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RC-B6-0512/2007

Discussioni :

PV 12/12/2007 - 12
CRE 12/12/2007 - 12

Votazioni :

PV 13/12/2007 - 6.9

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 12 dicembre 2007 - Strasburgo Edizione GU

12. Lotta al crescente estremismo in Europa (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissionesulla lotta al crescente estremismo in Europa.

 
  
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  Franco Frattini, Membro della Commissione.Signora Presidente, onorevoli parlamentari, esprimo in primo luogo una forte e personale preoccupazione per l’aumento delle attività che si debbono attribuire in Europa ad organizzazioni e gruppi violenti ed estremisti.

Io credo che sia estremamente importante quindi il dibattito di oggi, perché evidentemente non solo l’estremismo che si traduce in azioni terroristiche – estremismo del quale molte volte abbiamo parlato in quest’Aula – ma anche quelle attività e quei fenomeni che sono più propriamente di razzismo, di antisemitismo, di xenofobia, di estremismo nazionalista, di islamofobia, tutte quelle forme di intolleranza che come dicevo, in modo preoccupante sono presenti in Europa, sono assolutamente incompatibili direi, all’opposto dei valori della Carta europea dei diritti fondamentali che abbiamo proclamato stamattina. Ed è chiaro che l’estremismo per sua natura conduce alle divisioni e conduce alla violenza.

Ed ecco che il primo obiettivo, a mio avviso, è un obiettivo politico. E’ chiaro che poi, accennerò a delle azioni che sono più propriamente di sicurezza e di polizia, ma noi abbiamo davanti al fenomeno dell’estremismo e alle sue matrici, la necessità ancora una volta di promuovere un’Unione europea, ancora più vicina ai cittadini e quindi più capace di trasmettere dei messaggi di tolleranza, di solidarietà, di rispetto di quella Carta, che da oggi è una delle pietre miliari vincolanti per gli Stati membri e per i cittadini.

Io credo si possa convenire che l’estremismo non può avere mai giustificazioni, lo abbiamo detto tante volte del terrorismo, ma occorre ripeterlo anche per il razzismo, per esempio, per la xenofobia; ma dobbiamo egualmente esplorare quali sono, direi, le radici profonde che possono condurre a manifestazioni estremistiche, a manifestazioni violente. Abbiamo il dovere di farlo, perché abbiamo il dovere di mettere in movimento delle azioni politiche europee, che possono contribuire ancora prima che a contrastare, direi a prevenire e a sradicare, i fenomeni e le attività estremiste.

Posso fare alcuni esempi che, a mio avviso, dimostrano come un’azione politica europea può essere davvero utile, assai più utile, mi permetto di dire, di una politica solamente su base nazionale. Pensiamo alla partecipazione dei cittadini alla vita politica dell’Europa, pensate a quanto sia importante che quel programma – che non a caso è un progetto che la Commissione europea finanzia e che si chiama cittadinanza e diritti fondamentali – contenga alcune linee ed azioni che promuovono una forte partecipazione dei cittadini alla vita politica, alla vita delle istituzioni e quindi, ad esempio, agli eventi come quello delle elezioni europee. E noi avremo nel 2009, una grande opportunità di incoraggiare un dibattito, che conduca una grande affluenza al voto come segno di partecipazione positiva alla vita delle istituzioni.

Ma è chiaro che l’altra azione politica che ci aspettiamo dall’Europa e che l’Europa vuole promuovere, è un’azione in materia di educazione, soprattutto delle giovani generazioni. Credo che anche questo – una politica per mantenere viva la memoria delle tragedie del passato e farlo presso le giovani generazioni di oggi, presso gli studenti, presso i ragazzi, anche molto giovani – è estremamente importante. Per esempio, tutti i programmi che noi sosteniamo e che io credo debbano essere incoraggiati ancora di più, che tengono viva la memoria delle vittime di tutte le dittature, di tutti i regimi totalitari che hanno devastato questa nostra Europa nel passato, io credo, che questo sia un utile strumento per contribuire a sradicare l’estremismo, il razzismo, indicando come dalla storia dei campi di sterminio, ad esempio, noi possiamo trarre un insegnamento per i giovani di oggi, perché quelle tragedie non accadano mai più, non solo nel territorio europeo ma in nessuna parte del mondo.

E poi, c’è un’altra azione politica che io credo, si debba e si possa ricordare: quelle azioni che più in generale promuovono la tolleranza e il dialogo tra le culture diverse e anche ovviamente tra le religioni diverse. Noi abbiamo due grandi occasioni, abbiamo l’occasione di quest’anno, che è l’anno europeo delle eguali opportunità per tutti – e faremo il bilancio delle iniziative che durante quest’anno sono state condotte – ma abbiamo l’occasione nel 2008, che è l’anno europeo del dialogo multiculturale, del dialogo tra le culture diverse e tra le civiltà. Io credo che il bilancio del 2007 e il programma per il 2008 saranno una buona opportunità per accrescere la coscienza collettiva e, insisto ancora, la coscienza soprattutto dei più giovani, su uno spirito di dialogo che arricchisce, dialogo che fa crescere tutti quanti insieme.

Certamente, è importante che la coscienza dell’opinione pubblica sia tenuta viva su quanto sia importante promuovere i diritti e sradicare l’estremismo, la violenza, l’intolleranza. E qui l’Agenzia europea per i diritti fondamentali ha un ruolo, l’abbiamo voluta, questo Parlamento l’ha fortemente sostenuta, questa agenzia sarà uno strumento come è stato in passato per un settore molto importante, quale la lotta all’antisemitismo, come è stato dicevo l’Osservatorio di Vienna contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo. Anche l’Agenzia, quale attore principale in questo campo, avrà un ruolo molto importante. E in questo, voi lo sapete, noi stiamo preparando il quadro pluriennale, lo stiamo discutendo con un’eccellente collaborazione, con l’onorevole Cashman, e siamo convinti che dal quadro programmatico pluriennale dell’Agenzia, troveremo utili strumenti per la nostra azione comune di prevenzione dell’estremismo.

Poi, ovviamente al di là di questo, dobbiamo agire per la reazione: tutte queste sono politiche di prevenzione importanti, ma occorre anche la reazione. Io mi sono battuto, direi personalmente, anche nel Consiglio dei ministri, per arrivare finalmente ad una legge europea – e l’accordo lo abbiamo raggiunto ad aprile scorso – perché vi sia dicevo, una legge europea che punisca i comportamenti concreti di matrice razzista, di matrice xenofoba, perché coloro che commettono questi atti siano puniti in qualunque paese dell’Unione europea, secondo gli stessi criteri.

Perché non soltanto l’atto fisico, ma anche l’incitamento concreto, la diffusione dell’odio, questi messaggi che francamente non devono essere confusi con la libertà di espressione, che è un diritto sacro per tutti noi. Qui, stiamo parlando di incitamento concreto a colpire, a commettere violenza. Questa decisione quadro è stata concordata tra gli Stati membri ad aprile scorso. Pensate a quelle manifestazioni orribili di razzismo: durante gli eventi sportivi, si approfitta di una partita di calcio per diffondere proclami di tipo neonazista; ecco, queste sono le tipiche azioni che la decisione quadro (che abbiamo fortemente voluto e che con la Presidenza tedesca abbiamo concordato) punirà. Dico punirà, usando il futuro, perché purtroppo, e qui è un appello anche alla vostra sensibilità, da aprile ad oggi le riserve parlamentari nazionali di alcuni paesi non sono state ancora tolte, quindi la procedura verso l’entrata in vigore di questa legge europea per punire il razzismo e la xenofobia, la procedura è bloccata.

Lo dico con l’assoluto rispetto verso i parlamenti nazionali, ma ricordando che nel momento in cui il governo che siede in Consiglio dei ministri concorda, io credo che debba anche in qualche modo farsi parte attiva con il proprio parlamento, affinché la riserva sia sciolta in tempi rapidi, e noi possiamo finalmente avere questa decisione quadro, dopo tre anni e mezzo di lunga discussione, entrata in vigore.

In conclusione, onorevoli parlamentari, noi abbiamo già in altri settori una legislazione che punisce la discriminazione su base razziale, su base etnica, certamente questa legislazione sarà rispettata con la supervisione, diciamo così della Commissione europea, che è obbligata a far rispettare la normativa europea. Vi ricordo, ad esempio, la recente direttiva sui mezzi audiovisivi, cosiddetti senza frontiere, che stabilisce con grande chiarezza all’entrata in vigore che gli strumenti audiovisivi non devono contenere l’incitamento all’odio, basato sulla differenza sessuale, sulla razza, sulla religione o sulla nazionalità.

Ecco quindi che per fare tutto questo non bastano le misure di polizia, non basta la legge penale, non bastano le incriminazioni: occorre una cultura profonda dei diritti dell’individuo, del valore della persona umana! Quello che abbiamo detto stamani celebrando la Carta europea dei diritti fondamentali! Credo che questa sia una delle politiche, in un momento in cui ci avviamo alla fase di ratifica del Trattato di Lisbona, sia una delle politiche in cui l’Europa può dimostrare di fare scuola nel mondo, su come sradicare al suo interno questi atti odiosi contro la persona umana.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON.MIGUEL ANGEL MARTÍNEZ MARTÍNEZ
Vicepresidente

 
  
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  Manfred Weber, a nome del gruppo PPE-DE.(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, riesco a stento a crederlo. Quattro o cinque settimane fasono stato invitato a parteciparea una contromanifestazionein risposta a una manifestazione organizzata dai partiti dell’estrema destra nella mia regione. C’erano solo 30 estremisti a dimostrare, mentre una vasta folla di più di mille personesi era radunata per manifestare contro di loro. In quelle circostanze, quando vi trovate di fronte a quegli estremisti di destra, pensate dentro di voi, “Riesco a stento a crederlo”. Dopo il secolo vissuto in Europa, come può una persona ritornare all’estremismo, tornare a sfilare borioso e pieno di odio e arroganza, incitando alla violenza contro gli altri?

La discussione che stiamo facendo oggi è apprezzabile e importante. L’estremismo è un cancro della nostra società. Noi politici facciamo assai di frequente appello al coraggio moraledelle persone, aspettandoci che si levino in piedi e protestino contro questo estremismo. Credo che sia tempo anchedi essere grati per l’esistenza in abbondanza di questocoraggio morale, che fa sollevare e protestare così tante persone. Che cos’è l’estremismo? Lasciatemi sottolineare che, quando si parla divietare partiti politici, di proibire di esprimere in pubblicoopinioni e posizioni, va da séche tali misure non devono essere basate su giudizi politici, ma su criteri obiettivi. Oggi abbiamo definitoquei criteri obiettivi nella Carta dei diritti fondamentali, che enuclea l’essenza dei nostri valori basilari. Se determinati partiti o politici attaccanoquei valori, le autorità giudiziarie possono deliberaresull’illegalità delle loro azionie, in tal caso, imporre un divieto.

Cosa si deve fare se candidatidi partiti estremisti sono eletti, se tali partiti ottengono dei seggi? In primo luogo, non ci dev’essere collaborazione con questi partiti, e sono grato agli onorevoli colleghi socialisti, che hanno espulso dalle loro file il partito slovacco membrodel gruppo per aver collaborato con gli estremisti. In secondo luogo, non dobbiamo tralasciare il fattoche questi successi elettoraliscaturiscono dall’insoddisfazione popolare, e non dobbiamo rispondervibiasimando gli elettorima piuttosto affrontando le problematiche che ne sono all’origine. In terzo luogo, vorrei sottolinearecome l’estremismospesso cominci da piccoli passi anche nel sistema partitico, e dobbiamo esserne consapevoli. Il mio messaggio è quindi: “Non lasciategli mettere radici!”

L’estremismo politicoesiste a destra e a sinistra, ed è egualmente nefasto in entrambi i casi: questo dev’essere chiaro. L’Europa ha avutoesperienza dell’estremismo, e ne ha sofferto. Sono stati fatti progressi nella lotta all’estremismo; è una lotta che vale la pena di combattere e che, alla fine, vinceremo.

 
  
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  Kristian Vigenin (PSE) (BG)Signor Presidente, Commissario Frattini, grazie per la vostra comprensionee la presentazione delle intenzioni della Commissione. Trovo altamente simbolico che proprio oggi, nel giorno in cui è stata firmata la Carta dei diritti fondamentali, discutiamo un argomento a essa direttamente connesso, in quanto il crescente estremismo e la crescente influenzadei partiti e delle organizzazioni di estrema destracostituisce una diretta minaccia all’esistenza dell’Unione europea.

Può suonare eccessivoma la nostra Unioneè basatasu chiari principie la sua esistenza è possibile grazie al fatto che la pace, la solidarietà, la tolleranza, il reciproco rispettofra comunità etniche e religiose, e la coesistenza pacificadelle nazioni hanno prevalso in Europa cinquant’anni fa. Oggi, l’estrema destra attaccaesattamente questi principi; attacca il vero cuoredell’Unione europea, senza il quale essa non potrebbe esistere, ma la nostra Unionenon è un concetto astratto; non è solo un altro livello amministrativo di governo: èun’unionela cui missioneè quella di difendere e tutelarei valori che sorreggono il mondo intero.

Volenti o nolenti, preparati oimpreparati, dobbiamo comprendereche ci sono persone private di diritti fondamentali, sottoposte a rappresaglie per motivi politici, oppresseda regimi non democraticiodoggetto di discriminazionisu base razziale, etnicae religiosa in ogni partedel mondo. E, in ogni parte del mondo, esse nutrono la speranzache l’Unione europea le sosterràe che lo spiritodella tolleranza, dei diritti civiligarantiti e della sicurezza socialepossa raggiungere anche il loro paese. Possiamo essere potenti e persuasivinel mondo esternose non riusciamo a risolvere nemmeno i problemi in casa nostra? Come possiamo spiegare alle personeche ripongono in noi le loro residue speranzechegli immigratimuoiono solo a causa della loro origine, che le minoranze etnichesono soggette a una sistematicadiscriminazione, che leideologie di partemettono in dubbio la parità fra uomini e donne o definisconol’omosessualità come una malattia? Come possiamo spiegare loroche ci stiamo dimenticandodelle pagine più tetre della nostra storiae che i giovani che inneggiano a Hitler e all’antisemitismostanno diventando la moda del momento? Io non posso accettarlo, né possono farlo gli onorevoli colleghi del mio gruppo.

Credo che non vi sia alcun gruppo politicoin questo Parlamento che rimanga indifferenteal fatto che l’estremismo di destra, il razzismo, la xenofobia stanno guadagnando terreno. Non siamo stati tutti testimonioggi di come un momento storico di svolta nello sviluppodell’Unione europeasia stato svilito in maniera volgareda una minoranza rumorosache potrebbe tornare in forze, più aggressivae meglio organizzata nel 2009? Nascondendosi dietro la richiesta ipocrita di unreferendum, esso ha messo in dubbio non solo laCarta dei diritti fondamentalima i diritti fondamentali stessi, ed è questo comportamento che vediamo anche in molti parlamenti nazionalia incoraggiare gliestremistiche domani ricorreranno a un’altra azione punitiva, ispirati da questa specie di circo politico. Dobbiamo definire i problemimolto chiaramente e cercare soluzioni insieme. Pertanto, continueremo più volte a mettere tale questione all’ordine del giornodei lavori parlamentari, perché l’estremismo è una sfida a livello paneuropeo, che rende necessari sforzi concertati a livello europeo, nazionale, regionale e locale.

Se la Commissione europea è il guardiano dei TrattatiUE, allora il Parlamento europeoè il guardiano dei valorie credo che insiemesaremo in gradodi resistere a una marea montantegià conosciuta nel recente passato. E che la fermeremo, senza violare diritti fondamentalicome quello di libera espressione, quello di associazione ela libertà dei mezzi di comunicazione di massa. Perché si può lottare per la democraziasolo rispettando le regole della democrazia: infrangerle vorrebbe dire che l’estremismo ha prevalso. Vi ringrazio.

 
  
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  Ignasi Guardans Cambó, a nome del gruppo ALDE. – (ES)Signor Presidente, poche settimane faun giovane di nome Carlos Palomino è stato pugnalato a mortenella metropolitana di Madrid in seguito a uno scontro con estremisti di destra. Poco prima, nella metropolitana di Barcellona, un energumenoè stato filmato dalle telecamere di controllomentre colpiva una ragazzaperché immigrata esolo per il colore della sua pelle(secondo quanto ha riferito lei)senza sapere che stava venendo filmatoe senza sapere che le sue azionisarebbero poi state viste in tutto il mondo.

Casi uguali o analoghisi sono ripetutamente verificati in diverse parti d’Europa. Spesso, con un senso di responsabilità talvolta esagerato, noi e tutti i politici preoccupati per questo fenomeno, cerchiamo di minimizzare il significato di queste aggressioni: non dobbiamo allarmarci, diciamo; in ultima analisi si tratta di incidenti isolati, gli individui violenti sono pochi e non dobbiamo esagerare, non è un problema grave.

Pertanto qualifichiamo questi avvenimenti comequestioni minoriperché ci spaventa riconoscere chemagari, in realtà, minori non sono affatto. Fra l’altro, perché, come la risoluzione che siamo chiamati a votare domanicorrettamente suggerisce, molti di queste organizzazioni estremiste neonazistee di destrastanno approfittando di sentimenti di paurache già esistono nella nostra società, e che non possiamo disconoscere.

Pertanto, condannare non è sufficiente, dobbiamo aprire gli occhi, agire con responsabilitàe confrontarci con qualcosa che non è solo un fenomeno isolato; senza causare allarmismi, dobbiamo riconoscere la sua dimensioneed estensione effettive. Il giorno in cui abbiamo firmato la Carta dei diritti fondamentaliè una data appropriataper ricordare che l’Unioneha un ruolo da svolgere e una responsabilità precisa in quest’area.

Non c’è sussidiarietà quando si tratta di difenderela dignitàdelle persone o denunciareil razzismo, la xenofobia e l’intolleranza. E’ necessaria un’azione a livello europeo, in primo luogodaparte della Commissionee dell’Agenzia per i diritti fondamentali, allo scopo di esaminare che tipo di ramificazioni e di retivi sia, se vi è, dietro tutto questo,quali legami ci siano fra i differentimovimenti di estrema destra, per poter applicare la legge, contribuirecon politiche nel campo dell’istruzione appoggiandogli educatoriche insegnano il rispetto della diversità, e, laddove necessario, denunciare energicamentequei responsabili politici, sociali, sportivi,eccetera. che, in forma passiva o attiva, sono dietro a queste azioni.

 
  
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  Bogusław Rogalski, a nome del gruppo UEN. (PL)Signor Presidente, la crescita dell’estremismo in Europaè un dato di fatto, e dobbiamo discuterne. Il Commissarioha detto molto, ma ha parlato in termini generalie di materie d’importanzasecondaria,come il razzismo in occasione delle partite di calcio. Dobbiamo parlare dei fatti, dell’estremismo politicodi cui siamo attualmente testimoninell’Unione europea.

Ieri, signor Presidente, il massimo dirigente dell’NPD, un partito neofascista, è apparso su un canale della televisione pubblica tedesca, ARD, e ha chiesto che la Poloniarestituisca immediatamente la Pomerania e la Slesia alla Germania. Ha dichiarato che Kaliningrad, Danzicae Breslaviasono città tedeschee ha rivendicato la sovranità tedesca su di loro. Ha anche chiesto che quelle città e quei territori che ora fanno partedella Polonia siano immediatamente restituiti alla Germania.

Parliamo di fatti avvenuti in Germania, uno dei paesi guida dell’Unione europea. Da qualche anno ormai, i fascistitedeschi dell’NPDchiedonola revisionedelle frontiere, rifiutando i trattati internazionaliche hannoposto fine alla secondaguerra mondiale, e domandando lo spostamento a est dei confini. Signor Commissario, non possiamo permetterlo. Deve esserci una forte reazione. Non possiamo tollerare che il servizio televisivo pubblicodi alcun paese, nel caso di specie quello tedesco, permettaa neofascistie nazistidi diffonderele loro idee revisionistee invocare un’altra guerra.

Non si tratta di un problema marginale, onorevoli colleghi, ma molto reale. Quello stesso partito harappresentanti in setteparlamenti regionali. Questo non può essere tolleratonell’Europadi oggi, proprio come non possiamo tollerare che i principi democratici, la libertà di pensare diversamentee la libertà di parola,siano compromessi come lo sono stati oggi da parte dell’onorevole Cohn-Bendit e dell’onorevole Watson, che, riferendosi alle divergenze di opinionesulla Carta dei diritti fondamentali(o piuttosto, non tanto sulla Carta quanto sul Trattato di riforma dell’UE),hanno dato degli idioti agli onorevoli colleghi che si opponevano a loro. Questo non può essere permesso; non è l’atteggiamento verso la democraziae l’attuale Unione europeache dobbiamo insegnare ai nostri giovani. Uniamoci nel rispetto delle diversità.

 
  
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  Jean Lambert, a nome del gruppo Verts/ALE.(EN)Signor Presidente, penso che la partedel problema che stiamo considerandoora è: come combattere quello che tutti noi percepiamo comeestremismo, questa paura dell’altro, questo desiderio di tutelare la propriacultura, come se fosse la sola cultura esistente, come se fosse rimasta immutata nei secoli, come se nullafosse mai cambiato nella propria vita? E tuttaviabasta guardare indietro agli ultimi50 – 60 anniper vedere gli enormi cambiamentiavvenuti, anche all’interno del nostro continente.

Penso che il desideriodi proteggeresovente derivida un sentimento di paurache, in una maniera o nell’altra, noi e l’idea che abbiamo di noi stessidovranno scompariree, pertanto, si vuole proiettare la propria forza contro gli altri e negare loro l’esistenza.

Penso che tutti noi quiriunitisiamo fieri di quello che siamo, del paese da cui proveniamo o della nostra regioneo del nostro patrimonio culturale; ma la maggioranza di noi non si aspetta di trasmettere questo solo attraverso la discendenza di sangue, in qualche modo, e un profondo legame col territorio, ma attraverso la cittadinanza, la leggee i diritti di ciascuno.

E come altri hanno detto, la firma dellaCarta dei diritti fondamentaliqui oggiha rappresentato un simbolo estremamente importante, e particolarmente in relazione con questa discussione.

Tuttavia, quando consideriamo l’elezionedi partiti estremistiche ammettono una sola visione del giusto (la loro)penso che ci troviamo di fronte a una legittimazione della violenza, dei discorsi che fomentano l’odio, delle azioni contro gli altri concepiti come “diversi”.

Ricordo l’epoca in cui, alcuni anni fa, eravamo stati informati dell’elezione di un solomembro del partito nazionalista britannico(il British National Party)a un consiglio comunale londinese. Il livello di violenza a sfondo razzistaha poi conosciuto un incremento in quell’area.

(Grida di “Bravo!”)

Questo non è un motivo per gridare “Bravo!”,è un motivo di vergogna! Come potete dire questoe sedervi in un’Aulain cui sostenete di essere democratici?

La violenza di tipo razzista deve essere condannata. E, quando esaminiamo il fenomeno dell’estremismo, penso che dobbiamo essereconsapevoli di non aver ancora assistito alla morte del sessismo e della misoginia.

Tuttavia, i successi elettorali di tali partitiaumentano i livelli di paurae, pertanto, dobbiamo pensare a come reagirvi. Possiamo farlo ancheassicurandociche le nostre azioni sostengano i dirittiumani e i valori cui diamo importanza. Dobbiamo fare attenzione a evitare noi stessi diapprovare leggi che,proponendosidi contrastare un tipo di estremismo,in realtà finiscano con l’aiutare quegli individui o generare paurain altre comunità.

Lodo la proposta congiuntapresentata oggi all’Aulae ringrazio tutti glionorevoli colleghiche hanno lavorato tanto duramente su di essa.

 
  
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  Giusto Catania, a nome del gruppo GUE/NGL. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il Vicepresidente Frattini e anche tutti i colleghi che hanno lavorato insieme a me, insieme ai proponenti, alla costruzione di questa risoluzione.

Negli ultimi anni, ce lo dicono le relazioni dell’Osservatorio europeo sul razzismo e la xenofobia, sono aumentate le manifestazioni di questi fenomeni. E l’aumento di questi fenomeni è strettamente legato anche alla crescita e alla diffusione di forze politiche che in Europa hanno fatto leva su una lettura deviata dei fenomeni legati all’immigrazione, spesso per avanzare proclami in difesa della razza e dell’identità, per agitare istinti di autoconservazione contro chi giunge in Europa, che viene descritto come un pericoloso terrorista o un criminale, o addirittura usando categorie antropologiche inaccettabili con slogan xenofobi e razzisti.

Sono cresciuti i partiti e i movimenti che in questi anni hanno avuto una forte caratterizzazione nazionalista antieuropea, a fortissima vocazione razzista. La propaganda politica agisce sull’insicurezza sociale, per aggiungere tasselli nel mosaico complesso della guerra di civiltà. Essa è inserita a pieno titolo nel dibattito politico istituzionale e talvolta, addirittura, si propone come espressione stessa dei governi e come manifestazione dell’attività dei governi.

Noi domani voteremo una risoluzione sull’estremismo, forse un titolo un po’ vago. Lenin diceva che l’estremismo è malattia infantile del comunismo; potremmo parafrasare Lenin per utilizzare quest’espressione per dire che l’estremismo è una malattia infantile forse di tutti i progetti politici, religiosi, economici, ideologici. Ha ragione il collega Weber: c’è estremismo di destra e estremismo di sinistra, ma non esiste solo l’estremismo di destra e l’estremismo di sinistra, esiste l’estremismo neoliberista, l’estremismo cattolico, l’estremismo musulmano, l’estremismo ecologista, l’estremismo anarchico – insurrezionalista.

Ma il problema in Europa è la crescita dell’estremismo di destra e i fenomeni che produce l’aumento degli estremismi di destra. In Europa sono nati in questi anni forze politiche e movimenti neonazisti, neofascisti, che hanno manifestamente agito anche contro la costruzione dell’Europa – abbiamo visto in Italia, in Francia, in Austria, in Olanda, in Belgio, in Gran Bretagna, in Germania, in Danimarca, anche in Svizzera – sono espressioni di quella crisi che ha indotto un intellettuale come Alfio Mastropaolo a descrivere l’offensiva delle nuove destre come la mucca pazza della democrazia.

Ecco, la legittimazione democratica di alcune forze politiche ha favorito la penetrazione di idee pericolose nel corpo della società europea, alimentando pulsioni retrive. Una malattia pericolosa e talvolta sottovalutata che si nutre di pulsioni etnocentriche, spesso dissimulate e recondite, talvolta nascoste in apparenti atti democratici e legittimi. Allora dovremmo anche interrogarci sulle nostre scelte e sulle nostre iniziative politiche.

C’è un’enfasi crescente sulla necessità di istituire, di costruire una cultura e un’identità europea condivisa. Io penso che l’identità e la cultura europea va costruita sulla base del dialogo e della contaminazione con le culture diverse da quelle che hanno favorito e costruito in questi anni la diffusione e la crescita di un’idea, di una cultura europea.

E allora bisogna fare una grande battaglia culturale, e concludo su questo. Non bastano attività di polizia o attività di pubblica sicurezza, serve un grande sforzo culturale e solo in questo modo riusciremo a far sì che il 2008 possa essere concretamente l’Anno europeo dell’intercultura, perché l’Europa si deve fondare sui principi dell’interculturalità.

 
  
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  Ignasi Guardans Cambó (ALDE).- (ES)Signor Presidente, le sarei grato se volesse usare la sua autorità in quanto presidente di questa sedutaper richiamare all’ordine un gruppo di deputati che sembrano credere di essere al circo e non in unparlamento,e stanno svilendo la qualità della discussionecon i loro lazzi e le loro acclamazioni.

 
  
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  Presidente. − Ci stiamo avvicinando alla fine dell’annoed è normalefare pranzi in cui si beve un po’troppo o comunque un po’ più del normale. La cosa migliore da fare in queste situazioniè farsi un sonnellinoe non disturbareuna discussione in cui deve prevalere in ogni momento il rispetto per l’oratore.

La ringrazio per la sua richiesta, ma, come ho detto, la cosa migliore è che chiunque abbia bevuto qualche bicchiere a pranzovada a schiacciare un pisolinoinvece d’interromperele nostre discussioni con la sua maleducazionee la sua mancanza di stile parlamentare.

 
  
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  Derek Roland Clark, a nome del gruppo IND/DEM.(EN)Signor Presidente, detestol’estremismo come ogni altro deputato e come lo detestiamo noi britannici, che l’abbiamo combattuto per secoli.

Se si vuole lottare contro il crescente estremismo in Europa, se ne esaminino le causeprima dicorrere a varare ulteriori normeche sono solo restrittive; questo dà nuova linfa all’estremismo. Prendiamo in considerazione il momento di picco storico dell’estremismo europeo, l’epoca dei fascismi negli anni ‘30. Nel Regno Unito, le parate di Sir Oswald Mosley erano tutelate dalla leggee le sue ciniche e odiose politiche erano così state esposte alla luce del sole e rifiutate dalla popolazione. In Europa, i dirigenti fascistierano denigrati e contrastati. Lo stesso Hitler era stato incarceratoe così aveva acquistato potere, come gli altri.

Stamattina, abbiamo visto l’ascesa dell’estremismo in quest’Aulacon la firma della Carta dei diritti fondamentali, parteintegrante dellaCostituzione per l’Europache sarà firmata domanie su cui unreferendumnazionale era stato promesso in sette paesi. Due hanno detto di sì, due di no (ma sono stati ignorati)mentre gli altri stanno aspettando. Nel Regno Unito, il nostro governo ha sottoscritto un impegno, ora non mantenuto. Ecco come si traducono in pratica i tanti discorsifatti in quest’Aula sulla necessità di ascoltare la popolazione!

Perché il vero estremismo di oggi è rappresentato dall’UE, che cerca d’imporrela propria volontà attraverso questo documento contorto e scritto deliberatamenteperché nessuno al di fuori dei giuristi con vasta esperienza possa leggerlo, coi suoi paragrafi numerati presi sia dall’originale sia dai trattati già esistenti, ma che non corrispondono fra le varie versionidel documento. La numerazione sarà cambiataper la firmae dopo sarà cambiata ancoraper essere sufficientemente sicuri che i popoli dell’Europanon possano capire il testo.

E questa distorsione pseudo – democraticadovrebbe essere rifilataal popolo britannico! No, grazie,abbiamo già i nostri diritti, racchiusi in quel grande, magnifico documento che è laMagna Carta del 1215, integrata dalla legge sui diritti(Bill of Rights) del 1689. E, semplicemente,chi vi credete di essere per far cadere questenorme democratichestabilite per noi ma aperte all’osservanza da parte di tutti?

La storia che si ignora diventa storia che si ripete. Nel corso dei secoli avete ignorato il nostro ruolo guida e ne avete pagato lo scotto! Ignorateil nostro esempio ora, e vi mettete sulla via della rovina.

(Applausi dai banchi del suo gruppo)

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI) . – (FR) Signor Presidente, abbiamo qui l’ennesima relazionesul cosiddetto crescente estremismo in Europa. Il Consiglio, la Commissionee i gruppi politicivi si sono messi tutti di gran lena con i loro discorsi da quattro soldi e, come sempre, la retorica èintellettualmente penosa, politicamente ignominiosae moralmente cattiva.

E’ intellettualmente penosa,perché ogni nuova idea proposta nel corso dei secoli, che fosse in campo religioso (ivi compreso il cristianesimo, che alcuni di voi sono tanto sfacciati da diredi abbracciare); politico(fosse esso il liberalismo o il socialismo); scientifico (ivi compresi concetti ora dati per acquisiti, come la forma rotonda della terra o la sua rivoluzione attorno al sole) è stataconsiderata estremista, eretica, sovversiva e inaccettabile. Non potete screditare un’opinionesemplicemente demonizzandola: dovete spiegare che cosa la rende errata.

L’ignominia politica è interamente colpa vostra: voi, che detenete il potere e, invece di risolvere problemi, vi preoccupate solo di combattere l’opposizione. Tutto quello che riuscite a fareè evidenziare la vostra incapacità dirisolvereil problemadell’immigrazione,ossia di un’invasione con cui voi, volontariamente o a causa della vostra codardia, siete collusi. Ora state qui in pratica ammettendo di aver fallito, sul fronte economico, sul fronte sociale, sul fronte culturalee sul fronte moralee educativo e, invece di cambiare le vostre politiche disastrose, di preoccuparvi solamentedi liberarvi di coloro che protestanoo vi criticano.

Tuttavia, è in termini moraliche il vostro atteggiamento è più ripugnante. Equiparate pretestuosamentela violenzae il terrorismocon la legittima reazionedei popoli europei contro la distruzione delle loro identità. Che ipocriti siete! Volete imbavagliare questi popolie privarli della rappresentanza politica: siete i farisei della democrazia! Siete quello che la Bibbia chiama“sepolcri imbiancati”; in altre parole, parlate con una sincerità labile quanto uno strato di vernice! Parlate di diritti umani e libertà di espressione, di valori europeie di tolleranza, ma sotto questa vernice c’è solo marciume. Negate a ciascuno che non la pensi esattamente come voiquegli stessi diritti di cui tanto vi riempite la bocca. Tutto questo sarebbe odioso, se non fosse anche grottesco. Le generazioni di domanivi giudicherannocome i barbari che hanno consegnato Roma al suo destino. Spero, almeno, che i barbari vi diano quello che meritate!

 
  
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  Roberta Alma Anastase (PPE-DE).- (RO)Onorevoli colleghi, la materia di cui stiamo discutendo questo pomeriggioriveste la massima importanza per ilfuturodell’Unione europea, per la sicurezza dei cittadini e per i nostri valori.

Nel corso degli ultimi anni, l’estremismo è stato un fenomeno sempre più frequentenella vita pubblicadei paesi europei, un fenomeno che ha fatto suonare molti campanelli d’allarmee sollevare moltequestionisu come combatterlo. Benché cause diverse con differenti originiabbiano contribuito alla diffusione di questo fenomeno, vorrei insisteresu un aspetto essenzialedella discussionetenutasi sul tema dell’estremismo, ossia l’immigrazione.

Gruppi estremisti identificanol’immigrazione come il malesupremonei paesi europei, perché è un argomento che possono utilizzareper spiegare i cambiamenti indesiderati nelle loro società. Tuttavia, come noi tutti sappiamo, l’immigrazione è un elemento vitaleper le economiedei paesi europeie favorevole alla crescita economica.

I suoi effetti indesiderati, che derivato dal mancato adattamento degli immigrati alle società che li ospitano, dovrebbero essere risolticon metodi specificidell’Unione europea. Altrimenti, c’è il pericolo di andare a modificaregli stessi valori di base della costruzione europea.

Pertanto, non possiamo accettare che i partitiestremisti cambino l’ordine del giorno dei partiti tradizionali.

Se utilizziamo una similestrategianel tentativo di ridurre i rischi e i pericoliche tali gruppicomportano e impedire lorodi ottenere votidai nostri cittadini, non faremo che dare legittimità alle loro idee e ai loro metodi. Non possiamo permettere che messaggidi natura estremisticasiano adattatied elevati a legge in Stati membri. Agire in tal modo significa distruggere la visionedi un’Europa multiculturalee multietnica.

La crisi generatadalla questione dei rom e le manifestazioni di stampo estremista in Italianon devono creare un pericoloso precedenteper i principi fondamentalidell’Unione europeariguardanti la libera circolazione di merci, servizi, capitalee persone. Dobbiamo spiegare ai nostri cittadini che un tale atteggiamentosarebbe deleterio sia per le loro societàsia per l’Unione europea nel suo complesso.

I risultatidelle elezioni per il Parlamento europeo in Romania potrebbero essere un esempio al riguardo. Nessun partito estremista ha raggiunto la sogliadi voti necessariaper inviare rappresentanti al Parlamentoeuropeo.

 
  
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  Bárbara Dührkop Dührkop (PSE).- (ES)Signor Presidente, le chiedo alcuni secondifuori dal tempo che mi è stato assegnato per indirizzareai banchi qui dietro, a destra, un detto proverbiale castigliano: “A palabras necias, oídos sordos” (“a parole stupide, orecchie sorde”). Continuerò il mio intervento in inglese.

(EN) Oggi, il giorno in cui abbiamo tanto orgogliosamentefirmato la Cartadei diritti fondamentalidell’Unione europea, è trascorso più di mezzo secolo da quando l’Europaha assistitoal crimine più orribile della xenofobia e del razzismo: la Shoah o Olocausto.

Milionidi persone sono state uccisea causa della loro religione, della loro origine etnicae delle loro opinioni politiche. Pertanto, è più necessarioche mai ricordare la storiamentre viviamo il nostro presentee prepariamo il futuro.

Dobbiamo essere all’erta e vigili; e fare attenzione alle uova del serpente, come ci ha insegnato Ingmar Bergman. Come il Commissario Frattini ha confermatooggi, c’è una ripresadi atti violentidi origine razzistae xenofobanegli Stati membri.

Tuttavia, per me, quello che è ancora più preoccupanteè vedere che sempre più giovanivi sono coinvolti. Pertanto, è assolutamente essenzialeinsegnare loroil significato della cittadinanzae la consapevolezza di cosa sia il razzismo.

Sempre piùpartiti di destrache basanola loro ideologiae la loro prassi politicasull’intolleranza e sull’esclusioneentrano grazie ai suffragi nei parlamenti nazionali, nei quali trovano un palco eccellenteper i loro messaggi politicicarichi di odio. Dovremmo essere consapevoli di questoe cercare anche di agire per contrastarlo.

Il razzismo e la xenofobia sono le violazioni più direttedei principidi libertàe democraziae dei nostri diritti fondamentali. Pertanto le istituzioni europeee noi, membri del Parlamento, siamo obbligatia riaffermarela nostra determinazionea difendere le libertà fondamentalie condannare e combattereogni manifestazionedi razzismoe xenofobia con mezzi legali.

Più che mai, è richiesta la tolleranza zero per combattere razzismo e xenofobia. Più che maidobbiamo esserecombattivinella difesa dei nostrivalori, utilizzando e rafforzandogli strumenti a disposizione dell’Unioneeuropea e dei suoi Stati membri.

Nessun singolo cittadinodovrebbe mai essere perseguitato a causa della sua razza, della sua religione, del suo sesso, della sua situazione sociale, della sua lingua, della sua nazionalità o del suo orientamento sessuale. Lo sradicamentodel razzismo e della xenofobia, e il diritto di vivere in pace, rappresentano una sfida moraleper tutti i democratici, e difendere i diritti civiliè il dovere di ogni democratico.

 
  
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  Viktória Mohácsi (ALDE).- (HU)Grazie infinite, signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi. Ieri abbiamo discusso per quasi due oredella lotta al crescente estremismoe del testo finaledella risoluzione,basato su iniziative liberali, ma naturalmenteabbiamo pienamente preso in considerazionele idee e le richiestedi tutti i gruppi. Sono ottimista, e ho fiducia che sarà adottatauna posizione comune su questo argomento dolorosamente importante.

Personalmente, mi spiace molto che nel 2007, l’anno delle pari opportunità, dobbiamo ancora combattere gli spettridi dittature già cadutenel XX secoloche sbucano fuori di tanto in tanto. Sappiamo che nessun Stato membro fa eccezione da questo punto di vista. Per citare solo alcuni nomi: Pospolitos in Slovacchia, i giovani nazionalistinella Repubblica ceca, la Nuova destra in Romania, il partito nazional–democraticotedesco in Germaniae Alleanza nazionalein Italia, ma ci troviamo di fronte essenzialmente allo stesso estremismo.

Quanto al mio paese, è per me inaccettabileche ogni giorno vengano rilasciate dichiarazionida partedi partiti estremisti e organizzazionicome ilmovimento per un’Ungheria miglioreo la guardia ungherese, in cui illustrano l’assurdo concetto della criminalità innata degli zingari dovuta a ragioni genetiche, e invece dell’integrazione deiromnella societàdomandano ghetti e segregazione, mentre marciano nelle lorouniformi nerea Tatárszentgyörgy, e il venerdì a Kerepes. In relazione con questo, vorrei ancora attirare l’attenzionedegli onorevoli colleghisul fatto che molti campinomadi in Europarappresentano ancora un bersaglio per le forze estremiste, anche oggi.

E ora alcune notizie per concludere il mio intervento. Il difensore civico ungherese, il Presidentedella Repubblicae il governo ungherese hanno ufficialmentecondannato la guardia ungheresee il movimento per un’Ungheria migliore. Vorremmo che tutti i governi europei responsabilifacessero lo stesso nei confronti dei loro stessi movimenti estremisti. In ogni caso, per fare questoè necessarioche quanti più deputati possibilevotino domani a favore della posizione del Parlamentosulla lotta al crescente estremismo. Vi ringrazio.

 
  
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  Eoin Ryan (UEN).- (EN)Signor Presidente, oggi siamo stati testimoni della proclamazionedella Carta dei diritti fondamentali, e ora stiamo discutendo il crescente estremismo in Europa. A mio parere, c’è un legame molto evidente fra i due. L’Agenzia UEper i diritti fondamentaliera fino a poco tempo fa conosciutacome Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia. Non possiamo combattere l’estremismosenza affrontare le questioni del razzismoe della xenofobia, che sono troppo presenti nell’Europadi oggi. L’estremismo accresce l’estremismo, e noi in Europa corriamo il rischio di trovarci presiin un circolo vizioso molto pericolosose non agiamo rapidamenteper fronteggiare ed eliminare alcune delle cause che sono alla radice del fenomeno.

Ho ascoltato l’onorevole Gollnisch prima chiamare “barbari” persone presenti in quest’Aulae altre. Non ha espresso una sola idea credibile, una sola idea concreta, su come possiamo affrontare questo problema in Europa, se si eccettua la solita polemica che proviene da lui. Lui e il suo leader, Jean-Marie Le Pen, vogliono venire in Irlandaper motivi relativi al trattato. Una cosa è certa: questo tipo di idee estremistichenon dovrebbero essere e non saranno tolleratenel mio paese, grazie mille. Quindi venite pure, e possiamo essere sicuri che il trattato sarà approvatoquando la gente sentirà che razzadi Europa continentalevoi volete costruire, e che tipo di idee avete. Si è visto che gli atteggiamenti che rendono i lavoratori ricettivi...

(Brusii dal banco dell’onorevole Gollnisch)

Sappiamo che cosa sostiene, onorevole Gollnisch, e abbiamo ascoltato molte volte lei e il suo leader.

Si è visto che gli atteggiamenti che rendono i lavoratori ricettivi al populismo di destraincludono il pregiudiziocontro gli immigrati, il nazionalismo, l’autoritarismo, l’ascendente socialee la debolezza politica; fra tutti questi fattori, ilpregiudizio contro gli immigratiemerge come quello più importanti. In nazioni dove esistonoadeguati servizi d’informazione, la regione costituisce solitamente il motivo di discriminazione più frequentemente riportato. Se ci impegniamoa eliminare questo pregiudizio e questa discriminazione, avremo fatto un significativo passo avantinella lotta all’estremismo.

Pertanto, chiedo a tutti imembridi incoraggiare la discussionee lo scambio di vedutesulle problematiche dell’ineguaglianza sociale, dell’origine, della razza, della religionee dell’impatto dei cambiamenti socialied economici a livello locale, nazionale e a tutti i livelli europei, e di non usare un linguaggio carico di emozione, come quando si chiamano gli altri “barbari”. A questo scopo, mi rallegro del fatto che, come partedel lavoroper l’anno europeo del dialogo interculturale, il Parlamento europeoha invitato Papa Benedetto XVI, il Presidentedell’Unione africana, il Dalai Lama, ilSegretario generale delle Nazioni Unite, il Rabbino Capodel Regno Unitoe il Gran Muftìdi Damascoa intervenire alParlamento europeonel corso del 2008. Saluto con favore questo tipo di iniziative.

(Il Presidentetoglie la parola all’oratore)

 
  
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  Koenraad Dillen (NI).- (NL)Con tutto il dovuto rispetto, signor Presidente, sarei lieto di sentire da lei perché succede che imembri del suo gruppo e ideputati che chiaramenterappresentano una linea di pensierovicina alla suasi vedono assegnare molto più tempo supplementareper i loro interventie non sono tanto prontamente interrotti, mentre altri parlamentari coi quali chiaramentelei non concordavengono interrotti dopo soli dieci secondi dalla fine del tempo a disposizione. Lei sta applicando due pesi e due misure, il che non è accettabile.

 
  
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  Presidente. − Anzitutto, mi pare, onorevole Dillen, che il Presidentedirigala discussione in base ai suoi criteri e non in base a quelli di chiunque occupi ilseggio 777.

Non ho spiegazioni da darle. A tutti gli oratori, ivi compresi quelli che hanno parlato fra loro, è stato concesso anche più tempo di quello a disposizione per i loro interventi.

In ogni caso, vorrei chiedere a tutti gli onorevoli colleghidi rivolgersi alla Presidenza e all’Aula e non indirizzare commenti ad altri deputati, onde prevenire spiacevoli interventi e interruzioni.

 
  
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  Eva-Britt Svensson (GUE/NGL).- (SV)Signor Presidente, abbiamo tutti notato che l’estremismo in Europa è in crescita. Penso che dovremmo chiederci perché. Perché la xenofobia e altri atteggiamenti estremistici sono in crescita? Sono convinta che l’esclusione e la mancanza di partecipazione nella societàsono un terreno di colturaper l’estremismo e la xenofobia. La parità di valore di tutti gli esseri umani è un principio fondamentale in una società civilizzata, e quindi dobbiamo tutti sostenerela lotta contro le forze xenofobicheche praticano la discriminazionenei confronti delle personedi differenteorigine etnica, genere od orientamento sessualeo ancora con disabilitàfunzionali.

Questi gruppi usanola violenzae le minacce. Nel mio paese di originesiamo stati financhetestimoni dell’assassinio di persone che avevano difeso i diritti umani. Vediamo uccideregiovani di differenteorigine etnica, solo a causa di essa. Non si deve più permettere che simili cose succedano ancora.

Noi che promuoviamo la parità di valoredi tutti gli esseri umaninon dobbiamo mai lasciarci ridurre al silenzio. Però sappiamo che questo non è ancora abbastanza. I gruppi xenofobi ed estremistiusano i giovani esclusi economicamentee socialmenteper suscitare maggiore paura, agitazionee odio contro altri gruppi. La lotta all’estremismodeve pertanto essere combinatacon la costruzione di una società giustabasata sulla solidarietà.

 
  
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  Bernard Wojciechowski (IND/DEM).- (EN)Signor Presidente, la proposta a noi sottopostacostituisce un altro esempio d’ignoranza e ipocrisia. Vi leggiamo, fra l’altro, che alcuni partiti e movimenti politici, ivi compresi quellial potere in una serie di paesio rappresentati a livello locale, nazionale o europeo, hanno deliberatamentemessol’intolleranza e la violenza basate sulla razza, sull’origine etnicao sulla nazionalitàal centro del loro programma.

Vi leggiamo altresì che questoParlamentocondanna fortementetutte le aggressioni causate da razzismo e odioe chiede a tutte le autoritàdi fare tutto quello che è in loro potereper punire i responsabili.

Nell’Assembleain cui si approvano tali risoluzioni, uno dei nostri onorevoli colleghiha usato un linguaggio ingiurioso eoffensivoispirato a falsa propaganda: lo stesso tipo di registrospesso usatodagli estremisti, basato sulla denigrazione e qualificatocome aggressione fondata sull’odio. Ha suggeritoche io potrei ripetere Dachau. Bene, permettetemi di spiegarglielo: punto primo, Dachau è stato un campo di sterminio tedesco; punto secondo, Dachau si trova in Germania, e io non sono tedesco. Egli ha perfino sostenuto che, dopo una visita di quattro giorniin Polonia, conoscerebbe il mio paese meglio di me, e che io non apparterrei alla Polonia; mentre Dachau, a quanto pare, sì.

Questo tipo di discorso diffamatorioè troppo spesso citato, riappare troppo frequentementeed è usato da troppi politici; gli stessi politiciche vogliono insegnarci tutto sullademocrazia, quando loro per primihanno scarso rispetto per essae scarso rispetto per l’uguaglianza di fronte alla legge. Si direbbe che nell’Europa di oggi, proprio come George Orwell ha scritto anni fa,alcuni animali sono più eguali degli altri. Certi possono nascondersi dietroil privilegiodell’immunità, altri possono finanche eludere la giustiziae perfino i mandati di cattura europei. Criminali comunistisono per certi versi trattati megliodei comuni cittadini, e mentre qui stiamo a parlare contro i gruppi estremisti, alcuni politicitedeschiappoggiano apertamente movimentipolitici revisionisti dal punto di vista storico. Onorevoli colleghi, l’Europadelle nostre risoluzioniè molto diversa dall’Europa reale.

 
  
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  Jana Bobošíková (NI).- (CS) Onorevoli colleghi, ci siamo essenzialmente consolati dicendociche l’ascesadell’estremismoriflette una situazione economica e occupazionalein crisi. Mi spiace osservare che questa valutazione non è più valida. Le economie di molti Stati membri dell’UEsono in crescita, la disoccupazione è in calo, ma l’estremismo non sta scomparendo. Al contrario, il numero di criminia sfondo razzialeè andato aumentando; e vengono costituiti corpi di guardie nazionali con un’ideologia nazionalista; i veterani delle SSsfilano in alcuni Stati membriUE; e politici che definiscono gli ebrei e agli zingaricome “piaghe”della societàvengono esaltati. Il mondo politico e le forze armate sono infiltrati da neonazisti e razzisti. Il Primo Ministro della Repubblicaceca, mio paese natale, ha fatto della retorica neonazista una partedel suo vocabolario. Da ultimo ma non da meno, l’UEè diventata una meta d’emigrazioneper le persone più povere, mentre nessuno sembra sapere come gestire il fenomeno, e anche questo gioca il suo ruolo.

Onorevoli colleghi, nessuna risoluzione, nessun discorso può cancellare la svasticarecentemente incisa sui gluteidi una ragazza di 17 annia Mittweida, in Germania. In pieno giorno, ignorati da passanti indifferenti, neonazistinella Sassonia tedescal’hanno incisa sul suo corpoperché aveva difeso una ragazzina russa. Credo fermamenteche l’estremismopossa essere prevenutosolamente con l’azione quotidiana dei cittadini, l’opposizione apertamente dichiarata della classe politica, con un’interpretazione aperta e completa, in particolare della storia del XX secolo, e soprattuttocol lavoro della polizia e dei tribunali, che non devono chiudere gli occhidi fronte ai razzisti, agli xenofobi e ai neonazisti, ma agire senza indugio per punire questi comportamenti.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE).- (HU)Grazie, signor Presidente. Parlo ora in qualità di coautoredella dichiarazione scritta n. 93, che ho presentato insieme agli onorevoli colleghi Tabajdi, Szent-Iványi, Vigenin e Amezaga. Essacondanna le operazionidei gruppi estremisti paramilitariall’interno dell’Unione, che rappresentano una delle più ovvieformedi estremismo.

Secondo la mia esperienza, benché molte personeavvertano un obbligo moralee politicoa impedire asimili idee estremistedi guadagnare terreno, molti evitano di condannarle specificatamente in una dichiarazione scritta oin altra forma. Molte sono le ragioni di questo comportamento:ad esempio, il fatto che quando si prova a rendere pubbliche queste idee, la listanon è mai completané accurata, e questo demotiva molte persone ad appoggiare l’iniziativa. Tuttavia, una cosa che dobbiamo sapere è che questa listanon sarà mai completa, e i concetti e le loro definizioninon saranno mai accurati. Per questa stessa ragione, dobbiamo invece intervenirealla radice dell’estremismoe delle idee estremiste.

Oggi in quest’Aulaè giorno di celebrazioni, ma la Carta dei diritti fondamentalinon è stata firmata in circostanze tranquille. Questa Carta sintetizza in 50 paragrafitutti i valori e i dirittiche rispettiamoe vogliamo tutelare nell’Unione; è la carta dell’anti-discriminazione, la carta delle libertà d’espressione, di religionee di riunione, la carta dell’uguaglianzae la carta della tutela degli individui, dei dati, dei giovani e degli anziani. Non possiamo selezionarne e scegliernealcune parti a nostro piacimento, mettere alcune persone su un piano superiore alle altreo usare la Carta per obiettivi di politica interna a breve termine. Tutti devono essere ugualmente protetti e rispettati, perché ciò garantiscela dignità umana, e noi, in quanto membri del Parlamento, abbiamo giurato di fare questo. Coloro che si oppongono alla totalitàdelle idee e deidiritti qui espostisono quelli che chiamiamo estremisti, a prescindere dall’età, dal sesso, dalla religione, o dalla nazionalità della persona in questione. In questo spirito, chiedere ai miei onorevoli colleghidi sostenere la dichiarazione scritta n. 93. Vi ringrazio.

 
  
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  Martine Roure (PSE) . – (FR) Signor Presidente, le attività e i crimini razzistisono in crescita in Europa. I rom, gli immigrati e tutti coloroche sono “diversi”si trovano ancora di fronte a molti tipidi discriminazione nell’occupazione, nell’istruzione e nell’alloggio.

Non ripeteremo mai abbastanza che quello che vogliamo è un’Unione europeache affonda le sue radici nei valori umanistidella tolleranza e della tutela dei diritti fondamentali. Pertanto la decisione quadro(adottata a larga maggioranza in quest’Aula il 29 novembre)sulla lotta a determinate forme dirazzismo e xenofobia attraverso norme di diritto penaleè veramente necessaria: ci metterà in grado di prendere le stesse misurecontro le idee razziste e i discorsi ispirati all’odioin tutta l’Unione europea.

I partiti estremisti sfruttano le paure della gente per l’altro e per gli stranieri, e possono così proporre una facile risposta alla globalizzazione, ma coloro che salutano come una panacea l’imposizione di preferenze nazionali sono degli irresponsabili. La vera rispostaalle sfide della globalizzazionesta nell’affrontare le sfide umane odierne nella loro interezza, e non dobbiamo aver paura di dire, forte e chiaro, che rispondere ripiegandoci all’interno su noi stessisignifica cercare la rovina.

 
  
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  Vălean, Adina-Ioana (ALDE).- Signor Presidente, stiamo assistendo in Europa a un aumento costante di movimenti estremisti, nazionalisti e populistiche mettono in pericolo il sistema democratico.

In un mondo ideale, la democraziaè il governo del popolo, dal popolo, per il popolo. In effetti, la democrazia resta sempre il sistema politico “meno peggiore”se dotata degli appropriati pesi e contrappesi. Tuttavia, il paradossodella democraziasta nel fatto del contenere la possibilitàdella propria morte, permettendo l’espressione di opinioni populisteed estremiste cheerodono lo stesso sistema democratico.

In molti paesi europei, ci sono partiti che sonoriusciti a collocarsial centro della vita politicacon discorsi populistie demagogici. La storia europea ha mostrato come i partiti estremisti, travestendosi da forze democratichee adoperando unapropaganda populistae nazionalista, abbiano spesso portatodalla democraziaalla dittatura.

La maniera migliore di combattere l’intolleranza è la fermezza, la difesa dei nostri valori democraticie delle nostre istituzioni, la difesa dei diritti individuali, della giustizia, delle pari opportunitàe della diversità, ma anche la sanzione per ogni discorso che istighi all’odio, alla segregazione o alla discriminazione.

Come ha detto Robert Kennedy, “quello che è pericoloso negli estremistinon è il loro estremismo, ma la loro intolleranza. Il male non è in quello che dicono sulla lorocausa, ma in quello che dicono sui loro oppositori.’

Per essere in buona salutele democrazie hanno bisogno di cittadini attivi. La democrazia può funzionare solose i cittadinisono coscienti dei loro diritti e doveri civili, e li esercitano. Dobbiamo reinventarela cittadinanza e abbiamo bisogno di nuovi modi di imparare la democrazia. Dobbiamo garantire che i nostri sistemi d’istruzionepromuovano lo sviluppodi una cittadinanza attiva, criticae impegnata. In un mondo globale, abbiamo assolutamente bisogno di una cittadinanzache celebrila diversitàe promuova la comprensione e la tolleranza.

 
  
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  Wojciech Roszkowski (UEN).- (PL)Signor Presidente, io non so se l’estremismo politicosia o meno in crescita; so che dev’essere contrastato e condannato, sia per la sua ideologiasia per i suoi metodi. Tuttavia, la Carta dei diritti fondamentali, che oggi abbiamo celebrato con tanta pompa, non è la risposta al problemama può essa stessa creare nuovi problemi.

L’articolo 21 della Carta vieta la discriminazionesulla base delle opinioni politicheo di ogni altro tipo; ripeto, di ogni altro tipo,il che pertanto comprende anche le opinioni estremistichecome quelle espresse recentementealla televisione pubblica tedescadal dirigente delNPDche chiedeva di rettificare la frontiera con la Polonia.

Le sciocchezze tendonoa ricadere dolorosamente su coloro che le dicono. Vorrei pertanto chiedere ai sostenitoridellaCarta dei diritti fondamentalicome intendonocombattere l’estremismo politiconel momento stesso in cui lo difendono.

 
  
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  Kyriacos Triantaphyllides (GUE/NGL).- (EL) Signor Presidente, sarebbe un peccato di omissioneda parte miase non cominciassiesprimendola mia preoccupazione per l’uso generalizzato che si fa del termine“estremismo”senza alcuna definizione, e senza una condanna specificadelle azioni di stampo estremista, ossia di ogni forma estremadi uso illegale della violenza. Sarebbe del pari un errore non menzionare i tentatividi “aprire gli occhi” ai cittadini sui pericoli della radicalizzazione, e sulla creazione simultaneadi categorie flessibili per possibili criminali.

Vorrei ricordarvi che nella storia moderna, durante i periodiin cui le libertà e i dirittisono stati limitati nel nome della sicurezza, dell’attività di poliziae di uno stretto controllo, e in cui alla persecuzionebasata su stereotipiè stato permesso di guadagnare terreno, il fanatismo ideologico, il razzismo e la xenofobia si sono intensificatie criminiinfami sono stati commessi. Simili errorioggi potrebbero portarealla proibizione dipartiti politici e sindacati, il che rappresenterebbe un vero colpo allademocrazia, allo Stato di diritto e alle libertà civili. Dobbiamo pertanto garantire che la democrazianon diventi semplicementeuna cortina di fumo per l’adozione di misure repressive; allo stesso tempo, dobbiamo concentrare i nostri sforzisull’attenuazionedelle cause realidegli atti violentidi stampo estremista, che degradano totalmente ladignità umana, dal momento che, per definizione,oltrepassano i limitidella libertà di espressione.

E’ nostro dovere intraprendere la lottacontro la povertà, la disoccupazione, le privazioni, lo sfruttamento dei lavoratori e la marginalizzazione sociale, e assicurare che le generazioni future, grazie a un insegnamentoe un’istruzione adeguati, si tengano lontane da organizzazioni aggressivamentenazionalistee fascisteche promuovono le azioni estremiste come mezzo di espressione.

 
  
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  Irena Belohorská (NI).- (SK) Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi. A mio parere, è essenzialeapprovare una risoluzione comune sulla lotta all’estremismo, fenomeno che recentemente è uscito sempre più allo scoperto. E’ presente un certo simbolismonel fattoche questa discussione si svolganel giornoin cuii Presidentidel Parlamento europeo, della Commissionee delConsiglio europeohanno suggellato con le loro firmeil vincolo giuridico dell’UEalla Carta dei diritti fondamentali.

Non possiamo permettere a individui od organizzazioniestremistedi attaccare i cittadini, i cui diritti, in una società civile, devono essere garantiti. La storia dell’Europaha mostrato le formeche l’estremismo, il nazionalismo militantee ilradicalismo ideologicopuò assumere. E’ nostro dovere sorvegliare regolarmenteil territorio europeoper individuare ogni attività intrapresa da questi gruppi o personee contrastarla con azioni energiche.

Devo con dispiacere aggiungereche l’estremismo sembra essere in ascesain primo luogo fra i giovani europei, e questo riflette un certo fallimento da partedei politici. E’ importantericordare che moltipolitici, per la mancanza di qualità concrete e professionali, cercano di ampliare il proprio bacino elettorale e il proprio capitale politicofacendo appello agli ambienti meno competenti e più scarsamente informati dell’opinione pubblica. Questo è il motivo per cuiapprovare norme più rigorose e provvedimenti più energicifinché siamo ancora in tempoè un impegno e una responsabilitàche dobbiamo tutti assumerci.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON.MARIO MAURO
Vicepresidente

 
  
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  Pilar del Castillo Vera (PPE-DE).- (ES) Signor Presidente, signor Commissario, a questo punto della discussione si è già detto molto di quello che si può dire sul tema. Tuttavia, vorrei fare riferimento all’esortazione del Commissariosulla necessità di riflettere sulle radici profonde dell’estremismo.

Mi sembrache il problemadell’estremismonon sia l’esistenza di una serie di gruppiche intraprendono azioni violente. Questo è, sì, un problema, ma deve essere risolto per vie legali, i colpevoli devono essere puniti, eccetera. Il vero problemasorge quando le azioni violentee le idee che vi sono dietropossono essere ripetutee influenzare un’ampia base o determinati settori della popolazione; sorge nel momento in cui la violenza diventa preoccupante da un punto di vista socialee politico. Per quanto riguarda come evitarlo, penso vi siano tre elementi essenziali.

In primo luogo, il Commissarioha menzionato la conoscenza della storia;anch’io credo chesia molto importanteconoscere le nostre tragedie, inostri successie in ultima analisi conoscerci in quanto uomini. Tuttavia, penso che dobbiamo stare attenti a non usare la storia come un’armacontro gli altri allo scopo di ottenere vantaggi politicia breve termine: questo è quello che sta succedendoadesso in alcuni paesi, ivi compreso, devo dire, il mio, la Spagna.

In secondo luogo, penso ci siano due altri aspetti fondamentaliche allo stato attuale sono decisamente sottovalutati.

Il primo è l’istruzione. Abbiamo perso, o stiamo perdendo, o almeno intaccando, valori come il lavoro, la disciplina, la capacità di responsabilizzarsi, ossiatutti quei valoriche contribuiscono a creareun buon cittadino quando la persona diventa adulta.

Infine, nel contesto dell’Unione europea, la cosa importanteè che questo spazio comune, in cui tutti noi europei possiamo affrontare insieme le sfide della globalizzazione, non si disgreghi. Quello che viviamo ora, e che abbiamo vissuto in altri momenti della storiaeuropea del XX secolo, è una grande incertezza, una certa disperazione, una certa mancanza di obiettivi, e quello che dobbiamo fareè offrire speranza, uno spirito positivoe una guida sicurain modo che tutti si sentano integrati nell’Unione europea.

 
  
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  Józef Pinior (PSE).- (PL)Signor Presidente, il continenteeuropeo ei paesi dell’Unione europea, sono ora un territorioin cui troviamo casi di xenofobia, nazionalismo estremo, antisemitismo, razzismoe islamofobia. Quello che manca oggi in Europaè il consenso liberal-democraticodel periodo che ha seguitola seconda guerra mondiale. Ai politicieuropei manca una reale volontàpoliticadi affrontare questiproblemi.

Occuparsi dei rigurgiti di razzismo, islamofobia, antisemitismoe xenofobia è un dovere comune, in Europa,al mondo dell’istruzione, ai mezzi di comunicazione di massa, alle confessioni religiose, agli sportivie, soprattutto, ai politici. Spesso ci troviamo privi di difesecontro tali forme estreme di attività politica o, anche peggio, molti partiti e molti esponenti politiciapprofittano dei movimenti estremistio populistiper i loro scopi.

Non voglio utilizzare questa discussione per guadagnare consensi politicinel Parlamento europeo, ma potrei citare molti esempi di questo tipo. Quel che importa oraè elaborareuna politica comunea livello dell’Unione europea(anzitutto, nel settore dell’istruzione, ma anche nello sport, nella culturae nella politica)per combattere l’estremismo.

 
  
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  Sarah Ludford (ALDE).- (EN)Signor Presidente, otto anni fail partito anti-immigrati di Jörg Haiderè entrato a far parte di un governo di coalizione in Austria. I governi UEnon avevano idea di cosa fare e, in seguito a quella confusione, è stato inserito l’articolo 7 nel Trattato sull’Unione europea, che non è stato mai adoperato.E’ chiaro che per gli Stati membri criticare uno di loro pone un problema culturale, madobbiamo adottare una politica più attivadi “correzione fraterna” fra Stati membriin cui gli uni possono chiedere conto agli altri delle proprie responsabilità, perché se partiti estremisti e intollerantientrano al governo in un Paese UE,questo costituisce un problema per tutta l’Unione.

Il diritto penale ha un ruolo fondamentalenel punire l’istigazione all’odio, insieme a disposizioniche proibiscono la discriminazione. La legge può aiutare a cambiare atteggiamenti e mentalità. La societàsegnala i limiti di tollerabilitàanche attraverso quello che è criminalizzato o proibito. Per questo sono rimasta tanto delusa quando la Commissioneha apparentemente ritenutoche le deportazioni di romeni, in massima parte rom,effettuate dal governo italiano, nonché la retorica che le ha accompagnate, fossero conformi alle norme UE sulla libera circolazione delle personee contro il razzismo. Personalmente, non condivido questo parere.

Tuttavia, le norme possono e devonoarrivare solo fino a questo punto. Ad esempio, la questionedella criminalizzazione o meno della negazione dell’Olocausto o Shoahè controversa in Europa. La nuova norma UE recentemente approvatache vieta l’istigazione all’odio razziale e religiosoha fatto bene, a mio parere, a lasciare la scelta ai singoli paesi. La tradizione e le preferenze del mio paese vanno nel senso di lasciare che persone come David Irving si condannino da sé con l’assurdità delle loro visioni antistoriche e siano contraddetticon animate discussioni.

Quelli di noiche fanno parte dei partiti dell’arco costituzionalenon devono lasciarsi intimidiredaidelinquenti e daiteppisti dell’estrema destra, da quelli dell’estrema sinistrao dai fondamentalisti di ogni tipo. I liberaldemocratici(con la “l” minuscola)di tutti i partiti democraticisono semplicemente altrettanto fiduciosi e impegnatinella loro dedizione a una visione dell’Europagenerosa e inclusiva quanto loro lo sono nella loro meschina intolleranza: questo diciamolo sempre.

 
  
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  Leopold Józef Rutowicz (UEN).- (PL)Signor Presidente, l’estremismo è un fenomeno appoggiato dai politici che sfruttano il razzismo, il nazionalismo e la xenofobiaper i loro fini personali, e spesso usa il terrorismoper perseguire i suoi obiettivi.

L’estremismo non unisce i popoli e i gruppi sociali, ma li divide: è il nemico di una società democratica e sta agli antipodi rispetto ai valori fondamentalidell’Unione europea, una comunitàdi persone che hanno ripudiatol’odio e la guerra causati daifascistie dai nazionalisti che hanno costatodieci milionidi vite in Europanel XX secolo.

La più grande organizzazione terroristica, Al Qaeda, basata sull’estremismo e sull’uso del terrorismoa fini politici, è ora in grado di distruggerele democrazie fragili e conquistare il potere politico.

Appoggio la risoluzione, che cerca di mobilitarele istituzioni europeeper una rinnovata attività contro il terrorismoe l’estremismo.

 
  
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  Diamanto Manolakou (GUE/NGL).- (EL) Signor Presidente, l’ascesa di organizzazioni e gruppi razzisti di estrema destrain Europanon è casuale: è il risultato della politicaimpopolare,reazionaria e imperialistadell’Unione europea. Questa politica, il cui solo principio guidaè la massimizzazionedel profittoper i monopoli europei, attraverso l’accumulazionedi ingenti ricchezzesulla base dello sfruttamento selvaggiodella classe operaia, sta diffondendo la povertà, la disuguaglianza e l’emarginazione, e sta peggiorando drammaticamentela posizione delle famiglieproletariee aggravando i loro problemi.

In queste condizioni(nelle componenti più ai margini della societào negli strati socialicon un basso livello di conoscenza e di cultura politica)le idee fasciste e di estrema destra, propagandate in chiave populistica e demagogica, possono mettere radici. Oggi esiste un maggior terreno fertile per la creazione e la crescitadi tali gruppia causa della paranoia anticomunista, del tentativo di riscrivere la storia, dell’intento vergognoso di cancellare il grande contributodato dall’URSS alla vittoria sul fascismo, e di equiparare il comunismoal nazismo e al fascismo. Lo vediamo, ad esempio, nel riconoscimento e nella legittimità concessidai governi dei paesi balticiai gruppi locali fascisti, che hanno collaboratocon le SS e coi nazistibasati in quei paesi durante la seconda guerra mondiale.

Il fascismo, il razzismoe la xenofobiasono facce della stessa creatura, nata e cresciuta nel sistema capitalista, che crea, alimenta e sostienequesti gruppi fascisti. Proprio per questa ragione consideriamo come ipocrite le presunte preoccupazionisulla crescita delle organizzazioni di estrema destra e paramilitariin Europa, e rifiutiamo ogni tentativo di equipararela lotta di classe, le lotte dei lavoratori e dei movimenti popolarie l’ideologia comunistaconideologie estremiste, come un inaccettabile tentativo di seminare il panico nella popolazione.

 
  
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  Nickolay Mladenov (PPE-DE).- (BG)Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo giorno è una testimonianzadel fatto che il Parlamento europeogarantisce non solo i diritti della maggioranzama anche di quelli che hanno differenti opinioni. Infatti, se i nazionalisti presenti in quest’Aula raggiungessero i loro obiettivi, nessuno di noi avrebbe il diritto di esprimere una diversa opinione, laddove loro hanno avuto l’opportunità di esprimerla oggi. Noi prevarremo sull’intolleranza e sull’estremismocon i ragionamenti piuttosto che con le emozioni, con i fatti piuttosto che con il rumore. Purtroppo, comunque, quando parliamo di fatti non c’è nessuno ad ascoltarli, e questo è un peccato.

Nonostante tutto, spero che i nostri sostenitori, i nostri elettori negli Stati membriascolteranno molto attentamentequello che anche il Commissario Frattini ha fatto notare. In primo luogo, l’intolleranzae l’estremismoderiva dall’oblio del passato: dobbiamo ricordare ciò che è avvenuto e le due aspre dittatureche l’Europaha sofferto. Pertanto faccio appello alla Commissionee a ciascuno di noi: rammentiamo la storia dell’Europae diamo più opportunitàai programmidella Commissioneeuropea di finanziareprogetti che conservino la nostra memoria storica. In secondo luogo, dobbiamo ricordare di coinvolgere i cittadininel processo politico.

Onorevoli colleghi, noi siamo in parte da biasimareper il nazionalismo e laxenofobia in Europa. Molti di noihanno iniziato a parlare da burocrati invece che da politici, dimenticando il linguaggioche gli elettori possono comprenderee parlando invece quello delle istituzioni. Che queste considerazioni e questa discussione ci rendano abbastanza fortiper superare il problema,che esiste specialmente nei nuovi Stati membri. Chiamiamo i problemi col loro nome e affrontiamoli di petto, quando esistono. Perché piuttosto spesso i partiti politicivincono le elezionipromettendo alcune cosee dopo facendone altre, per poi infine sorprendersidell’esistenza del malcontento e dell’estremismo. E’ nostra comune responsabilità, di tutti noi membri del Parlamento europeo,di opporci anche alla marea crescente dell’estremismo edell’intolleranza a est dell’Unione europea, che è pericolosa per tutti. Vi ringrazio.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (PSE).- (HU)Signor Presidente, generalmente combattere l’estremismo non è sufficiente. Ciascuno deve agire contro le tendenze nazionaliste ed estremisteemergenti nella propria nazione. Anzitutto, ognuno dovrebbe condannare i nazionalisti estremistinel proprio paese e distanziarsida loro. Questo è un requisito estremamente importante, e la discussione attuale dimostra anche che quell’estremismodev’essere combattutousando al tempo stesso strumenti diretti e indiretti.

Strumenti diretti devono essere usati per punire i discorsi che istigano all’odio. Alcuni fanno riferimento alla libertà d’espressionee dicono che questo non può essere oggetto di condanna penale, ma mi sembra che non abbiamo ancora raggiunto il giusto equilibrio. Le forze democratichedevono dare l’esempio, specialmente a destra, e la destra democraticaha la grande responsabilitàdi prendere le distanzedai fenomeni di estrema destrache si stanno scatenando in Europa.

Al tempo stesso, alcuni onorevoli colleghihanno parlato della necessità di reagireanche usando strumenti indiretti, dato che la causadi moltissimiincidenti di matrice estremisticaè l’incertezza sociale o l’incertezza dell’identità nazionale. La discussione attualeè molto importante, e credo che il Commissario Frattini, l’Agenzia per i diritti fondamentalie il Parlamentoeuropeo devono esaminare attentamentetutti gli incidenti di stampo estremista. Vi ringrazio per la cortese attenzione.

 
  
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  Sophia in 't Veld (ALDE).- (NL)Signor Presidente, ci sono estremisti dappertutto, ma negli ultimi anniessi hanno dettato i toni e i contenuti dei programmi politici. I partiti democratici dell’arco costituzionalesono di gran lunga troppo lentia prendere le distanze dagli estremistiper paura di perdere voti, e il risultato èun’accettazione politicastrisciante dell’estremismo e dell’intolleranza.

E c’è dell’altro. Oltre al razzismo e al nazionalismoc’è anche l’estremismocontro le donne e gli omosessuali, ad esempio(del quale non ci siamo occupati oggi),ed è spesso basato su credenze religiose. Sono inorridita quandovedo partiti al governo, investiti di potere decisionale, o partiti rappresentati in parlamento(anche nel mio stesso paese)che propugnano ladiscriminazione contro le donne, gli omosessuali e gli appartenenti ad altre fedi.

Infine, una parola o due che possono essere controverse, signor Presidente. Con tutto il dovuto rispetto per quello che ha detto l’onorevole Ryan, personalmente non sono molto favorevole a invitarequi le autorità supreme delle principali confessioni religiosenel mondoper intervenire alla nostra sessione plenaria,a meno che non siano pronti a rinnegare le loro visioni discriminatorie su donne e omosessuali.

 
  
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  Jan Tadeusz Masiel (UEN).- (PL)Signor Presidente, una maniera di combattere l’estremismoe ridurre l’elettoratodei partiti estremistiè quella di ascoltarepiù attentamentei cittadinisulle questioni per loro importantie analizzarele cause profonde dell’estremismo.

Se i cittadinieuropei votanoper partiti estremisti, significa, fra l’altro, che una vasta parte della societàha l’impressione che chi è al potere non li ascolta. Non intendo difendere l’estremismo, ma esso non proviene dal nulla. In Francia Nicholas Sarkozy ha capito questo eaffrontando questioni come l’immigrazionee l’adesione della Turchiaonestamente e coraggiosamente, è riuscito a indebolirei partiti estremisti. Vorrei incoraggiare la Commissioneeuropea a seguire l’esempio francese.

 
  
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  Adrian Severin (PSE).- (EN)Signor Presidente, un sindaco si scagliacontro gli immigratisostenendo che l’immigrazione è una fonte d’insicurezza; un altro sindaco dichiara la sua città senza stranieri; un capo di Stato definisce il parlamentouna banda di delinquenti, istigail popolo a ribellarsi contro ilegislatoried esalta una democrazia senza opposizione e senza partiti.

Un gruppo di parlamentari oggi, alla maniera dei teppisti da stadio, ha richiesto la cosiddetta “democrazia popolare” direttache sostituirebbe alle elezioni ireferendum. Un personaggio pubblico di spiccoesprime sostegnoper i gruppi violentiche hanno preso d’assalto la sede del parlamento di uno Stato democratico e chiesto la revisionedei trattati di pace.

Una serie digiornalistiesprimequotidianamente, sia pure talvolta in un registro politicamente corretto,tesi contro il parlamentarismo, contro il pluralismo, contro i rom, islamofobe, xenofobe, esclusivistiche, intolleranti, discriminatoriee sciovinistiche.

Un ministro ha chiesto alla Commissione europeadi mettere a disposizione fondi per concentrare nei paesi più poveri dell’Unione una certa comunità etnicaindesiderata.

Tutti questi sono fatti, che sono commessi nell’Unioneeuropeada personeritenute essere membri democraticidei partiti democratici convenzionali. Qui, oggi, noi condanniamo i partitiestremistie la loro organizzazione. Questo semplicemente perché essi sono colpevolid’intolleranzae l’intolleranza non deve essere tollerata. Che dire, però, di chi li favorisce? Dei populistitravestitida democraticiche, indebolendo le istituzioni democratichee relativizzando il principio democratico, creanoil clima più favorevole per gli estremisti?

Se continuiamo a parlaresolo dei sintomi e dei perpetratori ea restare silenziosi o passiviquando si tratta delle cause e dei facilitatori, noi comprometteremo i nostri valori e questo non deve succedere.

 
  
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  Inger Segelström (PSE).- (SV)Signor Presidente, permettetemi di cominciare ringraziandotutti i partiti per la risoluzione. Oggi nessun paese UEè libero dall’estremismo di destra, e neppure il mio, la Svezia. Alle ultime elezioni locali, nel 2006,Sverigedemokraterna (i democratici svedesi) ha avuto seggi in due terzi dei comuni. Si potrebbe sospettareche i loroprossimi obiettivi siano le elezioni per il Parlamento europeodel 2009 e quelle per il parlamento svedese del 2010. Noi parlamentari svedesi abbiamo bisogno di aiutoper rendere questo più difficile, esattamente come altri hanno bisogno di aiuto nei loro paesiper fermare la marea dell’estremismodi destra, che sta salendo in tutta l’Europa.

L’Europa ha bisogno di partiti democraticii cui programmisi rivolgano a tutti e non solo ad alcuni. Nelle elezioni del 2006 loslogandei socialdemocratici svedesiera“Tutti sono inclusi”, e questo diventa di particolare attinenza in questa discussione, dal momento che i partiti e igruppidi cui stiamo discutendohanno programmi che non rispettanoi valori fondamentali dell’UEe la parità di valore di tutti gli esseri umani. Per quanto mi riguarda, come membro dellacommissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, l’atteggiamento verso le questioni dell’asiloe della politica nei confronti dei rifugiati è assolutamente cruciale. I partiti estremisti di destrasi oppongono sia a un’Europa più apertasia allo sviluppo dell’UE.

Al contrario, propugnano la chiusura delle frontiere fra i paesi. Si tratta di una minaccia che osservo in Svezia e, assieme a tutti voi, in tutta l’UE. Vorrei fare un ulteriore commento sulla risoluzione. La propaganda che i gruppi estremisti diffondonofra fanciulli e giovaniassume la forma della musica del potere bianco. Gli strumenti utilizzati sono i mezzi di comunicazione, e questo canale aggira la scuola, la famiglia, l’istruzione superioree i nostri valori politici. E’ importanteche noi, in quanto rappresentanti eletti, ci facciamo carico ora del dibattito. Dobbiamo farlofin d’ora e continuare fino alle elezioniper il Parlamento europeodel 2009. Applaudiamola risoluzione.

(Applausi)

 
  
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  Kostas Botopoulos (PSE).- (EL) Signor Presidente, una minaccia incombe sulla democraziain Europa, e mi chiedo se ne abbiamo tutti capitoil significato. Questa minaccianon è la diffusione delle idee di estrema destra, ma la transizionedalle idee ai metodi dell’estrema destra; all’accettazione, in altre parole, della forza bruta, come si è visto nell’attivitàdelle organizzazioni paramilitaridi estrema destra.

Una distinzione d’importanza capitale ha quindi bisognodi essere tracciata: da un lato, stiamo combattendo idee con le quali non siamo d’accordo, le ideeche promuovono il nazionalismo in Europa, e il razzismo, la xenofobia, l’oppressionedelle donne e quella delle minoranze. Stiamo lottando contro queste ideecon le nostre ideee col nostro impegno a combatterele cause, le cause politiche, che sono da cercare principalmentenel problemadella diversità: nel fatto, in altre parole, che i cittadini europeinon accettano la diversità, non accettanola politica che la sostiene, e non accettano la stessa idea di Europa.

Dall’altro lato, tuttavia, stiamo combattendo un’altra battaglia, anche penale, contro la diffusione di queste ideeattraverso azioni che portano alla violenza. Da questo punto di vista, penso che questa risoluzione comunemolto equilibrataelaborate da tutti i partiti democraticipresenti in Parlamentorappresenti un altro grande momento politicoper la nostra Assemblea(specialmente dopo quanto avvenuto oggi)e sono veramentefiero che questa risoluzione sia partita dal nostro gruppo, quello socialista.

 
  
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  Ana Maria Gomes (PSE).- (PT) Il 6 settembre una ventina di tombe nel cimitero ebraico di Lisbonasono state profanatee sono state dipinte svastiche sulle lapidi. I due responsabili sono stati arrestati. Sono membri del fronte nazionale(Frente Nacional), un’organizzazione skinhead portoghese di estrema destrache si dichiara apertamente fautricedella guerra razzialee delle azioni violenteper la supremazia della razza bianca. Questo casoe altri, in particolare la marea dell’isterismoislamofobo in diversi paesieuropei e la violenza razzistarecentementeabbattutasi controla comunità rom in Italia, mostrano che la xenofobia e il razzismo violentosono fra noie non possiamo permetterci il lusso di minimizzarlo.

Nel caso portoghese, le autorità hanno avuto inizialmente la tentazione di minimizzare l’accaduto e dichiarare l’antisemitismocontrarioalla presunta natura tollerante della societàportoghese. Tuttavia, la presenzadei ministri della Giustizia e dell’Amministrazione internanel cimiteroebraicoper la cerimonia di purificazione delle tombee la visibilità che questa dimostrazione di solidarietàha ricevutonei mezzi di comunicazione di massa portoghesicostituiscono una lezioneper altri casi in Portogalloe altrove. L’estremismo in Europapuò essere combattuto efficacementesolo se i rappresentanti politicie i mezzi d’informazione si assumonole loro responsabilitàdando visibilità a questo tipo di criminie identificandolicome ignobili attacchi diretti al vero cuore della democrazia, dell’Europa e dell’umanità.

 
  
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  Pierre Schapira (PSE) . – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’ascesa dell’estremismo in Europaè certamente un tema molto preoccupante e tutte le istituzionieuropeedevono mobilitarsi per arrestare la crescitadi questi movimenti di estrema destrache sono tanto più pericolosi in quanto i valori discutibili che promuovono sono sempre piùaccompagnati da attacchi ai diritti umanibasati su un’ideologia razzista. Una tale tendenza perniciosa all’interno stesso dell’Unione europea è inaccettabile!

A mio parere, e coerentemente con le idee espresse nella dichiarazione scritta e nella risoluzione sul tema presentata dal PSE, la Commissionedeve risponderesu due fronti, e cioècon un’azione positivaper ricercare, in collaborazione con gli Stati membri,le soluzioni politichee giuridiche appropriate, da un lato, per condannare le violazioni dei diritti dell’uomo e, dall’altro, per prevenire l’estremismo, in particolare fra i giovani, sensibilizzandoliai valori fondamentali dell’Unione. E’ anche essenziale garantireche nessun fondo europeopossa essere usato da un’istituzioneo da un’organizzazioneche promuove valori, o fa dichiarazioni, che incitano alla violenzadi stampo xenofobo e razzista.

Vorrei ricordare in particolare il casodi Radio Maria in Polonia, la quale, pur nota per propagandare idee contrarie ai diritti dell’uomo, ha presentato all’UE una domanda di finanziamento. Vorrei quindi cogliere quest’opportunità, alla presenza del rappresentante della Commissione, per chiedere ancora una voltache nessuna sovvenzione europeasia accordata a mezzi d’informazioneche si prestano a divenire un pulpitoper la diffusione d’idee razziste, con un vasto e potenzialmente pericoloso impatto sul pubblico.

 
  
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  Franco Frattini, Membro della Commissione. Signor Presidente, onorevoli parlamentari, credo che il dibattito di oggi sia stato di straordinario interesse – di straordinario interesse e anche di alto livello politico – quindi io ringrazio tutti coloro che hanno preso la parola e, anche coloro che hanno detto cose che non condivido e non condivido affatto. Vi sono alcuni, infatti, che hanno criticato la necessità e l’importanza di porre questo tema in quest’Aula, cosa io credo invece sia stata estremamente importante.

E’ stato posto un tema che è un tema davvero altamente politico: il tema dell’equilibrio tra il diritto alla libera espressione del nostro pensiero, che è uno dei diritti che la stessa Carta dei diritti fondamentali riconosce, e altri diritti fondamentali come la dignità della persona umana, l’eguaglianza, la non discriminazione. Mi permetto di dire che coloro che hanno posto questo tema, pensando che si possa affermare la libertà del pensiero per offendere ed eccitare controvalori fondamentali della persona, hanno male usato il richiamo alla libertà del pensiero.

Io parlo sempre piuttosto sinceramente, anche quando ho opinioni contrarie a chi ha preso la parola prima di me. Qualcuno ha detto: “se i cittadini si esprimeranno con un referendum contro la Carta dei diritti fondamentali, questa sarà un’espressione di libertà”. Io non sono d’accordo, perché chiedere un referendum contro la Carta dei diritti fondamentali, vuol dire chiedere un referendum contro i cittadini, perché è chiaro che sono i cittadini titolari e protagonisti dei diritti fondamentali che noi oggi dobbiamo tutelare. Non è perché si debba negare questo principio, ma perché non è estremista chi difende i diritti fondamentali, ma chi li viola, chi li nega, chi vuole affermare il diritto di eccitare una piazza o un gruppo di violenti per distruggere delle tombe ebraiche. Questa non è libertà di espressione, questa è violenza che va sradicata con la politica e va punita con gli strumenti del diritto. Queste sono, credo le due azioni che con assoluta pacatezza l’Europa può proporre.

Non dobbiamo minimizzare, non dobbiamo pensare che un singolo fatto possa essere sottovalutato perché è singolo, se il singolo fatto è sintomo di un razzismo, di un’intolleranza, di un disprezzo profondo dei valori dell’uomo, ci dobbiamo preoccupare anche di un singolo fatto, anche di una singola azione di violenza!

Molti di voi, hanno posto un altro tema, che è un tema estremamente importante: il tema del se delle forze politiche, se in nome della libera espressione di un pensiero politico la propagazione del messaggio razzista possa essere tollerata. Io credo che chi fa politica abbia una speciale responsabilità, quella di essere eletto dai cittadini evitando di eccitare la folla contro altri cittadini o contro altre persone: è un senso di auto-responsabilità.

A me viene difficile pensare, lo dico francamente, che con gli strumenti della legge, della polizia, dei servizi segreti si possa fare un’analisi di fondo di questo o di quel partito. Ma quando questo o quel partito proclama pubblicamente che la sua intenzione è ripristinare la supremazia razziale, qui non c’è libera espressione del pensiero, qui c’è l’attacco ad un caposaldo profondo dell’Europa. Queste sono le ragioni che possono giustificare anche l’azione repressiva, non stiamo parlando di censura, non stiamo parlando di violazione della libera espressione.

Io difenderò il diritto di chi non è d’accordo con me a dire quello che intende dire, ma io non posso difendere il diritto di chi non è d’accordo con me ad eccitare la folla o altra gente, ad aggredire, a ferire, ad uccidere. Questo non è libera espressione del pensiero!

Ecco perché il tema di oggi è un tema centrale e io vi proporrò un’analoga riflessione quando discuteremo di quella devastante forma di estremismo che è il terrorismo, perché non facciamo distinzioni, per carità, tra il messaggio di propagazione dell’odio razziale e il messaggio di colui che ritiene che uccidere con l’attentato terroristico sia una risposta possibile ai problemi della società. Entrambe sono forme che – a mio avviso con l’educazione, con la prevenzione, con la promozione della tolleranza, ma anche con gli strumenti della legge e con gli strumenti della repressione – vanno affrontate a livello europeo. Noi potremmo dirci soddisfatti quando saremo sicuri che in Europa non c’è spazio per i razzisti, per gli intolleranti e per i terroristi.

 
  
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  Presidente. − Comunico di aver ricevuto cinque proposte di risoluzione(1)a norma dell’articolo 103, paragrafo 2,del Regolamento.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì 13 dicembre 2007.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Glyn Ford (PSE), per iscritto.(EN)Voterò a favore di questa risoluzione, sia pure con qualche esitazione. Riguarda una materia importantesulla qualeho lavorato in quest’Aulasin da quando sono stato eletto la prima volta, nel 1984, quando ho avuto l’onore di presiedere la commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sulla recrudescenza del razzismo e del fascismo in Europa.

La mia preoccupazione è che questa risoluzionesia tanto deboleda rendere possibile a personeche negli anni ‘80erano membri di partiti neofascisticome il movimento sociale italiano di firmaree votare per la risoluzione oggi. Sulla base di questo, si capisce che deve essere necessariamente imperfetta.

 
  
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  Lívia Járóka (PPE-DE), per iscritto.(HU)I movimenti estremistiche si stanno rafforzando in tutta Europasono per noi motivo di grave preoccupazione, dal momento che le loro attività politichesi basano sull’istigazione all’odiocontro i gruppi più vulnerabilinella società, e che propugnano l’intolleranza e l’esclusione sociale. Tali ideesono incompatibili con i valori europei, con la dignità umana, con la parità di diritti e con le libertà fondamentali contenute nei Trattati istitutividell’Unione, o coi principi basilari formulatinella Carta dei diritti fondamentali, proclamata oggi stesso. Tali movimenti e le idee che esprimonosono in grado di istillare paurafra le minoranzee fra la maggioranza dei cittadini, democratica e rispettosa della legge. A causa del crescente interesse dei mezzi d’informazione per i gruppiestremisti, le false generalizzazionie le mezze verità distortevengono ora espresse più ampiamente di prima e non sono solo inaccettabilima estremamente pericolose, dal momento che rendono più probabili gli incidenti causati da pregiudizi e discriminazione negativae impediscono ulteriormentela risoluzione dei problemi sociali.

Vorrei ricordare in particolare gli incidenti di matrice anti-zingara, che stanno diventando anch’essi sempre più frequenti. Ci sono più di dieci milioni di zingariin Europa, e si tratta dellaminoranza etnica più grande e al tempo stessodella più vulnerabile e priva di difesed’Europa, e la loro situazione non è migliorata negli ultimi anni, anzi per molti aspetti è decisamente peggiorata. E’ responsabilità comune dell’Unione europeae delle organizzazioni della società civiletrovare una soluzioneai problemidella disoccupazionee dell’estrema povertà, e mettere fine alla segregazione degli zingari in termini abitativi e educativi. Risolvere questi problemiè attualmente la questione più urgente per l’Unione europea, fra quelle relative alle minoranze.

 
  
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  Magda Kósáné Kovács (PSE), per iscritto.(HU)I partiti estremistiche si sono aggiudicati seggi in molti Stati membridell’Unionee per un certo tempo anche al Parlamentoeuropeo non possono essere tollerati nella politica europea. La loro soppressioneè materia per l’intera società nella Comunità europea, anche se sappiamo che cittadini che normalmente chiedono rispetto per democrazia e diritti dell’uomo celano razzismo e xenofobia nella vita di tutti i giorni.

I giovani, per i quali non solola Shoah o Olocaustoma anche la caduta del muro di Berlinoè solo storia, sono particolarmente a rischio. L’Europasenza frontieresopravvaluta la coscienza dell’appartenenzanazionale, ed è facile istillare idee anche piùvirulente. Finora, la normativa comunitaria ha seguito i provvedimenti nazionali, senza andare oltrené indicare la via da seguire. Tuttavia, il problemarichiede risposte non solo giuridiche e politiche, per cui le azioni da intraprendere non dovrebbero solo apparire nei nostri obiettivi, ma anche nelle rispostedate dalle organizzazioni della società civilee delle chieseche professano i valori europeie svolgono un ruolo nella vita pubblica.

Ad esempio, Papa GiovanniPaolo II ha parlato contro il razzismo e la xenofobiamolte volte, e ha concepito come doveredella religionequello di servire la natura, la pace fra gli uomini, il perdono, la vita e l’amore: in altre parole, tutti i valoriche questi gruppi radicalinon rappresentano, o lo fanno solo portandoli all’estremo.

Vorrei chiedereal Presidente del PEe ai membri della Commissione, nel quadro del dialogo da condurre con le confessioni religiose, di chiedere a queste ultimedi agire contro gli estremisti e ritirare ogni gesto di sostegno a questi.

 
  
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  Katalin Lévai (PSE), per iscritto. (HU)Signor Presidente, onorevoli colleghi, le idee e le organizzazioni estremistesono diventate fenomeni allarmanti nelle nostre vite di tutti i giorni, e possiamo vederli dappertutto, quasi senza eccezioni. Il concetto basilareper i padri dell’integrazione europeaera la libertà di pensiero e di opinione, e oggiquesti sono i nostri valori fondamentali. Una vera democraziagarantisce anche libertàdi espressione, che tuttavia non può portare ad alcuna perturbazione o incertezza della pace, della vita e dell’esistenza; invero, è proprio a questo punto che siamo arrivati. Nemmeno possiamo permettere che le ideeche a suo tempo avevano provocatol’Olocausto o Shoahe l’odio fra i popolie le nazioniabbiano unforume organizzazioni. In molti luoghil’estrema destracerca e trovauna delle fonti per le sue soluzioniaiproblemi socialiche ci stanno di frontenella segregazione e nell’istigazione all’odio, piuttosto che nella riconciliazione socialee nell’integrazione. L’Unione europea, in quanto vero depositariodei diritti dell’uomo e della tutela umanitaria, deve fare di tutto per fare arretrarequeste idee e queste organizzazioni, e anche per farle sparire,se possibile, dalle nostre vite di tutti i giornise la loro aggressione, che disturbala vita sana della società, lo rende necessario.

Raccomando anche che l’Unionededichi più spazio all’informazione nelle sue attività di comunicazione. Purtroppo, strati significatividella popolazione sono sensibili, in primo luogo a causa dell’ignoranza, alle manifestazioni estremiste e populiste. Sono anzitutto le giovani generazioniche sono a rischio, dato che non hanno avuto l’opportunità diacquisire l’esperienza storicache permetterebbe di scegliere il giusto orientamento. Il nostro compito è di aiutarle in questo senso. Se rinunciamo, faremo traballare le fondamenta del nostro futuro.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto.(RO)L’Unione europeadeve lottare contro ogni tipodi estremismo, dal momento che questo tipo di attivitàè contrariaai principi di libertà, democraziaediritti umani che stanno alla base dell’Unione. Per questa ragione, a livello europeo, iniziative contro l’estremismoeil terrorismonon dovrebbero comprometterei diritti fondamentali dei cittadini. I movimenti estremistidei gruppi paramilitari, l’ultranazionalismo, la xenofobia, gli incitamenti alla violenzae i conflitti locali, etnicie religiosi minacciano lastabilitàdell’Unione europea, caratterizzata dalla ricca diversità culturale e tradizionaledei suoi Stati membri, i quali devono unire i propri sforziper contrastare le azioni estremistee identificarnegli istigatorie gli organizzatori. Anche l’Agenzia europea per i diritti fondamentalisvolgerà un ruolo importantenella prevenzione delrazzismoe della xenofobia, garantendo un clima di sicurezzanel territorio dell’Unione.

Il dialogo, l’istruzionee l’informazione pubblicasui temirelativi alla promozione della tolleranzae alla lotta al razzismosonoelementi importantiche contribuisconoalla diffusionedei principidi libertà e democrazia. Gli Stati membri dovrebbero anchecooperare e sforzarsidi integrare le categorie sociali ed etnico-culturali emarginate, in modo che la lotta contro la discriminazionee l’istigazione allaviolenzaassicuriun’armonia etnica e politicaall’interno dell’Unione europea.

 
  

(1)Vedasi processo verbale.

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