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Procedura : 2013/2148(INI)
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A7-0441/2013

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CRE 15/01/2014 - 10.6
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Mercoledì 15 gennaio 2014 - Strasburgo
Futuro delle relazioni UE-ASEAN
P7_TA(2014)0022A7-0441/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sul futuro delle relazioni UE-ASEAN (2013/2148(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il quadro giuridico principale per le relazioni con l'ASEAN, segnatamente l'accordo di cooperazione CEE-ASEAN firmato nel marzo 1980(1),

–  visti i negoziati in corso e/o la conclusione di sette accordi di partenariato e di cooperazione tra l'Unione europea e gli stati membri dell'ASEAN, ovvero Brunei Darussalam, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam,

–  visti i negoziati sugli accordi di libero scambio (ALS) con Malaysia, Thailandia e Vietnam e la conclusione dell'ALS UE-Singapore,

–  vista la strategia dell'UE "Un nuovo partenariato con l'Asia sudorientale" del luglio 2003, (COM(2003)0399), che identifica tra le principali priorità il rafforzamento delle relazioni regionali nell'ambito del commercio e degli investimenti con l'ASEAN nonché il dialogo in settori politici specifici,

–  visto il 7° Partenariato parlamentare Asia-Europa (ASEP) e il 22° vertice dell'ASEAN,

–  vista la dichiarazione di Norimberga sul partenariato rafforzato UE-ASEAN del marzo 2007 e il suo piano d'azione del novembre 2007,

–  visto il piano d'azione di Bandar Seri Begawan per dare ulteriore solidità al partenariato rafforzato ASEAN-UE (2013-2017) adottato in Brunei Darussalam il 27 aprile 2012,

–  vista l'adesione dell'Unione europea al trattato di amicizia e cooperazione nel sud-est asiatico (TAC) a Phnom Penh il 12 luglio 2012(2),

–  visto il 9° vertice dell'incontro Asia-Europa (ASEM) tenutosi a Vientiane, Laos, nel novembre 2012,

–  vista la Fondazione Asia-Europa (ASEF), istituita nel febbraio 1997 per offrire una sede di dialogo non governativa,

–  visto il programma per il supporto all'integrazione regionale ASEAN-UE (APRIS), il programma per il supporto all'integrazione regionale ASEAN (ARISE) e lo strumento di dialogo regionale UE-ASEAN (READI) a sostegno dell'armonizzazione delle politiche e delle normative riguardo ai settori non di natura commerciale,

–  vista la dichiarazione congiunta UE-USA sulla regione Asia-Pacifico del 12 luglio 2012,

–  vista l'istituzione dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) l'8 agosto 1967,

–  visto il progetto della comunità economica ASEAN concordato nel 2007 e la Carta dell'ASEAN adottata nel 2008,

–  vista la prima dichiarazione dell'ASEAN sui diritti umani del 18 novembre 2012, l'istituzione della commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani (AICHR) e il primo dialogo tra AICHR e il nuovo rappresentante speciale dell'Unione europea (UE) per i diritti umani Stavros Lambrinidis, l'8 maggio 2013,

–  visto il 14° vertice dell'ASEAN tenutosi nel 2009 e la definizione di una tabella di marcia per una comunità (economica) ASEAN con un mercato unico, la comunità politica e di sicurezza ASEAN e la comunità socioculturale ASEAN,

–  visto il 22° vertice dell'ASEAN tenutosi nel Brunei il 24-25 aprile 2013,

–  visto il 7° vertice dell'Asia orientale (EAS) tenutosi a Phnom Penh il 20 novembre 2012 tra i leader di 17 paesi ASEAN, Cina, Giappone e Corea del Sud (ASEAN+3), India, Australia e Nuova Zelanda (ASEAN+6) e Stati Uniti,

–  visto l'accordo nell'ambito dell'ASEAN per la gestione delle catastrofi e la risposta emergenziale (AADMER),

–  visti la dichiarazione congiunta dell'8a incontro dei ministri degli Affari sociali e dello sviluppo dei paesi dell'ASEAN, adottata il 6 settembre 2013 a Phnom Pen in preparazione del vertice dell'ASEAN previsto per ottobre 2013, e il riferimento in essa contenuto al fatto che l'accesso alle prestazioni di sicurezza sociale è un diritto umano fondamentale,

–  viste le sue recenti risoluzioni sui paesi membri dell'ASEAN, in particolare quelle dell'11 settembre 2013 sui negoziati per un accordo di partenariato e di cooperazione UE-Malaysia(3), del 13 giugno 2013 sulla situazione dei Rohingya musulmani(4), dell'11 giugno 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro(5), del 18 aprile 2013 sul Vietnam, in particolare la libertà di espressione(6) e del 7 febbraio 2013 sul Laos: il caso di Sombath Somphone(7),

–  viste le sue recenti risoluzioni sugli stati membri dell'ASEAN, in particolare quelle del 17 febbraio 2011 sugli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia(8), del 7 luglio 2011 sull'Indonesia, compresi gli attacchi alle minoranze(9), del 25 novembre 2010 sulla Birmania: svolgimento delle elezioni e liberazione della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi(10), del 20 maggio 2010 sulla situazione a Myanmar(11), del 20 maggio 2010 sulla situazione in Thailandia(12), del 26 novembre 2009 sulla situazione in Laos e Vietnam(13) e del 5 febbraio 2009 sulla situazione dei rifugiati birmani in Thailandia(14),

–  visti i principi delle 'Linee guida su imprese e diritti umani: attuazione del quadro delle Nazioni Unite "proteggere, rispettare e sanare", adottate dal Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU il 16 giugno 2011,

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per lo sviluppo (A7-0441/2013),

A.  considerando che attualmente l'ASEAN è una delle più importanti organizzazioni regionali emergenti del mondo, sia in termini di sviluppo economico che di dinamiche geopolitiche;

B.  considerando che la Carta dell'ASEAN, firmata nel novembre 2007, attribuisce personalità giuridica e definisce un quadro giuridico e istituzionale per l'ASEAN, compresa la creazione del comitato dei rappresentanti permanenti (CPR), per sostenerne e coordinarne l'attività;

C.  considerando che la comunità economica dell'ASEAN intende creare un mercato interno per 600 milioni di persone entro il 2015, rendendo in tal modo l'ASEAN, con i suoi competitivi operatori economici e una domanda interna in rapida crescita, simile ad altri grandi mercati mondiali come l'UE, gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e l'India e conseguentemente, un forte partner economico sul mercato regionale e internazionale; considerando che in questo iter alcuni stati membri dell'ASEAN si troveranno ad affrontare sfide in termini di competitività, stabilità sociale e rafforzamento e sviluppo delle componenti sociali del processo di integrazione;

D.  considerando che gli sforzi di ristrutturazione economica intrapresi dai paesi ASEAN dopo la crisi finanziaria asiatica del 1997 li hanno aiutati a dimostrare, in genere, una buona resistenza all'attuale crisi economica mondiale;

E.  considerando che nel 1993 il forum regionale dell'ASEAN (ARF) è stato istituito per promuovere il dialogo e la consultazione su questioni politiche e di sicurezza e contribuire al rafforzamento della fiducia e alla diplomazia preventiva nella regione Asia-Pacifico;

F.  considerando che l'ultimo vertice ASEAN ha chiesto la denuclearizzazione della penisola coreana e ha incoraggiato gli Stati con armi nucleari ad aderire al protocollo del trattato per una zona libera da armi nucleari nel sud-est asiatico; che il vertice ha inoltre discusso in merito alla possibilità di una futura adesione di Timor Orientale all'ASEAN;

G.  considerando che la Cina ha rafforzato i propri legami economici con i paesi del sud-est asiatico; che alcuni stati membri dell'ASEAN hanno rafforzato la cooperazione con gli Stati Uniti sulla sicurezza marittima; che la Russia considera l'Asia un elemento importante della sua strategia internazionale; che i paesi ASEAN continuano a svolgere un ruolo importante nel preservare la pace e la stabilità nella regione; considerando che l'UE e l'ASEAN condividono una comune preoccupazione per le dispute territoriali irrisolte nel mar cinese meridionale e hanno un notevole interesse a mantenere la pace, la stabilità, il rispetto del diritto internazionale e, in particolare, la Carta delle Nazioni Unite e il diritto del mare delle Nazioni Unite del 1982; che sostiene i principi di sei punti sul mar cinese meridionale di luglio 2012 e le linee guida per l'attuazione della Dichiarazione sulla condotta delle parti nel mar cinese meridionale del 2011, favorevole ad una soluzione con mezzi pacifici;

H.  considerando che la dichiarazione dei diritti umani dell'ASEAN sostiene l'autonomia dei vari stati nella creazione di propri strumenti giuridici per la tutela dei diritti umani, pur fornendo alla regione un quadro di riferimento generale comune per la difesa degli stessi;

I.  considerando che l'8 novembre 2013 il tifone Haiyan ha devastato le Filippine, distruggendo intere città, lasciando un numero ancora imprecisato di persone - forse migliaia - morte e milioni di senza tetto; che questa tempesta, la più forte tempesta mai registrata, ha potuto dimostrare il grave pericolo di condizioni atmosferiche estreme sempre più frequenti;

J.  considerando che gli elevati livelli di inquinamento da fumo dovuto ai grandi incendi di foreste nella regione hanno gravi conseguenze ambientali e potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza non tradizionale;

K.  considerando che l'UE e l'ASEAN condividono l'obiettivo politico di promuovere il benessere, la cooperazione e la pace nelle loro rispettive regioni e in tutto il mondo;

L.  considerando che il piano d'azione di Bandar Seri Begawan del 2012 tra l'UE e l'ASEAN intende rivolgere maggiore attenzione strategica alla cooperazione sui tre pilastri dell'ASEAN, nonché alla cooperazione culturale e per lo sviluppo, e che si tengono periodiche riunioni a livello ministeriale e di alti funzionari;

M.  considerando che, alla luce dei negoziati in corso sugli accordi di libero scambio (ALS) fra l'UE e la Malaysia, la Thailandia e il Vietnam, nonché della conclusione dell'ALS UE-Singapore e dell'obiettivo a lungo termine di un accordo di libero scambio interregionale, è ancora più urgente mettere a punto un quadro politico più ampio con i partner ASEAN;

1.  è del parere che l'ASEAN, in quanto soggetto economico globale e regionale di primo piano, possa svolgere un ruolo importante nel promuovere un ordine mondiale pacifico e multilaterale; auspica di assistere a un ulteriore sviluppo delle capacità istituzionali, economiche e politiche dell'ASEAN;

2.  esorta vivamente l'ASEAN a proseguire lungo il suo cammino di integrazione politica ed economica, in particolare con l'ambizioso piano ASEAN per una comunità economica entro il 2015, compresa la liberalizzazione del suo mercato interno del lavoro che sarebbe di grande beneficio per tutti i paesi partecipanti;

3.  si congratula con i leader dell'ASEAN per i significativi progressi in atto nel processo di integrazione regionale, soprattutto grazie all'imminente istituzione della comunità economica dell'ASEAN; è del parere che tali positivi sviluppi debbano essere accompagnati da un rafforzamento della sua dimensione parlamentare e invita i leader dell'ASEAN a considerare un riconoscimento statutario formale del ruolo dell'Assemblea interparlamentare dell'ASEAN (AIPA), quale parte integrante della stessa ASEAN;

4.  sottolinea il grande potenziale economico della regione ASEAN e incoraggia gli stati dell'ASEAN e le imprese nazionali ed estere che operano in paesi ASEAN ad agire in conformità con i principi della responsabilità sociale delle imprese, a rispettare attivamente le norme fondamentali del lavoro dell'OIL e i principi guida delle Nazioni Unite per le imprese e i diritti umani, a promuovere l'adeguata tutela del lavoro e l'accesso a condizioni di lavoro dignitose, e a creare un ambiente più favorevole allo sviluppo dei sindacati e delle loro attività; esorta a tale proposito la Commissione a contribuire all'elaborazione di misure per potenziare le capacità di contrasto a livello internazionale e locale;

5.  ritiene che gli stati dell'ASEAN debbano muoversi verso una nuova fase di sviluppo economico e sociale inclusivo, dedicando particolare attenzione alla promozione dei diritti umani, sociali, del lavoro ed economici della loro popolazione, al fine di garantire società più egualitarie e giuste; ritiene necessario a tale scopo che l'aumento della loro ricchezza economica sia messo al servizio del rafforzamento delle reti di protezione e sicurezza sociale; esorta parimenti l'UE a rafforzare la propria cooperazione sui diritti umani al fine di contribuire a migliorare l'efficacia della commissione intergovernativa ASEAN sui diritti umani (AICHR) nel promuovere e tutelare i diritti dell'uomo;

6.  sottolinea che l'UE e l'ASEAN condividono sia interessi politici che economici, che devono continuare a essere sviluppati in via prioritaria ed essere elevati al rango di partenariato strategico; accoglie con favore il fatto che, quale riconoscimento dell'importanza di tale relazione, il SEAE stia attivamente considerando la nomina di un capodelegazione dell'UE presso l'ASEAN; si aspetta che ciò comporti un maggiore coordinamento tra i capidelegazione dell'UE negli stati membri dell'ASEAN e le ambasciate degli Stati membri dell'Unione europea e ampli la credibilità politica e la visibilità dell'Unione europea; invita il VP / AR e la Commissione a presentare una rinnovata e più globale strategia per il Sud Est asiatico;

7.  ritiene che l'UE e i suoi Stati membri debbano collaborare a un approccio comune e coerente per la regione dell'ASEAN, sostenendosi e integrandosi a vicenda e, in tal modo, consentendo all'Unione di sviluppare una presenza economica e politica più forte nella regione; ritiene che sia importante rafforzare la presenza a tutti i livelli dei rappresentanti dell'Unione europea e degli Stati membri nell'ambito dei forum regionali e nazionali dell'ASEAN;

8.  propone che l'Unione si impegni a comunicare all'opinione pubblica di tali paesi che in materia di politica estera si comporta come un potere normativo che cerca di promuovere l'integrazione regionale, mediante il dialogo politico, gli accordi commerciali preferenziali e gli accordi di partenariato;

9.  accoglie con particolare favore il negoziato relativo a sette accordi di cooperazione e di partenariato tra l'UE e sette stati membri dell'ASEAN, che costituiranno i pilastri per l'approfondimento delle relazioni reciproche e sottolinea la necessità di accelerare i negoziati con i restanti membri dell'ASEAN; chiede la rapida ratifica degli accordi di cooperazione e di partenariato esistenti; ritiene, tuttavia, che gli accordi di partenariato e di cooperazione (APC) con singoli stati non debbano diventare un ostacolo per le relazioni generali tra l'UE e l'ASEAN;

10.  è favorevole al rafforzamento della dimensione parlamentare della relazione; ritiene che l'istituzione di un'assemblea interparlamentare formale tra Europa e ASEAN possa migliorare ulteriormente le nostre relazioni con gli stati membri dell'ASEAN allorché le circostanze lo permetteranno e creare inoltre un forum interparlamentare di scambi multilaterali per affrontare in modo più ampio le questioni mondiali; suggerisce altresì la creazione di collegamenti tra la sottocommissione parlamentare sui diritti umani e la commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani (AICHR); ritiene che l'Ufficio per la promozione della democrazia parlamentare possa offrire assistenza per lo sviluppo delle capacità all'Assemblea interparlamentare dell'ASEAN (AIPA), rafforzando il ruolo dei parlamenti nazionali, come pure quello dell'AIPA all'interno dell'ASEAN;

11.  sottolinea i vantaggi dell'aumento delle riunioni congiunte ad alto livello e della reciproca collaborazione e intesa in forum multilaterali come le Nazioni Unite e le sue agenzie, il FMI e l'OMC;

12.  sottolinea la necessità di rafforzare e ampliare ulteriormente l'incontro Asia-Europa (ASEM) e il partenariato parlamentare Asia-Europa (ASEP) in qualità di attuali forum di dialogo tra l'UE e l'ASEAN a livello statale e parlamentare;

13.  sostiene l'ASEAN nello sviluppo di un proprio spazio all'interno degli interessi economici e di sicurezza conflittuali con Cina, Giappone e Stati Uniti; desidererebbe che l'UE fosse un partner politico attivo per l'ASEAN nella sua ricerca di soluzioni non militari a importanti sfide di sicurezza e geostrategiche, attraverso la condivisione dell'esperienza europea in materia di prevenzione e risoluzione dei conflitti e di risoluzione delle controversie nella gestione delle frontiere e nelle dispute territoriali, al fine di rafforzare la pace e la stabilità regionale;

14.  esprime preoccupazione per i recenti sviluppi nel mar cinese meridionale e accoglie con favore l'attività del gruppo di lavoro sull'attuazione della Dichiarazione sulla condotta delle parti nel mar cinese meridionale, finalizzata a trovare una soluzione pacifica e reciprocamente vantaggiosa alla disputa sul confine marittimo nella regione;

15.  esorta l'Unione a contribuire ad attenuare le tensioni geopolitiche regionali mediante una stretta relazione con l'ASEAN che preveda il rafforzamento dei meccanismi di risoluzione dei conflitti;

16.  prende atto degli sforzi compiuti dagli stati dell'ASEAN in merito alle misure di contrasto alla pirateria e si compiace dei riscontri positivi finora ricevuti; sottolinea la natura critica e complessa delle vie navigabili marittime della zona per l'economia mondiale e la loro vulnerabilità e ritiene che questa debba essere una preoccupazione permanente nell'ambito degli sforzi dell'Unione europea nella regione;

17.  invita la Commissione e il SEAE a continuare a offrire assistenza per lo sviluppo delle capacità del segretariato dell'ASEAN e delle istituzioni dell'ASEAN, attingendo alle esperienze dell'UE; suggerisce che il "supporto all'integrazione regionale dell'ASEAN da parte del programma dell'UE (ARISE)" debba continuare;

18.  incoraggia a sostenere le visite transregionali dei soggetti culturali ed esorta gli Stati membri a promuovere una più ampia copertura della regione ASEAN da parte dei mezzi di comunicazione e di istruzione pubblici e a rafforzare la loro presenza nella regione attraverso gli istituti di cultura o altre modalità, il che amplierebbe e promuoverebbe la conoscenza reciproca e il dialogo a livello culturale;

19.  ritiene che sia opportuno valutare la possibilità di organizzare un anno "culturale" il cui tema principale cambi ogni anno, con il quale l'ASEAN dia risalto a un paese dell'UE e, analogamente, l'Europa dia risalto a un paese dell'ASEAN;

20.  accoglie con favore il fatto che l'UE è ora il principale partner per la cooperazione scientifica della maggior parte degli stati membri dell'ASEAN e suggerisce di promuovere più attivamente il programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 della Commissione presso gli istituti scientifici della regione;

21.  sottolinea l'importante ruolo dei programmi di scambio per facilitare la mobilità dei giovani, quali l'Erasmus, per la cooperazione interculturale a livello studentesco e nel settore della ricerca fra gli istituti di istruzione superiore dell'UE e dell'ASEAN; suggerisce l'istituzione di centri di studio dell'ASEAN nei centri di studio europei e dell'UE nelle università dell'ASEAN e maggiori possibilità di diplomi congiunti; ritiene che l'UE debba ampliare i programmi universitari in lingua inglese per agevolare l'accesso degli studenti asiatici alle università europee, mentre è necessario che i ricercatori dell'UE siano aiutati ad aderire a programmi di ricerca in Asia in collaborazione con la rete universitaria dell'ASEAN (AUN);

22.  suggerisce, in particolare attraverso l'utilizzo del nuovo strumento di partenariato, di adottare misure per intensificare scambi regolari e processi di apprendimento reciproco, ad esempio in merito alle società multiculturali e alle strutture statali democratiche per il 21° secolo; sottolinea la necessità di includere i diritti delle minoranze, promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile, migliorare la vita delle ragazze e delle donne, le norme sociali e del lavoro, anche attraverso l'abolizione del lavoro forzato e minorile, promuovendo l'adeguata tutela dell'occupazione e l'accesso a condizioni di lavoro dignitose, e lo sviluppo di sistemi sostenibili e completi di welfare statale, sistemi giuridici e di sicurezza, la cooperazione economica e altre misure appropriate;

23.  ribadisce l'importanza di sviluppare contatti interpersonali ed elogia il lavoro della Fondazione Asia-Europa (ASEF), la cui funzione principale è sviluppare legami tra le società civili di entrambe le regioni; invita l'UE ad assumere un ruolo attivo e istituzionale di maggior rilievo rispetto a quello di semplice membro;

24.  chiede di lanciare un'iniziativa di gemellaggio tra città, per collegare le regioni dell'Europa e dell'Asia che fino a questo momento hanno avuto pochi scambi;

25.  suggerisce che l'UE rafforzi la propria cooperazione interregionale con l'ASEAN in materia di prevenzione e gestione di calamità e crisi, grandi sfide come lo sviluppo sostenibile nell'ambito della sicurezza alimentare, gestione delle risorse (compreso l'uso delle risorse idriche e marine fra cui l'area del Mekong) e investimenti nell'agricoltura, sostegno agli agricoltori più piccoli, urbanizzazione, connettività e trasporti, come pure in relazione al cambiamento climatico, energie rinnovabili, efficienza energetica e transizione energetica, turismo, ricerca e innovazione;

26.  osserva che la povertà continua a essere un problema nei paesi ASEAN e che colpisce soprattutto le donne, le persone poco qualificate, le zone rurali e i gruppi etnici o religiosi minoritari; vede la necessità, quindi, di migliorare la distribuzione della ricchezza e di promuovere la giustizia sociale a tutti i livelli, e ritiene che ci sia ancora bisogno di una nuova strategia dell'UE per promuovere lo sviluppo e combattere la disuguaglianza in questi paesi, anche fornendo l'accesso ai finanziamenti tramite microcredito; ritiene che detta strategia debba basarsi in particolare sui seguenti principi: coerenza delle politiche per lo sviluppo, efficacia a lungo termine degli aiuti, priorità per i bisogni sociali di base e partecipazione degli attori nazionali, inclusi i parlamenti nazionali, le autorità locali, le ONG per lo sviluppo e la società civile;

27.  sottolinea il fatto che l'UE deve fornire assistenza per lo sviluppo delle capacità della commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani, oltre ad assistenza tecnica alla commissione ASEAN sulle donne e i bambini;

28.  auspica una maggiore cooperazione e reciproco avvicinamento sulle preoccupazioni in tema di diritti umani, come la libertà di espressione e dei media, la libertà di riunione e di associazione, ivi comprese le organizzazioni sindacali, e ritiene che l'UE e ASEAN abbiano alcuni settori in cui vi sono margini di miglioramento, ad esempio in relazione al trattamento dei migranti e delle minoranze;

29.  si attende che la revisione del mandato della commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani offra l'opportunità di rafforzare il ruolo della suddetta commissione; invita l'ASEAN a sviluppare standard e regole che facilitano l'attuazione della sua Dichiarazione dei diritti umani; sottolinea che gli obblighi che incombono agli stati membri dell'ASEAN a norma del diritto internazionale prevalgono sulle disposizioni della suddetta dichiarazione eventualmente in conflitto; suggerisce altresì che, in caso di violazione dei diritti umani, si introducano in futuro meccanismi regionali di risoluzione delle controversie e sanzionatori analoghi a quelli già esistenti in altre regioni, quali, ad esempio, la Corte europea dei diritti dell'uomo; è favorevole a un rafforzamento della cooperazione sui temi comuni in materia di diritti umani;

30.  esorta l'UE a rafforzare la propria assistenza e cooperazione per contrastare la corruzione tra l'altro incoraggiando la ratifica e l'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione;

31.  esorta la Commissione a continuare ad aiutare i paesi ASEAN nel proseguimento della riduzione delle disparità tra essi e ad assisterli nel percorso di integrazione politica, economica e istituzionale a livello regionale, dedicando particolare attenzione ai PMS (Cambogia, Laos e Myanmar);

32.  chiede l'attivazione degli orientamenti dell'UE in materia di politica fondiaria del 2004 per contrastare l'accaparramento delle terre; in particolare, sottolinea che i donatori si devono impegnare in politiche fondiarie mirate alla difesa e al rafforzamento dell'agricoltura familiare su piccola scala;

33.  esprime il proprio apprezzamento per la decisione dei paesi membri dell'ASEAN di dichiarare l'ASEAN una zona libera da armi nucleari e ritiene che altri paesi dovrebbero seguire il loro esempio;

34.  esprime preoccupazione per la politica ambientale perseguita e in particolare per l'illegale tasso di disboscamento, combustione e conseguente inquinamento, con un impatto negativo significativo anche nei diversi paesi dell'ASEAN; deplora il fatto che la politica dell'UE per i biocarburanti contribuisce alla rapida espansione della produzione di olio di palma, il che porta all'espropriazione e/o all'inserimento forzato delle popolazioni povere rurali nelle piantagioni di palma da olio; ritiene quindi essenziale sostenere, nel contesto degli aiuti allo sviluppo, il diritto alle risorse della terra dei meno abbienti nei paesi in via di sviluppo; incoraggia maggiori sforzi per la tutela dell'ambiente e della biodiversità e plaude al lavoro del Centro ASEAN per la biodiversità; auspica inoltre una più stretta cooperazione tra l'UE e l'ASEAN in tema di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico;

35.  esorta gli stati membri dell'ASEAN a concludere un accordo che agevoli la prevenzione, il contrasto e il coordinamento dei grandi incendi catastrofici per l'ambiente; invita l'Indonesia a ratificare l'accordo del 2002 sugli incendi e l'inquinamento nella regione;

36.  sottolinea che l'UE deve anche intensificare il dialogo politico e la cooperazione su questioni come i diritti fondamentali, inclusi quelli delle minoranze etniche e religiose, e proteggere nel contempo la libertà di espressione e il libero flusso di informazioni su questioni di interesse comune relative a stato di diritto e sicurezza, questioni come la lotta contro la criminalità transnazionale, la corruzione, l'evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e il traffico di esseri umani e di droga, la lotta al terrorismo, la non proliferazione, il disarmo, la sicurezza marittima e la sicurezza informatica;

37.  esprime preoccupazione per le sfide urbanistiche, frutto dello sviluppo economico cui devono far fronte i paesi dell'ASEAN, e che influenzano aspetti come la gestione dei flussi migratori dalla campagna alla città, la pianificazione urbana e la dotazione di infrastrutture e servizi di base, la lotta contro l’espandersi delle baraccopoli e l'opportunità di utilizzare energie pulite e rinnovabili per far fronte all'inquinamento; esorta la Commissione a collaborare con i paesi dell'ASEAN nelle strategie dedicate a questi problemi;

38.  propone di sostenere l'integrazione economica regionale, in particolare la libera circolazione delle merci, dei servizi e degli investimenti e la mobilità dei lavoratori qualificati, e intensificare ulteriormente la cooperazione in materia di gestione delle calamità e delle crisi, di sicurezza e lotta contro la povertà e dei fenomeni migratori;

39.  ricorda che è anche importante sostenere il settore privato in piena espansione rafforzando il dialogo fra le imprese europee e asiatiche e la cooperazione tra pubblico e privato sulle problematiche finanziarie, degli investimenti, economiche e commerciali, compresa l'internazionalizzazione delle PMI europee e il loro accesso al mercato, nel quadro dell'attuale crisi finanziaria globale; incoraggia a tale riguardo lo scambio di migliori prassi tra l'UE e l'ASEAN;

40.  rileva che per vari membri dell'ASEAN le esportazioni tessili verso l'UE rappresentano un settore importante e ricorda che la concessione di SPG e SPG+ è legata all'applicazione delle norme di base dell'OIL e delle principali convenzioni internazionali, che sono essenziali nel contesto dello sviluppo sostenibile;

41.  invita i leader degli stati membri dell'ASEAN a sostenere l'obiettivo dell'Unione europea di partecipare ai futuri vertici dell'Asia orientale a seguito dell'adesione dell'UE al trattato di amicizia e cooperazione nel sud-est asiatico;

42.  accoglie con favore il processo di pace e le riforme democratiche in Myanmar/Birmania, che offrono un'opportunità storica per migliorare considerevolmente le relazioni UE-ASEAN; continua a esprimere particolare preoccupazione, tuttavia, per la situazione delle minoranze etniche; esorta il governo birmano e i paesi limitrofi appartenenti all'ASEAN, soprattutto per quanto riguarda i Rohingya, a compiere ogni sforzo possibile per migliorare le loro condizioni di vita e diritti di cittadini;

43.  si compiace della ratifica da parte della Cambogia e delle Filippine dello statuto della Corte penale internazionale (CPI) e fa appello a tutti gli stati membri dell'ASEAN perché facciano lo stesso; lancia inoltre un appello a tutti gli stati membri dell'ASEAN affinché seguano la tendenza internazionale verso l'abolizione della pena di morte; esorta altresì gli stati membri dell'ASEAN a ratificare e attuare la convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione;

44.  elogia l'Indonesia e le Filippine per la loro attiva partecipazione nell'ambito del partenariato "Open Government" (OGP) e per l'impegno dimostrato nell'intento di promuovere una maggiore apertura delle amministrazioni e una migliore integrità pubblica; suggerisce che gli altri paesi dell'ASEAN presentino domanda di adesione all'OGP ed elaborino i propri piani d'azione in stretta e fattiva collaborazione con la società civile e le organizzazioni di base;

45.  esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che in molti paesi dell'ASEAN i casi di accaparramento dei terreni, impunità per chi ha contatti privilegiati con l'elite al potere e corruzione stanno compromettendo gli enormi progressi in campo economico e sociale fatti nella regione;

46.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al SEAE, al Consiglio e alla Commissione, all'Assemblea interparlamentare dell'ASEAN (AIPA), al segretariato dell'ASEAN, nonché ai governi e ai parlamenti degli stati membri dell'ASEAN.

(1) GU C 85 dell'8.4.1980, pag. 83.
(2) GU L 154 del 15.6.2012, pagg. 1-10.
(3) Testi approvati, P7_TA(2013)0367.
(4) Testi approvati, P7_TA(2013)0286.
(5) Testi approvati, P7_TA(2013)0245.
(6) Testi approvati, P7_TA(2013)0189.
(7) Testi approvati, P7_TA(2013)0058.
(8) GU C 188 E del 28.6.2012, pag. 57.
(9) GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 201.
(10) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 120.
(11) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 154.
(12) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 152.
(13)GU C 285 E del 21.10.2010, pag. 76.
(14) GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 144.

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