Interrogazione parlamentare - E-0777/2004Interrogazione parlamentare
E-0777/2004

Violazione della libertà religiosa in Ungheria

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0777/04
di Maurizio Turco (NI)
alla Commissione

Visti

-  l’articolo 6 del TUE;

-  gli articoli 10 e 22 sulla libertà di culto e la diversità culturale e religiosa della Carta dei diritti fondamentali dell’UE;

-  la europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (in particolare l’articolo 9);

-  il rapporto internazionale del 2003 sulla libertà di religione formulato dal Dipartimento di Stato statunitense;

-  il parere emesso dalla Commissione il 19 febbraio 2003 sulle richieste di adesione all’UE presentate da Repubblica ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Repubblica slovacca;

-  la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio “Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2004" del 29 ottobre 2003 (COM (2003) 645 def.);

-  i criteri politici di Copenaghen per quanto concerne il diritto alla libertà di culto;

 

considerato

-  che il governo ungherese ha espresso la sua volontà di trattare le religioni maggioritarie o quelle stabilite da più tempo in forma più favorevole rispetto alle comunità religiose minoritarie;

-  che diverse leggi e decreti governativi garantiscono specificatamente diritti e privilegi alle religioni storiche, come per esempio il decreto sull’assistenza religiosa militare, che non sono garantiti ad altri gruppi religiosi;

-  che vi sono relazioni in merito al fatto che il governo ha ritardato, e in alcuni casi negato, a religioni minori istituite di recente l’autorizzazione per l’apertura di scuole, contravvenendo alla legge e che, per contro, il governo non ha sottoposto le richieste di autorizzazione presentate dalle religioni “storiche” al medesimo trattamento.

 

Poiché l’Ungheria è uno dei paesi che dal 1° maggio 2004 entreranno a far parte dell’UE:

-  la Commissione è al corrente dei fatti come descritti nella loro totalità? In caso affermativo, quale è la posizione dell’istituzione?

-  Poiché la libertà religiosa e di associazione figura fra i temi prioritari dell’Unione e in riferimento alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2004", del 29 ottobre 2003, dove si specifica che gli obblighi giuridici dell’UE e dei nuovi Stati membri nei confronti dell’acquis comunitario si compiono dal primo giorno dell’adesione, la Commissione può indicare se  intende verificare presso le autorità di questo paese le sue intenzioni in merito? Vale a dire: in che modo la Commissione intende far rispettare a questi paesi l’acquis  fin dal primo giorno di appartenenza all’UE se si verifica al contempo una violazione degli stessi diritti il cui rispetto è condizione indispensabile per l’adesione stessa all’UE?

-  Considerando che i criteri politici definiti nel parere della Commissione del 19 febbraio 2003 implicano che i paesi candidati assicurino la stabilità delle istituzioni che garantiscono la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani e il rispetto della tutela delle minoranze, la Commissione non ritiene che tali fatti rappresentino un ostacolo all’adesione di questo paese all’UE e siano contrari, pertanto, all’acquis  comunitario e che il paese in cui si sono verificati violi totalmente tali criteri?

-  La Commissione pensa di utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per porre fine a tali infrazioni del diritto alla libertà religiosa e di culto?