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Procedura : 2010/2106(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0113/2011

Testi presentati :

A7-0113/2011

Discussioni :

PV 09/05/2011 - 24
CRE 09/05/2011 - 24

Votazioni :

PV 11/05/2011 - 5.19
CRE 11/05/2011 - 5.19
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2011)0226

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 9 maggio 2011 - Strasburgo Edizione GU

24. Preparare le foreste ai cambiamenti climatici (breve presentazione)
Video degli interventi
PV
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0113/2011), presentata dall’onorevole Kriton Arsenis a nome della commissione per l’Ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare sul Libro verde della Commissione "La protezione e l'informazione sulle foreste nell'UE: preparare le foreste ai cambiamenti climatici" [2010/2106(INI)].

 
  
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  Kriton Arsenis, relatore.(EL) Signora Presidente, signor Commissario, le foreste sono importanti per tutti noi, per noi che sediamo in quest’Assemblea così come per i cittadini che vivono ai quattro angoli dell’Europa. Le foreste sono parte della nostra identità. Le foreste sono un luogo di svago, ma anche un posto di lavoro. Eppure ognuno di noi, in ogni regione d’Europa, ha un'idea molto diversa di foresta. Se un cittadino che vive nell’Europa settentrionale andasse a vedere una foresta mediterranea, penserebbe che molte di quelle che noi nel Mediterraneo chiamiamo foreste non sono altro che savane o parchi, perché non sono sfruttate a fini produttivi. Al contrario, se un cittadino che vive nella regione mediterranea facesse un viaggio nell’Europa settentrionale, ne ricaverebbe l’idea che le foreste della regione sono artificiali, e non naturali, perché sfruttate per attività produttive molto pesanti.

Queste foreste, così diverse per ogni cittadini europeo e così diverse a seconda della regione, si confrontano tutte con una stessa sfida: i cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia per le foreste europee perché aumentano il rischio di incendi, favoriscono la diffusione delle malattie da un paese all’altro mettendo a repentaglio l’esistenza di intere specie e sono all’origine dei disastri dovuti a condizioni meteorologiche estreme. L’impatto può variare da regione a regione, ma è comunque di natura transfrontaliera e deve essere affrontato con l'aiuto dell'Europa.

Quest’oggi discutiamo della relazione del Parlamento sulla protezione delle foreste su cui voteremo poi dopodomani. Fin dall’inizio, la relazione, frutto della collaborazione tra i membri dei diversi paesi e dei diversi gruppi, ha raccolto molti consensi. In commissione, poi, la relazione è stata oggetto di cinquanta emendamenti di compromesso presentati da tutti i gruppi politici e da tutte le regioni rappresentate. Non ho alcun dubbio, quindi, che la relazione riporti fedelmente la posizione del Paramento su come aiutare le foreste e come aiutare le nostre comunità ad adattarsi ai cambiamenti climatici.

Ma cosa chiede la relazione? La relazione invita la Commissione a procedere con l'elaborazione di un Libro bianco sulla protezione e sull’adattamento delle foreste ai cambiamenti climatici nell'UE, chiede di approvare un nuovo regolamento sulla prevenzione degli incendi boschivi che sostituisca quello vecchio e un nuovo regolamento sull’informazione sullo stato delle foreste che sostituisca, anch’esso, quello vecchio e auspica, infine, un aumento dei fondi destinati alle foreste nel quadro del secondo pilastro della politica agricola comune.

Sebbene ricoprano il 42 per cento delle aree rurali, solo l'1 per cento della CAP è destinato alle foreste. La relazione chiede che lo strumento finanzi le agenzie pubbliche, che siano definiti criteri di sostenibilità per la biomassa legnosa usata per produrre energia e, infine, che le foreste, adattate ai cambiamenti climatici, siano gestite in modo propositivo e sostenibile.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE).(RO) Signora Presidente, la presente relazione intende riaprire il dibattito sulla protezione delle foreste a livello europeo. La protezione delle foreste e la diffusione di informazioni sulle stesse si basano sulla collaborazione tra le istituzioni europee e le autorità degli Stati membri.

Particolarmente importante è, a mio giudizio, il paragrafo 23 sulla lotta al disboscamento illegale. Una gestione sostenibile delle foreste è fondamentale per conservare la biodiversità in Europa. Un simile processo potrà andare a buon fine solo se saranno stanziate risorse finanziarie ulteriori e se saranno eliminati gli ostacoli legislativi. Va promossa, poi, la ricerca sui cambiamenti climatici, segnatamente attraverso progetti internazionali. Accolgo con favore, infine, l’iniziativa volta a organizzare programmi di formazione per i lavoratori.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL).(PT) Signora Presidente, sebbene la questione di cui stiamo discutendo sia molto vasta, mi limiterò a sollevare due punti. Innanzitutto, vorrei richiamare la vostra attenzione sulle minacce che incombono attualmente su moltissimi ecosistemi forestali. In particolare, vorrei ricordare la diffusione delle specie aliene invasive, degli organismi infestanti e degli incendi boschivi. Alcuni di questi fenomeni mostrano una certa ricorrenza, soprattutto nelle regioni di convergenza. Il loro impatto va studiato in modo rigoroso, così come il modo per rendere le foreste più resistenti a queste minacce biotiche e abiotiche. A tal fine, risorse finanziarie sufficienti dovrebbero essere messe a disposizione attraverso i programmi dell’Unione e le misure di sostegno per la valutazione dello stato ecologico delle foreste e della salute delle piante e per la loro riclassificazione, ivi compreso un rimboschimento che prediliga le specie indigene e le foreste miste, nonché la loro resistenza e la biodiversità.

In secondo luogo, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che le condizioni naturali, e quindi gli ecosistemi forestali, sono profondamente diverse in Europa. Gli ecosistemi forestali vanno riconosciuti e tenuti da conto, in particolare la loro multifunzionalità e il loro potenziale in termini di occupazione e sviluppo nelle aree rurali.

 
  
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  Jaroslav Paška (EFD).(SK) Signora Presidente, gli attuali studi sull’impatto dei cambiamenti climatici ci dimostrano che la risposta degli ecosistemi forestali è molto diversa da regione a regione.

La capacità di rispondere alle singole minacce, da un lato, e alla varietà dei problemi previsti, dall’altro, dipende dalle condizioni naturali della regione: le regioni montane, per esempio, si confrontano con problemi diversi rispetto alle regioni che si trovano a un’altitudine inferiore. La risposta dipende, inoltre, dalla sensibilità fisiologica della vegetazione forestale, da quanto i singoli ecosistemi hanno sviluppato il loro potenziale di adattamento e dall’intensità dei cambiamenti climatici previsti, dal momento che nell'Europa centrale e orientale, per esempio, si prevede che i cambiamenti saranno di una volta e mezzo più marcati rispetto alla media globale. La reazione delle foreste dipende, infine, dalle possibilità tecniche di cui dispone il settore forestale per adottare misure di adattamento, per esempio modificando la composizione delle specie prediligendo alberi resistenti. Nel momento in cui si vanno a definire le misure di protezione e di adattamento, quindi, è fondamentale tener conto delle caratteristiche specifiche a livello locale e regionale e rispettare le peculiarità degli habitat protetti.

 
  
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  Seán Kelly (PPE).(EN) Signora Presidente, è un piacere essere qui questo pomeriggio. Quest’oggi, per la prima volta i miei colleghi e io abbiamo parlato della giornata dell'Europa all’Assemblea nazionale irlandese, il Dáil. Da questo punto di vista, si tratta pertanto di una giornata storica.

La questione di cui stiamo dibattendo è importantissima, perché alle foreste spetta un ruolo fondamentale, soprattutto nella lotta ai cambiamenti climatici. Si fa un gran parlare di questioni di alto profilo, come per esempio l'energia da fonti rinnovabili, la cui importanza non voglio ora mettere in dubbio, ma le foreste meritano ben più attenzione fosse anche solo perché richiedono molto tempo per crescere e devono, quindi, essere protette e promosse.

Bisogna fare ricerca, in particolare per capire come limitare gli incendi boschivi. È sconvolgente pensare che un unico fiammifero può distruggere migliaia di ettari di foresta. Convengo con il relatore che destinare solo l’1 per cento del bilancio della PAC all’afforestamento non è sufficiente. Il Parlamento irlandese vuole estendere le superfici boschive in Irlanda nei prossimi anni e, a tal fine, un aumento dei finanziamenti attraverso la PAC sarebbe sicuramente ragionevole e utile.

 
  
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  Karel De Gucht, membro della Commissione.(EN) Signora Presidente, si è fatto ormai tardi, ma vorrei comunque iniziare ringraziando il relatore, l’onorevole Arsenis, per l'impegno profuso e per il lavoro svolto per redigere questa relazione sulla protezione e l'informazione sulle foreste.

In secondo luogo, vorrei ringraziare anche i membri della commissione che sono intervenuti per il loro contributo così utile. Nel quadro del Libro bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici del 2009, la Commissione aveva annunciato di voler presentare un Libro verde sulla protezione e l’informazione sulle foreste, poi approvato nel marzo 2010.

Il Libro verde individua le funzioni socio-economiche e ambientali svolte dalle foreste ed enumera le sfide con cui queste si confronteremo nei prossimi decenni. Lo stesso Libro verde riesamina i sistemi di informazione sulle foreste utilizzati attualmente in Europa. L’aspetto forse più importante, però, è che il Libro verde invita il Parlamento e il Consiglio, nonché le altre parti interessate, a esprimere la loro opinione sulla protezione e sull'informazione e su come procedere affinché l'UE possa offrire un valore aggiunto rispetto a quanto si sta facendo negli Stati membri e in Europa in generale. Nel condurre un simile esercizio, abbiamo voluto rispettare le competenze degli Stati membri e la sussidiarietà, valutando al contempo come l’UE possa contribuire ad assicurare che le funzioni forestali siano protette e che le informazioni necessarie a tal fine siano disponibili.

Il dibattito condotto l’anno scorso è stato molto ricco. Nelle sue riflessioni sui prossimi passi da compiere, la Commissione sta già tenendo conto delle conclusioni del Consiglio e dei risultati della consultazione delle parti interessate. A lungo si è discusso se l’UE necessiti di una politica in materia forestale, ma sono comunque molto lieto di vedere che la questione del riconoscimento delle funzioni economiche, sociali e ambientali svolte dalle foreste è stata sollevata nel contributo sia dei portatori di interesse sia del Consiglio ed emerge nuovamente nella relazione presentata quest'oggi dall'onorevole Arsenis.

Allo stesso modo, è assolutamente necessario disporre di informazioni comparabili in merito a svariate questioni che riguardano le foreste, come l’occupazione, le risorse, la biomassa, gli incendi, le tendenze a livello di suolo e di emissioni di carbonio, la salute delle foreste, la biodiversità e la protezione delle risorse idriche. Le istituzioni concordano tutte sull’importanza di riuscire a raccogliere queste informazioni.

In attesa che il Parlamento approvi la relazione, abbiamo già iniziato a lavorare con gli Stati membri per definire in modo più preciso e più chiaro quali informazioni sono necessarie a livello di UE. Sarà anche la relazione ad aiutarci in questo compito.

Una volta capito quali informazioni sono necessarie, si aprirà una nuova fase. Il prossimo anno lavoreremo su entrambi i fronti in modo attento e badando a non duplicare gli sforzi già profusi nel settore forestale.

Grazie alla raccolta di informazioni utili e comparabili, nel prossimo futuro dovremmo essere meglio equipaggiati per offrire un valore aggiunto europeo nelle questioni socio-economiche e ambientali legate alle foreste. In tal modo, per l’UE sarà più facile contribuire a che le foreste continuino ad assicurare a noi tutti i benefici che ci hanno sempre offerto. La Commissione studierà la relazione con attenzione e rifletterà approfonditamente sulla risposta da dare alla relazione, alle conclusioni del Consiglio e al contributo delle parti interessate.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà mercoledì 11 maggio 2011.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento))

 
  
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  Robert Dušek (S&D), per iscritto. (CS) La relazione sulla protezione delle foreste affronta la questione del calo delle risorse forestali dovuto al disboscamento. Considerando che i cambiamenti climatici non faranno altro che peggiorare la situazione, è chiaro che la silvicoltura in Europa si trova a doversi confrontare con una serie di difficoltà e di pericoli. Alcuni Stati membri, tra cui la Germania e l’Austria, portano avanti una politica forestale equilibrata, mentre molti altri, in particolare i nuovi Stati membri, ivi compresa la Repubblica ceca, tollerano sul loro territorio attività forestali talmente insostenibili da essere paragonabili alla distruzione e a un vero e proprio saccheggio delle foreste. Il rapporto tra abbattimento e incremento è addirittura superiore al 100 per cento. Fintantoché in questi paesi a prendere le decisioni saranno politici tanto incompetenti e corrotti, che non possono, o forse non vogliono, porre fine a una simile tendenza, sarà fondamentale gestire e disciplinare il disboscamento e l’abbattimento a livello europeo. In Repubblica ceca, la gestione delle foreste è diventata un grande affare che ruota esclusivamente intorno ai profitti delle imprese attive nel settore, ben lontano dall’idea di conservazione e gestione sostenibile delle foreste. Spesso, poi, sono semplici cittadini a tagliare gli alberi senza permesso, un’attività che risulta redditizia visti i prezzi dei combustibili per il riscaldamento. Alla luce di ciò, non posso che lanciare un appello a quelle autorità che non sanzionano simili comportamenti e neanche se ne occupano, perché il disboscamento è ormai una pratica molto diffusa in Repubblica ceca. Accolgo con favore la relazione, un passo ulteriore per assicurare una silvicoltura sostenibile in Europa e per fermare il saccheggio delle foreste in alcuni Stati membri.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto.(PL) La relazione afferma, giustamente, che la politica forestale è competenza degli Stati membri ma che, conformemente al principio di sussidiarietà, l’Unione europea ha quantomeno il compito di sostenerla. Dal punto di vista dei cambiamenti climatici, garantire la sicurezza delle foreste è fondamentale perché queste sono sempre più spesso minacciate da disastri naturali, in particolare dagli incendi e dalla diffusione di malattie degli alberi. Le foreste, non possiamo dimenticarlo, svolgono infatti un ruolo fondamentale nell’assicurare l’equilibrio biologico e la biodiversità e rappresentano un ingranaggio importante nel funzionamento dell’economia, non solo per la produzione di legname ma anche per una serie di prodotti e servizi che costituiscono, in realtà, beni pubblici. A mio giudizio, è quindi molto importante definire una politica europea comune per la gestione sostenibile delle foreste. In tale contesto, esorto la Commissione a definire criteri di sostenibilità giuridicamente vincolanti per lo sviluppo della biomassa legnosa e a introdurre degli strumenti intesi a raccogliere informazioni sulle foreste e sulla silvicoltura e a rendere queste informazioni accessibili.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE), per iscritto.(RO) In qualità di relatore per parere per la commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ho cercato di mettere in rilievo lo stretto legame tra le foreste e le comunità rurali. Le foreste, infatti, svolgono un ruolo fondamentale a livello economico e sociale, come importante fonte di reddito e come fattore per la produzione agricola. In tale contesto, il ruolo delle foreste nella futura politica agricola comune rappresenta un aspetto molto importante, in particolare perché l’azione europea nel settore forestale si esplica principalmente attraverso il secondo pilastro della PAC, vale a dire lo sviluppo rurale. Il secondo pilastro deve rimanere uno strumento potente ed efficace e devono essere assicurati finanziamenti sufficienti anche nei programmi previsti nella PAC post 2013, che dovrebbero continuare a promuovere le piantagioni forestali. Le foreste, inoltre, forniscono importanti servizi pubblici che non sono remunerati dal mercato. Per questo motivo, ritengo che i proprietari di foreste dovrebbero beneficiare dei pagamenti diretti per superficie. Un altro aspetto importante, poi, è quello del ruolo svolto dalle foreste nella strategia energetica dell'Unione europea. Il loro potenziale quale fonte di energia rinnovabile, infatti, non è al momento sfruttato a dovere.

 
  
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  Ivari Padar (S&D), per iscritto.(ET) Le diverse politiche dell’Unione europea e degli Stati membri in campo forestale mancano di coerenza. Di conseguenza, è necessario coordinare meglio le politiche nel settore delle foreste, dell’agricoltura, dell'energia da fonti rinnovabili, della biodiversità e dell’ambiente. In tale contesto, è opportuno tener conto anche della politica industriale e di ricerca e della strategia Europa 2020. La silvicoltura è una logica componente di una politica rurale e regionale integrata, un dato di fatto che dovrebbe essere preso in considerazione nelle discussioni sul futuro della PAC dopo il 2013.

 
  
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  Rovana Plumb (S&D) , per iscritto. – Le foreste europee contribuiscono in modo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento delle società europee a tali cambiamenti grazie alle loro funzioni economiche, sociali e ambientali. Gli strumenti dell'UE nel campo delle foreste devono, pertanto, essere ammodernati per affrontare le nuove sfide che stanno emergendo nella gestione e nella conservazione sostenibili delle foreste. La relazione mette in rilievo il ruolo fondamentale svolto dalla gestione sostenibile delle risorse e l’importanza delle foreste per la competitività e l’occupazione nell’ottica di conseguire gli obiettivi dell’UE in campo climatico e fornire servizi ecosistemici necessari come la conservazione della biodiversità, la protezione dai disastri naturali e la cattura dell’anidride carbonica. La relazione chiede, poi, una migliore rendicontazione attraverso i programmi forestali nazionali e una migliore attuazione della gestione sostenibile delle foreste nell’Unione europea, nonché l’immediata approvazione di un atto normativo sulla prevenzione degli incendi boschivi e sull'informazione sulle foreste che tenga conto delle minacce in ambito climatico e della necessità di raccogliere e divulgare dati comparabili. La relazione chiede, inoltre, che sia approvato un Libro bianco sulla protezione delle foreste che affronti la questione delle risorse finanziarie, dello scambio delle informazioni e della promozione della ricerca. Il documento riconosce, infine, l’importanza delle foreste per lo sviluppo rurale e la necessità di eliminare gli ostacoli al finanziamento della silvicoltura e della biodiversità. Il Parlamento si è, poi, accordato su un appello per il finanziamento delle misure adottate dalle autorità pubbliche e dai produttori rurali.

 
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