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Procedura : 2011/2011(INI)
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A7-0323/2011

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PV 24/10/2011 - 20
CRE 24/10/2011 - 20

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PV 25/10/2011 - 8.13
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Martedì 25 ottobre 2011 - Strasburgo
Governance economica mondiale
P7_TA(2011)0457A7-0323/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2011 sulla governance economica globale (2011/2011(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti le conclusioni e gli accordi dei vertici dei G20 di Londra, Pittsburgh, Toronto e Seul,

–  vista la relazione dell'iniziativa Palais-Royal concernente la riforma del sistema monetario e un approccio cooperativo per il 21° secolo, pubblicata l'8 febbraio 2011,

–  vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 recante raccomandazioni alla Commissione sul miglioramento della governance economica e del quadro di stabilità dell'Unione, in particolare nell'area dell'euro(1),

–  vista la sua risoluzione dell'11 maggio 2011 sull'UE quale attore globale: il suo ruolo nell'ambito delle organizzazioni multilaterali(2),

–  visto l'importante e costante lavoro svolto nel quadro del dialogo transatlantico tra legislatori (TLD) e del dialogo commerciale transatlantico (TABD),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7-0323/2011),

A.  considerando che lo sviluppo dell'economia mondiale negli ultimi decenni ha implicato un aumento della crescita e del benessere, sebbene distribuiti in modo disuguale, sottraendo milioni di persone alla povertà; che il numero di persone che vivono in condizioni di povertà e disperazione è ancora intollerabilmente elevato; che le disuguaglianze sociali ed economiche tra i paesi e all'interno degli stessi devono essere ridotte; che la lotta dell'Europa contro la povertà deve essere una delle priorità principali della strategia Europa 2020;

B.  considerando che gli Stati Uniti d'America e l'Europa sono ancora alle prese con gli effetti più nefasti della più grave recessione economica internazionale da quella del «29;

C.  considerando che lo sviluppo dell'economia mondiale negli ultimi decenni ha conosciuto squilibri insostenibili;

D.  considerando che una governance economica mondiale efficace permetterebbe di ridurre al minimo gli impatti negativi e di correggere gli effetti nefasti della mondializzazione, come ad esempio l'approfondimento delle diseguaglianze o la distruzione dell'ambiente;

E.  considerando che l'emergere nell'economia mondiale di nuovi soggetti importanti in termini sia di scambi internazionali che di crescita economica, con la Cina e l'India in testa, ha avuto un impatto profondo e ha cambiato radicalmente il panorama economico, portando alla necessità di riforme commerciali e tassi di cambio convertibili;

F.  considerando che gli squilibri di oggi sono ancora principalmente causati dalla mancanza di competitività e di risparmio pubblico e privato nei paesi deficitari e da elevati livelli di risparmio associati a una carente domanda nei paesi eccedentari; che tali squilibri sono oggi più accentuati che in passato e, stanti l'alto grado di globalizzazione e gli elevati flussi di capitale, avanzano nuove rivendicazioni nei confronti della governance globale e sfidano le strutture degli ordinamenti istituzionali esistenti;

G.  considerando che l'elemento principale per riequilibrare l'economia mondiale in senso lato ha due aspetti: da una parte il rafforzamento della competitività e, dall'altra, riforme di ampio respiro volte a promuovere la crescita nei paesi deficitari e l'apertura dei mercati e sane politiche monetarie nei paesi eccedentari;

H.  considerando che il primo decennio di funzionamento dell'unione economica e monetaria ha mostrato che una politica di bilancio responsabile è uno dei requisiti per ridurre al minimo l'impatto degli shock finanziari ed economici globali;

I.  considerando l'elevato numero di organizzazioni internazionali preposte al governo dell'economia mondiale come il FMI, la Banca Mondiale, l'OMC, l'UNCTAD e la IFC, che si affiancano ai forum intergovernativi del G7 e del G20; che tra tali organizzazioni il FMI e il G20 sono le più efficaci, ma che ambedue sono ancora suscettibili di miglioramento;

J.  considerando che i mercati globali richiedono regole globali;

K.  considerando che le vigenti disposizioni monetarie hanno portato a un forte accumulo di riserve di valute straniere – in particolare il dollaro Usa – in alcuni paesi eccedentari, il che a sua volta ha aumentato l'offerta globale di capitale nei paesi deficitari ed esercitato una pressione al ribasso sui tassi di interesse, contribuendo a stimolare la bolla dei prezzi delle attività, che ha svolto un ruolo centrale nell'ultima crisi finanziaria;

L.  considerando che la crisi economica globale, originata nel settore finanziario, ha ora portato ad elevati livelli di indebitamento alcuni fra i principali soggetti economici mondiali, fra i quali gli Stati Uniti d'America, il Giappone e l'Unione europea;

M.  considerando che la dichiarazione finale di Pittsburgh del G20 prevede un quadro per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata e ritiene urgente un nuovo approccio multilaterale per reagire alla crisi;

N.  considerando che è stato universalmente riconosciuto il ruolo che taluni settori dell'industria finanziaria hanno svolto nel contribuire alla crisi finanziaria globale, dimostrando le debolezze della regolamentazione finanziaria e aggravando la crisi del debito sovrano e che vi è consenso sul fatto che occorre rafforzare la responsabilità e la trasparenza del settore finanziario, il quale deve tra l'altro accollarsi una giusta quota dei costi indotti dalla crisi,

O.  considerando che i tanto menzionati squilibri delle partite correnti sono il risultato di squilibri strutturali di fondo nelle economie nazionali;

P.  considerando che l'assenza di una regolamentazione e supervisione coordinate ed efficaci del sistema finanziario hanno portato a vulnerabilità in tale settore, che a loro volta hanno esacerbato le debolezze dell'economia globale;

Q.  considerando che il rafforzamento del ruolo e dell'importanza del G20 come sede di discussioni politiche informali al più alto livello internazionale va salutato con favore; che il G20 in quanto istituzione non ha fondamento giuridico, manca di una segreteria permanente e ha una debole struttura di governance, specie in confronto ad altre istituzioni internazionali come il FMI e l'OMC;

R.  considerando che l'attuale sistema monetario internazionale ha permesso a diversi paesi di lanciarsi in strategie di svalutazione competitive che, unite alle crescenti operazioni speculative condotte da potenti operatori sul mercato cambiario, hanno determinato una forte volatilità dei cambi e creato notevoli rischi per i mercati valutari nonché per il commercio internazionale;

S.  considerando che l'Unione europea non è percepita come un soggetto rilevante ai fini del riassetto del sistema monetario e finanziario internazionale, a causa della sua incapacità di esprimersi univocamente e della frammentazione della sua rappresentanza esterna negli affari economici internazionali;

T.  considerando essenziale garantire che i sistemi economici e finanziari non compromettano l'economia reale;

U.  considerando che, in linea con le raccomandazioni del G20, il FMI è stato dotato di maggiori poteri di supervisione e vigilanza del sistema finanziario globale, le sue risorse finanziarie sono state rafforzate e si sta procedendo a una profonda riforma della sua struttura di governance;

V.  considerando che negli ultimi decenni i mercati finanziari si sono evoluti ed operano adesso su scala globale con processi e reti ad alta automazione e che la standardizzazione dei dati è rimasta indietro, ostacolando l'aggregazione, l'analisi e le operazioni su dati a livello dei mercati e, spesso, persino a livello di impresa e riducendo la trasparenza delle operazioni finanziarie;

Raccomandazioni programmatiche per la governance economica globale

1.  sottolinea che gli squilibri globali, soprattutto quando eccessivi, costituiscono una potenziale minaccia per la stabilità finanziaria e macroeconomica delle principali economie, che ha ripercussioni anche sulle altre economie; alla luce di ciò, sottolinea che gli squilibri derivanti da errori strutturali di allineamento e da una mancanza di competitività nell'economia nazionale dovrebbero essere affrontati sia dai paesi eccedentari che dai paesi deficitari, in quanto potrebbero costituire fonti di problemi fondamentali;

2.  sottolinea che la crisi economica e finanziaria ha dimostrato come gli afflussi di capitale conseguenti agli squilibri globali richiedano una politica monetaria responsabile e una forte regolamentazione e supervisione finanziarie;

3.  riconosce la necessità che i responsabili politici di tutto il mondo continuino a lavorare a soluzioni per la riforma della governance finanziaria globale onde contribuire a riequilibrare l'economia mondiale ed evitare un'altra crisi; sottolinea peraltro che la riforma della governance globale deve garantire che i mercati siano integrati in un quadro istituzionale organico che permetta loro di funzionare correttamente; ritiene peraltro che uno degli obiettivi primari della governance economica mondiale deve essere la creazione di un contesto favorevole agli investimenti a lungo termine;

4.  sottolinea l'importanza di politiche monetarie responsabili; esorta le banche centrali delle economie più importanti a considerare i potenziali effetti negativi esterni – come le bolle speculative e la destabilizzazione finanziaria in altri paesi – nel momento in cui applicano misure convenzionali o non;

5.  è consapevole del fatto che, in definitiva, la fiducia nella forza dell'economia soggiacente e la profondità, la sofisticatezza e la stabilità dei suoi mercati finanziari sono i fattori che determinano il mantenimento di riserve di valute da parte delle banche centrali di paesi terzi; sottolinea al riguardo che ogni valuta che cerca di entrare a far parte del paniere dei diritti speciali di prelievo (DSP) del FMI deve essere pienamente convertibile; riconosce che la composizione del paniere DSP del FMI dovrebbe riflettere l'importanza relativa delle valute nei sistemi di scambio e finanziari mondiali;

6.  afferma che, per rafforzare l'apertura e la flessibilità e facilitare gli aggiustamenti economici, i tassi di cambio devono rispecchiare i fondamentali del mercato e non essere governati o manovrati dalle autorità monetarie nazionali;

7.  invita i membri del FMI ad aderire agli articoli di accordo del FMI, in particolare all'impegno di astenersi dal manipolare il tasso di cambio, nonché alle pertinenti disposizioni degli accordi GATT e OMC;

8.  invita a tale riguardo a riconsiderare urgentemente il ricorso ai diritti speciali di prelievo in quanto possibile alternativa al dollaro come valuta mondiale di riserva, un'iniziativa che contribuirebbe a stabilizzare il sistema finanziario globale; invita il FMI a esplorare eventuali ulteriori assegnazioni o estensioni d'uso dei diritti speciali di prelievo, in particolare per istituire un nuovo sistema multilaterale di tassi di cambio;

9.  sostiene il lavoro e l'impegno degli Stati del G20 ad attuare, con l'opportuna gradualità, piani di consolidamento fiscali favorevoli alla crescita a medio termine, mantenendo al tempo stesso la domanda interna a un livello determinato dalla particolare situazione di ciascun paese, perseguendo politiche monetarie appropriate, migliorando la flessibilità del tasso di cambio per meglio riflettere i soggiacenti fondamentali economici, e mettendo in atto le riforme strutturali necessarie per promuovere la creazione di posti di lavoro e contribuire al riequilibrio mondiale;

10.  nota tuttavia che d'altra parte le prospettive di correggere squilibri mondiali a livello di G20 sembrano sinora assai limitate;

11.  sollecita l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ad assumere un ruolo attivo nell'identificare possibili distorsioni commerciali nei servizi finanziari provocate dalla diversità dei regimi normativi e nel correggere tali anomalie;

12.  invita la Commissione a elaborare un meccanismo globale, ampiamente ispirato ai regolamenti dell'OMC e a questi strettamente correlato, tale da impedire che il commercio sia utilizzato come strumento di politica estera in un modo non compatibile con i valori democratici internazionalmente riconosciuti e sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite;

13.  invita la Commissione a sollevare, in occasione della prossima riunione UE-USA del Consiglio economico transatlantico (CET), la questione della cooperazione reciproca in materia di vigilanza sugli strumenti derivati sui prodotti di base, in linea con la vigente normativa sulla trasparenza e gli abusi di mercato;

14.  sollecita l'Unione europea a dare attuazione alle dichiarazioni dei vertici G8 e G20, soprattutto per quanto concerne le sovvenzioni per i combustibili fossili e l'agricoltura – tenendo conto delle linee guida dell'OCSE in materia – la volatilità dei prezzi delle derrate alimentari e i mercati dei prodotti di base;

15.  invita la Commissione a rivedere la sua strategia commerciale riguardo al rafforzamento degli scambi Sud-Sud e del commercio intraregionale in altre parti del mondo, in modo da ridurre la vulnerabilità di molte piccole economie e favorire lo sviluppo di partner economici più forti in futuro;

16.  sostiene la creazione di un calendario per un piano d'azione che metterà in pratica il quadro del G20 per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata;

17.  saluta con favore ogni ulteriore iniziativa di discussione e cooperazione sulle sfide globali comuni, ma rileva che numerosi forum esistenti, quali il G20, sono sede di dibattito informale senza base giuridica e senza le prerogative di un'organizzazione internazionale sul piano del processo decisionale e dell'attuazione e monitoraggio delle decisioni, e in quanto tali restano strutture di governance di una certa debolezza;

18.  nota che la formazione delle decisioni del G20 secondo il metodo del consenso non favorisce decisioni coraggiose e nel migliore dei casi porta ad accordi vaghi e non vincolanti; sollecita il forum globale ad emulare l'Unione europea, che si è lasciata alle spalle il criterio esclusivo dell'unanimità;

19.  ritiene che gli impegni assunti nel G20 debbano essere più concreti e che il progresso vada monitorato da un organismo ufficiale indipendente con un proprio statuto e una propria segreteria, come il FMI;

20.  saluta le iniziative decise al vertice dei ministri delle finanze del G20 il 19 febbraio 2011 a Parigi, che prevedono di misurare gli squilibri mediante una serie di indicatori; sottolinea che tali indicatori dovrebbero coprire gli squilibri interni, come il debito e il disavanzo pubblici e il risparmio e il debito privati, così come gli squilibri esterni derivati da flussi e trasferimenti di scambi e investimenti;

21.  invita il G20 a condurre regolarmente un processo di valutazione reciproca basato su un quadro del G20 e sugli indicatori sopra illustrati, al fine di fornire opzioni programmatiche per una crescita forte, sostenibile e d equilibrata;

22.  sottolinea che i soggetti finanziari operano sul piano mondiale e ritiene che, d'ora in poi, occorra colmare le lacune di coordinamento in termini di regolamentazione finanziaria per evitare che determinati soggetti finanziari possano trarre vantaggio dall'arbitraggio regolamentare;

Riforma del sistema monetario e finanziario internazionale e delle sue istituzioni

23.  sottolinea che l'Unione europea deve svolgere un ruolo guida nella riforma economica globale per rendere le istituzioni internazionali più legittime, trasparenti e responsabili e, cosa ancora più importante, che l'Unione deve intervenire in modo univoco negli affari economici internazionali;

24.  chiede un seggio per l'UE nel FMI e nella Banca mondiale; chiede un FMI più democratico, il che implica elezioni aperte e basate sul merito del suo direttore operativo e un notevole rafforzamento dei diritti di voto per le nazioni in via di sviluppo e in transizione;

25.  è del parere che la governance economica globale debba essere sufficientemente evolutiva, flessibile e pragmatica da determinare gli assetti più idonei in funzione delle circostanze, nel rispetto del principio di sussidiarietà;

26.  sottolinea che l'Unione europea deve svolgere un ruolo guida nella riforma economica globale per rendere le istituzioni internazionali più legittime, trasparenti e responsabili;

27.  nota che tali istituzioni e forum, e in particolare il G20, accusano un deficit di legittimità parlamentare a livello globale e li esorta pertanto ad associare i parlamenti ai loro processi decisionali; deplora a tale riguardo le carenze democratiche di alcuni partner;

28.  nota le difficoltà che potrebbero derivare da una mancanza di coerenza delle politiche condotte dai vari forum informali e dalle diverse istituzioni economiche e finanziarie internazionali; ritiene che ogni azione di coordinamento istituzionale a livello mondiale debba essere realizzata attraverso il FMI;

29.  sottolinea la necessità di un'intesa mondiale e di un approccio comune in materia di politica monetaria, commercio internazionale, finanze pubbliche sostenibili e valute flessibili che si basino su fondamentali economici; ritiene che l'economia mondiale dovrebbe essere caratterizzata da mercati aperti per il mutuo beneficio di tutti i partecipanti; sottolinea che norme sociali e ambientali di alto livello sono essenziali e devono essere sviluppate in tutti gli aspetti; sottolinea che il FMI e l'OMC dovrebbero costituire il nucleo di tale processo;

30.  sollecita i membri dell'OMC ad aderire agli accordi commerciali multilaterali e ad avviare nuovi round commerciali internazionali finalizzati a una forte riduzione degli ostacoli agli scambi internazionali in un contesto di pari condizioni competitive in tutti i settori, in modo da contribuire alla crescita e allo sviluppo economico;

31.  è persuaso che, per consentire ai paesi in via di sviluppo di ottenere maggiori benefici dal commercio e assicurare condizioni di lavoro dignitose e salari decorosi a tutti i lavoratori, l'Unione europea abbia tutto l'interesse a rafforzare l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e a incentivare la partecipazione della stessa ai lavori dell'OMC e al controllo dei capitoli sulla sostenibilità connessi al sistema delle preferenze generalizzate (SPG);

32.  invita la Commissione a ridefinire la strategia dell'Unione europea per gli scambi e gli investimenti al fine di includere i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ovvero importanti partner commerciali futuri con interessi propri in una rete globale comune di interessi fra loro interdipendenti in materia di sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile;

33.  è del parere che le banche multilaterali di sviluppo dovrebbero mettere a disposizione risorse supplementari in maniera più efficace, in modo da rispondere a specifiche esigenze a livello locale, sostenere gli investimenti a lungo termine e consolidare le economie locali;

34.  raccomanda un FMI forte e indipendente dotato di strumenti e risorse sufficienti che gli permettano di prestare maggiore attenzione ai legami tra paesi, non solo rafforzando la sorveglianza multilaterale ma anche concentrandosi su economie di importanza sistemica ed elaborando indicatori per valutare grandi squilibri persistenti; chiede l'estensione del mandato di intervento del FMI ai rischi derivanti dai movimenti di capitale;

35.  sottolinea la necessità di assicurare che gli accordi multilaterali sullo scambio di informazioni fiscali includano disposizioni in materia di scambio automatico di informazioni e chiede che si intervenga per rafforzare la base giuridica per l'inserimento nella lista nera dell'OCSE delle amministrazioni poco cooperative, al fine di migliorare la trasparenza finanziaria e l'evasione fiscale; esorta la Commissione a proporre, entro la fine del 2011, una solida norma sulla reportistica paese per paese per le imprese transfrontaliere, volta a rafforzare la trasparenza e l'accesso ai dati significativi per le amministrazioni fiscali;

36.  sottolinea l'importanza delle iniziative internazionali adottate in materia di norme contabili o di audit;

37.  invita i leader del G20 a concludere senza ulteriore indugio le discussioni sugli elementi minimi comuni di un'imposta globale sulle transazioni finanziarie;

38.  considera il G20 una sede privilegiata per la cooperazione mondiale, ferma restando l'importanza di altri organismi, ma ne rileva le carenze in quanto istituzione globale, fra cui la mancanza di rappresentanza delle nazioni minori, la mancanza di trasparenza e di responsabilità democratica e l'assenza di una base giuridica che ne renda le decisioni legalmente vincolanti;

39.  esorta il FMI e il G20 ad acquisire contributi e consulenza – agendo poi in modo conseguente – da economie globali caratterizzate da bassi deficit di bilancio e da disciplina nella spesa pubblica;

40.  sottolinea che, nel quadro dei dibattiti sugli accordi monetari internazionali, l'area dell'euro deve essere considerata come una singola entità per via della sua moneta unica e della sua politica unitaria in materia di tassi di cambio;

41.  sollecita l'Unione europea e i suoi Stati membri a cercare soluzioni volte a migliorare il coordinamento fra i gruppi G e il sistema delle Nazioni Unite;

42.  chiede l'istituzione di un consiglio internazionale di banche centrali – composto innanzitutto delle banche centrali di Unione europea, Giappone, Regno Unito e USA – con il mandato di coordinare la politica monetaria, di supervisionare la vigilanza finanziaria e di promuovere ed estendere i DSP come valuta globale di riserva;

43.  raccomanda che il FMI sia rafforzato politicamente con vertici annuali dei leader dei paesi rappresentati nel suo consiglio di amministrazione; in tale quadro, esorta inoltre gli Stati membri del FMI a nominare al consiglio di amministrazione i rappresentanti governativi di grado più elevato, in modo da poter assumere un ruolo di guida in quanto forum di discussione e decisionale in materia di governance economica globale;

44.  reputa necessario accrescere la trasparenza dei flussi internazionali di capitale, in particolare puntando all'abolizione del segreto bancario;

Governance globale per il settore finanziario

45.  sottolinea che la mancanza di cooperazione tra autorità di vigilanza finanziaria ha facilitato il diffondersi della crisi finanziaria e ne ha peggiorato gli effetti; invita al riguardo le autorità di vigilanza dell'Unione a farsi parte diligente per costruire la cooperazione internazionale e stabilire le migliori prassi in materia di regolamentazione finanziaria; sottolinea altresì che sarebbe proficuo convergere verso un quadro regolamentare finanziario comune tra l'Unione europea e gli USA;

46.  rileva la necessità di attuare riforme globali che migliorino la trasparenza e la responsabilità degli istituti finanziari;

47.  sottolinea che, sebbene i centri finanziari mondiali abbiano adottato la legislazione volta a migliorare la regolamentazione di alcuni comparti del settore finanziario, sono giustificate ulteriori riforme delle norme e delle prassi bancaria e del sistema bancario ombra;

48.  insiste sulla necessità di dare agli organi europei di vigilanza finanziaria un chiaro mandato per cooperare strettamente con i loro omologhi dei paesi terzi o internazionali, come nel caso del Consiglio europeo per il rischio sistemico (CERS) con il Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB);

49.  sottolinea l'importanza di combinare vigilanza micro- e macroprudenziale in un approccio coerente e omogeneo;

50.  nota che gli Stati Uniti e l'Unione europea coprono insieme quasi il 40% del commercio internazionale e quasi il 50% del PIL globale e raccomanda di rafforzare il dialogo macro-prudenziale, puntando in particolare sul dialogo Atlantico, su un'attuazione esauriente ed equilibrata del pacchetto di Basilea III e su ulteriori discussioni sull'estensione dell'ambito di vigilanza a istituzioni finanziarie non bancarie; chiede un costante impegno per la riforma della regolamentazione del settore finanziario, per far sì che la finanza supporti effettivamente la stabilità e la crescita nell'economia reale internazionale;

51.  rispetta l'azione perseguita dal G20, dall'OMC, da Basilea III e da altri organismi multilaterali, riconoscendo al tempo stesso i potenziali rischi dell'eccesso di regolamentazione e della concorrenza regolamentare;

52.  accoglie favorevolmente l'istituzione del «Global Economy Meeting» dei governatori delle banche centrali sotto l'egida della Banca dei regolamenti internazionali (BIS) in quanto gruppo di riferimento per organizzare la cooperazione fra banche centrali;

53.  è preoccupato dei rischi di frammentazione connessi alla diversità delle normative, che incidono sull'attività dei soggetti finanziari internazionali; raccomanda pertanto un maggior grado di integrazione fra i dispositivi introdotti nei vari settori;

54.  riconosce il ruolo di stimolo alla crescita svolto dalla BEI grazie agli investimenti a lungo termine;

55.  sottolinea la necessità di sviluppare criteri adeguati per identificare gli istituti finanziari di importanza sistemica, con l'obiettivo di evitare situazioni con istituti «troppo grandi o troppo interconnessi per fallire» e pertanto di ridurre il rischio sistemico mediante il ricorso a requisiti aggiuntivi in fatto di riserve e di patrimonio e a provvedimenti legislativi antitrust;

56.  invita il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria a proporre misure volte a separare le attività bancarie al dettaglio degli istituti sistemicamente importanti e a imporre loro l'obbligo di una capitalizzazione autonoma per tali attività;

57.  sollecita il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria a sviluppare un modello standard per il calcolo delle attività ponderate per il rischio (RWA), onde valutare accuratamente e comparare le esposizioni delle banche ai rischi di credito e di mercato;

58.  raccomanda lo sviluppo di un'idonea struttura internazionale sotto l'egida del FMI che offra alle autorità e all'industria una fonte unica e standardizzata di dati finanziari di base, che agevoli tecnicamente lo svolgimento di compiti prudenziali a livello mondiale e renda più sicuri ed efficienti i processi dell'industria del settore;

Riconfigurazione del sistema monetario internazionale
Ruolo e sfide dell'UE

59.  sottolinea gli effetti positivi di un quadro di governance economica più forte nell'UE e nella zona euro per la cooperazione e il coordinamento globali;

60.  nota la grande importanza di rafforzare ed approfondire il mercato unico europeo non solo come obiettivo interno, ma anche come modello per gli altri blocchi commerciali esistenti nel mondo;

61.  sottolinea la necessità di politiche agricole e finanziarie dell'Unione europea che contribuiscano ad evitare gli shock globali in fatto di approvvigionamento e di prezzi dei prodotti alimentari;

62.  sottolinea gli effetti positivi di un più solido quadro di governance economica che rafforzi il Patto di stabilità e di crescita nell'UE e nella zona euro, per la cooperazione e il coordinamento globali;

63.  afferma che l'Unione europea dovrebbe svolgere un ruolo attivo nel ridisegnare il sistema monetario e finanziario internazionale attraverso una rappresentanza esterna più forte, basata su un processo decisionale interno più efficiente e trasparente, come previsto dalle pertinenti disposizioni del trattato di Lisbona;

64.  saluta la creazione dei quattro nuovi organi europei di vigilanza finanziaria: l'Autorità bancaria europea, l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali, l'Autorità europea per gli strumenti finanziari e i mercati e il Comitato europeo per il rischio sistemico, ed auspica che essi possano condurre un'azione forte ed efficace;

65.  ritiene che la necessità di promuovere condizioni uniformi di concorrenza non debba impedire all'Unione europea o ad altri paesi e blocchi regionali di rafforzare gli accordi regionali che mirano a far pieno uso della flessibilità offerta dall'OMC e da altri standard normativi internazionali per riequilibrare i fondamentali macroeconomici e accrescere la prosperità;

66.  invita l'UE a concentrarsi sulla diminuzione della sua dipendenza energetica, onde frenare l'inflazione importata e riequilibrare le bilance commerciali con i paesi produttori di petrolio;

67.  sottolinea il fatto che la produzione di beni pubblici globali, come la protezione del clima e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, può essere favorita da un quadro di accesso qualificato al mercato a livello di UE;

68.  invita la Commissione a presentare una proposta su come migliorare la procedura decisionale interna dell'Unione europea, per migliorarne la coerenza per quanto riguarda la rappresentanza esterna in materia di affari economici e finanziari e per assicurare che la rappresentanza dell'UE sia democraticamente responsabile di fronte al Parlamento europeo, agli Stati membri e ai parlamenti nazionali;

69.  esorta il G20 o l'OMC a esaminare la possibilità di un accordo globale relativo a una carbon tax, una tassa sulle emissioni di anidride carbonica sui prodotti e i servizi importati;

70.  rammenta che, conformemente all'articolo 138 del trattato di Lisbona, la zona euro deve dotarsi di una rappresentanza esterna unica; sollecita la Commissione a presentare una proposta in tal senso;

71.  sottolinea che la partecipazione a pieno titolo nell'economia globale è cruciale per l'Europa al fine di coglierne tutte le opportunità, e che il migliore modo per farlo è di parteciparvi come entità unica;

72.  invita l'UE a promuovere sistematicamente il commercio equo, la democrazia, i diritti umani, le condizioni di lavoro dignitose e lo sviluppo sostenibile nelle sue politiche commerciali, in linea con il trattato di Lisbona, con la sua agenda interna e con gli obiettivi di sviluppo del millennio;

o
o   o

73.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) Testi approvati, P7_TA(2010)0377.
(2) Testi approvati, P7_TA(2011)0229.

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