionari di alto grado per gravi violazioni dei diritti umani, per aver arrecato pregiudizio alla democrazia e allo Stato di diritto in Venezuela e per lo svolgimento delle elezioni illegittime e non riconosciute a livello internazionale del 20 maggio 2018, che hanno avuto luogo senza che ne fossero state concordate la data e le condizioni e in circostanze che non hanno consentito la partecipazione paritaria di tutti i partiti politici; ricorda la possibilità di estendere tali sanzioni ai responsabili dell'acuita crisi politica, sociale, economica e umanitaria, in particolare il presidente Nicolás Maduro, in linea con le sue precedenti risoluzioni;

9.  ribadisce che i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani dovranno rispondere delle loro azioni; sostiene pienamente le indagini preliminari della CPI sui gravi crimini e gli atti di repressione perpetrati dal regime in Venezuela e chiede che l'UE svolga un ruolo attivo in tale ambito; appoggia appieno l'appello rivolto dal gruppo di esperti internazionali indipendenti designati dal Segretario generale dell'OAS e dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani affinché si istituisca una commissione d'inchiesta sulla situazione in Venezuela e si rafforzi il ruolo della Corte penale internazionale;

10.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo e all'Assemblea nazionale della Repubblica bolivariana del Venezuela, ai governi e ai parlamenti della Repubblica di Colombia, della Repubblica federativa del Brasile e della Repubblica del Perù, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani e al gruppo di Lima.

(1) GU C 285 del 29.8.2017, pag. 145.
(2) GU C 294 del 12.8.2016, pag. 21.
(3) GU C 316 del 30.8.2016, pag. 190.
(4) GU C 86 del 6.3.2018, pag. 101.
(5) Testi approvati, P8_TA(2017)0200.
(6) Testi approvati, P8_TA(2018)0041.
(7) Testi approvati, P8_TA(2018)0199.

Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2019Note legali - Informativa sulla privacy