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Testi presentati :

RC-B6-0239/2008

Discussioni :

PV 22/05/2008 - 14.2
CRE 22/05/2008 - 14.2

Votazioni :

PV 22/05/2008 - 16.2

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 22 maggio 2008 - Strasburgo Edizione GU

14.2. Detenzione di oppositori politici in Bielorussia (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione su sei proposte di risoluzione sulla detenzione di oppositori politici in Bielorussia(1).

 
  
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  Marcin Libicki, autore. − (PL) Oggi stiamo discutendo ancora una volta sulle violazioni di diritti umani fondamentali in Bielorussia. Come al solito in questi casi, prendiamo nota di cosa fa il dittatore. Ovviamente, i dittatori lottano sempre contro la religione organizzata perché, molto spesso, questa è la voce più grande con cui la popolazione può esprimersi. Lottano sempre anche contro i sindacati. Poiché i sindacati in Bielorussia sono piuttosto deboli, da questo punto di vista Lukashenko potrebbe sembrare quasi una figura positiva, dato che non ha nessuno contro cui lottare. Infatti, non sono ancora riusciti a creare sindacati. Inoltre, i dittatori lottano sempre contro l’opposizione che vuole avere democrazia.

Tuttavia, vi è una cosa che dovremmo tenere a mente: dovremmo ricordare che la Bielorussia è un vicino a est importante per l’Unione europea che dovrebbe essere trattato come tale. Abbiamo una certa tendenza a trattare la Russia come l’unico vicino a est e dimentichiamo il fatto che anche la Bielorussia dovrebbe essere un partner per l’UE a oriente dato che è un grande paese con grandi potenzialità.

 
  
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  Věra Flasarová, autore. − (CS) Onorevoli colleghi, il regime di Lukashenko in Bielorussia merita di essere criticato per l’uso di metodi repressivi, l’arresto degli oppositori politici, il ricorso a metodi di governo autoritari, la censura e l’isolamento del paese. Oltre a questo, il rifiuto di rilasciare visti di ingresso impedisce ai membri del Parlamento e dei parlamenti nazionali di vedere la situazione di persona. Tutto ciò è evidenziato nella proposta del mio gruppo. Tuttavia, credo che la nostra critica delle violazioni dei diritti umani debba essere misurata con criteri assoluti, piuttosto che seguendo una scala politica di colui che nel mondo suona il primo violino in quel momento. Non è giusto. Continuiamo a correre in cerchio, non siamo stati in grado di compiere un passo avanti verso l’obiettività per millenni. I romani avevano sempre ragione e le loro cronache consideravano un misfatto quando un oppositore attaccato era così audace da difendersi da solo.

Torniamo tuttavia alla Bielorussia. Il regime di Lukashenko è innanzi tutto un tentativo di disprezzare la direzione in cui vanno le iniziative euro-atlantiche. Lukashenko gioca nel suo piccolo campo, ignorando che paesi di grandezza moderata non possono comportarsi in quel modo perché il capitale sopranazionale non lo consentirà. Se non si obbedisce, si rimane isolati e la comunità internazionale sosterrà l’opposizione nel paese. Ecco come funziona e tutti lo sappiamo. Prima o poi Lukashenko e la sua macchina di partito la pagheranno cara per queste azioni. La Bielorussia si trova in una zona strategicamente importante per gli Stati Uniti e la NATO. L’attuale amministrazione statunitense e i governi di alcuni altri paesi vorrebbero che la Bielorussia aderisse alla NATO, insieme all’Ucraina e alla Georgia, causando così danno alla Russia.

Le nostre preoccupazioni riguardo ai diritti umani in Bielorussia non sarebbero così forti se, infatti, la questione reale non fosse la Russia. La questione, tuttavia, è se tentativi di indebolire la Russia aiutano la sicurezza mondiale. Temo piuttosto che tali tentativi possano scatenare poteri che non si sarà in grado di controllare. La Russia li ha soppressi da diversi millenni.

 
  
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  Jacek Protasiewicz, autore. − (PL) Signora Presidente, signor Commissario, i membri del Parlamento europeo che sono interessati alla questione della Bielorussia e che stanno monitorando la situazione in quel paese si trovano di fronte a informazioni contraddittorie. Da un lato vi è il desiderio di dichiarare pubblicamente e ufficialmente la normalizzazione delle relazioni con l’Unione europea. L’apertura dell’ufficio di rappresentanza della Commissione europea a Minsk è un simbolo di questo desiderio.

D’altro lato, nello stesso mese la polizia ha attaccato brutalmente dimostranti che volevano celebrare il diciannovesimo anniversario dell’indipendenza del paese. Il giorno seguente le autorità hanno inviato forze speciali del KGB da giornalisti indipendenti. Un mese dopo gli attivisti sono stati sottoposti a lunghe detenzioni e non si tratta nemmeno di esponenti dell’opposizione, ma solo di persone che hanno osato dimostrare a difesa dei diritti dei cittadini e dei diritti delle piccole imprese, come Andrei Kim o Sergei Parsukiewicz. Abbiamo sentito di recente che Alexander Milinkiewicz è stato arrestato e multato solo per avere incontrato cittadini bielorussi e per avere discusso con loro questioni pubbliche. Alexander Kazulin, il più importante prigioniero politico, un prigioniero di coscienza nell’Europa contemporanea, è ancora detenuto.

Quale presidente della delegazione bielorussa, vorrei vedere il giorno in cui possiamo presentare una risoluzione al Parlamento europeo che prenda nota con soddisfazione dei cambiamenti avvenuti in Bielorussia perché quel paese faccia parte della Comunità europea civilizzata.

Purtroppo, questo non accadrà oggi. Senza garanzie per i diritti fondamentali per elezioni libere e democratiche, diritto di esprimere le proprie opinioni politiche, libertà di stampa e libertà di praticare la propria religione, non vi sono possibilità che l’Europa riconosca mai il regime in Bielorussa come un paese con cui sia opportuno cooperare o che valga la pena aiutare. Non sosterremo mai le politiche di Alexander Lukashenko. Sosterremo, tuttavia, gruppi di cittadini indipendenti e singoli cittadini della Bielorussa nei loro contatti con l’Unione europea nella speranza che un giorno il paese tornerà alla normalità.

 
  
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  Marios Matsakis, autore. − (EN) Signora Presidente, la Bielorussia è un paese bello e importante, con potenzialità di progresso che può portare a un’invidiabile prosperità per i suoi cittadini. Purtroppo, in quel paese, le norme democratiche basilari sono attualmente compromesse parecchio. Ciò è dovuto principalmente all’incapacità delle autorità di governo di venire a patti con la necessità di rispettare la libertà di espressione e altri principi democratici. Tale rispetto è un requisito indispensabile di qualsiasi governo non dittatoriale.

Notizie provenienti dalla Bielorussia di arresti arbitrari di membri della società civile e di attivisti dell’opposizione, dell’uso eccessivo della forza contro dimostranti pacifici e di repressione di giornalisti indipendenti sono la prova di pratiche che dovrebbero cessare e devono cessare immediatamente. Chiediamo al governo bielorusso di ragionare, di cambiare la sua tattica e di scegliere la strada della libertà e della democrazia, piuttosto che la strada della repressione e del totalitarismo, che possono portare solo al peggioramento del conflitto con il proprio popolo e con la comunità internazionale.

 
  
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  Milan Horáček, autore. − (DE) Signora Presidente, signor Commissario, l’uso della forza contro le organizzazioni non governative, gli attivisti dell’opposizione e i giornalisti indipendenti a Minsk e in altre città bielorusse alla fine di marzo rappresenta un drastico deterioramento della situazione politica in un paese che è già nella morsa di un regime autoritario e dittatoriale.

La sola fondazione politica tedesca che era stata autorizzata a funzionare a Minsk ha dovuto chiudere. Gli uffici dei quotidiani sono oggetto di incursioni per intimidire voci critiche nella stampa. Le elezioni libere e la libertà di assemblea e di espressione sono severamente limitate. I politici dell’opposizione sono sistematicamente perseguitati e condannati a lunghe pene detentive. Le autorità stanno adottando misure repressive contro movimenti della società civile, invocando leggi oscure sulle ONG o emanando una legislazione contro l’estremismo o usando la forza per disperdere riunioni pacifiche.

Anche noi dobbiamo agire per promuovere la cultura del pluralismo politico in Bielorussia. Gli incontri con strutture democratiche, soprattutto per i giovani, sono particolarmente importanti per il futuro del paese. La riapertura dell’Università delle scienze umanistiche a Vilnius, un’università bielorussa in esilio che offre un luogo di rifugio per studenti che sono vittime di persecuzione politica, è stata un’azione saggia.

Il prossimo passo deve essere la facilitazione del rilascio del visto, che quest’Assemblea ha chiesto in diverse occasioni. Non è giusto che l’UE debba restringere ulteriormente la libertà di circolazione delle persone, imponendo il pagamento di 60 euro per il rilascio di un visto. E’ quasi un terzo di un reddito mensile in Bielorussia ed è quindi insostenibile per molte persone. Dovremmo poter fare anche con la Bielorussia quello che siamo riusciti a fare con l’Ucraina, la Moldavia e la Russia.

(Applausi)

 
  
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  Eija-Riitta Korhola, a nome del gruppo PPE-DE. (FI) Signora Presidente, la Bielorussia è l’unico paese europeo ad avere ancora un’amministrazione totalitaria e dove la pena di morte è ancora in vigore. Il Presidente Lukashenko continua a tenere un occhio vigile sulla società civile e non vuole allentare la sua stretta presa sul paese.

Nonostante tutto, il governo del paese ha detto di volere stabilire strette relazioni con l’Unione europea. Ancora una volta è tempo di spiegare chiaramente alla Bielorussia i termini della cooperazione.

Come dichiara la risoluzione, le condizioni di base per una stretta cooperazione in termini di politica europea di vicinato sono l’abolizione della pena capitale, la garanzia della libertà dei mezzi d’informazione e della libertà di espressione e di riunione, libertà di religione, rispetto dei valori democratici e liberazione immediata dei prigionieri politici. Questa risoluzione che chiede l’immediata liberazione dei membri dell’opposizione che sono stati arrestati è nello stesso tempo una dimostrazione di sostegno e di solidarietà per tutti coloro che soffrono sotto l’attuale regime bielorusso.

La prossima settimana, membri dell’opposizione politica bielorussa verranno qui in Parlamento per chiedere all’UE di sostenere una petizione respinta da Lukashenko per modificare la legge che limita la libertà di religione in vigore dal 2002. Mi auguro che quest’importante risoluzione e la discussione comune della settimana prossima persuaderanno il governo bielorusso che è nel suo interesse e di quelli dei cittadini del paese.

 
  
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  Marianne Mikko, a nome del gruppo PSE. – (ET) Onorevoli colleghi, nella giornata dei diritti umani, il 10 dicembre, la stazione televisiva Belsat ha iniziato a operare in Polonia con lo scopo di trasmettere ai bielorussi informazioni indipendenti su cosa sta accadendo in Bielorussia, in Europa e altrove nel mondo. Il canale, che trasmette principalmente in lingua bielorussa, raggiunge adesso il 10 per cento circa dei bielorussi via satellite.

La stazione funziona sotto costante pressione. Alla fine di marzo, il KGB e la polizia in Bielorussia hanno effettuato un raid per arrestare i reporter di Belsat. I loro strumenti di base, ovvero computer portatili e la tecnologia di trasmissione, sono stati sequestrati. I reporter indipendenti vivono nel timore costante di essere interrogati e arrestati. La situazione in Bielorussia, un vicino dell’Unione europea, è difficile come dietro la cortina di ferro. Quale presidente della delegazione della Moldavia, e quale estone, dichiaro che i cittadini della Bielorussia, che faceva parte dell’Unione Sovietica, oggi hanno bisogno di informazioni indipendenti come dell’ossigeno. Belsat è un inizio eccellente, ma la buona televisione non è economica.

I giornalisti che lavorano per Belsat Bielorussia lottano per la democrazia; sono venuti in visita al Parlamento europeo a marzo e hanno bisogno del nostro più ampio sostegno. Chiedo alla Commissione europea e a tutti gli Stati membri di sostenere Belsat finanziariamente e moralmente. Non dimentichiamo che una stampa libera è la pietra angolare della democrazia.

 
  
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  Janusz Onyszkiewicz, a nome del gruppo ALDE. – (PL) Alcuni mesi fa Lukashenko ha liberato tutti i prigionieri politici, ad eccezione di Kazulin, al quale è stata offerta la possibilità di lasciare il paese. Questo ricorda i metodi usati dalle autorità comuniste contro l’opposizione in Polonia. Sembrava che, come risultato, la situazione avrebbe potuto cambiare in meglio, ma come ha detto l’eroe della nota storia di Ilia Ehrenburg: “Se lo stanno liberando, significa che ne metteranno dentro altri”. Oggi le carceri sono ancora una volta piene di prigionieri detenuti a causa delle loro convinzioni politiche, che hanno espresso in varie dimostrazioni.

Credo che vi sia un’unica risposta corretta a questo, ovvero ampliare l’elenco delle persone cui è vietato l’ingresso nei paesi dell’Unione europea. Questo elenco esiste già, ma il fatto che Lukashenko stesso non possa venire nell’Unione europea non è molto convincente. Dovremmo rendere l’elenco molto più lungo.

 
  
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  Ewa Tomaszewska, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, ancora una volta parliamo della situazione in Bielorussia. Kazulin, l’antagonista di Lukashenko per la carica di Presidente della Bielorussia, è ancora in carcere, nonostante sia malato. I dimostranti che volevano celebrare il diciannovesimo anniversario della breve indipendenza della Bielorussia, e che sono stati arrestati il 25 marzo 2008, non sono ancora stati rilasciati. La repressione è usata contro l’opposizione, e i giornalisti sono privati della loro proprietà, percossi ed esiliati.

Di recente Lukashenko ha espresso il desiderio di ripresentarsi come presidente. Inoltre, per la prima volta, ha cercato di ricattare l’Unione europea ricordando che il 50 per cento del petrolio, il 50 per cento dei prodotti petroliferi e il 30 per cento del gas che arrivano all’Unione europea passano attraverso la Bielorussia. E’ un riferimento al gasdotto di gas naturale Yamal-Europe e all’oleodotto “Amicizia”. Ciononostante, e proprio a causa di questo, l’Unione europea non può smettere di agire per difendere i diritti umani. Dovremmo fornire sostegno alla società civile in via di sviluppo in Bielorussia, compreso il sostegno materiale e l’accesso a informazioni indipendenti.

 
  
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  Urszula Krupa, a nome del gruppo IND/DEM. – (PL) Signora Presidente, nei diciassette anni trascorsi dai cambiamenti che si sono verificati nel periodo di disgregazione dell’Unione Sovietica e dalla separazione di Stati liberi indipendenti, la Bielorussia è rimasta una reliquia come ultima dittatura dell’Europa centrale e orientale. In questo paese, il rispetto per i diritti umani sembra essere inesistente. Falsificazione dei risultati delle elezioni, eliminazione dell’opposizione politica, arresti, pestaggi, restrizioni della libertà di espressione e libertà di stampa, restrizioni sulle riunioni, e, soprattutto, sorveglianza di massa della popolazione con un apparato di sicurezza altamente sviluppato: questa è la realtà quotidiana affrontata dai cittadini della Bielorussia.

Vorrei anche attirare l’attenzione sul peggioramento della situazione di molte persone che vivono vicino ai confini, compresi i rappresentanti delle minoranze polacche che vivono lì e che, dopo l’entrata della Polonia nello spazio Schengen, hanno trovato difficile contattare le loro famiglie che vivono in Polonia, specialmente a causa degli elevati costi dei visti. Questa situazione, che continua a essere un problema, richiede l’adozione di misure decisive da parte dei paesi europei. Si dovrebbero anche prendere in considerazione metodi migliori da usare per fornire un’assistenza reale ai più bisognosi.

 
  
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  Urszula Gacek (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, il regime bielorusso mostra il suo costante disprezzo per tutte le garanzie istituzionali che sono centrali in una democrazia. Limita la libertà di formare partiti politici e di aderirvi, la libertà di espressione, il diritto a fonti d’informazione alternative e il diritto a elezioni libere ed eque.

L’arresto di oppositori politici in Bielorussia viola tutte queste libertà fondamentali. Il politico inglese del XIX secolo Benjamin Disraeli una volta affermò: “Nessun governo può essere sicuro a lungo senza una formidabile opposizione”. Poiché Lukashenko soffoca ogni opposizione, speriamo che le parole di Disraeli si dimostrino una profezia per il regime Bielorusso e che la repressione della soppressione sarà la causa della sua caduta definitiva.

(Applausi)

 
  
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  Józef Pinior (PSE). - (PL) Signora Presidente, signor Commissario, qui nel Parlamento europeo continuiamo a tornare sul problema della Bielorussia, un paese che, di fatto, si trova al centro dell’Europa dal punto di vista geografico, ed è confinante con l’Unione europea. E’ un paese eccezionale secondo gli standard europei nel senso che non ha una democrazia liberale o lo Stato di diritto e ha la censura. Il dibattito di oggi si svolge nell’anniversario della primavera di Praga nel 1968, anniversario di un momento in cui, in Europa, le persone alla fine hanno detto “basta” alla censura e al controllo della stampa.

Oggi volevo dedicare il mio discorso proprio alla questione della Bielorussia. Abbiamo avuto un attacco hacker molto strano sui mezzi di comunicazione e informazione indipendenti che trasmettono su Internet: Carta 97, Radio Libertà e Partigiano bielorusso. La cosa strana era che l’attacco hacker è iniziato il giorno precedente la dimostrazione dell’opposizione per l’anniversario del disastro di Chernobyl.

I mezzi di comunicazione e informazione su Internet in Bielorussia sono effettivamente gli unici media indipendenti perché la maggior parte di essi è completamente sotto il controllo del regime bielorusso. Carta 97 è visitata da circa 9 000 navigatori ogni giorno e, in Bielorussia, oltre 3 000 000 di famiglie dispongono di un collegamento a Internet, più del il 30 per cento della popolazione totale. Questo dimostra il dinamismo e la vitalità della società in Bielorussia.

Signor Commissario, l’Unione europea deve considerare seriamente quali misure adottare per aiutare la gente comune in Bielorussia.

 
  
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  Eugenijus Gentvilas (ALDE).(LT) Quando Alexander Lukashenko ha iniziato a sentire la pressione di Vladimir Putin riguardo alla questione del gas, ha dichiarato il suo desiderio di legami più stretti con l’UE. Tuttavia, oggi notiamo che si è trattato solo di retorica vuota, non seguita dal rispetto per i diritti umani, dalla libertà di stampa e da altri valori europei. Non vi è stata reazione al documento non ufficiale “Cosa potrebbe portare l’UE alla Bielorussia”. Gli arresti politici e le repressioni continuano.

L’UE dovrebbe mandare i suoi esperti senza indugi a osservare la preparazione delle elezioni parlamentari di autunno, per vedere come le leggi elettorali sono state modificate e se l’opposizione riceve una possibilità di agire. Non possiamo limitarci soltanto all’osservazione elettorale. Sarebbe un grande errore. Certo, prima di tutto dobbiamo garantire che i diplomatici e i parlamentari dell’UE siano autorizzati liberamente a entrare in Bielorussia. La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE dovrebbero fare ogni cosa in loro potere a tal fine.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN).(PL) Signora Presidente, essendo un paese confinante, la Bielorussia è molto vicina a noi, soprattutto in quanto molti polacchi vivono lì. E’ importante per noi polacchi, e per gli abitanti di altri paesi confinanti, che vi sia una situazione politica ed economica stabile nella regione perché questo offre la base per lo sviluppo e per il miglioramento della qualità di vita dei nostri abitanti. Dobbiamo ricordare che, come la Polonia, anche la Bielorussia è stata dimenticata e consegnata al dominio sovietico dopo la Seconda guerra mondiale e non poteva contare su alcuna assistenza esterna. Tuttavia, questo paese è riuscito a diventare indipendente e adesso può vantare una crescita del PIL superiore all’8 per cento e anche al 9,9 per cento negli anni 2003-2006.

Non neghiamo al Presidente Lukashenko il diritto di scegliere la direzione politica che deve seguire il suo paese. Tuttavia, quello che ci preoccupa è che si sente parlare con sempre maggiore frequenza di violazioni dei diritti umani in Bielorussia, il che significa violazione della democrazia. Questo colpisce non solo i cittadini bielorussi, ma anche altri, compresi i polacchi. Per questo motivo, la risoluzione è apprezzabile e ha il sostegno del gruppo dell’Unione per l’Europa delle nazioni.

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM).(EN) Signora Presidente, l’Europa si è avvicinata a qualcuno degli ex Stati sovietici sulla frontiera orientale. Tuttavia, la Bielorussia ha resistito a ogni tentativo di dialogo.

Poiché la Bielorussia è una dittatura, i pareri dei cittadini che vorrebbero un dialogo più aperto e più orientato a occidente non hanno un modo legale per essere ascoltati. Quando le persone chiedono la democrazia, o sottolineano gli abusi del regime, devono affrontare la carcerazione.

Dobbiamo continuare a fare pressione sul regime bielorusso perché allenti la morsa di ferro che ha sui cittadini. Un modo per farlo è tenere viva la causa dei prigionieri politici, sociali e religiosi. Quando la storia guarderà indietro, quei prigionieri saranno ricordati come gli eroi della libertà della Bielorussia quando, finalmente, sarà conseguita.

 
  
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  Bernd Posselt (PPE-DE).(DE) Signora Presidente, credo che sia già la nona volta che trattiamo della Bielorussia e dovremmo continuare a farlo finché i membri rappresentanti della Bielorussia non saranno seduti qui con noi nel Parlamento europeo a Strasburgo.

Abbiamo urgente bisogno di avanzare su tre fronti. Il primo, sollecitiamo il governo della Bielorussia a rilasciare finalmente i prigionieri politici – non solo i prigionieri politici detenuti già da qualche tempo, come Kazulin, ma anche quelli nuovi che sono stati incarcerati di recente per avere esercitato elementari diritti fondamentali quali la libertà di praticare la loro professione quali giornalisti, la libertà di espressione o il diritto di dimostrare.

Il secondo: chiediamo di modificare la legge in materia di religione e di garantire l’assoluta libertà di religione. Vi sono cristiani europei che sono perseguitati proprio nel cuore dell’Europa e noi nel Parlamento europeo non possiamo tollerarlo. Dobbiamo quindi resistere con tutto il nostro potere.

Il terzo, dobbiamo far sì, con urgenza, che la Bielorussia alla fine si apra a noi quali membri del Parlamento europeo e cittadini europei, che il muro dell’isolamento con il quale il regime bielorusso ha sistematicamente chiuso il suo popolo sia spezzato, che possiamo essere presenti lì e discute re questioni e contribuire a promuovere qualcosa coma la primavera bielorussa 40 anni dopo la primavera di Praga.

 
  
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  Tunne Kelam (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, il nostro messaggio a Lukashenko, ma anche alla comunità internazionale, è che il Parlamento europeo è e sarà sempre preoccupato della situazione in Bielorussia, l’ultima dittatura d’Europa.

Questo riguarda soprattutto gli arresti per motivi politici di cittadini pacifici. Il regime di Minsk ha dichiarato di recente di volere migliorare le relazioni con l’Unione europea. Tuttavia, impegnarsi in un dialogo sensato ha una precondizione molto normale: la liberazione di tutti i prigionieri politici, l’astensione da arresti arbitrari, la garanzia della libertà di espressione e l’indipendenza del potere giudiziario e la normale partecipazione dell’opposizione alla vita politica.

Infine, vorrei unirmi all’appello dell’onorevole Mikko nel chiedere all’UE di ampliare il suo sostegno politico e specialmente materiale alle attività della stazione televisiva indipendente Belsat. Questo è il reale strumento per cambiare la situazione in Bielorussia, non necessariamente le nostre risoluzioni.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE). - (SK) Onorevoli colleghi, mi rattrista molto che la situazione per quanto riguarda la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto non stia migliorando in Bielorussia. L’arroganza di potere di Alexander Lukashenko non conosce limiti. La dichiarazione del governo bielorusso della sua intenzione di migliorare le relazioni con l’Unione europea è totalmente sprezzante del mondo democratico.

Credo che la data simbolica del 25 marzo 2008, quando Lukashenko ha inviato la polizia contro i cittadini pacifici della Bielorussia, segnerà l’inizio della fine del regime totalitario in Bielorussia, proprio come la storica manifestazione delle candele del 25 marzo 1988 in Slovacchia. Vorrei esprimere la mia solidarietà all’opposizione democratica unita in Bielorussa e a tutti i cittadini di quel paese.

Chiedo al Consiglio e alla Commissione di riesaminare le possibilità di ridurre il diritto dei visti Schengen per i cittadini bielorussi. E’ l’unico modo per impedire ai cittadini bielorussi di rimanere sempre più isolati.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). - (PL) Signora Presidente, signor Commissario, per avere democratizzazione e trasformazione economica, le autorità in Bielorussia devono iniziare un dialogo con tutte le forze politiche, compresa l’opposizione, e organizzare elezioni libere. I paesi dell’Europa centrale e orientale, fra cui la Polonia, possono servire da esempio.

Per sensibilizzare le persone in Bielorussia e mostrare loro i principi della democrazia e del libero mercato, è importante semplificare e aumentare i contatti fra la società bielorussa e i paesi dell’UE. Al riguardo sono necessarie una considerevole semplificazione e la liberalizzazione della procedura per il rilascio dei visti, con riduzioni dei pagamenti per i visti per i cittadini bielorussi.

I paesi dell’Unione europea dovrebbero aprire le loro università e altri istituti d’istruzione superiore agli studenti bielorussi e offrire loro borse di studio con fondi europei, nazionali, locali e privati. L’UE dovrebbe aprirsi alla Bielorussia anche se le autorità attuali non lo vogliono.

 
  
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  Zbigniew Zaleski (PPE-DE). - (PL) Signora Presidente, signor Commissario, vorrei aggiungere un punto a queste preoccupazioni politiche ed economiche. Dato che il Commissario Michel comprende l’importanza dell’istruzione sia in Europa che al di là delle sue frontiere, e io personalmente mi occupo degli studenti della Bielorussa, che seguono corsi all’Università cattolica di Lublino, vorrei dire quanto segue: signor Commissario, nella misura del possibile, raccomanderei di rafforzare l’assistenza finanziaria e altre forme di aiuti a questi fini, dato che gli investimenti nell’istruzione degli studenti bielorussi aiuteranno la stessa Bielorussia e si dimostreranno investimenti favorevoli per l’Europa.

 
  
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  Tadeusz Zwiefka (PPE-DE). - (PL) Signora Presidente, la Bielorussia, la Bielorussia del 2008, è una macchia nella coscienza di noi tutti. E’ vergognoso che, all’inizio del XXI secolo, vi sia uno Stato totalitario in Europa. Durante le nostre riunioni del giovedì a Strasburgo, discutiamo delle violazioni dei diritti umani nel mondo. La Bielorussia, tuttavia, è il vicino più prossimo dell’Unione europea.

Ho l’impressione che, fino al 1989, le democrazie occidentali abbiano fatto tutto il possibile per liberare molti paesi oppressi dall’occupazione sovietica. Oggi la Bielorussia rimane com’era. Ho l’impressione che, sebbene non vi siano più molti paesi, ma solo uno, noi stiamo facendo di meno. Di certo non stiamo facendo abbastanza. E’ chiaro che non possiamo avere un’influenza politica ed economica diretta su quanto accade in Bielorussia, ma possiamo far sì che proprio nel paese siano trasmesse informazioni indipendenti, che stimoleranno i bielorussi a lottare per l’indipendenza.

 
  
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  Louis Michel, Membro della Commissione. – (FR) Signora Presidente, onorevoli deputati, lo slancio positivo delineatosi in Bielorussia all’inizio dell’anno con la liberazione di cinque dei prigionieri politici sembra esaurito. Purtroppo, la ripresa delle pressioni sulla società civile e una serie di condanne particolarmente severe e sproporzionate hanno prevalso su quest’atmosfera positiva. Condanniamo senz’altro gli arresti politici e il modo in cui la società civile e i media indipendenti sono trattati.

Allo stesso tempo, dobbiamo far comprendere alla Bielorussia che siamo sinceri quando proponiamo un partenariato a condizione che siano compiuti progressi in vista del rispetto della democrazia, dei diritti dell’uomo e dello Stato di diritto. Ma per questo la Bielorussia deve adottare alcune misure essenziali ai nostri occhi. Si tratta della liberazione senza condizioni di tutti i prigionieri politici, tra cui Alexandre Kozulin.

Si tratta anche delle elezioni parlamentari previste per settembre e che dovranno rispettare criteri democratici. Al riguardo, chiediamo che gli osservatori internazionali dell’OSCE/ODIHR beneficino di un accesso senza ostacoli. Le autorità bielorusse ci hanno comunicato la loro intenzione di invitare osservatori a breve e a lungo termine; noi non mancheremo di ricordare i loro propositi. Certo, la presenza di osservatori del Parlamento europeo sarebbe una fonte supplementare di esperienza preziosa. E’ essenziale anche che l’opposizione possa partecipare equamente a queste elezioni. Terremo conto dei suggerimenti del Parlamento a questo proposito.

Ma la prova irrefutabile di un progresso, sarebbe la presenza dell’opposizione in questo Parlamento, ma non è così oggi. In quel caso, l’Unione europea sarebbe pronta a reagire in modo positivo, l’ha detto proprio il mese scorso in una dichiarazione sulle sanzioni e sui progressi che ci spingerebbero a rivedere queste sanzioni verso il basso.

Parlerò adesso di una questione che ci sta più a cuore; i contatti con la popolazione bielorussa. Per quanto deplorevole possa essere la situazione nel paese, dobbiamo espandere i nostri contatti. Certo, le restrizioni che si applicano ai contatti ministeriali saranno mantenute. Tuttavia, penso che sia necessario operare una distinzione fra il livello politico e il livello tecnico. A tal fine, la Commissione organizza riunioni tecniche in settori quali l’energia, il trasporto e l’ambiente con esperti dell’amministrazione bielorussa. Questi contatti sono ovviamente un modo per trasmettere in modo pratico un certo numero di messaggi cui teniamo particolarmente.

Il fatto di avere adesso una delegazione a Minsk ci consentirà anche di stringere i nostri legami con l’amministrazione bielorussa, ma anche con la società civile, le ONG locali, i media indipendenti e gli studenti, nei confronti dei quali abbiamo un dovere di assistenza, come avete sottolineato molto giustamente nella vostra relazione e come molti oratori hanno menzionato. A questo si aggiunge il sostegno all’Università europea delle scienze umanistiche in esilio a Vilnius che continuerà le sue attività finché non potrà ritornare in Bielorussia.

Parlerò, infine, di un argomento che ritorna spesso: i visti. Sapete, come me, che allo stato attuale delle cose non possiamo aprire negoziati sulla facilitazione del rilascio dei visti con la Bielorussia, il Consiglio ha deciso così, ma questo non ci impedirà di esplorare tutti i margini di manovra lasciati agli Stati membri nel quadro di Schengen a titolo delle loro prerogative consolari.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà al termine delle discussioni.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Alessandro Battilocchio (PSE) , per iscritto. Grazie Presidente, purtroppo ci siamo di nuovo: arresti indiscriminati per oppositori del regime al potere. Troppe volte questo Parlamento ha parlato di Bielorussia: tante parole, pochi fatti conseguenti.

Dobbiamo prendere atto che il regime di Lukashenko è apertamente ostile nei confronti dell’Unione Europea e che le nostre richieste, in tema di rispetto dei diritti umani e di democratizzazione della Bielorussia, cadono in maniera assoluta nel vuoto. Rafforziamo i nostri contatti con la società civile e con questi movimenti interni che chiedono il cambiamento: il premio Sacharov è stato un primo segnale concreto.

Ma bisogna proseguire su questa strada. Sono stato in Bielorussia nelle settimane scorse ed ho riscontrato una crescente consapevolezza che si sta diffondendo tra i cittadini bielorussi in favore di una svolta che garantisca libertà, giustizia, equità e democrazia. Invito la Commissione a dedicare un’attenzione particolare alla Bielorussia, ubicata in un’area strategica per garantire pace e sicurezza all’intero continente europeo.

 
  

(1)Vedasi processo verbale.

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