Divieto totale di uso dell'amianto
17.2.2009
INTERROGAZIONE SCRITTA E-1196/09
di Willy Meyer Pleite (GUE/NGL)
alla Commissione
L’articolo 12 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite riconosce a ogni persona il diritto alla salute fisica e mentale. In virtù di tale diritto, ciascuno Stato è tenuto a creare le condizioni necessarie a far sì che i propri cittadini possano godere di buona salute.
L’esposizione all’amianto riguarda milioni di lavoratori e consumatori in Europa e nel resto del mondo. Le patologie provocate dalle fibre di tale sostanza sono responsabili di alcune tra le malattie professionali più gravi: ogni anno, fino a 100 000 decessi in tutto il mondo sono causati da malattie connesse all'amianto, una cifra pari a più del 54 % delle morti per cancri professionali.
La direttiva 1999/77/CE[1], che adegua per la sesta volta al progresso tecnico l'allegato I della direttiva 76/769/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi, prevedeva la messa al bando, entro gennaio 2005 dell'utilizzo dell’amianto in tutto il territorio dell’UE, con una deroga fino a gennaio del 2008 per l'amianto utilizzato negli stabilimenti di elettrolisi. Ciononostante, attraverso il regolamento (CE) n. 1907/2006 REACH[2], la Commissione intende oggi estendere la deroga all’utilizzo di diaframmi contenenti cellule di elettrolisi a base di amianto crisotilo.
Poiché non sembrano esservi ragioni che giustifichino tale decisione, salvo quella di aver ceduto, come denunciato da sindacati e associazioni di medici e persone interessate, alle pressioni della lobby costituita dalle imprese interessate, anteponendo in tal modo i criteri economici a quelli scientifici e al diritto irrinunciabile alla salute e alla tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro, può la Commissione rispondere alle seguenti domande:
- 1.Dispone la Commissione di nuovi dati scientifici che giustifichino la decisione di prorogare l’utilizzo dell’amianto?
- 2.Ritiene la Commissione che la manipolazione dell'amianto, sostanza tossica e cancerogena, nonché responsabile della morte di centianaia di migliaia di lavoratori ogni anno, sia compatibile con la normativa europea sulla salute e sull’igiene sui luoghi di lavoro?
- 3.Non ritiene la Commissione, in quanto istituzione impegnata nella difesa dei diritti umani, che la sua funzione debba essere quella di promuovere il divieto totale di uso dell’amianto su scala mondiale?
GU C 189 del 13/07/2010