Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2006/2546(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

RC-B6-0234/2006

Discussioni :

PV 05/04/2006 - 11
CRE 05/04/2006 - 11

Votazioni :

PV 06/04/2006 - 6.8
CRE 06/04/2006 - 6.8

Testi approvati :

P6_TA(2006)0137

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 5 aprile 2006 - Strasburgo Edizione GU

11. Elezioni in Bielorussia (discussione)
Processo verbale
MPphoto
 
 

  Presidente. L’ordine del giorno reca le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulle elezioni in Bielorussia.

 
  
MPphoto
 
 

  Hans Winkler, Presidente in carica del Consiglio. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli deputati, il Parlamento europeo ha spesso affrontato la questione della Bielorussia, purtroppo per ottime ragioni. Vi ricordo che, subito dopo le elezioni, in Aula si è tenuto un dibattito speciale molto serio e valido al riguardo, a cui anch’io ho avuto l’onore di partecipare. Anche il Consiglio, per forza di cose, si occupa ormai da tempo della Bielorussia, poiché il paese dà seri motivi di preoccupazione.

E’ tragico ciò che il popolo bielorusso deve sopportare, e oggi dobbiamo esprimergli solidarietà. So che lo state facendo, così come il Consiglio e, ovviamente, la Commissione. Mi unisco inoltre al Presidente nel porgere un caloroso benvenuto al signor Milinkevich: sono molto lieto della sua presenza a questo dibattito. Spero che tragga ancora più coraggio dal sostegno che tutte le Istituzioni dell’Unione europea riservano a lui, ai suoi sostenitori e al coraggioso popolo bielorusso. Vi ricordo che il Presidente del Consiglio europeo, il Cancelliere Schüssel, ha parlato di Milinkevich nel dibattito di questa mattina dicendo “gli dobbiamo il massimo sostegno politico ed economico ovunque sia necessario”, e vorrei sottolinearlo.

Anche prima delle elezioni il Consiglio era molto preoccupato per la situazione in Bielorussia e aveva lanciato un chiaro monito al governo, in particolare al Presidente Lukashenko, intimandogli di non calpestare i diritti umani, di rispettare il diritto e la libertà di riunione dei cittadini e il diritto di manifestare. Inoltre, allorché un ministro ha incredibilmente minacciato di trattare i manifestanti alla stregua di terroristi, il Consiglio ha dichiarato che l’Unione europea non l’avrebbe tollerato. Come sappiamo, e come hanno accertato gli osservatori OSCE/ODIHR, non si è trattato di elezioni democratiche. E’ una situazione incresciosa, poiché mi ricordo che in questa sede si era espressa la speranza che le elezioni potessero segnare una svolta.

Al momento l’Unione europea nel suo complesso e il Consiglio in particolare possono essenzialmente fare due cose: innanzi tutto, dichiarare apertamente che non siamo disposti a tollerare un simile comportamento. Dobbiamo quindi adottare misure specifiche contro i responsabili di questi avvenimenti. Il Consiglio – e ora anche il Consiglio europeo – ha, in linea di principio, deciso di prendere misure adeguate contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani e delle norme democratiche in Bielorussia, e sta preparando una decisione per farlo. Ad alcune persone, incluso lo stesso Presidente, sarà negato il visto, come il Consiglio europeo ha specificamente affermato anche nella dichiarazione allegata alle conclusioni.

(Applausi)

Il Consiglio sta inoltre valutando la possibilità di adottare ulteriore misure con le quali garantire in ogni occasione – so che siete d’accordo – che qualsiasi azione intrapresa non danneggi la popolazione. Non vogliamo far nulla che possa danneggiare il popolo, e non i responsabili. Per questo la seconda cosa che l’Unione europea può e deve fare – e il Consiglio ha già discusso anche questo – è un’azione specifica per aiutare la popolazione. Sono sicuro che il Commissario, signora Ferrero-Waldner, farà una precisa dichiarazione in merito e indicherà le misure specifiche che si potrebbero adottare.

Anche gli Stati membri hanno un dovere che vorrei ricordare loro con estrema chiarezza: quando si parla di dare ai giovani l’opportunità di studiare nei nostri paesi, quando si tratta di assistere la società civile, accanto all’Unione europea – e la Commissione già si adopera in tal senso – anche noi, gli Stati membri, dobbiamo prendere provvedimenti specifici. Come ha affermato questa mattina il Cancelliere Schüssel, un gruppo di Stati, tra cui l’Austria, ha già deciso di offrire speciali borse di studio ai giovani bielorussi per dar loro l’opportunità di viaggiare nei nostri paesi, di vedere come funzionano i paesi democratici, di imparare e di portare un messaggio ai loro connazionali: l’Unione europea li sostiene e non li ha dimenticati. Anche questo nostro messaggio, il fatto che non li abbiamo dimenticati, che li vogliamo aiutare e che li sosteniamo è di vitale importanza.

Per concludere, dobbiamo continuare ad esercitare pressioni sul governo affinché rilasci chi è stato incarcerato. Dobbiamo ribadire che queste persone si sono semplicemente avvalse di un diritto umano, il diritto di manifestare e di esprimere liberamente la propria opinione. Il Consiglio continuerà a farlo. Non abbandoneremo il popolo bielorusso e non avremo pace fino a quando – come ha detto la mia collega, il ministro degli esteri Plassnik – la primavera non arriverà in quel paese.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, inizierò col dire che è un piacere vedere qui tra noi il signor Milinkevich. Abbiamo avuto un incontro questa mattina, che ci ha permesso di iniziare bene la giornata e durante il quale ho sentito direttamente cosa sta a cuore al popolo bielorusso. Penso, quindi, sia stato molto importante tenere questo dibattito oggi, poiché tutti abbiamo visto che gli avvenimenti di Minsk hanno confermato la ferma intenzione di Lukashenko di vincere le elezioni, a qualsiasi costo. Ricordo ciò che mi ha detto oggi il signor Milinkevich: anche se sembra che Lukashenko abbia vinto le elezioni, in realtà è il popolo bielorusso che ha vinto e Lukashenko ha iniziato a perdere. Questo è molto importante per il futuro.

Purtroppo era esattamente ciò che ci aspettavamo. La cosa che meno ci aspettavamo, invece, è il grado di coesione raggiunto dalle forze pluralistiche. Esprimo tutta la mia ammirazione per il loro coraggio. Speriamo di poter continuare a sostenere il più possibile le forze democratiche.

La relazione ufficiale OSCE/ODIHR ha concluso che le elezioni sicuramente non soddisfano i criteri dell’OSCE in materia di elezioni democratiche. Ciò è dovuto, in particolare, all’uso arbitrario del potere statale, al diffuso fenomeno della detenzione, all’inosservanza dei diritti fondamentali riguardanti la libertà di riunione, di associazione e di espressione e ai problemi registrati nel voto anticipato, nello spoglio e nei processi di tabulazione. Chiaramente tutti noi riteniamo che le elezioni, sostanzialmente, siano state viziate da irregolarità. In particolare, deploriamo il divieto di ingresso imposto agli osservatori parlamentari registrati dell’OSCE e dell’UE, tra i quali alcuni deputati al Parlamento europeo. Abbiamo reso noto tutto questo.

Condanniamo senza riserve la violenta soppressione delle manifestazioni di protesta e la detenzione di manifestanti pacifici tra cui il signor Kozulin, ex ambasciatore polacco, il signor Maskiewicz e tutti gli altri studenti, artigiani e lavoratori sconosciuti scesi in piazza per manifestare.

Appoggiamo totalmente le affermazioni del Presidente in carica del Consiglio: è molto importante imporre sanzioni mirate che non si ripercuotano sulla popolazione, ma che colpiscano i responsabili delle elezioni fraudolente. Dobbiamo vedere cosa si può fare. La Commissione partecipa ai preparativi.

In futuro dovremo continuare a sostenere la società civile; è una strategia su cui dobbiamo insistere, perché vogliamo stare accanto alle persone e lavorare per loro. Al tempo stesso, però, non vogliamo collaborare con il governo, o perlomeno, intendiamo collaborare con esso il meno possibile.

Conformemente alle conclusioni del Consiglio, il sostegno alla democratizzazione continuerà attraverso i vari strumenti di assistenza a nostra disposizione. Abbiamo lavorato soprattutto sul fronte dei media, perché sappiamo che è molto importante che le persone decidano autonomamente. Gli attuali programmi televisivi e radiofonici che godono del sostegno della CE danno un importante contributo alla democratizzazione, ma anche alla visibilità dell’UE in Bielorussia che oggi abbiamo discusso. Rimane ancora molto da fare – occorre apportare delle migliorie – ma dobbiamo continuare con questi progetti. Sono d’accordo, dovremo cercare dei modi per sostenere gli studenti espulsi dalle università. Forse non al prossimo Consiglio, ma nel prossimo futuro metteremo a punto alcuni programmi e la Commissione, insieme al Consiglio, certamente li appoggerà.

Abbiamo già finanziato l’università di Vilnius perché Minsk è stata chiusa, e abbiamo cercato di dare un’opportunità ai giovani. I contatti interpersonali sono di vitale importanza per aumentare le possibilità di lavorare insieme.

Dobbiamo fare il possibile contro la repressione, sia mediante dichiarazioni che ufficialmente rilasciamo tramite il Consiglio, sia facendoci valere durante gli incontri con i russi, dicendo apertamente che vogliamo una Bielorussia in cui i diritti umani e lo Stato di diritto siano rispettati.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Bogdan Klich, a nome del gruppo PPE-DE. – (PL) Signor Presidente, effettivamente il dibattito odierno è una continuazione di quello tenutosi due settimane fa. Ricordo all’Assemblea che, in quell’occasione, abbiamo passato a pieni voti l’esame di solidarietà con i bielorussi. Abbiamo reagito in maniera giusta e adeguata, condannando la repressione e invocando il rilascio di chi è stato arrestato e condannato. Cosa ancora più importante, abbiamo sostenuto i manifestanti che stavano esercitando i propri diritti di cittadini in piazza Ottobre. E’ significativo, inoltre, che due settimane fa la Commissione, il Consiglio e l’Assemblea si siano espressi all’unisono. Dovremmo continuare a farlo per la Bielorussia.

Non è più l’ora delle dichiarazioni politiche, è giunto il momento di agire. La diagnosi è completa e la cura, ora, deve iniziare. Ciò significa che Consiglio e Commissione devono prendere alcune decisioni coraggiose. Sono lieto che il Presidente in carica del Consiglio Winkler e il Commissario, signora Ferrero-Waldner, ne abbiano già indicate alcune, ma vorrei soffermarmi anche su altri aspetti.

In primo luogo, se crediamo che siano state elezioni antidemocratiche, la logica conseguenza è che Lukashenko non può legittimamente mantenere il potere per un terzo mandato. Ciò, a sua volta, implica che dobbiamo lanciare un chiaro appello per ripetere le elezioni presidenziali, come l’opposizione bielorussa richiede ormai da tempo.

In secondo luogo, l’elenco delle persone cui è fatto divieto di entrare nel territorio dell’Unione europea deve essere ampliato in maniera considerevole, includendo varie categorie di persone responsabili della violazione dei diritti umani e delle libertà. La lista, quindi, deve comprendere non solo i rappresentanti di amministrazioni locali, regionali e nazionali, ma anche i vicerettori delle università che hanno espulso gli studenti che manifestavano, e i redattori che hanno fatto propaganda a favore del regime.

In terzo luogo, occorre ammorbidire il più possibile la politica in materia di visti per i cittadini bielorussi. Così facendo, potremmo dare corpo alla nostra idea di non isolare la società bielorussa isolando, però, chi è al potere. I bielorussi devono poter viaggiare con maggiore facilità ed è quindi fondamentale snellire le pratiche per la concessione dei visti.

Inoltre, dobbiamo farci ascoltare nelle organizzazioni internazionali quali l’ONU e l’OSCE, e richiedere il rilascio dei prigionieri politici. Un diplomatico polacco, Maskiewicz, è in stato di fermo come prigioniero politico a Minsk, e sono lieto che il Commissario oggi l’abbia ricordato. Confido che il Consiglio agirà rapidamente per ottenerne il rilascio alla prima occasione.

E’ altresì di vitale importanza che il tema della Bielorussia sia affrontato al prossimo vertice UE-Russia, perché quest’ultima è in condizione di esercitare pressioni politiche ed economiche sul paese, contribuendo così a mitigare il carattere oppressivo del regime. Da parte sua, l’Unione può fare pressioni sulla Russia per incoraggiarla ad esercitare la propria influenza sulla Bielorussia. A tale scopo, il Consiglio deve garantire un adeguato utilizzo degli strumenti a sua disposizione.

Per concludere, se vogliamo interrompere il monopolio dell’informazione, dovremo sicuramente aiutare le stazioni radiofoniche e le stazioni televisive che in futuro trasmetteranno i loro programmi in Bielorussia. Occorre, tuttavia, agire con criterio, e lancio quindi un appello affinché non vengano più sprecati fondi per sostenere iniziative che non sono a favore del popolo bielorusso.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Jan Marinus Wiersma, a nome del gruppo PSE. – (NL) Signor Presidente, a nome del mio gruppo anch’io voglio porgere un caloroso benvenuto a Milinkevich, candidato alla presidenza della Bielorussia, e, tramite lui, salutare e offrire il mio sostegno all’opposizione e a tutti i dissidenti in Bielorussia, in particolare a coloro che sono stati arrestati e imprigionati.

Due settimane fa avevamo già dichiarato di non poter accettare l’esito delle elezioni quale risultato di un processo libero e democratico. Parafrasando le parole del Commissario, vorrei aggiungere che non ha vinto Lukashenko, ma è stato sconfitto il popolo bielorusso. E’ importante trarre questa conclusione. Dobbiamo altresì dimostrare che Lukashenko non può rivendicare legittimità democratica; l’Unione europea ha fatto bene, quindi, a dare visibilità alla propria azione. Negandogli il visto, gli abbiamo fatto capire che, per quanto ci riguarda, prima se ne andrà meglio sarà, e che sicuramente non può confidare nel nostro riconoscimento. Non vogliamo rivederlo né parlargli di nuovo. Questa è la prima osservazione che volevo fare. Concordo sull’opportunità di negare i visti anche ad altre autorità e personalità bielorusse. Dobbiamo riflettere attentamente sulle modalità per estendere questa iniziativa il più possibile e, in tal senso, aspettiamo suggerimenti dalla Commissione e dal Consiglio.

Potremmo anche considerare l’alternativa del congelamento dei beni, per colpire l’élite di governo. E importante stabilire, oggi, che occorre rimanere fedeli alle conclusioni a cui siamo arrivati dopo le elezioni in Bielorussia. Dobbiamo continuamente seguire gli sviluppi nel paese. Io stesso mi sono occupato della questione bielorussa per cinque anni, come predecessore dell’onorevole Klich e presidente della delegazione. Benché anche le precedenti elezioni presidenziali fossero ovviamente truccate, l’attenzione per la Bielorussia è visibilmente scemata dopo un paio di mesi. Continuare a dedicare la nostra attenzione a quel paese, senza interruzione alcuna, è un dovere che abbiamo l’uno nei confronti dell’altro, in qualità di Istituzione ma anche di Parlamento.

Apprezzo il commento del Commissario riguardo al dialogo con Mosca. Vorrei inoltre sapere dal Presidente in carica del Consiglio Winkler in che modo ritiene possibile aggiungere questo punto all’ordine del giorno negli incontri con la Russia perché – come ho già detto – ancora una volta Putin si è congratulato con Lukashenko con incredibile tempestività.

Quando si parla di ulteriori misure, sarebbe bene convincere Consiglio e Commissione a pensare a qualcosa di nuovo. Cosa possiamo escogitare, oltre agli strumenti esistenti, per promuovere i contatti tra chi vive qua e chi vive in quel paese? Per noi deputati al Parlamento europeo, ad esempio, è molto difficile recarci in Bielorussia. Che misure specifiche e creative possiamo adottare per stabilire un contatto umano, per dare sostegno concreto al popolo bielorusso? Concluderò dicendo che dobbiamo insistere e, certamente, non dare l’impressione a Milinkevich e ai suoi sostenitori che ci dimenticheremo di loro. Dobbiamo perseverare e dedicarvi tutta l’attenzione possibile dell’Assemblea.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Jeanine Hennis-Plasschaert, a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, con tutto il rispetto – poiché mi rendo conto che il Consiglio sta già utilizzando un linguaggio abbastanza forte – devo dire che, per certi versi, le dichiarazioni mi deludono. Non è ancora chiaro come e quando tutti gli Stati membri, compresa la Commissione, daranno veramente attuazione alle misure e alle sanzioni proposte.

Ovviamente va benissimo negare i visti anche ai rappresentanti di governo, ma che fare con i giudici, i funzionari di polizia coinvolti nelle vessazioni e casi simili? Il divieto sarà imposto anche a loro? Cosa ne è stato dell’idea di intraprendere, simultaneamente e con effetto immediato, una politica flessibile di visti a buon mercato per i comuni cittadini bielorussi e, in particolare, per gli studenti? E dell’idea di congelare i beni esteri, di adeguare meglio i programmi finanziari alle situazioni specifiche, di sostenere la stampa indipendente e così via? Come e quando faremo qualcosa in tal senso? In buona sostanza, le belle parole non ci porteranno lontano. Va benissimo esprimere solidarietà a parole, ma ciò di cui abbiamo bisogno sono azioni concrete. In realtà ero ansiosa di sentire date, statistiche, tempistiche e fatti concreti.

Inoltre, come l’onorevole Wiersma ha appena sottolineato, la Russia mantiene un ruolo di basso profilo. Putin si è congratulato con Lukashenko per la vittoria senza minimamente battere ciglio, ed è lui a ungere le ruote dell’industria con forniture di materie prime a basso prezzo. Alla fine di aprile sapremo se Putin continuerà ad applicare prezzi stranamente bassi alle forniture di gas per la Bielorussia. Tutto dipenderà dall’interesse che la Russia avrà per Beltransgas, la società bielorussa. L’obiettivo quindi è il profitto economico.

Esorto ancora una volta Consiglio e Commissione a spiegare chiaramente a Putin la posizione dell’UE. Dobbiamo iniziare a esercitare pressioni, non da ultimo in occasione del Vertice sull’energia del G8 che si terrà a San Pietroburgo a metà luglio, ma sinora il Consiglio ha adottato un atteggiamento di estrema cautela. Vorrei dunque chiedere al Consiglio se teme che l’adottare una posizione chiara possa essere in conflitto con altre priorità, ad esempio il proprio approvvigionamento energetico.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Elisabeth Schroedter, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, inizierò porgendo un caloroso benvenuto, a nome del gruppo Verde/Alleanza libera europea, agli ospiti bielorussi, il signor Milinkevich e il signor Viachorka. Il nostro gruppo nutre il massimo rispetto per i risultati e il coraggio dell’attivo movimento all’opposizione in Bielorussia. Nonostante le minacce di violenza, avete protestato contro la frode elettorale con manifestazioni pacifiche. Crediamo inoltre che Lukashenko non possa più rivendicare legalmente il potere, e ammiriamo l’indipendenza, la calma e la chiarezza con cui lei, signor Milinkevich, ha affrontato la difficile situazione in piazza Ottobre e nel parco di Kupala. Congratulazioni vivissime per la sua impresa!

Alla televisione abbiamo visto come i manifestanti pacifici siano stati brutalmente trattenuti dalla polizia. Per molti suoi sostenitori l’arresto, l’incarcerazione e l’espulsione dall’università sono stati il risultato di un semplice esercizio del diritto di libera espressione, un diritto fondamentale implicito nei paesi dell’Unione europea. Crediamo, tuttavia, che loro siano la nuova potenza della Bielorussia e possano portare la democrazia e la ripresa economica nel paese. Speriamo che in Bielorussia permanga uno spirito di libertà.

Presidente in carica del Consiglio Winkler, grazie per avere accolto molte nostre richieste. Quando imporrete il divieto di rilascio dei visti, però, la prego di non dimenticare chi ha trattenuto i manifestanti in maniera così brutale: anch’essi devono comparire sulla lista. La prego inoltre di ricordare – come altri hanno già detto – che Putin sostiene Lukashenko e che questo tema deve essere oggetto di dibattito con la Russia.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Jonas Sjöstedt, a nome del gruppo GUE/NGL. – (SV) Signor Presidente, il nostro gruppo politico crede che le elezioni in Bielorussia siano state antidemocratiche. Sono stati utilizzati vari metodi per impedire all’opposizione di operare con quell’efficacia cui poteva ragionevolmente aspirare. I mezzi di informazione sono controllati dal regime di Lukashenko. Tutto ciò è spiegato chiaramente nella nostra proposta di risoluzione. In questa situazione, è importante che i paesi vicini abbiano stretti contatti con le forze democratiche in Bielorussia, ad esempio i movimenti nazionali e i sindacati liberi. Il popolo bielorusso non deve essere isolato. Nonostante i metodi antidemocratici di Lukashenko, egli gode ancora di forti appoggi tra la base elettorale, e questo è in parte dovuto a una relativa uguaglianza sociale e alla presenza di una tutela sociale relativamente forte nel paese. Tuttavia la tutela sociale, che ovviamente è una cosa positiva, non può mai giustificare restrizioni alle libertà e ai diritti democratici.

 
  
MPphoto
 
 

  Konrad Szymański, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, a nome del gruppo Unione per l’Europa delle nazioni anch’io desidero porgere un caloroso benvenuto in Assemblea, quest’oggi, ai signori Milinkevich e Viachorka. Spero sinceramente che arriverà il giorno in cui sarete in grado di prendere posto in questo Parlamento, signori.

Abbiamo una precisa opinione in merito alla dittatura di Lukashenko. L’Europa non ha più dubbi né timori riguardo a una politica di isolamento, di aperto scontro con la leadership e, al tempo stesso, di apertura nei confronti del popolo bielorusso. Tuttavia, le nostre nobili intenzioni non porteranno a nulla se non ci assumeremo più responsabilità politiche per il futuro del paese. Se delegheremo alla Russia troppe responsabilità nel processo di cambiamento, i nostri sforzi risulteranno vani.

La democrazia sotto l’egida russa è destinata a essere incompleta, proprio come lo è in Russia. Un’eccessiva ingerenza dei russi nel processo di cambiamento ostacolerà i mutamenti geopolitici fondamentali nella regione. Non si può raggiungere la stabilità politica ed economica senza cambiamenti di questa portata e senza un vero legame tra Bielorussia ed Europa. Di conseguenza, necessitiamo non solo di strumenti per fornire aiuti immediati all’opposizione, ma anche di un piano politico di ampio respiro per una nuova Bielorussia, e ne abbiamo bisogno immediatamente. Esso deve consentire al paese di assumere il ruolo che gli spetta in Europa.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Jan Tadeusz Masiel (NI). – (PL) Signor Presidente, vale la pena ricordare che, per quanto possa sembrare strano, l’Unione europea e la Polonia effettivamente hanno un confine in comune con la Bielorussia. Inoltre l’Europa, la Polonia e la Bielorussia condividono una storia comune e, spero, anche un futuro comune.

Di recente l’Assemblea si è molto adoperata per sostenere la nascente democrazia bielorussa. Milinkevich e Viachorka, oggi presenti tra noi, credono che il dittatore sia prossimo alla fine. Non dobbiamo aspettare future elezioni. E’ giunto il momento di contribuire a dare il colpo di grazia al sistema che, con la forza, si oppone alla democrazia.

I bielorussi sono un popolo straordinariamente pacifico e paziente. La democrazia si sta sviluppando lentamente ma, quando si sarà consolidata, l’Unione europea può essere certa che la Bielorussia si dimostrerà un partner affidabile e un garante della pace per molti anni a venire.

 
  
MPphoto
 
 

  Camiel Eurlings (PPE-DE). – (NL) Signor Presidente, anch’io desidero porgere un caloroso benvenuto al signor Milinkevich. La sua presenza ci onora ed è molto importante perché non viviamo solo un momento di paura e di minaccia, ma anche di grandissima speranza. Il 19 Milinkevich ha pronunciato sagge parole: il popolo bielorusso non ha più paura, e il Presidente Lukashenko fa bene a essere intimorito perché anche il dittatore più armato non può opporsi all’eroico coraggio di un popolo che non accetta più di essere ridotto al silenzio.

In Europa, ora, dobbiamo lanciare i giusti segnali. Ciò significa che dobbiamo dare priorità alle restrizioni sul rilascio dei visti e al congelamento dei beni, e che dobbiamo guardare in una direzione diversa. Dobbiamo offrire opportunità agli studenti e a quelle persone che non possono rimanere in Bielorussia; dobbiamo dar loro la possibilità di studiare da noi preparandosi a un paese democratico, dal volto nuovo.

Chiedo inoltre di prendere in considerazione l’idea di imporre una sanzione sulle esportazioni di armi, che colpisca il Presidente bielorusso nel suo punto debole. Egli, infatti, trae gran parte dei propri guadagni da questo commercio, circa uno o due miliardi all’anno, e molti di questi fondi servono ad arricchire le sue tasche e quelle dei suoi compari. Riguardo all’esportazione di armi, potrebbe essere una buona idea convincere l’Europa e i suoi alleati a imporre rigide sanzioni, anche per impedire un ulteriore aumento dei guadagni del Presidente, senza però colpire la popolazione. Non possiamo far molto per reprimere le esportazioni di armi dalla Bielorussia.

In qualità di presidente della delegazione del Parlamento per le relazioni con la Russia, desidero fare un’ultima osservazione. Ogni paese ha il diritto di favorire determinati governi o candidati. Lo stesso dicasi per la Russia, ma è inaccettabile che un membro dell’OSCE ignori del tutto le conclusioni degli osservatori OSCE. L’OSCE ha affermato che non si è trattato di elezioni libere e regolari, e la Russia non può rispondere dicendo che sono state regolari e semplicemente congratulandosi con il Presidente Lukashenko. E’ quindi importante che questo punto sia aggiunto all’ordine del giorno del nostro incontro con la Russia e di quello del Vertice del G8. Va benissimo che il Presidente Putin esorti il Presidente Lukashenko a impedire la violenza, ma questo certo non basta. Se la Russia desidera presentarsi come paese democratico, deve adeguarsi alla comunità di valori europea e sostenere la democrazia e i diritti umani.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 
 

  Monika Beňová (PSE). (SK) Nessuno qui mette in dubbio la natura antidemocratica del governo di Lukashenko. Anch’io porgo il benvenuto a Milinkevich e mi unisco ai colleghi nell’appoggiare l’opposizione bielorussa.

Tuttavia il sostegno verbale, da solo, non sarà sufficiente, e credo quindi che dovremo adottare anche altre misure. Alcune iniziative possono essere intraprese dalla Commissione, altre dal Consiglio e altre ancora da noi in qualità di parlamentari. Tali misure devono comprendere azioni di sensibilizzazione nei confronti della popolazione bielorussa, perché una società civile informata ha più possibilità di realizzare cambiamenti importanti. Come deputata europea proveniente dalla Repubblica slovacca, un paese che in passato si è trovato per molti anni in una situazione analoga, posso indubbiamente confermare che è così.

Credo inoltre sia necessario considerare con estrema attenzione la questione inerente all’obbligo di visto, perché sicuramente non riusciremo a sensibilizzare la popolazione bielorussa se le impediremo di recarsi nei paesi dell’Unione europea e di vedere una situazione diversa da quella descritta da Lukashenko con i suoi mezzi di informazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Janusz Onyszkiewicz (ALDE). (PL) Signor Presidente, l’opinione diffusa nell’Unione europea è che abbiamo solo possibilità limitate di esercitare pressioni sul regime di Lukashenko, perché l’Unione svolge un ruolo secondario nella politica e nell’economia bielorussa. Non è assolutamente vero.

Nel 2004, le esportazioni bielorusse verso l’Unione europea erano inferiori del 10 per cento a quelle verso la Russia, mentre lo scorso anno erano già superiori del 12 per cento. L’UE sta chiaramente diventando un fattore sempre più significativo nell’economia del paese e, di conseguenza, abbiamo buoni motivi per credere di poter realmente influenzare gli avvenimenti in Bielorussia.

L’onorevole Klich ha già dato esempi specifici di come potremmo esercitare la nostra influenza. Vorrei semplicemente fare un’osservazione. Lukashenko ha cercato di impedire ai bielorussi di viaggiare all’estero. Sono stati imposti ulteriori oneri. Non è facile per i giovani recarsi all’estero, e vengono ostacolate addirittura le persone che desiderano lasciare il paese per sottoporsi a cure mediche. Da parte nostra non dobbiamo limitarci a snellire le procedure e, in tal senso, penso ai criteri per la concessione dei visti. Dobbiamo spingerci ben oltre, ridurre la soglia delle risorse finanziarie e il costo dei visti, o addirittura introdurre visti gratuiti. Per concludere vorrei sottolineare che è necessario cambiare atteggiamento. Occorre eliminare alcuni ostacoli al sostegno finanziario per la Bielorussia. Mi rivolgo al Commissario, signora Ferrero-Waldner, affinché ci dia spiegazioni sulla natura degli ostacoli formali che ci impediscono di agire con flessibilità, se effettivamente esistono. L’Assemblea darà il proprio contributo. Concluderò con una massima, onorevoli colleghi: come dicono gli inglesi e gli americani, dobbiamo far seguire i fatti alle parole.

 
  
MPphoto
 
 

  Vytautas Landsbergis (PPE-DE). (EN) Signor Presidente, organizzare elezioni significa presentare alternative, riconoscerle ed effettuare una scelta consapevole: viene eletto il candidato che sembra il migliore. Questo processo è incompatibile con la dittatura. La procedura di voto in circostanze che, di fatto, eliminano la libera scelta non si può definire elezione. Ciò che di recente si è verificato in Bielorussia è stata solo una votazione che, insieme allo spoglio, è stata controllata dal governo dell’eterno Presidente in carica, a cui non è stata conferita alcuna legittimità democratica. Chi è oggi Lukashenko? Assomiglia sempre più a un governatore nominato dal sovrano di tutte le Russie per attuare ancora una volta la famosa e disonesta procedura del voto corrotto, e perpetuare la propria egemonia.

Bisogna dire che la nuova unione militare trielettorale postsovietica delle dittature consolidate a Mosca, Minsk e Tashkent non è la strada per garantire un futuro migliore ai tre Stati e nazioni.

Abbiamo assistito alla nascita di una nuova democrazia in Bielorussia come paese legato all’Europa, non eurasiatico. Quindi, poiché la Russia preferisce il nazionalismo autoritario post-sovietico a qualsiasi riforma “arancione”, c’è sempre più pericolo che la Bielorussia si unisca con forza alla Russia di Putin, che ha già posto le sue fondamenta. L’intero mondo deve essere messo in guardia.

Se non vogliamo che Milinkevich scompaia per sempre, com’è successo molti anni fa ai leader dell’opposizione in Bielorussia e come ogni giorno si verifica in Cecenia, la risoluzione sulla Bielorussia offre la giusta soluzione: innanzi tutto, esortare l’ONU a creare una commissione internazionale che indaghi sui passati crimini del regime terrorista in Bielorussia, così da impedirne di nuovi. Vincuk Viachorka è qui oggi, temporaneamente rilasciato dal carcere, ma nessuno sa cosa potrebbe succedere laggiù uno di questi giorni.

 
  
MPphoto
 
 

  Joseph Muscat (PSE). – (MT) La persistenza e l’insistenza devono essere le principali caratteristiche del nostro operato nel prossimo futuro. Il regime di Minsk spera che, con il tempo, i mezzi di informazione internazionali diano sempre meno importanza alla storia bielorussa. Sperano che gli europei dimentichino le agonie di questo popolo, i nostri fratelli. Ciò non deve succedere e noi, come deputati al Parlamento europeo, abbiamo il dovere di tenere vivo il ricordo di questi avvenimenti e di essere la coscienza che funge da promemoria anche per le altre Istituzioni europee, cosicché nessuno dimentichi il grido di questo popolo. Come ho detto durante l’ultima tornata, sono felice che sia stato accolto il mio appello a seguire la sorte degli studenti espulsi dalle università per avere partecipato a manifestazioni, ai quali dobbiamo offrire possibilità di studio nel nostro paese. Dobbiamo però spingerci oltre. Sono altresì lieto che sia stata accettata la proposta di congelare i beni: si tratta di una delle proposte avanzate dalla delegazione per le relazioni con la Bielorussia molto tempo fa, e sono convinto che nel piano d’azione che abbiamo proposto più di un anno fa, troveremo altre proposte. Signor Milinkevich, non permetteremo mai che lei scompaia.

 
  
MPphoto
 
 

  Árpád Duka-Zólyomi (PPE-DE).(HU) Dobbiamo affrontare una situazione complessa dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che, avendo vinto le elezioni, Lukashenko si sente in una posizione sicura. Nei prossimi anni, farà ancor di più per consolidare il proprio potere. A tale proposito dobbiamo ricordare un fattore molto importante: i rapporti con i russi, la stretta collaborazione tra il regime di Lukashenko e la Federazione russa, e la dipendenza del regime di Lukashenko – e della Bielorussia – dai russi nel settore economico e dell’energia. Di conseguenza, se l’Unione europea è in cerca di una soluzione efficace, sarebbe importante inserire questo tema nell’ordine del giorno dei negoziati bilaterali con la Russia.

Occorre inoltre esercitare maggiori pressioni a livello internazionale. In tal senso, il comunicato stampa della NATO del 31 marzo è degno di nota. Non solo Lukashenko, ma anche tutti i rappresentanti dell’amministrazione devono essere isolati il più possibile. Bisogna spiegare a chiare lettere le condizioni imposte alla concessione di sovvenzioni, da sottoporre a rigorosi controlli, e mantenere un atteggiamento coerente per evitare di contribuire, anche involontariamente, al successo e al consolidamento del regime di Lukashenko.

Una delle nostre priorità è fornire alle forze democratiche bielorusse di Alexander Milinkevich, e alle organizzazioni civili, non solo sostegno morale, ma anche assistenza finanziaria concreta e ponderata. E’ soprattutto la nazione bielorussa che deve essere informata e deve rendersi conto – attraverso la televisione, la radio, Internet e altri mezzi – del fatto che questo non è il volto della vera democrazia, di uno Stato fondato sullo Stato di diritto. Invitare due rappresentanti dell’opposizione bielorussa, Alexander Milinkevich e Vincuk Viachorka, che sono stati incarcerati, è stata un’ottima iniziativa: che il regime dittatoriale sappia che offriamo tutto il nostro sostegno ai nostri due ospiti. Sono convinto che tutti voi appoggerete la presente proposta di risoluzione.

 
  
MPphoto
 
 

  Aloyzas Sakalas (PSE). (LT) Appoggio la posizione adottata dal Presidente in carica del Consiglio Winkler e dal Commissario, signora Waldner e, da parte mia, desidero soffermarmi su quattro punti. Innanzi tutto, poiché le elezioni in Bielorussia sono state irregolari, a livello giuridico Lukashenko non è il Presidente e non può permettersi questo titolo nei documenti del Parlamento europeo. Lukashenko non deve essere chiamato Presidente neppure in quest’Aula. In secondo luogo, per lottare contro l’indottrinamento del popolo bielorusso condotto dai mezzi di informazione controllati da Lukashenko, occorre continuare a trasmettere programmi televisivi dalla Lituania, dalla Polonia e persino dall’Ucraina sull’intero territorio della Bielorussia, non solo in alcune regioni. E’ la televisione, e non la radio, ad avere l’impatto più forte sulla popolazione. In terzo luogo, dobbiamo sfruttare tutti i mezzi possibili per rafforzare l’opposizione bielorussa unita. Infine, dobbiamo costantemente ricordare al Presidente russo Putin che, in parte, il regime bielorusso non è ancora crollato perché sostenuto dalla Russia, ed egli ne è responsabile.

 
  
MPphoto
 
 

  Barbara Kudrycka (PPE-DE). (PL) Signor Presidente, dieci anni fa lo scrittore bielorusso Vasil Bykov ha pubblicato un bel racconto dal titolo Soldato, innamorati di me. Nell’opera l’autore descrive – ovviamente a livello simbolico – come la Bielorussia si identifichi con la civiltà europea, sposando un sistema di valori analogo e rifiutando, quindi, le ideologie basate sull’odio.

In piazza Ottobre, il popolo bielorusso ha dimostrato di aver capito la natura della propaganda a tappeto del governo, che spaccia menzogne e alimenta falsità sull’Europa. Per un paio di giorni la piazza è diventata un caposaldo della libertà, da cui si lanciavano appelli al popolo bielorusso esortandolo a rivendicare la propria identità nazionale. Negli sforzi tesi a risvegliare l’identità nazionale, l’opposizione è stata assistita dai talenti creativi di personalità di prim’ordine provenienti dal mondo della cultura e della letteratura russa come Vasil Bykov, Uladzimir Arlov e Slawomir Adamowicz. Anche giovani appartenenti alla cultura pop contemporanea hanno dato il loro contributo. Dobbiamo quindi ridimensionare il mito diffuso in Europa, per cui i bielorussi sono stati russificati a tal punto da aver perso ogni interesse a riconquistare la propria identità basata sulla cultura, sulla lingua e sui simboli nazionali.

Che tipo di aiuto può fornire l’Unione europea a tale proposito? I 2 milioni di euro che la Commissione ha erogato per i liberi mezzi di informazione sono solo una goccia nell’oceano. Non è molto rispetto ai 60 milioni di dollari stanziati solo quest’anno dal Presidente Lukashenko a favore dei media di governo, dell’indottrinamento e di una propaganda su larga scala.

Oltre al sostegno concesso ai liberi mezzi di informazione e ai giornalisti indipendenti, sono necessari finanziamenti destinati ad altri scopi, e mi limiterò a citarne alcuni. Occorre sovvenzionare case editrici indipendenti che pubblichino in lingua bielorussa; mi riferisco ad aiuti non solo destinati a pubblicazioni politiche e di ricerca, ma anche alla letteratura bielorussa. Bisogna erogare borse di studio a favore dei ricercatori bielorussi e degli intellettuali impegnati nelle arti creative come scrittori, poeti e pittori, in modo che possano sopravvivere e continuare il loro lavoro, ma anche prevedere borse di studio per gli studenti espulsi da istituti di istruzione superiore e per chi non vuole entrare nel sistema di governo ed essere totalmente indottrinato, ma sceglie invece di frequentare istituti privati di istruzione superiore in Bielorussia o di presentare domanda per quelli europei.

L’unico modo per rispondere ai regimi che imprigionano le persone solo per avere scritto una poesia è sostenere la libertà di pensiero e la creatività su ampia scala. Per concludere, riguardo ai metodi e all’entità degli aiuti finanziari a favore di una Bielorussia libera, esorto il Commissario a includere negli organi decisionali persone competenti che conoscano e comprendano la Bielorussia, la sua situazione, i suoi problemi e l’identità nazionale a cui prima ho fatto riferimento.

 
  
MPphoto
 
 

  Hans Winkler, Presidente in carica del Consiglio. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli deputati, oggi l’Assemblea ha ancora una volta lanciato un forte messaggio, e i vostri contributi hanno dimostrato una cosa che considero assolutamente fondamentale e per la quale vi sono grato, cioè che sostenete e apprezzate gli sforzi della Commissione e del Consiglio. Per l’Unione europea è importante esprimersi all’unisono su questo tema e lanciare il giusto segnale. Il Consiglio e, ne sono convinto, anche la Commissione continueranno ad adoperarsi a tal fine.

L’onorevole Klich e altri dopo di lui hanno parlato di una possibile influenza sulla Russia. Vi ricordo che la dichiarazione allegata alle conclusioni del Consiglio europeo già afferma, in maniera esplicita, che occorre trovare il modo per coinvolgere i nostri partner internazionali, e in particolare gli altri paesi vicini alla Bielorussia, in questo dibattito. Indubbiamente il tema deve essere sollevato con la Russia, che della Bielorussia è un importante vicino. Potete essere certi che il Consiglio non eviterà l’argomento nei propri negoziati con la Russia – abbiamo appena tenuto un dibattito sui diritti umani e ci saranno altre opportunità di incontro. Inoltre ci è stato chiesto, spero fosse una domanda retorica, se avessimo paura. Posso rispondere con un semplice no, non abbiamo paura. Sappiamo benissimo quali sono i nostri valori, che difendiamo con estrema chiarezza.

Molti hanno sottolineato che le norme sui visti vanno rese meno rigide in maniera specifica e concreta per le persone che vogliamo accogliere qui, per mostrare loro come funziona la democrazia occidentale. Ciò, ovviamente, non può prescindere da alcune questioni amministrative. Ci stiamo lavorando sopra, vogliamo invitare le persone giuste e dar loro l’opportunità di venire qui. Viceversa, nel dibattito ci è stato anche chiesto di inserire le persone giuste, vale a dire i responsabili, nell’elenco delle persone cui negare il visto.

La differenza tra le restrizioni in materia di visti esistenti prima delle elezioni e la situazione attuale è che, in passato, esso riguardava solo i funzionari, mentre ora stiamo facendo esattamente quello che molti di voi hanno chiesto: vogliamo mirare ai politici responsabili. Qualcuno ha chiesto cosa farà il Consiglio la prossima settimana, il 10 aprile: per essere precisi adotteremo questo elenco, cosicché non ci saranno più altri ostacoli all’attuazione.

Il Consiglio valuterà inoltre altre possibili sanzioni e misure e, in tal senso, dobbiamo veramente stare molto attenti a non fare nulla che, alla fine, ci faccia ottenere il contrario di quanto vogliamo. Non dobbiamo far correre rischi inutili alle persone con le nostre azioni. Vogliamo proteggerle, compreso Milinkevich, e far chiaramente capire che siamo dalla parte del popolo e di chi esercita i propri diritti.

Siate certi che il Consiglio continuerà a lavorare con serietà, impegno e in maniera specifica su quelle misure veramente utili che raggiungono l’obiettivo a cui tutti noi aspiriamo, cioè la democratizzazione e l’adesione di questo paese ai programmi di vicinato dell’UE. Questo, in definitiva, è il nocciolo della questione. Dobbiamo dire e dimostrare alle persone che soddisfare le condizioni va a loro vantaggio cosicché anche questo paese, proprio come l’Ucraina e altri paesi, possa partecipare al programma europeo di vicinato.

Un altro obiettivo è che la Bielorussia entri a far parte del Consiglio d’Europa, perché è rimasta l’unico paese a non esserne membro. Al momento non è possibile perché solo i paesi che intendono e possono rispettare i diritti umani sanciti nella Convenzione europea dei diritti umani possono aderire al Consiglio d’Europa. L’idea è che, un giorno, la Bielorussia possa farne parte, e il Consiglio continuerà ad adoperarsi in tal senso.

 
  
MPphoto
 
 

  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, credo che l’idea fondamentale sia poter coinvolgere la Bielorussia nella politica di vicinato. E’ esattamente ciò che vorremmo fare, con tutti i vantaggi che ne deriverebbero per la popolazione e per il paese. Permettetemi di rispondere ad alcuni punti specifici sollevati nuovamente nella discussione.

Per quanto riguarda la Bielorussia, stiamo fornendo assistenza alle ONG registrate al di fuori del paese per attività realizzate a favore della Bielorussia mediante l’EIDHR, l’Iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell’uomo; ciò non è normale perché le nostre regole dispongono che, normalmente, si lavori solo con ONG all’interno dei confini nazionali. Per questo motivo abbiamo cercato di trovare una soluzione flessibile che continueremo ad applicare nei prossimi anni. Altri 420 000 euro saranno presto stanziati dallo stesso strumento e messi a disposizione delle ONG al di fuori del paese, e gli inviti a presentare proposte sono già stati preparati.

I nostri futuri strumenti di assistenza che sostituiranno l’EIDHR e la cooperazione decentrata per il prossimo periodo, nel quadro delle prospettive finanziarie, permetteranno di concedere assistenza al di fuori della Bielorussia. Al momento stiamo ultimando una proposta per la nostra strategia di assistenza dei prossimi anni.

Si è menzionato il progetto sui mezzi di informazione. E’ stato molto importante iniziare con il progetto sui media che abbiamo finanziato, e a cui abbiamo concesso fondi per cinque componenti: la televisione, la radio, Internet, il sostegno alla stampa scritta indipendente e la formazione dei giornalisti per i prossimi 24 mesi. Dovremo continuare con tale progetto. Le trasmissioni radiofoniche quotidiane e i programmi televisivi settimanali per la Bielorussia sono iniziati a febbraio e subito – direi due settimane dopo aver firmato il contratto – abbiamo cercato di fare il possibile per mettere al corrente la popolazione dell’iniziativa. Sia la radio sia la televisione forniranno informazioni indipendenti, affidabili e – speriamo – molto obiettive sulla Bielorussia ma anche sull’Unione europea, sulle diversità dei 25 Stati membri e sui nostri rapporti con il paese. La Commissione continuerà a sviluppare sinergie con altri donatori nell’ambito del progetto, e i programmi radiofonici ora sono trasmessi da alcuni provider in FM e AM – so che è un altro motivo di preoccupazione – e via Internet, con la possibilità di scaricare i programmi.

Per quanto riguarda le agevolazioni sui visti, sappiamo che sono state richieste. In generale, l’approccio adottato in materia dal Consiglio a dicembre dello scorso anno diceva che, contrariamente agi accordi di riammissione, le agevolazioni sui visti non sarebbero state proposte ai paesi terzi. Nonostante questa diffusa posizione comune, stiamo cercando la maniera per agevolare i contatti interpersonali tra Unione europea e Bielorussia mediante misure che prevedano la rinuncia, in determinati casi, ai diritti sui visti. Non abbiamo ancora deciso, ma stiamo lavorando alla decisione. A tale proposito, l’acquis esistente e le misure in fase di preparazione già prevedono adeguati margini di manovra per gli Stati membri affinché rinuncino, com’è auspicabile, ai diritti sui visti per i turisti provenienti dalla Bielorussia.

Infine, riguardo alla questione degli studenti, siamo molto propensi ad agevolare l’accesso degli studenti bielorussi alle università. Condividiamo pienamente il parere che molti di voi hanno espresso sul fatto che gli studenti debbano essere aiutati, sia perché hanno costituito il nerbo del movimento di protesta pacifica che si è formato dopo le elezioni, sia perché spetterà a loro consolidare la democrazia. Quindi possiamo agevolare l’accesso degli studenti alle nostre università, a condizione che tutti gli Stati membri e la Commissione uniscano le proprie forze, e che si possa trovare una sorta di coordinamento tra noi e gli Stati membri; credo che la Commissione sia pronta a farlo.

Ciò richiederà anche uno sforzo finanziario, che siamo disposti a prendere in considerazione. Abbiamo i programmi Tempus ed Erasmus e credo che, insieme alle iniziative attuate dagli Stati membri, potremo fare molto.

In conclusione, come il Presidente in carica del Consiglio Winkler ha già affermato, la Russia chiaramente rimane un tema nel dialogo politico perché parliamo dei nostri vicini comuni che comprendono il Caucaso meridionale, l’Ucraina, la Moldavia e la Bielorussia. Il Presidente Barroso ha parlato con determinazione il 17 marzo e ha ricordato al Presidente Putin la nostra ben nota posizione sulla democratizzazione, avvisandolo del fatto che non avremmo accettato alcuna violenza nel giorno delle elezioni. Quel giorno non si sono verificati spargimenti di sangue, ma la Russia deve convincersi che leader diversi dal Presidente Lukashenko non metterebbero a repentaglio il rapporto speciale con la Bielorussia. Vi posso garantire che continueremo a lavorare per voi e con voi sulla questione.

 
  
MPphoto
 
 

  Presidente. Comunico di aver ricevuto sei proposte si risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 103, paragrafo 2, del Regolamento.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì, alle 12.00.

Dichiarazione scritta (articolo 142 del Regolamento)

 
  
MPphoto
 
 

  Filip Andrzej Kaczmarek (PPE-DE). – (PL) L’Unione europea attribuisce grande importanza al rispetto per i diritti umani e alla creazione della democrazia in tutto il mondo ma deve, tuttavia, prestare particolare attenzione agli avvenimenti che si verificano oltre i propri confini. Ancora una volta, l’ultima dittatura dell’Europa ci ha dolorosamente ricordato la sua bieca natura. Elezioni corrotte, persecuzione degli avversari politici, soppressione della libertà di riunione e di espressione, queste sono le azioni del regime bielorusso.

Appoggiamo l’opposizione bielorussa perché lotta per qualcosa che diamo per scontato, la democrazia e la libertà. Essa combatte anche per la sovranità della nazione, minacciata dalle morbose ambizioni del dittatore che vanno contro gli interessi della nazione. Appoggiamo l’opposizione non perché condividiamo le sue idee politiche, ma per gli obiettivi per i quali combatte.

Dovremmo altresì fare il possibile per rendere la vita difficile al regime e a Lukashenko. Le persone che non rispettano i valori da noi considerati importanti non dovrebbero poter usufruire della loro applicazione. I seguaci del dittatore devono rendersi conto che non hanno un posto in Europa: l’Europa è per chi rispetta la libertà, la democrazia e lo Stato di diritto.

Milinkevich ha detto che la dittatura non durerà a lungo e che c’è aria di cambiamento. Spero sinceramente che abbia ragione, per il bene della nazione bielorussa e di tutta l’Europa. Speriamo che chi combatte per la libertà attinga vigore dal proprio ottimismo e riesca a far cadere il tiranno.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. INGO FRIEDRICH
Vicepresidente

 
  

(1) Cfr. Processo verbale.

Note legali - Informativa sulla privacy