Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2013/2105(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0360/2013

Testi presentati :

A7-0360/2013

Discussioni :

PV 20/11/2013 - 14
CRE 20/11/2013 - 14

Votazioni :

PV 21/11/2013 - 8.14
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2013)0513

Testi approvati
PDF 242kWORD 80k
Giovedì 21 novembre 2013 - Strasburgo
Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
P7_TA(2013)0513A7-0360/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 novembre 2013 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (conformemente alla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune) (14605/1/2012 – 2013/2105(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune, in particolare le parti relative alla politica europea di sicurezza e di difesa (14605/1/2012),

–  visti gli articoli 2, 3, 21, 24 e 36 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visti il titolo V del TUE e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2012,

–  viste le conclusioni della Conferenza interparlamentare per la politica estera e di sicurezza comune e la politica di sicurezza e di difesa comune del 6 settembre 2013,

–  viste la strategia europea in materia di sicurezza "Un'Europa sicura in un mondo migliore", adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003, e la relazione sulla sua attuazione "Garantire sicurezza in un mondo in piena evoluzione", approvata dal Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 2008,

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla politica di sicurezza e di difesa comune del 1° dicembre 2011 e del 23 luglio 2012, nonché le conclusioni del Consiglio sulla messa in comune e la condivisione delle capacità militari del 23 marzo 2012,

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla strategia in materia di sicurezza marittima del 26 aprile 2010,

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla protezione delle infrastrutture critiche informatizzate del 27 maggio 2011 e le precedenti conclusioni del Consiglio sulla sicurezza informatica,

–  visto il codice di condotta sulla messa in comune e la condivisione adottato dai ministri della difesa dell'UE il 19 novembre 2012,

–  vista la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 dal titolo "Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente" (COM(2013)0542),

–  vista la direttiva 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa(1),

–  vista la direttiva 2009/81/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa al coordinamento delle procedure per l'aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici/degli enti aggiudicatori, e recante modifica delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE(2),

–  viste le sue risoluzioni del 12 settembre 2013 sulla dimensione marittima della politica di sicurezza e di difesa comune(3) e sulle strutture militari dell'UE: situazione attuale e prospettive future(4) , del 22 novembre 2012 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune(5), sulle clausole di difesa reciproca e di solidarietà dell'UE: dimensioni politiche e operative(6), sul ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune in caso di crisi di natura climatica e disastri naturali(7), e sulla sicurezza e la difesa informatica(8), del 14 dicembre 2011 sull'impatto della crisi finanziaria sul settore della difesa negli Stati membri dell'UE(9), dell'11 maggio 2011 sullo sviluppo della politica di sicurezza e di difesa comune a seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona(10) , e del 23 novembre 2010 sulla cooperazione civile-militare e lo sviluppo di capacità civili-militari(11),

–  visti la sua raccomandazione del 13 giugno 2013 destinata all'alto rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, al Consiglio e alla Commissione sulla revisione 2013 relativa all'organizzazione e al funzionamento del SEAE(12) e la revisione 2013 del SEAE presentata dall'alto rappresentante nel luglio 2013(13),

–  vista la relazione dell'alto rappresentante/vicepresidente della Commissione sulla politica di sicurezza e di difesa comune del 15 ottobre 2013,

–  vista la relazione del SEAE sulla revisione delle procedure di gestione delle crisi della PSDC, adottata dal comitato politico e di sicurezza (COPS) il 18 giugno 2013,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visto l'articolo 119, paragrafo 1, del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A7-0360/2013),

Sicurezza e difesa europea in un mondo in piena evoluzione

1.  prende atto degli importanti e continui cambiamenti nel contesto geopolitico caratterizzati da minacce pluridimensionali e asimmetriche, dal terrorismo transnazionale, dall'ascesa delle potenze emergenti e da uno spostamento strategico dell'attenzione degli Stati Uniti verso la regione del Pacifico, da una maggiore povertà, fame e instabilità nel vicinato meridionale dell'Unione europea, da crescenti sfide per la sicurezza marittima, dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa e dalla recrudescenza del traffico illegale di armi leggere e di piccolo calibro, da sfide per la sicurezza energetica, da gravi e sistematici disfunzionamenti finanziari e da una grave e duratura crisi economica e finanziaria con ricadute importanti sul PIL di molti Stati membri dell'Unione europea e, di conseguenza, sui bilanci della difesa nazionale su entrambe le sponde dell'Atlantico;

2.  ritiene che rivalutare e rafforzare il ruolo dell'Europa nel mondo costituisca una delle principali sfide del ventunesimo secolo e che sia giunto il momento che gli Stati membri dell'Unione dimostrino la volontà politica necessaria per rendere l'UE un importante attore sulla scena internazionale e un garante della sicurezza con una vera autonomia strategica; ritiene che sia necessario un cambiamento di mentalità da parte degli Stati membri per ancorare un approccio europeo a una politica di sicurezza e difesa convinta ed efficace;

3.  plaude, pertanto, alla decisione del Consiglio europeo di avviare una discussione dedicata alla sicurezza e alla difesa nel corso del vertice di dicembre 2013; ritiene che questo rappresenti un'ottima opportunità per sottolineare al massimo livello politico e per comunicare all'opinione pubblica in Europa che la sicurezza e la difesa sono sempre questioni importanti e che la dimensione europea è più che mai rilevante; crede fortemente che l'Unione europea debba essere in grado di garantire la sicurezza ai propri cittadini, di promuovere e difendere i suoi valori fondamentali, di assumersi le proprie responsabilità per la pace mondiale e di svolgere un ruolo concreto nella prevenzione e nella gestione delle crisi regionali nel suo ampio vicinato, contribuendo alla loro risoluzione e tutelandosi contro gli effetti negativi di tali crisi;

4.  plaude, inoltre, alla relazione dell'alto rappresentante/vicepresidente della Commissione sulla PSDC, che identifica un certo numero di ostacoli che la PSDC si trova ad affrontare; si rammarica, tuttavia, che tale relazione non proponga maggiori azioni concrete per porre rimedio alle lacune della PSDC;

5.  auspica che siano adottate decisioni importanti nel corso del vertice di dicembre ed enuncia le proprie raccomandazioni nella presente relazione, basandosi sulle posizioni pertinenti adottate dal Parlamento europeo recentemente e prestando particolare attenzione al dibattito in corso sulle tre questioni principali (cluster) identificate dal Consiglio europeo di dicembre 2012;

Sfruttare il potenziale dei trattati

6.  constata che il trattato di Lisbona ha introdotto numerosi nuovi strumenti nel settore della politica di sicurezza e di difesa comune che non sono stati ancora attuati;

7.  sottolinea, a tale proposito, la possibilità di istituire una cooperazione strutturata permanente (PESCO) tra gli Stati membri (articolo 46, paragrafo 6, del TUE), di affidare gli strumenti e la capacità militare di pianificazione e realizzazione della PSDC a quel gruppo di Stati membri in particolare (articoli 42, paragrafo 5, e 44, paragrafo 1, del TUE) e di istituire un fondo di avviamento per le attività preparatorie delle missioni che non rientrano nel bilancio dell'Unione (articolo 41, paragrafo 3, del TUE) e che non sono integrate nel meccanismo ATHENA; chiede, pertanto, al presidente del Consiglio europeo e all'alto rappresentante/vicepresidente di istituire un fondo di avviamento; sottolinea, in tale contesto, l'importanza di integrare le questioni della PSDC nelle politiche dell'UE che hanno un molteplice impatto sulla sicurezza e la difesa o che contribuiscono alla PSDC, come le politiche relative allo sviluppo e ai diritti umani, alla ricerca e all'innovazione industriale, al mercato interno, al commercio internazionale, alla ricerca spaziale e altre, al fine di sostenere gli Stati membri impegnati nell'ulteriore rafforzamento della PSDC;

8.  sottolinea l'importanza di tali disposizioni concordate congiuntamente per lo sviluppo della PSDC e chiede al Consiglio europeo di condurre una seria discussione su una loro coerente attuazione; chiede al presidente del Consiglio europeo, al presidente della Commissione e all'alto rappresentante/vicepresidente di svolgere un ruolo attivo in tale processo;

Primo cluster: aumentare l'efficacia, la visibilità e l'impatto della PSDC

9.  segnala che, secondo i trattati, l'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli (articolo 3 del TUE), e che le sue azioni sulla scena internazionale mirano a consolidare e a sostenere la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani, nonché a prevenire i conflitti e a rafforzare la sicurezza internazionale, in linea con gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, con i principi dell'Atto finale di Helsinki e con gli obiettivi della Carta di Parigi, compresi quelli relativi alle frontiere esterne (articolo 21 del TUE); è convinto che la PSDC sia al servizio di tali obiettivi e sottolinea la necessità di migliorarla;

10.  sottolinea che il principale punto di forza dell'Unione europea è la disponibilità di politiche e strumenti diversi, articolati intorno al cosiddetto "approccio globale", e che è possibile ottenere migliori risultati a tutti i livelli mediante una migliore integrazione della PSDC in tale approccio; accoglie con favore, a tale proposito, l'esame dell'organizzazione e del funzionamento del SEAE pubblicato dall'alto rappresentante/vicepresidente nel luglio 2013, che riconosce i problemi di coordinamento e quelli correlati alla rapidità e all'efficacia del processo decisionale nel settore della PSDC; auspica che siano adottate decisioni specifiche nel corso del vertice di dicembre e che l'ulteriore integrazione della PSDC sia esaminata in maniera esaustiva nella prossima comunicazione congiunta dell'alto rappresentante/vicepresidente e della Commissione sull'attuazione dell'approccio globale;

11.  ribadisce la propria convinzione secondo cui, sebbene rimangano validi alcuni elementi della strategia europea in materia di sicurezza, adottata nel 2003 e ulteriormente sviluppata nel 2008, l'UE deve riesaminare e aggiornare tale strategia tenendo in considerazione i recenti sviluppi e la nuova serie di sfide e rischi per la sicurezza e ridefinendo i suoi interessi, obiettivi e priorità strategici con una maggiore enfasi sulla protezione dei suoi cittadini, sulla difesa delle infrastrutture critiche e sul suo vicinato e mettendo in sintonia le diverse sottostrategie regionali e tematiche; ritiene che un simile esercizio fornirà un quadro strategico più chiaro per l'azione esterna dell'UE, migliorerà la coerenza e, nel contempo, comunicherà meglio ai cittadini le sfide e i rischi futuri; chiede, pertanto, che il Consiglio europeo lanci un dibattito su un quadro strategico adeguato per l'Unione, incarichi l'alto rappresentante/vicepresidente di avanzare proposte a tale proposito entro la fine del 2014 e garantisca un seguito sostenibile, soggetto ad aggiornamenti periodici, come definito principalmente nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza;

12.  chiede che la revisione del quadro strategico dell'Unione europea si traduca nell'elaborazione di un Libro bianco sulla politica di sicurezza e di difesa dell'UE e propone che il Consiglio europeo possa lanciare questo processo; invita, altresì, gli Stati membri dell'UE a prendere in seria considerazione la dimensione europea nelle loro strategie di sicurezza nazionali, nei loro libri bianchi e nel processo decisionale nell'ambito della difesa; invita l'alto rappresentante/vicepresidente a sviluppare un modello comune per la predisposizione delle revisioni nazionali parallele;

13.  sottolinea la necessità di garantire che l'UE sia in condizioni di contribuire alla prevenzione, alla stabilizzazione e alla risoluzione dei conflitti tramite operazioni di gestione delle crisi;

14.  ritiene che l'introduzione di una clausola di difesa reciproca e di una clausola di solidarietà nei trattati (articolo 42, paragrafo 7, del TUE e articolo 222 del TFUE) rafforzi l'idea di un destino comune tra i cittadini europei; ricorda agli Stati membri che soltanto se animata da uno spirito di impegno, comprensione reciproca e reale solidarietà, l'Unione europea sarà in grado di svolgere il proprio ruolo a livello globale e dunque di rafforzare la sicurezza dell'Europa e dei suoi cittadini; si congratula, pertanto, con la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) per la proposta comune sulle modalità di attuazione della clausola di solidarietà da parte dell'Unione e chiede ai capi di Stato e di governo di riaffermare il proprio impegno per una solidarietà reciproca e di fornire una chiara interpretazione pratica delle due clausole;

15.  constata con preoccupazione che il numero e la tempestività delle missioni e delle operazioni della PSDC nonché lo sviluppo di strumenti e capacità civili e soprattutto militari della PSDC non soddisfano le esigenze, tenuto conto dell'instabilità e dell'insicurezza crescenti nel vicinato dell'Unione; deplora, in particolare, la portata globale limitata delle missioni della PSDC relativamente alle crisi in Libia e in Mali e si rammarica della mancanza di flessibilità nei processi decisionali dell'Unione responsabili dei ritardi nel reagire efficacemente negli scenari di crisi, come dimostrano questi due esempi; esorta a monitorare la situazione e proseguire il fruttuoso coinvolgimento operativo nell'Europa orientale e nel Caucaso meridionale; chiede una maggiore ambizione e sforzi più determinati per migliorare la progettazione delle future missioni e operazioni della PSDC in base a un processo volto a trarre insegnamento dall'esperienza e per sviluppare adeguate strategie di disimpegno; invita l'alto rappresentante/vicepresidente a guidare tale processo e accoglie con favore, a tale riguardo, la relazione che ha pubblicato il 15 ottobre 2013, trattandosi di un passo importante su come rendere la PSDC più efficace e proattiva;

16.  sottolinea la necessità di migliorare la visibilità della gestione delle crisi da parte dell'Unione europea e di mettere in atto tutti gli sforzi nell'ambito della PSDC, utilizzando, ove opportuno, la disposizione figurante all'articolo 44 del TUE, secondo cui il Consiglio può affidare la realizzazione di una missione a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione;

17.  esprime la propria preoccupazione, sulla base delle esperienze del recente passato, in merito al fatto che l'approccio globale alla gestione della crisi non abbia ancora sfruttato tutto il suo potenziale; ritiene che le missioni e le operazioni abbiano un maggiore significato quando sono integrate in una strategia regionale, come dimostra l'esempio positivo del Corno d'Africa; prende atto del documento "Suggerimenti per le procedure di gestione delle crisi per le operazioni di gestione delle crisi della PSDC" approvato dagli Stati membri il 18 giugno 2013;

18.  chiede che i problemi funzionali delle missioni civili della PSDC, in particolare relativamente alla rapidità di intervento e alla consistenza del personale, siano affrontati rivedendo il loro quadro di riferimento giuridico e finanziario, che spesso complica il processo decisionale e comporta ritardi; chiede che sia incrementato il numero dei programmatori strategici qualificati e politicamente indipendenti, che è troppo ridotto rispetto al numero delle missioni; chiede, inoltre, agli Stati membri di creare "corpi di riservisti civili" che possano essere dispiegati rapidamente, se necessario; accoglie con favore, a tale proposito, la recente creazione del deposito permanente della PSDC;

19.  ricorda la sua risoluzione del 2001 che chiedeva la creazione di un Corpo civile europeo per la pace; accoglie con favore i recenti sforzi volti a creare un Corpo volontario europeo di aiuto umanitario in seno alla Commissione e un gruppo di esperti nel campo della mediazione, del dialogo e della riconciliazione in seno al Servizio per l'azione esterna; manifesta, inoltre, soddisfazione per l'esistenza e la continuazione del partenariato per il consolidamento della pace tra il Servizio per l'azione esterna e gli interlocutori corrispondenti della società civile;

20.  sottolinea l'importante ruolo della mediazione e del dialogo nella prevenzione e nella risoluzione pacifica dei conflitti; plaude al progresso compiuto dal SEAE nel rafforzamento delle proprie capacità di mediazione e ribadisce il suo sostegno per un ulteriore miglioramento delle capacità dell'Europa in tale ambito; ritiene che il fruttuoso coinvolgimento del Parlamento europeo nei processi di mediazione abbia dimostrato l'importante ruolo che i parlamentari possono svolgere nel sostenere i processi di mediazione e dialogo, e mira a intensificare i propri sforzi in quest'ambito;

21.  propone di includere consulenti in materia di diritti umani e di genere in tutte le missioni della PSDC e incoraggia lo scambio delle migliori pratiche tra le missioni della PSDC per garantire che si tenga pienamente conto delle questioni relative ai diritti umani e che le donne siano totalmente protette e integrate nella risoluzione dei conflitti e delle questioni postbelliche; invita il Consiglio e il SEAE a compiere ulteriori passi per includere gli aspetti di genere nella pianificazione del personale per le missioni PSDC;

22.  sottolinea il fatto che il successo delle operazioni militari richiede chiare funzioni di comando e di controllo; ribadisce, pertanto, la richiesta di istituire sedi operative militari permanenti; constata con rammarico il mancato progresso su tale questione e la forte opposizione di alcuni Stati membri; sottolinea ancora che una PSDC efficace richiede meccanismi di allerta precoce e servizi di intelligence adeguati; ritiene, pertanto, che tali sedi debbano comprendere cellule per la raccolta di intelligence nonché per l'allerta precoce e la conoscenza situazionale;

23.  ribadisce il proprio sostegno per una soluzione provvisoria e richiama l'attenzione sulla sua proposta volta a migliorare lo stato del centro operativo nel Corno d'Africa attualmente attivo e a fornire un aiuto alla pianificazione militare e al coordinamento tra i soggetti in loco; chiede all'alto rappresentante/vicepresidente di elaborare una simile opzione, nell'ambito delle limitazioni della sua attuale dimensione e infrastruttura, al fine di ottimizzare l'utilizzo delle risorse esistenti e di esaminare la fattibilità dell'allargamento del suo ambito geografico ad altre regioni importanti; ritiene che tale organo debba avere capacità giuridica e svolgere il ruolo di coordinatore dei contratti tra Bruxelles e le singole sedi delle missioni, utilizzando economie di scala per massimizzare i risparmi;

24.  prende atto del fatto che i gruppi tattici dell'UE non sono mai stati impiegati e ritiene che la loro esistenza sarà difficile da giustificare nel tempo; sottolinea che essi costituiscono un importante strumento per la tempestiva creazione di una forza, la formazione e una rapida reazione; plaude alla decisione di affrontare tale questione nel corso del vertice di dicembre; è convinto che l'UE debba disporre di forze tattiche permanenti pronte all'intervento, con forze di terra, aria, mare, informatiche e speciali e un elevato livello di ambizione; sottolinea che le forze tattiche dovrebbero poter essere dispiegate per tutti i tipi di crisi, incluse le crisi umanitarie dovute a fattori climatici; è favorevole a un approccio più flessibile e mirato per rafforzare la risposta e l'adattabilità a diverse situazioni di crisi e per migliorare la modularità al fine di colmare le lacune nelle fasi iniziali dell'avvio delle operazioni della PSDC senza, tuttavia, compromettere la capacità operativa del gruppo tattico nel suo complesso;

25.  sottolinea la necessità di compiere maggiori sforzi per integrare a livello dell'UE iniziative quali l'Eurocorpo o il Gruppo aereo europeo;

26.  conferma che l'attuale sistema finanziario basato su "ciascuno si fa carico delle proprie spese" costituisce un grave problema per la PSDC poiché comporta ritardi o blocchi totali del processo decisionale, in particolare nel caso del rapido dispiego dei gruppi tattici; raccomanda che gli Stati membri trovino un accordo su un meccanismo europeo di finanziamento basato sulla condivisione degli oneri per l'uso di gruppi tattici sotto l'egida dell'UE, al fine di garantirne un futuro realistico; chiede, inoltre, che il SEAE ottenga, per una questione di coerenza ed efficacia, il controllo degli strumenti finanziari legati alle azioni di gestione delle crisi che pianifica e conduce; auspica che l'alto rappresentante/vicepresidente e gli Stati membri interessati avanzino delle proposte concrete a tale proposito;

27.  esprime preoccupazione, inoltre, circa il fatto che la crisi economica e del debito possa avere un impatto sulla volontà degli Stati membri dell'UE di contribuire alle missioni e operazioni della PSDC, in particolare a quelle con implicazioni militari e di difesa; chiede, pertanto, l'ampliamento della portata del meccanismo ATHENA e l'uso del fondo di avviamento (articolo 41, paragrafo 3, del TUE) per garantire il finanziamento rapido delle attività urgenti; sottolinea, tuttavia, che per quanto la PSDC debba essere rivitalizzata, ciò deve avvenire in linea con le restrizioni di bilancio;

28.  invita gli Stati membri a sfruttare le possibilità offerte dalla PESCO e a iniziare a mettere in atto questa disposizione del trattato al fine di contrastare l'attuale "affaticamento della PSDC" e di intensificare la cooperazione e l'integrazione militare; chiede al Consiglio europeo di fornire orientamenti chiari per la sua attuazione e invita gli Stati membri non interessati ad agire in modo costruttivo; sottolinea che deve essere concessa la possibilità di aderire in una fase successiva, al fine di garantire la flessibilità e di evitare un'Europa a due velocità;

29.  sottolinea che l'interesse vitale dell'UE è rappresentato da un ambiente marittimo sicuro e accessibile che consenta il libero transito del commercio e l'uso pacifico, legale e sostenibile delle ricchezze degli oceani; sottolinea la necessità di elaborare una politica estera marittima dell'UE che miri a proteggere e a preservare le infrastrutture critiche, le rotte in mare aperto e le risorse naturali e che metta l'enfasi sulla risoluzione pacifica dei conflitti nel contesto del diritto internazionale e in linea con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare; attende l'adozione della strategia per la sicurezza marittima dell'UE, in linea con le conclusioni del Consiglio dell'aprile 2010, e chiede che sia elaborato uno specifico piano di attuazione; segnala che l'integrazione della sorveglianza marittima attraverso i settori e le frontiere costituisce già uno strumento trasversale della politica marittima integrata dell'UE; sottolinea l'importanza di una rapida attuazione del progetto per un sistema comune di condivisione delle informazioni nonché della creazione di un "ponte" tra la politica marittima integrata e la PSDC per migliorare la condivisione delle informazioni tra queste due politiche;

30.  sottolinea la necessità di evitare la militarizzazione di regioni quali l'Artico nonché di utilizzare mezzi pacifici per la risoluzione dei conflitti, tra cui gli strumenti commerciali;

31.  chiede che il Consiglio europeo ribadisca l'importanza dello spazio, su cui si fonda l'autonomia strategica dell'UE e dei suoi Stati membri, nonché della possibilità di ottenere l'accesso autonomo allo spazio sviluppando vettori e satelliti; ribadisce l'importanza di raccogliere precise informazioni di intelligence sia per le missioni e operazioni della PSDC civili sia per quelle militari; sottolinea, in particolare, il ruolo dei dispositivi spaziali nell'ambito della prevenzione dei conflitti e della gestione delle crisi prima, durante e dopo una crisi; invita la Commissione a elaborare una politica specifica a sostegno dello sviluppo di dispositivi spaziali con molteplici usi;

32.  ribadisce la crescente importanza di affrontare le minacce alla sicurezza informatica; invita il Consiglio europeo a elaborare orientamenti per l'attuazione della strategia dell'UE per la sicurezza informatica e ad adottare misure concrete relative alla protezione dell'infrastruttura informatica e ad investire nel miglioramento della cooperazione a livello dell'UE sulle procedure per la gestione delle crisi, esercizi, formazione ed educazione informatica; chiede alla Commissione e al vicepresidente/alto rappresentante di assicurare che la politica sulla sicurezza informatica sia attuata in modo transettoriale, al fine di garantire disposizioni-ponte adeguate tra le politiche di sicurezza interne ed esterne dell'UE, e a tutti gli Stati membri di sviluppare o concludere le rispettive strategie nazionali per la sicurezza informatica e di mirare ad un maggior livello di sincronizzazione a livello dell'Unione;

33.  chiede al Consiglio europeo di riaffermare l'importanza dell'approvvigionamento energetico dell'Europa e dell'accesso diversificato e sostenibile alle risorse energetiche; constata che alcuni Stati membri non hanno la capacità di diversificare le proprie fonti energetiche e sono così sempre più vulnerabili; a tal proposito, sostiene fortemente gli sforzi collaborativi degli Stati membri nelle situazioni di crisi; sottolinea il fatto che la protezione dell'infrastruttura critica in Europa deve attivare la clausola di difesa reciproca e/o di solidarietà; constata altresì che l'operazione ATALANTA sta già svolgendo un ruolo per la sicurezza energetica lottando contro i pirati che, dal 2008, hanno sequestrato una serie di petroliere; ritiene, pertanto, che tali aspetti debbano essere parte di uno approccio strategico necessario; sottolinea, in tale contesto, il fatto che l'approvvigionamento energetico è un fattore cruciale per missioni e operazioni della PSDC di successo;

34.  sottolinea l'importanza dell'efficienza energetica nell'ambito della difesa, in particolare mettendo in evidenza la necessità di valutare l'impatto del consumo energetico sui bilanci della difesa e sull'efficacia militare e di elaborare una strategia complessiva sull'efficienza energetica per le forze armate;

35.  sottolinea l'importanza per l'UE di sviluppare ulteriori partenariati e di approfondire il proprio dialogo sulla sicurezza con l'ONU, con le organizzazioni regionali e con gli attori pertinenti, inclusi gli Stati del partenariato orientale e del vicinato meridionale;

36.  sottolinea che l'UE deve impegnarsi maggiormente con l'ONU, con l'Unione africana, con l'OSCE e con l'ASEAN al fine di condividere le analisi e di cooperare nell'affrontare le sfide della politica ambientale e del cambiamento climatico, comprese le loro implicazioni di sicurezza; sottolinea la necessità di azioni preventive ed esorta l'UE a sviluppare e migliorare le capacità di allerta precoce;

37.  chiede una maggiore cooperazione tra le strutture dell'UE e della NATO mediante un approccio complementare e un più stretto coordinamento al fine di consentire di evitare la sovrapposizione tra i due partner e di affrontare in modo efficace le nuove minacce; è convinto del fatto che un rafforzamento della PSDC non danneggi, ma anzi rafforzi la sicurezza collettiva e i legami transatlantici; afferma che lo sviluppo delle capacità di difesa in un contesto dell'UE apporta dei benefici anche alla NATO; prende atto della collaborazione costruttiva in relazione all'iniziativa di messa in comune e condivisione dell'UE e l'iniziativa "Difesa intelligente" della NATO; accoglie con favore l'intenzione della Repubblica di Cipro di aderire al programma per un partenariato per la pace della NATO che costituisca un passo verso il cambiamento ed esorta la Turchia ad adottare un approccio parimenti costruttivo; invita a elaborare un quadro di riferimento globale per la cooperazione UE-NATO e ad approfondire il dialogo politico nel pieno rispetto del processo decisionale di ciascuna parte;

38.  è del parere che l'UE debba essere in grado di agire autonomamente, in particolare nel suo vicinato, ma sempre in linea con le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e garantendo il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale;

Secondo cluster: potenziare lo sviluppo delle capacità di difesa

39.  ribadisce le preoccupazioni secondo cui ulteriori tagli nei bilanci di difesa nazionali renderanno impossibile mantenere le capacità militari essenziali e comporteranno l'irreversibile perdita di competenze e tecnologie; sottolinea che le carenze nelle capacità degli Stati membri sono risultate evidenti nel corso delle operazioni in Libia e in Mali e che la crisi economica ha esacerbato i problemi strutturali esistenti; ribadisce, tuttavia, il suo parere secondo cui il problema è più di natura politica che di bilancio;

40.  prende nota delle proposte avanzate dal vicepresidente/alto rappresentante nella sua relazione provvisoria sulla PSDC di ottobre 2013, in particolare quelle volte ad attuare gli incentivi alla cooperazione nell'ambito delle capacità di difesa, anche di natura fiscale; sottolinea che gli Stati membri hanno l'opportunità di trarre il massimo beneficio da una più stretta cooperazione per creare l'efficienza militare e dalla decisione di ottimizzare e spendere le scarse risorse in un modo migliore e più intelligente, mediante la riduzione coordinata di inutili sovrapposizioni, capacità ridondanti e obsolete;

41.  plaude alla revisione in corso del piano per lo sviluppo delle capacità come base per un concetto di trasformazione comune di lungo termine per la creazione di capacità; ritiene che tale concetto di trasformazione debba essere discusso periodicamente e che la sua applicazione debba essere ottimizzata e riesaminata, se del caso;

42.  richiama l'attenzione sulla missione dell'Agenzia europea per la difesa, come previsto dagli articoli 42, paragrafo 3, e 45 del TUE, secondo cui l'Agenzia è responsabile di importanti attività come l'attuazione di una cooperazione strutturata permanente, la formulazione di una politica per le capacità e gli armamenti europei, lo sviluppo delle capacità militari degli Stati membri e il rafforzamento della base industriale e tecnologica del settore della difesa, ma senza implicazioni finanziarie per il bilancio dell'UE;

43.  ritiene che, sebbene non sia una panacea, la messa in comune e la condivisione delle capacità militari costituiscano una risposta importante alle lacune nelle capacità europee; accoglie con favore il ruolo di facilitatore dell'AED e i progressi raggiunti finora; ritiene che la messa in comune e la condivisione non debbano essere presi in considerazione solo in termini di approvvigionamento comune, ma anche in termini di integrazione, e debbano coprire il mantenimento e l'utilizzo condiviso delle capacità;

44.  chiede un rafforzamento del ruolo dell'Agenzia europea per la difesa nel coordinamento delle capacità, con l'obiettivo di frenare le sovrapposizioni e i programmi paralleli tra gli Stati membri che comportano una spesa eccessiva per i contribuenti;

45.  invita gli Stati membri dell'UE a migliorare la condivisione delle informazioni sulla pianificazione della difesa e, in linea con il codice di condotta sulla messa in comune e condivisione, a includere la messa in comune e la condivisione delle soluzioni nei cicli di pianificazione della difesa nazionale e dei processi decisionali;

46.  sottolinea che la fiducia reciproca, la trasparenza e l'affidabilità sono fattori fondamentali per il successo di qualsiasi impegno comune nel settore della sicurezza e della difesa; è convinto che lo sviluppo delle capacità di difesa debba essere integrato in un approccio strategico che determini la combinazione adeguata di capacità e degli obiettivi per cui debbano essere utilizzate;

47.  alla luce di quanto sopra, auspica che il prossimo vertice sulla difesa:

   a) fornisca orientamenti politici e strategici, riconfermando l'impegno degli Stati membri per lo sviluppo delle capacità e il livello di ambizione definito nella dichiarazione sul rafforzamento delle capacità del 2008;
   b) fornisca le basi per una pianificazione effettivamente collettiva, che spazi dalla pianificazione strategica agli appalti e allo sviluppo tecnologico, prestando particolare attenzione alle questioni relative agli accordi e agli incentivi finanziari;
   c) acceleri l'attuazione dei progetti esistenti, in particolare quelli relativi ai facilitatori strategici, e fornisca sostegno politico ai progetti faro dell'AED, ossia rifornimento in volo, comunicazioni via satellite, aerei con sistema a pilotaggio remoto, difesa informatica e Cielo unico europeo;
   d) incarichi il vice presidente/alto rappresentante e l'AED, insieme alla Commissione, di avanzare nuove proposte pratiche relative allo sviluppo delle capacità di difesa entro la fine del 2014;
   e) stabilisca un processo di monitoraggio che valuti periodicamente i progressi raggiunti;
   f) ribadisca il valore di una più stretta collaborazione con la NATO e con i partner strategici nell'ambito dello sviluppo delle capacità;
   g) valuti l'avvio di lavori di sviluppo per l'obiettivo militare primario per il 2025, se possibile integrandoli con l'obiettivo industriale primario;

Terzo cluster: rafforzare l'industria di difesa europea

48.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente" che avanza qualche nuova idea e proposta; sostiene pienamente gli sforzi della Commissione volti a rafforzare il mercato interno per la difesa e la sicurezza e a sviluppare una politica industriale di difesa, fornendo un sostegno adeguato per le PMI che svolgono un ruolo fondamentale in materia di innovazione, ricerca e sviluppo, creazione di posti di lavoro e crescita economica, in linea con la strategia Europa 2020;

49.  sottolinea il fatto che il rafforzamento della base industriale e tecnologica del settore della difesa è un obiettivo dell'Unione sancito dagli articoli 42, paragrafo 3, e 45 del TUE; sottolinea il fatto che una solida base industriale e tecnologica di difesa europea in grado di sostenere la PSDC e di migliorare ulteriormente le capacità militari dell'Europa, preservando al contempo l'autonomia strategica dell'UE, è essenziale per un'efficace difesa europea; sottolinea il legame tra la ricerca, l'industria e lo sviluppo delle capacità, tutti elementi necessari per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la competitività, nonché per una PSDC più forte;

50.  ribadisce la necessità di un'industria della difesa europea forte e meno frammentata che sia in grado di sostenere la PSDC e migliorare l'autonomia strategica dell'UE; sottolinea l'importanza della certificazione e della standardizzazione per il miglioramento dell'interoperabilità delle forze armate; chiede al Consiglio europeo di conferire all'AED il mandato di preparare una tabella di marcia per lo sviluppo di norme industriali per la difesa e agli Stati membri di ottimizzare le procedure di certificazione europee mediante il riconoscimento reciproco dei certificati e di armonizzare le procedure di certificazione;

51.  sottolinea che la previsione e la gestione del cambiamento e della ristrutturazione costituiscono una parte integrale di qualsiasi politica industriale; ritiene, pertanto, che un'ulteriore integrazione del mercato nel settore della difesa debba andare di pari passo con un dialogo sociale attivo e con l'attenuazione del suo impatto negativo sulle economie regionali e locali, utilizzando appieno gli strumenti finanziari dell'UE, come il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione;

52.  chiede al Consiglio europeo di intervenire in tali settori mediante un solido finanziamento della ricerca e dello sviluppo, anche a livello dell'Unione; sostiene lo sviluppo di una cooperazione concreta ed efficiente dal punto di vista dei costi tra la sicurezza civile e le attività di ricerca nell'ambito della difesa; sottolinea, tuttavia, la costante necessità di un efficace regime di esportazione di prodotti a duplice uso;

53.  sottolinea la necessità di assicurare nuove fonti di finanziamento per la ricerca e l'innovazione nel settore della difesa, per esempio mediante Orizzonte 2020;

Considerazioni conclusive

54.  sostiene pienamente la realizzazione di un dibattito sui tre cluster nel corso del vertice sulla difesa di dicembre; sottolinea la loro pari importanza e il fatto che sono interconnessi da una logica inerente che serve gli stessi obiettivi strategici;

55.  chiede al Consiglio europeo, nonché ai responsabili politici a qualsiasi livello negli Stati membri dell'Unione, di dimostrare maggiori ambizione e coraggio nell'avviare un dibattito pubblico, aspetto ancora più importante in periodi di austerità economica; sottolinea la necessità di investire ulteriormente e di accelerare la cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa, nonché di spiegare il nesso causale tra sicurezza e difesa, da un lato, e libertà, democrazia, Stato di diritto e prosperità, dall'altro;

56.  sottolinea il legame indissolubile tra la sicurezza interna ed esterna e il fatto che un ambiente pacifico, sicuro e stabile costituisce un prerequisito per il mantenimento del modello politico, economico e sociale in Europa;

57.  auspica fortemente che il Consiglio europeo non sia un evento isolato, ma il punto di partenza di un processo continuo che riesamini periodicamente le questioni relative alla sicurezza e alla difesa a livello del Consiglio europeo; favorisce, come seguito al Consiglio europeo, l'istituzione di una tabella di marcia con specifici valori di riferimento e termini e un meccanismo di comunicazione; sostiene la creazione di un Consiglio dei ministri della Difesa nel medio termine al fine di assicurare alle questioni relative alla sicurezza e alla difesa il peso che meritano;

58.  decide di mantenere e rafforzare gli stretti legami con i parlamenti nazionali degli Stati membri mediante riunioni periodiche al fine di promuovere il dialogo e lo scambio di opinioni sulle questioni relative alla sicurezza e alla difesa;

59.  è convinto che la PSDC sia un pilastro fondamentale del processo di integrazione europea;

o
o   o

60.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Consiglio europeo, al vice presidente/alto rappresentante, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale della NATO, al presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente in carica dell'OSCE, al presidente dell'Assemblea parlamentare OSCE, al presidente dell'Assemblea dell'Unione africana e al Segretario generale dell'ASEAN.

(1) GU L 146 del 10.6.2009, pag. 1.
(2) GU L 216 del 20.8.2009, pag. 76.
(3) Testi approvati, P7_TA(2013)0380.
(4) Testi approvati, P7_TA(2013)0381.
(5) Testi approvati, P7_TA(2012)0455.
(6) Testi approvati, P7_TA(2012)0456.
(7) Testi approvati, P7_TA(2012)0458.
(8) Testi approvati, P7_TA(2012)0457.
(9) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 9.
(10) GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 51.
(11) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 7.
(12) Testi approvati, P7_TA(2013)0278.
(13) http://eeas.europa.eu/library/publications/2013/3/2013_eeas_review_en.pdf

Note legali - Informativa sulla privacy