Accordo sulle importazioni di olio d'oliva dalla Tunisia a dazio zero: seri rischi per l'economia italiana ed europea
13.4.2016
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002991-16
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento
Mara Bizzotto (ENF)
Il 10 marzo 2016 il Parlamento europeo ha autorizzato l'ingresso nell'UE di 70 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, che si aggiungono alle 57 mila tonnellate già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia, in vigore fino al 2017. Successivamente, il 16 marzo, Confagricoltura ha reso noto che nei primissimi giorni del 2016 il contingente annuale d'importazione d'olio d'oliva dalla Tunisia in Europa era stato completamente esaurito. Tutti questi provvedimenti stanno gravemente danneggiando il comparto olivicolo-oleario italiano ed europeo, già colpito dalla drastica caduta dei prezzi e dal moltiplicarsi delle frodi realizzate mescolando l'olio nostrano con quello importato per ottenere miscele low cost spacciate come prodotte in Italia o in UE, laddove lo scorso 25 febbraio il Parlamento aveva chiesto l'avvio delle trattative per un accordo di libero scambio tra UE e Tunisia che nuocerebbe ulteriormente al settore.
Può la Commissione precisare quanto segue:
- —Intende essa proporre di bloccare l'accordo di associazione UE-Tunisia per contrastare gli effetti negativi dell'aumento delle importazioni d'olio extraeuropeo e per tutelare i nostri produttori?
- —Intende essa interrompere i negoziati per l'accordo di libero scambio con la Tunisia per escludere che il comparto olivicolo-oleario europeo venga definitivamente compromesso?
- —A fronte dei pericoli di frode per i consumatori europei, intende intervenire subito per migliorare l'indicazione d'origine degli oli prevedendo di riportare chiaramente sull'etichetta la lista dei paesi (UE e non UE) da cui provengono quelli utilizzati per le miscele?