Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2009/2077(DEC)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A7-0063/2010

Discussioni :

PV 21/04/2010 - 3
CRE 21/04/2010 - 3

Votazioni :

PV 05/05/2010 - 13.45
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0135

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 21 aprile 2010 - Strasburgo Edizione GU

3. Discarico 2008 (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
MPphoto
 

  Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:

- la relazione, presentata dall’onorevole Liberadzki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione III – Commissione e agenzie esecutive [SEC(2009)1089 – C7-0172/2009 – 2009/2068(DEC)] (A7-0099/2010),

-la relazione, presentata dall’onorevole Ayala Sender, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del 7°, 8°, 9° e 10° Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2008 [COM(2009)0397 – C7-0171/2009 – 2009/2077(DEC)] (A7-0063/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Staes, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione I – Parlamento europeo [SEC(2009)1089 – C7-0173/2009 – 2009/2069(DEC)] (A7-0095/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione II – Consiglio [SEC(2009)1089 – C7-0174/2009 – 2009/2070(DEC)] (A7-0096/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione IV – Corte di giustizia [SEC(2009)1089 – C7-0175/2009 – 2009/2071(DEC)] (A7-0079/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione V – Corte dei conti [SEC(2009)1089 – C7-0176/2009 – 2009/2072(DEC)] (A7-0097/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione VI – Comitato economico e sociale [SEC(2009)1089 – C7-0177/2009 – 2009/2073(DEC)] (A7-0080/2010),

- la relazione presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione VII – Comitato delle regioni [SEC(2009)1089 – C7-0178/2009 – 2009/2074(DEC)] (A7-0082/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione VIII – Mediatore europeo [SEC(2009)1089 – C7-0179/2009 – 2009/2075(DEC)] (A7-0070/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Czarnecki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2008, sezione IX – Garante europeo della protezione dei dati [SEC(2009)1089 – C7-0180/2009 – 2009/2076(DEC)] (A7-0098/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico 2008: prestazioni, gestione finanziaria e controllo delle agenzie dell’UE [2010/2007(INI)] (A7-0074/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0188/2009 – 2009/2117(DEC)] (A7-0071/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0181/2009 – 2009/2110(DEC)] (A7-0091/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Accademia europea di polizia per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0198/2009 – 2009/2127(DEC)] (A7-0075/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0201/2009 – 2009/2130(DEC)] (A7-0105/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la ricostruzione per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0183/2009 – 2009/2112(DEC)] (A7-0072/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0193/2009 – 2009/2122(DEC)] (A7-0068/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0195/2009 – 2009/2124(DEC)] (A7-0104/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0202/2009 – 2009/2131(DEC)] (A7-0089/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0186/2009 – 2009/2115(DEC)] (A7-0092/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0194/2009 – 2009/2123(DEC)] (A7-0086/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0185/2009 – 2009/2114(DEC)] (A7-0067/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per i medicinali per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0189/2009 – 2009/2118(DEC)] (A7-0078/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0192/2009 – 2009/2121(DEC)] (A7-0081/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0196/2009 – 2009/2125(DEC)] (A7-0087/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0197/2009 – 2009/2126(DEC)] (A7-0084/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per la formazione professionale per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0191/2009 – 2009/2120(DEC)] (A7-0083/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0187/2009 – 2009/2116(DEC)] (A7-0069/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0203/2009 – 2009/2132(DEC)] (A7-0076/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0182/2009 – 2009/2111(DEC)] (A7-0088/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio di Eurojust per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0190/2009 – 2009/2119(DEC)] (A7-0093/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0184/2009 – 2009/2113(DEC)] (A7-0090/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (FRONTEX) per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0199/2009 – 2009/2128(DEC)] (A7-0085/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0200/2009 – 2009/2129(DEC)] (A7-0073/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune europea per ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0261/2009 – 2009/2187(DEC)] (A7-0094/2010),

- la relazione, presentata dall’onorevole Mathieu, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’impresa comune SESAR per l’esercizio 2008 [SEC(2009)1089 – C7-0262/2009 – 2009/2188(DEC)] (A7-0077/2010),

 
  
MPphoto
 

  Jean-Pierre Audy (PPE).(FR) Signor Presidente, rilevo l’assenza in Aula della Corte dei conti. È opportuno che essa manifesti la sua posizione al fine di chiarire la situazione. Come si spiega tale assenza? Rilevo altresì che i posti del Consiglio sono vuoti, sebbene tratteremo il discarico relativo alle sue attività, sul quale nutriamo numerose perplessità. Vi è una spiegazione anche per l’assenza del Consiglio?

 
  
 

(La seduta, sospesa alle 09.10, riprende alle 09.20)

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Onorevoli colleghi, la presenza del Consiglio non è richiesta, né tanto meno obbligatoria, tuttavia ci aspettavamo gli alti rappresentanti della Corte dei conti. La loro assenza ci sorprende molto, dato che non si tratta di un problema di trasporti. Lussemburgo non è tanto distante e possono benissimo viaggiare in macchina. Dobbiamo comunque dare inizio alla discussione, senza sapere per adesso il motivo del loro mancato arrivo.

Inizieremo la discussione senza di loro. Sappiamo che le votazioni sono state rinviate e che si terranno a Bruxelles tra due settimane, come già deciso. Ci resta quindi una sola possibilità: dobbiamo avviare la discussione, senza sapere se riusciranno ad arrivare tra mezz’ora o un’ora.

 
  
MPphoto
 

  Jean-Pierre Audy (PPE).(FR) Signor Presidente, mi permetto di osservare che, senza essere al corrente del motivo, comprendiamo l’assenza della Corte dei conti, il cui lavoro di controllo delle istituzioni europee è ragguardevole. Sollevo tuttavia obiezioni all’assenza del Consiglio, in quanto ci è necessario un confronto, segnatamente sui relativi alle sue attività. Mi oppongo quindi all’assenza del Consiglio oggi.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Onorevoli colleghi, possiamo in ogni caso dare avvio alla discussione. L’importante è iniziare il nostro lavoro.

 
  
MPphoto
 

  Edit Herczog (S&D). – Signor Presidente, desidero ricordare che non dobbiamo rimproverare soltanto il Consiglio, poiché anche il segretario generale del Parlamento è assente. Il discarico relativo alle attività del Parlamento riguarda anche lui, quindi ci rallegrerebbe molto la sua presenza qui oggi.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Sono certo che il segretario generale arriverà, non ho alcun dubbio in merito.

 
  
MPphoto
 

  Jens Geier, in sostituzione del relatore.(DE) Buongiorno, signor Presidente, onorevoli colleghi. Desidero ribadire che, a mio avviso, è piuttosto difficile condurre una discussione in assenza delle persone cui dovremmo accordare i discarichi, e con cui vogliamo discutere i motivi della concessione o del rinvio o qualsiasi altro tema sia opportuno vagliare.

Conosco molti onorevoli parlamentari della commissione e conosciamo le nostre rispettive posizioni. Attuare questa mattina un ennesimo scambio di opinioni, per quanto positivo, non è molto utile. In tale contesto, desidero proporre che la commissione deliberi formalmente di invitare le istituzioni in oggetto alla successiva discussione sul discarico e di rinviarla in caso di loro assenza.

Il discarico alle istituzioni europee si colloca in un momento difficile ma importante. A seguito della crisi finanziaria, tutti i governi hanno dovuto riesaminare i rispettivi bilanci al fine di garantire la soddisfazione dei criteri. Questo è il primo anno di una nuova legislatura per il Parlamento europeo e ci troviamo di fronte a una nuova formazione della Commissione. In materia di discarico esaminiamo però il bilancio per il 2008, che era sotto la responsabilità della Commissione precedente, e ciò apre una miriade di nuove prospettive.

Tra queste dobbiamo attenderci una nuova mentalità e un nuovo approccio da parte degli Stati membri, che, ai sensi del trattato di Lisbona, sono designati per la prima volta quali corresponsabili dell’esecuzione del bilancio comunitario.

Sotto il profilo della revisione del bilancio per il 2008, era intenzione del relatore assicurare che la Commissione si concentrasse unicamente sulle possibili iniziative per potenziare il controllo dei bilanci e che anche gli Stati membri acconsentissero. Il gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo nella commissione per il controllo dei bilanci mira a far sì che in futuro ogni relazione sul discarico, sulla base del parere della Corte dei conti europea, sia migliore della precedente. A tal fine, è fondamentale che il Consiglio assuma il suo nuovo ruolo, in considerazione dell’importanza che rivestono gli Stati membri.

Sarebbe altrettanto utile se la Corte dei conti europea si adoperasse per sanare lo squilibrio derivante, da un lato, dai rendiconti annuali e dalla durata pluriennale di molti programmi dell’Unione europea e, dall’altro, dalla logica soggiacente alla loro attuazione da parte della Commissione e degli Stati membri.

Nella nostra veste di autorità di bilancio, continuiamo a nutrire serie preoccupazioni per alcuni particolari settori di competenza, segnatamente quelli in cui l’Unione intende attuare le proprie priorità politiche. Fondamentale, ad esempio, è la coesione all’interno dell’Unione europea: rivestono quindi particolare importanza i fondi destinati alla politica strutturale. In questo ambito, occorre continuare a contrastare con decisione le cause di errore attraverso norme più semplici e il recupero di fondi erroneamente erogati. Servono strumenti più precisi per la misurazione dei risultati e invitiamo la Corte dei conti a metterli a punto per individuare con accuratezza le fonti di errore.

Sappiamo che il piano di azione per i Fondi strutturali destinati alla ripresa è finalmente in corso di attuazione e adesso bisogna attenderne gli effetti. Gli aiuti preadesione mirano a consentire cambiamenti fondamentali in questi Stati e occorre porre rimedio ai problemi di definizione e di attuazione degli obiettivi. È tuttavia inammissibile che si saboti l’obiettivo del processo di adesione per vie traverse.

Invito pertanto questa Assemblea a respingere il tentativo del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) di servirsi degli emendamenti per ribaltare la posizione del Parlamento sul processo di adesione della Turchia, come si afferma nella risoluzione sulla relazione di valutazione. Attendiamo con interesse la nomina del nuovo direttore generale dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), così da porre fine alla discussione ancora in corso, nonché le proposte della Commissione sulla riforma dell’OLAF, al fine di migliorare il lavoro decisivo svolto da questo Ufficio.

Da ultimo, passo agli interventi di politica esterna. E’ necessario che l’Unione europea dimostri la ferma intenzione di contribuire a risolvere i problemi nel mondo con azioni di estrema efficacia, anche nelle circostanze più difficili. Nei prossimi mesi sarà opportuno discutere con la Commissione l’attuale gestione dei fondi comunitari in questo ambito e il modo in cui verranno gestiti dal servizio europeo per l’azione esterna.

Si rileva comunque qualche progresso. Il nostro gruppo, ad esempio, si compiace in modo particolare delle misure adottate dalla Commissione sulle relazioni di gestione annuali degli Stati membri, poiché si avvicinano a quanto richiesto in passato dal gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici. Lo stesso vale per le rettifiche e i recuperi finanziari, che rappresentano altresì l’occasione per ridurre una percentuale di errore inaccettabile.

Tali punti ci consentono, fra le altre cose di chiedere il discarico della Commissione, nonostante alcune riserve. Vi ringrazio e attendo le vostre osservazioni.

 
  
MPphoto
 

  Inés Ayala Sender, relatore.(ES) Signor Presidente, oggi ci spetta un importante compito in relazione al discarico del 7°, 8° e 9° Fondo europeo di sviluppo (FES) e della parte del decimo FES relativa al 2008. Questo è inoltre un momento critico: sono in atto notevoli cambiamenti istituzionali e i vari disastri mondiali hanno dimostrato la rilevanza crescente degli aiuti europei, nonché la necessità di un loro coordinamento efficace e, soprattutto, trasparente, affinché tutti i cittadini europei continuino a sostenere detti aiuti e a mantenerne una visione positiva.

Il momento è critico anche sotto il profilo istituzionale. L’attuazione del trattato di Lisbona e l’istituzione della carica di alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché del servizio europeo per l’azione esterna, ci offrono una duplice opportunità. Da un lato abbiamo la possibilità di migliorare notevolmente l’applicazione e l’efficacia dei nostri aiuti esterni, dall’altro restano però interrogativi importanti, in quanto ci preoccupa la possibilità, molto concreta, che la maggiore efficacia degli aiuti europei allo sviluppo, ottenuta con difficoltà insieme alla Corte dei conti e alla Commissione, possa essere compromessa da una ulteriore riorganizzazione, dall’ambiguità del processo decisionale, dalla catena di responsabilità e, segnatamente, dalla gestione frammentata. Serve una maggiore sicurezza da parte della Commissione per evitare simili battute d’arresto, pertanto necessitiamo al più presto di informazioni chiare e concrete su come sarà il nuovo sistema e su come inciderà sugli aiuti allo sviluppo.

In primo luogo, relativamente all’esercizio in corso, vorrei esprimere la necessità della piena integrazione del FES nel bilancio; questa, lo ribadisco, è la nostra richiesta al fine di potenziarne la coerenza, la trasparenza e l’efficacia e di rafforzarne il dispositivo di controllo. Insistiamo pertanto che la Commissione, insieme al Parlamento, tenga ben presente questa richiesta nel contesto del prossimo quadro finanziario.

Altrettanto importante è il rafforzamento della programmazione congiunta nell’intento di ottenere una concentrazione, un coordinamento e una lungimiranza maggiori del lavoro. È quindi opportuno che il decimo FES si incentri su un numero limitato di settori.

È importante evitare i rischi della proliferazione, senza tuttavia sottovalutare la capacità e l’efficacia delle organizzazioni non governative sul campo, che sono effettivamente valide. Si tratta di un complesso esercizio di quadratura del cerchio, ma auspichiamo di portarlo avanti insieme alla Commissione.

Siamo altresì compiaciuti che in questo esercizio la dichiarazione di affidabilità sia stata positiva, fatta eccezione per le modalità di stima dell’accantonamento per i costi della Commissione. Non si riscontrano errori materiali nelle relative operazioni, anche se rileviamo ancora un’elevata incidenza di errori non quantificabili sia negli impegni di sostegno al bilancio che nei pagamenti, ed è quindi necessario apportare miglioramenti.

Deploriamo il fatto che la Corte dei conti non sia ancora riuscita a ottenere l’importante documentazione sui pagamenti pari al 6,7 per cento delle spese annuali relative alla cooperazione con le organizzazioni internazionali. Servono un metodo definitivo e un calendario ad hoc al fine di garantire che le informazioni e la documentazione riguardanti questi finanziamenti congiunti non siano compromesse dalla mancanza di trasparenza.

Giudichiamo inoltre soddisfacente l’attuazione finanziaria, dato che il settimo FES è stato chiuso e il saldo trasferito al nono FES. Ci congratuliamo anche per la tempestiva attuazione del decimo FES a partire dal 1° luglio 2008 e auspichiamo che l’impegno della Commissione ci permetta di liquidare il resto dei pagamenti vecchi e insoluti.

Le risorse rappresentano un altro elemento importante. Desta preoccupazione il fatto che, malgrado se ne sia discusso, le risorse del nono e del decimo FES gestite dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) non siano contemplate dalla dichiarazione di affidabilità e pertanto dovrebbero essere illustrate a cadenza regolare in una relazione della BEI.

 
  
MPphoto
 

  Bart Staes, relatore.(NL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, io stesso mi sono chiesto che cosa sia davvero il discarico. Il discarico è una procedura parlamentare, una procedura pubblica; è un esame critico, e pubblico, della gestione finanziaria. Sono stato incaricato di condurlo in relazione al Parlamento europeo per l’esercizio 2008. Questo esame facilita la comprensione da parte di deputati e cittadini del particolare assetto, della struttura di governance e dei metodi di lavoro del Parlamento. Dopotutto, onorevoli colleghi, i cittadini hanno il diritto di sapere che ne è delle loro tasse. Ci sono in ballo molti soldi. Parliamo di un bilancio parlamentare di 1,4 miliardi di euro per il 2008, mentre il bilancio per il 2011 è stimato in 1,7 miliardi di euro. Si tratta di una enorme quantità di denaro.

La procedura è importante, così come l’operato della commissione per il controllo dei bilanci. Un approccio critico in sede di commissione è infatti garanzia di progresso, come ampiamente dimostrato in passato. Ad esempio, la posizione critica assunta dalla commissione per il controllo dei bilanci ha garantito l’introduzione di uno statuto dei deputati del Parlamento europeo e di uno statuto degli assistenti, la conduzione di un esame critico relativamente all’acquisto di edifici qui a Strasburgo e il completamento di una procedura del sistema di ecogestione e audit (EMAS) che ha ridotto l’impatto ambientale del nostro lavoro.

Queste sono tutte buone notizie, onorevoli colleghi. Grazie alla nostra posizione critica, siamo riusciti a tagliare il consumo di elettricità del 25 per cento in tre anni e a utilizzare il 100 per cento di energia elettrica verde. Abbiamo ottenuto una riduzione delle emissioni di CO2 del 17 per cento e siamo riusciti a tagliare, ridurre a compost o riutilizzare il 50 per cento dei nostri rifiuti.

La mia relazione introduce anche il nuovo concetto di “rischio di reputazione” per il Parlamento. Ciò significa che il benché minimo impatto delle risorse finanziarie può causare un danno enorme alla reputazione di questa Assemblea. Dobbiamo mantenere alta la guardia. La nomina prevista per il 24 febbraio di un responsabile della gestione del rischio nell’amministrazione è da ritenersi estremamente positiva. Desidero invitare questa persona a intervenire presso le commissioni competenti e a discutere con noi le possibili strategie per ridurre il rischio di distrazione di fondi pubblici in questa Assemblea. Un approccio critico è fondamentale, come ho già dichiarato, ecco perché invito alla trasparenza e all’apertura, all’istituzione di un sistema di freni e contrappesi, alla responsabilità e all’obbligo di rendiconto.

Signor Presidente, propongo di concedervi un discarico, in quanto non ho rilevato alcun caso grave di frode o distrazione di fondi pubblici né altri scandali di rilievo, su questo punto desidero essere chiaro. La mia relazione è tuttavia critica e voglio dimostrare che possiamo fare ancora meglio. Detta relazione mira a garantire, in previsione delle prossime elezioni del 2014, la nostra estraneità a qualsiasi scandalo, sia esso grande o piccolo, nonché a commenti spiacevoli da parte della stampa.

Nella mia relazione mi sono adoperato per fornire al segretario generale e ai vertici amministrativi del Parlamento una serie di strumenti per tutelarsi da certe critiche. Ho discusso diversi motivi di preoccupazione, tra cui il fatto che il segretario generale rediga la sua relazione annuale sulla base delle dichiarazioni dei direttori generali, quando preferirei che vi fosse un secondo parere. Propongo un’analisi ancora più approfondita di tutto il difficile sistema degli appalti pubblici, dato che costituisce un importante fattore di rischio. Propongo anche di fare in modo che i soldi dei contribuenti non vengano impiegati per il fondo di vitalizio volontario, il cui disavanzo attuariale è pari a 121 milioni di euro.

Onorevoli colleghi, desidero concludere con alcune osservazioni sulla stesura della mia relazione. Mi sono impegnato al fine di ottenere una collaborazione positiva con i relatori ombra e sono stati proposti alcuni emendamenti molto costruttivi. Mi rammarico tuttavia che a un certo punto il gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) abbia presentato soltanto una cinquantina di emendamenti, cercando di cancellare parti importanti della mia relazione. Posso solo pensare a un’interferenza tra alcune strutture parlamentari e qualche deputato compiacente. Deploro questo comportamento perché, essendo io filoeuropeo ma comunque critico, in questa relazione sul discarico ho cercato sopra ogni cosa di adottare un approccio particolarmente costruttivo e positivo.

 
  
MPphoto
 

  Ryszard Czarnecki, relatore. (PL) Signor Presidente, Commissario Šemeta, va sottolineato che in tutte le istituzioni di cui mi sono occupato – la Corte di giustizia, la Corte dei conti, oggi assente, il Comitato economico e sociale (CESE), il Comitato delle regioni, il Mediatore europeo e il Garante europeo della protezione dei dati – si rileva un miglioramento generale, benché questo non significhi che tutto è perfetto.

A onor del vero, la situazione contabile del Consiglio è quella meno trasparente. La collaborazione con il Consiglio in materia di discarico del bilancio lascia inoltre molto a desiderare. La commissione per il controllo dei bilanci ha accolto la mia proposta di rinviare la decisione in merito alla concessione del discarico al segretario generale del Consiglio per l’esecuzione del bilancio relativo alle sue attività per l’esercizio 2008. La situazione è analoga a quella dell’anno passato. I coordinatori della commissione per il controllo dei bilanci hanno incontrato i rappresentanti della Presidenza spagnola del Consiglio, pensando di poter giudicare positivamente i progressi compiuti l’anno scorso nella cooperazione grazie alla proroga della procedura di discarico. Quest’anno, purtroppo, le risposte fornite alle domande del sottoscritto e dei coordinatori erano del tutto insoddisfacenti e hanno dato luogo a molti dubbi. Per questo motivo, e con l’appoggio dei coordinatori di tutti i gruppi politici, ho deciso di rinviare la decisione sul discarico. Rimangono ancora poco chiare le questioni relative al finanziamento di vari settori della politica estera comune e della sicurezza, alle relazioni finanziarie annuali e alla chiusura della contabilità fuori bilancio. È opportuno migliorare sensibilmente la verifica delle fatture e la pubblicazione delle decisioni amministrative che servono come base giuridica per le voci di bilancio. Risulta inoltre paradossale che gran parte dei dati presentati dal Consiglio riguardi l’esercizio finanziario precedente.

Per quanto attiene alla Corte di giustizia, possiamo osservare alcuni punti deboli nelle procedure interne delle gare di appalto, come sostiene anche la Corte dei conti. A tale riguardo, caldeggiamo l’indicazione della Corte dei corti, secondo cui è necessario perfezionare le procedure di appalto dell’istituzione. Ci compiacciamo per la riduzione della durata dei procedimenti, nonostante il persistente arretrato di cause. Esprimiamo altresì soddisfazione per l’istituzione dell’unità di audit interno e accogliamo con favore la prassi di includere nella relazione di attività le informazioni sui progressi compiuti relativamente al discarico dell’anno precedente. Ribadisco il nostro più profondo rammarico per la persistente riluttanza della Corte di giustizia europea a pubblicare le dichiarazioni degli interessi finanziari dei propri membri.

Quanto alla Corte dei conti, la revisione contabile esterna non dà motivo di credere che le risorse finanziarie a essa assegnate siano impiegate in maniera impropria. Ribadisco la proposta di considerare un’eventuale razionalizzazione della struttura della Corte, ad esempio fissando un numero massimo di membri e non trattando la Corte dei conti come un particolare tipo di gruppo politico.

Nel caso del Comitato economico e sociale europeo (CESE), il controllo effettuato dalla Corte dei conti non ha rilevato alcuna grave irregolarità. È opportuno raccomandare che le disposizioni relative agli aspetti finanziari del personale vengano interpretate e attuate da tutte le istituzioni europee, così da garantire pari trattamento al personale delle varie istituzioni. Accogliamo con favore l’adozione dell’accordo di cooperazione amministrativa tra il CESE e il Comitato delle regioni e incoraggiamo entrambe le istituzioni a comunicare i progressi compiuti in materia di armonizzazione delle proprie norme di controllo interno.

Non nutriamo serie riserve sul Comitato delle regioni e sul Mediatore europeo. Abbiamo rilevato che quest’ultimo ha aumentato in maniera sostanziale il numero dei dipendenti e la questione è se sia opportuno un aumento a un simile ritmo, nonostante l’elevato carico di lavoro.

In sintesi, si constata soltanto un problema in seno al Consiglio, mentre non se ne rilevano nelle altre sei istituzioni.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Dobbiamo attenerci al tempo assegnato.

Ho alcune informazioni. Abbiamo preso contatto con il capo di gabinetto del presidente della Corte dei conti e abbiamo anche controllato le ultime discussioni tenute al Parlamento europeo nel 2008 e nel 2009. Né la Corte dei conti né il Consiglio erano presenti. La Corte dei conti e il Consiglio non erano presenti alle nostre discussioni.

Il presidente della Corte dei conti Caldeira ha rimarcato altresì che la Corte, nell’esercizio delle sue funzioni tecniche, deve essere presente alla riunione della commissione per il controllo dei bilanci, restando tuttavia in secondo piano nelle discussioni politiche in plenaria. Il presidente Caldeira mi contatterà nel corso della giornata per spiegarmi la posizione della Corte dei conti sulle nostre discussioni.

Dai controlli eseguiti negli ultimi due anni emerge che la Corte dei conti non era presente. Se vogliamo organizzarci per il futuro, potrebbero essere presenti il prossimo anno. Naturalmente sono stati informati della nostra riunione, ma sono rimasti assenti negli ultimi due anni. Saranno senza dubbio presenti a ottobre e a novembre, quando presenteranno la loro relazione.

 
  
MPphoto
 

  Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE).(NL) Signor Presidente, posso accettare che la Corte dei conti europei non sia presente oggi, ma la sua dichiarazione sull’assenza del Consiglio, anche in relazione agli ultimi anni, dimostra semplicemente che il problema è strutturale piuttosto che occasionale. È il tipico comportamento del Consiglio quando si parla dell’utilizzo responsabile dei fondi europei e, di fatto, il suo messaggio serve soltanto a gettare ancora più in cattiva luce l’assenza del Consiglio. Per tale motivo, e come segnale chiarissimo da parte del Parlamento al Consiglio, propongo di rinviare la discussione odierna sul discarico del Consiglio e di astenerci dall’affrontare l’argomento oggi.

 
  
MPphoto
 

  Ryszard Czarnecki, relatore. (PL) Signor Presidente, la ringrazio per la sua attenta presentazione dei fatti relativi agli anni precedenti, tuttavia desidero sottolineare con fermezza che, a seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il ruolo del Parlamento europeo si è rafforzato. Siamo quindi legittimati ad attenderci, per motivi non tanto formali quanto pratici e politici, che i rappresentanti del Consiglio, come già dichiarato dal relatore precedente, siano presenti a questa discussione estremamente importante, forse la più significativa dal punto di punto di vista dei contribuenti e degli elettori europei. L’assenza del Consiglio è del tutto inopportuna e accolgo di buon grado la proposta del relatore precedente secondo la quale, vista la situazione, è opportuno rinviare la parte della discussione relativa a questa istituzione e attendere l’arrivo dei suoi rappresentanti. Ribadisco quanto già affermato, ovvero che il Consiglio non ha mostrato la volontà di lavorare in maniera costruttiva con i rappresentanti e i coordinatori della commissione per il controllo dei bilanci, pertanto l’assenza di oggi è l’ennesima dimostrazione di questa poca disponibilità.

 
  
MPphoto
 

  Edit Herczog (S&D).(EN) Signor Presidente, quando esamineremo e voteremo la procedura di discarico, il Parlamento europeo si assumerà la piena responsabilità per l’anno 2008. Questo è il momento di accollarci la responsabilità della Commissione, del Consiglio e di altre istituzioni. Non si tratta di una formalità, bensì di una circostanza molto importante.

Abbiamo tuttavia deciso di proseguire la discussione e andremo avanti. Non dimenticate che esiste una ragione oggettiva, ovvero la difficoltà di arrivare qui dalla Spagna. Lo so perché vengo dall’Azerbaigian, via Baku e Madrid e poi su strada. Sono consapevole che oggi non è la giornata giusta per farlo. Ritengo che tanto basti per invitare le suddette istituzioni e le altre coinvolte nel discarico a mostrare interesse e a essere presenti alla votazione che si terrà a maggio. Questo è il mio suggerimento.

 
  
MPphoto
 

  Jean-Pierre Audy (PPE).(FR) Signor Presidente, siamo avvezzi ai posti vuoti del Consiglio, non è la prima volta, quindi evitiamo le ipocrisie. Ribadisco la mia disapprovazione per questa condotta. Per quanto concerne la discussione, sono favorevole a proseguirla.

Sulla base della valutazione effettuata dalla sua amministrazione, non ritengo che siamo in grado di modificare l’ordine del giorno, essendo stato fissato su sua autorizzazione quando è ripresa la sessione plenaria. Sono quindi favorevole a portare avanti la discussione, pur ribadendo il mio rincrescimento per l’assenza del Consiglio.

 
  
MPphoto
 
 

  Presidente. – Onorevoli colleghi, oggi prenderò contatto sia con la Corte dei conti che con il Consiglio. Informerò entrambe le istituzioni con estrema fermezza delle nostre aspettative per il futuro e riferirò che è richiesta la loro presenza alle riunioni. Ne parlerò di persona anche con il Presidente Zapatero, dato che guida la Presidenza di turno. Oggi stesso troverò una soluzione a questo problema in vista degli anni a venire.

 
  
 

È un miracolo! Onorevoli colleghi, stavate parlando del potere che abbiamo acquisito dopo il trattato di Lisbona. Si tratta di un potere fantastico. Il Consiglio arriverà tra qualche minuto. Presidente in carica, la ringrazio di essere venuto. Prenderò contatto con il presidente della Corte dei conti, essendo opportuna la sua presenza alla nostra discussione, nonché le altre istituzioni. Provvederò quindi a contattarli oggi.

Adesso dovremmo proseguire e vi invito a rispettare il tempo assegnato.

 
  
MPphoto
 

  Véronique Mathieu, relatore.(FR) Signor Presidente, Commissario Šemeta, Presidente in carica del Consiglio López Garrido, mi compiaccio di vederla e di parlare in sua presenza: benvenuto. Nel periodo 2000-2010 abbiamo assistito a un aumento pari al 610 per cento dei contributi dell’Unione europea alle agenzie decentrate. I contributi sono passati da 95 a 579 milioni di euro, benché l’organico di dette agenzie sia aumentato di circa il 271 per cento.

Nel 2000 le agenzie hanno assunto 1 219 persone, a fronte delle attuali 4 794. Queste cifre non tengono conto dell’Agenzia europea per la ricostruzione, chiusa nel 2008, il cui ultimo discarico sarà votato oggi o in momento successivo a Bruxelles.

Si tratta di un aumento generale sicuramente imponente. Cionondimeno, nel periodo 2000-2010 l’Unione europea abbia dovuto affrontare numerose sfide: in primo luogo, i due allargamenti del 2004 e del 2007, con l’entrata di 12 nuovi Stati membri, e poi sfide quali l’occupazione e la formazione professionale, l’immigrazione, l’ambiente, la sicurezza aerea e molte altre ancora.

In questo contesto, alle agenzie decentrate istituite per rispondere a determinate esigenze viene richiesto di contribuire direttamente, attraverso le professionalità maturate, ai progressi dell’Unione Europea a fronte delle suddette sfide. Parimenti gli Stati membri devono collaborare in stretto coordinamento su queste questioni e le agenzie rappresentano un potente strumento di scambio. Da ultimo, la diffusione delle agenzie su tutto il territorio dell’Unione avvicina l’Europa ai suoi cittadini, consentendo un certo decentramento delle attività comunitarie.

La portata dei compiti affidati alle agenzie e l’aumento del loro numero, delle loro dimensioni e del loro bilancio impone però che le istituzioni adempiano alle proprie responsabilità di autorità di bilancio. Anche la sfera di competenza del Parlamento in materia di controllo del bilancio, al pari di quella del servizio di audit interno della Commissione e della Corte dei corti, deve essere rafforzata al fine di garantire un controllo adeguato di tali agenzie, che non per questo sono però esenti dal conformarsi alle norme in vigore.

Per quanto attiene al discarico 2008, desidero sottolineare i problemi ricorrenti che purtroppo si trovano ad affrontare molte agenzie: le carenze nelle procedure di appalto, la pianificazione non realistica delle assunzioni e la mancanza di trasparenza nelle procedure di selezione del personale; l’elevato volume di riporti e annullamenti degli stanziamenti operativi e le lacune nella programmazione delle attività, con una mancanza di obiettivi specifici.

Si osserva che, malgrado i loro sforzi, alcune agenzie continuano ad avere difficoltà nell’applicazione delle norme finanziarie e di bilancio dell’Unione, anche in considerazione delle loro dimensioni. È più difficile per le agenzie più piccole conformarsi alle onerose procedure imposte dalla normativa comunitaria. A tale riguardo, mi attendo conclusioni rapide da parte del gruppo di lavoro interistituzionale al fine di garantire che non si ripetano gli stessi problemi anno dopo anno. Queste difficoltà non compromettono tuttavia la concessione del discarico per l’esercizio 2008.

Diversa è la situazione per l’Accademia europea di polizia (CEPOL). Nonostante si ravvisino alcuni miglioramenti nella gestione, rispetto alla situazione del 2007, i controlli effettuati evidenziano alcune irregolarità lampanti nell’applicazione delle norme amministrative e finanziarie. Abbiamo dunque proposot di rinviare il discarico.

In conclusione, desidero sottolineare gli sforzi compiuti da talune agenzie al fine di ottimizzare la gestione. Alcune si sono prefissate l’obiettivo di spingersi e hanno introdotto norme lodevoli, e andrò a citarne soltanto alcune. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha introdotto una procedura di valutazione dei rischi e, aggiungo io, ha svolto con estrema efficacia il suo ruolo di coordinamento fra le agenzie. L’Agenzia europea dell’ambiente ha attuato un sistema di controllo della gestione finalizzato a monitorare l’avanzamento dei progetti e l’impiego delle risorse in tempo reale. Da ultimo, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha creato un sistema di controllo delle informazioni fornite. Incoraggio quindi le agenzie a seguire questa linea.

 
  
MPphoto
 

  Algirdas Šemeta, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, mi consenta di ringraziare la commissione per il controllo dei bilanci e, segnatamente, il relatore, l’onorevole Liberadzki, e i suoi colleghi per le relazioni presentate e per le raccomandazioni volte a concedere il discarico alla Commissione per l’esercizio 2008. Desidero inoltre ringraziare l’onorevole Ayala Sender per la sua relazione sull’esecuzione del Fondo europeo di sviluppo e l’onorevole Mathieu per la sua analisi esaustiva dei problemi ricorrenti delle agenzie.

La procedura di discarico 2008 sta volgendo al termine. È stato un periodo intenso, ma soprattutto l’inizio di un nuovo dialogo costruttivo tra le nostre istituzioni. Ottenere una dichiarazione di affidabilità senza riserve (DAS) dalla Corte dei conti rimane l’obiettivo comune della Commissione e ritengo che ciò sia stato ampiamente dimostrato dai nostri recenti sforzi.

I progressi già in atto prevedono l’introduzione di semplificazioni, il miglioramento dei sistemi di gestione e di controllo per il periodo di programmazione 2007-13 e vari piani di azione che interverranno gradualmente sulle percentuali di errore. Un sostanziale salto di qualità sarà possibile con la nuova generazione di programmi, previsti per il prossimo esercizio finanziario e attualmente in preparazione. Detti programmi sono intesi a raggiungere un migliore equilibrio tra criteri di ammissione mirati, costi di controllo e qualità della spesa.

Condivido tuttavia, al pari dei miei colleghi Commissari, il desiderio espresso nella vostra risoluzione sul discarico: vogliamo che i progressi compiuti negli ultimi anni per il miglioramento della gestione finanziaria del bilancio europeo registrino un’accelerazione apprezzabile, ivi compresi il rafforzamento della responsabilità e dell’obbligo di rendiconto delle principali parti interessate. A tale riguardo, un’intensa collaborazione tra la Commissione e il Parlamento europeo è determinante, ma sappiamo tutti che non sarà sufficiente a stimolare progressi concreti e durevoli nell’immediato. Per ottenere un esito positivo, è necessario un nuovo partenariato con tutte le parti interessate e, non da ultimo, il coinvolgimento attivo degli Stati membri e della Corte dei conti europea.

La Commissione non attenderà l’entrata in vigore degli emendamenti al regolamento finanziario per invitare le autorità degli Stati membri a riassumersi interamente le proprie responsabilità, come sancito dal trattato di Lisbona, in previsione di misure essenziali al miglioramento della gestione finanziaria.

Ritengo altresì che la Corte dei conti svolga un ruolo fondamentale elaborando la dichiarazione di affidabilità sulla gestione finanziaria della Commissione. Qualsiasi modifica alla ripartizione settoriale della dichiarazione altererebbe la quota di bilancio associata alle diverse aree, codificate per colore.

La Commissione sarebbe lieta se, nel prossimo futuro, la Corte dei conti volesse prendere in esame una distinzione tra ambiti con un diverso rischio di errore e informarci sul reale valore aggiunto dei sistemi di gestione e di controllo introdotti nella normativa 2007-13. Auspico altresì che, quando il colegislatore avrà concordato un rischio di errore tollerabile, la Corte dei conti valuti questo nuovo concetto nel modo che riterrà opportuno.

Come richiesto, la Commissione preparerà e trasmetterà al Parlamento una nuova strategia a partire dal 2010. La Commissione si adopererà in ogni modo, insieme con le altre parti coinvolte, per accelerare la riduzione della percentuale di errore in modo da assicurare che un ulteriore 20 per cento del bilancio possa ottenere una classificazione “verde” da parte della Corte dei conti europea nel 2014.

Il coinvolgimento di tutte le parti interessate all’obiettivo comune del miglioramento della gestione finanziaria e della protezione degli interessi finanziari dell’Unione costituirà il fulcro di questa nuova strategia, che vi illustrerò già il mese prossimo. Le considerazioni da voi espresse nella risoluzione sul discarico 2008 saranno tenute in debito conto. Mi auguro che riusciremo a instaurare un confronto costruttivo.

 
  
MPphoto
 

  Michael Gahler, relatore per parere della commissione per gli affari esteri.(DE) Signor Presidente, nell’esercizio 2008 sono stati erogati pagamenti per circa 5 miliardi di euro in settori di cui è responsabile la commissione per gli affari esteri. A posteriori la continua carenza di finanziamenti della categoria IV è chiara. La Corte dei conti ha rilevato talune inesattezze e considera soltanto parzialmente efficace la supervisione e il sistema di controllo degli aiuti esterni, degli aiuti allo sviluppo e degli aiuti di preadesione della Commissione. Quest’ultima chiama in causa l’approccio annuale della Corte dei conti, in grado di valutare soltanto una parte del lavoro della Commissione, e sostiene che il motivo risiede nel carattere pluriennale di quasi tutti i programmi e nei relativi sistemi di controllo. L’aspetto importante, a mio avviso, è che la Corte dei conti non parla di frode o malversazione.

Il problema sta piuttosto nel gestire gli aiuti esterni dell’Unione nel modo più attento, tempestivo ed efficace possibile, nonché nella presentazione di documenti dettagliati e nell’individuazione delle responsabilità, perché è irritante quando i progetti non vengono portati a termine puntualmente o non è chiaro il loro esito: ne va del successo della nostra politica estera. Il fatto che la Corte dei conti abbia rilevato un calo delle percentuali di errore costituisce quindi motivo di elogio per il lavoro svolto dalla Commissione precedente in materia di aiuti esterni, cooperazione allo sviluppo e politica di allargamento.

È ovvio che anche gli emendamenti al quadro normativo di riferimento iniziano a produrre i loro effetti. La relazione speciale sugli aiuti preadesione alla Turchia offre i primi riferimenti per migliorare il controllo dell’impiego dei fondi, diventato possibile a partire dal 2007 grazie al nuovo strumento di assistenza preadesione. Le relazioni e i riesami contabili futuri dovranno indicare se i beneficiari hanno gestito gli aiuti europei in modo positivo e responsabile. Dobbiamo essere in grado di adattare la flessibilità della nostra politica estera, così da poter difendere in modo adeguato gli interessi della nostra politica esterna.

Invitiamo dunque la Commissione a proseguire con il miglioramento del regolamento finanziario, del nuovo quadro di riferimento finanziario, della riforma del bilancio e, in particolare, con il potenziamento del servizio europeo per l’azione esterna. Nel complesso, posso tuttavia raccomandare il discarico per l’esercizio 2008 relativamente alla commissione per gli affari esteri.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. WIELAND
Vicepresidente

 
  
MPphoto
 

  Ingeborg Gräßle, relatore per parere della commissione per l’occupazione e gli affari sociali.(DE) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, Commissario, onorevoli deputati, abbiamo già trascorso una mattinata interessante insieme. In realtà, avevo previsto un intervento completamente diverso, ma ho deciso di cambiare direzione perché ritengo che gli avvenimenti di oggi non possano essere ignorati.

E’ evidente che né quest’Aula, né tantomento le altre istituzioni affrontano il tema del discarico con la giusta serietà. L’unica istituzione tenuta a prenderlo sul serio è la Commissione, essendo soggetta alla procedura di discarico ai sensi del trattato ed essendo il nostro interlocutore diretto. Il trattato non disciplina il ruolo delle altre istituzioni in materia di discarico ed è questo il nostro problema. Immaginiamo che, tra un paio d’anni, il servizio europeo per l’azione esterna, divenuto istituzione, non presenzi alle nostre discussioni. Si riproporrebbe la situazione di oggi oggi, ovvero che le istituzioni non ritengono sia necessario recarsi in quest’Aula e ascoltare ciò che il Parlamento, in quanto autorità di bilancio, ha da dire loro. Quest’anno il Consiglio sta compiendo un’eccezione apprezzabile, come è accaduto lo scorso anno sotto la Presidenza svedese.

Se noi poniamo quello che accade oggi alla base del discarico, in quanto diritto fondamentale del Parlamento, allora non posso che esortarvi a non accogliere la proposta presentata, che mira a trasformare il servizio europeo per l’azione esterna in un’istituzione: si segnerebbe così la fine della nostra influenza, cui si sfugge fin troppo agevolmente. L’unica altra istituzione qui rappresentata è il Parlamento e vorrei rivolgere al presidente di questa istituzione i miei ringraziamenti più sentiti per essere intervenuto in difesa dei nostri diritti questa mattina e per avere annunciato che avvierà un dialogo anche con tutti gli altri.

Che senso ha godere del diritto di discarico se non lo prendiamo sul serio e se non imponiamo agli altri di fare altrettanto? Dobbiamo dunque analizzare la procedura di discarico con molta attenzione perché non si può continuare in questo modo.

Vorrei prendere l’iniziativa e rivolgermi nuovamente al Consiglio. A seguito dell’introduzione del trattato di Lisbona, il Consiglio e il presidente del Consiglio rappresentano due diverse istutuzioni e ci aspettiamo che si proceda all’immediato riconoscimento di tale situazione nella normativa relativa al bilancio. Voi stessi dovete assicurarvi che le vostre competenze vengano saldamente ancorate nel diritto sul bilancio, e lo stesso dicasi per il presidente del Consiglio. Dovete tradurre in legge i vostri compiti e vi esorto a farlo rapidamente.

 
  
MPphoto
 

  Jutta Haug, relatore per parere sulla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei affrontare un unico punto, che ritengo scandaloso. Mi sto riferendo al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’ECDC, con sede a Stoccolma. Dal maggio 2005, professionisti di alta levatura sono costretti a lavorare in un ambiente decisamente ostile. Fino ad ora il governo svedese non è stato in grado di concludere un accordo di sede con l’ECDC, sebbene abbia richiesto con tenacia di ospitare questa agenzia, come del resto tutti gli Stati membri desiderano sempre ardentemente un’agenzia.

Ad oggi, nessuno dei dipendenti possiede un numero d’identificazione personale, il cosiddetto Folkbokföring, che viene utilizzato dalle amministrazioni pubbliche, dalle istituzioni e dalle aziende private per potere identificare i propri utenti. Ne consegue che, ad esempio, i bambini nati in Svezia non possono essere registrati all’anagrafe, le aziende fornitrici di gas ed energia elettrica e quelle operanti nel campo dei media e delle telecomunicazioni sospendono i propri servizi, i proprietari di casa non accettano contratti di locazione a lungo termine e l’accesso ai servizi di assistenza medica e sanitaria può rivelarsi difficoltoso. I coniugi dei dipendenti non possono intraprendere un’attività professionale autonoma in Svezia o riscontrano comunque molte difficoltà nel trovare un posto di lavoro. L’elenco potrebbe continuare a lungo. E’ evidente che il personale dell’ECDC in Svezia si vede negati alcuni diritti fondamentali previsti dal diritto comunitario. Questo problema è stato quindi portato all’attenzione della nostra commissione per le petizioni. Si tratta comunque di una situazione insostenibile.

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
MPphoto
 

  Wim van de Camp, relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. – (NL) Signor Presidente, non resta molto da dire sul bilancio della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori per il 2008; la discussione in seno alla commissione e le relazioni hanno già fornito numerose delucidazioni in materia. Constatiamo una sottoutilizzazione notevole per quanto riguarda Solvit nel 2008, che dovrebbe però correggersi nel 2009 e nel 2010. Tuttavia inviterei il Commissario ad assicurarsi che il bilancio per Solvit venga utilizzato in modo ragionevole. Comprendo che è necessario spendere i bilanci in modo responsabile, ma mi rendo anche conto che non sono state fornite sufficienti informazioni in materia.

A questo proposito, vorrei fare solo una piccola osservazione in merito alla direttiva sui Servizi, introdotta nel dicembre 2009. Esiste un grande vuoto informativo all’interno dell’Unione europea su questa direttiva.

Signor Presidente, vorrei passare al tema dei controlli doganali effettuati dagli Stati membri. Non è strettamente necessario discuterne in questa sede, ma dal momento che gli Stati membri non stanno conducendo un numero adeguato di controlli sulle merci importate, vorrei rinnovare il mio appello alla Commissione affinché si confronti con gli Stati membri per discutere ulteriormente il tema, al fine di garantire che le merci importate siano soggette a controlli efficaci.

Infine, come già sottolineato da alcuni miei colleghi e dallo stesso Commissario, le norme in materia di bilancio sono ancora molto complicate per diversi aspetti, il che fa sì che anche i meccanismi di controllo a esse associate siano estremamente complessi. Vorrei dunque unirmi a quanti hanno richiesto che vengano semplificate e, in ogni caso, migliorate.

 
  
MPphoto
 

  Inés Ayala Sender, relatore per parere della commissione per i trasporti e il turismo.(ES) Signor Presidente, le chiederei di considerare la prima parte come un richiamo al regolamento perché, prima della fine della discussione, vorrei sapere se il Parlamento ha invitato sia la Corte dei conti sia il Consiglio a partecipare e vorrei avere maggiori informazioni sulla documentazione, o che questa mi venga inviata. Vorrei anche sapere se lo scorso anno il Consiglio ha partecipato alla discussione sul discarico – sebbene l’onorevole Gräßle abbia dichiarato che la Presidenza svedese era presente.

Potrebbe avviare il cronometro per il mio intervento sul discarico nell’ambito dei trasporti?

Vorremmo, innanzi tutto, esprimere la nostra soddisfazione per l’alto tasso di utilizzazione registrato dalla commissione per i trasporti e il turismo in riferimento agli stanziamenti d’impegno e di pagamento per le reti transeuropee, che hanno raggiunto entrambi quasi il 100 per cento.

Chiaramente, è necessario che gli Stati membri si assicurino che nei bilanci nazionali sia previsto un finanziamento adeguato e vorrei ripetere ancora una volta che il Parlamento ha sempre sostenuto un aumento dei finanziamenti per queste reti. Riteniamo che l’esame dei progetti relativi alle reti, che si svolgerà quest’anno, nel 2010, ci offrirà l’opportunità di valutare se la spesa è stata sufficiente ed efficace: il monitoraggio lo è stato senz’altro.

Accogliamo con favore anche il fatto che i conti annuali dell’Agenzia esecutiva per la rete transeuropea di trasporto siano legittimi e regolari, sebbene i ritardi nelle assunzioni ci diano da pensare. La direzione generale della Mobilità e dei trasporti della Commissione ci ha informati, tuttavia, che si procederà a un aggiornamento.

D’altra parte, siamo preoccupati per lo scarso utilizzo degli stanziamenti di pagamento per la sicurezza dei trasporti, l’utilizzo ancora più limitato del programma Marco Polo, che gode del sostegno del Parlamento, e il ricorso estremamente contenuto agli stanziamenti nell’ambito dei diritti dei passeggeri.

Considerando la portata del progetto, ci preoccupa anche l’utilizzo inadeguato degli stanziamenti di pagamento relativi al programma Galileo e lamentiamo una totale assenza di dati in materia di turismo. Ci auguriamo che tale lacuna informativa venga colmata nel nuovo quadro istituzionale.

 
  
MPphoto
 

  Jean-Pierre Audy (PPE).(FR) Signor Presidente, sono indeciso se prendere la parola. Mi scuso per questi richiami al regolamento. Vorrei innanzi tutto dare il benvenuto al Consiglio e ringraziare il ministro per la sua presenza oggi. Credo, signor Presidente, che normalmente il Consiglio venga invitato a intervenire subito dopo la Commissione. Tuttavia il Consiglio non è intervenuto prima della discussione politica, sebbene lo abbia fatto alla fine della discussione stessa. Ritengo sarebbe opportuno lasciargli la parola in un momento specifico, in modo che possa commentare la posizione espressa dal relatore, il quale propone che venga posticipata la concessione del discarico al Consiglio.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Raggiungeremo un accordo con il Consiglio in merito all’opportunità di un suo intervento.

 
  
MPphoto
 

  László Surján, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale.(HU) Il discarico è un atto giuridico e ritengo che la commissione per lo sviluppo regionale non abbia alcun motivo di opporsi a una sua concessione. Parallelamente, il discarico costituisce anche una valutazione di stampo politico, dal momento che indica se sono stati raggiunti gli obiettivi fissati nel 2008 e se le spese sono state sufficientemente efficaci.

Circolano molte idee sbagliate in merito al processo di valutazione della politica di coesione, anche all’interno di questa stessa Aula. Vi invito caldamente a riflettere sul fatto che non tutti gli errori vengono commessi in cattiva fede. Attribuiamo spesso troppo valore alle critiche avanzate – comunque a ragion veduta – dalla Corte dei conti o in occasione di qualunque altra revisione contabile. Vorrei sottolineare che non abbiamo dati che ci permettano di quantificare la trasparenza. E’ necessario adottare una metodologia comune per valutare l’efficienza, l’efficacia e anche la capacità di assorbimento, che ricopre un ruolo fondamentale per stabilire come procedere rispetto alla politica di coesione.

Nel 2008, questo ciclo di pianificazione ha prodotto appena il 32 per cento delle uscite, mentre il resto è stato ottenuto dalla spesa del ciclo precedente al 2006. E’ pertanto difficile valutare in che misura siamo effettivamente riusciti, nel 2008, a raggiungere gli obiettivi del nuovo ciclo. Alcuni Stati membri non sono neppure riusciti a raggiungere il 32 per cento. Siamo tutti parzialmente responsabili per i ritardi nell’utilizzo dei fondi. Grazie alle raccomandazioni rivolte alla semplificazione, che la Commissione e il Parlamento avanzano dal 2008 in risposta alla crisi, abbiamo fatto la nostra parte per conseguire un miglioramento. Tocca ora agli Stati membri, dove è necessario compiere grandi passi avanti.

 
  
MPphoto
 

  Edit Bauer, relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.(HU) Vorrei ricordare che, ai sensi dell’articolo 8 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la promozione dell’uguaglianza di genere è uno dei valori fondamentali dell’Unione. Questo principio deve essere rispettato in ogni azione intrapresa dall’UE e la sua attuazione deve pertanto essere verificata anche nell’ambito della procedura di discarico per l’attuazione del bilancio dell’Unione europea. A tale scopo, è essenziale che i dati statistici sull’utilizzo del bilancio vengano presentati secondo una ripartizione specifica.

Costatiamo con rammarico che, nonostante il nostro impegno, i dati che permetterebbero di distinguere le spese di bilancio in base al genere non sono ancora disponibili, soprattutto in relazione agli ambiti in cui sarebbe particolarmente necessario porre fine alla discriminazione, ricorrendo ad esempio al Fondo sociale europeo.

Vorrei fare riferimento a un aspetto specifico: il ritardo nella creazione dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, che avrebbe dovuto diventare operativo nel 2008 ma che, di fatto, verrà inaugurato ufficialmente appena il prossimo giugno. Tale ritardo comporta, evidentemente, svariati problemi anche in termini di bilancio. Considerando che la valutazione intermedia di diversi programmi pluriennali verrà condotta nel 2010, vorrei chiedere una volta in più alla Commissione di sviluppare un sistema di monitoraggio e di valutazione che permetta di applicare il principio dell’uguaglianza alle diverse voci di bilancio e che possa verificare in che misura il loro utilizzo determini la creazione di differenze ingiustificate.

 
  
MPphoto
 

  Gay Mitchell, relatore per parere della commissione per lo sviluppo.(EN) Signor Presidente, dal punto di vista dello sviluppo, l’importanza del discarico di bilancio consiste nel garantire ai contribuenti europei che il denaro venga speso in modo efficiente ed efficace nei paesi in via di sviluppo, con riferimento sia ai risultati ottenuti sia al raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7 per cento di contributi APS. E’ necessario utilizzare i fondi destinati agli aiuti in modo efficace, non semplicemente aumentando gli stanziamenti, ma piuttosto utilizzandoli meglio.

Il denaro dei contribuenti europei deve essere come un seme che ci permette di coltivare soluzioni locali. Dobbiamo esplorare ogni possibilità di rendere i cittadini dei paesi non industrializzati padroni del proprio sviluppo ad esempio, e nello specifico, per quanto riguarda la promozione della proprietà terriera per i singoli, le famiglie e le comunità.

Sono troppe le donne che muoiono ogni anno di parto. L’AIDS, la malaria e la tubercolosi uccidono quattro milioni di persone ogni anno. Nei paesi in via di sviluppo vivono circa un miliardo di analfabeti. Questi i motivi per cui è stato deciso, tra Parlamento, Commissione e Consiglio, di destinare il 20 per cento della spesa di base all’istruzione e alla sanità. Mi interesserebbe sapere se abbiamo raggiunto questi obiettivi.

Ogni qual volta visito un paese in via di sviluppo, rimango colpito dall’intelligenza e dalla determinazione dei giovani che incontro, che hanno esattamente le stesse capacità dei loro coetanei che vivono in altre parti del mondo. Hanno bisogno di opportunità e di incoraggiamento per poter essere intraprendenti e, a questo scopo, è necessario investire nell’istruzione. Ecco perché il Parlamento, la Commissione e il Consiglio hanno approvato questi obiettivi, il cui raggiungimento deve ora essere verificato dal sistema di revisione dei conti.

Nei pochi secondi che ho ancora a disposizione, vorrei dire a quest’Aula che, a mio avviso, uno dei modi per contrastare la povertà sta nel promuovere la proprietà terriera nei paesi in via di sviluppo. Posso fornirvi un esempio di un luogo in cui questo approccio è stato efficace, ovvero nel mio stesso paese nel XVIII e XIX secolo. L’Irlanda oggi è divisa perché sono stati concessi piccoli appezzamenti di terra alle persone più affermate.

Dobbiamo smettere di pensare alle persone solo in termini di aiuti, e cominciare piuttosto a comprendere che gli individui, con il giusto sostegno, hanno la capacità e l’intraprendenza di fare qualunque cosa autonomamente.

 
  
MPphoto
 

  Ville Itälä, a nome del gruppo PPE.(FI) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare il Consiglio. La sua presenza qui oggi è, a mio avviso, apprezzabile, dal momento che vogliamo comprendere se esso vuole veramente assumersi le proprie responsabilità relativamente all’utilizzo del denaro dei contribuenti e se vuole mostrare rispetto a questo Parlamento e al principio della cooperazione. E’ dunque importante che il Consiglio sia presente oggi.

Il mio intervento verterà sul discarico del Parlamento e vorrei ringraziare l’onorevole Staes per la sua estrema disponibilità. Sono d’accordo con lui nel ritenere che il corretto funzionamento del Parlamento dipenda da un processo decisionale aperto e trasparente. In questo modo possiamo assicurarci che non sorgano scandali di alcun tipo. Sappiamo che, per quanto si possa trattare di piccole somme, se si profilano possibili irregolarità, la nostra reputazione rischia di rimanere compromessa a lungo. E’ estremamente importante evitare che ciò si verifichi. Non stiamo parlando del denaro del Parlamento, ma di quello dei contribuenti. Il sistema deve dunque essere ineccepibile, in modo da potercene assumere la responsabilità alla fine.

La relazione dell’onorevole Staes contiene molti principi condivisibili, ma il mio stesso gruppo sosteneva che dovesse essere più breve e concisa e, per questo motivo, abbiamo eliminato alcune parti. Oltretutto, riteniamo che sarebbe stato opportuno inserire punti più concreti nella relazione sulle attività svolte sia dagli europarlamentari sia dall’intero Parlamento in ambito legislativo.

Abbiamo infatti aggiunto, ad esempio, taluni elementi relativi alla politica immobiliare, dove il margine di miglioramento è molto ampio. Dobbiamo giungere a una spiegazione accurata e chiara dei problemi che coinvolgono questo settore, il che giustifica una discussione così lunga. Vogliamo conoscere il motivo per cui l’istituzione del Centro visitatori è in ritardo di qualche anno rispetto ai tempi previsti. Qual è il problema? Pretendiamo delle risposte.

Dovremmo congratularci perché, finalmente, il Parlamento è riuscito in tempi rapidi a ottenere nuovi regolamenti sia per i parlamentari che per gli assistenti. Si tratta di un importante miglioramento, anche se sono necessari ulteriori cambiamenti.

Vorrei fornirvi un esempio. Secondo il nuovo regolamento, devo prima prendere un volo da qui, Strasburgo, fino in Finlandia, e solo una volta giunto lì posso andare a Bruxelles. Anche se ci fosse un gruppo in visita a Bruxelles o dovessi preparare una relazione domani, non farebbe alcuna differenza. Non posso andare direttamente a Bruxelles da qui perché, se lo facessi, non avrei diritto all’indennità di viaggio, né a qualunque altra forma di rimborso.

Non capisco perché sia necessario complicarci la vita in questo modo, quando sappiamo bene che il viaggio da qui fino alla città dove vivo, Turku in Finlandia, dura un giorno, e se voglio andare a Bruxelles per lavorare è necessario un ulteriore giorno di viaggio. Quando ho chiesto spiegazioni in merito, l’amministrazione mi ha risposto che potevo prendere un volo per la Finlandia passando per Roma o per Atene. Ma io non ho un ufficio a Roma o ad Atene, né ho alcun motivo di lavoro per recarmi in queste città, a differenza di Bruxelles.

Se esistono due sedi lavorative, allora è ragionevole aspettarsi di poter lavorare in entrambe. Ci sono ambiti in cui è necessario rimettersi in carreggiata, e torneremo su questi punti nella relazione del prossimo anno.

 
  
MPphoto
 

  Edit Herczog, a nome del gruppo S&D.(HU) Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei cominciare con alcuni ringraziamenti. Il lavoro eccellente e accurato svolto dall’onorevole Staes e dalla Corte dei conti dell’Unione europea ci ha permesso di preparare un’analisi contabile accurata da utilizzare per il bilancio del 2008 relativo al Parlamento. Vorrei ringraziare anche i miei colleghi parlamentari che, con gli emendamenti proposti, hanno contribuito a perfezionare la relazione.

Ci siamo trovati tutti d’accordo sulla valutazione dei fatti e le principali differenze si sono limitate al modo in cui correggere gli errori individuati. Oggi che ci troviamo a votare sul discarico, noi, europarlamentari eletti, ci assumiamo la piena responsabilità legale per il bilancio del 2008. Certifichiamo ai cittadini europei che il Parlamento ha speso i fondi a sua disposizione per gli obiettivi previsti e nel rispetto delle norme. E’ necessario prestare particolare attenzione al modo in cui spendiamo i soldi dei contribuenti di questi tempi, poiché essi sono già duramente provati dalla crisi. Gli standard che ci prefiggiamo devono essere più elevati di quelli che imponiamo agli altri, perché ne va della nostra credibilità e integrità. Al contempo, dobbiamo chiarire anche che la supervisione che esercitiamo non basta, da sola, a garantire che i fondi siano stati spesi in modo intelligente e nel rispetto delle regole. Per far ciò dobbiamo introdurre anche un sistema di controllo interno affidabile e solido che, secondo noi socialisti, è l’elemento più importante. Per questo motivo vorrei soffermarmi su questo punto.

E’ necessario prestare grande attenzione al corretto funzionamento del sistema di controllo interno delle istituzioni prese in esame, poiché riteniamo che sia meglio prevenire i problemi piuttosto che essere costretti a trovare soluzioni a posteriori. L’indipendenza istituzionale è un’importante garanzia per il corretto funzionamento di un sistema di controllo interno, poiché assicura l’obiettività e il rispetto delle norme contabili e delle buone prassi internazionali. Tuttavia gli standard non bastano, da soli, a garantire l’efficacia del sistema di controllo interno. Sono stati compiuti dei passi avanti a questo proposito nel 2009. Nessun sistema di controllo interno, per quanto articolato, è immune da errori, dal momento che dipende dal lavoro degli individui. E’ questo il motivo per cui dobbiamo concedere ogni anno il discarico.

E’ importante sottolineare, a mio avviso, che abbiamo accolto tutti gli emendamenti concreti, conseguibili e realistici, mentre abbiamo respinto ogni generalizzazione che, invece che migliorare la nostra posizione, l’avrebbe piuttosto resa più complessa. Ci siamo opposti a ogni proposta che avrebbe ridotto l’indipendenza politica dei gruppi. Siamo convinti che l’indipendenza dei gruppi politici del Parlamento non possa prescindere dalla loro responsabilità finanziaria. Il gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici svolge il suo lavoro nella piena consapevolezza della responsabilità che gli spetta. Se gli altri gruppi politici desiderano migliorare le proprie attività, che lo facciano pure. Sulla base di queste riflessioni, vi invito ad approvare questa relazione e concedere il discarico a nome del Parlamento europeo.

 
  
MPphoto
 

  Gerben-Jan Gerbrandy, a nome del gruppo ALDE.(NL) Signor Presidente, sono un grande fan dei Genesis, un gruppo rock britannico. La loro discografia comprende un brano bellissimo intitolato Dance on a Volcano, che mi è venuto in mente questa settimana, caratterizzata dalle ceneri vulcaniche. Non voglio lasciar intendere che la canzone mi abbia fatto venir voglia di andare a danzare in Islanda. Mi è tornata piuttosto in mente in riferimento alla discussione di questa mattina, relativa alla giustificazione della spesa del 2008, anno per il quale, ancora una volta, la Corte dei conti non ha potuto dare la sua approvazione. E’ in questo che intravedo un parallelismo con la danza sul vulcano, un vulcano colmo non di lava e cenere quanto di sfiducia. L’Europa è sottoposta a pressioni intense e di ogni tipo, come quella esercitata sull’euro e quella derivante dal conflitto tra l’Unione europea e gli interessi nazionali, che basterebbero già per mettere a dura prova questo ipotetico vulcano. Sarebbe dunque meglio evitare le lacune nella responsabilità finanziaria e la sfiducia pubblica, che porterebbero il vulcano a eruttare.

Come evitare che ciò accada? A mio avviso esiste un solo modo, ovvero tramite la trasparenza, un ottimo livello di trasparenza in tutte le istituzioni. Trasparenza all’interno del Consiglio – e dunque degli Stati membri – proprio perché è qui che si riscontrano le principali irregolarità ogni anno. Per inciso, sono lieto che il Consiglio sia ancora qui. Vorrei anche rivolgermi agli Stati membri affinché introducano finalmente un po’ di trasparenza nella spesa dei fondi europei, fornendone un resoconto pubblico su base annuale. Non riesco a comprendere perché continuino a ostacolare questa misura. Sono convinto che, se gli Stati membri gestissero i fondi nazionali allo stesso modo, i cittadini lo riterrebbero inaccettabile.

Tuttavia, quel che è giusto è giusto, ed è necessario aumentare la trasparenza anche all’interno del nostro stesso Parlamento. L’onorevole Staes ha giustamente stilato una relazione molto critica e, dopo i numerosi miglioramenti conquistati negli ultimi anni, è giunta l’ora di spalancare le finestre una volta per tutte e mostrare ai cittadini europei, proprio grazie a tale trasparenza, che siamo in grado di gestire il loro denaro in modo responsabile perché, dopo tutto, è questo è il nodo centrale.

Il mio ultimo commento riguarda le relazioni tra il Consiglio e il Parlamento. Circa 40 anni fa, si è ritenuto opportuno siglare un accordo tra gentiluomini al fine di permettere alle due istituzioni di lavorare in un clima di relativa pace e tranquillità, piuttosto che accapigliarsi. Allora l’accordo si rivelò estremamente efficace, ma sarebbe il caso di riconoscere che non funziona più, dal momento che adesso abbiamo finito con lo scontrarci. Dal mio punto di vista, tuttavia, è più importante notare come oggi il Consiglio e il Parlamento siano due istituzioni solide e mature e, in quanto tali, dovrebbero essere in grado di monitorarsi a vicenda in modo equilibrato, anche in assenza di un accordo tra gentiluomini. Vorrei chiedere al Consiglio, approfittando della sua presenza, se può formulare un commento in merito e se è d’accordo nel ritenere che le due istituzioni possano monitorarsi a vicenda in modo efficace, pur senza un accordo tra gentiluomini.

Sostituendo a un accordo di questo tipo un atteggiamento di reciproca apertura, il Consiglio e il Parlamento possono danzare insieme in armonia, senza temere che manchi loro la terra sotto i loro piedi né che un’ulteriore ondata di sfiducia da parte dell’opinione pubblica determini un’eruzione.

 
  
MPphoto
 

  Bart Staes, a nome del gruppo Verts/ALE.(NL) Signor Presidente, Commissario, Presidente López Garrido, onorevoli deputati, intervengo adesso a nome del mio gruppo e non in quanto relatore per il discarico del Parlamento, cosa che avrò modo di fare in seguito.

Vorrei sollevare alcuni punti. Il primo è relativo al discarico della Commissione. E’ un tema che riguarda sia il Commissario che il Consiglio, ed è legato al fatto che l’80 per cento dei nostri fondi viene effettivamente speso all’interno degli Stati membri e che il Parlamento caldeggia da anni il ricorso a dichiarazioni di gestione nazionali. L’onorevole Liberadzki, nella sua relazione, delinea le nuove opzioni in modo estremamente chiaro in diversi paragrafi. Abbiamo un nuovo trattato e la nuova formulazione dell’articolo 317, paragrafo 2, del suddetto prevede che la Commissione possa avanzare, quanto prima, proposte per l’introduzione di dichiarazioni di gestione nazionali obbligatorie. Commissario Šemeta, vorrei chiederle di affrontare questo aspetto nel suo intervento. Siete pronti a considerare questa opzione? Quattro Stati membri lo stanno già facendo, il che è encomiabile, ma in quattro modi diversi. Dobbiamo dunque cercare di coordinare in qualche modo le loro iniziative.

Il Consiglio dirà che, benché la proposta sia ragionevole, esistono controindicazioni pratiche. Alcuni Stati membri sono Stati federali composti da diverse entità, come nel caso del Belgio, che comprende la Vallonia, Bruxelles e le Fiandre. Come potrebbe quindi il ministro federale belga produrre una dichiarazione di gestione nazionale? Eppure non è questo il problema, onorevoli deputati. A questo ministro basterebbe siglare un accordo con i ministri regionali, attendere le loro dichiarazioni politiche e le loro dichiarazioni di gestione per poi presentarle tutte a quest’Aula e all’opinione pubblica. A quel punto potrebbe dichiarare, ad esempio, che la Vallonia e Bruxelles registrano buoni risultati a differenza delle Fiandre o viceversa, e così via.

Il secondo punto riguarda la risoluzione proposta dall’onorevole Liberadzki, che affronta la relazione speciale della Corte dei conti sulla gestione, da parte della Commissione europea, dell’assistenza preadesione della Turchia. A mio avviso, le formulazioni scelte non sono adeguate poiché, in alcuni paragrafi e su taluni temi, sono state utilizzate al fine di interferire con i negoziati per l’adesione. Ho presentato, insieme con l’onorevole Geier, una serie di emendamenti di soppressione. Ho anche avanzato una proposta volta a migliorare il testo e vorrei chiedere ai miei colleghi parlamentari di prenderla in considerazione.

Infine, e mi rivolgo al Consiglio, mi auguro che lei, signor Presidente in carica, stia prestando attenzione. E’ pronto a dichiarare a breve, durante il suo intervento, se il Consiglio asseconderà o meno la richiesta, avanzata dal relatore, dalla commissione per il controllo dei bilanci e da quest’Aula, di rispondere entro il 1° giugno 2010 e di produrre tutti i documenti previsti dagli articoli 25 e 26 della risoluzione? E’ già in grado di affermare se soddisferete o meno questa richiesta? Si tratta di un aspetto estremamente importante per noi per determinare se le relazioni tra il Consiglio e il Parlamento sono come dovrebbero essere.

 
  
MPphoto
 

  Richard Ashworth, a nome del gruppo ECR.(EN) Signor Presidente, mi rivolgo a voi a nome del British Conservative Party (partito conservatore britannico) che, anche quest’anno, voterà contro il discarico del bilancio. Si tratta di una posizione che abbiamo assunto con coerenza e che continueremo a mantenere fintantoché non verrà attribuita maggiore importanza al raggiungimento di una dichiarazione di affidabilità da parte della Corte dei conti.

Vorrei comunque riconoscere pubblicamente il miglioramento degli standard di gestione finanziaria ottenuto dalla precedente Commissione. La Corte dei Conti pone l’accento soprattutto sui progressi compiuti nei settori dell’agricoltura, della ricerca, dell’energia, dei trasporti e dell’istruzione. Vorrei complimentarmi con la Commissione per tali miglioramenti, che sono molto incoraggianti.

Tuttavia, c’è ancora molto da fare. La Corte dei conti ha nuovamente espresso un commento negativo sulla debolezza dei controlli, le numerose irregolarità e il ritmo lento nel recupero del denaro dovuto all’Unione europea.

E’ altrettanto evidente che, sebbene la responsabilità finale spetti alla Commissione, sono gli Stati membri e il Consiglio – in particolar modo quest’ultimo – a dover essere molto più coscienziosi nell’utilizzo dei fondi comunitari e a dover dimostrare più sollecitudine nel loro impegno volto a ottenere una dichiarazione di affidabilità positiva.

Noi operiamo secondo quanto previsto dal trattato di Lisbona e, in quanto membri del Parlamento europeo, abbiamo il dovere, nei confronti dei contribuenti europei, di garantire loro che i fondi del bilancio servano a conseguire risultati e che le procedure contabili dell’Unione europea siano integre. Fintantoché la Corte dei conti non sentirà di potere produrre una dichiarazione di affidabilità positiva, il mio partito ed io continueremo a votare contro il discarico del bilancio.

 
  
MPphoto
 

  Søren Bo Søndergaard, a nome del gruppo GUE/NGL.(DA) Signor Presidente, al centro di questa discussione vi è l’assunzione di responsabilità di noi europarlamentari, non solo collettiva ma anche individuale, rispetto alla gestione dei fondi comunitari nel 2008. Quando la discussione sarà volta al termine e si sarà svolta la votazione in maggio, i nostri cittadini chiederanno conto e ragione a noi.

Vorrei dichiarare subito una cosa: il nostro gruppo non approva il modo in cui l’Unione ha gestito il denaro dei contribuenti nel 2008. Vi sono, indubbiamente, numerosi aspetti positivi su cui non occorre aggiungere nulla. In alcuni casi sono stati ottenuti miglioramenti rispetto al 2007. Tuttavia, ci sono ancora troppi ambiti in cui la situazione è da considerarsi inaccettabile, come nel caso dei conti della Commissione. Per quanto riguarda i Fondi strutturali, la Corte dei conti è giunta alla conclusione che almeno – lo ripeto, almeno – l’11 per cento delle spese dei Fondi ha violato le regole: questo dato è imputabile in parte a errori e omissioni e in parte a frodi e appropriazioni indebite. Non cambia il fatto che, solo in quest’ambito, sono stati ingiustamente erogati miliardi di euro.

E’ forse accettabile? Conosciamo tutti le scuse. La Commissione attribuisce la colpa agli Stati membri, dal momento che sono responsabili dei controlli, mentre gli Stati membri sostengono che è colpa della Commissione, perché le regole sono troppo complesse. Le responsabilità vengono così scaricate da una parte all’altra.

Dobbiamo porci la seguente domanda: approveremmo i conti di un club sportivo, di un sindacato o di un partito politico laddove l’11 per cento delle spese in un ambito centrale fosse stato pagato contravvenendo alle regole? Concordo con quanti ritengono che occorrano cambiamenti strutturali essenziali per modificare la situazione. Dobbiamo dunque sfruttare il discarico per far sì che tali cambiamenti si verifichino, esercitando pressioni anche sul Consiglio.

Nell’aprile dello scorso anno, il Parlamento si è opposto, con un’ampia maggioranza, al discarico dei conti del Consiglio per il 2007, dichiarando di non potere accettare questa responsabilità dinanzi agli elettori fintantoché il Consiglio non avesse accettato un incontro formale con le commissioni parlamentari responsabili e non avesse risposto pubblicamente alle domande poste. Ciononostante, per dimostrare la nostra buona volontà, a novembre abbiamo votato in favore della concessione del discarico dei conti del Consiglio – avendo posto però la condizione chiara che quest’anno venissero introdotti dei cambiamenti.

Oggi dobbiamo constatare che tali cambiamenti non si sono verificati. Vorrei presentarvi un esempio specifico. Anno dopo anno il Consiglio trasferisce milioni di euro dalla voce destinata alla traduzione a quella destinata ai viaggi, in aggiunta dunque ai fondi già destinati ai viaggi. Dobbiamo dunque porre al Consiglio le domande più scontate. Perché farlo? Per cosa si spende tutto questo denaro destinato ai viaggi? Quali sono i paesi che ne beneficiano? Il Consiglio è lieto di rispondere informalmente, ufficiosamente. Fino ad oggi, tuttavia – ma la situazione potrebbe cambiare – il Consiglio si è rifiutato di rispondere in modo aperto e pubblico. Non ci basta. Riteniamo quindi che qualunque discarico debba essere preceduto da un accordo interistituzionale, che sancisca chiaramente gli obblighi del Consiglio, nel rispetto dei principi della trasparenza e della cooperazione con il Parlamento.

Le nostre critiche nei confronti del Consiglio e della Commissione sono chiare e condivise da molti colleghi parlamentari di altri gruppi. Proprio perché sono così chiare, tuttavia, abbiamo anche il dovere di essere critici con noi stessi per quanto riguarda l’amministrazione finanziaria del Parlamento. Trovo dunque spiacevole che la relazione della commissione per il controllo dei bilanci sia finita con l’essere meno critica rispetto alla versione originale del presidente. Per questo motivo chiediamo che vengano nuovamente inclusi i passaggi critici. Mi auguro che, durante la votazione in maggio, ci venga riconosciuto che la nostra volontà di assumere un atteggiamento di auto-critica è proprio l’elemento che conferisce ai nostri appunti e alle nostre richieste al Consiglio e alla Commissione maggiore solidità e autorità.

Vorrei concludere ringraziando i miei colleghi della commissione per il controllo dei bilanci che, anche quest’anno, si sono impegnati in favore di una maggiore trasparenza e responsabilità nell’utilizzo del denaro dei cittadini europei.

 
  
MPphoto
 

  Marta Andreasen, a nome del gruppo EFD.(EN) Signor Presidente, il discarico è uno degli atti più importanti tra quelli di nostra competenza. Ci viene richiesto di approvare il modo in cui il denaro dei contribuenti europei è stato speso e noi dobbiamo basare tale decisione sulla relazione della Corte dei conti europea.

La relazione contabile del 2008 approva appena il 10 per cento del bilancio, mentre la parte restante è caratterizzata da errori di diversa gravità. Quale consiglio di amministrazione approverebbe la gestione di un’azienda in tali condizioni? Di certo nessuno.

La situazione è rimasta invariata negli ultimi 15 anni e questo Parlamento ha sempre concesso il discarico sulla base dei miglioramenti nell’utilizzo dei fondi dell’Unione europea. Mi dispiace affermare che ciò che i contribuenti desiderano sapere è se il loro denaro è andato nelle mani della persona giusta, per un giusto fine e in un quantitativo adeguato. E’ su questa base che dovremmo decidere se concedere il discarico o meno.

Negli anni, l’unico risultato conseguito dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio è il trasferimento della responsabilità agli Stati membri. Se da una parte è vero che i programmi vengono attuati all’interno degli Stati, l’istituzione a cui i contribuenti europei affidano il proprio denaro è la Commissione europea. E’ questa l’istituzione che assegna i fondi e che dovrebbe pertanto eseguire preventivamente tutte le verifiche del caso.

Come se non bastasse, la Commissione e il Parlamento stanno ora discutendo di un rischio di errore tollerabile. Perché tollerare un qualunque errore – nuovo termine per riferirsi alle irregolarità – quando la complessità finanziaria dell’Unione europea è pari a quella di una banca di medie dimensioni? Lo scorso anno, il discarico del Consiglio è stato posticipato da aprile fino a novembre, perché questo Parlamento si era dichiarato insoddisfatto della sua gestione finanziaria, sebbene i revisori dei conti non avessero mosso alcuna critica al riguardo. Quando a novembre la situazione non era cambiata, il Parlamento ha deciso di concedere il discarico al Consiglio. Oggi le armi sono nuovamente puntate contro il Consiglio e si parla di posticipare la decisione.

Ci assumiamo le nostre responsabilità seriamente o stiamo facendo dei giochi politici? Il discarico è forse un gioco interistituzionale, come già sostenuto in passato? I contribuenti possono tollerare ancora questo atteggiamento? Stiamo parlando del loro denaro.

Onorevoli colleghi, mi rivolgo a tutti voi affinché esercitiate la vostra responsabilità con la dovuta attenzione e sospendiate il discarico alla Commissione, al Parlamento, al Consiglio, al Fondo europeo di sviluppo e alla Corte dei conti, che non pubblica la dichiarazione degli interessi finanziari, fintantoché tutte queste istituzioni non avranno dato prova di una gestione finanziaria efficace.

 
  
MPphoto
 

  Ryszard Czarnecki, relatore. (PL) Signor Presidente, sussiste un problema: leggo che il nome del Presidente López Garrido compare nella lista di quanti interverranno, dal momento che prenderà la parola a nome del Consiglio. Egli dovrà tuttavia ribattere alle mie dichiarazioni sul bilancio del Consiglio e sull’incapacità di attuare lo stesso e altri documenti, pur non avendo sentito il mio intervento dal momento che è arrivato molto in ritardo.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Signor Czarnecki, le chiedo di intervenire facendo un richiamo al regolamento.

 
  
MPphoto
 

  Ryszard Czarnecki, relatore. – (PL) Volevo dire, molto brevemente, che vorrei dare modo al Presidente di rispondere alle mie critiche e vorrei avere un minuto di tempo a disposizione per esporle nuovamente.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Ha ragione nel dichiarare che il Presidente López Garrido è nella lista degli oratori. Vedremo come procedere. E’ libero di intervenire esattamente come lei.

 
  
MPphoto
 

  Martin Ehrenhauser (NI).(DE) Signor Presidente, ritengo che tutti i membri della commissione per il controllo dei bilanci siano concordi su un punto ovvero, per essere precisi, sul fatto che abbiamo bisogno di soluzioni per il sistema delle agenzie comunitarie. Vorrei quindi proporre undici approcci alla soluzione, che ci potrebbero permettere di risparmiare 500 milioni di euro all’anno, senza compromettere la qualità dei servizi amministrativi.

Gli undici approcci alla soluzione che vi propongo sono i seguenti: 1) E’ necessaria una base legislativa primaria adeguata e il trattato di Lisbona non si è rivelato all’altezza. 2) Un’interruzione immediata, fintantoché un’analisi indipendente non avrà stabilito il valore aggiunto di questa decentralizzazione una volta e per tutte. 3) La chiusura di sette agenzie e la fusione dei compiti amministrativi di singole agenzie. 4) In futuro, ogni agenzia deve essere responsabilità diretta di un singolo Commissario UE e, soprattutto, il Commissario per le relazioni interistituzionali e l’amministrazione deve farsi carico delle questioni orizzontali. 5) Una riduzione del numero dei componenti del consiglio d’amministrazione. Il numero dei membri titolari non dovrebbe superare il 10 per cento delle posizioni o comunque un massimo di 20. 6) E’ necessario un catalogo dei criteri da prendere in considerazione quando si sceglie l’ubicazione delle agenzie – come abbiamo sentito nell’intervento dell’onorevole Haug, questo è un punto su cui intervenire con urgenza. 7) Le agenzie dell’Unione non dovrebbero essere soggette allo statuto dei funzionari. 8) Tutti i direttori delle agenzie dovrebbero essere eletti per un periodo di tempo determinato su proposta della Commissione e solo dopo avere consultato e ottenuto l’approvazione del Parlamento europeo. 9) Un accordo sulle prestazioni chiaro tra la Commissione e le agenzie che contenga criteri quantitativi definiti con chiarezza e riportati in modo sintetico dalla Corte dei conti in una classifica annuale sul rendimento. 10) Tutte le agenzie dovrebbero trasferire i propri dati finanziari in una banca dati. Questo agevolerebbe molto il lavoro dei relatori sul bilancio, che si occupano di analisi statistiche. Fino ad ora è stato impossibile, dal momento che i dati vengono distribuiti nella versione cartacea. 11) Il principio della sussidiarietà. Il requisito della giustificazione deve essere ancora preso in considerazione dalla Commissione.

Vi ho dunque presentato le mie soluzioni. Onorevole Geier, onorevole Gräßle, è giunto il momento che anche voi accogliate questa proposta qui in Parlamento.

 
  
MPphoto
 

  Diego López Garrido, presidente in carica del Consiglio(ES) Signor Presidente, sono lieto di poter intervenire in questa discussione, sebbene non fossi stato formalmente invitato. Non ho ricevuto alcun invito ufficiale da parte del Parlamento a partecipare a questa discussione. Cionondimeno, quando ho appreso che quest’Aula e alcuni parlamentari richiedevano la mia presenza, ho deciso immediatamente e con grande piacere di raggiungervi.

Ritengo che il bilancio del Consiglio per l’esercizio finanziario del 2008 sia stato attuato in modo corretto, come si evince dalla relazione annuale della Corte dei conti. In un paio di interventi – come ad esempio quello dell’onorevole Søndergaard – si è fatto riferimento alla trasparenza, alla mancanza di trasparenza o al fatto che non ce ne sia abbastanza. Voglio essere assolutamente chiaro al proposito: il Consiglio ritiene che il suo modo di gestire il bilancio sia assolutamente trasparente e che tutti i requisiti previsti vengano dunque applicati correttamente, come previsto dal regolamento finanziario.

Oltretutto, come ben sapete, il Consiglio pubblica sul suo sito web una relazione sulla gestione finanziaria relativa all’anno precedente. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che oggi il Consiglio è la sola istituzione ad aver pubblicato una relazione preliminare sui conti del 2009, che è accessibile a tutti.

Analogamente pochi giorni fa, il 15 marzo per l’esattezza, il presidente di Coreper e il segretario generale del Consiglio hanno incontrato una delegazione della commissione parlamentare per il controllo dei bilanci. Durante questo incontro hanno fornito tutte le informazioni richieste sugli argomenti e i temi sollevati dalla commissione stessa e relativi all’attuazione del bilancio del Consiglio per il 2008.

L’onorevole Gerbrandy ha sollevato la questione del controllo reciproco da parte di entrambe le istituzioni sulle questioni relative al bilancio e dell’esigenza di rafforzarlo senza ricorrere a un accordo tra gentiluomini. Queste le parole di Gerbrandy. Se il Parlamento desiderasse rivedere tale accordo, il Consiglio sarebbe lieto di vagliare tale ipotesi e di discutere di un nuovo accordo basato sul principio di reciprocità tra le due istituzioni. Non vi sono dunque problemi nel discutere della situazione e, possibilmente, raggiungere un accordo che, eventualmente, possa migliorare quello ancora in vigore.

Questi i punti che il Consiglio desiderava sollevare in riferimento alla discussione di questa mattina. Vi ringrazio per avere richiesto oggi la mia presenza, ma desidero ripetere che non sono mai stato formalmente invitato a questa seduta.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – La ringrazio signor Ministro. La ringrazio per aver gentilmente accettato di fare seguito alla nostra richiesta, il che mi dà l’occasione di ricordare che neppure la Commissione riceve un invito formale per partecipare a questa seduta. Sono un membro di questo Parlamento da molto tempo e mi sono reso conto che, in casi come questo, in cui il Consiglio invia un suo rappresentante – sebbene non sia tecnicamente necessario – la Presidenza ne trae grande giovamento. Vorrei dunque rinnovarle i miei più sentiti ringraziamenti.

 
  
MPphoto
 

  Jean-Pierre Audy (PPE).(FR) Signor Presidente, Commissario Šemeta, Presidente López Garrido, vi ringrazio per la vostra presenza qui oggi. Desidero innanzi tutto ringraziare il mio collega, l’onorevole Liberadzki, dal momento che mi rivolgo a voi a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) per discutere della concessione del discarico alla Commissione europea.

Vorrei ringraziare anche i relatori degli altri gruppi politici, nonché la Corte dei conti e, in particolare, il suo presidente, il signor Caldeira, per l’eccellente lavoro svolto al fine di chiarire a tutti noi queste procedure estremamente complesse.

Il nostro gruppo voterà in favore della concessione del discarico alla Commissione europea, Commissario Šemeta, e vorrei sottolineare il ruolo svolto dal suo predecessore, il Commissario Kallas, che ha lavorato molto con noi, soprattutto durante lo scorso mandato, affinché si potessero raggiungere questi sviluppi positivi.

Innanzi tutto, per quanto riguarda i conti annuali, la Corte dei conti ha prodotto una dichiarazione di affidabilità positiva. Ecco perché, onorevole Ashworth, è possibile che almeno i conservatori votino per l’approvazione dei conti annuali. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare l’onorevole Taverne e il suo predecessore, l’onorevole Gray.

Per quanto riguarda i conti non posso fare a meno di manifestare ancora una volta qualche preoccupazione rispetto ai 50 miliardi di euro di capitale proprio negativo e continuo a non comprendere perché non conteggiamo anche i crediti che vantiamo nei confronti degli Stati membri, che ammontano a circa 40 miliardi di euro e corrispondono alle pensioni per il personale.

Per quanto riguarda la legittimità e la regolarità delle relative operazioni, alcuni sostengono che la dichiarazione della Corte dei conti sia negativa. La verità è che non ne abbiamo idea. Ho letto e riletto la dichiarazione più volte. Non riusciamo a capire se, ai sensi dell’articolo 287 del trattato, l’opinione relativa alle operazioni sia positiva o meno. La Corte ci ha fornito alcuni pareri – cinque paragrafi – ma continuiamo a non saperlo. Oltretutto, la relazione propone che la Corte svolga questo compito, come previsto dal trattato. Alla luce di tale contesto, è necessario riunirci e riesaminare tutte queste procedure di discarico sul costo dei controlli.

Per quanto riguarda i metodi, noi richiediamo ai nostri governi delle dichiarazioni di affidabilità nazionali che non otterremo mai. Propongo di coinvolgere nel processo le istituzioni di controllo nazionali al fine di produrre per i rispettivi governi dei certificati, che verrebbero poi inclusi nella procedura di discarico.

Propongo altresì di accorciare le scadenze. Vi rendete conto che siamo ad aprile del 2010 e stiamo discutendo dei conti del 2008? Le scadenze vanno ridimensionate. Propongo uno studio sui conti consolidati. Non approvo la proroga del discarico per il Consiglio dal momento che la Corte dei conti non ha espresso alcun commento in riferimento a questa istituzione.

Desidero concludere, signor Presidente, proponendo una conferenza interistituzionale con la Commissione, il Consiglio e tutti i parlamenti nazionali, che controllano gli esecutivi, e gli enti di controllo nazionali al fine di sviluppare la nostra procedura di discarico in ambiti estremamente tecnici e di rendere la situazione più chiara di quanto non sia oggi.

 
  
MPphoto
 

  Barbara Weiler (S&D).(DE) Signor Presidente, signori rappresentanti della Commissione e, soprattutto, del Consiglio, onorevoli deputati, quando si parla dei miglioramenti nelle modalità di distribuzione delle risorse europee si ripetono ogni anno le stesse cose: un controllo più accurato ed efficiente della spesa in tutti gli organismi e istituzioni, più trasparenza per il Parlamento e anche per i cittadini. La presenza odierna del Consiglio è il primo indizio che qualcosa sta cambiando anche all’interno del Consiglio, il che è magnifico, ne siamo lieti – come è già stato detto – ma non ci può certo bastare. E’ proprio la differenza che lei ha menzionato – voi ritenete di avere raggiunto la massima trasparenza, mentre noi crediamo che voi non abbiate ancora risposto alle domande poste durante la discussione tenutasi a fine novembre – che dimostra che non stiamo ancora cooperando come dovremmo. Lei ha fatto riferimento all’accordo del 1970, che vorrebbe modificare e sviluppare ulteriormente, il che è condivisibile, ma non di certo una novità. Ne abbiamo già discusso in altre occasioni e invece lei ne ha parlato come di una proposta assolutamente innovativa.

Il gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici sosterrà la relazione Czarnecki. Condividiamo le sue critiche e quelle mosse da altri gruppi. Non concederemo il discarico al Consiglio, né oggi né il prossimo mese. Mi sorprende dunque la richiesta dell’onorevole Andreasen, dal momento che ovviamente ritengo che gli Stati membri siano responsabili per l’80 per cento dei fondi. Questo però non esime il Consiglio dalle proprie responsabilità, poiché non si tratta certo di un‘istituzione marginale all’interno dell’UE e che collabora con gli Stati membri.

Tuttavia sono d’accordo sul fatto che le nostre critiche non determinino delle reali conseguenze. Come evidenziato dall’onorevole Audy, è necessario sviluppare i nostri strumenti. Ogni anno noi diamo il cartellino giallo al Consiglio rifiutandogli il discarico e non accade nulla. Dobbiamo pertanto sviluppare gli strumenti a nostra disposizione: non solo critiche concrete, ma anche conseguenze – cosa accade se il Consiglio non collabora con noi. Potrebbero essere necessarie delle modifiche costituzionali.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – La ringrazio onorevole Weiler. Onorevoli deputati, ho appena verificato nuovamente nel regolamento: non possiamo cantare in plenaria senza aver prima richiesto l’autorizzazione alla Conferenza dei presidenti. Tuttavia possiamo fare gli auguri al nostro collega Chatzimarkakis, che compie oggi gli anni e a cui vengono concessi due minuti e mezzo per il suo intervento. Cento di questi giorni!

 
  
MPphoto
 

  Jorgo Chatzimarkakis (ALDE).(DE) La ringrazio signor Presidente, per la sua gentilezza. Commissario Šemeta, l’adozione delle relazioni sulla gestione del bilancio degli organi e delle istituzioni europei è uno dei nostri principali doveri in quanto rappresentanti dei cittadini europei – è il nostro dovere sovrano. Il modo in cui l’Europa ha gestito il denaro faticosamente guadagnato dai contribuenti è un punto cruciale affinché il progetto d’integrazione europeo venga accettato.

Vorrei ringraziare, innanzi tutto, tutti i relatori per il loro lavoro. Tuttavia ritengo che le relazioni contengano luci e ombre. La gestione del bilancio in generale è positiva. Allo stato attuale là dove l’Unione controlla e gestisce direttamente i fondi le regole vengono rispettate. Che sia efficiente o meno è un’altra questione. Nel nostro ruolo di Parlamento europeo, dovremmo prestare maggiore attenzione all’efficienza delle politiche, alle questioni politiche e alla loro attuazione, specialmente in riferimento alla strategia UE 2020.

Meno positivo è invece l’esito relativo alla politica di coesione. L’undici per cento degli elementi non è risultato conforme alle norme, una percentuale troppo elevata. E’ dunque importante che l’Unione europea si impegni maggiormente per recuperare i fondi elargiti in modo scorretto. La commissione per il controllo dei bilanci ha pertanto adottato un emendamento presentato dal gruppo dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa. Vogliamo che si recuperi il 100 per cento del denaro.

Ho l’onore di essere il relatore per il discarico della Commissione europea per l’anno 2010. Non sarà certo un compito facile considerando il ritardo nell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Dobbiamo verificare con estrema attenzione se le nuove responsabilità dei singoli commissari porteranno ad un’ulteriore riduzione della trasparenza e al mascheramento delle responsabilità. E’ un tema che va affrontato da vicino e lo faremo.

Vorrei concentrarmi su due ambiti: innanzi tutto le cosiddette organizzazioni non governative e, in secondo luogo, l’accordo tra gentiluomini. Tra il 2008 e il 2009 l’Unione europea ha assegnato fondi alle ONG per un valore superiore a 300 milioni di euro. Tra queste rientrano anche organizzazioni di tutto rispetto come la Deutsche Welthungerhilfe.Tuttavia ve ne sono altre che mirano a distruggere la reputazione dell’Unione europea, ovvero Counter Balance, che ha attaccato la Banca europea per gli investimenti. E’ inaccettabile e dobbiamo intervenire. E’ necessario introdurre un registro e una definizione per queste organizzazioni non governative, dal momento che ricevono buona parte del denaro derivante dalle tasse.

Per quanto riguarda l’accordo tra gentiluomini, vorrei ringraziare il Presidente López Garrido. Vorrei ringraziarla di averci raggiunto. Vorrei anche fare riferimento all’aspetto storico: mettere in discussione e modificare l’accordo tra gentiluomini dopo 40 anni è un passo importante. Considerata l’importanza che il nuovo trattato di Lisbona conferisce al Parlamento, è anche un passo necessario. Dobbiamo garantire la trasparenza, sia qui che in seno al Consiglio.

 
  
MPphoto
 

  Ashley Fox (ECR).(EN) Signor Presidente, ancora una volta questo Parlamento si trova ad analizzare dei conti al di sotto della norma e gli viene chiesto di concedere il discarico. Si tratta di conti per i quali la Corte dei conti si è rifiutata di produrre una dichiarazione di affidabilità positiva e che sono ben lontani dal raggiungere la soglia di legalità e regolarità. I revisori hanno dichiarato, ancora una volta, che questi conti sono colmi di irregolarità, eppure ci si aspetta che noi li approviamo.

Sono lieto che l’onorevole Mathieu abbia proposto di posticipare il discarico per i conti dell’Accademia europea di polizia. Noi sosterremo tale proposta, dal momento che l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha bisogno di più tempo per portare a termine le proprie indagini. E’ stato sollevato il sospetto che all’interno dell’Accademia siano state condotte attività fraudolente, tra cui l’utilizzo del denaro dei contribuenti da parte del personale per l’acquisto di mobili a scopo privato.

Voglio dichiarare dinanzi al Parlamento che i Conservatori britannici non tollereranno tali irregolarità. Ci rifiuteremo di concedere il discarico fintantoché la Corte dei conti non avrà rilasciato una dichiarazione di affidabilità positiva.

La fiducia nei politici ha raggiunto il suo minimo storico e noi rovineremo ulteriormente la nostra reputazione se condoneremo un tale sperpero di risorse. Ogni volta che concediamo il discarico a dei conti al di sotto della norma invitiamo allo spreco e alla frode. Ogni volta che votiamo per il discarico, mandiamo un segnale al Consiglio, alla Commissione e ai nostri elettori che indica che non trattiamo la questione con la dovuta serietà.

Il mio partito presterà particolare attenzione alle scelte di voto in materia degli europarlamentari laburisti e liberaldemocratici. Non possono sostenere nel nostro paese di volere apportare dei cambiamenti in politica – ripulire e riformare la politica – e poi, anno dopo anno, approvare questi conti irregolari. Chiunque sia seriamente intenzionato a riformare il sistema e a tutelare i contribuenti dovrebbe votare contro la concessione del discarico.

 
  
MPphoto
 

  Bastiaan Belder (EFD).(NL) Signor Presidente, in considerazione dell’alto tasso di errori, sono contrario alla concessione del discarico per la Commissione europea. Non ci stiamo ancora impegnando abbastanza per semplificare le norme, specialmente per quanto riguarda i Fondi strutturali. Quattro comitati consultivi indipendenti hanno avanzato una proposta, alla quale la Commissione deve ancora dare una risposta soddisfacente. E’ indispensabile che all’interno del comitato per la valutazione d’impatto della Commissione si svolgano verifiche indipendenti ed esterne. Se il gruppo ad alto livello dell’onorevole Stoiber fosse pronto a farsene carico, allora dovrebbe ricevere dei fondi adeguati per garantire il necessario lavoro di segreteria nonché un mandato più ampio. Dobbiamo ridurre non solo gli oneri amministrativi, ma anche i costi pratici di conformità ed evitare altresì che il mandato rimanga confinato alla legislazione vigente: anche la nuova legislazione deve essere soggetta a un’analisi critica. In questo modo, signor Presidente, contribuiremmo a ridurre strutturalmente l’onere rappresentato da tutte quelle norme che ostacolano, indebitamente, il buon funzionamento delle autorità e delle imprese.

 
  
MPphoto
 

  Monika Hohlmeier (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli deputati. Innanzi tutto vorrei parlare dei problemi legati agli aiuti allo sviluppo che vengono quasi sempre evidenziati dalla Corte dei conti e vorrei ringraziare l’onorevole Ayala Sender per l’ottima e piacevolissima cooperazione.

In primo luogo si ripropone spesso il problema del sostegno al bilancio, il che significa che esiste il sospetto che in alcuni paesi, dove stiamo tentando di aiutare un poco la popolazione, il sostegno al bilancio venga parzialmente utilizzato da regimi corrotti e totalitari per opprimere gruppi della popolazione indesiderati o anche voci critiche. Io sono fortemente contrario al sostegno al bilancio, che andrebbe ridotto o sospeso per quei paesi in cui vi sono dei problemi evidenti legati al suo utilizzo.

In secondo luogo, ora come in passato, emergono una serie di problemi: i pagamenti spesso contengono errori, mancano coordinamento e un approccio mirato per quanto riguarda i progetti di sviluppo da parte delle diverse istituzioni e livelli all’interno di uno stesso paese e le priorità non vengono definite in modo chiaro. E’ necessario intervenire su questi punti con urgenza al fine di migliorare la sostenibilità e l’efficacia dei progetti in quei paesi in cui le persone hanno un disperato bisogno di aiuto.

Oltretutto, ora come in passato, ritengo che sia essenziale che gli aiuti allo sviluppo e, più in generale, il Fondo europeo di sviluppo vengano integrati all’interno del bilancio generale.

Per quanto riguarda gli aiuti di preadesione alla Turchia, ammetto che sono rimasto sorpreso nel constatare che le critiche assolutamente normali, che in altri paesi avrebbero portato già da tempo alla sospensione e al ritiro dei finanziamenti, hanno determinato subito un’interruzione a singhiozzo nella cooperazione tra la Turchia e la Commissione. Ritengo assolutamente normale cominciare delineando la strategia e gli obiettivi, proseguire poi con un calendario, l’orientamento del progetto, i parametri di valutazione e, infine, le modalità di controllo del rendimento.

Tuttavia, se tutto ciò viene meno e si attuano dei progetti che vengono poi descritti come efficaci, io mi pongo il problema sulle modalità di attuazione del programma. Ecco perché ritengo che i finanziamenti andrebbero almeno in parte sospesi fino a che non vi saranno delle garanzie adeguate sul corretto utilizzo dei fondi. Siamo approdati a un compromesso, ma è necessario tenere la situazione sotto controllo dal momento che altri paesi come la Bulgaria, la Romania o la Grecia ne saranno influenzati. Credo che sia necessario trattare tutti nello stesso modo, senza fare alcuna distinzione.

Chiedo quindi che nell’ambito della politica immobiliare vengano previsti dei fondi per una strategia immobiliare a medio termine tramite una chiara pianificazione edilizia e finanziaria. I progetti più grandi dovrebbero ricevere una propria linea di bilancio e un sistema di notifica relativo allo svolgimento dei lavori e non si dovrebbero pagare costi ulteriori per i finanziamenti transitori. Le nostre istituzioni sono molto grandi e abbiamo bisogno di edifici, i cui progetti vengano sviluppati con cura e in modo trasparente.

Infine, ritengo sia necessario semplificare i programmi con urgenza, dal momento che è per questo che emergono i problemi nei singoli paesi e questo non può rimanere solo un punto astratto ma deve trasformarsi in realtà.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 

  Jens Geier (S&D).(DE) Signor Presidente, Commissario, Presidente López Garrido, sono lieto che lei sia presente qui oggi, dimostrando che il Consiglio riconosce l’importanza di questa discussione. Onorevoli deputati, conosciamo tutti il trucchetto: se si cerca di imbarazzare qualcuno basta formulare la domanda nel modo giusto chiedendo ad esempio, prendi ancora a schiaffi i tuoi figli? Anche se la persona risponde negativamente, sta implicitamente ammettendo di averlo fatto in passato.

La relazione sul discarico per il Parlamento presentata dall’onorevole Staes, che vorrei ringraziare per il lavoro svolto, ha un’impostazione critica e a mio avviso, almeno in alcuni ambiti, ha seguito questa logica. L’autocritica è positiva, ma dovrebbe essere accurata. Si è discusso molto all’interno del mio gruppo sulla possibilità di respingere o meno determinate formulazioni all’interno della relazione sul discarico del Parlamento. Alcuni di noi hanno subito al riguardo pressioni non irrilevanti all’interno dei rispettivi paesi.

Tuttavia, sono determinato a fornirvi le mie risposte agli interrogativi relativi al respingimento da parte nostra di alcune formulazioni della relazione sul discarico del Parlamento. Alcune proposte sono già realtà. Potremmo ripresentarle, ma perché farlo? Alcune proposte non sono utili, come quella volta a trasformare la commissione per il controllo dei bilanci in una sorta di istituzione di controllo interna alternativa o un intermediario tra l’Ufficio di presidenza e la plenaria. La relazione contiene però anche molte buone proposte che sono state tutte adottate.

Vi sono poi delle proposte all’interno della relazione che rappresentano una realtà puramente parziale, come nel caso dell’emendamento 26, attualmente al vaglio di quest’Aula, che richiede che venga istituito un sistema di controllo interno ai gruppi parlamentari. Dovrebbe essere logico. All’interno del gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, proprio per questo motivo, funziona così già da molto tempo. Se il mio gruppo desse la propria approvazione, significherebbe fare intendere che siamo rimasti indietro. Pertanto in questo caso potremo accettare solo se la realtà verrà illustrata anche all’interno della relazione. Propongo dunque di aggiungere la seguente frase al paragrafo: come avviene per il gruppo S&D.

 
  
MPphoto
 

  Olle Schmidt (ALDE).(SV) Signor Presidente, sebbene permangano numerosi problemi, il controllo e la revisione dei fondi dell’Unione europea sono migliorati e sono sempre più approfonditi. I primi risultati cominciano a emergere, il che è positivo, ma la strada è ancora lunga. Il nostro motto dovrebbe essere di non sperperare un singolo centesimo. Per quanto riguarda i fondi per lo sviluppo, l’Unione europea è il principale donatore di aiuti. E’ un bene che il nostro intervento possa fare la differenza e serva a dimostrare la nostra solidarietà nei confronti dei popoli più poveri del mondo. Credo che i cittadini europei ne siano lieti, ma il denaro deve essere utilizzato nel miglior modo possibile. Non deve finire nelle mani di leader corrotti che si arricchiscono illegittimamente, né possiamo sperperarlo in progetti e iniziative che non sono lungimiranti e qualitativamente soddisfacenti.

Noi, in Parlamento, abbiamo una responsabilità specifica al riguardo. Ho presentato una serie di emendamenti alla commissione, che sono stati accolti con una certa benevolenza dal relatore. Il punto è che l’Unione europea deve essere più chiara e pretendere che i paesi che ricevono il suo sostegno garantiscano il rispetto dei diritti umani di base, quali la libertà di espressione e la libertà di stampa. Sfortunatamente al momento non è così.

Vorrei fornirvi un esempio lampante: gli aiuti dell’Unione europea all’Eritrea. In questo paese, gli oppositori del regime vengono incarcerati senza alcun processo e senza che venga detto loro di cosa sono accusati. Hanno trascorso degli anni in prigione in condizioni inaccettabili. Cosa hanno fatto? Hanno criticato i governanti e il presidente del paese.

Dovremmo essere più netti al riguardo. L’Unione europea deve poter vincolare i propri aiuti al rispetto, da parte dei paesi beneficiari, dei diritti umani fondamentali ed io ritengo che la relazione dovrebbe essere più decisa e chiara al proposito. Credo che questo corrisponda alle aspettative dei contribuenti europei.

 
  
MPphoto
 

  Peter van Dalen (ECR).(NL) Signor Presidente, la relazione Staes contiene un paragrafo molto importante intitolato “Il deputato come homo publicus”, una scelta molto adeguata. Ogni deputato di questo Parlamento è una figura pubblica e in quanto tale deve sempre essere in grado di rispondere del suo operato dinanzi all’opinione pubblica e, nello specifico, deve poter giustificare il modo in cui ha disposto del denaro fornito dai contribuenti. Tutti noi qui ci troviamo a gestire il denaro dei cittadini, che quindi hanno il diritto di sapere come viene speso.

Si sono registrati notevoli miglioramenti in termini di assunzione di responsabilità da parte del Parlamento negli ultimi anni, ma ancora non viene richiesto agli europarlamentari di rendere conto per l’utilizzo dei fondi a loro destinati. Faccio riferimento in particolare alla somma massima di 4 200 euro al mese a disposizione di ogni deputato per le spese generali. Adesso sono costretto a pagare una somma consistente ogni anno per pagare un contabile che si occupi di questo obbligo di rendicontazione. Non ha senso; dovremmo semplicemente rendere conto ai servizi del Parlamento, come avviene per le spese di viaggio e di soggiorno. Vi invito quindi a sostenere l’emendamento 33 al paragrafo 65 su questo tema.

 
  
MPphoto
 

  Sidonia Elżbieta Jędrzejewska (PPE).(PL) L’Ufficio di selezione del personale delle Comunità europee, o EPSO, è un ente interistituzionale che ha il compito di gestire la selezione del personale dell’Unione europea. Sono lieta che le relazioni sul discarico abbiano affrontato anche questo tema. E’ necessario impegnarsi per identificare ed eliminare le disparità geografiche tra i candidati e tra quanti hanno vinto il concorso per occupare una posizione all’interno del servizio civile delle istituzioni dell’Unione. Trovo sia particolarmente ingiustificata la continua sottorappresentazione dei cittadini dei nuovi Stati membri, inclusa la Polonia, e non solo all’interno del servizio civile dell’Unione europea. Tale fenomeno è particolarmente evidente, a mio avviso, per quanto riguarda il personale di direzione di medio e alto livello. Sorgono dubbi anche in merito al lungo processo di assunzione e alla gestione delle liste dei candidati prescelti. Spesso, i candidati selezionati a seguito di un concorso – ovvero quelli che vincono suddetto concorso –accettano un posto di lavoro al di fuori delle istituzioni dell’Unione europea poiché semplicemente non si possono permettere di attendere così a lungo, e l’intero processo di selezione risulta inutile.

Sono lieta che l’EPSO abbia istituito un programma correttivo, che abbia accolto i commenti della Corte dei conti e che abbia già accettato alcune delle proposte del Parlamento europeo. Seguirò in prima persona i risultati del programma correttivo con molta attenzione, tenendo sempre a mente che l’obiettivo dell’EPSO dovrebbe essere, in primo luogo, quello di raggiungere con le offerte di lavoro provenienti dalle istituzioni europee i migliori candidati, di selezionare i migliori e di creare la migliore lista possibile di candidati prescelti, mantenendo una rappresentanza proporzionale di tutti gli Stati membri.

 
  
MPphoto
 

  Ivailo Kalfin (S&D).(BG) Commissario, Presidente López Garrido, onorevoli deputati, desidero esprimere la mia opinione in merito al discarico di responsabilità da parte delle agenzie europee. Vorrei innanzi tutto porgervi le scuse del mio collega, l’onorevole Stavrakakis, che non ha potuto partecipare a questa discussione, sebbene abbia lavorato alla relazione negli ultimi mesi come relatore ombra per il gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. Non è riuscito a giungere qui a causa dei ben noti problemi di trasporto.

Dal punto di vista del gruppo S&D, le questioni relative all’uso trasparente e legale del bilancio dell’Unione europea rappresentano una priorità e la gestione delle finanze pubbliche nel suo complesso dipende, in larga misura, da una loro efficace risoluzione. Per questo motivo vorrei ringraziare anche il relatore Mathieu, i membri della Corte dei conti europea e i direttori delle agenzie con cui ho avuto modo di collaborare intensamente. Vorrei sottolineare che la revisione dei bilanci delle agenzie prevede una procedura complessa e impegnativa dal momento che esistono variazioni significative tra di loro in termini di pratiche e competenze.

Vorrei iniziare con un’affermazione generale, ovvero dicendo che gli eventi del 2008 dimostrano che le agenzie stanno continuando a migliorare ogni anno sul fronte dell’attuazione dei bilanci. Se mi concedete una piccola digressione, mi permetto di dire a quanti tra i miei colleghi non si aspettano alcun commento da parte della Corte dei conti a sostegno del bilancio che la Corte smetterà di fare commenti quando la fiducia in questa istituzione sarà scemata. Il numero di errori è in diminuzione mentre aumenta il livello di trasparenza e di disciplina grazie all’attuazione dei bilanci. Tale progresso viene riconosciuto anche dalla Corte dei conti europea, mentre i direttori delle agenzie si impegnano sempre più al fine di migliorare i sistemi di contabilità e di controllo.

Ovviamente permangono delle lacune, menzionate dal Parlamento e dalla Corte dei conti, le cui cause sono sia oggettive che soggettive. La buona notizia è che vi si può porre rimedio e si sta già operando in questa direzione.

Il problema principale è legalo al CEPOL, l’Accademia europea di polizia. Le principali difficoltà in questa organizzazione si trascinano ormai da molti anni e sono da ricondurre a diversi motivi: il cambiamento nel sistema di contabilità, questioni mai chiarite legate allo Stato ospitante, omissioni relative alla notifica di appalti e l’uso di fondi pubblici per scopi diversi da quelli previsti. Sebbene siano state fatte delle concessioni per alcuni anni, con risultati più stentati del previsto, io sono d’accordo a un rinvio del discarico rispetto all’attuazione del bilancio 2008 di questa agenzia, fintantoché non venga condotta una nuova revisione dei conti e la nuova direzione non si assuma chiaramente la responsabilità e garantisca che le irregolarità e le incoerenze normative verranno eliminate nel minor tempo possibile.

Il secondo problema era legato a Frontex, e soprattutto alla capacità dell’agenzia di utilizzare le risorse assegnatele. Il direttore dell’agenzia ha fornito delle risposte soddisfacenti al proposito durante le audizioni della commissione.

In futuro sarà necessario intraprendere una serie di azioni per quanto riguarda il controllo del bilancio all’interno delle agenzie. Si possono ricondurre tutte a tre misure essenziali. Innanzi tutto, i direttori di agenzia devono continuare a impegnarsi per garantire la massima conformità alla disciplina di bilancio. In secondo luogo, è necessario adottare delle misure volte a semplificare le regole di contabilità, soprattutto nel caso di agenzie cofinanziate o autofinanziate. Infine, dobbiamo esaminare una proposta avanzata dalla Corte dei conti per l’introduzione di alcuni criteri per valutare l’efficacia delle agenzie nello svolgimento dei propri compiti.

 
  
MPphoto
 

  Markus Pieper (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, concedetemi qualche commento sull’utilizzo dei fondi europei nel processo di allargamento. Ci è stato chiesto di valutare una relazione speciale redatta dalla Corte dei conti sull’utilizzo degli aiuti preadesione per la Turchia. In quanto commissione per il controllo dei bilanci, noi siamo molto delusi da quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti. Nel periodo precedente la Commissione ha speso i propri fondi senza alcuna strategia o revisione contabile efficace e, soprattutto, i progetti non avevano alcun nesso concreto con un progresso in direzione dell’adesione. Anche con il nuovo strumento di assistenza preadesione (IPA), entrato in vigore nel 2007, la Corte non è nella posizione di valutare l’efficacia dei fondi spesi. Eppure stiamo parlando di 4,8 milioni di euro fino al 2013.

Inizialmente la commissione è stata dominata da un senso di impotenza. Dove e quando potremo esercitare una qualche influenza politica sull’utilizzo degli aiuti preadesione se la prossima valutazione della Corte è prevista solo dopo il 2012? La commissione per il controllo dei bilanci invita quindi la Commissione a rivedere con urgenza il programma IPA. Fintantoché non verranno valutati i progressi, richiediamo anche un congelamento dei fondi al livello annuale del 2006. Questo è l’inizio di un compromesso.

Proponiamo anche che, in generale – in generale e senza alcun riferimento esplicito alla Turchia – l’IPA vada applicato in modo flessibile, anche per quanto riguarda forme speciali di adesione, cooperazione, vicinato o comunque opzioni simili. Nel processo relativo ai negoziati di adesione, concentrarsi unicamente sull’adesione all’Unione potrebbe rivelarsi una scelta perdente.

I verdi e la sinistra ci criticano sostenendo che con queste richieste interferiremmo nella politica estera e la Turchia finirebbe col ricevere un trattamento di favore. Non è così, se non reagiremo alle palesi lacune in questo ambito, allora sì che assicureremmo un trattamento di favore. Se permettiamo delle eccezioni per la Turchia, possiamo porre fine anche al controllo di bilancio per la Croazia, la Romania, la Bulgaria o la Grecia. Si tratta pur sempre dello stesso tema.

Esorto la Commissione a non chiudere un occhio solo perché si tratta della Turchia, ma di sostenere piuttosto questo paese nel rispetto dei criteri di adesione che la Comunità stessa ha fissato.

 
  
MPphoto
 

  Christel Schaldemose (S&D).(DA) Signor Presidente, vorrei parlare oggi della relazione sul discarico del Parlamento. A mio avviso, ci troviamo dinanzi alla relazione sul discarico del Parlamento europeo più approfondita, critica e lungimirante che sia mai stata prodotta, il che è positivo. Vorrei pertanto ringraziare l’onorevole Staes per un lavoro così costruttivo.

Non è comune che un’istituzione si conceda da sola il discarico e si richiede dunque un alto livello di responsabilità, trasparenza e controllo. Tuttavia, la relazione aiuta a garantire che, in quanto Parlamento, noi si possa essere in grado di gestire tale responsabilità e di dimostrare trasparenza e garantire un migliore controllo. Anche questo è positivo.

Detto questo, c’è ancora un certo margine di miglioramento. Vorrei limitarmi a citare qualche ambito a cui fanno riferimento alcuni emendamenti. Credo sia necessario fare di più per permettere ai nostri cittadini di seguire il nostro lavoro. Possiamo farlo concedendo ai cittadini un migliore accesso alle nostre relazioni sul sito web – incluse le relazioni più delicate. Ritengo che sia altrettanto importante concentrarsi sul funzionamento delle procedure relative agli appalti qui in Parlamento. Si tratta di un settore con un ampio margine di rischio e sono stati proposti degli ottimi emendamenti al proposito. Credo sarebbe opportuno valutare anche se la struttura dirigenziale può essere potenziata e resa ancora più trasparente, affinché sia noi deputati sia i nostri cittadini possano contribuire a tenere il Parlamento sotto controllo. Oltretutto, benché sia già stato detto in precedenza, non credo ovviamente che dovremmo investire dei fondi per la ristrutturazione dei nostri uffici qui a Strasburgo. Dovremmo piuttosto impegnarci affinché ci sia un’unica sede.

Io vengo dalla Danimarca, un paese che vanta una lunga tradizione di trasparenza, apertura e controllo, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del denaro dei contribuenti. Questi sono valori che tengo in gran conto e che, a mio avviso, dovrebbero predominare anche all’interno dell’Unione europea. Ritengo che la relazione di discarico per il Parlamento europeo dimostri che noi, in questa istituzione, abbiamo imboccato questa strada e stiamo proseguendo nella giusta direzione, il che ci colloca anche in una posizione migliore per poter criticare le altre istituzioni.

 
  
MPphoto
 

  Esther de Lange (PPE).(NL) Signor Presidente, è già stato detto molto nel corso di questa discussione. Vorrei pertanto limitarmi a due punti. Il primo è il discarico per il Parlamento; dopo tutto, se vogliamo controllare gli altri non possiamo che assumere un approccio particolarmente critico rispetto al nostro stesso bilancio. L’onorevole Staes ha presentato una relazione su questo tema che avrei sostenuto con convinzione sei o sette anni fa, ma nel corso di questi anni molte cose hanno preso una piega positiva. Posso citarvi, come esempio, la limitazione del rimborso alle spese di viaggio effettivamente pagate e lo statuto degli assistenti. La cosa buffa è che l’onorevole Staes ha citato questi punti nel suo intervento qualche minuto fa, ma è un peccato che tali conquiste non vengano ancora menzionate nella relazione. Spero che tale situazione possa essere corretta tra due settimane in sede di voto, cosicché la relazione possa finalmente essere equilibrata. Sono fiducioso che ciò accadrà.

Il secondo punto è di natura più generale, signor Presidente, dal momento che credo che, nei prossimi anni, ci attenda una discussione complessa in merito al bilancio. Nonostante i compiti aggiuntivi che ci sono stati assegnati in seguito a Lisbona, non si prevede un aumento del nostro bilancio per il nuovo esercizio, il che significa che, nell’ambito della spesa europea, dovremo cercare sempre di più di raggiungere diversi obiettivi politici contemporaneamente facendoli rientrare in un’unica spesa. Perché ciò accada, la Corte dei conti deve essere nelle condizioni di verificare delle spese multiple piuttosto che limitarsi a controllare che le regole vengano rispettate. Allo stato attuale la Corte dei conti non sarebbe in grado di farlo. Pertanto, se desideriamo redigere un bilancio efficiente per il nuovo esercizio finanziario, che possa essere soggetto a verifica, allora è necessario apportare delle modifiche alla Corte dei conti. Propongo dunque che, in futuro, la Corte partecipi alle discussioni sui bilanci e sul controllo dei bilanci e desidererei che la Commissione spiegasse come intende affrontare questa sfida.

 
  
MPphoto
 

  Derek Vaughan (S&D).(EN) Signor Presidente, volevo parlare del discarico del Parlamento europeo e ringraziare innanzi tutto il relatore per l’eccellente lavoro svolto e per l’impegno profuso insieme a molti altri colleghi.

Credo che sia scontato che tutti in quest’Aula desiderano che ci siano dei miglioramenti in termini di apertura e trasparenza e che il denaro dei contribuenti venga speso al meglio, ma dobbiamo assicurarci che ogni modifica delle nostre procedure corrisponda effettivamente a un miglioramento e non sono certo che tutte le raccomandazioni contenute nella relazione in oggetto lo siano. Ad esempio, la proposta di rimozione dei bagni in questo edificio si rivelerà molto costosa e lo stesso dicasi per la proposta di rinnovare l’intero parco macchine del Parlamento europeo.

La relazione contiene anche delle raccomandazioni che erano già presenti nelle proposte di bilancio per il 2011. Ne sono un esempio una revisione dell’Europarl TV, al fine di assicurarsi che sia efficace e che serva al suo scopo e anche la richiesta di delineare una strategia edilizia per il lungo termine, che esiste già o per lo meno è invocata per il futuro. La relazione contiene altresì delle proposte riguardanti alcuni ambiti in cui sono già stati apportati dei miglioramenti o su cui si sta comunque intervenendo.

La relazione rivela comunque anche degli aspetti positivi che è giusto sostenere – ad esempio la riduzione degli sprechi di carta per stampare. Ogni giorno si accumulano pile di fogli stampati e sono certo che ci sia un certo margine di riduzione.

Trovo lodevole anche l’invito alla razionalizzazione degli studi esterni e la cooperazione con le altre istituzioni per quanto riguarda i suddetti studi al fine di evitare duplicazioni e ottenere un risparmio in modo efficiente. Mi rendo conto che alcuni emendamenti verranno riproposti per il bilancio del Parlamento europeo del 2011.

La relazione chiede anche che venga stilata una relazione annuale da parte del gestore del rischio, e trovo che sia una cosa positiva. Tutto ciò dimostra che le discussioni che conduciamo in merito al discarico per il Parlamento europeo necessitano di equilibrio. Sono certo che la commissione per il controllo dei bilanci, in futuro, si assicurerà di adempiere alle proprie responsabilità e riferirà in merito a come sono state gestite e attuate le raccomandazioni contenute in questa relazione.

 
  
MPphoto
 

  Paul Rübig (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, innanzi tutto vorrei dichiarare che sono lieto di essermi dovuto recare solo a Strasburgo questa settimana e non a Bruxelles. La città francese è infatti molto più vicina a dove abito, il che ha rappresentato un grande vantaggio per me, permettendomi di viaggiare tranquillamente a prescindere dai problemi di traffico aereo.

In secondo luogo vorrei parlare del controllo di bilancio. Ci troviamo dinanzi al solito vecchio pacco di fogli che dà indicazioni su cosa accade in plenaria questa settimana. Apprezzerei se si potesse installare un computer nella nostra postazione di lavoro, soprattutto dal momento che possiamo consultare tutto il materiale per via elettronica cosicché, al momento del voto, sia possibile leggere gli emendamenti nella propria lingua e la votazione possa procedere in modo mirato. Ci sono centinaia di votazioni, sempre a mezzogiorno, e sarebbe meglio non doversi trascinare in giro tutti i documenti e avere piuttosto tutti i testi in formato elettronico. Dopo tutto, il Parlamento europeo dovrebbe essere all’avanguardia.

In terzo luogo, quando viaggiamo, dobbiamo tenere la contabilità delle nostre spese, processo divenuto recentemente molto burocratico. Rappresenta un ulteriore onere per noi europarlamentari ma anche per l’amministrazione dell’istituzione. La verifica ulteriore impone condizioni aggiuntive. Dovremmo istituire un gruppo di lavoro che si concentri sull’essenziale – una contabilità precisa e corretta – al fine di ottenere una riduzione degli oneri burocratici pari al 25 per cento invece che aumentarli del 50 per cento, come è accaduto negli ultimi mesi.

Per quanto riguarda la struttura, dal momento che molti paesi stanno attraversando una crisi finanziaria, chiederei alla Commissione di verificare se non sia meglio concentrarsi sul Fondo di coesione e sul Fondo regionale piuttosto che sul consumo dei fondi europei. Basterebbe un aumento dei fondi pari all’1,27 per cento del reddito nazionale lordo (RNL) per migliorare gli investimenti.

 
  
MPphoto
 

  Silvia-Adriana Ţicău (S&D).(RO) Desidero iniziare facendo riferimento all’attuazione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio finanziario 2008, Sezione III – Commissione e agenzie esecutive. Accogliamo con favore le iniziative volontarie avviate dalla Danimarca, dai Paesi Bassi, dalla Svezia e dal Regno Unito per la produzione di dichiarazioni di gestione nazionale.

Siamo fermamente convinti che, quando le dichiarazioni di gestione nazionale si estenderanno a tutti i fondi dell’Unione europea che sono soggetti a una gestione congiunta, allora si registreranno dei progressi. A questo proposito esortiamo la Commissione a produrre delle raccomandazioni sulla stesura di suddette dichiarazioni.

Per quanto riguarda il programma quadro di ricerca, temiamo che l’attuale programma non rispecchi le esigenze di un ambiente di ricerca moderno. Riteniamo siano necessari una modernizzazione e un’ulteriore semplificazione per il prossimo programma quadro.

Vorrei fare altresì riferimento all’attuazione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione per l’esercizio finanziario 2008. Nei conti di questa agenzia viene indicato che è stato registrato un profitto derivante da interessi pari a più di 143 000 euro per l’esercizio finanziario 2008, a dimostrazione dell’alto volume di liquidità a disposizione dell’agenzia per lunghi periodi. A questo proposito esortiamo la Commissione a esaminare non solo le possibilità di una piena attuazione della gestione di cassa ma anche, nello specifico, l’estensione del mandato dell’ENISA sia da un punto di vista temporale, ovvero a dopo il 2012, che in termini di competenze.

 
  
MPphoto
 

  Richard Seeber (PPE).(DE) Signor Presidente, se vogliamo che l’Unione europea venga accettata dai suoi cittadini, allora è fondamentale che questi sappiano anche come viene utilizzato il denaro che versano sotto forma di tasse. La richiesta dell’onorevole Schaldemose per una maggiore trasparenza è dunque perfettamente legittima e ritengo che questo sia il banco di prova del progetto europeo.

Tuttavia, non è solo una questione di trasparenza, quanto anche di leggibilità. Veniamo, per così dire, pagati proprio per occuparci a tempo pieno di queste questioni. Ritengo che, quelle volte che i cittadini si trovano a leggere documenti di questo tipo, dovrebbero poterli utilizzare per qualche scopo concreto. Dobbiamo quindi invitare la Commissione a lavorare sulla leggibilità dei suoi documenti, soprattutto quelli legati al bilancio. In questo modo i cittadini comprenderebbero con facilità se si tratta di un bilancio grande o piccolo e che cosa ci si aspetta dall’Unione europea.

Il fatto che gli Stati membri contino sull’intervento dell’Unione ma, d’altro canto, non siano pronti a fornirle dei fondi è un problema politico diffuso e si tratta di un fronte sul quale la Commissione dovrà agire nei prossimi anni.

 
  
MPphoto
 

  Franz Obermayr (NI).(DE) Signor Presidente, vorrei spendere qualche parola sulla situazione particolarmente delicata dell’assistenza preadesione alla Turchia. Gli aiuti sono aumentati costantemente dal 2002, sebbene la Turchia abbia compiuto più passi indietro che non avanti. L’ultima relazione speciale della Corte dei conti rivela problemi di notevole entità. I fondi non sono stati spesi in modo efficace e non sono stati stimati sufficientemente.

Invito pertanto la Commissione a farsi avanti e spiegare ai cittadini europei, prima del discarico, che cosa ne è stato esattamente degli 800 milioni di euro all’anno per la Turchia.

Vorrei passare ora alle diverse agenzie in generale. La crescita incontrollata, la creazione, la ricostituzione e l’espansione delle agenzie comunitarie, che sono quasi triplicate dal 2000, sono in netta contrapposizione con le richieste di riduzione della burocrazia presenti nella strategia di Lisbona. In questo discorso rientra anche l’Ufficio europeo di sostegno per l'asilo.

Sebbene si stia parlando del 2008, vorrei comunque accennare all’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Mi chiedevo se forse stesse dormendo all’inizio dell’anno, quando le droghe pesanti sono state legalizzate nella Repubblica ceca e ora, grazie all’apertura dei confini, vantiamo un incredibile turismo della droga. Siamo inflessibili con i fumatori, ma veniamo colti alla sprovvista quando si parla di droghe pesanti.

 
  
MPphoto
 

  Daniel Caspary (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, anche io vorrei prendere il tema degli aiuti preadesione. La Corte dei conti dichiara esplicitamente nella sua relazione di non essere nella posizione di comprovare il corretto utilizzo dei fondi sulla base degli attuali programmi. La Commissione europea ha pertanto stabilito dei programmi che non possiamo monitorare e la cui efficacia non può essere verificata.

La commissione per il controllo dei bilanci ritiene di aver preso una posizione chiara e ora assistiamo a un evidente lobbismo da parte turca. Per quanto riguarda il discarico del bilancio, il punto non è che la Turchia aderisca o meno all’Unione europea. Non si tratta nemmeno di voler compiacere o meno i rappresentanti di altri paesi amici. Si tratta piuttosto di valutare se i programmi sono veramente efficaci, di garantire che il denaro raggiunga i reali beneficiari e non vada disperso altrove. Si tratta anche di gestire il denaro dei contribuenti europei in modo corretto. Ecco perché sarei lieto che la maggioranza di quest’Aula prendesse la decisione giusta al momento del voto.

 
  
MPphoto
 

  Andrew Henry William Brons (NI).(EN) Signor Presidente, rappresento un partito che si oppone all’intero progetto europeo e alla stessa adesione del mio paese all’Unione europea. Si potrebbe pertanto presumere che voteremo contro il discarico dei conti a prescindere dai fatti. Io respingo questo tipo di illazioni.

Se, da una parte, la nostra posizione naturale sarebbe contraria all’approvazione di quasi tutte le spese future, avrei sperato di poter approvare il discarico per le spese passate se i fatti le avessero giustificate, sebbene fossimo contrari al loro oggetto. Noi ci opponiamo comunque al discarico dei conti nel suo insieme alla luce della quantità di irregolarità.

Non confondiamo la valutazione in merito alle regolarità e alle irregolarità con il giudizio sull’approvazione o la disapprovazione dell’oggetto. Mi auguro che anche gli altri adottino lo stesso approccio, indipendentemente dal fatto che approvino o meno l’oggetto della spesa.

 
  
MPphoto
 

  Christa Klaß (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, ci troviamo a discutere del discarico del bilancio del 2008, ma il discarico costituisce sempre una possibilità di guardare avanti e ritengo che, specialmente in questo contesto, sia necessario concentrarsi sulle numerose agenzie che abbiamo introdotto. Dobbiamo indubbiamente garantire a queste agenzie le risorse finanziarie necessarie ma dobbiamo anche assicurarci che possano effettivamente svolgere il proprio compito.

Mi riferisco all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che si occupa del settore chimico e che si vedrà presto attribuiti ulteriori compiti, dal momento che diventerà responsabile per i biocidi. Dobbiamo assicurarci che il lavoro svolto sia efficiente e proiettato verso il futuro e che corrisponda alle nostre politiche. Chiedo pertanto che si verifichi che queste agenzie siano nelle condizioni di lavorare bene e in modo efficiente anche in futuro.

 
  
MPphoto
 

  Algirdas Šemeta, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, vorrei sottolineare ancora una volta l’impegno della Commissione nel proseguire sulla strada di successi ottenuti negli ultimi anni, al fine di migliorare ulteriormente la qualità della spesa. Guarderò ovviamente con attenzione alle decisioni relative al discarico che il Parlamento adotterà nelle prossime due settimane e la Commissione garantirà un adeguato follow-up.

Vorrei anche ringraziarvi per la proficua discussione odierna durante la quale ritengo siano state espresse molte idee interessanti e vorrei soffermarmi su alcune di esse.

Innanzi tutto, per quanto riguarda le dichiarazioni di gestione nazionale, un punto sollevato dall’onorevole Staes e da altri colleghi, vorrei semplicemente ricordarvi che, insieme al Commissario Lewandowski, ho inviato una lettera alla commissione per il controllo dei bilanci dichiarando che avanzeremo una proposta in merito alle dichiarazioni di gestione nazionale nella prossima revisione del regolamento finanziario. Ritengo che, insieme alle proposte sulla semplificazione e con l’introduzione del concetto di rischio di errore tollerabile, saranno possibili notevoli miglioramenti nella gestione dei Fondi strutturali. L’onorevole Søndergaard era molto preoccupato al riguardo.

La questione del ruolo delle verifiche e dei controlli interni è stata sollevata dall’onorevole Herczog. Condivido la sua posizione in merito e vorrei semplicemente aggiungere che la prossima settimana discuteremo la strategia del controllo per il 2010-2012 e presteremo maggiore attenzione al miglioramento dei sistemi di controllo interni nella Commissione.

Condivido anche la posizione espressa dall’onorevole Audy e da altri onorevoli deputati in merito alla procedura di discarico. Ritengo sia necessario avviare una discussione su come migliorare la suddetta procedura al fine di assicurare che la maggior parte dei risultati del discarico vengano attuati nel minor tempo possibile. Siamo nel 2010 e ci troviamo a discutere del discarico per il 2008, dal momento che è stato impossibile attuarlo nel 2009. E’ necessaria, a mio avviso, una discussione approfondita che coinvolga le parti interessate e la Corte dei conti. Condivido pienamente la vostra posizione e quella di altri deputati intervenuti oggi su questo tema.

Ritengo che sia altrettanto importante affrontare il tema dell’efficienza nell’utilizzo dei fondi dell’Unione europea. Nella nostra strategia generale per il controllo prestiamo grande attenzione al miglioramento dell’audit, valutando anche la verifica stessa dell’efficienza della spesa dell’Unione. Sono fiducioso che in futuro questo approccio darà i suoi frutti.

Per quanto riguarda la Turchia, la Commissione darà seguito alle raccomandazioni volte a migliorare gli obiettivi e il controllo dei progressi. Dobbiamo migliorare la qualità della spesa in tutti gli ambiti, dall’individuazione degli obiettivi alla valutazione dell’impatto.

I risultati ottenuti fino ad oggi dimostrano che l’Unione europea continua a impegnarsi per migliorare il modo in cui viene utilizzato il denaro dei contribuenti e per portare valore aggiunto ai cittadini europei. Tale progresso dipende anche dal vostro operato, in quanto autorità responsabile del discarico, dalla vostra capacità di essere sempre attenti al modo in cui il bilancio dell’Unione viene utilizzato, critici quando non è soddisfacente ma incoraggianti quando si segnalano dei miglioramenti. Si tratta di un messaggio importante per i cittadini europei.

Vorrei pertanto concludere esprimendo i miei più sinceri ringraziamenti al Parlamento europeo per il sostegno garantito alla Commissione nel suo tentativo di raggiungere una migliore gestione finanziaria del bilancio dell’Unione europea.

 
  
MPphoto
 

  Jens Geier, in sostituzione del relatore.(DE) Signor Presidente, vorrei precisare, affinché anche il processo verbale sia corretto, che oggi rappresento il relatore Liberadzki che, come molti altri in quest’Aula, questa settimana, è rimasto bloccato a causa dei problemi di trasporto. Sono molto lieto di avere questa opportunità, che vorrei sfruttare per ritornare su alcuni dei commenti espressi nel corso della discussione.

Innanzi tutto, Commissario Šemeta, lei ha dichiarato, con mia grande soddisfazione, che la Commissione si impegnerà per rafforzare ulteriormente la responsabilità di quanti hanno il compito di gestire i fondi dell’Unione europea. Sappiamo tutti cosa vuole dire; sappiamo tutti che significa che dobbiamo ricordare agli Stati membri dell’Unione europea, che gestiscono buona parte dei fondi europei, che hanno il dovere di farlo nel rispetto delle buone pratiche. D’altra parte, la maggior parte degli errori che vengono commessi nell’utilizzo dei fondi europei sono da ricondurre agli Stati membri e a questo specifico livello.

Ecco perché è abbastanza deludente sentire i colleghi del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei e del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, che hanno tutti – compreso l’onorevole Czarnecki – altri impegni, intervenire nella discussione per criticare aspramente la Commissione e dichiarare che le verrà negato il discarico. Mi sarei aspettato che i miei colleghi si sarebbero uniti a noi nel richiedere le dichiarazioni di gestione nazionale in quest’Aula e anche all’interno degli Stati membri, dove si registrano la maggior parte degli errori e la cooperazione scarseggia. Ed è alquanto deludente sentire i colleghi del gruppo ECR dichiarare che tutto ciò che si verifica qui è al di sotto degli standard, pur sapendo molto bene che le responsabilità risiedono decisamente altrove.

Vorrei citare ancora una volta gli aiuti preadesione, poiché ritengo che ci siano alcuni punti da rettificare. Desidero ricordarvi che la commissione per il controllo dei bilanci ha sostenuto il relatore con una leggera maggioranza e che, durante la stesura della relazione, il rappresentante della Corte dei conti europea ha cercato di ricordare al relatore che la relazione verteva sul comportamento della Commissione, limitatamente agli aspetti criticabili, e non sul comportamento della Turchia. I nostri colleghi del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) hanno votato in favore di alcuni emendamenti sul discarico della Commissione che vorremmo rimuovere immediatamente, perché è evidente che la questione non verta tanto sull’utilizzo dei soldi dei contribuenti quanto sul futuro delle negoziazioni per l’adesione della Turchia. Prendere ora una decisione di questo tipo è la mossa sbagliata.

 
  
MPphoto
 

  Inés Ayala Sender, relatore.(ES) Signor Presidente, nel mio intervento conclusivo vorrei ringraziare il Commissario Šemeta e i servizi della Commissione responsabili per gli aiuti allo sviluppo e per gli aiuti umanitari per la cooperazione diligente ed efficace dimostrata in questo processo.

Vorrei anche rendere il giusto riconoscimento all’impegno profuso dalla presidenza spagnola in questa procedura di discarico e soprattutto per essersi offerta di avviare un dibattito sul rinnovamento dell’accordo interistituzionale con il Consiglio, dal momento che quello attuale risulta ormai da tempo inadeguato. Tuttavia devo anche esprimere la mia disapprovazione rispetto alla procedura improvvisata di oggi, dal momento che è evidente che, fino alle 9.00 di questa mattina, il Parlamento non aveva pensato di invitare formalmente né la Corte dei Conti, né il Consiglio.

Criticare la loro assenza quando non ci siamo neanche presi il disturbo di invitarli rasenta, a mio avviso, il ridicolo e la malafede. Ritengo che, se desideriamo essere rispettati e dimostrarci all’altezza delle nostre nuove responsabilità, allora le nostre procedure interistituzionali devono essere più rigorose e serie, e meno opportunistiche.

Per concludere la discussione sul discarico per quanto riguarda i Fondi europei di sviluppo, desidero unicamente esprimere la mia gratitudine per l’ottima collaborazione instaurata con i colleghi, soprattutto l’onorevole Hohlmeier, e vorrei porre in evidenza i notevoli miglioramenti ottenuti in termini di un’attuazione efficace e trasparente degli aiuti europei allo sviluppo.

Tra tutte le azioni positive emerse dall’operato dell’Unione europea, i cittadini hanno particolarmente apprezzato gli aiuti allo sviluppo e richiedono persino che essi siano più visibili ed estesi. Tuttavia, manifestano una certa perplessità quando non viene loro chiarito perché sosteniamo alcuni governi con aiuti al bilancio o quando non spieghiamo le ragioni o non forniamo sufficienti garanzie di un controllo rigido nei casi in cui le circostanze cambiano a causa di colpi di stato, scandali legati alla corruzione, violazioni dei diritti umani e battute d’arresto nei processi di democratizzazione e nel cammino verso la parità di genere.

Il progresso significativo che è stato evidenziato e registrato ci fornisce un motivo valido per concedere il discarico del settimo, ottavo, nono e decimo Fondo europeo di sviluppo, ma è necessario compiere ulteriori miglioramenti. Questo Parlamento presterà particolare attenzione per garantire che il nuovo sistema interistituzionale post Lisbona e il quadro del nuovo servizio europeo per l’azione esterna non mettano a repentaglio le conquiste conseguite fino ad adesso, cosicché i cittadini possano continuare a sentirsi fieri degli aiuti europei allo sviluppo.

 
  
MPphoto
 

  Bart Staes, relatore.(NL) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero naturalmente ringraziare tutti i colleghi che hanno parlato della mia relazione, e in particolar modo gli onorevoli Itälä, Gerbrandy, Herczog, Geier, van Dalen, Schaldemose, de Lange e Vaughan. Ritengo sia già stato detto tutto, anche se vorrei esprimere la mia sorpresa in merito alla produzione di questa relazione. E’ la terza volta che ricopro il ruolo di relatore per il discarico del Parlamento europeo e rilevo un cambio di percezione.

La prima e la seconda volta è risultato abbastanza facile muovere delle critiche in quest’Aula. La terza invece è stato più difficile. E’ evidente che, improvvisamente, questo Parlamento è diventato più permaloso e sembra scarseggi l’autocritica. Mi sono state mosse delle critiche sulla stampa, alcuni dei miei colleghi mi hanno accusato, dichiarando che tutto quello che ho scritto va bene ma che con le mie parole starei aiutando la causa degli euroscettici. Non sono d’accordo. Io sono un europarlamentare in grado di essere sia europeista che critico, e se riscontro che alcune cose potrebbero essere migliorate o modificate o che i fondi per il pensionamento volontario sono stati utilizzati in modo irregolare in passato, allora ho il dovere di dichiararlo. Noi europarlamentari filoeuropei dobbiamo evidenziare queste cose perché questo è il modo per contrastare gli euroscettici, che sopravvivono grazie a delle mezze verità – a volte vere e proprie bugie – di questo tipo. Tocca a noi dire la verità e io lo farò sempre, e non nasconderò mai un abuso. Questa è la mia posizione.

 
  
MPphoto
 

  Ryszard Czarnecki, relatore. (PL) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Geier, che si è accorto che a volte dico ciò che penso. Devo riconoscere che imparerò molte lezioni preziose dal rappresentante del Consiglio, un ministro spagnolo che sparisce sempre quando sa che il Consiglio sta per essere criticato. Non era presente all’inizio quando sono intervenuto e non lo è nemmeno adesso che prendo nuovamente la parola.

Non è un caso che, delle sette istituzioni che ho avuto modo di valutare, sei siano più o meno in ordine e una sia una fonte continua di problemi. Vorrei ricordarvi che un anno fa è accaduto lo stesso. Il Consiglio ottenne il discarico solo a novembre. Credo che quest’anno succederà prima, ma non vorrei avallare una situazione in cui riceviamo un documento, non per l’anno 2008 bensì per il 2007. Ciò dimostra che all’interno del Segretariato generale del Consiglio regna la confusione o che hanno deciso di trattare il Parlamento al pari di un ragazzino un po’ sciocco. Una situazione in cui tutte le istituzioni europee sono uguali, ma il Consiglio crede di essere più uguale degli altri, proprio come in La fattoria degli animali di George Orwell, è estremamente allarmante.

Ritengo, tuttavia – siamo onesti – che l’intervento del rappresentante del Consiglio contenesse una proposta molto importante. Mi riferisco, se ho ben capito, all’abbandono dell’accordo tra gentiluomini del 1970 e dunque al riconoscimento che il Parlamento di 40 anni fa, ancora nominato all’epoca dai parlamenti nazionali e non eletto, dovrebbe essere trattato più seriamente oggi. L’abbandono dell’accordo tra gentiluomini è un’ottima scelta, per la quale ringrazio il Consiglio. Mi pare di avere proposto un emendamento orale analogo in occasione della votazione di maggio.

 
  
MPphoto
 

  Véronique Mathieu, relatore.(FR) Signor Presidente, desidero ringraziare innanzi tutto i relatori ombra, che hanno collaborato in modo molto efficace con me al fine di stilare questa relazione e in secondo luogo tutti i componenti del segretariato della commissione, dal momento che si è trattato di un compito molto impegnativo.

Vorrei ringraziare, altresì, tutti i parlamentari intervenuti nel corso di queste discussioni, le cui preoccupazioni condivido. Il desiderio di aumentare la trasparenza e il controllo dei fondi dell’Unione europea è emerso con chiarezza dai loro interventi, il che è perfettamente comprensibile.

Infine desidero sottolineare che le agenzie in questione ricoprono anche un ruolo politico – è necessario sottolinearlo, trattandosi di un aspetto essenziale – e che, al fine di adempiere al meglio a questo importante ruolo, elaborano un programma di lavoro. Quest’ultimo deve veramente essere in linea con quello dell’Unione europea e deve – come mi auguro – essere sottoposto al controllo delle tre istituzioni.

Ebbene, mentre alcune agenzie collaborano naturalmente e spontaneamente con loro, altre sono molto meno reattive e, in questi casi, i testi nelle nostre istituzioni non sono in alcun modo vincolanti. E’ un aspetto sul quale riflettere seriamente, signor Presidente.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Vorrei aggiungere molto brevemente che i servizi mi hanno informato di avere dato una rapida lettura ai processi verbali degli ultimi anni. Nell’ultima legislatura, il Consiglio ha adottato una posizione e ha presenziato una volta alla discussione, e solo in seconda lettura, poiché il discarico era stato inizialmente posticipato nel 2009 e il Consiglio era presente solo alla seconda tornata. A questo proposito sicuramente non sbagliamo nel dichiarare che siamo sulla buona strada per migliorare.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà durante la tornata di maggio.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
MPphoto
 
 

  Ivo Belet (PPE), per iscritto.(NL) Signor Presidente, onorevoli deputati, quest’Aula deve dare l’esempio in termini di trasparenza finanziaria e controllo interno del bilancio. Non potremo mai essere troppo rigidi con noi stessi in questo ambito. In un Parlamento così grande, con così tanti deputati e membri del personale, non è possibile che tutto funzioni sempre alla perfezione. Ogniqualvolta ci si trova a lavorare insieme, le cose vanno male. Anche i più rigidi controlli interni non possono evitare che ciò accada. Tuttavia dobbiamo riconoscere che sono stati compiuti grandi sforzi negli ultimi anni al fine di rettificare gli errori.

Vorrei fornirvi due esempi. Innanzitutto il nuovo statuto degli assistenti, che è finalmente entrato in vigore dopo anni di discussioni. Ogni abuso è stato virtualmente eliminato. Il secondo esempio è dato dal rimborso spese. Anche in questo ambito si è intervenuti e sono state introdotte delle norme chiare e precise. I problemi sono stati risolti? Assolutamente no. E’ apprezzabile che i controlli interni siano stati ulteriormente rafforzati, ma ai miei occhi è inaccettabile che si dia l’impressione generica che le cose sono state insabbiate, perché non è così. Desidero concludere dichiarando che, per quanto riguarda i futuri aumenti di bilancio, dobbiamo trovare il coraggio di spiegare ai cittadini che il trattato di Lisbona implica un carico notevole di lavoro aggiuntivo e che un bilancio più alto per la comunicazione e per i contatti con i visitatori è effettivamente giustificato.

 
  
MPphoto
 
 

  Indrek Tarand (Verts/ALE), per iscritto.(EN) In linea generale siamo compiaciuti dello stato delle cose per quanto riguarda il bilancio dell’Unione europea. Tuttavia c’è ancora un margine di miglioramento, un ampio margine di miglioramento oserei dire. E infine, la Francia ha deciso di vendere una nave da guerra della classe Mistral alla Russia, riteniamo che se ne pentirà amaramente.

 
  
  

(La seduta, sospesa alle 12.00, riprende alle 15.00)

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. PITTELLA
Vicepresidente

 
Note legali - Informativa sulla privacy