Interrogazione parlamentare - P-1653/2003Interrogazione parlamentare
P-1653/2003

Corpo di pace civile europeo - attuali sviluppi - Integrazione della prevenzione dei conflitti nelle politiche esterne dell'UE

INTERROGAZIONE SCRITTA P-1653/03
di Joost Lagendijk (Verts/ALE)
alla Commissione

Il Parlamento europeo ha chiesto ripetutamente che venisse istituito un Corpo di pace civile europeo. Fino ad oggi le altre istituzioni non hanno dato seguito a tali richieste. Come intende la Commissione rispondere alla chiara volontà espressa dalla Presidenza greca di avanzare nel processo di prevenzione dei conflitti a livello europeo e nell’istituzione del Corpo di pace civile europeo? Quali progressi ha compiuto la Commissione nella creazione della rete di istituti di formazione per la gestione civile delle crisi? Quali possibilità intravede, inoltre, di procedere ulteriormente verso l’istituzione di un Corpo di pace civile europeo? Poiché i ministeri e gli istituti nazionali hanno ciascuno diversi elenchi, cosa intende fare la  Commissione per armonizzare o per lo meno promuovere la compatibilità fra questi elenchi? La Commissione sarebbe disposta a gestire un elenco a livello europeo per le attività di gestione delle crisi da parte dell’UE? In che misura potrebbero essere inseriti in tali elenchi anche le ONG e i loro specialisti?

 

In che misura la Commissione sta seguendo le proposte del Parlamento in merito alla valutazione dei conflitti in tutte le politiche estere dell’UE? Quali sono stati i risultati nei settori del commercio estero, della politica agricola e di quella ambientale? La Commissione ha raggiunto i suoi obiettivi in merito all’integrazione della prevenzione dei conflitti nelle politiche di cooperazione allo sviluppo? In questa prospettiva, la Commissione ha potuto applicare l’articolo 11 dell’Accordo di Cotonou? Nell’ambito del FES, che entità hanno i fondi a disposizione per la prevenzione dei conflitti? In quali paesi ACP la Commissione sostiene i programmi di prevenzione dei conflitti con finanziamenti FES o comunitari di altro genere? La Commissione ha potuto rendere maggiormente sensibili ai conflitti le sue politiche sulla sicurezza alimentare, sugli aiuti alimentari, sulle infrastrutture, sull’approvvigionamento idrico e altri programmi di aiuto settoriali? In caso affermativo, in che modo lo sta facendo? In caso negativo, perché non lo sta facendo?

 

 

GU C 782 E del 27/03/2004