Interrogazione parlamentare - E-0908/2010Interrogazione parlamentare
E-0908/2010

Convenzione dell'Aja e ruolo dello Jugendamt

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0908/10
di Cristiana Muscardini (PPE)
alla Commissione

Il Parlamento sta approvando la proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione da parte della Comunità europea della convenzione sull'esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti dei figli e altri membri della famiglia. Il provvedimento risponde ad un'esigenza reale, dati i numerosi casi di conflitto tra coniugi di diversa nazionalità, tanto appartenenti a Stati dell'Unione, quanto residenti in Stati terzi. La decisione auspicata mi sembra un passo avanti nella buona direzione. Potrebbero nascere problemi, tuttavia, nel corso dell'applicazione di questa convenzione, data la differenza esistente nei vari diritti di famiglia nazionali. Nei casi conflittuali in cui è implicato un coniuge tedesco, ad esempio, quasi sempre quest'ultimo ne esce avvantaggiato, a discapito del coniuge di un'altra nazionalità. Sono molti i casi di cittadini europei non tedeschi che hanno inoltrato petizioni o segnalazioni al Palamento europeo, lamentando discriminazioni ad opera dello Jugendamt tedesco, che svolge un ruolo esclusivo, quando si tratta di minori, anche nei confronti dei tribunali ordinari. La difformità dei diritti di famiglia può creare difficoltà e non realizzare quella giustizia oggettiva che rispetti in modo paritario il diritto dei coniugi. Di fronte a queste prospettive e per evitare qualsiasi falso apprezzamento,

la Commissione

1. può dirci quanti sono stati negli ultimi anni i casi di conflitto matrimoniale tra coniugi comunitari non tedeschi e tedeschi e verificare a chi sono giovate in prevalenza le sentenze dello Jugendamt: al coniuge comunitario, o a quello tedesco?

2. Non crede che l'istituzione di un Ente centrale europeo, nell'ambito dello spazio giuridico europeo per il diritto di famiglia, potrebbe farsi carico in tempi brevi dei ricorsi eventuali delle parti che si ritengono discriminate dalla decisione di un tribunale nazionale?

GU C 138 E del 07/05/2011