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Ciclo del documento : O-0150/2009

Testi presentati :

O-0150/2009 (B7-0240/2009)

Discussioni :

PV 20/01/2010 - 15
CRE 20/01/2010 - 15

Votazioni :

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 20 gennaio 2010 - Strasburgo Edizione GU

15. Strategia europea per la regione del Danubio (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale alla Commissione (B7-0240/2009), presentata dagli onorevoli Ţicău, Simpson, Áder, Swoboda, Lichtenberger, Cramer, El Khadraoui, Grosch, Winkler, Boştinaru, Mircea Paşcu, Marinescu, Kalfin, Nicolai, Sterckx, Tabajdi, Theurer, Ertug, Ayala Sender, Havel, Herczog, Ilchev, Iotova, Kacin, Kirilov, Kósa, Enciu, Kukan, Meissner, Mészáros, a Neynsky, Neveďalová, Sârbu, Savisaar, Sehnalová, Stihler, van Dalen, Grech, Creţu, Cutaş, Dăncilă, Ivan, Fajon, Göncz, Parvanova, Vălean e Plumb, su una strategia europea per la regione danubiana (O-0150/2009).

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău, autore. – (RO) Signora Presidente, desidero ringraziare tutti i colleghi che mi hanno appoggiata nel proporre l’iniziativa per tenere la discussione nel corso della plenaria del Parlamento europeo, discussione che sarà seguita dal voto domani sulla risoluzione comune.

La regione danubiana riveste una particolare importanza per l’Unione europea sia per il gran numero di paesi che il fiume attraversa sia perché esso sbocca direttamente nel mar Nero. Assieme al Reno e al Meno, il Danubio collega il mare del Nord e il porto di Rotterdam, il principale porto dell’Unione, al mar Nero e al porto di Costanza, il decimo porto comunitario.

Riconoscendo l’importanza della regione danubiana, il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione nel giugno 2009 di predisporre una strategia comunitaria per tale regione entro la fine del 2010. Esortiamo la Commissione a intraprendere le consultazioni quanto prima con tutti i paesi bagnati dal Danubio. Desideriamo inoltre che la strategia per il Danubio sia accompagnata da un piano di azione e un programma operativo pluriennale attuato insieme agli Stati partecipanti, ispirato alla strategia per la regione del Baltico.

Per lo sviluppo della regione danubiana è fondamentale migliorare le infrastrutture di trasporto. Per citare alcune priorità in termini di sviluppo di tali infrastrutture, ricordiamo l’ammodernamento dei porti, l’integrazione dei sistemi di navigazione del Danubio, l’eliminazione degli strozzamenti lungo il corso Reno/Mosa-Meno-Danubio per migliorare la navigazione, il miglioramento dell’intermodalità nella regione e una maggiore connettività con il mar Nero attraverso collegamenti stradali e ferroviari, e intendo corridoi ferroviari per il trasporto di merci e treni ad alta velocità.

La regione danubiana svolge un ruolo importante nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell’Unione europea. La realizzazione di progetti comuni in tema di efficienza energetica e risorse energetiche rinnovabili, investimenti in nuove tecnologie e lo sviluppo di piccole e medie imprese contribuirà a stimolare l’economia verde nell’intera regione macrodanubiana.

Altro strumento importante per promuovere la crescita economica della regione è il turismo. Infine, ma non meno importante, citerei lo sviluppo di centri di eccellenza in grado di competere a livello internazionale, assieme a scambi accademici e culturali, che contribuirà alla coesione territoriale della regione danubiana.

La regione danubiana e, in particolare, il delta del Danubio comprendono varie zone di protezione speciali a fini di conservazione inserite nel quadro di Natura 2000, ecosistema unico e fragile. Salvaguardare l’ambiente nel bacino del Danubio produrrà un effetto notevole sullo sviluppo agricolo e rurale della regione.

La strategia per il Danubio agevolerà, attraverso un approccio coordinato, un uso più efficiente e un maggiore assorbimento dei fondi europei, senza tuttavia limitarsi a essi. In quest’ottica, esortiamo la Commissione e gli Stati membri ad avvalersi della revisione a medio termine della prospettiva finanziaria nel 2010 e delle discussioni sulla futura prospettiva finanziaria per attuare gli obiettivi della strategia comunitaria per la regione danubiana.

Concludo confermando che nel processo di sviluppo a attuazione della strategia comunitaria per la regione danubiana il Parlamento europeo sarà sempre un partner.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. – (EN) Signora Presidente, desidero ringraziarvi per aver sollevato questo tema importantissimo della strategia regionale per il Danubio, come anche per il sostegno più ampio manifestato nei confronti delle strategie macroregionali in Europa.

In tale contesto, la Commissione sta lavorando con i paesi del processo di cooperazione danubiana, ossia i seguenti Stati membri: Germania, Austria, Slovacchia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovenia, Bulgaria e Romania. Stanno inoltre partecipando i seguenti Stati membri: Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Moldova e Ucraina.

In merito alla situazione in questa fase, abbiamo istituito all’interno della Commissione un gruppo di lavoro interservizi composto da più di 20 direzioni generali per indicare le principali priorità politiche di tale strategia. Parallelamente, i paesi della regione danubiana hanno nominato ciascuno un punto di contatto nazionale e si è tenuta la prima riunione di tali punti di contatto con gli Stati membri. Tra febbraio e giugno di quest’anno sono previsti vari eventi per imprimere slancio e stimolare il dibattito con i corrispondenti interlocutori. Il primo di tali appuntamenti è previsto a Ulm in Germania l’1 e il 2 febbraio.

Per quanto concerne il futuro contenuto della strategia, vorrei sottolineare che, come è ovvio, siamo soltanto all’inizio del processo di elaborazione e preparazione. Il contenuto sarà discusso più dettagliatamente nei prossimi mesi tra i paesi coinvolti, gli interessati, i servizi della Commissione e altre istituzioni comunitarie.

Pare nondimeno probabile che la strategia si basi su tre pilastri principali o, per meglio dire, tre priorità politiche più generali: in primo luogo, miglioramento della connettività e dei sistemi di comunicazione sostenibili da un punto di vista ambientale; in secondo luogo, salvaguardia dell’ambiente, conservazione delle risorse idriche e miglioramento delle attività di prevenzione del rischio; in terzo luogo, rafforzamento dello sviluppo socioeconomico umano e istituzionale. Questi tre pilastri includeranno una serie di azioni concrete basate sugli apporti pervenuti da Stati membri, interessati e Commissione.

Vorrei infine delineare i prossimi passi. Fino a giugno continueremo a raccogliere idee e proposte da Stati membri, interlocutori e altre parti interessate attraverso documenti di sintesi, riunioni, convegni e anche un esercizio di consultazione pubblica via Internet. Dopodiché, entro settembre la Commissione stabilirà le priorità e organizzerà le idee in maniera da predisporre il progetto di comunicazione sulla strategia e il relativo piano di azione. Infine, entro dicembre la Commissione preparerà l’adozione di tali documenti. Pertanto, dal prossimo anno – il 2011 – in poi inizieremo a costituire i sistemi di governo e procederemo alla concreta realizzazione delle azioni e dei progetti pianificati e decisi sino a quel momento.

Vi ringrazio per l’attenzione. Attendo di udire i commenti che vorrete formulare nel corso della discussione.

 
  
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  Marian-Jean Marinescu, a nome del gruppo PPE. – (RO) Signora Presidente, il gruppo PPE attribuisce particolare importanza alla strategia per la regione danubiana. Il corso Reno-Meno-Danubio è un ponte che collega l’est all’ovest, tra il mare del Nord e il mar Nero, che ha un legame diretto con la sicurezza energetica, consente di raggiungere l’Asia attraverso il mar Nero e rappresenta anche un collegamento con il Mediterraneo.

Siamo pertanto a favore dell’elaborazione di una strategia per la regione danubiana nel corso dell’anno, in linea con l’impegno assunto dalla Commissione. Mi compiaccio per la rielezione del commissario Rehn e desideriamo che tale strategia sia approvata, unitamente a un piano di azione specifico, al massimo entro l’inizio del 2011.

Tra le priorità principali da perseguire ricorderei: garantire la navigabilità dell’intera via, principalmente il collegamento Danubio-Reno, e standardizzare i sistemi di navigazione, ammodernare i porti fluviali e sviluppare le relative infrastrutture in maniera che risultino integrate nei sistemi intermodali, utilizzare in maniera efficiente il potenziale energetico del Danubio, sviluppare i sistemi di irrigazione per evitare la desertificazione, realizzare un sistema integrato per sorvegliare i livelli di acqua volto a migliorare le capacità di previsione, prevenzione e intervento in caso di piena, siccità o inquinamento.

Occorre un’azione concertata perché il mancato coinvolgimento di un solo Stato rivierasco potrebbe bloccare l’intero processo. Sono altresì necessarie risorse finanziarie. Per questo spero che la nuova Commissione consideri la questione e non eviti il finanziamento sulla base di partenariati pubblico-privato.

Tra tutti gli Stati rivieraschi, la Romania ospita il tratto più lungo del Danubio. Per questo è favorevole a che la strategia sia elaborata quanto prima, poiché innalzerà il profilo del potenziale del fiume, tanto importante per l’intera Europea.

 
  
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  Constanze Angela Krehl, a nome del gruppo S&D. – (DE) Signora Presidente, il gruppo S&D sostiene l’iniziativa di sviluppo di una strategia per la regione danubiana. Il progetto è importante per noi, anche perché rafforza in maniera esemplare la coesione territoriale, che è stata inclusa per la prima volta nel trattato di Lisbona, e potrebbe anche offrire l’occasione per chiarire esattamente che cosa intendiamo per coesione territoriale. Spero che il commissario Rehn abbia detto ai tanti partner con i quali è entrato in contatto che il Parlamento europeo sarà debitamente coinvolto nell’elaborazione della strategia comune per la regione danubiana. Purtroppo non ho sentito nominare il Parlamento europeo nel suo intervento, ma ribadisco che parteciperemo come previsto alla discussione. Sono pertanto lieta che il primo importante dibattito si stia svolgendo qui, oggi, in plenaria.

Oltre alla coesione territoriale, il progetto è anche importante per chiarire che questa strategia comporta una cooperazione transfrontaliera, dimensione che sempre incoraggiamo, abbiamo sempre sostenuto nel campo della politica di coesione e infatti abbiamo già chiesto di rafforzare durante questo periodo di finanziamento. Mi auguro che nei prossimi anni registreremo successi ancora maggiori, anche per quanto concerne la strategia per il Danubio.

Vorrei sottolineare che con tale strategia creeremo valore aggiunto europeo, che sarà realmente tangibile, specialmente per gli abitanti della regione, i quali dovrebbero pertanto essere direttamente coinvolti nell’elaborazione della strategia offrendo anche loro l’opportunità di assistere alla realizzazione di questo progetto europeo. Vi prego però di non sovraccaricare e gravare la strategia con troppe priorità. Concentriamoci invece sui risultati che intendiamo conseguire. A mio parere è molto importante che si utilizzino le risorse esistenti in maniera più efficace e si costruiscano o si amplino, per esempio, i sistemi di allerta, predisponendoli in maniera appropriata per segnalare calamità naturali come le piene, ma anche per rispondere, per esempio, a incidenti industriali che inquinino il Danubio e le aree circostanti. A tale livello esistono ambiti di attività comuni.

Una strategia riuscita per il Danubio e progetti di successo attuali nella regione possono costituire anche un modello per altre regioni. Senza dover reinventare ogni volta una nuova strategia, potremmo infatti utilizzarla come esempio per risolvere problemi analoghi in uno spirito di cooperazione transfrontaliera europea e, se riuscissimo anche a coinvolgervi paesi terzi, istituire una politica di vicinato, esito importante per tutti noi nell’Unione europea che dovrebbe essere promosso.

 
  
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  Michael Theurer, a nome del gruppo ALDE. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, l’importanza della regione danubiana è testimoniata dal fatto stesso che 80 milioni di persone in sei Stati membri dell’Unione e quattro paesi confinanti vivono lungo il Danubio. Il Danubio nasce nella Foresta nera, poi scorre fino a sfociare con il suo delta nel mar Nero. Pertanto noi del gruppo ALDE sosteniamo l’invito a elaborare una strategia per il Danubio e, come Parlamento europeo, stiamo anche ottenendo un importante successo questa sera, avendo iscritto la discussione dell’argomento all’ordine del giorno.

Vent’anni dopo il crollo della cortina di ferro, dopo aver posto fine alla divisione dell’Europa, il Danubio è nuovamente simbolo di unificazione. Da un membro fondatore dell’Unione, la Germania, attraverso l’Austria, che vi ha aderito nel 1995, passando per i nuovi Stati membri dell’Europea centrorientale, che ne sono entrati a far parte nel 2004, il Danubio collega anche paesi limitrofi come la Croazia, candidata all’adesione, e altri che vi ambiscono. E’ dunque quasi possibile concepire la riunificazione dell’Europa lungo il Danubio.

Onorevoli colleghi, ora dobbiamo adottare le misure appropriate per trasformare la strategia per il Danubio anche in una priorità politica regionale nel nuovo periodo di finanziamento, ed è un aspetto al quale il gruppo ALDE attribuisce notevole importanza. Vi sono molti modi per farlo. Una possibilità consiste nella stipula di più partenariati reciproci tra piccole e medie imprese.

Altri compiti importanti ovviamente ci attendono nel campo delle infrastrutture, elemento particolarmente importante per il gruppo ALDE perché, a seguito della divisione dell’Europa, gli storici collegamenti di trasporto sono stati interrotti, per cui non sono stati ammodernati. Pertanto, lo sviluppo del Danubio come via navigabile interna con l’ammodernamento e il miglioramento dei suoi porti, delle sue dighe e della sua navigabilità offrirà un metodo di trasporto rispettoso dell’ambiente. Occorrono tuttavia ulteriori interventi per quanto concerne la rete stradale e ferroviaria ed è anche particolarmente importante che in questo si coinvolgano comuni, città, distretti e cittadini.

 
  
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  Eva Lichtenberger, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, una strategia di sviluppo per la regione danubiana è decisamente apprezzabile e importantissima. E’ inoltre un compito estremamente ambizioso, che non può essere paragonato a null’altro di quanto abbiamo sinora realizzato nel quadro dello sviluppo regionale. Il Danubio non è soltanto una via navigabile, non è una strada. Il Danubio è un patrimonio naturale. So che molti di voi non amano sentire queste parole, ma è proprio questo aspetto, questo suo essere una ricchezza naturale e anche un’area potenzialmente in grado di accogliere un turismo moderno e sostenibile, che permetterebbe alle piccole e medie imprese di svilupparlo, in maniera indubbiamente positiva, soprattutto attorno al delta, ma anche lungo i vari incantevoli tratti del fiume.

Il Danubio come fiume ha caratteristiche molto peculiari, questo è evidente, che sono particolarmente sensibili all’interferenza umana. Ne abbiamo già avuto la riprova con il progetto di centrale elettrica di Gabčíkovo. Il danno arrecato da tale progetto oggi è ancora visibile e soltanto attraverso gli enormi sforzi profusi da residenti e cittadini è stato possibile evitare un danno ancora più grave derivante dall’ampliamento di questa catena di centrali. Il progetto ha comportato un abbassamento della falda freatica con conseguenze incalcolabili per l’agricoltura. Non senza motivo un collega ha citato il forte legame esistente tra il sottosuolo dell’area del Danubio e le acque sotterranee presenti nella zona. E’ un aspetto al quale occorre prestare particolare attenzione al riguardo.

Da ciò possiamo imparare una lezione importante: il Danubio, come qualunque fiume, è un sistema di comunicazione vitale, la cui esistenza deve essere protetta con la dovuta attenzione, per cui occorre adottare un approccio sostenibile nei suoi confronti. Ciò non significa aggredirlo sconsideratamente con gli escavatori, bensì rispettarlo e utilizzarlo seriamente per il trasporto, adeguando le navi al fiume, non il fiume alle navi. Quando si vuole intraprendere un grande progetto, non si comincia dall’acquisto dei mobili per poi costruirci una casa attorno. Questo è esattamente il modo in cui dobbiamo accostarci al Danubio. In questo caso, sostenibilità e consapevolezza dell’ambiente naturale sono della massima importanza. Non ripetiamo gli errori del passato!

 
  
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  Oldřich Vlasák, a nome del gruppo ECR. – (CS) Signora Presidente, la regione danubiana è un territorio molto specifico, indiscutibilmente vasto. Come tutti sappiamo, il Danubio è, dopo il Volga, il secondo fiume più lungo dell’Europa, che attraversa dieci paesi o ne rappresenta le frontiere internazionali; il suo bacino copre ben 19 Stati europei. Pertanto, è indubbiamente positivo che la regione sia oggetto di attenzione specifica. Ritengo però che non dovremmo tentare di delineare direttamente il contenuto specifico di una strategia per il Danubio qui, in Parlamento. Affinché funzioni una strategia macroregionale deve essere definita dal basso, mentre le istituzioni europee dovrebbero creare soltanto un quadro, agevolare la comunicazione a livello intergovernativo e sostenere i singoli attori in termini di metodologia, sintesi dei dati, eccetera. A mio parere, la Commissione non dovrebbe elaborare una strategia macroregionale, bensì piuttosto sovrintendere alla sua nascita, perché il suo contenuto effettivo dovrebbe essere definito a livello di Stati membri, regioni, singole città e villaggi.

Credo inoltre fermamente che anche se la strategia per la regione danubiana dovesse essere incentrata sul futuro, nella sua attuazione difficilmente potremo sfuggire all’eredità del passato. Ci dovremmo rendere conto che durante la guerra fredda il Danubio ha costituito la frontiera tra l’est e l’ovest, nell’allora Cecoslovacchia, per esempio. L’elemento di un’Europa divisa persiste nel bacino del Danubio, limitando di fatto le tendenze di integrazione a livello europeo. Per questo la strategia dovrebbe essere incentrata su tale problema specifico. Il potenziale di sviluppo del Danubio non può essere pienamente sfruttato fintantoché vi sono ancora reti di trasporto internazionali, interregionali e locali scollegate, manca ancora una collaborazione più profonda a livello di pianificazione territoriale e pianificazione strategica dello sviluppo e permangono barriere mentali. Se vogliamo avanzare in maniera efficiente, dobbiamo risolvere i problemi del passato.

E’ encomiabile che discutendo di strategie macroregionali non si parli di unità amministrative, singoli Stati, NUTS, regioni e unità territoriali, bensì di un territorio all’interno dell’Europa. Tale approccio non soltanto richiede un cambiamento tecnologico o metodologico nella realizzazione della politica di coesione, ma soprattutto un cambiamento filosofico. E’ infatti necessario applicare realmente l’amministrazione della cosa pubblica a più livelli per risolvere i problemi con i quali il territorio è chiamato a confrontarsi, prescindendo dalle barriere amministrative esistenti. Le strategie macroregionali rappresentano una via per il futuro, essendo in larga misura progetti unici sinora senza precedenti nell’Unione europea. Il loro scopo è garantire la cooperazione tra Stati membri, le loro autorità di autogoverno regionali e locali e altri organismi competenti, sulla base del principio del partenariato, consentendo loro di risolvere i propri problemi.

 
  
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  Jaromír Kohlíček, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Signora Presidente, onorevoli colleghi, cinque anni fa, neoeletto al Parlamento europeo, sono intervenuto in occasione di una discussione in sede di commissione per i trasporti e il turismo rivelando un grande segreto, ossia che il fiume più lungo dell’Unione europea è il Danubio. Da allora i miei colleghi non si sorprendono più per questa affermazione e sono molto lieto, essendo uno degli iniziatori, di poter sostenere il lavoro sulla base di una strategia di sviluppo per il bacino del Danubio. Naturalmente tale strategia dovrebbe coprire una serie di aspetti e soprattutto quelli legati all’ambiente e alla sua salvaguardia, allo sviluppo economico sostenibile e allo sviluppo di infrastrutture di trasporto, chiedendo logicamente il coinvolgimento di tutti i paesi che utilizzano le risorse idriche della regione. Poco importa in realtà se i paesi siano membri dell’Unione europea o nostri vicini. Il potenziale di trasporto sinora utilizzato soltanto in minima parte e altre opportunità di sviluppo esigono che si intraprenda rapidamente l’intero progetto. In quest’ottica, sono totalmente a favore del termine alquanto ravvicinato fissato per la Commissione europea dalla risoluzione e confido che già dal prossimo anno la strategia di sviluppo per il bacino del Danubio possa divenire uno dei principali piani di sviluppo dell’Unione europea. Dal canto suo, il gruppo GUE/NGL appoggia pienamente le intenzioni illustrate nella risoluzione e, come è ovvio, le sosterrà durante la votazione.

 
  
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  Jaroslav Paška, a nome del gruppo EFD. – (SK) Signora Presidente, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2009, la Commissione europea ha avviato i preparativi per l’elaborazione di una strategia comunitaria per la regione danubiana allo scopo di migliorare la cooperazione tra i paesi del bacino del Danubio e contribuire ad accelerare la dinamica dello sviluppo economico e sociale nella regione.

La strategia proposta dovrebbe creare una base per il coordinamento delle attività dei paesi partecipanti nel contesto degli attuali programmi comunitari, senza ulteriori requisiti in termini di istituzioni, legislazione o fondi specifici. La Commissione provvederà al sostegno tecnico e coordinativo. Il progetto prevede inoltre di creare opportunità di collaborazione con Stati non membri dell’Unione.

Onorevoli colleghi, vorrei applaudire all’iniziativa del Consiglio europeo volta a introdurre una strategia comunitaria per la regione danubiana e manifestare il mio appoggio al riguardo. Ritengo fermamente che una siffatta cooperazione internazionale coordinata consentirà di tutelare gli ecosistemi danubiani in maniera più efficace attraverso un’azione congiunta di tutti i paesi attraversati dal fiume. Per milioni di europei la qualità dell’acqua potabile dipende dal livello di pulizia del Danubio. E’ dunque naturale che la protezione del corso di acqua e della sua ampia zona circostante dall’inquinamento sia uno dei pilastri fondamentali della cooperazione privilegiata tra i paesi partecipanti.

Un altro obiettivo ambizioso della strategia per il Danubio è completare la via navigabile danubiana secondo i parametri adottati dalla commissione per il Danubio. Ciò aggiungerebbe un’importante nuova dimensione economica al corridoio di trasporto fluviale est-ovest e consentirebbe di rendere navigabili alcuni importanti affluenti del fiume, un nuovo slancio di crescita economica che creerebbe altresì molti posti di lavoro.

In un momento in cui l’Europa è alla ricerca di fonti energetiche rinnovabili pulite dal punto di vista ambientale, il Danubio offre un’enorme, inesauribile fonte proprio di questo. Basterebbe soltanto rispolverare alcuni progetti di centrali idroelettriche, valutarli in termini di impatto ambientale ed efficienza dei ritorni e attuarli.

Onorevoli colleghi, sono assolutamente persuaso che l’idea di creare una strategia comune dell’Unione per la regione danubiana sia valida e meriti il nostro sostegno politico.

 
  
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  Csanád Szegedi (NI).(HU) Signora Presidente, onorevoli colleghi, il Danubio è uno dei principali corridoi ecologici per l’Ungheria e l’Unione; è il settimo corridoio paneuropeo. Il fiume svolge pertanto un ruolo fondamentale e il partito Jobbik sostiene gli impegni internazionali precedentemente assunti dalla Repubblica ungherese per realizzare entro il 2020 il progetto, definito altamente prioritario dalla Commissione europea. Tale sviluppo rientra inoltre perfettamente nel concetto di autostrade del mare, citato anche nel libro bianco dell’Unione sulla politica europea per i trasporti. Vorrei tuttavia richiamare l’attenzione dei colleghi sul fatto che, a differenza di altri, il movimento Jobbik per l’Ungheria vorrebbe sostenere il progetto non certo per ottenerne profitti. Durante la sua realizzazione vogliamo che siano rispettati tutti gli standard ambientali internazionali, garantendo così la larghezza ottimale del bacino per il fiume e il flusso di acqua necessario per il trasporto. In questo modo, eviteremmo di danneggiare le risorse idriche e il patrimonio naturale lungo il Danubio. Siamo persuasi che l’unico modo per far sì che la regione danubiana resti un’area stabile in Europa consista nel porre fine ai decreti Beneš che operano discriminazioni ai danni dei cittadini tedeschi, austriaci e ungheresi. Grazie per l’attenzione.

 
  
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  Lambert van Nistelrooij (PPE).(NL) Signora Presidente, ancora una volta oggi si profila l’opportunità di attraversare nuove frontiere, anche nella politica europea. Sinora, siamo franchi, sono stati gli Stati membri a fissare molto chiaramente le priorità per il proprio territorio. Sono olandese. Vivo esattamente sull’altro versante, a valle del Reno e della Mosa, e mio fratello ha un’azienda lattiero-casearia in un’area utilizzata come bacino di ritenzione delle piene quando c’è troppa acqua. Come vi può essere troppa acqua? Il fenomeno è causato naturalmente la pioggia, ma anche dal fatto che non sono state adottate misure per contenere temporaneamente quest’acqua nel bacino fluviale a monte. Ciò significa che l’azienda agricola di mio fratello in quella zona è a rischio.

Ciò che intendo dire è che fondamentalmente dobbiamo chiederci se siamo in grado di lavorare insieme per promuovere il nuovo obiettivo a livello di dimensione territoriale posto dal trattato di Lisbona. Questo significa adoperarsi per giungere a reciproci accordi nell’intero bacino fluviale, introdurre alcune nostre idee in tali programmi – per quanto concerne trasporti, ecologia ed economia – e affrontare insieme alcuni aspetti. Lo so perché abbiamo adottato questo approccio uniti, passo dopo passo, anche dall’altro lato dell’Europa. Non vi è modo migliore di un’occasione conviviale per conseguire tale scopo e il coinvolgimento deve essere dal basso verso l’alto. Per questo approvo l’odierna risoluzione. In essa vogliamo affrontare gli aspetti amministrativi che circondano questo ampio approccio insieme e chiediamo alla Commissione di unirsi a noi. Concordo con l’onorevole Krehl del gruppo S&D nell’affermare che non dovremmo mettere tutte le ambizioni politiche per la regione in un gran calderone. Dovremmo invece avere il coraggio di scegliere una serie di elementi che possono essere meglio gestiti e risolti a livello territoriale europeo. Esprimo pertanto sostegno incondizionato all’iniziativa e attendo con grande interesse il relativo documento della Commissione.

 
  
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  Inés Ayala Sender (S&D). (ES) Signora Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Ţicău per aver organizzato nel settembre 2008 il viaggio di una delegazione della commissione per i trasporti e il turismo lungo il Danubio e la visita della sua foce, il delta dove sbocca nel mar Nero.

Sono rimasta allora profondamente colpita dalla storia e dall’enorme potenziale di questo fiume tanto europeo, che attraversa 10 paesi, sei dei quali già membri dell’Unione europea, nonché altri nostri vicini e candidati all’adesione.

Le grandi disparità e i diversi interessi a seconda degli Stati membri coinvolti mi hanno anch’essi colpita. Alcuni lo considerano un vero gioiello naturale, dopo aver conseguito il massimo livello di benessere e sviluppo sulle sue sponde. Hanno bisogno di tornare alle origini di un fiume che per secoli è stato governato. Devo anche aggiungere che sono rimasta sconvolta nel vedere colonie di uccelli abituati a una vita sul fiume che, poco a poco, proprio a causa del recupero, dei passi indietro, stavano perdendo il loro habitat naturale e, se in passato era normale vederli zampettare nell’acqua, oggi non so dove possano essere.

Altri, dopo tanti anni di arretramento, lo interpretano invece come una promessa di sviluppo e una fonte di ricchezza, comunicazione ed energia godendo inoltre dei propri diritti dopo tanti anni in cui il fiume è stato simbolo di impossibilità di comunicazione, blocco, sottosviluppo o addirittura conflitto. Concordo con loro in merito all’immenso, immediato e urgente bisogno di riportare il Danubio a essere una via navigabile per un trasporto sostenibile – esiste il programma Marco Polo, ancora così scarsamente utilizzato – o un vettore per uno sviluppo turistico unico – perché ovviamente i paesaggi sono incantevoli – o ancora una fonte di energia rinnovabile.

Quanti tra noi non sono abbastanza fortunati da poter disporre di questi fiumi europei e transnazionali perché vivono in una penisola, in un angolo dell’Unione europea, anche se vi sono fiumi tra Portogallo e Spagna e la loro gestione condivisa e transnazionale è un esempio su scala europea, innegabilmente invidiano le potenzialità del Danubio.

Manifestiamo pertanto il nostro sostegno senza riserve alla necessità di questa strategia urgente per la regione danubiana in maniera che l’Europa sia più completa, armonizzata e sostenibile.

 
  
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  Filiz Hakaeva Hyusmenova (ALDE).(BG) Grazie, signora Presidente. La strategia per il Danubio può offrire il potenziale per una realizzazione efficace della politica di coesione in questa area geografica. Gli Stati membri sono parti in causa in questo processo e presenteranno proposte in merito entro la fine del mese. Tuttavia, quanti di loro ne hanno discusso pubblicamente? Quanti paesi hanno avviato consultazioni pubbliche?

Desidero espressamente sottolineare il ruolo fondamentale che regioni e città lungo il Danubio dovrebbero svolgere nell’elaborazione di tale strategia. Penso alle agenzie governative locali, alle organizzazioni non governative, alle imprese e ai normali cittadini. Il loro coinvolgimento potrebbe garantire che la strategia risponda alle corrispondenti esigenze, risolva i problemi e contribuisca allo sviluppo di città e villaggi, così come della macroregione nel suo complesso. Confido nel fatto che la Commissione europea offra loro l’opportunità di partecipare al processo di elaborazione della strategia.

Vorrei nuovamente ammonirvi contro il pericolo che riunioni, convegni e informazione nel senso più ampio del termine, dopo detto coinvolgimento, si concentrino su poche città principali, estromettendo le altre dal processo. Queste ultime possono anche valutare la loro posizione adesso, per tempo, e partecipare al processo decisionale che le riguarda. Anche città e villaggi più piccoli potranno delineare le proprie misure di cambiamento, definire condizioni e risorse e contribuire al conseguimento degli obiettivi.

L’alto profilo della strategia agevolerà uno sviluppo contestuale, approfondito e ad ampio spettro in varie settori, il che è anche una condizione per una crescita rapida di alta qualità. Questo deve essere il fine ultimo della strategia, visto che anche le regioni più povere dell’Unione europea sono ubicate nell’area del Danubio inferiore. Nell’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, è necessario dichiarare che affrontare la povertà e la disparità nella regione danubiana è una sfida che deve essere raccolta da questa strategia. La situazione nelle regioni più povere, con disparità in termini di opportunità e risorse, solleva altresì la questione particolarmente importante degli investimenti. Bisognerebbe dunque anche riflettere sulla possibilità di istituire una banca europea dedicata al Danubio con la partecipazione dei paesi interessati.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI).(DE) Signora Presidente, come l’onorevole Theurer intervenuto poc’anzi, anch’io provengo dalla zona dello spartiacque europeo. Giungiamo infatti dalla Renania, ma non per questo meno interessati al Danubio, anche se di fatto scorre in una direzione con la quale i nostri percorsi di vita hanno relativamente poco a che vedere.

Ciò premesso, vi chiederei di non interpretare la strategia per la regione danubiana soltanto nei termini descritti in molti interventi precedenti, bensì anche come opportunità di integrazione culturale. Partendo dall’esempio del Danubio, i giovani, in particolare, possono giungere a capire come superare un nazionalismo sbagliato, come cogliere e comprendere enormi ricchezze culturali, che si tratti di vincitori di Nobel per la letteratura o dei famosi eventi musicali avanguardisti del festival Donaueschingen proprio lungo il delta. La mia richiesta è – visto che è ancora lecito chiedere qualcosa di più in questa fase iniziale – che si incorpori anche una coesione e un’identità culturale nella strategia nel suo complesso, specialmente per i giovani.

 
  
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  Evgeni Kirilov (S&D).(EN) Signora Presidente, sono decisamente a favore dell’elaborazione di una strategia europea per la regione danubiana. Storicamente il Danubio ha collegato l’Europa occidentale e orientale, e l’appartenenza alla regione danubiana ha sviluppato un senso di comunione tra i popoli. Possiamo dire che ciò ha facilitato la cooperazione culturale ed economica ben prima che nascesse l’idea dell’integrazione europea.

Tale strategia è un’opportunità per mettere in pratica i preziosi principi della solidarietà e della cooperazione. Il documento dovrebbe basarsi su un approccio dal basso verso l’alto, come alcuni colleghi, tra cui l’onorevole Hyusmenova, hanno già sottolineato. Le sue priorità dovrebbero provenire da comuni, distretti e città del Danubio ed è molto importante che autorità regionali e società civile riconoscano la strategia come loro strumento per una migliore collaborazione e un maggiore coordinamento. Nella fattispecie è pertanto necessario appropriarsi realmente del processo.

I paesi del Danubio devono confrontarsi con problemi ambientali e infrastrutturali simili. Tutti puntano a un forte sviluppo socioeconomico e si adoperano per ottenere un tenore di vita più alto per i propri cittadini. Sono persuaso che la strategia per il Danubio contribuirà a conseguire tali obiettivi e risolvere problemi comuni mediante l’uso più efficace ed efficiente dei fondi disponibili, come pure sono convinto che agevolerà la realizzazione di progetti comuni. I cittadini europei beneficeranno dei suoi risultati.

Concordo infine con l’affermazione che occorre un approccio comune senza troppe priorità. La strategia per il Danubio sarà uno strumento eccellente per migliorare notevolmente la cooperazione transfrontaliera nella regione e spero con tutto il cuore che la Commissione, come credo, si adopererà al meglio per sostenerne appieno l’attuazione, anche stanziando ulteriori risorse economiche.

 
  
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  János Áder (PPE).(HU) Signora Presidente, onorevoli colleghi, spesso i politici citano il motto “non ereditiamo la Terra dai nostri antenati; la prendiamo in prestito dai nostri figli”. E’ nostra responsabilità creare la certezza che i nostri figli, i nostri nipoti e i nostri pronipoti abbiano aria pulita da respirare e acqua pura da bere. Il letto del Danubio cela una riserva incredibile di acqua potabile. La mia priorità, e quella dell’Ungheria, è salvaguardare quest’acqua da qualsiasi forma di inquinamento. Vi sono temi importanti come trasporti, turismo, cultura, conservazione del nostro patrimonio, ma tutti questi temi passano in secondo piano dinanzi alla necessità di tutelare le nostre risorse idriche. Non so se la nostra iniziativa per la regione del Danubio, attualmente oggetto di negoziazioni, avrà successo o meno. Direi piuttosto che siamo tutti concordi su principi e aspetti che definirei quasi scontati. Tuttavia, come ognuno di noi sa, l’insidia sta nel dettaglio. Vorrei pertanto chiarire che se andiamo oltre i principi e iniziamo a discutere i dettagli, vi è un principio sul quale sarò irremovibile. Se parliamo del Danubio, l’unica forma di intervento, investimento e sviluppo accettabile – ovviamente è il mio punto di vista – è quella che non mette a repentaglio il nostro approvvigionamento di acqua potabile. Vorrei poter guardare i miei figli e i miei nipoti negli occhi senza arrossire e dire loro che siamo stati in grado di conservare il Danubio come lo abbiamo ereditato, e lo stesso vale per altri fiumi europei come la Tisza. Non dobbiamo distruggerlo, affinché anche loro possano trarne pienamente beneficio.

 
  
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  Nadezhda Neynsky (PPE).(BG) Signora Presidente, vorrei iniziare il mio intervento richiamandomi a un’affermazione di Erhard Busek, coordinatore speciale del patto di stabilità, il quale una volta ha dichiarato, e cito a memoria: “Non possiamo consentire ad alcun cittadino che viva lungo le sponde del Danubio di sviluppare un senso di provincialismo”. La verità è che da allora è passato molto tempo e lo sviluppo della strategia europea per la regione danubiana è ancora in atto. Pochissimo si sa peraltro del suo attuale stato.

In realtà, lo scopo della strategia per il Danubio è lo sviluppo comune e contemporaneo di comuni, regioni e paesi lungo le sue rive. L’iniziativa coinvolge 14 paesi e più di 200 milioni di cittadini. Tali paesi, tuttavia, sono diversi in termini di sviluppo economico. Quelli del Danubio inferiore sono nella posizione economica meno felice. Vorrei dunque richiamare l’attenzione su alcuni aspetti che rivestono particolare importanza per il mio paese, la Bulgaria, che, a nostro parere, vanno risolti, unitamente all’esigenza di reintrodurre i pedaggi per i ponti e prolungare i collegamenti stradali Byala-Ruse e Ruse-Shumen.

Il primo aspetto riguarda la parte bulgara del fiume che, se escludiamo le città di Ruse, dove si trova l’unico ponte che collega le due sponde del Danubio, Vidin e Silistra, è forse l’area in cui i comuni sono più economicamente sottosviluppati. Tali comuni, complessivamente 39, sono periferici e il Danubio ancora rappresenta per loro una barriera insormontabile anziché un’opportunità. A titolo di paragone, nella sola Budapest vi sono nove ponti che collegano le sponde del Danubio, mentre vi è un solo ponte in tutta la Bulgaria. Tale analisi sta alla base della proposta presentata dai sindaci dei comuni bulgari situati lungo il Danubio per realizzare un progetto volto a creare una strada panoramica che colleghi città e villaggi lungo le rive del fiume, progetto già stato sottoposto all’attenzione dei ministeri dello sviluppo regionale. Il secondo aspetto è invece legato alla soluzione dei problemi geoecologici lungo il Danubio e alla purezza dell’acqua. Grazie.

 
  
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  Olga Sehnalová (S&D). (CS) Signora Presidente, la strategia europea per la regione danubiana è importante per lo sviluppo dell’intera regione del bacino del Danubio. Sono molti gli argomenti comuni. In questa sede vorrei citarne soltanto alcuni, che sono anche rilevanti per i paesi che rientrano nel concetto più ampio di regione danubiana, come per esempio la Repubblica ceca. Uno di essi è la gestione delle acque con relativo controllo delle piene. Poiché nella regione si sono verificate ripetutamente piene devastanti, in tale ambito è indispensabile adottare un approccio integrato.

Un altro argomento riguarda le attività di investimento su larga scala per garantire migliori collegamenti di trasporto all’interno della regione e il suo collegamento con le regioni vicine. Sarebbe inoltre opportuno tenere presente tale aspetto macroregionale anche nella prevista revisione della rete RTE-T. I singoli progetti non dovrebbero essere in concorrenza l’uno con l’altro. E’ fondamentale stabilire priorità chiare, mentre i progetti dovrebbero caratterizzarsi per la loro sostenibilità, essere rispettosi dell’ambiente e godere di sostegno manifesto da parte delle autorità di autogoverno locali e regionali e del pubblico. Non progetti isolati, dunque, bensì cooperazione all’interno della regione in una prospettiva sopraregionale, per garantire il futuro sviluppo della regione danubiana. Nel contempo, la strategia europea per la regione danubiana potrebbe dimostrarsi un quadro di sviluppo comprensibile e stabilizzante per gli Stati membri e i paesi al di fuori dell’Unione europea, che tuttavia stanno cercando di collaborazione, sia come paesi candidati sia sulla base della politica di vicinato.

 
  
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  Franz Obermayr (NI).(DE) Signora Presidente, la strategia per la regione danubiana è uno dei più importanti progetti europei ora in atto a livello di politica regionale perché il Danubio è stato un sistema di comunicazione vitale tra i vari paesi dell’Europa centrorientale che storicamente ha fornito la base per la cooperazione economica, ma anche per lo scambio culturale. Penso anche, in tale contesto, ai risultati positivi dell’ex impero austro-ungarico.

Che cosa ci aspettiamo? Da questo progetto ci aspettiamo molto, compreso lo sviluppo di una mobilità rispettosa dell’ambiente, lontana dalle strade e sulle navi, il passaggio alla modalità ferroviaria per il trasporto delle merci, l’ammodernamento e il raggruppamento delle strutture industriali in luoghi appropriati, la cooperazione per quanto concerne l’ambiente e il turismo – auspichiamo soprattutto l’ecoturismo – nonché, ovviamente, l’attribuzione della priorità alla ricerca e allo sviluppo, e molto altro. Tuttavia, mi aspetto anche l’uso efficiente delle risorse, sia finanziarie sia umane. Il patrimonio di esperienza e conoscenza che possiedono gli abitanti della regione deve essere riunito e sfruttato. Mi aspetto un innalzamento della qualità della vita e tante idee valide e ispiratrici.

 
  
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  Eduard Kukan (PPE).(SK) Signora Presidente, come membro slovacco del Parlamento, vorrei esprimere apprezzamento per l’iniziativa di elaborare, adottare e introdurre una strategia europea per la regione danubiana. Credo che tale progetto aiuterà a regione a svilupparsi più attivamente. Sono altresì lieto che la strategia sia stata inclusa nel programma di diciotto mesi delle prossime presidenze dell’Unione europea. Spero che divenga una priorità concreta nell’imminente periodo.

Sono anche persuaso che il progetto contribuirà allo sviluppo dei trasporti e della tutela ambientale diventando in molti ambiti un’idonea piattaforma per una maggiore cooperazione tra le regioni coinvolte. Nel contempo vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che nella preparazione della strategia si dovrebbe porre maggiormente l’accento sulla salvaguardia ambientale e, in particolare, sulla conservazione dell’acqua potabile. E’ probabile che tra non molto le fonti di acqua potabile assumeranno un’importanza strategica enorme, non soltanto in una prospettiva locale, bensì anche in una prospettiva europea.

In tale contesto, la futura strategia dovrebbe prestare attenzione al miglioramento delle fonti sotterranee di acqua potabile ed eliminare l’inquinamento del Danubio. Vorrei inoltre manifestare il mio sostegno al coinvolgimento nel progetto di alcuni Stati non membri dell’Unione, in particolare Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, e altri due paesi. Spero che l’iniziativa contribuisca a migliorare la collaborazione nella regione tra l’Unione e tali paesi.

Per concludere, esorterei la Commissione ad assumere l’approccio più responsabile possibile per quanto concerne il lavoro relativo a tale strategia basandola su risorse e obiettivi realistici, tanto più alla luce del fatto che al momento alcuni paesi nutrono nei suoi confronti speranze irrealizzabili.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D).(EN) Signora Presidente, apprezzo moltissimo gli sforzi profusi dai colleghi che hanno ribadito l’importanza di una strategia per la regione del Danubio.

Provenendo dalla Lituania, sono ben consapevole del fatto che gli Stati membri da soli non sono in grado di conseguire progressi significativi in termini di sviluppo economico, salvaguardia ambientale, trasporti e turismo sostenibili, energia e molti altri. Credo invece che le strategie regionali possano essere più efficaci e dovrebbero essere promosse perché realizzandole gli Stati agiscono nel comune interesse.

Mi auguro che i miei colleghi abbiano la determinazione necessaria per conseguire i loro obiettivi e sono convinto che la loro voce sarà udita dalla nuova Commissione, soprattutto perché lo sviluppo regionale sostenibile è tra le massime priorità della sua agenda.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). (SK) Signora Presidente, la regione danubiana è tradizionalmente stata una macroregione con un grande potenziale economico, sociale e culturale, la cui integrazione e la cui crescita economica sostenibile devono essere sistematicamente ed efficacemente consolidate. Sono pertanto favorevole ai passi intrapresi per lo sviluppo di una strategia coerente e completa per la regione danubiana a livello europeo, decisione che appoggio.

Ritengo che il contenuto della strategia per la regione danubiana sia realmente frutto di una discussione tra esperti basata su un approccio corretto nei confronti di tutti i partner in maniera che nessuno Stato membro o gruppo di Stati usufruisca di speciali vantaggi o trattamenti.

Credo che le aree principali siano le infrastrutture per i trasporti, l’economia sostenibile e la salvaguardia ambientale. Via di trasporto europea, il Danubio, fiume navigabile, costituisce la base per una rete di corridoi di trasporto in grado di compendiare tutte le modalità. Ciò alleggerirebbe la rete stradale e, nel contempo, contribuirebbe a sostituire alla modalità su gomma forme di trasporto fluviali più rispettose dell’ambiente e meno costose.

Affinché il Danubio diventi una forza trainante dello sviluppo economico, sarà necessario rendere navigabili alcuni suoi affluenti e completare i collegamenti con altri importanti corridoi di trasporto. Lo sviluppo di infrastrutture dovrebbe condurre a eliminare l’isolamento delle regioni frontaliere, promuovere le piccole e medie imprese, nonché contribuire allo sviluppo in ambito sociale.

Nel formulare la strategia, però, non dobbiamo dimenticare le questioni della sicurezza dei trasporti, della sicurezza ambientale, della protezione dalle piene e della lotta alla criminalità transfrontaliera. Una maggiore interconnessione con paesi che non fanno parte dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia non deve favorire l’ingresso della criminalità internazionale né agevolare il contrabbando e il traffico di esseri umani. Vorrei infine sottolineare che l’attuazione della strategia deve rispettare i diritti degli Stati membri e gli autogoverni regionali e locali, che sono vicini ai cittadini e ne conoscono le esigenze.

 
  
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  Evelyn Regner (S&D).(DE) Signora Presidente, la strategia per la regione danubiana potrebbe essere un esempio meraviglioso di una strategia regionale per l’uso delle risorse disponibili in maniera coordinata in una regione geograficamente e culturalmente unificata, la soluzione dei problemi e, soprattutto, l’abbattimento delle barriere che ancora permangono nelle nostre menti.

In proposito, due aspetti mi interessano particolarmente. In primo luogo garantire che il mercato del lavoro sia non soltanto aperto, bensì anche regolamentato in modo appropriato e cooperativo. Fuga di cervelli e pendolarismo sono fenomeni ben noti nella regione danubiana, il mercato del lavoro è sotto pressione e dal 2011 la regione costituirà un mercato del lavoro più o meno integrato. Ci occorrono pertanto meccanismi di compensazione coordinati. Il secondo aspetto a mio avviso particolarmente importante in tale ambito è che questo progetto offre un’opportunità di innovazione e ricerca cooperativa. Penso in particolare alla navigazione interna, per la quale veramente si potrebbe attuare un salto di qualità mettendo a punto una tecnologia rispettosa dell’ambiente.

 
  
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  Ádám Kósa (PPE).(HU) Signora Presidente, vorrei esprimere apprezzamento per la strategia danubiana, che va integrata nell’elaborazione di diverse politiche comunitarie, poiché tale progetto abbraccia vari aspetti, come per esempio il turismo, ambito certo estremamente importante. Inoltre, il progetto di risoluzione dovrebbe anche fare riferimento al fatto che per la sua realizzazione si dovrebbero chiamare in causa anche le organizzazioni non governative, vale a dire la società civile. Parlando di sviluppo del Danubio, dovremmo anche soffermarci su aspetti quali l’istruzione, l’integrazione sociale e l’accettazione. La strategia afferma che le reti RTE-T dovrebbero essere sostenute. Se mi è concesso, aggiungerei anche che non va dimenticata l’importanza dell’ecoturismo, perché è proprio questo il genere di attività che può sostenere il futuro del fiume.

A mio parere, il Danubio è un anello di congiunzione tra culture diverse ed è anche un modo per raccordare le culture maggioritarie, che è uno dei principi fondamentali dell’Unione europea. Va detto però che occorre restare realisti. Non dobbiamo alimentare sogni e pii desideri, integrando invece nella strategia soltanto obiettivi realizzabili; dopo tutto, sappiamo dal 1830 che abbiamo bisogno di una politica sopranazionale, esito di fatto già in parte perseguito, visto che il conte Széchenyi, uno degli ungheresi più esimi, si è adoperato moltissimo perché divenisse un ambito politico sopranazionale. Questa nostra strategia è la prova concreta che il Danubio è un fiume sopranazionale.

 
  
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  Karin Kadenbach (S&D).(DE) Signora Presidente, a mio parere la finalità generale della politica è creare le condizioni quadro per ottenere la migliore qualità della vita possibile. Partendo da questa premessa vorrei interpretare anche la strategia europea per la regione danubiana. Il Danubio è un sistema di comunicazione vitale, come abbiamo sentito ripetere varie volte oggi, e la regione danubiana è il suo spazio di vita. Il Danubio dovrebbe e deve essere una via di trasporto. E’ una fonte di energia; abbiamo molte centrali elettriche. Il Danubio è una riserva naturale e deve essere salvaguardato per preservarne la biodiversità, ma è anche una zona protetta per il turismo e il tempo libero. Il Danubio è una fonte di vita per l’agricoltura e la pesca, ma lo è pure per i futuri posti di lavoro, come rammentava anche l’onorevole Regner. Il Danubio, però, è anche una fonte di pericolo. Basti pensare alle piene dello scorso anno.

Per continuare a promuovere la suddetta qualità della vita per chiunque viva nella regione danubiana, abbiamo bisogno di uno sviluppo comune, sostenibile e, soprattutto, rispettoso dell’ambiente dell’intera area per trasformarla in una regione fondamentale dell’Europa del XXI secolo con lo scopo di rendere le risorse disponibili più efficienti in termini di cooperazione territoriale e usarle in maniera più efficace.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE).(RO) Signora Presidente, ritengo che elaborando una strategia ponderata e mettendo a disposizione le risorse economiche indispensabili si possa migliorare notevolmente la qualità vita degli abitanti del bacino danubiano. Al momento vi sono tre strumenti finanziari disponibili per i progetti di sviluppo economico e infrastrutturale o per la salvaguardia ambientale, ma tali risorse possono essere utilizzate unicamente dagli Stati membri e dai paesi confinanti.

Questo aspetto merita particolare attenzione e, in futuro, non dobbiamo escludere la possibilità di reperire altre fonti di finanziamento in aggiunta ai fondi comunitari. E’ ben noto che gli altri Stati non dispongono delle risorse economiche necessarie, il che rende qualunque sviluppo improntato alla coesione lungo il Danubio impossibile da una prospettiva economica e infrastrutturale. Per questo le autorità regionali rispondono in maniera diversa ai problemi con i quali sono chiamate a confrontarsi.

Per quanto di nostra conoscenza, la Commissione sta valutando la possibilità di intraprendere consultazioni con partner locali al fine di garantire uno sviluppo sostenibile. Mi domando se la Commissione stia anche vagliando l’opportunità di una collaborazione con gruppi di esperti a livello regionale per elaborare la strategia. Resta ancora da vedere se gli obiettivi della strategia debbano configurarsi come parte della realizzazione della coesione sfruttando il potenziale economico e di trasporto del Danubio e proteggendo il fiume, il suo ecosistema e la qualità della sua acqua.

Vorrei inoltre ricordare che il Danubio rappresenta il progetto prioritario 18 nell’ambito del più ampio progetto della rete transeuropea dei trasporti detta RTE-T e la Commissione ha appena intrapreso un approfondito processo di riesame della politica in materia per approntare una comunicazione sul tema, prevista per maggio 2010.

Ciò ci porta a domandarci come siano correlabili gli aspetti legati alla politica dei trasporti applicabile negli Stati membri dell’Unione europea a questa nuova strategia, che naturalmente considera anche Stati non membri dell’Unione presenti nella regione danubiana.

 
  
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  Monika Smolková (S&D). (SK) Signora Presidente, la Slovacchia accoglie favorevolmente l’iniziativa. Il fatto che il suo coordinatore nazionale sia il vice primo ministro sottolinea l’importanza che la Slovacchia le attribuisce. Il primo progetto della posizione slovacca in merito è stato discusso dal Consiglio, dai ministri, dalle regioni autogovernate, dai comuni e dalle aziende in vista di un’ulteriore elaborazione della strategia.

I tre pilastri proposti dalla Commissione, ossia connettività, salvaguardia dell’ambiente e sviluppo socioeconomico, dovrebbero costituire la base dell’intero complesso. In aggiunta a essi, secondo me dovremmo porre l’accento sulla cooperazione tra Stati membri e non membri dell’Unione nel bacino danubiano. Per trovare una soluzione globale per lo sviluppo della regione danubiana, le priorità dei paesi devono infatti essere affrontate su una base di parità e in un contesto di reciprocità.

Gradirei pertanto sapere quale forma di cooperazione è stata proposta dagli Stati non membri, e mi interessano specificamente Moldova e Ucraina.

 
  
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  Iosif Matula (PPE).(RO) Signora Presidente, ritengo che dobbiamo manifestare sostegno a una strategia europea per la regione danubiana, soprattutto alla luce del fatto che l’adesione della Romania e della Bulgaria all’Unione europea è stata vantaggiosa se si considera che attualmente gran parte del fiume, lungo più di 2 800 km, attraversa il territorio comunitario.

La strategia per il Baltico è stata utile per aprire la prospettiva delle macroregioni. La strategia per il Danubio segna un nuovo progresso nella stessa direzione. Una delle priorità della strategia per il Danubio dovrebbe consistere nel concentrarsi sul settore economico, più specificamente sullo sviluppo della capacità energetica che possono offrire sia il Danubio sia la zona circostante. A seguito della crisi del gas del gennaio 2009, la Romania sta già profondendo impegno a livello europeo per collegare le proprie reti di gas a quelle degli Stati confinanti con i progetti Arad-Szeged, Giurgiu-Ruse, Isaccea e Negru Vodă. Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi anche per individuare fonti rinnovabili alternative.

Concordo con il fatto che la strategia europea per la regione danubiana debba tener conto dell’analisi e dell’adeguatezza degli obiettivi, per esempio lo sviluppo di infrastrutture per l’energia e, in particolare, nuove reti di trasporto e nuova capacità produttiva per l’energia elettrica, promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili, nuove centrali idroelettriche, centrali eoliche, biocombustibili e la prosecuzione dei programmi per lo sviluppo di centrali nucleari come quella di Cernavodă.

La massima priorità deve andare alla salvaguardia dell’ambiente del bacino danubiano. In tale ottica, l’Unione europea deve partecipare, unitamente ai paesi rivieraschi, alla conservazione dell’ecosistema del delta del fiume, il che significa anche sospendere definitivamente il progetto del canale Bâstroe. Non possiamo permettere che gli interessi economici di uno Stato confinante con l’Unione provochino un disastro ecologico nel delta del Danubio.

 
  
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  Danuta Maria Hübner (PPE).(EN) Signora Presidente, oggi molte delle sfide con le quali dobbiamo confrontarci non conoscono frontiere, siano esse politiche o amministrative. Il numero delle sfide e dei problemi condivisi è aumentato in Europa, come anche è cresciuto il bisogno di affrontarli con sforzi condivisi.

Per questo la Commissione europea, ispirata dal Parlamento europeo e in risposta alla decisione del Consiglio, ha elaborato la strategia per il Baltico e ora ha intrapreso il processo di preparazione della strategia per il Danubio. Tali strategie consentono alle regioni e ai paesi partecipanti di rispondere insieme ai problemi esistenti e sfruttare insieme le opportunità offerte. Grazie a tali strategie, vi è la possibilità di rafforzare e approfondire la collaborazione e la coesione nell’Unione e, così facendo, creare crescita e posti di lavoro, maggiore competitività e migliore qualità di vita per i nostri cittadini.

Noi della commissione REGI del Parlamento europeo ci aspettiamo che la strategia per Danubio sia una strategia orientata all’azione, basata su un maggiore coordinamento tra gli interessati, ma anche su un migliore utilizzo delle sinergie esistenti tra politiche e fondi disponibili sul campo. In veste di presidente di tale commissione, che è la commissione guida del Parlamento per tale strategia, posso garantirle, signor Commissario, il nostro sostegno e la nostra apertura per instaurare una proficua collaborazione con la Commissione in tutte le fasi di realizzazione della strategia per il Danubio.

 
  
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  Jan Olbrycht (PPE).(PL) Signora Presidente, dopo aver ascoltato il dibattito, ho l’impressione che la maggior parte di noi stia discutendo obiettivi, orientamenti e priorità, mentre le questioni fondamentali pare riguardino i mezzi di attuazione. Si tratterà di una politica orizzontale che utilizzerà gli strumenti di varie politiche sotto l’ombrello di una politica guida, oppure si tratterà di un sistema di partenariato e cooperazione senza strumenti specifici distinti né quadro istituzionale distinto? Sono interrogativi molto importanti perché non vogliamo che le aspettative nei confronti di tale strategia restino deluse. Dobbiamo sapere esattamente se si tratterà di un nuovo metodo macroregionale o di un sistema di cooperazione territoriale estesa. Sono dunque domande alle quali dobbiamo dare risposta quanto prima.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (S&D).(HU) Signora Presidente, nell’arco di dieci o vent’anni l’acqua potabile e il cibo diventeranno fattori strategici come oggi lo sono il gas naturale e il petrolio greggio. Gestire e preservare la nostra acqua è pertanto estremamente importante per l’intera Unione europea e specialmente la regione danubiana. Attualmente combattiamo le piene e l’acqua in eccesso, ma lasciamo che le acque semplicemente scorrano attraverso il nostro territorio. In Ungheria, nell’area tra il Danubio e la Tisza, nella pianura sabbiosa è ora in atto un grave fenomeno di desertificazione.

Per questo abbiamo urgentemente bisogno di questa strategia per il Danubio, che rappresenterà una priorità per la presidenza ungherese nel 2011. Apprezzo quindi l’odierna discussione perché abbiamo elaborato un approccio complesso che ci consentirà contestualmente di rafforzare alcuni ambiti della politica regionale, della salvaguardia ambientale, della navigazione, dello sviluppo economico, della creazione di posti di lavoro e del turismo. L’odierno dibattito ha dimostrato che, come ha detto una volta il nostro grande poeta Attila József, il Danubio può rappacificare Stati tra i quali vi sono disaccordi e tensioni.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE).(RO) Signora Presidente, sin dal momento in cui mi sono candidata al Parlamento europeo ho creduto che il Danubio potesse offrire un importante potenziale all’Unione, che sinora non è stato sfruttato appieno. La via di trasporto navigabile Reno-Meno-Danubio, che collega il mare del Nord, attraverso il porto di Rotterdam, al mar Nero, attraverso il porto di Costanza, può diventare la spina dorsale dell’Europa.

Pare che la nuova strategia per il Danubio sarà approvata, molto probabilmente sotto la presidenza ungherese. La strategia si concentrerà su ambiti quali trasporti, sviluppo economico e salvaguardia ambientale. Una delle barriere principali allo sviluppo dei trasporti lungo la via navigabile Reno-Meno-Danubio è rappresentata dalle diverse serie di norme che i navigatori devono applicare. Purtroppo, la volontà politica necessaria per armonizzare tali regolamenti sembra sinora essere mancata.

La conferenza di Ulm alla quale parteciperò l’1 e il 2 febbraio costituisce un primo passo nel processo di consultazione. La Romania si è offerta di organizzare una serie di conferenze sul tema, tra cui la conferenza ministeriale prevista per giugno 2010.

 
  
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  Ivaylo Kalfin (S&D).(BG) Signora Presidente, signor Commissario, sono state proposte varie iniziative negli anni per quanto concerne lo sviluppo della cooperazione lungo il fiume più grande d’Europa nel campo dei trasporti, dell’ecologia, della cultura, dell’istruzione e del commercio, tanto per citare qualche esempio. Tuttavia, tutti questi numerosi progetti al momento presentano un inconveniente. Non forniscono alcuna soluzione. L’esito è esattamente il contrario di quello previsto. Manca una cooperazione adeguata ed efficace, non vi è coordinamento, non esistono obiettivi comuni né sinergia di sforzi. Attraverso la sinergia che si creerà con la Commissione europea chiediamo che questo non diventi uno di una serie di strumenti per la cooperazione lungo il Danubio, bensì effettivamente lo strumento in grado di generare una sinergia comune, agevolare il coordinamento e abbinare le opportunità derivanti dalle varie iniziative esistenti nella regione. Questo, assieme al coinvolgimento del più grande gruppo di interlocutori, tra cui Parlamento europeo e cittadini, è l’unico modo per poter generare una sinergia che sia fruttuosa per ogni abitante dei 14 Stati membri bagnati dal Danubio. Lo stesso messaggio è stato trasmesso da un importante convegno organizzato dagli studenti dell’Università di Ruse qualche settimana fa. Grazie.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE).(PL) Signora Presidente, la forza dell’Unione europea sta nella cooperazione di Stati e regioni per la soluzione di problemi comuni e l’attuazione di programmi di sviluppo. Abbiamo esempi eloquenti di tale azione. Vi sono, per esempio, il partenariato mediterraneo, la strategia per il Baltico e il programma che oggi stiamo discutendo: la strategia per il Danubio. L’idea è un valido esempio di politica per la coesione territoriale basata sulla sostenibilità dell’ambiente naturale, dell’economia e della società. L’iniziativa sicuramente contribuirà a una maggiore cooperazione tra vecchi e nuovi Stati, come anche con i possibili futuri membri dell’Unione. Abbiamo avviato molte iniziative e forme di collaborazione di questo genere. Dovremmo pertanto cercare di armonizzare la politica dell’Unione e concentrarci sul rafforzamento della specifica natura della strategia, che deve essere un’iniziativa congiunta. Come l’Unione intende rafforzare e integrare i programmi di cooperazione esistenti nella regione? Quanto avanzato è il lavoro sulla strategia e la sua attuazione?

 
  
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  Katarína Neveďalová (S&D). (SK) Signora Presidente, il Danubio era simbolo di libertà per noi slovacchi. Oggi lo interpretiamo come simbolo di cooperazione perché riunisce gli Stati membri e non membri dell’Unione e la cooperazione regionale nella regione danubiana crea un’ottima base e condizioni eccellenti per collaborare in maniera che gli Stati non membri siano integrati nell’Unione.

E’ molto importante che la regione abbia una strategia, non soltanto per la necessità di creare un corridoio di trasporto e un collegamento tra il mare del Nord e il mare Nero, ma anche perché la regione è il più grande serbatoio di acqua potabile dell’Europa. Tenuto conto del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, tale aspetto assumerà un’importanza crescente.

E’ necessario salvaguardare la regione danubiana dalle piene e garantirne lo sviluppo sostenibile per le future generazioni. Anche per loro il Danubio deve restare un simbolo. Esso collega diverse capitali, tra cui le due più vicine al mondo, Bratislava e Vienna, oltre che Bratislava e Budapest, un elemento di enorme rilevanza e valore simbolico per noi popoli dell’Europa centrale. Vorrei ringraziare l’onorevole Ţicău perché il suo entusiasmo ha reso possibile l’odierno dibattito in Parlamento.

 
  
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  Csaba Sógor (PPE).(HU) Signora Presidente, il Danubio ha forgiato e forgia la vita e la storia dell’Europa centrale e sudorientale. Nel 1823 Andrews e Prichard, ottenuti i diritti esclusivi per la navigazione interna nei territori austriaci, hanno costituito una società pubblica a responsabilità limitata con sede a Vienna. Dopo il trattato di Parigi del 1856, il tratto inferiore del Danubio è stato reso idoneo alla navigazione e ciò ha contribuito allo sviluppo economico della regione. Oggi la pace duratura e il benessere creato dall’Unione è una garanzia per affrontare le potenziali sfide. Visto il contesto storico, potremmo chiederci perché il primo passo sia stato alquanto esitante. Penso all’intergruppo. Forse è stato a causa dell’impossibilità di conciliare gli interessi ungheresi, rumeni, tedeschi e austriaci. Non dovremmo dimenticare la nostra storia. La regione ha ottenuto grandi risultati quando siamo riusciti a conciliare interessi spesso contraddittori senza intaccare i valori.

 
  
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  Kinga Göncz (S&D).(HU) Signora Presidente, anch’io vorrei esprimere apprezzamento per l’impegno che qui stiamo assumendo, che potrebbe rappresentare il primo passo per la realizzazione delle idee che abbiamo discusso oggi in questa sede. Il Danubio è particolarmente importante per l’Ungheria, come confermano le priorità per la nostra presidenza nel 2011. L’Ungheria è l’unico paese interamente contenuto nel bacino danubiano, il che comporta vantaggi e pericoli. Alcuni aspetti sono stati già citati. Personalmente vorrei soffermarmi su un concetto leggermente diverso, emerso a tratti nel corso dell’odierna discussione. Se la strategia dovesse dimostrarsi riuscita, potrebbe realmente offrire un contributo in termini di sviluppo di un’identità danubiana, superamento di traumi e conflitti storici, promozione della coesistenza tra popoli diversi lungo il Danubio e netto rafforzamento della cooperazione civile rispetto ai livelli sinora conseguiti. Il nostro sincero auspicio è che si possa procedere in tale direzione.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. – (EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare tutti i parlamentari che hanno preso parte alla discussione nonostante l’ora avanzata.

Vorrei inoltre complimentarmi con l’intero Parlamento per il livello di interesse e dedizione all’argomento. Aggiungerei inoltre che sono colpito dalla profondità della conoscenza e dell’esperienza della regione danubiana emersa nel corso del dibattito. Ritengo che questo sia un patrimonio prezioso per l’Unione nella preparazione della strategia per il Danubio. Sono certo che Commissione e Parlamento lavoreranno fianco a fianco durante tale fase preparatoria e questa è la mia risposta all’amica ed ex collega Hübner, come a tanti altri che hanno esortato alla collaborazione tra Commissione e Parlamento.

E’ infatti una sfida comune quella che dobbiamo raccogliere per migliorare sistemi di comunicazione, ponti e strade in maniera che divengano sostenibili dal punto di vista ambientale, nonché salvaguardare l’ambiente e preservare le riserve idriche della regione danubiana. Si tratta di salvare e migliorare die schöne blaue Donau e il suo bacino in senso più ampio.

Pertanto, per concludere, vorrei ringraziarvi per l’appoggio manifestato alla strategia per il Danubio. Lavoriamo insieme. La Commissione è disposta e pronta ad ascoltare con attenzione le vostre ulteriori proposte e collaborare nei mesi a venire per far avanzare questa importantissima strategia.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. – Comunico di aver ricevuto cinque proposte di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 115, paragrafo 5, del regolamento. La discussione è chiusa. La votazione si svolgerà giovedì, 21 gennaio 2010.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Ioan Mircea Paşcu (S&D), per iscritto. – (EN) L’area del mar Nero, per la quale l’Unione europea ha elaborato soltanto una sinergia, che ne sottolinea la dimensione geostrategica, ma dimostra anche la sua esitazione nell’affrontare le complessità geopolitiche della regione, è inscindibile dal Danubio. Non dimentichiamo che già nel 1856, quando l’attenzione mondiale si è precedentemente appuntata su tale area, uno dei risultati è stato una regolamentazione del Danubio a livello europeo. Allora si è creata la commissione per il Danubio, organo tuttora esistente, e si è costruito il settore marittimo del fiume. Analogamente oggi il Danubio assurge all’attenzione in un’Unione europea fisicamente divenuta un interlocutore nel mar Nero. L’unica differenza rispetto alla regione del mar Nero sta nel fatto che il Danubio è sotto il controllo quasi esclusivo dell’Unione. Ora che il principale ostacolo del fiume, la situazione in Serbia, sarà presto rimosso, non perdiamo l’occasione e consideriamo il fiume seriamente, rendendolo la vera via navigabile europea della quale tutti usufruiremo.

 
  
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  Richard Seeber (PPE), per iscritto. – (DE) Attraverso la storia, il Danubio ha svolto un ruolo centrale in Europa. Gli Stati nazione con interessi nell’area sono stati coinvolti in scambi attivi ben prima della fondazione dell’Unione europea. Penso pertanto che sfruttare la strategia per il Danubio per avvicinare ancor più tali paesi nell’ambito della politica regionale rappresenti un passo importante. In tale contesto vi sono molti punti di contatto. Ve ne sono, come è ovvio, a livello economico, ma anche nel campo della cultura, della politica ambientale, della sicurezza energetica e della politica di vicinato. Le macroregioni sono strumenti ideali per affrontare le sfide transfrontaliere. Una pianificazione e una preparazione accurate a lungo termine sono essenziali se vogliamo che il successo della macroregione danubiana sia duraturo. Il valore aggiunto europeo di una macroregione sarà particolarmente visibile nel campo della conservazione della biodiversità e della generazione di energia sostenibile.

Per garantire l’esito di tale cooperazione, la strategia per la regione baltica, che già può considerarsi un progetto europeo riuscito, rappresenta un modello di riferimento valido. Come austriaco, sostenitore della politica regionale e relatore di molti documenti normativi comunitari in materia di acque, manifesto il mio appoggio all’iniziativa e spero che la strategia per il Danubio offra nuove dimensioni di coesione territoriale ai paesi lungo il Danubio.

 
  
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  Georgios Stavrakakis (S&D) , per iscritto. – (EL) L’adozione di una strategia per la regione danubiana sarà il fiore all’occhiello della cooperazione sviluppata nel campo tra Stati membri, autorità locali, organizzazioni non governative, organizzazioni della società civile e altri interlocutori a livello nazionale o regionale. L’aspetto essenziale di tale cooperazione è che sta seguendo un corso tranquillo, attraversando frontiere nazionali, regionali, locali e persino amministrative, perché è la risposta alle esigenze concrete della vita quotidiana di coloro che abitano nell’area, una risposta formulata attraverso l’iniziativa e la partecipazione di vari livelli di governo e non una decisione imposta, a dimostrazione del fatto che il governo multilivello può offrire localmente questo genere di soluzioni. Nonostante il fatto che l’area danubiana interessi non solo Stati membri dell’Unione, ma anche paesi candidati e Stati direttamente legati alla politica europea di vicinato, la realtà dimostra che anche se tutti gli interlocutori coinvolti non appartengono alla Comunità, nondimeno condividono sfide comuni che non si fermano ai confini dell’Unione e richiedono un intervento congiunto per essere affrontate in maniera efficace. L’adozione della strategia dimostrerà che l’Unione intende avvalersi ulteriormente di tutto ciò che ha ottenuto a oggi in tale ambito con risorse europee.

 
  
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  Iuliu Winkler (PPE), per iscritto. – (HU) Vorrei esprimere apprezzamento per il progetto di risoluzione pluripartitica proposto su una strategia europea per la regione danubiana perché risponde esattamente ai nuovi processi europei intrapresi con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona. In ragione del suo accresciuto ruolo, il Parlamento europeo sta dando prova della capacità di assumere iniziative su temi importanti come la strategia per il Danubio. A mio parere, però, discutendo la strategia, non dovremmo limitarci a pensare alla sommatoria di vari elementi: economia, ambiente, trasporti e turismo. Ribadirei invece il significato politico della strategia, il fatto che il processo di pianificazione e cooperazione coinvolge tutti i paesi lungo il Danubio, tra cui anche Stati non membri come Serbia e Ucraina. Per questi paesi, il ruolo svolto nell’ambito della strategia per il Danubio rappresenta un mezzo importante per accostarsi all’Europa, agevolando così anche il loro futuro ingresso nell’Unione. Essendo un parlamentare ungherese proveniente dalla Romania, sono persuaso che questa iniziativa e il potenziale della politica di vicinato miglioreranno le condizioni delle comunità ungheresi in Serbia e Ucraina. Aggiungerei che i deputati ungheresi al Parlamento europeo hanno assunto un impegno comune nei confronti del futuro europeo delle comunità ungheresi che vivono nell’area dei Carpazi al di fuori delle frontiere dell’Unione. Il Danubio ospita una delle regioni multiculturali più colorite d’Europa; la conservazione e la divulgazione delle tradizioni storiche e comunitarie, il dialogo culturale e la comune salvaguardia di edifici e monumenti storici possono pertanto essere componenti della strategia per il Danubio per rafforzare la regione e la sua unicità.

 
  

(1)1 Cfr. processo verbale.

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