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Procedura : 2010/0390(COD)
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A7-0053/2011

Discussioni :

Votazioni :

PV 10/05/2011 - 11.14
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2011)0207

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 10 maggio 2011 - Strasburgo Edizione GU

12. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi
PV
  

Dichiarazioni di voto orali

 
  
  

Relazione Rivellini (A7/0137/2011).

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - (EN) Signora Presidente, un miliardo qui, un miliardo là, e presto parleremo di soldi veri. Le somme stanziate dall’Unione europea per questi salvataggi fanno apparire insignificante la spesa interna dei nostri governi nazionali. Il Regno Unito da solo finora ha stanziato 7 miliardi di sterline a favore dell’Irlanda e sta per sborsare altri 4,2 miliardi di sterline per il Portogallo.

Sette miliardi di sterline superano il valore di tutti i tagli apportati alla previdenza sociale nel nostro paese messi insieme – e tutto questo in nome di una strategia che sta fallendo palesemente. Quando ci accordammo per il salvataggio della Grecia, ci dissero che esso sarebbe bastato per scoraggiare gli speculatori, che la Grecia avrebbe contratto prestiti concorrenziali sul mercato e che non sarebbe stati necessari ulteriori interventi. Ora, tuttavia, vediamo la Grecia negoziare un default e ulteriori prestiti alla luce del sole.

È chiaro che non rivedremo più quei soldi. È anche chiaro che stiamo violando la legge. Questi salvataggi non soltanto non sono autorizzati dai trattati, sono espressamente vietati e, quel che è peggio, sono deleteri per i paesi beneficiari. Si tratta di una truffa, di uno schema Ponzi, in cui i governi e le banche sono in combutta tra loro per erogare soldi ai banchieri e agli obbligazionisti europei, prevedendo di essere rimborsati dai comuni contribuenti europei. L’Irlanda e la Grecia ora sono costrette a contrarre altri prestiti per finanziare il Portogallo, mentre contemporaneamente l’Irlanda e il Portogallo sono costrette a contrarre prestiti per stanziare fondi a favore della Grecia.

Permettetemi di concludere citando il mio compatriota Rudyard Kipling.

“Riterrai che sia più saggio dire:--

“Non pagheremo mai nessun Danegeld,

Per quanto irrisorio sia;

Poiché quel gioco si conclude con l’oppressione e la vergogna,

E la nazione che vi gioca è perduta!”

 
  
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  Ashley Fox (ECR). - (EN) Signora Presidente, oggi abbiamo votato i conti del 2009 in un momento in cui i governi di tutta Europa sono costretti ad adottare misure di austerità: tagliano le spese e aumentano le tasse. Tuttavia, qui all’Unione europea, la Commissione chiede sempre più denaro ogni anno che passa, e ogni anno la Corte dei conti risponde che il denaro non viene speso bene.

La Corte dei conti sostiene che i conti del 2009, che abbiamo appena votato, sono concretamente soggetti a errori ed è per questo che sono molto lieto che i conservatori britannici e i nostri amici conservatori europei abbiano votato contro il discarico di quei conti. L’Unione europea dovrebbe amministrare molto meglio il denaro dei contribuenti.

 
  
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  Syed Kamall (ECR). - (EN) Signora Presidente, quando i miei elettori mi chiedono del bilancio dell’Unione europea, una delle cose che non comprendono, specialmente nel difficile momento che attraversiamo, è perché spendiamo tutti questi soldi. In tempi in cui il nostro governo è costretto a operare tagli e ad abbassare il livello della spesa pubblica e in cui i governi di tutta l’Unione sono obbligati a fare esattamente lo stesso, perché, in primo luogo, l’UE chiede più denaro per i suoi bilanci e le sue prospettive finanziarie e, in secondo luogo, perché non riesce a spenderlo con efficienza?

Come ha dichiarato prima il mio collega, onorevole Fox, i conti dell’Unione europea relativi all’esercizio 2009 erano pieni zeppi di errori. È 15 anni che non vengono approvati, ed è da 15 anni che i nostri elettori ci domandano perché non spendiamo meglio il loro denaro. È tempo che mettiamo ordine in casa nostra. Qualunque cosa pensiate dell’Unione europea, è giusto, senza ombra di dubbio, spendere i soldi dei contribuenti in modo saggio.

 
  
  

Relazione Itälä (A7-0094/2011)

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI).(FR) Signora Presidente, ho votato contro la concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio del Parlamento, non tanto per motivi finanziari, quanto per motivi politici, dato che quest’Assemblea è tutt’altro che un Parlamento. Qui non si discute, non vi è alcuna possibilità di dibattere, persino quando sono in gioco i diritti fondamentali di uno dei suoi deputati.

Al di là della mia persona, provo vergogna per la nostra istituzione. È invischiata nel “politicamente corretto”. Non vi è alcun confronto di idee. Non vi è alcuna vera libertà di espressione. Tutto è conformismo. Passiamo il tempo a fare un lavoro che sarebbe molto meglio svolgesse un’agenzia di tecnici che si occupa di armonizzare le norme o le regole e, a parte questo, giochiamo a fingerci le Nazioni Unite. Voi difendete i diritti umani in Guatemala e in Indonesia: in qualunque parte del mondo in cui non avete alcuna giurisdizione. Siete incapaci di difendere i diritti di uno dei vostri colleghi deputati. Provo vergogna per questo Parlamento; è un Parlamento inutile e un Parlamento di inutili.

 
  
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  Hannu Takkula (ALDE). - (FI) Signora Presidente, desidero dire qualche parola in merito al bilancio dell’UE. Prima di tutto, penso sia importantissimo rendere trasparenti e aperte le modalità con cui il Parlamento europeo spende il proprio denaro. In Europa stiamo effettivamente attraversando un periodo in cui tutti gli Stati membri sono costretti a tagliare i bilanci e a lesinare su ogni centesimo, perciò anche noi dobbiamo adottare la stessa politica. È assolutamente fondamentale che apertura e trasparenza abbiano un ruolo centrale in tutto ciò che facciamo.

Esistono però alcuni piccoli ambiti, in apparenza di poco conto, in cui alcuni desideravano operare tagli. A mio parere, questo genere di servizi culturali e di premi culturali, come il premio LUX, il cui taglio comporterebbe risparmi nell’ordine di poche decine di migliaia di euro, non costituiscono i settori più indicati in cui risparmiare, perché abbiamo visto come la cultura e il settore della creatività si sono rivelati di recente fonti di crescita. A questo proposito, quando tagliamo è bene evitare settori che sono fonti di crescita per l’Unione europea, bensì concentrarsi sulle pastoie burocratiche, che non producono nessuna crescita.

Infine, spero che le riforme agli stipendi di noi eurodeputati, e che sono state approvate, saranno attuate contemporaneamente dovunque, in ciascuno Stato membro dell’Unione europea. Questo perché ho appreso che questa riforma si fondava sull’idea che tutti i deputati al Parlamento europeo avrebbero percepito lo stesso stipendio, e anche di questo devono tenere conto gli Stati nazionali nelle loro prassi fiscali.

 
  
  

Relazione Moreira (A7-0069/2011)

 
  
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  Jens Rohde (ALDE).(DA) Signora Presidente, non siamo stati in grado di votare oggi la risoluzione finale sul Pakistan in quest’Aula, ma desidero ardentemente sottolineare che penso sia assolutamente ragionevole e che questo sia il momento giusto per aiutare il Pakistan ad affrontare la difficilissima situazione in cui versa. L’Unione europea ha erogato 415 milioni di euro in aiuti d’emergenza al Pakistan, e questo è positivo. Un altro fatto positivo è che stiamo prendendo l’iniziativa di eliminare i dazi doganali su alcuni importanti prodotti esportati da quelle zone, ovvero il tessile e la pelletteria. Lo stiamo facendo perché la nostra esperienza dimostra che, in linea di massima, il libero scambio è un bene. Tuttavia, devo dire che, allo stesso tempo, trovo sia deplorevole e un po’ ipocrita fare promesse indefinite e dichiarare che, se le iniziative che stiamo adottando nei confronti del Pakistan funzioneranno, le interromperemo, ovvvero ripristineremo le barriere doganali. Penso che il Parlamento debba cambiare opinione circa il modo in cui affrontare la questione. Pertanto, forse è stato opportuno rimandare la votazione sulla risoluzione.

 
  
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  Claudio Morganti (EFD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, anche se la votazione è stata rinviata, io resto fortemente contrario alla relazione perché non voglio veder morire un settore – quello tessile – che è stato per secoli la vera forza economica e propulsiva della mia terra, la Toscana.

Oggi stiamo concedendo l’eliminazione dei dazi sui prodotti tessili al Pakistan: dopo potrebbe essere il turno dell’India e poi di chissà quale altro Stato. Questo è il frutto della scellerata politica commerciale dell’Unione europea. Successivamente alle inondazioni, il Pakistan era già stato aiutato dall’Europa con quasi mezzo miliardo di euro. Sembra che gli aiuti vengano concessi anche per non rischiare pericolose derive antidemocratiche. Ma non è in Pakistan che si nascondeva il più ricercato e pericoloso terrorista della storia? Ne erano veramente all’oscuro le autorità pakistane? Lo scorso anno anche la regione del Veneto era stata colpita da gravissime alluvioni, che avevano messo in ginocchio numerose imprese tessili locali.

Con la firma di questo accordo rischiamo che gli sforzi fatti per ritornare a produrre risultino essere totalmente vani. I produttori tessili, soprattutto i più piccoli, sembrano ormai essere stati abbandonati dall’Europa, dove comandano i grandi produttori che hanno delocalizzato. Ma noi della Lega ci batteremo fino alla fine per conservare e far crescere una preziosa risorsa dei nostri territori.

 
  
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  Paul Murphy (GUE/NGL). - (EN) Signora Presidente, sei mesi dopo le inondazioni in Pakistan, l’ONU parlò di crisi umanitaria di proporzioni epiche. Sono trascorsi altri tre mesi e la risposta dell’UE e dell’OMC è ancora assolutamente insufficiente.

Ho votato a favore della concessione al Pakistan di preferenze commerciali di emergenza nell’Unione europea per il tessile e per altri prodotti affinché esse non siano semplicemente una misura simbolica che riempia le tasche delle corrotte élite pakistane. Chiedo che i sindacati democratici svolgano un efficace controllo sui maggiori introiti, per far sì che il denaro sia impiegato per ricostruire scuole e ospedali nelle zone colpite dalle inondazioni.

Una grave minaccia agli interessi collettivi di tutti i lavoratori pakistani è stata portata alla mia attenzione dalla Federazione dei lavoratori progressisti del Pakistan. Mi oppongo allo scandaloso tentativo e alla minaccia espressa dal governo del paese di non consentire più ai sindacati di organizzarsi a livello nazionale.

 
  
  

Relazione Schlyter (A7-0148/2011)

 
  
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  Alfredo Antoniozzi (PPE). – Signora Presidente, il Trattato di Lisbona indica gli investimenti diretti esteri fra le questioni attinenti la politica commerciale comune e, sulla base dell’articolo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’Unione ha competenza esclusiva in questa materia.

In seguito all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, gli Stati membri hanno mantenuto in vigore numerosi accordi con paesi terzi in materia di investimenti diretti esteri. Se vogliamo evitare che questi accordi interferiscano con le norme previste dal Trattato, non possiamo non adottare le norme e le misure contenute nella relazione del collega Schlyter.

L’adozione di provvedimenti sostitutivi degli accordi esistenti è l’unico mezzo per assicurare un elevato grado di protezione agli investitori e per fare in modo che i loro diritti vengano riconosciuti e garantiti attraverso la certezza giuridica di tali accordi. Il progetto va sicuramente in questa direzione e per questo ho espresso voto favorevole.

 
  
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  Antonello Antinoro (PPE). - Signora Presidente, ho espresso voto favorevole per questa relazione perché sono assolutamente convinto della necessità di controllare gli investimenti europei all’estero in un momento di grande crisi e incertezze economiche. Infatti, con l’entrata in vigore del nuovo Trattato, la competenza sulla protezione degli investimenti passa dagli Stati membri all’Unione.

Auspico tuttavia che la Commissione presenti a settembre una relazione che definisca le linee strategiche in materia. Bisogna disciplinare la fase di passaggio ed è essenziale che, attraverso un processo di autorizzazione, siano mantenuti gli accordi bilaterali in materia di investimenti conclusi dagli Stati membri e che questi ultimi siano autorizzati, a determinate condizioni, a rinegoziare gli accordi in vigore o a perfezionare quelli in corso di adozione e ad avviare negoziati per la conclusione di ulteriori accordi.

La certezza giuridica rimarrà tuttavia relativa fintantoché la transizione del regime di protezione degli investimenti non sarà completata e non saranno fissate le scadenze per gli accordi bilaterali in materia di investimenti già conclusi dagli Stati membri. Un periodo di transizione è quindi necessario per gestire tale passaggio e, allo scopo di evitare vuoti giuridici, il regolamento in oggetto lascia alla competenza degli Stati membri la gestione dei Trattati.

In considerazione di quanto sopra detto, ribadisco il mio auspicio che la Commissione definisca in tempi brevi le opportune linee strategiche.

 
  
  

Relazione Moreira (A7-0053/2011)

 
  
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  Jens Rohde (ALDE).(DA) Signora Presidente, oggi abbiamo votato lo stanziamento di 46 milioni di euro in assistenza macrofinanziaria alla Georgia. Ovviamente, questi fondi non saranno concessi senza porre come condizione una gestione economica responsabile e trasparente. Questo, ovviamente, è importante, ma è importante anche ricordare che è nel nostro interesse erogare tale denaro, perché la Georgia è importantissima dal punto di vista geopolitico. Il paese ha subito un doppio colpo: prima c’è stata la guerra con la Russia nell’agosto del 2008, poi la crisi finanziaria mondiale. Essa sta ancora soffrendo per le conseguenze dell’embargo commerciale imposto dalla Russia. Perciò è nell’interesse dell’Unione europea sostenere il governo pro-occidentale che intende avviare le riforme: è questo che abbiamo fatto con la votazione odierna.

 
  
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  Adam Bielan (ECR).(PL) Signora Presidente, la Georgia è un paese strategicamente importante, soprattutto per i paesi situati nella parte orientale dell’Unione europea. Inoltre, essa partecipa al programma del Partenariato orientale, che mira a rafforzare la cooperazione con gli Stati membri dell’Unione europea. Il paese accorda grande importanza al perseguimento di politiche pro-euroatlantiche.

Il recente conflitto russo-georgiano dell’agosto 2008 ha dimostrato quanto sia importante che questo paese resti all’interno della sfera della politica europea. Il programma di assistenza macrofinanziaria per rafforzare l’economia georgiana, in piedi dal 2009, perciò è ancora fondamentale per l’ulteriore sviluppo di rapporti politici ed economici positivi, anche in relazione alla sicurezza nazionale. Perciò sono assolutamente d’accordo con la proposta della Commissione europea di stanziare ulteriori fondi per sovvenzioni e prestiti volti a migliorare la situazione finanziaria della Georgia.

 
  
  

Dichiarazioni di voto scritte

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0137/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. (PT) Voto a favore di questa proposta in quanto sono d’accordo con le procedure di discarico, che propongono adeguati stanziamenti per ciascuna rubrica.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione e ho approvato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico alla Corte di giustizia per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009. Nel corso della preparazione della relazione annuale relativa all’esercizio 2009, la Corte ha effettuato una valutazione approfondita dei sistemi di supervisione e di controllo nell’ambito della Corte di giustizia, che comprendevano analisi relative alle risorse umane e ad altre spese amministrative. Tale valutazione ha dato risultati molto positivi, tranne che per le osservazioni riguardanti un contratto concluso per la prestazione di servizi. Approvo quanto suggerito dalla Corte dei conti, ovvero che la Corte di giustizia deve preparare e coordinare meglio le procedure di appalto. La Corte di giustizia ha incontrato difficoltà nell’assunzione di interpreti di conferenza qualificati, nonché limitazioni rispetto all’esigenza di utilizzare una serie di tecniche interpretative per essere in grado di soddisfare, qualitativamente e quantitativamente, tutte le richieste di interpretariato. Concordo con il relatore sul fatto che la Corte di giustizia debba riferire in merito nella sua prossima relazione annuale, data l’importanza dell’interpretazione per il corretto funzionamento del lavoro giuridico.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio della Corte di Giustizia perché ritengo che la sua correttezza formale e sostanziale sia il risultato di un lavoro di altissimo livello di tutto il personale di questa istituzione.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Accolgo positivamente l’esauriente analisi contenuta in questa relazione e svolta dalla Corte dei conti, e auspico che vi sia un continuo scambio di migliori pratiche tra le istituzioni, nonché un’efficace collaborazione interistituzionale in materia di sviluppo e l’attuazione di un sistema gestionale integrato. La relazione mette in evidenza alcune situazioni che occorre ancora vagliare, e spero che esse siano tenute in debito conto. Quindi appoggio e valuto positivamente le conclusioni del relatore.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte di giustizia europea per l’esercizio 2009. Ho dato il mio voto favorevole in quanto, a seguito dei controlli operati dalla Corte dei conti e dalla commissione per il controllo dei bilanci, è risultato che tutte le operazioni effettuate si sono svolte in piena legittimità e correttezza.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato per la concessione del discarico alla Corte di giustizia, pur rilevando i risultati non sempre positivi in termini di snellimento delle procedure. Vedo con favore l’aumento del numero di cause concluse dalla Corte di giustizia (377 sentenze e 165 decisioni rispetto a 333 e 161, rispettivamente, nel 2008), constato il numero di casi di sentenze pregiudiziali, il più elevato mai raggiunto (302), e giudico con favore la diminuzione del numero di cause pendenti a fine 2009 (741 cause rispetto a 768 cause a fine 2008). Tuttavia, noto con preoccupazione che il tribunale nel 2009 aveva rilevato una riduzione del numero di cause giunte a sentenza e un aumento della durata dei processi e che, di conseguenza, benché il numero di nuove cause nel 2009 fosse inferiore (568 nuove cause rispetto alle 629 del 2008), le cause pendenti arretrate hanno continuato ad aumentare (passando da 1178 nel 2008 a 1191 nel 2009). Inoltre sono lieto che il Tribunale della funzione pubblica ha portato a conclusione più cause che mai (155) e che la durata media delle procedure sia stata pari a 15,1 mesi rispetto ai 17 mesi del 2008.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. (PT) Tenendo conto della dichiarazione attestante l’affidabilità dei conti e la legittimità e regolarità delle operazioni sottostani fornita dalla Corte dei conti ai sensi dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ho votato a favore di questa decisione, la quale concede al Cancelliere della Corte di giustizia il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte stessa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Si concede al Cancelliere della Corte di giustizia il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte di giustizia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. Con la risoluzione odierna, il Parlamento europeo concede il discarico al cancelliere della Corte di giustizia per l’esecuzione del bilancio della Corte di giustizia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo rileva che, nel corso dell’elaborazione della relazione annuale concernente l’esercizio 2009, la Corte dei conti ha compiuto una valutazione approfondita dei sistemi di supervisione e controllo della Corte di giustizia, del Mediatore europeo e del Garante europeo della protezione dei dati, che ha compreso l’esame di un campione supplementare di operazioni di pagamento relative alle risorse umane e ad altre spese amministrative.

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0116/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione e concordo con la decisione di concedere il discarico al Mediatore europeo per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009. Nel corso della redazione della relazione annuale relativa all’esercizio 2009, la Corte dei conti ha svolto una valutazione approfondita dei sistemi di supervisione e di controllo della Corte di giustizia, del Mediatore e del Garante europeo per la protezione dei dati, che ha compreso l’esame di un ulteriore campione di operazioni che comportavano pagamenti relativi alle risorse umane e ad altre spese amministrative. La Corte dei conti ha rilevato che il Mediatore non ha adottato le disposizioni generali in merito alle procedure per l’assunzione di personale temporaneo, benché il rispettivo articolo del Regime applicabile agli altri agenti dell’Unione europea preveda che ciascuna istituzione lo faccia. Concordo con il relatore sul fatto che tale omissione può riguardare gran parte del personale del Mediatore perché la maggior parte dei posti concessi sono temporanei. Il Mediatore deve riferire in merito ai progressi compiuti in questo ambito nella sua relazione annuale di attività. La Corte dei conti ha indicato nella sua relazione annuale che la revisione contabile non ha dato luogo a ulteriori osservazioni di rilievo rispetto al Mediatore.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio del Mediatore europeo poiché, memore della relazione sulla sua attività, e dei rilievi che in quella occasione ebbi modo di porre, ritengo che le procedure contabili siano state rispettate, che la gestione complessiva possa considerarsi buona e che negli anni a venire si possano migliorare quegli aspetti finora ritenuti controversi.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Condivido le conclusioni della revisione dei conti contenute nella relazione annuale della Corte dei conti. Giudico altresì positivamente l’applicazione dei principali indicatori delle prestazioni contenuti nel Piano annuale di gestione, il fatto che gli obiettivi per il 2009 sono stati conseguiti e la decisione del Mediatore di pubblicare la sua dichiarazione di interessi annuale sul suo sito web. Infine, condivido le conclusioni del relatore e apprezzo la qualità della relazione annuale di attività del Mediatore, vedo altresì positivamente l’inclusione del seguito dato nel corso dell’anno alle precedenti decisioni di discarico del Parlamento.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei in primo luogo ringraziare il relatore per l’ottimo lavoro svolto nell’intera procedura di discarico. Con il voto odierno, ho supportato la richiesta di concessione del discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009, Sezione VIII – Mediatore europeo. La Corte dei conti, responsabile del controllo finanziario esterno, ha dichiarato, dopo un’attenta valutazione del bilancio, di aver ottenuto una garanzia ragionevole dell’affidabilità dei conti annuali dell’esercizio 2009 e della legittimità e regolarità delle relative operazioni. Plaudo, inoltre, alla decisione del Mediatore di pubblicare la dichiarazione annuale degli interessi del Mediatore anche sul sito web del Mediatore stesso e mi unisco ai complimenti espressi dalla Corte dei Conti sulla qualità della relazione annuale d’attività presentata dal Mediatore.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato per la concessione del discarico al Mediatore e noto, con soddisfazione, che nel 2009 egli è stato in grado di dare una mano in quasi il 77% di tutte le denunce e ha trattato il 70% delle indagini in meno di un anno, inoltre constato con piacere che la durata media delle indagini si è abbassata a 9 mesi (dai 13 mesi del 2008).

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. (PT) Tenendo conto della dichiarazione di affidabilità dei conti e della legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti fornita dalla Corte dei conti ai sensi dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ho votato a favore di questa decisione, la quale concede al Mediatore europeo il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Si concede al Mediatore europeo il discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Mediatore europeo per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009. Sottolineo che il Parlamento europeo accoglie con favore il fatto che nel 2009 il Mediatore sia riuscito ad apportare il suo contributo a quasi il 77% delle denunce e abbia trattato il 70% delle indagini in meno di un anno. Si accoglie con favore il fatto che la durata media delle indagini si sia ridotta a 9 mesi (rispetto ai 13 mesi del 2008).

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0117/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione e appoggio la decisione di concedere il discarico al Garante europeo per la protezione dei dati per l’attuazione del suo bilancio per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato nella sua relazione annuale che la revisione contabile non ha rilevato significative lacune relative al GEPD. Nel corso dell’elaborazione della Relazione annuale per l’esercizio 2009, la Corte dei conti ha condotto una valutazione approfondita dei sistemi di gestione e di controllo relativi al GEPD. Essa comprendeva l’esame di un ulteriore campione di operazioni di pagamento legate alle risorse umane e ad altre spese amministrative. La Corte dei conti ha rilevato che in talune circostanze il GEPD potrebbe correre il rischio di effettuare pagamenti indebiti al personale. Approvo la proposta della Corte dei conti di chiedere al personale del GEDP di presentare a intervalli congrui una documentazione che attesti la loro situazione personale, e al GEDP di migliorare i propri sistemi per ottenere un monitoraggio e controllo tempestivo di tali documenti.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale del Garante europeo della protezione dei dati poiché, nonostante alcuni dati controversi e meno trasparenti di quanto richiesto, il GEPD ha mostrato la volontà di impegnarsi a intraprendere ulteriori processi di verifica ex-post dal 2011 in poi.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Mi rallegro per le conclusioni della revisione contabile eseguita dalla Corte dei conti, la cui relazione annuale osserva che detta revisione non ha dato luogo a osservazioni di rilievo. Considero positivamente anche la pubblicazione annuale delle dichiarazioni degli interessi finanziari dei componenti eletti dell’istituzione, contenenti informazioni rilevanti sugli incarichi e le attività remunerati, o sulle attività professionali soggette a dichiarazione. Infine, accolgo positivamente la conclusione del relatore in merito alla richiesta avanzata nei confronti del Garante europeo della protezione dei dati di includere un capitolo nella sua prossima relazione annuale di attività – esercizio 2010 – contenente informazioni dettagliate sul seguito dato nel corso dell’anno alle decisioni di discarico del Parlamento.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato per concedere il discarico al Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) ma osservo quanto rilevato dalla Corte dei conti, ovvero che il GEDP non aveva posto in essere, all’occorrenza, un sistema di verifica ex-post, come previsto dal regolamento finanziario, e che le norme di controllo interno da lui adottate non prevedevano che eventuali eccezioni alle procedure finanziarie ordinarie fossero debitamente segnalate in un registro centrale.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. (PT) Tenendo conto della dichiarazione di affidabilità dei conti e di legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti fornita dalla Corte dei conti ai sensi dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ho votato a favore di questa decisione, la quale concede al Garante europeo della protezione dei dati il discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Si concede al Garante europeo della protezione dei dati il discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Garante europeo della protezione dei dati per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009. Sottolineo che il Parlamento europeo accoglie con favore il fatto che nel corso dell’elaborazione della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009, la Corte dei Conti abbia svolto una valutazione approfondita dei sistemi di supervisione e controllo presso la Corte di Giustizia.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0149/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione. La Corte dei conti ha nuovamente richiamato l’attenzione del Parlamento europeo su una grande quantità di riporti di fondi non spesi da diverse agenzie nell’esercizio 2009. Concordo con il relatore che le agenzie in questione dovrebbero intensificare gli sforzi per migliorare la pianificazione e la programmazione finanziaria e di bilancio. Ritengo inoltre che la spesa delle agenzie debba essere prevedibile e che occorra trovare una soluzione che rispetti il principio di annualità del bilancio dell’Unione. Le agenzie devono intensificare i propri controlli interni per garantire una corretta applicazione dei contratti e delle procedure di appalto. Inoltre, è importante salvaguardare appieno l’indipendenza del personale e degli esperti dell’agenzia. La Commissione deve fornire al Parlamento una panoramica dettagliata dei criteri applicati per garantire l’indipendenza del personale assunto. Sono d’accordo sul fatto che ogni agenzia debba formulare un programma di lavoro pluriennale, in conformità con la strategia dell’Unione nel settore di cui si occupa. Tale programma di lavoro è importante per consentire a un’agenzia di organizzare meglio le proprie attività, per garantire una migliore valutazione dei relativi rischi e per adottare efficaci disposizioni organizzative per attuarne la strategia.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per le prestazioni, la gestione finanziaria e il controllo delle agenzie dell’UE poiché trovo che la relazione sia oggettiva, seria e indipendente. Le criticità sono adeguatamente sottolineate, così come gli elementi positivi. Con relazioni di questo livello, purché nei prossimi anni si dia un seguito a quanto indicato, la qualità delle amministrazioni comunitarie non potrà che aumentare, spingendo al ribasso il fondamento per le lamentele di chi critica l’Unione europea.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Negli ultimi anni, si è registrata una crescita senza precedenti del numero di agenzie, pertanto il gruppo di lavoro inter-istituzionale sulle agenzie gioca un ruolo fondamentale, quanto quello della prossima relazione speciale della Corte dei conti, con uno studio sulle prestazioni di tali agenzie e un’analisi comparativa dei loro costi. È importante tenere presenti gli innumerevoli punti deboli rilevati dalla Corte dei conti, e ridurne rapidamente l’ampiezza.

Quindi concordo con il relatore circa l’esigenza di migliorare la trasparenza delle previsioni e la responsabilità dei progetti; di rafforzare le loro procedure di autorizzazione degli appalti a livello di decisione di finanziamento e di programma di lavoro; di correggere le carenze nell’assunzione del personale, e di migliorare l’obiettività e la trasparenza; e di applicare e attenersi al regolamento finanziario che sono tenuti a rispettare.

Infine, desidero congratularmi con il relatore per il suo lavoro, e chiedo a tutte le agenzie di includere le conclusioni adottate.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), per iscritto.(FR) Ogni anno, il Parlamento europeo adotta una relazione sulle agenzie europee a margine delle discussioni sul discarico di bilancio. E ogni anno i risultati sono gli stessi: sprechi, carenze nelle procedure di assunzione e di appalto, riporti e annullamenti di troppi stanziamenti … Non è necessario scoprire frodi, come nel caso del Comitato economico e sociale europeo, per emettere un verdetto di cattiva gestione.

Ogni volta, tuttavia, il Parlamento fa finta di notare dei progressi e concede il discarico. Quel che è peggio: non mette mai in discussione la politica della Commissione di esternalizzazione nei confronti di tali agenzie, il cui obiettivo non sembra essere tanto quello di un’efficace attuazione delle politiche dell’Unione europea, quanto quello di fornire a ciascuna delle principali città dell’Unione la sua piccola quota di istituzioni europei. La spinosa questione dell’efficacia e dell’utilità di tali agenzie purtroppo continua a restare senza risposta, anno dopo anno.

Le poche agenzie che analizzano le proprie prestazioni lo fanno in conformità alle procedure e ai processi imposti loro e non in riferimento a risultati concreti. Le agenzie sono utili soprattutto … alle agenzie. È per questo che ci siamo rifiutati di concedere il discarico a numerose agenzie e ci siamo astenuti sulle risoluzioni che le accompagnavano.

 
  
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  Cătălin Sorin Ivan (S&D), per iscritto. (EN) Appoggio la relazione dell’onorevole Stavrakakis sulle prestazioni, la gestione finanziaria e il controllo delle agenzie dell’Unione europea perché sottolinea soprattutto l’esigenza di incoraggiarle a formulare, quindi ad aggiornare periodicamente, una situazione globale in cui delineare i propri circuiti finanziari e i compiti degli attori finanziari e operativi. Inoltre, essa ricorda alle agenzie l’importanza di garantire appieno l’indipendenza del loro personale e dei loro esperti. Essa auspica, nel complesso, un processo più costruttivo e trasparente.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. Signora Presidente, onorevoli colleghi, mi complimento con il lavoro svolto dal relatore e da tutti coloro che hanno partecipato alla stesura dei testi relativi alla concessione del discarico per l’esercizio finanziario 2009. Possiamo dire, in termini generali, che i risultati raggiunti nel 2009 sono migliori dei precedenti, ma è però vero che, anche con riferimento a questo esercizio finanziario, la Corte dei conti ha rilevato, per più di un’agenzia, un elevato livello di riporti e annullamenti di stanziamenti operativi, nonché un elevato numero di storni. Alcune agenzie hanno, inoltre, mostrato diverse carenze nell’ambito delle procedure di appalto. Sicuramente il contesto odierno, caratterizzato da una forte crisi economica, va ampiamente considerato nel momento in cui ci si accinge ad effettuare analisi e valutazioni, ma è altrettanto importante sottolineare la necessità di un miglioramento generale della gestione delle sovvenzioni.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), per iscritto. (EN) Ho votato a favore della relazione “Discarico 2009: prestazioni, gestione finanziaria e controllo delle agenzie dell’Unione europea” al fine di riconoscere l’esigenza di migliorare ulteriormente il funzionamento di tutte le agenzie dell’UE. La procedura di discarico per l’esercizio 2009 ha rivelato che sono necessarie azioni immediate in tema di trasparenza e di efficienza. Per migliorare la trasparenza nelle agenzie dell’Unione europea, tutte le 21 agenzie e la Commissione devono pubblicare un elenco di tutti i contratti assegnati negli ultimi tre anni, nonché una relazione sui membri del personale che passano da un’agenzia all’altra, inoltre devono applicare il prima possibile norme più severe in materia di conflitti di interesse.

Inoltre, per le future procedure di discarico, il direttore di ogni agenzia dell’UE deve presentare al Parlamento la propria relazione redatta dal Servizio audit interno. Per migliorare l’efficienza nel funzionamento e nella spesa delle agenzie dell’Unione europea, occorre prendere veramente in considerazione la possibilità di accorpare i consigli di amministrazione delle agenzie che operano in ambiti correlati. Inoltre, la Commissione deve presentare una valutazione della fattibilità dell’accorpamento delle agenzie UE che svolgono attività sovrapponibili.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato a favore di questa relazione, ma sono preoccupato per i risultati dell’analisi della Corte dei conti, la quale ha individuato carenze nelle procedure di appalto di varie agenzie. Invito le agenzie a intensificare i propri controlli interni per far sì che i contratti e le procedure di aggiudicazione degli appalti siano correttamente applicati. Il Parlamento non è disposto ad accettare la cronica incapacità di mettere in piedi un sistema di controlli che eviti o rilevi per tempo errori persistenti che compromettono la legittimità e la regolarità delle operazioni delle agenzie.

Esorto, a tal riguardo, le agenzie:

- a migliorare la trasparenza delle previsioni e la responsabilità dei progetti;

- a rafforzare le loro procedure di autorizzazione degli appalti a livello di decisione di finanziamento e di programma di lavoro;

- a garantire che la comunicazione delle deroghe nella loro relazione annuale di attività avvenga in maniera esaustiva;

- a garantire che sia dato opportunamente seguito alle eventuali irregolarità;

- a porre in essere controlli ex-post e a riferire in merito.

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE), per iscritto.(FR) Ho votato a favore della relazione sul discarico 2009: prestazioni, gestione finanziaria e controllo delle agenzie dell’Unione europea. Se vogliamo che il Parlamento svolga seriamente il proprio ruolo di autorità competente in tema di discarico, gli eurodeputati devono aver accesso a informazioni più esaurienti e dettagliate sulla gestione di bilancio e finanziaria delle agenzie. Constatiamo che le responsabilità sono condivise, ma che sembrano anche essere diluite. Pertanto, la Commissione europea, benché sia rappresentata nei consigli di amministrazione, ci ricorda, in merito agli errori contabili commessi dal Collegio europeo di polizia (CEPOL), che un’agenzia è “un’entità dotata di una propria personalità giuridica e pienamente autonoma sul piano amministrativo, anche dal punto di vista finanziario.” Ma il consiglio di amministrazione talvolta delega la responsabilità amministrativa al solo direttore esecutivo. Infine, il Parlamento europeo decide di concedere o di non concedere il discarico a un’agenzia sulla base delle relazioni piuttosto succinte del revisore esterno e dipende dalla buona volontà del direttore esecutivo per le informazioni supplementari. Ritengo sia assolutamente fondamentale colmare questa lacuna legislativa concernente le relazioni del Servizio audit interno (SAI) sulle agenzie e proporre una soluzione che conceda al Parlamento poteri concreti.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Osservo che la Corte dei conti ha richiamato ancora una volta l’attenzione su un gran numero di riporti e di annullamenti di stanziamenti operativi effettuati da diverse agenzie nell’esercizio 2009. Noto altresì l’esistenza di linee di bilancio inutilizzate e un alto numero di storni in alcune delle agenzie, perciò vorrei invitare le agenzie in questione a intensificare gli sforzi per migliorare la loro pianificazione e programmazione finanziaria e di bilancio.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0150/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione e concordo sulla necessità che il Parlamento europeo rinvii la sua decisione di concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio del Collegio europeo di polizia per l’esercizio 2009. Nella sua relazione, la Corte dei conti ancora una volta ha espresso un giudizio con riserva sulla legittimità e regolarità delle operazioni su cui sono basati i conti. Il Collegio continua a non rispettare il regolamento finanziario per quanto riguarda le norme sugli appalti pubblici. Gran parte del bilancio complessivo del Collegio contiene irregolarità. La Corte dei conti ha individuato gravi carenze nelle norme amministrative e finanziarie che disciplinano le spese per l’organizzazione di corsi e seminari, che rappresentano una quota significativa delle spese operative del Collegio. Concordo con il relatore che è inaccettabile che il regolamento finanziario riveduto del Collegio non sia mai entrato in vigore e che, di conseguenza, tutti i contratti di assunzione siano illegittimi. Nell’interesse di una maggiore trasparenza, il Collegio dovrebbe mettere a disposizione direttamente il suo bilancio, il quale dovrebbe comprendere un elenco delle sue decisioni in materia di contratti e di appalti e dovrebbe essere pubblicato sul suo sito web.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. –Ho votato contro l’autorizzazione al discarico 2009 per il Collegio europeo di polizia, come suggerito dal relatore, perché nemmeno io sono convinta dalle inusuali procedure adottate nell’arco del periodo di competenza. Ritengo che maggiori approfondimenti siano necessari per permettere una spiegazione più approfondita e dettagliata, che dimostri la regolarità di quanto contabilizzato.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto.(FR) Per il secondo anno consecutivo, non siamo stati in grado di concedere il discarico al Collegio europeo di polizia (CEPOL) per l’esercizio 2009. Il piano d’azione pluriennale formulato in seguito all’individuazione dei problemi gestionali dell’agenzia è poco chiaro, e la relazione di valutazione non ci permette di comprendere appieno le misure messe in atto. Il Collegio, di fatto, ha migliorato le sue prestazioni nel 2010, dopo la partenza del suo ex direttore, Ulf Göransson, il quale è stato chiamato a rispondere all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e alla Corte dei conti in merito alle sue spese irregolari, per non dire fraudolente. Tuttavia, è comunque inaccettabile che questa agenzia, fondata nel 2006, non sia ancora riuscita a soddisfare i criteri di buona amministrazione. Occorre ripensare la struttura stessa del CEPOL, che è evidentemente troppo piccolo per poter funzionare autonomamente, considerate le complesse regole che è tenuto a rispettare in quanto agenzia. Dobbiamo inoltre chiedere perché questa agenzia, il cui compito è quello di organizzare seminari di addestramento per alti funzionari di polizia nazionali, debba avere la necessità di una sede propria invece che essere collegato all’Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, che tutti elogiano per l’efficacia dei suoi servizi.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il presente voto il Parlamento europeo ha deciso di non concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Accademia europea di polizia per l’esercizio 2009, ma di rinviarne la decisione. Ed in effetti, la nostra decisione si basa sulla considerazione della Corte dei conti, che ha espresso un giudizio con riserva sulla legittimità e regolarità delle operazioni su cui erano basati i conti dell’Accademia europea di polizia, in ragione del fatto che le procedure di aggiudicazione degli appalti non erano conformi alle disposizioni del regolamento finanziario. Mi unisco, pertanto, alla richiesta formulata all’Accademia e al suo consiglio d’amministrazione, volta ad ottenere la comunicazione, all’autorità di discarico, entro il 30 giugno 2011, delle azioni intraprese e dei miglioramenti introdotti in relazione a tutti i punti irregolari e/o lacunosi che sono stati sollevati nel corso dello svolgimento della procedura.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), per iscritto. (EN) La relazione sul discarico 2009 per l’Accademia europea di polizia prevedeva il rinvio del discarico. Ho votato a favore di questa relazione affinché si riconoscessero i problemi strutturali che l’Accademia si trova ad affrontare ormai da anni.

Per l’esercizio 2009, quasi metà del denaro riportato al 2009 non è stato speso, e il 43% del bilancio 2009 è stato riportato al 2010. La Corte dei conti europea ha dichiarato che l’esecuzione del bilancio dell’Accademia è ostacolato da gravi debolezze ricorrenti nella sua programmazione e nel suo monitoraggio. Inoltre, si sono rilevate gravi e ripetute violazioni delle norme sugli appalti pubblici: in cinque procedure di appalto – per un valore totale di 455 111 euro – non si erano rispettate le regole. Anche la trasparenza resta un motivo di preoccupazione, dato che proseguono le irregolarità nella selezione del personale.

Parimenti, considero inaccettabile che non si sia indagato sull’ex direttore in relazione alle sue responsabilità in merito agli stanziamenti per l’Accademia, che sono stati utilizzati per finanziare spese private. Pertanto, sostengo la necessità di integrare l’Accademia nell’Europol in quanto questo è il modo migliore per conseguire una maggiore efficienza di spesa e per affrontare i problemi strutturali e cronici dell’Accademia stessa.

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE), per iscritto. (FR) Ho votato a favore del rinvio della decisione di concedere il discarico per l’esercizio 2009: la Corte dei conti ha espresso nuovamente un giudizio con riserva in merito alla legittimità e regolarità delle operazioni su cui si basano i conti per l’esercizio 2009. In particolare, la Corte ha individuato gravi carenze nell’attuazione delle norme finanziarie sugli appalti pubblici e delle norme che disciplinano la spesa per l’organizzazione dei corsi. La relazione evidenzia che gli stanziamenti di pagamento, equivalenti al 43% del bilancio complessivo, sono stati riportati al 2010, il che contrasta con il principio di annualità. Vorremmo che l’agenzia informasse il Parlamento in merito alle azioni intraprese e ai miglioramenti apportati, e chiediamo alla Corte dei conti di condurre un’apposita revisione riguardante l’attuazione del piano d’azione del Collegio europeo di polizia. Assieme ai miei colleghi, propongo di far confluire il Collegio nell’Europol, con sede all’Aia. Nutro seir dubbi in merito alla capacità del Collegio di risolvere i problemi strutturali legati alle sue piccole dimensioni, al trasferimento della sua segreteria a Bramshill (a 70 km da Londra) e ai suoi alti costi di gestione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. (PT) Tenendo conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali del Collegio europeo di polizia (CEPOL) per l’esercizio 2009, nonché delle sue risposte, ho votato a favore di questa decisione di rinvio della concessione del discarico al direttore del CEPOL per l’esecuzione del rispettivo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Si rinvia la chiusura dei conti del Collegio europeo di polizia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo rinvia la decisione sul discarico al direttore dell’Accademia europea di polizia per l’esecuzione del bilancio dell’Accademia per l’esercizio 2009. Nelle sue relazioni sui conti annuali dell’Accademia relativi agli esercizi 2006 e 2007, la Corte dei conti ha espresso un giudizio con riserva sulla legittimità e regolarità delle operazioni su cui erano basati tali conti in ragione del fatto che le procedure di aggiudicazione degli appalti non erano conformi alle disposizioni del regolamento finanziario. In particolare il Parlamento ritiene preoccupante che la Corte dei Conti abbia rilevato gravi carenze nelle norme amministrative e finanziarie che disciplinano le spese per l’organizzazione di corsi e seminari, che rappresentano una quota significativa delle spese operative dell’Accademia.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato per il rinvio del discarico. Data l’ingloriosa storia delle prassi finanziarie dell’Accademia europea di polizia, è fondamentale svolgere un’analisi dettagliata. In questo ambito, ritengo anche che sia deplorevole che la discussione sull’accorpamento – a mio parere ragionevole – dell’Accademia in EUROPOL sia stata nuovamente accantonata.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0119/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore della presente relazione e concordo con la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha giudicato affidabili i conti annuali per l’esercizio 2009 e legittime e regolari le operazioni su cui si basano. Giudico positivamente il piano del Centro di effettuare una revisione intermedia della sua strategia 2008-2012. Concordo con il relatore che il Centro debba sviluppare ulteriormente la valutazione delle sue prestazioni, migliorando i collegamenti tra le sue azioni strategiche e le azioni previste nel suo programma di lavoro e riesaminando gli indicatori per il monitoraggio delle sue prestazioni al fine di soddisfare i criteri SMART. Il Centro dovrebbe inoltre intraprendere un’azione più efficace per ovviare alla costante crescita della spesa nel suo bilancio.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per il Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea poiché ho riscontrato, nella relazione, una elevata precisione, una grande trasparenza e un notevole orientamento al risultato.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Condivido e appoggio le osservazioni del relatore, e mi congratulo con il Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea per il lavoro che svolge. Giudico positivamente anche la decisione del centro di condurre una revisione intermedia della sua strategia 2008-2012 e mi congratulo per le sue eccellenti prestazioni, avendo registrato un aumento del 41% dei servizi traduttivi rispetto al 2008.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei in primo luogo ringraziare il relatore per l’ottimo lavoro svolto. Come è noto, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di scarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno si conclude la procedura di controllo finanziario, attraverso la concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009 del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea, i cui conti sono risultati legittimi ed affidabili. Vorrei, infine, congratularmi con il Centro per avere presentato alla Corte dei Conti una comparazione tra le operazioni che sono state effettuate nel corso degli esercizi 2008 e 2009, onde consentire all’autorità di discarico di valutare meglio le prestazioni del Centro da un anno all’altro.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato per concedere il discarico al Centro di traduzione. Tuttavia, chiedo al Centro di adottare misure più efficaci per porre rimedio al costante aumento della sua eccedenza; noto, infatti, che da anni il Centro registra un’eccedenza di bilancio accumulata in violazione del regolamento (CE) n. 2965/94, e che nel 2009 tale eccedenza ammontava a 24 000 000 di euro, mentre aveva raggiunto quota 26 700 000 di euro nel 2008, 16 900 000 di euro nel 2006, 10 500 000 di euro nel 2005 e 3 500 000 di euro nel 2004; constato che tale eccedenza è legata principalmente alla scarsa precisione delle previsioni relative alle richieste di traduzione provenienti dai suoi clienti. Vedo comunque di buon occhio l’iniziativa del Centro di restituire 11 000 000 euro ai propri clienti nel 2009; e sottolineo che, analogamente, nel 2007 il Centro aveva già restituito 9 300 000 di euro agli stessi.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. (PT) Tenendo conto della relazione della Corte dei conti sulla contabilità annuale del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea per l’esercizio 2009, nonché delle risposte del centro stesso, ho votato a favore di questa decisione, che concede a detto centro il discarico per l’esecuzione del proprio bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Si concede al direttore del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea il discarico per l’esecuzione del bilancio del centro per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna, il Parlamento europeo concede il discarico al direttore del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea sull’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo plaude al piano del Centro di effettuare una revisione intermedia della propria strategia 2008-2012 ma invita tuttavia il Centro a sviluppare ulteriormente la valutazione del proprio rendimento, migliorando le sinergie tra azioni strategiche e azioni previste nel programma di lavoro e rivedendo gli indicatori per monitorare il rendimento, al fine di rispettare i criteri SMART.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. − (DE) Ho votato a favore del discarico. Il Centro di traduzione è stato fondato nel 1994 per affrontare le sfide poste dal carattere multilingue dell’UE: una delle sue caratteristiche fondamentali, che ne testimonia la varietà culturale. L’agenzia si autofinanzia con i pagamenti delle istituzioni/organismi per i servizi erogati. La Corte dei conti europea ha dichiarato di aver concluso con ragionevole certezza che il bilancio 2009 è legittimo e regolare.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0106/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e la decisione di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali del Centro per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Nel 2011, il Centro intende rendere disponibili diagrammi di Gantt per tutte le principali attività operative, diagrammi che riportano il tempo dedicato a un progetto da ogni membro del personale e incoraggiano un approccio volto al conseguimento di risultati. Nel 2009, il Centro ha introdotto un sistema di misurazione del rendimento Eurofound rispetto alle sue priorità a medio termine 2009-2011 e al programma di lavoro annuale. L’introduzione di un siffatto sistema aiuta il Centro a gestire e valutare il proprio impatto, la propria efficienza, la propria efficacia e la propria rilevanza. Concordo con il relatore nell’affermare che l’istituzione dovrebbe continuare a migliorare la programmazione e il monitoraggio e rispettare il principio dell’annualità. Il Centro dovrebbe inoltre applicare più efficacemente i principi di bilancio della specificazione e della trasparenza.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale del Centro europeo per la formazione professionale (CEDEFOP) poiché ha condotto una gestione dei fondi egregia e in linea con le previsioni fatte in precedenza.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Per una futura gestione finanziaria più efficiente, il Centro dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni dell’esercizio in corso e quelle dell’esercizio precedente in modo da permettere all’autorità responsabile del discarico di valutare più efficacemente le sue prestazioni da un anno all’altro.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Sono lieto che la Corte dei conti abbia dichiarato che le operazioni sottostanti ai conti annuali del Centro per l’esercizio 2009 sono legittime e regolari. Mi complimento con il Centro per aver introdotto nel 2009 un sistema di misurazione delle prestazioni, come anche per aver apportato modifiche alle sue procedure di assunzione a seguito delle osservazioni formulate dalla Corte dei conti nella sua relazione del 2009; ciò ha contribuito a una maggiore trasparenza. Accolgo con favore le osservazioni del relatore con le quali concordo e mi congratulo con il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per il suo operato.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno, ho supportato la richiesta di concessione del discarico relativo all’esecuzione del bilancio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio 2009. La Corte dei conti, responsabile del controllo finanziario esterno, ha dichiarato, dopo un’attenta valutazione del bilancio del Centro, di aver ottenuto una garanzia ragionevole dell’affidabilità dei conti annuali dell’esercizio 2009 e della legittimità e regolarità delle relative operazioni. Plaudo, inoltre, al lavoro effettuato dal Centro europeo, in quanto è stato il primo a svolgere volontariamente un audit pilota sul quadro etico nel 2009.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della concessione del discarico al Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale. Mi complimento con il Centro per aver introdotto nel 2009 un sistema di misurazione delle prestazioni rispetto alle sue priorità a medio termine per il periodo 2009-2011 e al programma di lavoro annuale, nonché per aver istituito un quadro di indicatori di rendimento al fine di monitorare i progressi compiuti e misurare prodotti, risultati e impatto; ritengo, in particolare, che l’introduzione di un siffatto sistema aiuti il Centro a gestire e valutare il proprio impatto, la propria efficienza, la propria efficacia e la propria rilevanza. Credo inoltre che tale sistema possa comportare ulteriori miglioramenti del bilancio per attività e un monitoraggio più attento degli stanziamenti di pagamento per evitare riporti.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio 2009 e delle repliche del Centro, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore del Centro il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna, il Parlamento europeo concede il discarico al direttore del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo esprime la propria soddisfazione per il fatto che la Corte dei Conti ha dichiarato legittime e regolari le operazioni sottostanti ai conti annuali relativi all’esercizio 2009 del Centro.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del discarico. La Corte dei conti europea ha potuto confermare che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono legittimi e regolari. Il Centro, creato nel 1975, che analizza i sistemi di formazione professionale e fornisce informazioni in termini di politiche, ricerche e prassi in tale ambito, è più che mai necessario in un’epoca in cui si manifestano preoccupazioni in merito al livello di formazione e alla possibile carenza di manodopera specializzata. Andrebbe rivalutata soltanto la sua ubicazione in Grecia, sede alquanto remota che rende necessario un ufficio di contatto a Bruxelles.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0118/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Nel 2010 l’Agenzia ha adottato il suo programma di lavoro pluriennale per il periodo 2011-2015, documento importante al fine di garantire che l’Agenzia possa adottare soluzioni organizzative efficaci per attuare la sua strategia conseguendone i risultati. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni da un anno all’altro. L’Agenzia dovrebbe inoltre migliorare il proprio programma di lavoro annuale includendovi obiettivi specifici e misurabili sia a livello di ambito politico sia a livello di attività operative. L’Agenzia dovrebbe infine far fronte alle proprie lacune nella pianificazione delle assunzioni.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca per l’esercizio 2009 dopo aver preso visione dell’analisi che la Corte dei conti sta svolgendo, in cui si afferma che le sue operazioni sono legittime e regolari. Tra le sue attività, sottolineerei l’adozione del programma di lavoro pluriennale.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l’Agenzia comunitaria di controllo della pesca poiché ho apprezzato la correttezza, la chiarezza e la trasparenza del suo bilancio, e l’efficienza apportata da una pianificazione comprensibile e attuabile.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Sono lieto delle decisioni illustrate dettagliatamente nella relazione della Corte dei conti secondo cui le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Mi complimento con l’Agenzia comunitaria di controllo della pesca (ACCP) per l’adozione di un programma di lavoro pluriennale per il periodo 2011-2015, che consentirà di organizzare e realizzare meglio gli obiettivi proposti, oltre che per la creazione della struttura di audit interna (IAS), meccanismo di audit interno specializzato nel supporto e nella consulenza al direttore esecutivo dell’Agenzia e alla sua direzione.

Accolgo con favore le osservazioni del relatore con le quali concordo e mi complimento con l’Agenzia per il suo operato.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Attuare misure di controllo e ispezione dell’applicazione della politica comune della pesca (PCP) nella propria zona economica esclusiva dovrebbe essere appannaggio degli Stati membri che a tal fine dovrebbero godere di un sostegno sufficiente e adeguato al quale l’Unione dovrebbe contribuire.

Non neghiamo la necessità che vi siano modi affinché i vari Stati membri collaborino, si uniscano e coordinino le proprie attività per controllare e combattere la pesca illegale. Siamo tuttavia scettici quanto ai vantaggi della creazione dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca (ACCP) perché riteniamo che alcune sue competenze si scontrino con quelle degli Stati membri. È un accentramento che, a prescindere dal resto, non è vantaggioso in termini di efficacia, indispensabile, delle attività di controllo.

Abbiamo inoltre dichiarato il nostro disaccordo per quel che riguarda la rappresentatività del consiglio di amministrazione dell’Agenzia, il suo modello operativo e l’eccessivo peso della Commissione europea al suo interno, segnatamente a livello di sistema di voto. Vorremmo inoltre aggiungere che mentre per l’Agenzia viene stanziato un bilancio di 10 100 000 euro (esercizio 2009), agli Stati è stata già negata la possibilità che il contributo comunitario al finanziamento delle attività di controllo possa essere incrementato in linea con la proposta da noi presentata di recente in Parlamento che purtroppo è stata respinta dalla maggioranza.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Attuare misure di controllo e ispezione rispetto all’applicazione della politica comune della pesca (PCP) nella propria zona economica esclusiva dovrebbe essere appannaggio degli Stati membri che a tal fine dovrebbero godere di un sostegno sufficiente e adeguato al quale l’Unione dovrebbe contribuire.

Non neghiamo la necessità che vi siano modi affinché i vari Stati membri collaborino, si uniscano e coordinino le proprie attività per controllare e combattere la pesca illegale. Siamo tuttavia scettici quanto ai vantaggi della creazione dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca (ACCP) perché riteniamo che alcune sue competenze si scontrino con quelle degli Stati membri. È un accentramento che, a prescindere dal resto, non è vantaggioso in termini di efficacia, indispensabile, delle attività di controllo.

Abbiamo inoltre dichiarato il nostro disaccordo per quel che riguarda la rappresentatività del consiglio di amministrazione dell’Agenzia, il suo modello operativo e l’eccessivo peso della Commissione europea al suo interno, segnatamente a livello di sistema di voto.

Vorremmo inoltre aggiungere che mentre per l’Agenzia viene stanziato un bilancio di 10 100 000 euro (esercizio 2009), agli Stati è stata già negata la possibilità che il contributo comunitario al finanziamento delle attività di controllo possa essere incrementato in linea con la proposta da noi presentata di recente in Parlamento che purtroppo è stata respinta dalla maggioranza.

 
  
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  Pat the Cope Gallagher (ALDE), per iscritto. – (GA) L’Agenzia comunitaria di controllo della pesca è stata creata nel 2005 per garantire che gli Stati membri rispettino le norme della politica comune della pesca. L’Agenzia, che ha sede a Vigo in Spagna, è molto importante in termini di controllo della pesca e coordinamento degli Stati membri. È positivo, a mio giudizio, che l’Agenzia abbia adottato il programma di lavoro pluriennale per il periodo 2011-2015 come raccomandato nella strategia Europa 2020.

Il programma di lavoro pluriennale contribuirà alla cooperazione regionale e alla condivisione delle risorse nell’ambito dei piani di attuazione, il che migliorerà l’efficacia in termini di costi. Accolgo con favore della decisione della Corte dei conti di concedere il discarico ed è evidente che la commissione della pesca, che ha accolto un mio parere al riguardo, è della stessa opinione.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Agenzia dovrebbe però sanare le carenze nella programmazione delle sue attività in modo che in futuro le procedure per la preparazione del bilancio siano sufficientemente rigorose ovviando alla necessità di aumentare e/o ridurre gli stanziamenti rispetto alle sue linee di bilancio. L’Agenzia, inoltre, non ha ancora predisposto un piano di lavoro pluriennale. Ritengo dunque necessario tenere presenti le attuali osservazioni.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, sia la Corte dei conti che la commissione per il controllo dei bilanci hanno dato parere positivo sull’esecuzione del bilancio dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca. Per tali motivi, il Parlamento concede oggi con il proprio voto il discarico in relazione all’esercizio 2009. Il bilancio dell’Agenzia è risultato, a seguito dei controlli effettuati, affidabile e le operazioni sottostanti legittime e regolari. Tengo però a sottolineare la presenza di alcune lacune, sopratutto a livello di pianificazione delle assunzioni, per le quali auspico si possa pervenire ad un rapido miglioramento nelle procedure relative agli esercizi successivi.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Agenzia comunitaria di controllo della pesca. Invito nondimeno il direttore esecutivo dell’Agenzia ad assolvere il proprio obbligo di includere nella sua relazione all’autorità responsabile del discarico che sintetizza la relazione del servizio di audit interno (IAS) tutte le raccomandazioni formulate (comprese quelle che potrebbero essere eventualmente rifiutate dall’Agenzia), nonché tutti i provvedimenti intrapresi sulla base di tali raccomandazioni; esorto dunque il direttore esecutivo dell’Agenzia a fornire informazioni sul contenuto delle quattro raccomandazioni “importantissime” dell’IAS e i provvedimenti intrapresi dall’Agenzia.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna relazione concede il discarico ai conti dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca (ACCP) per le sue attività nell’esercizio 2009 confermando il discarico concesso dal Parlamento europeo il 5 maggio 2010 per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2008.

Poiché la Corte dei conti ha ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari e una delegazione della commissione per la pesca recatasi presso l’Agenzia nel giugno 2010 è stata molto soddisfatta del suo stato generale, in particolare dell’esecuzione dei piani di attuazione comuni, ritengo che il Parlamento debba adottare l’odierna relazione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca (ACCP) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo si congratula con l’Agenzia per l’adozione da parte della stessa di un programma di lavoro pluriennale per il periodo 2011-2015 e sottolinea l’importanza di tale documento ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia, di efficaci accorgimenti organizzativi in vista dell’attuazione della strategia e del conseguimento degli obiettivi dalla stessa perseguiti.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del discarico. La Corte dei conti europea ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono legittime e regolari, e la revisione di un programma di lavoro pluriennale del 2010, nonché l’avvio di un’iniziativa di revisione della sua procedura di bilancio, mi convincono che l’Agenzia sta attuando le raccomandazioni formulatele. In termini di operato, l’Agenzia, creata nel 2005, sta svolgendo un lavoro importante, addirittura essenziale, dopo il mancato conseguimento delle finalità concordate nel 2002 e il fatto che la politica comune della pesca a oggi è considerata un fallimento. L’Agenzia sarà indispensabile in un futuro immediato, visto il dato sconcertante che l’88 per cento degli stock ittici nell’Unione è troppo sfruttato.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0123/2011)

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe valutare l’opportunità di rendere un diagramma di Gantt parte integrante della programmazione di ciascuna delle sue attività operative per riportare in forma concisa il tempo dedicato a un progetto da ogni membro del personale e incoraggiare un approccio volto al conseguimento di risultati. L’Agenzia, inoltre, deve attuare una struttura per attività rispetto al suo bilancio operativo per stabilire un chiaro collegamento tra il programma di lavoro e le previsioni finanziarie, nonché migliorare il monitoraggio e la rendicontazione delle prestazioni. L’Agenzia dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni da un anno all’altro. Inoltre, il bilancio di ogni esercizio dovrebbe essere corredato da una relazione sugli stanziamenti non spesi riportati dagli esercizi precedenti in cui si spieghino i motivi per i quali il denaro non è stato utilizzato e quando lo sarà. L’Agenzia presenta ancora lacune nelle procedure di selezione del personale che ne mettono in discussione la trasparenza. Concordo con l’idea che l’Agenzia comunichi al Parlamento europeo i provvedimenti intrapresi per sanare la situazione e rendere più trasparenti le procedure di selezione.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell´Agenzia europea per la sicurezza aerea poiché, nonostante la gestione apparentemente dubbia dei fondi disponibili, la Corte dei Conti ha ritenuto i conti affidabili e le operazioni ad essi sottostanti legittime e regolari. Concordo inoltre sulla necessità che l´Agenzia metta in atto meccanismi più precisi per la fissazione degli obiettivi e la valutazione dei risultati.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore le decisioni illustrate nella relazione della Corte dei conti secondo cui le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Apprezzo le osservazioni del relatore con le quali concordo e mi complimento con l’Agenzia europea per la sicurezza aerea per il suo operato.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. La Corte ha tuttavia espresso preoccupazione in merito alla mancanza di coordinamento tra le esigenze, il personale e il regolamento finanziario dell’Agenzia, sottolineando in particolare che le procedure di selezione rendono difficile assumere personale adeguatamente qualificato. Ritengo dunque necessario tenere presenti le attuali osservazioni.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2009. Il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Chiaramente, ogni dibattito sul discarico si colloca in un contesto particolare, e quello odierno si svolge nel contesto della crisi economico - finanziaria, che ha generato problemi finanziari e di bilancio per alcuni Stati Membri. Nonostante tali condizioni, ritengo comunque soddisfacenti i risultati raggiunti dall’Agenzia e pertanto ho dato il mio voto nella direzione indicata dal relatore.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto. – (PL) Il programma di lavoro dell’Agenzia per il 2010 desta in me qualche preoccupazione. Nel contempo, ritengo che debba essere migliorando stabilendo obiettivi e indicatori di rendimento chiave, oltre che un sistema migliore di pianificazione delle risorse. Sottolineerei inoltre la necessità di migliorare il sistema di monitoraggio per i progetti di certificazione al fine di garantire che, per l’intera durata di un progetto, i corrispettivi riscossi non si discostino notevolmente dal costo effettivo. Alla fine ho deciso di appoggiare la concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2009.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della concessione del discarico all’Agenzia europea per la sicurezza aerea, ma esorto l’Agenzia ad attuare una struttura per attività rispetto al suo bilancio operativo al fine di stabilire un chiaro collegamento tra il programma di lavoro e le previsioni finanziarie, nonché migliorare il monitoraggio e la rendicontazione delle prestazioni; rilevo che l’Agenzia predispone un piano pluriennale ogni anno, discusso con tutte le parti interessate e approvato dal consiglio di amministrazione, in cui viene presentato il bilancio per attività e prendo atto del parere della Corte dei conti secondo cui la struttura del bilancio operativo dell’Agenzia (titolo III) sarebbe rimasta parzialmente legata agli input e le rettifiche di bilancio sarebbero state eseguite senza aggiornare il programma di lavoro, anche nel caso in cui avevano un impatto notevole sullo stanziamento delle risorse umane e finanziarie.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea sull’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo si compiace del fatto che la Corte dei Conti abbia considerato affidabili i conti dell’Agenzia per l’esercizio 2009 e constatato che le operazioni sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittime e regolari.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del discarico. La Corte dei conti europea ha dichiarato che i conti annuali per l’esercizio 2009 erano legittimi e regolari e ha commentato in maniera positiva l’affidabilità di conti. Nel contempo, vorrei cogliere l’opportunità per sottolineare l’esortazione contenuta nella relazione affinché si instauri una procedura di selezione del personale più trasparente. Vista la responsabilità dei compiti che l’Agenzia europea per la sicurezza aerea è chiamata ad assolvere e le difficoltà messe in luce a livello di reperimento di personale qualificato, a tale aspetto si dovrebbe prestare la massima attenzione.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0107/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2009. Il Centro è un’istituzione importante in grado di potenziare e sviluppare la sorveglianza europea delle malattie, nonché valutare e comunicare le minacce attuali ed emergenti per la salute umana poste dalle malattie infettive. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali del Centro per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che il Centro dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni da un anno all’altro. Concordo altresì con l’idea che i poteri del Centro debbano essere rafforzati in maniera che l’Unione possa valutare autonomamente la gravità del rischio di infezione nel caso in cui scoppi una pandemia e si possa migliorare il coordinamento tra Stati membri.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Il bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2009 è aumentato del 25,3 per cento rispetto al 2008. Se nei prossimi esercizi si dovesse registrare un aumento analogo, come affronteremo la crisi finanziaria con una spesa in continua crescita? Penso che questi 51 milioni di euro avrebbero potuto essere spesi più efficacemente se fossero stati investiti in sistemi regionali di monitoraggio delle malattie in ciascuno Stato membro. Ciò non solo contribuirebbe a combattere le malattie infettive, ma potenzierebbe anche i sistemi sanitari degli stessi paesi membri.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie poiché il relatore ha saputo ben individuare le problematiche di maggiore rilevanza per la trasparenza e la correttezza dei conti, e perché sono fiduciosa nella possibilità che questa importante e utile Agenzia lavori, a livello amministrativo, per migliorare gli aspetti sottolineati senza retrocedere su quanto già ben fatto.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Ritengo che si tratti di un’istituzione importantissima in grado di potenziare e sviluppare la sorveglianza europea delle malattie, nonché valutare e comunicare le minacce attuali ed emergenti alla salute umana poste dalle malattie infettive. Mi rammarico tuttavia per il fatto che il principio dell’annualità non è stato rispettato e vi sono stati molti riporti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore le decisioni illustrate nella relazione della Corte dei conti secondo cui le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Vorrei altresì menzionare l’importante contributo del Centro alle misure per combattere la pandemia scatenata dal virus H1N1 nel 2009, non da ultimo pubblicando indicazioni preliminari sull’uso di vaccini specifici contro l’influenza durante detta pandemia. Accolgo con favore le osservazioni del relatore con le quali concordo e mi complimento con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per il suo operato.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, considerando che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti, ho espresso il mio voto favorevole alla concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2009. Chiaramente, ogni dibattito sul discarico si colloca in un contesto particolare, e quello odierno si svolge nel contesto della crisi economico - finanziaria, che ha generato problemi finanziari e di bilancio per alcuni Stati Membri. Ritengo, comunque, ottimo il lavoro svolto dal Centro europeo nel rafforzamento della sorveglianza europea delle malattie, e nella valutazione e comunicazione delle attuali ed emergenti minacce per la salute umana costituite da malattie infettive. Mi congratulo, da ultimo, per il contributo del Centro alle misure di lotta contro la pandemia del virus H1N1 nel 2009.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e sono dell’idea che i poteri del Centro debbano essere rafforzati in maniera che l’Unione possa valutare autonomamente la gravità del rischio di infezione nel caso in cui scoppi una pandemia e si possa migliorare il coordinamento tra Stati membri.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche del Centro, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo del Centro il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo esorta nuovamente il Centro a presentare, in una tabella da allegare alla prossima relazione della Corte dei Conti, una comparazione tra le operazioni effettuate durante l’esercizio per il quale deve essere concesso il discarico e quelle svolte durante l’esercizio finanziario precedente, al fine di consentire all’autorità di discarico di valutare meglio l’operato del Centro da un anno all’altro.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Al voto mi sono astenuta. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie svolge un compito importantissimo e ha anche giustificato la sua esistenza con le misure intraprese per combattere la pandemia causata dal virus H1N1. Mi sarei tuttavia aspettata che il discarico fosse rinviato in attesa della formulazione delle raccomandazioni del servizio di audit interno (IAS) richieste nella relazione – l’IAS ha formulato una raccomandazione “importantissima” e sette raccomandazioni “importanti” – e della presentazione da pare del Centro di un piano per attuarle.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0127/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia deve ridurre la percentuale di riporti (ha stornato il 29 per cento degli stanziamenti complessivi) per rispettare il principio dell’annualità. Apprezzo le iniziative assunte dall’Agenzia per migliorare l’attenzione prestata al cliente e le procedure di feedback e mi complimento per aver svolto un sondaggio presso le parti interessate nel 2009 e aver incrementato le attività di assistenza destinate all’industria. L’Agenzia deve inoltre sviluppare ulteriormente la pianificazione e il monitoraggio delle procedure di aggiudicazione degli appalti e dell’esecuzione del bilancio in modo da ridurre la percentuale di stanziamenti riportati. Si rileva che l’Agenzia si è impegnata a ridurre lo storno di fondi non spesi all’esercizio successivo e limitare i riporti a un livello nettamente inferiore rispetto al 2008.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Per che cosa stiamo spedendo qualcosa di più di 70 milioni di euro? Per un’agenzia che secondo la Corte dei conti accusa ritardi nelle attività operative a causa della mancanza di personale qualificato e difficoltà di attuazione del sistema informatico? Questi due aspetti sono chiaramente fondamentali per il funzionamento efficace di un’agenzia, ma ciò mi induce a riflettere sulla sua capacità di perseguire gli obiettivi che si è prefissa in generale. Ho votato contro il discarico perché, a mio giudizio, questo denaro può essere speso in maniera molto più efficace che per un’agenzia il cui funzionamento è assolutamente mediocre.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell´Agenzia europea per le sostanze chimiche poiché dalla relazione si evince che, nonostante alcune lacune e imperfezioni nei conti, dovute anche alla recente istituzione di questa Agenzia, essa ha dimostrato miglioramenti costanti per quanto riguarda i controlli e la gestione del bilancio.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) contribuisce al miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei garantendo l’uso sicuro delle sostanze chimiche e promuovendo l’innovazione. Vista la complessità e l’intensità crescenti dell’uso di questi tipi di sostanze e della ricerca condotta in tale ambito, penso che l’ECHA tenderà a diventare più importante, il che giustifica pertanto un’analisi ancora più attenta del modo in cui genera i fondi a sua disposizione.

La Corte dei conti ha confermato l’affidabilità dei suoi conti per l’esercizio finanziario 2009 e sembra che l’Agenzia stia superando tutti i difficili problemi che sono pressoché inevitabili per istituzioni del genere. Spero che l’ECHA risponda agli obiettivi per i quali è stata creata e migliori il proprio rigore di bilancio e la propria capacità di pianificazione.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. La Corte dei conti ha nondimeno sottolineato i ritardi nelle attività operative accusati per difficoltà di attuazione del sistema informatico e carenza di personale qualificato. Ritengo dunque necessario tenere presenti le attuali osservazioni.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso al direttore esecutivo dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche il discarico sull’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Ho dato il mio voto favorevole in quanto, a seguito dei controlli operati dalla Corte dei conti e dalla commissione per il controllo dei bilanci, è risultato che tutte le operazioni effettuate dall’Agenzia si sono svolte in piena legittimità e correttezza. Mi congratulo, infine, con l’Agenzia, per la creazione di una struttura di audit interno (IAC) incaricata di svolgere revisioni contabili interne e di fornire consulenze al direttore esecutivo in materia di gestione del rischio e di sistemi di controllo interni emanando pareri e raccomandazioni indipendenti.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ma esorto l’Agenzia a comunicare all’autorità responsabile del discarico i passi intrapresi per migliorare il suo sistema di controllo rafforzando circuiti finanziari, flussi di lavoro, audit, piani di azione e valutazioni di rischio.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche sull’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo valuta positivamente le iniziative dell’Agenzia per potenziare le sue procedure di attenzione al cliente e di feedback. In particolare, si congratula con l’Agenzia per avere condotto nel 2009 un’indagine presso le parti interessate e aver aumentato le attività di assistenza destinate all’industria.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Stavrakakis in cui si esorta la Corte dei conto europea a sottoporre la giovane (operativamente parlando) Agenzia europea per le sostanze chimiche a controlli di rendimento. In base ai dati disponibili, il discarico all’Agenzia è stato raccomandato in quanto l’Agenzia ha già fornito le informazioni che saranno richieste in futuro alle altre (come una tabella allegata in cui sia riportato un raffronto tra le cifre di due esercizi consecutivi).

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0122/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. L’Agenzia fornisce informazioni ambientali indipendenti attendibili a tutte le istituzioni dell’Unione, agli Stati membri e agli organi responsabili della formulazione delle politiche. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente. L’Agenzia deve inoltre sviluppare ulteriormente i propri metodi di comunicazione per ottenere una maggiore copertura dei media in merito ai suoi risultati e, in tal modo, alimentare il dibattito pubblico su temi ambientali importanti. Tali misure possono condurre a un metodo di lavoro più trasparente e un maggiore interesse da parte del pubblico per l’operato dell’Agenzia.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Perché dovremmo finanziare agenzie che non attuano le raccomandazioni formulate dal servizio di audit interno? Nel 2006 sono state formulate 27 raccomandazioni, di cui sinora ne sono state attuate soltanto nove. Ciò mi induce a pensare che l’Agenzia europea dell’ambiente non funzioni in maniera corretta e il suo finanziamento debba cessare.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l’Agenzia europea dell’ambiente poiché ritengo che il lavoro svolto sia, di questi tempi, fondamentale. Trovo dunque che le criticità sottolineate vadano sì corrette, ma senza perdere di vista gli obiettivi strategici e di lungo periodo.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. La reputo un’istituzione estremamente importante, soprattutto per quanto concerne l’adattamento al cambiamento climatico, la valutazione degli ecosistemi, la sostenibilità del consumo e della produzione, nonché la prevenzione e la gestione delle calamità.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’obiettivo dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) consiste nel rendere disponibili informazioni attendibili e indipendenti sull’ambiente. Il mandato dell’AEA prevede due aspetti: da un lato, il sostegno agli Stati membri dell’Unione europea nella formulazione di una politica economica che incorpori le questioni ambientali e la sostenibilità; dall’altro, il coordinamento delle informazioni ambientali attraverso la rete di informazione e osservazione in materia ambientale (Eionet).

Tra gli aspetti rilevanti che giustificano un attento monitoraggio da parte dell’AEA vi sono la valutazione dello stato dell’ambiente, l’identificazione delle tendenze ambientali, tra cui i fattori economici e sociali sui quali si basano le pressioni ambientali, il monitoraggio delle politiche ambientali e della loro efficacia, nonché la previsione di tendenze e problemi futuri.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Il relatore formula una serie di osservazioni e raccomandazioni che reputiamo rilevanti in termini di procedure di bilancio e di cui l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) dovrebbe tener conto. Nel contempo, la relazione mette in luce le importanti carenze delle procedure di assunzione dell’Agenzia che ne mettono in discussione la trasparenza, segnatamente il fatto che gli avvisi di vacanza non specificavano un numero massimo di candidati da inserire negli elenchi degli idonei, la circostanza che i quesiti utilizzati per le prove scritte e i colloqui non fossero decisi prima dell’esame delle domande, il fatto che le decisioni delle commissioni esaminatrici non fossero sufficientemente documentate, la circostanza che le soglie per essere invitati a un colloquio o inseriti nell’elenco degli idonei non fossero fissate preliminarmente e il fatto che i verbali non fossero completi. Si tratta di lacune gravi alle quali occorre porre urgentemente rimedio.

L’AEA può e deve assumere un ruolo importante nella compilazione di informazioni oggettive, attendibili e raffrontabili sull’ambiente in Europa rendendole disponibili in maniera accessibile e diretta. Sarebbe nondimeno importante preoccuparsi di garantire una maggiore cooperazione, un migliore collegamento e un maggiore coordinamento con le istituzioni competenti degli Stati membri promuovendo sinergie e una migliore divulgazione delle informazioni.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha segnalato procedure non sufficientemente rigorose per la preparazione del bilancio che hanno comportato un numero notevole di storni di bilancio riguardanti la maggior parte delle linee (l’equivalente dell’8 per cento del bilancio dell’Agenzia). La relazione osserva, in particolare, che alcuni di questi storni hanno comportato successivi aumenti e decrementi delle stesse linee di bilancio, mentre alcuni stanziamenti non sono stati utilizzati e sono stati stornati ad altre linee nel corso dell’esercizio. Ritengo pertanto che le procedure per la preparazione del bilancio debbano essere più rigorose in quanto una percentuale notevole delle risorse finanziarie deriva da sovvenzioni comunitarie.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2009. Ho dato il mio voto favorevole in quanto, a seguito dei controlli operati dalla Corte dei Conti e dalla Commissione per il controllo dei bilanci, è risultato che tutte le operazioni effettuate dall’Agenzia si sono svolte in piena legittimità e correttezza. Inoltre, ritengo che l’Agenzia svolga un lavoro molto importante, e condivido gli sforzi compiuti di recente al fine di migliorare il coinvolgimento dell’opinione pubblica su importanti questioni ambientali, quali i cambiamenti climatici, la biodiversità e la gestione delle risorse naturali.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente. Invito tuttavia l’Agenzia a migliorare entro la fine dell’anno l’accuratezza delle informazioni fornite dagli uffici operativi in merito alla stima della spesa operativa maturata.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea dell’ambiente il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Agenzia europea dell’ambiente sull’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo si compiace espressamente con l’Agenzia quale fornitore affidabile d’informazioni ambientali indipendenti e sicure per tutte le istituzioni dell’Unione, gli Stati Membri e gli organi decisionali.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del discarico perché la Corte dei conti europea ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali presentati per il 2009 erano legittimi e regolari. L’Agenzia europea dell’ambiente ha svolto un lavoro importante negli ultimi anni fornendo dati e informazioni indipendenti e attendibili in campo ambientale, preoccupazione importante per moltissimi cittadini europei come dimostrano le relazioni annuali della commissione per le petizioni. Accolgo altresì con favore la richiesta formulata nella relazione che la Corte dei conti sottoponga l’Agenzia a controlli di rendimento.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0146/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Autorità per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legali e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Autorità dovrebbe rafforzare la pianificazione e il monitoraggio delle procedure di bilancio relative agli stanziamenti differenziati. L’Autorità deve migliorare la gestione del bilancio per ridurre i riporti. L’Autorità deve inoltre garantire che le sue consulenze siano indipendenti e di alta qualità per garantire il rispetto degli standard di sicurezza dell’Unione, nonché l’indipendenza e l’eccellenza scientifica in tutti gli ambiti che hanno un impatto diretto o indiretto sul cibo, la sicurezza alimentare e la protezione fitosanitaria.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione perché la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti del 2009 dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari, come anche perché il 5 maggio 2010 il Parlamento ha concesso al direttore esecutivo dell’Autorità il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’EFSA del 2008.

Ho anche votato a favore in quanto, sebbene l’Autorità debba rafforzare la pianificazione e il monitoraggio delle procedure di bilancio, concordo con l’idea che l’EFSA debba garantire che le sue consulenze siano indipendenti e di alta qualità per assicurare il rispetto degli standard di sicurezza dell’Unione, nonché l’indipendenza e l’eccellenza scientifica in tutti gli ambiti che hanno un impatto diretto o indiretto sul cibo, la sicurezza alimentare e la protezione fitosanitaria.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Non possiamo ignorare il fatto che per tre esercizi consecutivi – 2006, 2007 e 2008 – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha riportato gran parte dei suoi impegni per attività operative. Un elemento ancora più controverso è rappresentato dal fatto che la Corte dei conti ha segnalato difficoltà di attuazione del programma di lavoro dell’Autorità del 2009. Per questo penso che l’Autorità non debba ottenere il discarico per l’esecuzione del suo bilancio in quanto i contribuenti europei non meritano che il loro denaro venga speso per un’agenzia che non assolve gli impegni affidatile.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell´Agenzia europea per la sicurezza alimentare poiché non solo la Corte dei conti ha dichiarato l´affidabilità dei conti e la regolarità e legittimità delle relative operazioni, ma anche perché l’Agenzia ha stanziato alcuni fondi della riserva per la realizzazione di alcuni progetti importanti quali infrastrutture, sviluppo informatico e cooperazione scientifica. Ritengo però che debbano essere condotte ulteriori verifiche sull´utilizzo di alcune partite e debba essere migliorata la gestione di bilancio al fine di ridurre l´elevato numero di riporti.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico del bilancio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Penso che l’EFSA debba continuare a garantire indipendenza ed eccellenza scientifica, il che significa che occorrono misure relative alla dichiarazione di interessi da parte del personale dell’EFSA e degli esperti che collaborano con l’Autorità.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) interviene con il suo lavoro in tutte le fasi della produzione e dell’approvvigionamento alimentare, dalla produzione primaria alla fornitura di cibo di consumatori, compresa la sicurezza dei mangimi animali. L’Autorità raccoglie informazioni e analizza i nuovi progressi scientifici al fine di identificare e valutare tutti i potenziali rischi nella catena alimentare e può procedere a una valutazione scientifica di qualunque elemento suscettibile di avere un impatto diretto o indiretto sulla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, compresi gli aspetti riguardanti la salute e il benessere degli animali e la salute delle piante. Se la sicurezza alimentare è una delle esigenze principali e delle massime preoccupazioni di un mercato con oltre 500 milioni di consumatori, il modo in cui viene valutata e studiata richiede livelli di professionalità, rendimento e imparzialità estremamente elevati. L’Unione sostiene di avere la capacità di monitorare i vari tipi di alimenti “dalla terra alla tavola”, ma è essenziale riconoscere che vi è ancora molto da fare.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei in primo luogo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato al testo nonché complimentarmi con la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare, la quale ha rispettato la necessità di assicurare una consulenza indipendente e di alta qualità, al fine di garantire il rispetto delle norme di sicurezza nonché l’eccellenza e l’indipendenza scientifica in tutte le questioni aventi un impatto diretto o indiretto sulla sicurezza degli alimenti. Purtroppo, devo evidenziare la presenza di alcune difficoltà, riscontrate dalle Corte dei conti a seguito delle analisi effettuate nell’attuazione del programma di lavoro 2009. Mi associo, pertanto, alla richiesta formulata all’Autorità di adottare le misure necessarie per porre rimedio a tali carenze che, comunque, non hanno inficiato la generale correttezza e affidabilità del bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ma mi rammarico per il fatto che, per il terzo esercizio consecutivo, la Corte dei conti ha sottolineato che gli impegni per attività operative riportati dall’esercizio precedente hanno dovuto essere annullati (19 per cento degli impegni per attività operative riportati dal 2008, 37 per cento riportati dal 2007 e 26 per cento riportati dal 2006). Il Parlamento esorta l’Autorità a modificare la situazione e comunicare alla Corte dei conti i provvedimenti intrapresi.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Autorità, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Autorità il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo si congratula con l’Autorità per avere presentato una tabella comparativa, allegata alla relazione della Corte dei conti per il 2009, sulle operazioni effettuate nel corso degli esercizi 2008 e 2009, che consente all’autorità di discarico di valutare meglio le sue prestazioni da un anno all’altro. Il Parlamento plaude inoltre al fatto che l’Autorità abbia aumentato il numero di documenti tematici e relativi alle politiche.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Nel caso dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare non ho condiviso la raccomandazione del relatore di concedere il discarico “sulla base dei dati disponibili”; le carenze evidenti nella gestione del bilancio sono decisamente troppo gravi. Il servizio di audit interno (IAS) ha formulato 48 raccomandazioni sulla gestione delle sovvenzioni, di cui 27 rientrano addirittura nella categoria “critiche”. Vi sono inoltre preoccupazioni in merito a possibili conflitti di interessi e mancanza di trasparenza.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0120/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Apprezzo l’iniziativa assunta dall’Osservatorio di gestire una rete informatizzata per la raccolta e lo scambio di informazioni denominata rete europea di informazione delle droghe e delle tossicodipendenze. Tale rete collega le reti nazionali di informazione sulle droghe, i centri specializzati degli Stati membri e i sistemi di informazione delle organizzazioni internazionali che collaborano con l’Osservatorio. Concordo nell’affermare che l’Osservatorio dovrebbe valutare l’opportunità di rendere un diagramma di Gantt parte integrante della programmazione di ciascuna delle sue attività operative per riportare in forma concisa il tempo dedicato a un progetto da ogni membro del personale e incoraggiare un approccio volto al conseguimento di risultati. Ritengo inoltre importante che l’Osservatorio migliori la programmazione e il monitoraggio delle attività per ridurre i riporti all’esercizio successivo. Apprezzo altresì l’iniziativa assunta dall’Osservatorio di fornire al Parlamento europeo la relazione annuale di audit interno del servizio di audit interno preparata sull’Osservatorio perché è un segnale di trasparenza e migliori prassi.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio per l’esercizio 2009. Come nei casi precedenti, la Corte dei conti ha dichiarato che le sue operazioni sono legittime e regolari. Si dovrebbe tener conto del fatto che in maggio il Parlamento ha concesso il discarico. La gestione dell’Osservatorio è, a mio parere, fondamentale e ho accolto con estremo favore la creazione della rete europea di informazione delle droghe e delle tossicodipendenze (Reitox), che consente maggiori contatti tra le reti nazionali di informazione sulle droghe e i centri specializzati per la condivisione delle migliori prassi. Giudico positivamente il contributo di un quadro di raffronto con il 2009 e il 2008 in quanto ha semplificato l’analisi dell’aumento delle sue attività.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale relativo all´Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze in quanto ha operato una gestione delle risorse oculata e coerente con le aspettative. Come si evince dalla relazione restano, tuttavia, alcuni miglioramenti che possono essere apportati al management, soprattutto per quanto concerne la gestione della liquidità e l´analisi dei riporti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Questo centro di monitoraggio svolge un ruolo estremamente importante nel contesto europeo. Il suo mandato consiste nel fornire informazioni oggettive, attendibili e comparabili che consentano all’Unione europea e ai suoi Stati membri di avere una prospettiva ampia del fenomeno delle tossicodipendenze e delle sue conseguenze.

Il rigore in termini di informazione impone un pari rigore nella contabilità. Spero che l’Osservatorio non smetta di assolvere in maniera fedele e accurata la missione affidatagli e lo faccia gestendo il proprio bilancio al meglio. Spero altresì che qualunque informazione raccolta aiuti gli Stati membri a seguire da vicino le cause e le conseguenze di questo flagello indicando percorsi e soluzioni che permettano ai cittadini europei colpiti dal fenomeno di affrancarsi da una dipendenza che distrugge i cittadini stessi e le loro famiglie.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esercizio 2009. Nel contempo, il bilancio dell’Osservatorio è stato inferiore del 2,25 per cento rispetto al 2008.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esercizio 2009. Ho espresso il mio voto favorevole sulla base della relazione della Corte dei conti, la quale ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti nonché della legittimità e regolarità delle relative operazioni. Ritengo, infine, molto utile la creazione e la gestione, messa a punto dall’Osservatorio, di una rete informatizzata per la raccolta e lo scambio di informazioni, denominata "rete europea d’informazione delle droghe e delle tossicodipendenze", in grado di mettere in collegamento le reti nazionali di informazione sulle droghe, i centri specializzati negli Stati membri ed i sistemi di informazione delle organizzazioni internazionali che cooperano con l’Osservatorio.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e, nel farlo, apprezzo il fatto che l’Osservatorio ha ulteriormente migliorato la previsione annuale del suo fabbisogno di liquidità; va aggiunto che tale previsione è costantemente aggiornata e presentata come documento di supporto ai servizi competenti della Commissione per giustificare la richiesta di pagamento trimestrale dell’Osservatorio della successiva quota della sovvenzione annuale stanziata dall’Unione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Osservatorio, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Osservatorio il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo plaude all’iniziativa dell’Osservatorio di gestire una rete informatizzata per la raccolta e lo scambio di informazioni, denominata "rete europea d’informazione sulle droghe e le tossicodipendenze". Nota che tale rete collega le reti nazionali d’informazione sulle droghe, i centri specializzati negli Stati Membri ed i sistemi di informazione delle organizzazioni internazionali che cooperano con l’Osservatorio.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del discarico. I conti annuali per l’esercizio 2009 sono risultati regolari. L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) è stato esemplare nel modo in cui ha amministrato il suo bilancio. L’Osservatorio ha già presentato una tabella di raffronto tra gli esercizi 2008 e 2009 contenente non soltanto le cifre (che dimostrano una riduzione del 2,25 per cento dei fondi rispetto al 2008), bensì anche le misure attuate. Per assicurare la massima trasparenza, l’OEDT intende anche presentare la relazione integrale del servizio di audit interno.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0132/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Concordo nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe valutare l’opportunità di rendere un diagramma di Gantt parte integrante della programmazione di ciascuna delle sue attività operative per riportare in forma concisa il tempo dedicato a un progetto da ogni membro del personale e incoraggiare un approccio volto al conseguimento di risultati. L’Agenzia dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni da un anno all’altro. Nel 2009, la Corte dei conti ha rilevato nuovamente il numero elevato di storni di bilancio; l’Agenzia deve pertanto continuare a migliorare la pianificazione e il monitoraggio per ridurli. L’Agenzia deve inoltre adottare misure per superare le lacune presenti nelle procedure di selezione del personale che ne mettono in discussione la trasparenza.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione. La Corte dei conti afferma che i conti dell’Agenzia sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Nel formulare la mia posizione, ho giudicato positiva l’adozione del piano quinquennale, benché, come sostiene la Corte dei conti, l’Agenzia debba migliorare la pianificazione e la gestione del bilancio. La valutazione delle sue attività è stata nondimeno positiva.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale relativo all´Agenzia europea per la sicurezza marittima poiché, nonostante la precedente assenza di un programma pluriennale e la rilevante preoccupazione che induce l´elevata presenza di storni di bilancio nel 2008, l´Agenzia ha mostrato miglioramenti di gestione e nel complesso la Corte dei conti ha valutato positivamente i conti annuali e le operazioni sottostanti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Le catastrofi ambientali delle navi Erika e Prestige hanno messo in luce la necessità di fare di più per la sicurezza marittima a livello europeo. L’Agenzia, con sede a Lisbona, ha competenze importanti in tale ambito e merita di essere sostenuta nel suo impegnativo lavoro. L’Agenzia dovrebbe nondimeno compiere sforzi per migliorare le sue politiche di pianificazione e monitoraggio.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, desidero in primo luogo ringraziare il relatore per l’eccellente lavoro svolto. Con il voto odierno ho espresso il mio parere favorevole in merito alla concessione del discarico all’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009. Vorrei però sottolineare il riscontro, da parte della Corte dei conti, di un numero elevato di storni di bilancio nel 2009 ed unirmi alla richiesta, formulata all’Agenzia, di impegnarsi al fine di riuscire a migliorare, in vista dei bilanci successivi, la sua pianificazione e il controllo di bilancio al fine di ridurre il numero di storni.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto. – (PL) Apprezzo il lavoro svolto dall’Agenzia europea per la sicurezza marittima. Ritengo inoltre che l’adozione nel marzo 2010 di una strategia quinquennale rappresenti un progresso in termini di azioni e miglioramenti del futuro lavoro. Ho pertanto deciso di votare a favore della concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esercizio 2009.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della concessione del discarico all’Agenzia europea per la sicurezza marittima per il bilancio del 2009, ma esorto l’Agenzia a ridurre ulteriormente il numero di impegni posteriori (ossia impegni giuridici assunti prima dei corrispondenti impegni di bilancio) rammentando all’Agenzia che dal 2006 la Corte dei conti segnala violazioni dell’articolo 62, paragrafo 1, del regolamento finanziario. Apprezzo nondimeno gli sforzi profusi dall’Agenzia per migliorare la situazione con una formazione ad hoc per evitare impegni posteriori.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna relazione concede il discarico ai conti annuali dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) per l’esercizio 2009.

Poiché la Corte dei conti ha ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari, penso che il Parlamento debba adottare la relazione.

Va tuttavia sottolineato che la Corte dei conti ha nuovamente riscontrato un numero elevato di storni di bilancio nel 2009 (49 nel 2009, 52 nel 2008 e 32 nel 2007), per cui è auspicabile che l’EMSA migliori la pianificazione e il monitoraggio per ridurre il numero di riporti.

È altresì auspicabile che in una tabella da allegare alla prossima relazione della Corte dei conti l’EMSA riporti un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere all’autorità responsabile del discarico di valutare più efficacemente le prestazioni dell’EMSA da un anno all’altro.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento Europeo concede il discarico al direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento Europeo si compiace del fatto che la Corte dei conti abbia considerato affidabili i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 e constata che le operazioni sono state, nel complesso, legittime e regolari.

 
  
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  Dominique Vlasto (PPE), per iscritto. – (FR) Con il voto sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) per l’esercizio 2009, il Parlamento ha potuto confermare il buon governo dell’Agenzia e l’uso dei suoi stanziamenti per lo scopo previsto. Accolgo con favore tale voto in quanto ribadisce l’impegno del Parlamento nei confronti dell’Agenzia, che svolge un ruolo fondamentale nel monitoraggio e la supervisione dei mari europei. Poiché la pressione sul nostro spazio marittimo è crescente, abbiamo il dovere di essere estremamente vigili rispetto al suo uso. Mi compiaccio dunque particolarmente per il fatto che le proposte contenute nella mia relazione del 2008 sul controllo da parte dello Stato di approdo sono state principi chiave a supporto del lavoro dell’EMSA. Mi riferisco, per esempio, alle ispezioni delle navi e al coordinamento dei vari sistemi di controllo nazionali da parte dell’Agenzia. Il mare è uno spazio che appartiene a tutti gli europei ed è parte del nostro patrimonio. Promuovendo lo scambio di buone prassi, combattendo incessantemente l’inquinamento e le attività illegali in mare, prevenendo gli incidenti, riusciremo a beneficiare delle potenzialità di crescita del mare per lungo tempo ancora.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) I fondi dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima sono stati tagliati anche nel 2009 del 3,8 per cento. I compiti dell’Agenzia, tra cui la gestione delle catastrofi ambientali in mare, sono particolarmente importanti alla luce dello stato delle acque comunitarie. Ho votato a favore del discarico perché le lacune enumerate riguardavano principalmente le procedure di aggiudicazione degli appalti e selezione del personale, mentre la Corte dei conti ha espresso un giudizio positivo sui conti annuali per l’esercizio 2009. Tali lacune, tuttavia, devono essere colmate nel 2010 e le raccomandazioni “importantissime” del servizio di audit interno (IAS) devono essere tutte attuate se l’Agenzia vuole assicurarsi il discarico nel 2010.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0105/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe rafforzare i controlli interni per essere certa che contratti e procedure di aggiudicazione degli appalti siano applicati in maniera corretta. L’Agenzia deve inoltre fornire informazioni regolari sui suoi circuiti finanziari e le responsabilità dei relativi attori finanziari e operativi. L’Agenzia presenta ancora lacune nelle procedure di selezione del personale che ne mettono in discussione la trasparenza. L’Agenzia deve sanare tale situazione e comunicare al Parlamento europeo i provvedimenti intrapresi. Concordo inoltre con l’idea che l’Agenzia dovrebbe introdurre controlli ex-post con l’ausilio di un fornitore professionista.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione perché la Corte dei conti dichiara di aver ottenuto sufficienti garanzie quanto al fatto che i conti del 2009 dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA) sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari, come anche perché il 5 maggio 2010 il Parlamento ha concesso al direttore esecutivo dell’ENISA il discarico per l’esecuzione del bilancio del 2008. Concordo tuttavia con l’idea che l’Agenzia debba migliorare la trasparenza delle stime e i responsabili dei progetti, delle procedure di aggiudicazione degli appalti e della verifica di potenziali irregolarità.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione poiché ho preso atto, attraverso la dettagliata relazione, della correttezza delle procedure adottate e di quali passaggi siano apparsi poco trasparenti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Vista la dematerializzazione del contatto tra le persone e il crescente uso delle piattaforme web, è auspicabile che l’Unione europea faccia rientrare nella categoria “essenziale” la sicurezza cibernetica. Quantità crescenti di informazioni continuano infatti ad accumularsi in Internet e la gente utilizza sempre più la rete per le attività quotidiane più svariate. In tali circostanze, i rischi di violazione della privacy e uso illecito di dati, informazioni, suoni o immagini da parte di terzi aumentano in maniera esponenziale. La Corte dei conti ha confermato l’affidabilità dei conti dell’Agenzia, ma mette in luce una serie di rettifiche da apportare.

 
  
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  Pat the Cope Gallagher (ALDE), per iscritto. – (GA) Sin dalla sua costituzione, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima ha dato un sostegno estremamente importante alla Commissione europea e agli Stati membri, specialmente in termini di sicurezza marittima e prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha nondimeno riscontrato lacune nelle procedure di aggiudicazione degli appalti, soprattutto per quanto concerne la sottostima dei bilanci di un contratto quadro. Il bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009 è stato inferiore del 3,5 per cento rispetto al 2008. Penso che le attuali lacune debbano essere colmate.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio all’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione rispetto all’esercizio 2009, chiudendo, quindi, la procedura per il 2009. Ho espresso il mio voto favorevole sulla base delle dichiarazioni della Corte dei conti, la quale ha affermato di aver ottenuto garanzie ragionevoli in merito all’affidabilità dei conti annuali per l’esercizio 2009 e alla legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione e, nel farlo, riscontro con disappunto che non vi sono stati progressi rispetto all’anno precedente per quel che riguarda il rimborso di 45 000 euro, ossia l’ammontare dell’IVA versato anticipatamente dall’Agenzia alle autorità fiscali dello Stato membro ospite, per cui esorto l’Agenzia a comunicare all’autorità responsabile del discarico quando tale importo sarà rimborsato dalle autorità in questione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione rispetto all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo sottolinea che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli in merito all’affidabilità dei conti annuali per l’esercizio 2009 e alla legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Non ho votato a favore del discarico. Le lacune enumerate dal servizio di audit interno (IAS) sono troppo numerose e gravi. A titolo esemplificativo, dopo aver riesaminato le procedure di aggiudicazione degli appalti dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione, in tale ambito sono state riscontrate altre carenze. Le 18 raccomandazioni dell’IAS per migliorare i servizi dell’Agenzia devono essere attuate in maniera completa e senza indugio. Poiché l’Agenzia ha tuttavia rifiutato integralmente cinque delle 18 raccomandazioni, pare che la volontà necessaria a tal fine manchi.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0125/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato al Parlamento di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’uso di due sedi (Lilla e Valenciennes) per lo svolgimento delle attività espone l’Agenzia a costi aggiuntivi. Ritengo che pertanto il Consiglio debba intervenire per modificare la decisione che obbliga l’Agenzia ad avere una doppia sede. Penso che l’Agenzia debba fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni di anno in anno. Mi complimento con l’Agenzia, a seguito dei commenti della Corte dei conti, per aver introdotto un sistema centralizzato per la registrazione delle fatture in entrata. Tale misura è necessaria per garantire la tempestiva registrazione di tutte le fatture e contribuisce a evitare ritardi nella gestione dei pagamenti. Apprezzo l’iniziativa assunta dall’Agenzia di creare una capacità di audit interna destinata a fornire sostegno e consulenza al suo direttore e alla direzione in tema di controllo interno, valutazione di rischio e audit interno.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2009 perché il Parlamento ha concesso il discarico al suo direttore in maggio. Concordo tuttavia con il relatore nell’affermare che il riporto di stanziamenti deve essere gestito meglio perché viola il principio di bilancio dell’annualità. Concordo altresì con le osservazioni della Corte dei conti in merito ai ritardi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti. Valuto infine positivamente l’impegno profuso per introdurre un sistema centralizzato per la registrazione delle fatture in entrata, sistema necessario per migliorarne la gestione.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell´Agenzia ferroviaria europea poiché, come riportato nella relazione, la gestione delle risorse è stata nel complesso positiva. Sono altresì d´accordo sulla necessità di apportare alcuni miglioramenti nel campo della revisione dei conti e gestione di bilancio al fine di ridurre il livello di riporti e annullamenti ancora troppo elevato.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Il comparto ferroviario europeo subisce l’incompatibilità tra le norme tecniche e di sicurezza nazionali, incompatibilità che rappresenta un notevole svantaggio per il suo sviluppo. È compito dell’Agenzia ridurre tale profondo divario e stabilire obiettivi di sicurezza comuni. L’uso di due sedi distinte comporta maggiori costi che probabilmente dovrebbero essere evitati. Il ritardo nello svolgimento di una serie di attività rimette in discussione il principio dell’annualità poiché ha causato il riporto di stanziamenti di bilancio.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Al voto sul documento mi sono astenuto, sebbene la commissione competente abbia deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2009. Il bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009 è stato inferiore del 16,6 per cento rispetto al 2008. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. È preoccupante il fatto che è stata manifestata perplessità in merito alle lacune delle procedure di aggiudicazione degli appalti messe in luce dalla verifica della Corte dei conti: annullamenti e ritardi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti, ritardi ricorrenti nell’esecuzione dei pagamenti e cambiamenti significativi apportati al programma di lavoro nel corso dell’anno. La Corte dei conti ha riscontrato carenze nella gestione delle immobilizzazioni, ma rileva che l’Agenzia ha assicurato che la situazione sarà sanata nei conti del 2010. Ritengo che l’incertezza in merito all’ubicazione delle immobilizzazioni sia un’altra esemplificazione dei problemi e dei costi aggiuntivi derivanti dall’uso di due sedi. Anche per questo mi sono astenuto.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno il Parlamento europeo ha concesso il discarico al direttore dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Purtroppo, durante le procedure di controllo sono stati riscontrati annullamenti e ritardi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti, ritardi ricorrenti nell’esecuzione dei pagamenti e significative modifiche apportate al programma di lavoro annuale in corso di esercizio. Credo che problemi simili debbano essere evitati negli anni successivi. E proprio a tale fine, ritengo molto positiva la creazione, da parte dell’Agenzia, di una struttura di audit interno, incaricata di fornire sostegno e consulenza in materia di controlli interni.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto. – (PL) Ho votato a favore della concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2009. Ritengo nondimeno che il Consiglio dovrebbe adottare provvedimenti per abolire una delle sedi dell’Agenzia in quanto la doppia sede è fonte di inutili costi aggiuntivi e l’Agenzia non ha bisogno di una doppia sede per operare in maniera efficiente. Mi preoccupa inoltre il fatto che lo statuto del personale dell’Agenzia e le corrispondenti norme attuative non sono stati rispettati.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Agenzia ferroviaria europea per il suo bilancio del 2009. Mi rammarico tuttavia per le lacune riscontrate nella gestione delle immobilizzazioni dalla Corte dei conti, sebbene prenda atto del fatto che l’Agenzia ha garantito che porrà rimedio alla situazione nei conti del 2010, e ritengo che l’incertezza in merito all’ubicazione delle immobilizzazioni sia un’altra esemplificazione dei problemi e dei costi aggiuntivi derivanti dall’uso di due sedi.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia ferroviaria europea (ERA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore dell’Agenzia ferroviaria europea il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo è preoccupato poiché la Corte ha nuovamente evidenziato annullamenti e ritardi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti, ritardi ricorrenti nell’esecuzione dei pagamenti e significative modifiche apportate al programma di lavoro annuale in corso di esercizio.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Al voto mi sono astenuta in quanto avrei preferito che il discarico fosse rinviato. Il documento dimostra che la relazione sull’attività annuale contiene informazioni insufficienti in merito alla pianificazione, all’assegnazione e all’uso delle risorse umane. Inoltre, richiedendo una relazione sul mancato impiego e l’uso previsto delle risorse unicamente per il prossimo anno si tiene conto in maniera soltanto parziale della preoccupazione manifestata dalla Corte dei conti europea in merito ai ripetuti annullamenti e ritardi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0109/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per la formazione professionale per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato al Parlamento europeo che i conti annuali della Fondazione per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Apprezzo l’intenzione della Fondazione di migliorare le prestazioni dei sistemi di istruzione e formazione professionale nei paesi suoi partner e sviluppare una metodologia comune con organizzazioni internazionali e donatori bilaterali per rafforzarne il ruolo. Ritengo che la Fondazione debba fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni da un anno all’altro. Concordo con il relatore nell’affermare che la Fondazione deve predisporre le procedure di bilancio con maggiore rigore. Ciò contribuirebbe a evitare il numero considerevole di storni di bilancio. Accolgo inoltre con favore l’iniziativa assunta dalla Fondazione di fornire al Parlamento europeo la relazione annuale di audit interno del servizio di audit interno concernente l’istituzione.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione perché la Corte dei conti dichiara di aver ottenuto sufficienti garanzie quanto al fatto che i conti del 2009 della Fondazione europea per la formazione professionale (ETF) sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari, come anche perché il 5 maggio 2010 il Parlamento ha concesso al direttore esecutivo dell’ETF il discarico per l’esecuzione del bilancio del 2008. Concordo con l’intero contenuto della relazione e vorrei sottolineare l’iniziativa assunta dall’ETF di fornire all’autorità responsabile del discarico la relazione annuale di audit interno del servizio di audit interno (IAS) poiché è un segnale di trasparenza che dovrebbe essere seguito da tutte le altre agenzie.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 relativo alla Fondazione europea per la formazione poiché nel complesso, come sottolineato nella relazione la gestione dei conti e delle operazioni risulta legittima e regolare. Considero tuttavia preoccupante la scarsa trasparenza nelle procedure di selezione del personale e l´inchiesta aperta dall´Ufficio europeo per la lotta antifrode. Mi auguro che la Fondazione prenda i giusti provvedimenti a riguardo al fine di migliorare le proprie performances.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’obiettivo della Fondazione europea per la formazione professionale (ETF) consiste nel contribuire allo sviluppo dei sistemi di formazione professionale rafforzando la cooperazione in materia di formazione professionale e garantendo il coordinamento degli aiuti. Le attività dell’ETF coprono i paesi candidati all’adesione all’Unione europea, i paesi dei Balcani occidentali, i paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale e i paesi partner del Mediterraneo. Occorre cautela e rigore nella spesa dei fondi disponibili per aspetti collegati alla formazione professionale che coinvolgono paesi del mondo in via di sviluppo.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti della Fondazione europea per la formazione professionale per l’esercizio 2009. Tuttavia, il che è allarmante, è stata espressa preoccupazione in merito ai riscontri della Corte dei conti per quanto concerne la mancanza di trasparenza nelle procedure di assunzione e l’intervento dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) che ha avviato un’indagine (OF/2009/0370). Tutte le carenze devono essere sanate per ottenere una maggiore trasparenza ed eliminare l’incertezza relativa all’operato della Fondazione europea per la formazione professionale.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, considerando che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti, ho espresso il mio voto favorevole alla concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per la formazione professionale per l’esercizio 2009. Ovviamente, ogni dibattito sul discarico si colloca in un contesto particolare, e quello odierno si svolge nel contesto della crisi economico - finanziaria, che ha generato problemi finanziari e di bilancio per alcuni Stati Membri. Nonostante tali difficoltà, mi congratulo con la Fondazione per la sua intenzione di migliorare il rendimento dei sistemi di istruzione e di formazione professionale nei paesi partner della Fondazione (Processo di Torino) provvedendo, al contempo, ad attuare una revisione approfondita delle proprie procedure di assunzione.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico alla Fondazione europea per la formazione professionale per il bilancio del 2009 e accolgo con favore l’iniziativa assunta dalla Fondazione di fornire all’autorità responsabile del discarico la relazione annuale di audit interno dell’IAS concernente l’istituzione. Il Parlamento lo reputa un segnale di trasparenza e un esempio di migliori prassi che dovrebbe essere seguito da tutte le altre agenzie.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali della Fondazione europea per la formazione professionale (ETF) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche della Fondazione, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo della Fondazione il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore della Fondazione europea per la formazione professionale il discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione per l’esercizio 2009.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Il discarico è stato garantito. La relazione è positiva in merito al fatto che il bilancio 2009 fornisca una visione generale della situazioni finanziaria della Fondazione. Il bilancio è stato diminuito dello 0,5 per cento rispetto al 2008. Ulteriori risparmi sono possibili attraverso una maggiore cooperazione con il centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop). La fondazione di augura di affrontare la criticata mancanza di trasparenza nell’assunzione del personale attraverso un’approfondita revisione del processo.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0104/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato al Parlamento europeo che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia dovrebbe fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente in modo da permettere al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente le prestazioni di anno in anno. Apprezzo l’iniziativa assunta dall’Agenzia di intraprendere l’elaborazione di una previsione dell’impatto sulla salute e la sicurezza delle innovazioni tecnologiche a livello di lavori “verdi” entro il 2020. Ritengo che l’Agenzia debba ridurre la percentuale di annullamenti, recentemente aumentata, e comunicare al Parlamento europeo i provvedimenti intrapresi. L’Agenzia deve inoltre prestare particolare attenzione agli impegni ancora non assolti a fine esercizio in modo da utilizzare i fondi non spesi per coprire i successivi obblighi giuridici e finanziari.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio dell´Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro poiché ritengo che, malgrado alcune incoerenze rilevate dalla Corte dei conti nella gestione di alcuni fondi e irregolarità riguardanti una gara di appalto, nel complesso la gestione possa dirsi positivamente condotta. Condivido inoltre le osservazioni della Corte dei conti sulla necessità che vengano realizzati miglioramenti a livello di programmazione e monitoraggio delle attività, al fine di ottimizzare l´utilizzo degli stanziamenti disponibili.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico del bilancio dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Vanno sottolineati gli effetti del finanziamento da parte dell’Agenzia di misure relative alla salute e alla sicurezza delle lavoratrici.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Il compito dell’Agenzia consiste nel fornire utili informazioni tecniche, scientifiche ed economiche in tema di salute e sicurezza sul lavoro alle autorità dell’Unione europea, agli Stati membri e alle parti interessate, informazioni che sono essenziali per consentire la valutazione delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro nell’Unione e delle attuali migliori prassi in tale ambito a livello europeo.

Nonostante la Corte dei conti dichiari che i conti dell’Agenzia sono affidabili e l’Agenzia abbia coordinato in maniera efficace la rete di agenzie durante il processo di discarico del bilancio per l’esercizio 2009, il relatore ha sottolineato che non sono state fornite sufficienti informazioni per raffrontare gli interventi svolti con gli esercizi successivi. Ritengo che tali informazioni siano rilevanti, per cui sarebbe opportuno che la prossima relazione della Corte dei conti sia corredata da una tabella allegata come suggerito.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha riscontrato un’irregolarità per quanto concerne una procedura di appalto (utilizzo di un contratto quadro il cui valore era superiore al limite massimo). Il bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009 è stato pari a 15 100 000 euro, equivalente a un aumento dello 0,6 per cento rispetto al bilancio del 2008. Ritengo necessario che l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ponga rimedio alle lacune riscontrate nelle procedure di aggiudicazione degli appalti.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, considerando che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti, ho espresso il mio voto favorevole alla concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per l’esercizio 2009. Chiaramente, ogni dibattito sul discarico si colloca in un contesto particolare, e quello odierno si svolge nel contesto della crisi economico - finanziaria, che ha generato problemi finanziari e di bilancio per alcuni Stati membri. Nonostante tali difficoltà, mi congratulo con l’Agenzia per i progressi realizzati (nonostante qualche errore) e per l’efficace lavoro svolto in qualità di coordinatore della rete di agenzie durante la procedura di discarico 2009.

 
  
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  David Martin (S&D) , per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico all’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro. Accolgo con favore l’iniziativa assunta dall’Agenzia di fornire all’autorità responsabile del discarico la relazione annuale di audit interno del servizio di audit interno (IAS). Mi complimento con l’Agenzia per i notevoli progressi compiuti al riguardo. Il Parlamento riconosce che tutte le raccomandazioni “importantissime” formulate dall’IAS all’Agenzia sono state adeguatamente e completamente attuate, eccezion fatta per la raccomandazione sulla convalida dei sistemi contabili, divenuta “importante” in quanto parzialmente attuata, e chiede di conseguenza al contabile dell’Agenzia di descrivere la metodologia usata per la convalida del relativo sistema, appoggiando inoltre l’idea di sviluppare la cooperazione all’interno della rete dei contabili delle agenzie allo scopo di definire requisiti comuni e sviluppare una metodologia condivisa per la convalida dei sistemi contabili delle agenzie.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo accoglie con favore l’iniziativa dell’Agenzia di avviare un’analisi previsionale sull’impatto delle innovazioni tecnologiche sulla sicurezza e la salute nei "posti di lavoro verdi" entro il 2020. Prende inoltre atto della raccolta di dati sulla salute e la sicurezza delle donne sul lavoro.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Il discarico è stato concesso. L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, nel cui ambito sono rappresentati sia datori di lavoro sia dipendenti e che fornisce consulenza alle aziende su modi semplici ed efficaci per migliorare le condizioni di lavoro, sta combattendo con irregolarità nel campo delle procedure di aggiudicazione degli appalti e del principio di bilancio dell’annualità. D’altro canto, l’Agenzia ha già assicurato che presterà particolare attenzione a tali difficoltà, garantendo inoltre la massima trasparenza, visto che ha fornito la relazione annuale di audit interno.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0144/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato al Parlamento europeo che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Non avendo un bilancio autonomo, l’Agenzia è di fatto incorporata nella Commissione. Concordo con il relatore nell’affermare che la situazione contrasta con lo statuto dell’Agenzia e pone la questione dell’opportunità di mantenere l’Agenzia con la sua attuale forma e organizzazione.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l´Agenzia di approvvigionamento Euratom in quanto ha condotto una gestione finanziaria precisa e oculata. Ritengo, tuttavia, che sia necessario, come riportato nella relazione, rivedere la posizione giuridica dell´Agenzia, essendo essa ancora integrata nella Commissione.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) opera in ambiti legati all’energia atomica, segnatamente la ricerca, e formula indicazioni per l’uso sicuro e pacifico dell’energia nucleare. Con la creazione di tale Agenzia, l’Euratom intendeva garantire un approvvigionamento regolare e corretto di minerali, materie prime e materiali combustibili speciali nell’Unione europea. Nonostante le recenti preoccupazioni causate dall’incidente presso la centrale di Fukushima, l’energia nucleare fa parte del “mix energetico” europeo. L’approvvigionamento di qualunque materiale che consenta il conseguimento degli obiettivi dell’Agenzia è dunque essenziale se vogliamo che l’Euratom continui a operare.

Il relatore ha confermato che, di fatto, l’Agenzia fa parte dell’Euratom e non ha un bilancio proprio, il che è motivo di riflessione sull’opportunità di mantenerne l’attuale organizzazione. Non dispongo di informazioni sufficienti per assumere una posizione, ma ritengo che si debba scegliere la soluzione che costa meno all’Unione e offre la massima efficienza e trasparenza.

 
  
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  Catherine Grèze (Verts/ALE), per iscritto. – (FR) Visto che il bilancio dell’Euratom è pari a 5,5 miliardi di euro rispetto agli 1,2 miliardi investiti per le fonti di energia rinnovabili, mi rifiuto per principio di concedere il discarico alla gestione dell’Euratom. È tempo di invertire la tendenza, per cui mi sono astenuta sulla relazione.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei in primo luogo ringraziare il relatore per l’ottimo lavoro svolto. Come è noto, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno si conclude la procedura di controllo finanziario, attraverso la concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009 dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom, i cui conti sono risultati legittimi ed affidabili.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico all’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom. Nel farlo, ho rilevato che nel 2009 l’Agenzia non ha ricevuto alcuna sovvenzione a copertura delle sue attività. La Commissione si è fatta carico di tutte le spese sostenute dall’Agenzia per l’esecuzione del bilancio del 2009. Tale situazione perdura dalla sua creazione nel 2008. Non avendo un bilancio autonomo, l’Agenzia è di fatto incorporata nella Commissione. A mio parere, ciò pone la questione dell’opportunità di mantenere l’Agenzia con la sua attuale forma e organizzazione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Tenuto conto della relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom (Agenzia europea dell’energia atomica) (ESA) per l’esercizio 2009, nonché delle repliche dell’Agenzia, ho votato a favore dell’odierna decisione che concede al direttore esecutivo dell’Agenzia il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore generale dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore generale dell’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo sottolinea che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e regolarità delle relative operazioni.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Al voto sul discarico all’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom, che ha il compito di garantire l’approvvigionamento di materiali fissili (scorte comprese) all’Unione europea, mi sono astenuta. Secondo la relazione, vi sono al momento incongruenze nell’attuale organizzazione dell’Agenzia e la sua forma giuridica. Ciò pone la questione dell’opportunità di mantenere l’Agenzia con la sua attuale forma e organizzazione. Avrei preferito che la questione fosse chiarita, specialmente alla luce della riflessione sul nucleare ora in corso nell’intera Europa.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0108/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato al Parlamento europeo che i conti annuali della Fondazione per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Apprezzo l’intenzione della Fondazione di fornire un raffronto tra le operazioni svolte durante l’esercizio per il quale va concesso il discarico e il precedente. Ciò consentirà al Parlamento europeo di valutarne più efficacemente il rendimento da un anno all’altro. Penso che l’esercizio di valutazione ex post del programma di lavoro della Fondazione per il periodo 2005-2008 sia estremamente utile per la Fondazione stessa perché le consente di trarre utili insegnamenti e raccomandazioni rispetto alle sfide che la sua futura fase di programmazione è chiamata a raccogliere. Concordo con il relatore nell’affermare che la Fondazione deve ulteriormente sviluppare il proprio sistema di monitoraggio delle prestazioni per garantire che il monitoraggio delle prestazioni informi la direzione nel processo decisionale e nella pianificazione. Ritengo inoltre che la Fondazione debba compiere passi per migliorare la sua procedura di valutazione e revisione nel campo degli approvvigionamenti in maniera da evitare di ripetere gli errori di valutazione e le incongruenze riscontrate dalla Corte dei conti. La Fondazione deve infine garantire che i fondi siano utilizzati soltanto dopo l’approvazione degli stanziamenti.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro poiché, dall´analisi condotta dalla Corte dei Conti sulla contabilità e le operazioni ad essa sottostanti, si evince che la Fondazione ha condotto un lavoro corretto, puntuale e trasparente. Nonostante alcune carenze rilevate nelle procedure di assunzione e di appalto, il mio giudizio non cambia in quanto ritengo che ci siano buone prospettive di miglioramento per il futuro e la volontà da parte dell´Istituzione di metterle in atto.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico del bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Sebbene la Corte dei conti abbia dichiarato che le operazioni sottostanti i suoi conti annuali sono legittime e regolari, va sottolineato che sono state riscontrate gravi lacune nei primi conti presentati dalla Fondazione. In futuro, la Fondazione dovrebbe applicare correttamente le procedure di fine esercizio e rispettare i termini per la presentazione dei suoi conti con ulteriore formazione e risorse aggiuntive.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) è un organismo tripartita dell’Unione creato nel 1975 al fine di contribuire alla pianificazione e l’instaurazione di migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa. Più specificamente, la Fondazione valuta e analizza le condizioni di vita e di lavoro, fornisce consulenze e pareri autorizzati ai principali attori nel campo della politica sociale dell’Unione, contribuisce al miglioramento della qualità della vita e divulga informazioni su sviluppi e tendenze, specialmente allorquando comportano cambiamenti.

Il relatore ha manifestato preoccupazioni in merito alla trasparenza della gestione delle risorse umane della Fondazione, preoccupazioni che sono state espresse anche da altri membri della commissione per i bilanci. Penso che sarebbe utile fugarle.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esercizio 2009. Il bilancio della Fondazione per l’esercizio 2009 è stato pari a 20 200 000 euro, registrando dunque un decremento del 3,8 per cento rispetto all’esercizio 2008. La Corte dei conti ha tuttavia riscontrato errori e anomalie nella valutazione di una procedura aperta di approvvigionamento che ne ha inficiato la qualità. La Fondazione deve dunque compiere passi per migliorare la propria procedura di valutazione e revisione al fine di non ripetere tali errori in futuro. Mi rammarico per il fatto la Corte dei conti sia stata obbligata a formulare osservazioni sul bilancio e la scheda finanziaria della Fondazione, segnalando in particolare le gravi lacune dei conti provvisori iniziali presentati dalla Fondazione che hanno dimostrato notevoli carenze nell’organizzazione finanziaria della stessa. Penso che le osservazioni formulate e le preoccupazioni espresse debbano essere tenute presenti intraprendendo le azioni del caso.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, sia la Corte dei conti che la commissione per il controllo dei bilanci hanno dato parere positivo sull’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esercizio 2009. Per tali motivi, il Parlamento concede oggi con il proprio voto il discarico in relazione all’esercizio 2009. Tengo però a sottolineare la presenza di alcuni errori e anomalie, riscontrate dalla Corte dei conti nella fase di valutazione di una procedura aperta di appalto, che hanno inciso sulla qualità della procedura stessa. Mi unisco, pertanto, alla richiesta volta a far adottare alla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro provvedimenti atti a migliorare le sue procedure di valutazione e di revisione.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico alla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ma esorto la Fondazione a verificare che gli stanziamenti siano resi disponibili soltanto quando sono state ricevute le corrispondenti entrate assegnate; constato infatti che la Corte dei conti ha sottolineato che, in violazione dell’articolo 19 del proprio regolamento finanziario, nel bilancio della Fondazione non figurano linee specifiche per i vari programmi finanziati da entrate con destinazione specifica; rilevo inoltre che, nel quadro di un programma finanziato da entrate con destinazione specifica, la Fondazione ha stanziato 184 000 euro, nonostante le entrate con destinazione specifica effettivamente ricevute fossero pari a soli 29 000 euro. Mi rammarico per il fatto la Corte dei conti sia stata obbligata a formulare osservazioni sul bilancio e la scheda finanziaria della Fondazione, segnalando in particolare le gravi lacune dei conti provvisori iniziali presentati dalla Fondazione che hanno dimostrato notevoli carenze nell’organizzazione finanziaria della stessa; mi compiaccio della conferma data dalla Fondazione dell’intenzione di garantire, attraverso azioni di formazione e risorse supplementari, una corretta attuazione delle procedure di fine esercizio e il rispetto dei termini per la presentazione dei conti.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro il discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esecuzione del bilancio della Fondazione per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo rileva che la Corte dei conti ha riscontrato errori e anomalie nella fase di valutazione di una procedura aperta di appalto, che hanno inciso sulla qualità della procedura. Invita pertanto la Fondazione ad adottare provvedimenti volti a migliorare le sue procedure di valutazione e di revisione, per evitare il ripetersi di tali errori in futuro.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Al voto su questo discarico mi sono astenuta. La relazione enumera una serie di lacune, ma al tempo stesso fa riferimento alle garanzie fornite dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro quanto al fatto che vi porrà rimedio in maniera efficace. Benché tali assicurazioni vadano accolte con favore, vista la natura delle carenze (lacune nelle procedure di assunzione riscontrate già dal 2006, conti provvisori presentati alla Corte dei conti europea contenenti gravi errori risultanti da carenze nell’organizzazione finanziaria), non è possibile votare a favore del discarico. Personale qualificato dovrebbe sottoporre la Fondazione di Dublino a una verifica dettagliata e dovremmo votare sul discarico soltanto dopo che saranno state apportate le modifiche necessarie risultanti da detta verifica.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0133/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio di Eurojust per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali di Eurojust per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Apprezzo l’iniziativa assunta dall’Agenzia di includere indicatori di rendimento chiave nei piani delle sue unità per il 2010. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia deve comunicare al Parlamento europeo tali indicatori chiave e le loro correlazioni con gli obiettivi di Eurojust, il suo bilancio e il suo programma. Correlare gli indicatori agli obiettivi, al bilancio e al programma di lavoro dell’Agenzia consentirà alle parti interessate di valutare meglio le prestazioni di Eurojust. Si constata che la Corte dei conti non ha formulato commenti sul livello di riporti e annullamenti di stanziamenti nel 2009. Mi complimento con l’Agenzia per aver introdotto misure al fine di stimare il valore di mercato dei corrispondenti prodotti e servizi prima dell’avvio di una procedura di appalto.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per Eurojust poiché, come risulta dalla relazione, ha condotto una gestione delle risorse estremamente positiva e trasparente mediante l´utilizzo di molti indicatori esplicativi della situazione finanziaria. Mi rammarico però delle continue sollecitazioni che la Corte dei conti ha dovuto fare in ambito di appalti e procedure di assunzione del personale e che non hanno ancora ricevuto una giusta risposta o soluzione.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Eurojust è un organismo dell’Unione europea che aiuta ricercatori e rappresentanti dei procuratori a collaborare a livello comunitario nella lotta all’attività criminale transfrontaliera. Tale organismo svolge un ruolo fondamentale nello scambio di informazioni e le procedure di estradizione. Vista la particolare importanza e delicatezza di tali temi, è indispensabile che Eurojust abbia mezzi che permettano di perseguire efficacemente gli obiettivi prefissati in tale ambito, benché i mezzi necessari non siano mai abbastanza come è evidente quando si affrontano problemi di giustizia e lotta alla criminalità.

La difficoltà principale di Eurojust sembra essere una gestione inefficace delle risorse umane. Il fatto che il 24 per cento dei posti di Eurojust è vacante e varie posizioni dirigenziali sono occupate da personale inadeguato desta timori rispetto alla continuità e alla prosecuzione efficace delle attività di Eurojust.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Mi sono astenuto all’atto del voto sul documento nonostante la commissione competente abbia deciso di approvare la chiusura dei conti di Eurojust per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha affermato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Mi sono astenuto perché la Corte dei conti ha nuovamente riscontrato lacune nelle procedure di aggiudicazione degli appalti come nei tre esercizi precedenti. La Corte dei conti ha altresì constatato la presenza di carenze nella pianificazione e l’applicazione delle procedure di assunzione, mentre il sovvenzionamento all’Agenzia nel 2009 è stato superiore del 6,4 per cento rispetto al 2008.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di discarico da parte del Parlamento europeo. Con il voto odierno è stato concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio di Eurojust per l’esercizio 2009. Ho dato il mio voto favorevole in quanto, a seguito dei controlli operati dalla Corte dei conti e dalla commissione per il controllo dei bilanci, è stato dichiarato dalla stessa Corte di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico a Eurojust e mi complimento con l’Agenzia per aver introdotto misure per stimare il valore di mercato dei corrispondenti prodotti/servizi prima dell’avvio di una procedura di appalto. Reputo tale iniziativa una prassi importante che dovrebbe essere seguita da altre agenzie. Apprezzo inoltre, il piano annuale di appalti dell’Agenzia per il 2009 che ha aiutato enormemente le unità e i servizi di Eurojust a gestire le rispettive gare. Ritengo che tali iniziative migliorino la guida e il controllo dell’ordinatore.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore amministrativo di Eurojust il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore amministrativo di Eurojust per l’esecuzione del bilancio di Eurojust per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo rileva con soddisfazione che la Corte dei conti non commenta il livello dei riporti e degli annullamenti di stanziamenti per il 2009 e che il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia dovrebbe basarsi in misura maggiore sulle prestazioni di quest’ultima nel corso dell’esercizio.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Non ho votato a favore del discarico principalmente perché secondo la relazione soltanto quattro delle 26 raccomandazioni formulate dal servizio di audit interno nel 2008 sono state attuate e i termini di attuazione di altre 15 raccomandazioni sono scaduti da oltre un anno. A tale situazione va posto rimedio immediatamente prima che si possano concedere ulteriori discarichi.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0145/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierno documento e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (FRONTEX) per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha comunicato che i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Nel giugno 2009 il consiglio di amministrazione dell’Agenzia ha adottato un piano pluriennale per il periodo 2010-2013 che le permetterà di pianificare le attività e valutarne i rischi più efficacemente. Apprezzo l’iniziativa assunta dall’Agenzia di introdurre nel 2009 il cosiddetto programma di gestione del rendimento Frontex per informare meglio il consiglio direttivo dell’Agenzia fornendogli dati sull’impatto delle sue attività. Concordo anche con il relatore nell’affermare che è necessario che l’Agenzia migliori la propria gestione finanziaria per quanto concerne il rimborso dei costi sostenuti dagli Stati membri identificando con loro lacune e difficoltà in maniera da attuare insieme le soluzioni appropriate.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l´Agenzia europea per la gestione del coordinamento operativo alle frontiere esterne degli Stati membri dell´Unione europea (Frontex) poiché, come espresso nella relazione, l´analisi dei conti e delle operazioni risulta nel complesso positiva, regolare e legittima. Tuttavia mi trovo d´accordo con quanto riportato nella relazione dove si dice che, a causa di alcune incongruenze, procedure poco trasparenti e pendenze riportate nel bilancio, l´Agenzia dovrebbe migliorare la propria gestione finanziaria.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) I compiti dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Frontex) consistono nel sostenere gli Stati membri nella formazione delle guardie di frontiera, compresa la definizione di linee guida comuni in materia di formazione, svolgere analisi di rischio, monitorare lo sviluppo delle corrispondenti ricerche in materia di controllo e osservazione dei confini esterni, sostenere gli Stati membri in qualunque circostanza che richieda assistenza tecnica e operativa alle frontiere esterne, nonché fornire agli Stati membri il necessario sostegno nel campo delle operazioni di rimpatrio di massa.

Le crescenti pressioni migratorie esercitate sui confini dell’Unione e la necessità di coordinare gli Stati membri giustificano ampiamente il fatto che Frontex dispone di mezzi sufficienti per assolvere i doveri affidati all’Agenzia. Condivido nondimeno la preoccupazione del relatore in merito a una sovradichiarazione del 27 per cento dei costi di prefinanziamento alle autorità di frontiera messa in luce dalla Corte dei conti, come anche agli eccessivi anticipi erogati.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Mi sono astenuto all’atto del voto sul documento nonostante la commissione competente abbia deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Ftontex) per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha affermato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Mi sono astenuto perché il Parlamento europeo è preoccupato dal fatto che la Corte dei conti ha constatato riporti già segnalati nei rendiconti annuali del 2006, 2007 e 2008 e si rammarica, in particolare, per il livello elevato di riporti e annullamenti dal 2006. La Corte dei conti ha altresì constatato per il secondo anno consecutivo che l’Agenzia ha corrisposto somme sulla base di decisioni di concessione unilaterali da essa firmate, mentre le norme in vigore non prevedono questo tipo di strumento. La Corte dei conti ha segnalato una sovradichiarazione del 27 per cento dei costi di prefinanziamento alle autorità di frontiera negli 8 casi verificati. Per le attività conclusesi nel 2009 è stato necessario emettere più di 40 mandati di recupero al fine di rientrare in possesso di anticipi versati in eccesso. Il bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009 è stato superiore quasi del 28 per cento rispetto all’esercizio precedente. Penso che le osservazioni formulate e le preoccupazioni espresse debbano essere tenute presenti intraprendendo le azioni del caso.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, il controllo finanziario dell’esecuzione del bilancio comunitario avviene a tre livelli: un controllo interno, nell’ambito di ogni istituzione, un controllo esterno effettuato dalla Corte dei conti europea e una procedura di scarico da parte del Parlamento europeo. Ho dato il mio voto favorevole sul discarico per l’esecuzione del bilancio di Frontex per l’esercizio 2009 in quanto, a seguito dei controlli operati dalla Corte dei conti e dalla commissione per il controllo dei bilanci, è risultato che tutte le operazioni effettuate si sono svolte in piena legittimità e correttezza.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico a Frontex, ma constato che la Corte dei conti ha segnalato per il secondo anno consecutivo che l’Agenzia ha corrisposto somme sulla base di decisioni di concessione unilaterali da essa firmate, mentre le norme in vigore non prevedono questo tipo di strumento. Rilevo che l’ammontare erogato è stato superiore a 28 000 000 nel 2009, mentre era risultato pari a 17 000 000 euro nel 2008. Apprezzo nondimeno l’iniziativa assunta dall’Agenzia in risposta all’osservazione della Corte di firmare un accordo quadro di partenariato con le autorità di frontiera degli Stati membri.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento Europeo concede il discarico al direttore all’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento Europeo sottolinea che la Corte dei Conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009 nonché della legittimità e regolarità delle operazioni. Chiede all’Agenzia di migliorare la propria gestione finanziaria per quanto riguarda il rimborso delle spese sostenute dagli Stati Membri individuando, assieme a tali Stati Membri, le radici del problema per adottare soluzioni condivise.

 
  
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  Nikolaos Salavrakos (EFD), per iscritto. – (EL) In ragione dei maggiori flussi migratori, Frontex è chiamata a svolgere un ruolo attivo nella sorveglianza delle frontiere europee. Secondo Frontex, il 95 per cento degli immigranti illegali che arrivano in Europa entrano attraverso la Grecia. L’espulsione di un immigrante illegale costa 6 500 euro e, ai sensi di Dublino II, il paese di ingresso è responsabile dell’espulsione. Gli Stati membri alle frontiere esterne dell’Unione europea sono tutti sotto pressione a causa dell’immigrazione e si sono trasformati in “campi di immigranti” per l’Europa. Dobbiamo sostenere Frontex sia finanziariamente sia operativamente e rendere più sicuri i confini esterni dell’Unione, come pure dobbiamo introdurre un meccanismo per ripartire il numero complessivo di immigranti tra tutti gli Stati membri.

 
  
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  Dominique Vlasto (PPE), per iscritto. – (FR) Il voto su questo discarico di bilancio approva definitivamente l’aumento della spesa dell’Agenzia europea Frontex per il suo compito di controllo delle nostre frontiere esterne. Tale aumento significativo del bilancio tra il 2006 e il 2009 è stato sia necessario sia legittimo poiché corrisponde alla necessità di rafforzare il coordinamento degli Stati membri nella lotta contro l’immigrazione illegale. Simbolo della politica dell’Unione in materia di migrazione, Frontex deve garantire che il suo bilancio sia speso per misure concrete di controllo dei flussi migratori. Apprezzo al riguardo l’introduzione di un sistema di gestione del rendimento per dare maggiore visibilità alle attività dell’Agenzia. Il sistema, orientato verso gli esiti, aiuta a raffrontare le attività nel tempo e, dunque, a valutarle. Il voto affermativo è inoltre, a mio parere, un forte messaggio politico del Parlamento europeo a favore della politica europea di immigrazione sviluppata sotto la Presidenza francese dell’Unione. Responsabilità sovrana che prima era appannaggio degli Stati membri, la sicurezza delle frontiere ora è gestita a livello europeo. La gestione condivisa delle frontiere è un meccanismo di salvaguardia essenziale che consente il pieno esercizio di una delle libertà fondamentali dell’Unione: la libera circolazione delle persone nello spazio Schengen.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Al voto mi sono astenuta. I conti annuali per l’esercizio 2009 sono stati dichiarati affidabili sotto tutti i profili essenziali. Frontex ha inoltre intrapreso nuove iniziative per analizzare le proprie misure, compreso il loro impatto, e migliorare la trasparenza e l’obiettività della selezione del personale. Tuttavia, la Corte dei conti europea ha riscontrato carenze anche nel 2009, carenze già evidenziate ogni anno dal 2006. È inaccettabile che reiteratamente si sia omesso di affrontare tali lacune ponendovi rimedio in maniera definitiva.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0103/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha ritenuto che i conti annuali dell’Autorità per l’esercizio 2009 siano affidabili e le operazioni sottostanti siano legittime e regolari. Apprezzo il fatto che la maggior parte delle attività e dei beni relativi ai programmi EGNOS e Galileo è stata trasferita alla Commissione nel dicembre 2009. Si rileva che il bilancio definitivo per il 2009 non comprendeva informazioni sulle entrate dell’Autorità. Irregolarità sono state anche riscontrate nelle procedure di selezione del personale. L’Autorità deve sanare tali carenze e informare il Parlamento europeo come disposto.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio dell´Autorità europea di sorveglianza GNSS poiché è stata condotta una buona gestione per quanto riguarda la contabilità e i dati forniti sono ritenuti attendibili. Nel campo delle risorse umane restano tuttavia alcune incoerenze, sopratutto per quanto riguarda le procedure di selezione del personale, ritenute poco trasparenti. Mi auguro quindi che la suddetta Autorità si impegni ad apportare miglioramenti in questo campo.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) I compiti dell’Autorità di vigilanza del sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) europeo consistono nel sorvegliare la gestione dell’interesse pubblico per quanto concerne i relativi programmi europei e fungere da loro organismo normativo. Le attribuzioni della joint venture Galileo, cessata il 31 dicembre 2006, le sono state trasferite dal 1° gennaio 2007. Con sede temporanea a Bruxelles, l’Autorità, secondo il suo regolamento, è chiamata tra l’altro ad assolvere i seguenti compiti ora oggetto di revisione: gestione del contratto con l’operatore incaricato di esplorare il servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria (EGNOS) ereditato dalla joint venture Galileo, coordinamento dell’azione degli Stati membri sulle frequenze necessarie per il funzionamento del sistema, cooperazione con la Commissione nell’elaborazione di proposte in relazione al programma, ammodernamento del sistema, gestione di tutti gli aspetti relativi alla protezione e alla sicurezza del sistema, attività come autorità europea per l’approvazione della sicurezza del GNSS, nonché gestione delle attività di ricerca necessarie per sviluppare e promuovere i programmi europei relativi al GNSS.

L’elenco delle attribuzioni denota l’importanza che riveste l’Autorità di vigilanza del GNSS europeo e rafforza l’esigenza che tale organismo mantenga le sue attività e la sua spesa entro il bilancio assegnato e rispetti le norme che presiedono all’esecuzione del bilancio.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Al voto sul documento mi sono astenuto nonostante la commissione competente abbia deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esercizio 2009. Il bilancio dell’Autorità per l’esercizio 2009 è stato pari a 44 400 000 euro, vale a dire una riduzione del 64 per cento rispetto all’esercizio 2008. Mi sono astenuto perché il Parlamento si rammarica per le lacune riscontrate nelle procedure di selezione del personale che ne mettono in discussione la trasparenza. È necessario rendere più trasparenti le procedure in modo che in futuro si possano eliminare le incertezze in merito alle attività dell’Autorità.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno il Parlamento europeo ha concesso il discarico al direttore esecutivo dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità per l’esercizio 2009. Ho espresso un voto favorevole sulla scorta delle valutazioni e relazioni effettuate dalla Corte dei conti e dalla commissione per il controllo dei bilanci, che hanno dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico all’Autorità di vigilanza del GNSS europeo perché la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esecuzione del bilancio dell’Autorità per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo sottolinea le carenze nelle procedure di selezione del personale, spesso pregiudizievoli per la trasparenza delle procedure stesse. Rileva inoltre che il bilancio definitivo pubblicato dall’Autorità il 31 marzo 2010 non riflette il bilancio definitivo per il 2009 approvato dal consiglio di amministrazione e non ne include le entrate. Sollecita pertanto l’Autorità a rettificare la situazione e ad informare l’autorità di discarico delle modifiche apportate.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0126/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierno documento e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune Artemis per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Impresa per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. L’introduzione di tali sistemi deve essere conclusa urgentemente. Nel 2009, i tassi di assorbimento dell’Impresa per gli stanziamenti di impegno e pagamento sono stati rispettivamente pari al 81 e al 20 per cento. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Impresa è ancora agli esordi e, pertanto, giustifico i tassi di assorbimento relativamente bassi per gli stanziamenti di pagamento. Ritengo inoltre che, vista l’entità del suo bilancio e la complessità dei suoi compiti, l’Impresa debba valutare l’eventualità di istituire un comitato di verifica che riferisca direttamente al consiglio direttivo.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l´Impresa comune "Artemis" poiché ha condotto una gestione finanziaria egregia per essere un´Agenzia ancora in fase di avviamento. Ritengo quindi che in futuro possano essere fatti miglioramenti e corrette le incongruenze riportate in bilancio per questo esercizio.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’Impresa comune Artemis realizzerà un’iniziativa tecnologica comune (CTI) nel campo dei sistemi informatici incorporati. Questo partenariato pubblico-privato è volto essenzialmente a sostenere il cofinanziamento di iniziative di ricerca a livello europeo, oltre al miglioramento della collaborazione tra i vari operatori del settore. Come giustamente sottolinea il relatore, l’Impresa è stata creata allo scopo di definire e attuare un’"agenda di ricerca" per lo sviluppo di tecnologie essenziali per i sistemi informatici incorporati in vari settori di applicazione al fine di rafforzare la sostenibilità e la competitività europea e permettere l’emergere di nuovi mercati e di nuove applicazioni sociali. L’Impresa è ancora agli esordi, il che alimenta grandi aspettative rispetto ai suoi futuri conseguimenti e la speranza che giustifichi l’investimento che comporta.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Impresa comune Artemis per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha affermato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Nel bilancio definitivo del 2009 dell’Impresa figuravano stanziamenti di impegno per 46 000 000 euro e stanziamenti di pagamento per 8 000 000 euro. I tassi di assorbimento per gli stanziamenti di impegno e pagamento sono stati rispettivamente pari all’81 e al 20 per cento. Penso che l’Impresa sia ancora agli esordi e, pertanto, giustifico i tassi di assorbimento relativamente bassi per gli stanziamenti di pagamento.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, sia la Corte dei conti che la commissione per il controllo dei bilanci hanno dato parere positivo sull’esecuzione del bilancio dell’impresa comune Artemis per l’esercizio 2009. Per tali motivi, il Parlamento concede oggi con il proprio voto il discarico in relazione all’esercizio 2009. Il bilancio dell’impresa é risultato, a seguito dei controlli effettuati, affidabile e le operazioni sottostanti legittime e regolari. Credo utile però, che l’impresa comune raccolga l’invito finalizzato a migliorare la sua documentazione dei processi e delle attività informatiche, nonché la mappatura dei rischi informatici, e a sviluppare un piano di continuità operativa e una politica di protezione dei dati.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per la concessione del discarico all’Impresa comune Artemis, ma ritengo che, vista l’entità del suo bilancio e la complessità dei suoi compiti, l’Impresa debba valutare l’eventualità di istituire un comitato di verifica che riferisca direttamente al consiglio direttivo.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Impresa comune Artemis il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Impresa comune Artemis per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo sottolinea che l’Impresa comune Artemis è stata costituita nel dicembre 2007 per definire e attuare una "agenda di ricerca" per lo sviluppo di tecnologie essenziali per i sistemi informatici incorporati in vari settori di applicazione, al fine di rafforzare la competitività europea e la sostenibilità e permettere l’emergere di nuovi mercati e di nuove applicazioni sociali.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0128/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune Clean Sky per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Impresa per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. L’introduzione di tali sistemi deve essere conclusa. Concordo con l’opinione del relatore secondo cui, vista l’entità del suo bilancio e la complessità dei suoi compiti, l’Impresa deve valutare l’eventualità di istituire un comitato di verifica che riferisca direttamente al consiglio direttivo. Ritengo inoltre che l’Impresa debba sviluppare ulteriormente disposizioni in materia di adesione e cofinanziamento. Spero che in futuro l’Impresa comune Clean Sky acceleri lo sviluppo, la convalida e la dimostrazione di tecnologie di trasporto con sistema di propulsione “pulito” nell’Unione europea in maniera che possano essere introdotte quanto prima.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Vorrei formulare qualche osservazione in merito al funzionamento dell’Impresa comune Clean Sky, commenti che sono il motivo per il quale non appoggio il discarico per l’esecuzione del suo bilancio per l’esercizio 2009. In primo luogo, dalla creazione dell’Impresa nel 2007 non sono ancora stati firmati accordi con il Belgio in merito alla sede amministrativa, ai privilegi, alle immunità e ad altre forme di sostegno. Come può un’impresa operare correttamente senza che questi requisiti di base siano soddisfatti? Non sorprende che le attività di ricerca prefinanziate nel 2008 non siano state pienamente realizzate nel 2009 e sia stato utilizzato soltanto il 65 per cento del prefinanziamento. Ciò che più mi preoccupa, tuttavia, è che l’Impresa non ha ancora pienamente introdotto i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria, il che mette in discussione la trasparenza delle modalità di spesa del denaro versato dai contribuenti europei.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul Bilancio relativo all´Impresa comune "Clean Sky" poiché, nonostante la presenza di alcune irregolarità nel bilancio dell´impresa, ritengo che si possa essere fiduciosi sul futuro miglioramento delle performance di auditing dell´Impresa, in quanto essa è ancora nella fase di avvio.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La creazione dell’Impresa comune Clean Sky nasce dall’esigenza di promuovere lo sviluppo, la convalida e la dimostrazione di tecnologie di trasporto con sistema di propulsione “pulito” nell’Unione europeo da introdurre quanto prima. Come nel caso dell’Impresa comune Artemis, tale organismo è ancora agli esordi. Ciò non significa tuttavia che non vi siano già procedure e prassi da rettificare, soprattutto in ambiti quali la struttura di bilancio, come giustamente sottolinea il relatore.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Impresa comune Clean Sky per l’esercizio 2009. L’Impresa comune Clean Sky è stata creata nel dicembre 2007 per accelerare lo sviluppo, la convalida e la dimostrazione di tecnologie di trasporto con sistema di propulsione “pulito” nell’Unione europea in maniera che possano essere introdotte quanto prima. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. Nel bilancio definitivo del 2009 dell’Impresa figuravano stanziamenti di impegno per 91 000 000 euro e stanziamenti di pagamento per 60 000 000 euro. I tassi di assorbimento per gli stanziamenti di impegno e pagamento sono stati rispettivamente pari al 98 e all’1 per cento. Penso che l’Impresa sia ancora agli esordi e, pertanto, giustifico i tassi di assorbimento relativamente bassi per gli stanziamenti di pagamento.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, sia la Corte dei conti che la commissione per il controllo dei bilanci hanno dato parere positivo sull’esecuzione del bilancio dell’impresa comune Clean Sky per l’esercizio 2009. Per tali motivi, il Parlamento concede oggi con il proprio voto il discarico in relazione all’esercizio 2009. Il bilancio dell’impresa è risultato, a seguito dei controlli effettuati, affidabile e le operazioni sottostanti legittime e regolari. Credo utile però, che l’impresa comune raccolga l’invito finalizzato al completamento dell’attuazione dei controlli interni e del sistema d’informazione finanziaria, considerati, sopratutto, le dimensioni del bilancio e la complessità delle competenze ad essa attribuite.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto. – (PL) Ho votato a favore della concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune Clean Sky per l’esercizio 2009. Sono consapevole del fatto che l’Impresa è ancora agli esordi. Purtroppo sono stati accusati molti ritardi nei progetti in questa fase e si è utilizzato soltanto il 65 per cento del prefinanziamento. Inoltre, non sono state prese decisioni per quanto concerne la sede in Belgio, il che rende notevolmente più difficile un funzionamento efficiente dell’Impresa.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato per concedere il discarico all’Impresa comune Clean Sky. Riconosco che l’Impresa è ancora agli esordi. Mi preoccupa nondimeno il fatto che le attività di ricerca prefinanziate dalla Commissione nel 2008 per conto dell’Impresa comune non sono state pienamente realizzate nel 2009 e, a causa dei ritardi accusati dai progetti, sono stati utilizzati soltanto 8 700 000 dei 13 600 000 euro di prefinanziamento, pari a un tasso di assorbimento del 65 per cento. Mi preoccupa in particolare il fatto che l’adozione, la struttura e la presentazione del bilancio approvato dell’Impresa per 2009 non erano in linea con il regolamento (CE) n. 71/2008 che istituisce l’Impresa comune Clean Sky né con il suo regolamento finanziario. Esorto pertanto l’Impresa a sanare rapidamente questa grave carenza.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Impresa comune Clean Sky il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Direttore esecutivo dell’Impresa comune Clean Sky in relazione all’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo è dell’avviso che, considerate le dimensioni del bilancio e la complessità dei compiti che le sono conferiti, l’Impresa comune debba istituire un comitato di controllo che riferisca direttamente al consiglio direttivo.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0129/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierno documento e avallato il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Impresa per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. L’introduzione di tali sistemi deve essere conclusa. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Impresa dovrebbe ulteriormente sviluppare disposizioni in materia di adesione e cofinanziamento, nonché completare l’introduzione dei sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. Spero che in futuro l’Impresa migliori l’efficienza e l’efficacia del processo di sviluppo dei medicinali e aiuti il settore farmaceutico a produrre farmaci innovativi più efficaci e sicuri.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) A mio parere, l’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi dovrebbe essere interamente finanziata dalle case farmaceutiche o dai suoi stessi soci, che sono i più interessati al funzionamento dell’impresa. Per questo non appoggio il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l´Impresa comune "Iniziativa tecnologica congiunta concernente medicinali innovativi" in quanto, come risulta dalla relazione, l´Impresa ha ottenuto dalla Corte dei conti il giudizio di affidabilità dei propri conti e delle operazioni sottostanti. Ritengo però che, pur essendo in parte giustificabile per essere ancora in fase di avvio, l´Impresa dovrebbe completare la realizzazione dei propri sistemi di controllo e operare, nei prossimi esercizi, una gestione più oculata e trasparente.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi è intesa a promuovere il processo di sviluppo di prodotti farmaceutici che siano più efficienti ed efficaci in modo che il settore farmaceutico possa produrre farmaci innovativi più sicuri ed efficaci. Gli obiettivi dell’Impresa consistono dunque nel contribuire all’attuazione del settimo programma quadro e sostenere la ricerca e lo sviluppo farmaceutico negli Stati membri e nei paesi associati al settimo programma quadro. A tal fine, l’organismo incoraggia la partecipazione delle piccole e medie imprese alle sue attività, nonché la cooperazione tra settore privato e università. L’Impresa è ancora allo stadio embrionale, per cui non è possibile prevedere con chiarezza come sarà eseguito in futuro il suo bilancio. Dovrebbe tuttavia proseguire e completare in particolare l’introduzione dei sistemi di controllo interno e informativa finanziaria.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha affermato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è stata creata nel febbraio 2007 per migliorare notevolmente l’efficienza e l’efficacia del processo di sviluppo dei medicinali con l’obiettivo a lungo termine di aiutare il settore farmaceutico a produrre farmaci innovativi più sicuri ed efficaci. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. Nel contempo, nel bilancio definitivo del 2009 dell’Impresa figuravano stanziamenti di impegno per 82 000 000 euro e stanziamenti di pagamento per 82 000 000 euro. I tassi di assorbimento per gli stanziamenti di impegno e pagamento sono stati rispettivamente pari al 97 e all’1 per cento.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, considerando che la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto garanzie ragionevoli dell’affidabilità dei conti annuali relativi all’esercizio 2009, nonché della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti, ho espresso il mio voto favorevole alla concessione del discarico per l’esecuzione del bilancio per l’esecuzione del bilancio dell’impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi per l’esercizio finanziario 2009. Come è noto, ogni dibattito sul discarico si colloca in un contesto particolare, e quello odierno si svolge nel contesto della crisi economico - finanziaria, che ha generato problemi finanziari e di bilancio per alcuni Stati membri. Pertanto, anche in un’ottica di controlli più efficaci, mi unisco alla richiesta formulata all’impresa comune, volta a chiedere l’inserimento, nel proprio regolamento finanziario, di un riferimento specifico ai poteri del servizio di audit interno della Commissione, in quanto suo revisore interno.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi per l’esercizio 2009. Esorto l’Impresa a completare urgentemente l’introduzione dei sistemi di controllo interno e informativa finanziaria.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede al direttore esecutivo dell’Impresa comune per l’attuazione dell’iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’impresa comune per l’esercizio finanziario 2009. Il Parlamento europeo chiede all’Impresa comune di inserire nel proprio regolamento finanziario un riferimento specifico ai poteri del servizio di audit interno della Commissione, in quanto suo revisore interno, sulla base delle disposizioni del regolamento finanziario quadro degli organismi comunitari.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0124/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore dell’odierna relazione e del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune SESAR. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Impresa per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. L’introduzione di tali sistemi deve essere conclusa. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Impresa deve iniziare a introdurre un sistema di gestione integrato che consenta di imputare i costi a specifici pacchetti di lavoro e identificare le fonti di finanziamento dei costi operativi. È altresì importante definire le condizioni per lo storno dei fondi non spesi all’esercizio successivo.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) L’Impresa comune per sviluppare il sistema europeo di nuova generazione per la gestione del traffico aereo (SESAR) è un’iniziativa importante. Tuttavia, in un momento di crisi finanziaria e difficoltà in molti Stati membri, non ritengo opportuno che l’Unione spenda milioni di euro in tale ambito.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per l´Impresa comune SESAR poiché il lavoro svolto da questa impresa di recente avviamento ha convinto la Corte dei conti della propria affidabilità. E´ già noto l´impegno che questa istituzione sta profondendo per ultimare la realizzazione dei sistemi di controllo ma ritengo che debbano essere fatti maggiori sforzi a proposito che garantiscano la trasparenza e l´attendibilità dei conti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) L’Impresa comune SESAR è volta ad ammodernare il sistema europeo di gestione del traffico aereo e dovrebbe riunire gli sforzi profusi dall’Unione per la ricerca e lo sviluppo in un unico ambito, quello del progetto SESAR (sistema europeo di nuova generazione per la gestione del traffico aereo).

La sicurezza degli europei, che sempre più utilizzano i servizi delle compagnie aerea, come anche quella dei dipendenti delle compagnie stesse, richiede un particolare livello di prestazioni nella ricerca delle soluzioni migliori per gestire questo tipo di traffico, nonché monitorare e raffrontare le metodologie già applicate nei vari Stati membri in modo che tutti adottino le migliori prassi e soluzioni sicure, economiche e innovative.

Come nel caso di altre imprese ancora agli esordi, SESAR non ha ancora reso completamente operativi i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. Dovrà farlo quanto prima.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento in quanto la commissione competente ha deciso di approvare la chiusura dei conti dell’Impresa comune SESAR per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha affermato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Nel bilancio definitivo del 2009 dell’Impresa figuravano stanziamenti di impegno per 325 000 000 euro e stanziamenti di pagamento per 157 000 000 euro. I tassi di assorbimento per gli stanziamenti di impegno e pagamento sono stati rispettivamente pari al 97,1 e al 43,2 per cento. La Corte dei conti ha riconosciuto che sono stati intrapresi passi importanti nel 2009 per istituire sistemi di controllo, ma manifesta preoccupazione per l’assenza a fine esercizio di uno strumento integrato per gestire le informazioni finanziarie, operative e di bilancio. L’Impresa ha tuttavia replicato che i sistemi finanziari erano già predisposti e introdotti nel maggio 2010. Occorre eliminare i casi in cui i controlli interni non operano in maniera corretta.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, nonostante qualche lacuna e irregolarità, riscontrate dalle Corte dei conti nel corso delle analisi e delle valutazioni effettuate sul bilancio dell’impresa comune SESAR, ho votato a favore della concessione del discarico per l’esercizio 2009. Ritengo però opportuno, al fine di evitare il ripetersi degli stessi errori nelle procedure future, che SESAR completi e metta in atto meccanismi di controllo interni e un sistema di informativa finanziaria, capaci di consentire una valutazione il più attendibile e corretta possibile delle operazioni di bilancio relative a ciascun esercizio finanziario.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune SESAR per l’esercizio 2009. Mi preoccupa nondimeno il fatto che nel dicembre 2009 non esisteva un sistema di gestione integrato per imputare i costi a specifici pacchetti di lavoro e identificare le fonti di finanziamento dei costi operativi.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore esecutivo dell’Impresa comune SESAR il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore esecutivo dell’Impresa comune SESAR per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo si compiace del fatto che la Corte dei conti abbia considerato affidabili i conti annuali dell’impresa comune per l’esercizio 2009 e constatato che le operazioni sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittime e regolari.

 
  
  

Relazione Rapkay (A7-0152/2011)

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), per iscritto. – (RO) La responsabilità delle dichiarazioni pubbliche rilasciate dai parlamentari ricade innanzi tutto su coloro che le rilasciano. Il Parlamento interviene solo in casi eccezionali per analizzare il contesto, l’occasione o il diritto o meno della persona di rilasciare la dichiarazione pubblica in questione. Tale intervento è però obbligatorio quando la persona che ha rilasciato la dichiarazione viene ritenuta responsabile del contenuto dell’idea espressa. Un siffatto caso eccezionale, ed era compito del Parlamento europeo approfondirlo, è quello che ha visto coinvolto l’eurodeputato Luigi de Magistris, citato in giudizio nel suo paese in relazione a un’intervista rilasciata a un quotidiano italiano in veste di membro di un partito politico rappresentato nelle strutture europee. Guardando oltre la dichiarazione formulata o le sue implicazioni a livello di politica interna, il diritto di un parlamentare europeo di esprimersi deve essere riconosciuto come una libertà e, pertanto, difeso.

Come Luigi de Magistris, qualunque altro eurodeputato gode dell’immunità dalle indagini o dalla reclusione a seguito di opinioni manifestate o voti espressi. In tal senso, qualsiasi tentativo di precludere ai parlamentari europei la possibilità di esprimere le proprie opinioni su questioni di interesse pubblico non può essere approvato in una società democratica.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) La relazione riguarda la richiesta di difesa dell’immunità e dei privilegi del collega de Magistris, formulata a norma degli articoli 8 e 9 del protocollo sui privilegi e le immunità dell’Unione europea, nonché dell’articolo 68 della costituzione della Repubblica italiana, come modificata dalla legge costituzionale n. 3 del 29 ottobre 1993, perché è stato citato in giudizio a Benevento da un membro di questa Camera, l’onorevole Mastella, a seguito di un’intervista rilasciata a un quotidiano italiano. Tenuto conto della prassi consolidata di questo Parlamento, considerando che i procedimenti legali rientrano nel diritto civile o amministrativo e alla luce del parere della commissione giuridica, voto a favore della revoca dell’immunità parlamentare del collega de Magistris.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato la relazione perché la commissione giuridica ritiene che rilasciando l’intervista in questione l’onorevole Luigi de Magistris stesse agendo nell’esercizio delle proprie funzioni in qualità di deputato al Parlamento europeo e svolgendo attività politica esprimendo la propria opinione su un tema di pubblico interesse per i suoi elettori. I tentativi di precludere ai membri del Parlamento la possibilità di esprimere le proprie opinioni su questioni oggetto di preoccupazione e interesse pubblico legittimo e criticare i propri avversari politici intentando procedimenti legali sono inaccettabili in una società democratica e costituiscono una violazione dell’articolo 8 del protocollo volto a tutelare la libertà di espressione dei parlamentari nel momento in cui assolvono i propri doveri nell’interesse del Parlamento come istituzione dell’Unione europea. Alla luce delle considerazioni che precedono e a norma dell’articolo 6, paragrafo 3, del regolamento, considerati i motivi a favore e sfavore della difesa dell’immunità del parlamentare in questione, la commissione giuridica raccomanda che il Parlamento europeo difenda l’immunità parlamentare del collega de Magistris.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione perché la commissione competente ritiene che rilasciando l’intervista in questione l’onorevole Luigi de Magistris stesse agendo nell’esercizio delle proprie funzioni in qualità di deputato al Parlamento europeo e svolgendo attività politica esprimendo la propria opinione su un tema di pubblico interesse per i suoi elettori. I tentativi di precludere ai membri del Parlamento la possibilità di esprimere le proprie opinioni su questioni oggetto di preoccupazione e interesse pubblico legittimo e criticare i propri avversari politici intentando procedimenti legali sono inaccettabili in una società democratica e costituiscono una violazione dell’articolo 8 del protocollo volto a tutelare la libertà di espressione dei parlamentari nel momento in cui assolvono i propri doveri nell’interesse del Parlamento come istituzione dell’Unione europea.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), per iscritto. – (EN) L’onorevole de Magistris è stato citato in giudizio per diffamazione. In relazione a ciò, il collega ha chiesto al Parlamento europeo che la sua immunità e i suoi privilegi parlamentari siano tutelati. In linea con la relazione, la commissione giuridica raccomanda che il Parlamento europeo tuteli l’immunità dell’onorevole de Magistris. Ho votato a favore.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) Il Parlamento ha ricevuto una richiesta di revoca dell’immunità parlamentare del collega de Magistris, citato dinanzi in giudizio a Benevento dall’onorevole Mastella, anch’egli membro del Parlamento europeo, a seguito di un’intervista che l’onorevole de Magistris ha rilasciato a un quotidiano italiano il 31 ottobre 2009.

La commissione giuridica ha formulato una dichiarazione sulla questione avendo adottato una relazione in cui si è deciso di non revocare l’immunità parlamentare. Si è infatti ritenuto che l’onorevole de Magistris, quando ha formulato i propri commenti, stesse assolvendo i propri doveri di membro del Parlamento europeo. Secondo la relazione, il collega stava agendo nell’esercizio delle proprie funzioni in qualità di deputato al Parlamento europeo e stava svolgendo attività politica esprimendo la propria opinione su un tema di pubblico interesse per i suoi elettori.

Ho votato a favore perché propugno la libertà di espressione dei parlamentari nell’esercizio dei propri doveri e difendo gli interessi del Parlamento europeo in quanto istituzione. Vorrei tuttavia aggiungere che, a mio giudizio, chi ha responsabilità politiche in generale, compresi i parlamentari europei, dovrebbe sempre dire la verità e adottare un linguaggio rispettoso dei propri interlocutori, il che non sempre accade.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Mi pronuncio per la difesa dell’immunità dell’onorevole de Magistris in quanto rilasciando l’intervista in questione il collega stava agendo nell’esercizio delle proprie funzioni in qualità di deputato al Parlamento europeo e stava svolgendo attività politica esprimendo la propria opinione su un tema di pubblico interesse per i suoi elettori.

 
  
  

Relazione Rapkay (A7-0154/2011)

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Difendo i privilegi e l’immunità dell’onorevole Gollnisch e penso che la persecuzione di cui è oggetto sia di natura prettamente politica. La sua immunità deve essere difesa in modo che possa continuare a svolgere le proprie funzioni di membro a pieno titolo del Parlamento europeo. In questi casi viene espresso un voto sulla difesa dell’immunità di un parlamentare europeo durante una tornata (naturalmente quando appartiene a un grande gruppo politico), il che mi induce a pensare che talvolta in Parlamento si applicano due pesi e due misure, il che distrugge la fiducia nell’intera istituzione.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), per iscritto. – (FR) Conoscete il mio attaccamento ai valori democratici… Bruno Gollnisch, parlamentare europeo e guru intellettuale del Front National, ha chiesto la difesa della sua immunità parlamentare in riferimento a provvedimenti adottati dalle autorità francesi nell’ambito di un’indagine penale che ha visto coinvolto il collega Gollnisch nella sua veste di presidente del Front National presso il Consiglio regionale della Regione Rhône-Alpes e nel cui ambito la Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo ha presentato istanza di risarcimento nel gennaio 2009 per istigazione all’odio razziale.

L’articolo 8 del capitolo del diritto e della procedura sull’immunità dei membri del Parlamento europeo stabilisce che questi ultimi non possano essere oggetto di alcun tipo di indagine, reclusione o procedimento legale per opinioni manifestate o voti espressi nell’assolvimento delle proprie funzioni. Lo stesso prevede l’articolo 26, paragrafo 2, della costituzione della Repubblica francese.

In un momento in cui il Front National riscuote successo nei sondaggi in Francia e sarebbe opportuno interrogarsi sulla banalizzazione generale di cui tale partito è oggetto (a livello mediatico e politico), sono soddisfatta che il Parlamento europeo non difenda l’immunità parlamentare dell’onorevole Gollnisch e abbia chiesto la sua revoca in modo che la giustizia possa fare il suo lavoro.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) La relazione riguarda la richiesta di difesa dei privilegi e dell’immunità del collega Gollnisch. La richiesta è stata formulata quando la polizia francese ha tentato di arrestarlo affinché comparisse dinanzi alle autorità giudiziarie francesi per un caso riguardante l’espressione di opinioni politiche. Il caso concerne un’accusa di istigazione all’odio razziale da parte della Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (LICRA) a seguito della pubblicazione di un comunicato stampa sul sito del gruppo Front National presso il Consiglio regionale della Regione Rhône-Alpes di cui l’onorevole Gollnisch era presidente. Tenuto conto della prassi consolidata di questo Parlamento e del parere della commissione giuridica, concordo con la posizione del relatore e voto a favore della revoca dell’immunità parlamentare del collega Gollnisch.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato la relazione perché l’articolo 8 del protocollo sui privilegi e le immunità dell’Unione europea non è stato invocato dall’onorevole Gollnisch nella sua richiesta di difesa e nella fattispecie non è applicabile. Per stabilire se difendere o meno l’immunità parlamentare, il Parlamento applica propri principi uniformi. La commissione competente non ha riscontrato prove di un sospetto sufficientemente grave e fondato che la causa sia stata intentata con lo scopo di danneggiare politicamente l’eurodeputato in questione.

In secondo luogo, il caso non rientra nell’ambito delle attività politiche dell’onorevole Gollnisch in quanto membro del Parlamento europeo. Riguarda invece attività di natura prettamente regionale e locale svolte dall’onorevole Gollnisch in veste di consigliere regionale della Regione Rhône-Alpes, mandato distinto da quello di membro del Parlamento europeo. In terzo luogo, l’onorevole Gollnisch ha fornito una spiegazione in merito alla pubblicazione del comunicato stampa incriminato da parte del suo gruppo politico presso il Consiglio regionale della Regione Rhône-Alpes dichiarando che è stato scritto dal team del Front National della regione, compreso il suo responsabile della comunicazione. L’applicazione dell’immunità parlamentare a tale fattispecie è ritenuta costitutiva di un’estensione indebita delle relative norme che sono volte a evitare interferenze con il funzionamento e l’indipendenza del Parlamento. Infine, non è compito del Parlamento, bensì delle autorità giudiziarie competenti stabilire, nel rispetto di tutte le garanzie democratiche, in che misura la legge francese sull’istigazione all’odio razziale sia stata violata e quali potrebbero esserne le conseguenze giudiziarie. Considerate tutte le argomentazioni, la commissione giuridica raccomandata che il Parlamento europeo revochi l’immunità parlamentare dell’onorevole Gollnisch.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Dopo aver considerato i motivi a favore e sfavore della difesa dell’immunità parlamentare dell’eurodeputato in questione, concordo con la raccomandazione della commissione giuridica secondo cui il Parlamento non dovrebbe difendere l’immunità dell’onorevole Gollnisch.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Stigmatizzazione e istigazione all’odio per motivi di affiliazione religiosa sono considerati reati in Francia e tale situazione equivale a un flagrante delicto. L’onorevole Gollnisch si è pubblicamente schierato a sostegno di un comunicato stampa oltraggioso in cui si equiparano i musulmani a vandali. Si parla di invasione e distruzione dei nostri valori culturali da parte dell’islam. L’onorevole Gollnisch potrà esporre la propria difesa. La revoca della sua immunità lo permetterà. Voto dunque contro la sua richiesta di salvaguardia dell’immunità parlamentare.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) L’onorevole Gollnisch ha chiesto che il Parlamento europeo difenda la sua immunità parlamentare in riferimento a provvedimenti che, a suo giudizio, limitano la sua libertà applicati dalle autorità francesi nell’ambito dell’indagine giudiziaria su un’azione con istanza di risarcimento (plainte avec constitution de partie civile) intentata dalla Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo il 26 gennaio 2009 contro ignoti per istigazione all’odio razziale. Si è concluso che il caso non rientra nell’ambito delle attività politiche dell’onorevole Gollnisch in quanto membro del Parlamento europeo, riguardando invece attività di natura prettamente regionale e locale in veste di consigliere regionale della Regione Rhône-Alpes, mandato al quale l’onorevole Gollnisch è stato eletto a suffragio universale diretto e distinto da quello di membro del Parlamento europeo. Nell’indagine svolta non vi sono prove di fumus persecutionis, in altre parole dell’intenzione di danneggiare politicamente l’eurodeputato in questione. Ho votato a favore della relazione che decide di non difendere i privilegi e l’immunità dell’onorevole Gollnisch lasciando alle autorità giudiziarie competenti il compito di stabilire, nel rispetto di tutte le garanzie democratiche, in che misura la legge francese sull’istigazione all’odio razziale sia stata violata e quali potrebbero esserne le conseguenze giudiziarie.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Il caso in questione non rientra nell’ambito delle attività politiche dell’onorevole Gollnisch in quanto membro del Parlamento europeo, bensì riguarda la sua veste prettamente regionale e locale di consigliere regionale della Regione Rhône-Alpes. Abbiamo pertanto deciso di non difendere l’immunità.

 
  
  

Relazione Rapkay (A7-0155/2011)

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Difendo i privilegi e l’immunità dell’onorevole Gollnisch e penso che la persecuzione di cui è oggetto sia di natura prettamente politica. La sua immunità deve essere difesa in modo che possa continuare a svolgere le proprie funzioni di membro a pieno titolo del Parlamento europeo. Per questo ho votato contro la revoca della sua immunità.

 
  
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  Andrew Henry William Brons (NI), per iscritto. – (EN) Ho votato contro la revoca dell’immunità parlamentare dell’onorevole Gollnisch perché: 1. credo nella libertà di parola e le parole contestategli non erano istigazioni alla violenza né offensive od oltraggiose. I commenti riguardavano l’intolleranza dei regimi islamici nei confronti di persone considerate eretiche; 2. non è stato previsto un dibattito prima di esprimere questi importantissimi voti (riguardanti i diritti fondamentali di un membro del Parlamento europeo); 3. la proposta di revoca dell’immunità del collega Gollnisch e l’eventuale decisione di revocarla erano incompatibili con la proposta di consentire all’eurodeputato tedesco Brok di mantenere la sua immunità nel quadro di un procedimento riguardante un (presunto) reato di evasione fiscale. È evidente che il procedimento è un’azione vessatoria da parte di un’organizzazione privata con lo scopo di sottrarre all’onorevole Gollnisch la posizione alla quale è stato eletto e la sua buona reputazione.

 
  
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  Philip Claeys (NI), per iscritto. – (NL) Il solo fatto che un nostro collega che rischia di perdere l’immunità parlamentare non abbia avuto modo di difendersi in plenaria è un motivo sufficiente per votare contro la relazione che chiede la revoca di tale immunità. È peraltro oltraggioso e contro natura che i membri di un pagamento perdano la propria immunità e siano giudicati per aver espresso le proprie opinioni. Se in futuro il Parlamento europeo vuole essere preso sul serio dagli elettori, deve inequivocabilmente e senza compromessi ergersi per il diritto alla libertà di espressione dei propri deputati e di tutti i cittadini europei.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna relazione riguarda la richiesta di revoca dei privilegi e dell’immunità del collega Gollnisch presentata al Parlamento europeo dal procuratore della Corte di appello di Lione in merito all’indagine condotta a seguito di un’azione con istanza di risarcimento intentata il 26 gennaio 2009 dalla Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (LICRA) concernente la pubblicazione di un comunicato stampa sul sito del gruppo Front National presso il Consiglio regionale della Regione Rhône-Alpes di cui l’onorevole Gollnisch era presidente. Tenuto conto della prassi consolidata di questo Parlamento, visto che l’immunità parlamentare in questo caso non è applicabile, e alla luce del parere della commissione giuridica, concordo con la posizione del relatore e voto a favore della revoca dell’immunità parlamentare del collega Gollnisch.

 
  
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  Nick Griffin (NI), per iscritto. – (EN) Ho votato contro la revoca dell’immunità parlamentare dell’onorevole Gollnisch perché: 1. la libertà di parola è un valore fondamentale della nostra società e la pietra miliare della nostra democrazia. Non dovrebbe essere dunque limitata dagli oppositori politici. I commenti attribuiti all’onorevole Gollnisch non costituivano un’istigazione alla violenza e non erano né offensivi né oltraggiosi. I commenti riguardavano l’intolleranza dei regimi islamici nei confronti dei non credenti; 2. non è stata prevista alcuna discussione prima delle votazioni sull’argomento, che riguarda i diritti fondamentali di un membro del Parlamento europeo; 3. la proposta di revoca dell’immunità del collega Gollnisch e la decisione motivata politicamente di revocarla erano incompatibili con la proposta di consentire all’eurodeputato tedesco Brok di mantenere la sua immunità nel quadro di un procedimento riguardante un (presunto) reato di evasione fiscale.

È evidente che il procedimento è un’azione vessatoria da parte di un’organizzazione privata con lo scopo di sottrarre all’onorevole Gollnisch la posizione alla quale è stato eletto e la sua buona reputazione. Parimenti chiaro è che, nel clima sempre più intollerante di correttezza politica che permea il Parlamento, alcuni eurodeputati sono più uguali di altri.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato il documento perché, in primo luogo, la commissione competente non ha riscontrato prove di un sospetto sufficientemente grave e fondato che la causa sia stata intentata con lo scopo di danneggiare politicamente l’eurodeputato in questione.

In secondo luogo, il caso non rientra nell’ambito delle attività politiche dell’onorevole Gollnisch in quanto membro del Parlamento europeo. Riguarda invece attività di natura prettamente regionale e locale svolte dall’onorevole Gollnisch in veste di consigliere regionale di Rhône-Alpes, mandato distinto da quello di membro del Parlamento europeo.

In terzo luogo, l’onorevole Gollnisch ha fornito una spiegazione in merito alla pubblicazione del comunicato stampa incriminato da parte del suo gruppo politico presso il Consiglio regionale della Regione Rhône-Alpes. L’applicazione dell’immunità parlamentare a tale fattispecie è ritenuta costitutiva di un’estensione indebita delle relative norme che sono volte a evitare interferenze con il funzionamento e l’indipendenza del Parlamento.

Infine, non è compito del Parlamento, bensì delle autorità giudiziarie competente stabilire, nel rispetto di tutte le garanzie democratiche, in che misura la legge francese sull’istigazione all’odio razziale sia stata violata e quali potrebbero esserne le conseguenze giudiziarie. Si rileva che adottando una decisione di revoca dell’immunità del collega, il Parlamento europeo consente alle autorità nazionali competenti di accertare la responsabilità della persona (visto che non vi sono interferenze con il funzionamento e l’indipendenza della nostra istituzione) e tale decisione non conferma in alcun modo la colpevolezza del deputato in questione né esprime un parere sulla legittimità o meno di un’indagine condotta su determinate azioni o posizioni. Considerate tutte le argomentazioni, la commissione giuridica raccomandata che il Parlamento europeo rinunci all’immunità parlamentare dell’onorevole Gollnisch.

 
  
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  Jean-Marie Le Pen (NI), per iscritto. – (FR) La mia lunga esperienza di parlamentare sia presso l’Assemblea nazionale francese sia presso il Parlamento europeo (27 anni) mi consente di dire che l’atteggiamento di quest’ultimo nella revoca dell’immunità parlamentare del collega Gollnisch è stato particolarmente ripugnante. All’eurodeputato non è stato permesso di prendere la parola per difendersi dinanzi ai colleghi, che per inciso non si sono neanche presi la briga di leggere i fatti relativi alla causa in questione. Se avessero letto il fascicolo, avrebbero appreso che l’onorevole Gollnisch ha avuto al riguardo una responsabilità soltanto indiretta e la circostanza riguardava la sua libertà di espressione politica. Dare lezioni di democrazia e rispetto dei diritti umani è una cosa; rispettarli all’interno della propria istituzione è un’altra.

 
  
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  Marine Le Pen (NI), per iscritto. – (FR) Ricorrere a un procedimento giudiziario per cercare di precludere ai membri del Parlamento la possibilità di esprimere il proprio punto di vista su questioni oggetto di preoccupazione e interesse pubblico legittimo e criticare i propri avversari politici è inaccettabile in una società democratica e costituisce una violazione dell’articolo 8 del protocollo sui privilegi e le immunità dell’Unione europea, volto a salvaguardare la libertà di espressione dei suoi membri. Personalmente appoggio tale principio in maniera incondizionata. Tuttavia, a giudizio dell’onorevole Rapkay tale principio vale soltanto per l’onorevole de Magistris, oggetto di un procedimento per diffamazione, e non per l’onorevole Gollnisch, oggetto di un procedimento per aver espresso opinioni politiche. È un chiaro esempio di applicazione di due pesi e due misure. Come è possibile che sia più nell’interesse pubblico e più democratico per noi sapere ciò che pensa l’onorevole de Magistris in merito a un collega che sapere ciò che pensa il Front National sui sollevamenti dei rom o i pericoli dell’immigrazione di massa? Proprio perché gli avversari politici dell’onorevole Gollnisch non hanno apprezzato il comunicato stampa in questione, sebbene rivestisse un interesse pubblico notevolissimo, il collega perde la sua immunità. La libertà di espressione dei rappresentanti eletti di questo Parlamento non dovrebbe essere a geometria variabile né ad personam. È indegno di voi adottare questa relazione.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Appoggio la revoca dell’immunità dell’onorevole Gollnisch in modo che possa essere giudicato per il reato di istigazione all’odio razziale.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Stigmatizzazione e istigazione all’odio per motivi di affiliazione religiosa sono considerati reati in Francia e tale situazione equivale a un flagrante delicto. L’onorevole Gollnisch si è pubblicamente schierato a sostegno di un comunicato stampa oltraggioso in cui si equiparano i musulmani a vandali. Si parla di invasione e distruzione dei nostri valori culturali da parte dell’islam. L’onorevole Gollnisch potrà esporre la propria difesa. La revoca della sua immunità lo permetterà. Voto dunque contro la sua richiesta di salvaguardia dell’immunità parlamentare.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato contro la revoca dell’immunità dell’onorevole Gollnisch perché la dichiarazione esplicativa della commissione giuridica, in cui si raccomandava alla plenaria la revoca, è stata del tutto arbitraria. Se l’onorevole Gollnisch è accusato per un comunicato stampa scritto dall’ufficio politico del Front National, si dovrebbe ovviamente ritenere che tale attività rientri nell’ambito del suo mandato comunitario. L’argomentazione secondo cui ciò sarebbe avvenuto nell’ambito delle sue attività di consigliere regionale non è decisiva in quanto il mandato dell’Unione non può essere visto come un’occupazione a tempo parziale o qualcosa di simile. Se l’onorevole Gollnisch avesse formulato la stessa dichiarazione durante una tornata del Parlamento europeo o in una delle sue commissione, tale argomentazione sarebbe stata comunque avanzata? Il contenuto del comunicato stampa che funge da base per l’estradizione è inoltre totalmente coperto dalla libertà di espressione. Se d’ora in poi dichiarazioni politicamente impopolari costituiranno una base per l’estradizione, questa sarà ancora una volta una dimostrazione di ciò che il Parlamento europeo pensa della vera democrazia.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) La relazione riguarda la revoca dell’immunità parlamentare del collega Gollnisch formulata su richiesta di un procuratore della Repubblica francese in modo da poter indagare su un’accusa di presunta istigazione all’odio razziale e, ove l’accusa dovesse essere confermata, di giudicare il collega dinanzi ai tre gradi della giustizia francese (primo grado, appello e cassazione). La revoca dell’immunità dell’onorevole Gollnisch riguarda un presunto reato di istigazione all’odio razziale risultante da un comunicato stampa pubblicato il 3 ottobre 2008 dal gruppo Front National della Regione Rhône-Alpes, di cui l’onorevole Gollnisch era presidente, per cui tali attività rivestivano una natura prettamente regionale e locale essendo state svolte in veste di consigliere regionale della Regione Rhône-Alpes, mandato al quale l’onorevole Gollnisch è stato eletto a suffragio universale diretto e distinto da quello di membro del Parlamento europeo. Nell’indagine svolta non vi sono prove di fumus persecutionis, in altre parole dell’intenzione di danneggiare politicamente l’eurodeputato in questione. Ho votato a favore della relazione che decide di non difendere i privilegi e l’immunità dell’onorevole Gollnisch lasciando alle autorità giudiziarie competenti il compito di stabilire, nel rispetto di tutte le garanzie democratiche, in che misura la legge francese sull’istigazione all’odio razziale sia stata violata e quali potrebbero esserne le conseguenze giudiziarie.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Il caso è identico al precedente (si veda A7-0154/2011), ma nella fattispecie la richiesta di revoca dell’immunità è pervenuta dalle autorità francesi.

 
  
  

Raccomandazione Arsenis (A7-0078/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Il bacino idrografico di Prespa (Parco di Prespa) è in comune tra Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM) e Albania. La Grecia è uno Stato membro dell’Unione europea, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia è candidata all’adesione e l’Albania è una potenziale candidata. L’Albania e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno sottoscritto un accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione e lo sviluppo di un’economia sostenibile e un’infrastruttura ecologica che naturalmente porterà alla creazione di posti di lavoro a livello locale e genererà un notevole potenziale di occupazione, concorrendo in tal modo alla realizzazione della strategia Europa 2020. Inoltre, un uso migliore delle risorse, uno sviluppo economico sostenibile e la conservazione della natura possono e devono andare di pari passo, rafforzando contestualmente la cooperazione con i paesi vicini per la loro integrazione nell’Europa. Per tutti i motivi appena esposti, voto a favore del progetto di accordo.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Sono favorevole all’approvazione dell’adesione dell’Unione europea dell’accordo sulla protezione e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, sottoscritto da Grecia, Macedonia e Albania, poiché questo Parco rappresenta un’area naturale di interesse internazionale per la sua geomorfologia, ecologia, biodiversità e la sua importanza culturale. Condivido, inoltre, gli obiettivi e i principi contenuti dell’accordo, che si basano sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, sull’attenzione alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, sulla prevenzione, il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento delle acque dei laghi di Prespa.

 
  
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  Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Apprezzo gli sforzi profusi dagli Stati membri per collaborare con i paesi extracomunitari al fine di rendere più sostenibile l’uso delle risorse. Per questo voto a favore della stipula dell’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa poiché ritengo che sia importante per lo sviluppo dei tre paesi che lo condividono: Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania. Credo inoltre che il parco sia importante per l’ambiente, la conservazione della natura e una serie di ricadute positive che potrebbero derivare da questo tipo di collaborazione, non da ultimo il rafforzamento delle buone relazioni nella regione balcanica.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Apprezzo la stipula dell’accordo di stabilizzazione e associazione tra l’Unione europea, l’Albania e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM) volto a creare una cooperazione tra tutti i paesi che condividono il bacino idrografico di Prespa in modo da garantire la salvaguardia integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile del parco. Tale accordo dimostra l’applicazione riuscita della direttiva quadro sulle acque dell’Unione per proteggere l’ambiente, innalzare il tenore di vita degli abitanti della regione e instaurare una cooperazione tra i tre paesi: Grecia, Albania ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Ciò rafforzerà lo spirito di buon vicinato tra le parti in una regione particolarmente delicata dei Balcani.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna raccomandazione riguarda il progetto di decisione del Consiglio concernente la stipula, a nome dell’Unione europea, dell’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, classificato in quanto tale dal 1977 e designato come zona protetta transfrontaliera conformemente alla dichiarazione del 2 febbraio 2000 resa dai paesi che lo condividono: Grecia, Albania e Repubblica di Macedonia. L’Unione europea è consapevole della necessità urgente di salvaguardare e proteggere le risorse naturali, per cui dagli anni Settanta ha adottato un pacchetto legislativo la cui espressione ultima è la direttiva quadro sulle acque del 2000. L’obiettivo dell’accordo in questione consiste nell’instaurare una cooperazione tra l’Unione europea e i suddetti paesi per promuovere lo sviluppo sostenibile della regione e tutelare il suo ecosistema, in particolare attraverso piani per la gestione integrata del bacino idrografico di Prespa. In un’epoca in cui le catastrofi causate dal cambiamento climatico sono sempre più numerose, mi congratulo con il Consiglio per questo progetto e vorrei che fosse portato a compimento quanto prima.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Il bacino idrografico di Prespa (parco di Prespa) è condiviso da Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania. È estremamente importante creare un habitat vitale per la conservazione di molte specie floristiche e faunistiche rare e/o endemiche, anche come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un ricco e importante patrimonio culturale.

L’obiettivo dell’accordo consiste nell’instaurare una cooperazione per garantire la protezione integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, anche tramite lo sviluppo di piani per la gestione integrata del bacino idrografico. A tal fine, i paesi oggetto dell’accordo si impegnano ad adottare le misure necessarie, singolarmente o congiuntamente, secondo i principi della pari sovranità, dell’integrità territoriale, del reciproco beneficio e della buona fede, al fine di giungere alla gestione delle acque del Parco di Prespa, alla prevenzione, al controllo e alla riduzione dell’inquinamento, alla protezione e alla conservazione della biodiversità, alla salvaguardia del suolo, all’uso prudente delle risorse naturali e a uno sviluppo sostenibile.

Votiamo dunque a favore della relazione.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Il Parco di Prespa, detto anche bacino idrografico di Prespa, condiviso da Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania, è estremamente importante per creare un habitat vitale per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare e/o endemiche, anche come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un ricco e importante patrimonio culturale.

L’obiettivo dell’accordo consiste nell’instaurare una cooperazione per garantire la protezione integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, anche tramite lo sviluppo di piani per la gestione integrata del bacino idrografico.

A tal fine, i paesi oggetto dell’accordo si impegnano ad adottare le misure necessarie, singolarmente o congiuntamente, secondo i principi della pari sovranità, dell’integrità territoriale, del reciproco beneficio e della buona fede, al fine di giungere alla gestione delle acque del Parco di Prespa, alla prevenzione, al controllo e alla riduzione dell’inquinamento, alla protezione e alla conservazione della biodiversità, alla salvaguardia del suolo, all’uso prudente delle risorse naturali e a uno sviluppo sostenibile.

Votiamo dunque a favore della relazione.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), per iscritto. – (EN) Nel febbraio 2010, alla presenza e con la partecipazione dell’Unione europea, Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania hanno firmato l’accordo sulla protezione e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa. L’obiettivo di tale accordo consiste nel garantire la protezione dell’area del Parco di Prespa, come anche una protezione totale dell’ecosistema. Va infatti sottolineata non soltanto l’importanza ecologica dei laghi e delle zone circostanti, bensì anche l’unicità dal punto di vista naturalistico dell’intera area proprio in ragione del suo significato in termini geomorfologici, ecologici, culturali e di biodiversità. L’area è un habitat vitale importante per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare, come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un prezioso patrimonio archeologico e tradizionale. Era dunque auspicabile ottenere il consenso del Parlamento per avere la certezza che l’accordo potesse essere adottato.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − Gentile Presidente, onorevoli colleghi, il bacino idrografico dell’area di Prespa situato ai confini fra Grecia, Macedonia e Albania è un importante luogo naturalistico. L’accordo che l’UE sottoscriverà andrà a favorire degli obiettivi importanti per la tutela di quest’area, difendendo l’ecosistema ed introducendo l’utilizzo sostenibile delle energie rinnovabili. Per questo il mio voto sarà a favore della proposta.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho avallato la relazione perché lo scopo dell’accordo consiste nell’instaurare una cooperazione in maniera da garantire la protezione integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, anche tramite l’elaborazione di piani di gestione integrata del bacino idrografico secondo gli standard internazionali e comunitari. Il bacino idrografico di Prespa (parco di Prespa) è condiviso da Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania. La Grecia è uno Stato membro dell’Unione europea, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia è candidata all’adesione e l’Albania è una potenziale candidata. L’Albania e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno sottoscritto anche un accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione. L’area del Parco di Prespa è un’area naturale che riveste un’importanza internazionale in ragione della sua biodiversità e del suo significato geomorfologico, ecologico e culturale. L’area è un habitat vitalmente importante per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare e/o endemiche, come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un prezioso patrimonio archeologico e tradizionale.

Per questi motivi, il 2 febbraio 2010 i tre paesi hanno sottoscritto l’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa con la partecipazione dell’Unione, che richiede anche il consenso del Parlamento europeo. Per conseguire tale obiettivo, le parti si sono impegnate ad adottare le misure necessarie e applicare le migliori tecniche disponibili, singolarmente o congiuntamente, sulla base dei principi della pari sovranità, dell’integrità territoriale, del reciproco beneficio e della buona fede.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Accolgo con favore l’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile del Parco di Prespa. L’area del Parco di Prespa è un’area naturale che riveste un’importanza internazionale in ragione della sua biodiversità e del suo significato geomorfologico, ecologico e culturale. L’area è un habitat vitale importante per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare e/o endemiche, come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un prezioso patrimonio archeologico e tradizionale.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), per iscritto. – (ES) L’odierna relazione riguarda il bacino idrografico di Prespa, la cui valenza in termini geomorfologici, ecologici, culturali e di biodiversità lo rendono uno spazio naturale internazionalmente importante. L’area è un habitat vitale per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare, come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un prezioso patrimonio archeologico e tradizionale. A tal fine, viene sottoscritto un accordo tra Grecia, Albania ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia, che condividono tale spazio naturale, in modo da instaurare una cooperazione sulla gestione delle acque di tali laghi per prevenire, controllare e ridurre il loro inquinamento, proteggere e conservare la biodiversità dell’area e proteggerne il suolo dall’erosione, promuovere l’uso intelligente delle risorse naturali e uno sviluppo sostenibile, evitare l’introduzione di specie animali e vegetali alloctone, nonché regolamentare le attività umane che hanno un impatto negativo sull’area. Sono persuaso della necessità di intensificare la cooperazione tra le parti interessate, sempre sulla base del rispetto dei principi della parità, dell’integrità territoriale e del reciproco beneficio in modo da tutelare un’area dal valore eccezionale. Voto pertanto a favore dell’accordo.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) La relazione è basata sul progetto di decisione del Consiglio riguardante la firma dell’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, detto anche bacino idrografico di Prespa. L’Unione europea ha normative consolidate a salvaguardia delle acque, segnatamente la direttiva quadro sulle acque del 2000, che stabilisce l’obiettivo di proteggere tutte le acque – fiumi, laghi, acque sotterranee e acque costiere – e, in caso di bacini idrografici condivisi che si estendono oltre i confini amministrativi e politici, prevede il coordinamento degli sforzi per conseguire tale obiettivo. Il bacino idrografico di Prespa (Parco di Prespa) è condiviso da Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM) e Albania. L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia è candidata all’adesione e l’Albania è una potenziale candidata. È dunque diventato necessario introdurre un accordo internazionale per perseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque, segnatamente la salvaguardia della biodiversità e dei servizi ecosistemici dell’area. Ho votato a favore della relazione, già adottata all’unanimità dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Il bacino idrografico di Prespa (Parco di Prespa) è condiviso da Grecia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania. Fonte di biodiversità dall’interesse ecologico indiscusso, pertanto anche regolatrice naturale del clima, tale area deve essere protetta e la sua protezione vale l’impegno dell’Unione europea in linea con la direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE). Conformemente a detta direttiva, nel caso di un bacino idrografico che si estenda oltre i limiti territoriali dell’Unione, è necessario attuare sforzi di coordinamento tra i paesi coinvolti e, per questo, il 2 febbraio 2010 è stato stipulato l’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa con la partecipazione della Commissione in rappresentanza dell’Unione. Tuttavia, la sua adozione finale da parte del Consiglio richiede il consenso del Parlamento europeo. Per questo ho votato per l’adozione dell’accordo.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) L’area del Parco di Prespa è un’area naturale che riveste un’importanza internazionale in ragione della sua biodiversità e del suo significato geomorfologico, ecologico e culturale. L’area è un habitat vitale importante per la conservazione di numerose specie floristiche e faunistiche rare e/o endemiche, come luogo di nidificazione per uccelli minacciati a livello mondiale e sede di un notevole patrimonio archeologico e tradizionale. Per questi motivi, i tre paesi interessati hanno firmato l’accordo sulla protezione e sullo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa il 2 febbraio 2010 con la partecipazione dell’Unione. Lo scopo dell’accordo consiste nell’instaurare una cooperazione in maniera da garantire la protezione integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, anche tramite l’elaborazione di piani di gestione integrata del bacino idrografico secondo gli standard internazionali e comunitari. A norma dell’articolo 218, paragrafo 6, lettera a), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Consiglio deve assicurarsi il consenso del Parlamento europeo per adottare l’accordo.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − L’Unione europea è dotata di una legislazione consolidata sulla tutela delle acque, la cui norma più importante è la direttiva quadro in materia di acque. In base a tale legislazione, laddove i bacini idrografici si estendono al di là del territorio europeo, gli Stati Membri si adoperano per instaurare un coordinamento con i paesi terzi in questione che condividono il distretto del bacino idrografico. Quando il coordinamento assume la forma di un accordo internazionale la partecipazione dell’Unione europea, in quanto parte, è necessaria nella misura in cui l’accordo concerne questioni che rientrano tra le competenze dell’Unione.

Il Parco di Prespa rappresenta un’area naturale d’interesse internazionale per via della sua geomorfologia, ecologia, biodiversità e la sua importanza culturale. Il documento adottato oggi vuole instaurare una cooperazione per garantire la tutela integrata dell’ecosistema e lo sviluppo sostenibile dell’area del Parco di Prespa, compresa la predisposizione di progetti integrati di gestione del bacino sulla base degli standard internazionali e di quelli dell’Unione europea. L’accordo contribuirà alla corretta attuazione della direttiva quadro sulle acque, alla protezione dell’ambiente, al miglioramento del livello di vita degli abitanti dell’area, nonché a rafforzare i rapporti di buon vicinato in un’area particolarmente sensibile dei Balcani.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. – (EN) Lo scorso anno, la Commissione e le altre istituzioni europee hanno riflettuto sul fatto che non abbiamo conseguito i nostri obiettivi in materia di biodiversità. Tale situazione profondamente deplorevole deve cambiare presto in maniera efficace per proteggere la biodiversità e gli inestimabili servizi ecosistemici che ci assicura. La cooperazione con i paesi terzi va incoraggiata il più possibile perché si tratta di un problema globale, per cui l’accordo non può non essere accolto con estremo favore.

 
  
  

Raccomandazione Estévez (A7-0142/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della raccomandazione dell’onorevole Fraga Estévez che accoglie con favore l’impegno profuso dalla Commissione europea per l’approvazione delle risoluzioni basate sull’accordo concernente le misure di competenza dello Stato di approdo da parte delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP). Durante la plenaria della Commissione per il tonno dell’Oceano indiano (IOTC) nel marzo 2010 a Busan, in Corea del sud, è stata adottata una risoluzione concernente misure di competenza dello Stato di porto presentata dall’Unione (risoluzione 2010/11). Proposte analoghe sono state anche presentate dall’Unione ad altre organizzazioni regionali di gestione della pesca al fine di rafforzare le misure di competenza dello Stato di porto già in vigore e allinearle ai requisiti dell’accordo. Purtroppo, in molti casi non è stato possibile adottarle per l’opposizione di una serie di paesi, come alcuni paesi latinoamericani e alcune piccole isole del Pacifico.

Come la relatrice, anch’io esorto la Commissione europea a continuare a esercitare pressioni per l’approvazione di tali proposte perché le misure previste dall’accordo diventeranno efficaci nella lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata soltanto se saranno applicate in maniera totale, uniforme e trasparente per evitare escamotage che potrebbero essere facilmente sfruttati da chi pratica tale tipo di pesca.

 
  
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  Antonello Antinoro (PPE), per iscritto. − Ho appoggiato la relazione poiché l’Unione europea deve dare un segnale forte contro la pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata. L’Unione europea è un importante attore internazionale per le questioni riguardanti la gestione della pesca e in quanto tale deve sostenere tutto ciò che riguarda il rispetto delle regole internazionali in materia di infrazione. La collega Fraga ha accolto favorevolmente gli sforzi della Commissione europea per l’adozione di risoluzioni sulla base delle raccomandazioni FAO sull’accordo delle misure statali di controllo dei porti. In commissione abbiamo fermamente appoggiato l’idea di continuare a spingere per queste proposte. La pesca illegale, infatti, è sia quella di un’imbarcazione dichiarata che pesca specie sottotaglia ma anche la pesca da parte di barche non autorizzate in zone protette o troppo vicine dalle coste.

Purtroppo rappresenta pure il 60% dei prodotti che arrivano sui nostri mercati e ciò comporta incertezze sulla qualità dei prodotti che arrivano sui nostri mercati con difficoltà sulla loro tracciabilità. Per questo crediamo che l’Europa debba essere un esempio per tutti gli altri paesi che operano in questo settore e che spesso, grazie al fatto che non debbano rispettare alcuni limiti imposti ai nostri pescatori, finiscono per avvantaggiarsi sui mercati internazionali.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della raccomandazioni dell’onorevole Fraga Estévez concernente il progetto di decisione del Consiglio sull’approvazione dell’accordo sulle misure di competenza dello Stato di porto intese a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Ho votato a favore perché il contenuto dell’iniziativa rappresenterà un contributo fondamentale alla lotta globale attualmente in atto contro la pesca illegale. Il suo contenuto sarà efficace se sarà applicato in maniera totale, uniforme e trasparente.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − La carenza di risorse ittiche disponibili a livello globale, non solo quindi nei nostri mari, rappresenta un problema che via via si fa sempre più pressante. Dalla fauna marina sappiamo che dipende non soltanto buona parte dell’alimentazione umana, ma anche la salute dell’ecosistema intero; è quindi importante che tutti i livelli di governo, dalle regioni ai governi centrali, fino appunto all’Unione europea, si adoperino con ogni mezzo di loro competenza per promuovere misure normative e strumenti legislativi che vadano nella direzione della tutela del patrimonio ittico, unica garanzia per la sostenibilità a lungo termine dell’attività della pesca.

Ho espresso voto favorevole a questa raccomandazione del Parlamento al Consiglio, affinché quest’ultimo approvi a nome dell’Unione europea l’accordo sulle misure di competenza nazionale per la prevenzione e l’eliminazione della pesca illegale. Questo accordo internazionale, se correttamente implementato dai soggetti nazionali, sarà uno strumento importante per la tutela a lungo periodo della fauna marina e lo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione perché con essa il Parlamento europeo ha acconsentito all’approvazione dell’accordo dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite che promuoverebbe lo sfruttamento responsabile delle risorse ittiche e degli ecosistemi marini. Tale accordo prevede strumenti specifici per combattere più efficacemente la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata nelle acque territoriali comunitarie, strumenti che impongono standard minimi a sostegno dell’adozione di misure da parte degli Stati per monitorare, controllare e ispezionare le navi battenti bandiera straniera che intendono avvalersi dei loro porti. Gli strumenti contenuti nell’accordo potrebbero essere applicati non soltanto ai pescherecci, ma anche alle navi utilizzate per attività correlate alla pesca come le navi utilizzate per il trasporto dei prodotti ittici. La lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è una componente essenziale della politica comune della pesca e l’Unione dovrebbe essere in grado di promuovere la cooperazione internazionale in materia partecipando in modo attivo e costruttivo all’adozione di uno strumento internazionale sulle misure di competenza dello Stato di approdo.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), per iscritto. – (RO) La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è considerata una delle maggiori minacce alle risorse dei mercato ittico nel quale l’Unione europea occupa una posizione importante nel mondo. In questo caso, l’elaborazione di una politica comune per la pesca a livello di Unione volta a salvaguardare lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche viventi è una preoccupazione del tutto naturale. L’accordo proposto per adozione al Consiglio è stato formulato espressamente per rispondere a tali requisiti internazionali al fine di evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata tramite l’attuazione di misure efficaci da parte dello Stato in cui il porto è ubicato. Si tratta di misure che, una volta adottato l’accordo, dovrebbero trasformarsi da un modello volontario in un pacchetto di standard minimi obbligatori per gli Stati di approdo con lo scopo di monitorare, controllare e ispezionare i pescherecci battenti bandiera straniera che utilizzano i loro porti.

Il fatto che la serie di misure la cui attuazione è affidata agli Stati di approdo deriva comunque da uno strumento internazionale è un valore aggiunto. Una visione globale di tale pratica di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata può portare a un migliore monitoraggio delle attività di pesca nel loro complesso ed è più efficace in termini di costi a livello di organizzazione e attuazione.

 
  
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  Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore del testo presentato dalla Collega Estévez, alla quale vanno i miei apprezzamenti per il lavoro svolto. Credo, infatti, che l’Unione europea debba dotarsi di tutti gli strumenti possibili al fine di prevenire e combattere il commercio illegale e al contempo preservare il mercato ittico, che da sempre costituisce un solido pilastro della Politica comune della pesca.

È perciò tempo che si adottino e soprattutto si rispettino regole severe, si vieti anche l’ingresso alle navi che non osservano le norme europee ed internazionali sulla pesca e si garantiscano maggiori informazioni su tutte le navi che chiedono di entrare nei porti. Non dimentichiamo che da anni l’Europa, che costituisce la terza potenza al mondo nel settore della pesca, si batte affinché gli Stati membri e i Paesi terzi rispettino le norme, al fine di garantire un mercato sostenibile della pesca e preservare l’ambiente ittico da possibili danni.

 
  
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  Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Concordo con il progetto di decisione del Consiglio in merito all’approvazione, da parte dell’Unione europea, dell’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Credo che l’efficacia di tali misure sia essenziale per garantire la conservazione e la sostenibilità degli ecosistemi marini e, dunque, per lo sfruttamento dei mari e le relative industrie. Per assicurarne l’efficacia, è necessario che tali misure siano applicate in maniera armoniosa dagli Stati membri controllando gli sbarchi dalle navi, i trasbordi e altre operazioni svolte nei rispettivi porti. Desidero pertanto sottolineare l’importanza del punto proposto in merito al meccanismo di condivisione delle informazioni che deve sostenere tale accordo.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La pesca illegale è un fenomeno che mette a repentaglio tutte le misure che la comunità internazionale e l’Unione europea in particolare hanno intrapreso per consentire un’attività di pesca dinamica e solida controbilanciata dal necessario ripopolamento degli stock ittici.

Nel 2007, il comitato per la pesca dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) ha convenuto di elaborare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sulle misure di competenza dello Stato di approdo per scoraggiare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Successivamente, nel 2009, è stato adottato un accordo a Roma che ora si intende approvare a nome dell’Unione.

Vista l’importanza della questione, specialmente per una nazione marittima come il Portogallo, voto a favore dell’approvazione dell’accordo.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) Nel 2001, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) ha creato un piano di azione internazionale per evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IPOA-IUU). Nel 2005, la FAO ha approvato una serie di misure che gli Stati di approdo per pescherecci o navi che trasportano pesce devono adottare per combattere la pesca illegale. La conservazione delle risorse naturali, soprattutto quelle marittime, è una preoccupazione costante dell’Unione europea che cerca di prevenire la pesca illegale con tutti i mezzi a sua disposizione. L’Unione ha dunque seguito con grande attenzione tutte le misure approvate dalla FAO svolgendo un ruolo attivo e costruttivo, non da ultimo elaborando l’accordo adottato in occasione della XXXVI sessione della conferenza della FAO tenutasi a Roma dal 18 al 23 novembre 2009. Concordo con la posizione adottata dalla relatrice in merito alla necessità di esortare la Commissione europea non soltanto a stipulare il presente accordo, ma anche a continuare a esercitare pressioni sulle agenzie internazionali, la FAO in particolare, in modo che le misure ipotizzate siano approvate.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) L’accordo è stato adottato in occasione della XXXVI sessione della conferenza dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) tenutasi a Roma nel novembre 2009 a conclusione del processo di dibattito preceduto da una serie di altri accordi e codici di condotta adottati negli ultimi vent’anni sotto l’egida della FAO.

La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata rappresenta una minaccia globale per lo sviluppo sostenibile delle risorse acquatiche viventi. Pertanto, la lotta contro la pesca illegale deve essere una preoccupazione centrale di qualunque politica in materia di pesca, come anche un elemento essenziale della gestione internazionale della pesca presso le sedi competenti.

L’obiettivo dell’accordo è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’uso di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini. L’esperienza dimostra il buon rapporto tra costi ed efficacia e il ruolo fondamentale svolto dalle misure di competenza dello Stato di approdo, unitamente ad altri strumenti, nella lotta alla pesca illegale. Tale accordo propone inoltre una definizione allargata di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata che include un’ampia gamma di attività di pesca non regolamentate.

Abbiamo dunque votato a favore della relazione.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) L’accordo è stato adottato in occasione della XXXVI sessione della conferenza dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) tenutasi a Roma nel novembre 2009 a conclusione del processo di dibattito preceduto da una serie di altri accordi e codici di condotta adottati negli ultimi vent’anni sotto l’egida della FAO.

La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata rappresenta una minaccia globale per lo sviluppo sostenibile delle risorse acquatiche viventi. Pertanto, la lotta contro la pesca illegale deve essere una preoccupazione centrale di qualunque politica in materia di pesca, come anche un elemento essenziale della gestione internazionale della pesca presso le sedi competenti.

L’obiettivo dell’accordo è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’uso di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini.

L’esperienza dimostra il buon rapporto tra costi ed efficacia e il ruolo fondamentale svolto dalle misure di competenza dello Stato di approdo, unitamente ad altri strumenti, nella lotta alla pesca illegale.

Abbiamo dunque votato a favore della relazione.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), per iscritto. – (EN) Nel novembre 2009 la conferenza della FAO ha approvato l’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata che può contribuire a ridurre al minimo questo tipo di pesca e garantire la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e anche degli ecosistemi marini. Poiché l’Unione europea è tra i principali rappresentanti della pesca internazionale e costituisce uno dei mercati globali più importanti per i prodotti ittici, è opportuno e appropriato promuovere l’adozione di tali proposte anche da parte delle istituzioni europee.

 
  
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  Pat the Cope Gallagher (ALDE), per iscritto. – (GA) Lo scopo della conferenza della FAO alla quale tale decisione è riconducibile consiste nell’evitare, nello scoraggiare e nell’eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata tramite misure efficaci di competenza dello Stato di approdo. Fondamentalmente per “misure di competenza dello Stato di approdo” si intendono misure che gli Stati costieri possono applicare alle navi che non hanno il diritto di battere la loro bandiera in porto o chiedono l’autorizzazione per entrare in un porto.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché l’obiettivo dell’accordo consiste nell’evitare, nello scoraggiare e nell’eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata tramite l’attuazione di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini.

L’accordo sarà applicato dalle parti nella loro veste di Stati di approdo alle navi che non hanno il diritto di battere la loro bandiera quando chiedono il permesso di accedere a un porto o vi sono ormeggiate. L’accordo copre non soltanto i pescherecci, bensì anche le navi utilizzate per attività correlate alla pesca, come le navi impiegate per il trasporto di prodotti ittici e propone una definizione allargata di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata intesa a includere un’ampia gamma di attività di pesca non regolamentate. Gli allegati, parte integrante dell’accordo, specificano le informazioni che le navi sono tenute a fornire preliminarmente quando chiedono di entrare nei porti delle parti, nonché indicazioni per le procedure di ispezione, la gestione dei risultati delle ispezioni, i sistemi di informazione e i requisiti di formazione. Le parti dovrebbero collaborare per istituire un meccanismo di condivisione delle informazioni, preferibilmente coordinato dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), unitamente ad altre iniziative intergovernative e multilaterali pertinenti, nonché agevolare lo scambio di informazioni con i database esistenti rilevanti ai fini dell’accordo.

 
  
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  Jarosław Kalinowski (PPE), per iscritto. – (PL) Secondo le previsioni scientifiche, entro metà del XXI secolo, sarà normale che gli oceani e i mari della Terra siano completamente depauperati a causa della nostra gestione sconsiderata delle risorse naturali, e mi riferisco nella fattispecie a pesci e molluschi. Nonostante le limitazioni e i divieti introdotti, gran parte delle attività di pesca illegale prosegue, una pesca che potrebbe essere definita addirittura un saccheggio. È dunque necessario intensificare il monitoraggio per evitare la distruzione degli ecosistemi acquatici e un conseguente disastro ecologico. Una politica della pesca razionale è particolarmente importante vista la crisi alimentare, minaccia con la quale ci stiamo confrontando in un momento in cui la popolazione mondiale sta aumentando. L’Unione europea, in quanto mercato più grande per tali prodotti, dovrebbe dunque sostenere le misure intese ad evitare violazioni delle normative vigenti in materia di pesca.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Accolgo con favore questo accordo il cui obiettivo è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’attuazione di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione concernente l’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata perché credo che questo tipo di pesca comporti una grave minaccia globale per le risorse acquatiche viventi. Il mercato è insaziabile e depaupera le risorse naturali. Dobbiamo arginare le tecniche di pesca industriali, che non fanno altro che saccheggiare. Il depauperamento delle risorse ittiche è un problema ambientale, ma anche un problema sociale. Accolgo dunque con favore questa relazione positiva sull’accordo adottato dalla XXXVI sessione della conferenza dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) che pone fine a un lungo periodo di dibattito che aveva già portato all’adozione di una serie di codici di condotta. Penso che combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata debba costituire un elemento fondamentale di qualunque politica in materia di pesca che sia degna di questo nome. Voto dunque a favore della relazione su un accordo i cui obiettivi consolidati sono evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale applicando misure efficaci nello Stato di approdo per consentire in tal modo la conservazione a lungo termine e lo sfruttamento razionale e sostenibile degli ecosistemi marini.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), per iscritto. – (EN) So che l’obiettivo dell’accordo è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’attuazione di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini. Il 31 gennaio 2011 i 23 membri della FAO hanno sottoscritto l’accordo e sono stati depositati due strumenti di adesione. Poiché l’Unione europea è un attore importante nella pesca internazionale e uno dei principali mercati mondiali per i prodotti della pesca, nella relazione si propone che il Parlamento dia il suo consenso alla stipula dell’accordo appoggiando fermamente la Commissione europea e incoraggiandola a continuare a esercitare pressioni per l’adozione di tali proposte. Ho votato a favore.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) L’obiettivo dell’accordo in questione è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata tramite l’uso di misure effettive di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini, misure che riguarderebbero non solo i pescherecci, ma anche le navi che possono essere utilizzate per il trasporto dei prodotti ittici. L’accordo propone inoltre una definizione allargata di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata che include un’ampia gamma di attività di pesca non regolamentate.

L’accordo rientra nel piano di azione internazionale per evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IPOA-IUU) elaborato dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) nell’ambito del codice di condotta dell’ONU sulla pesca responsabile.

Poiché la pesca illegale è uno dei principali flagelli dell’attuale settore della pesca, tale accordo è particolarmente importante, soprattutto in un momento in cui l’Unione è in procinto di elaborare la nuova politica comune della pesca (PCP).

Ho pertanto votato a favore della relazione.

 
  
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  Phil Prendergast (S&D), per iscritto. – (EN) L’approvazione dell’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata va accolta con favore. L’accordo è uno strumento fondamentale per garantire che l’Unione sia ben attrezzata per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata nelle nostre acque. L’Irlanda, e in particolare l’Irlanda del sud, ha un’industria della pesca fiorente e tale accordo contribuirà a combattere la pesca illegale, una delle minacce globale più gravi allo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche viventi. È incredibilmente importante che l’Unione abbia partecipato a questo processo sin dall’inizio e abbia svolto un ruolo attivo e costruttivo nell’elaborazione dell’accordo perché la lotta alla pesca illegale costituisce una componente essenziale della politica comune della pesca.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata rappresenta un grave ostacolo allo sviluppo sostenibile perché può incidere sulle “risorse acquatiche viventi”. L’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è stato stipulato sotto l’egida dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e richiede l’approvazione del Parlamento europeo per diventare definitivamente vincolante per l’Unione, per cui ho votato a favore della stipula dell’accordo in quanto è un elemento chiave della politica comune della pesca.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE), per iscritto. – (FR) Adottando la relazione della collega Fraga Estévez oggi all’ora di pranzo, il Parlamento ha dato il suo consenso affinché l’Unione europea stipuli un accordo internazionale vincolante per combattere la pesca illegale, dimostrando in tal modo anche il suo impegno nei confronti di una pesca responsabile. Vale la pena di ricordare che la pesca illegale è ancora una delle minacce più gravi allo sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine, una minaccia grave quanto la pesca intensiva. Combattere questo tipo di pesca, che depaupera le risorse biologiche marine e gli ecosistemi, è un obiettivo fondamentale per l’Unione europea. Il recente annuncio da parte della signora Commissario Damanaki relativo a un nuovo sistema di controllo della pesca, grazie al quale il pesce sarà rintracciabile dal luogo di cattura alla tavola, è incoraggiante. L’introduzione il 1° gennaio 2012 di un nuovo sistema a punti (che si sommano fino alla sospensione della licenza) è particolarmente importante. Tale sistema è volto a garantire che le violazioni gravi siano trattate nello stesso modo con multe deterrenti a partire da un minimo del quintuplo del valore di mercato del pesce catturato illegalmente. Questo sistema di rintracciabilità, abbinato a poteri di controllo e sanzionamento per gli ispettori dispiegati in tutto il territorio europeo, è uno strumento essenziale per arginare la pesca illegale.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata resta una delle minacce globali più gravi per lo sviluppo sostenibile delle risorse acquatiche viventi. La lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è una componente essenziale della politica comune della pesca e l’Unione dovrebbe essere in grado di promuovere la cooperazione internazionale al riguardo partecipando in maniera attiva e costruttiva all’adozione di uno strumento internazionale sulle misure di competenza dello Stato di approdo.

L’Unione europea è membro dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite e delle tre organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP). I meccanismi dello Stato di approdo adottati nell’ambito di dette organizzazioni sono stati recepiti nel diritto comunitario che prevede anche norme complete sull’accesso ai servizi portuali, gli sbarchi e i trasbordi di prodotti ittici da parte di navi di paesi terzi nei porti europei, nonché meccanismi di cooperazione e assistenza tra Unione e paesi terzi.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − La pesca illegale rappresenta una delle minacce più gravi a livello mondiale per lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche viventi. La lotta a questa forma di sfruttamento costituisce una componente essenziale della politica comune della pesca; l’UE deve essere in grado di promuovere la cooperazione internazionale in questo settore, partecipando in modo attivo e costruttivo all’adozione di uno strumento internazionale relativo alle misure dello Stato di approdo.

Nel 2001 la FAO ha elaborato un piano d’azione internazionale volto a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Tale piano d’azione, seguendo un approccio olistico, prevede una serie di azioni da intraprendere da parte degli Stati di bandiera, costieri e di approdo. Il documento adottato oggi mira a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale mediante l’applicazione di efficaci misure di competenza dello Stato di approdo, assicurando così la conservazione a lungo termine e lo sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine e degli ecosistemi marini.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. – (EN) Le misure di competenza dello Stato di approdo sono uno strumento importante nella lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. La pesca illegale è un’attività criminale internazionale che sta danneggiando i nostri ecosistemi marini, minacciando la nostra sicurezza alimentare e distruggendo i mezzi di sussistenza di chi pratica la pesca legalmente. Tuttavia, la nostra azione contro la pesca illegale non deve comportare soltanto le misure di competenza dello Stato di approdo; dobbiamo anche condurre campagne per porre fine all’uso delle “bandiere di comodo”, che spesso permettono alle navi di operare illegalmente nell’impunità. Un registro globale dei pescherecci potrebbe rappresentare anch’esso un passo importante, al pari della rintracciabilità dei prodotti della pesca.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. – (PT) Evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata rappresenta una priorità fondamentale per il successo della politica comune della pesca (PCP). L’obiettivo dell’accordo è evitare, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’uso di misure efficaci di competenza dello Stato di approdo, garantendo in tal modo la conservazione a lungo termine e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini. La pesca illegale continua a essere una delle minacce globali più gravi allo sfruttamento delle risorse acquatiche viventi e l’Unione ha svolto un ruolo attivo e costruttivo nella preparazione di tale progetto di accordo.

Attraverso il dispositivo previsto dallo strumento internazionale per le misure di competenza dello Stato di approdo, le parti negheranno l’ingresso nei propri porti in presenza di prove sufficienti del fatto che la nave che intende entrarvi è stata implicata in attività di pesca illegale o attività correlate. Alla luce di tali considerazioni, reputo l’accordo in oggetto un contributo importante all’attuale lotta internazionale contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e voto a favore della sua approvazione.

 
  
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  Viktor Uspaskich (ALDE), per iscritto. – (LT) Sebbene la Lituania sia piccola, il settore della pesca svolge un ruolo economico e sociale importante per le piccole comunità del mio paese. La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata costituisce una minaccia grave alla sostenibilità della pesca in Lituania. Gli stock ittici sono depauperati, l’ambiente marino è distrutto e i pescatori onesti si trovano in una posizione scomoda. Nel solo Baltico 3 800 posti di lavoro sono a rischio a causa della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Secondo il Pew Environment Group, la pesca non dichiarata costa ai pescatori lituani più di 1,1 milioni di euro all’anno, una somma molto cospicua viste le dimensioni del paese e il fatto che questi problemi possono essere evitati. La pesca non regolamentata è particolarmente distruttiva per la pesca del merluzzo nel Baltico, già in condizioni mediocri. Il merluzzo è il pesce più prezioso nel Baltico e la maggior parte dei pescatori lituani dipende da tali stock. I nostri pescatori di merluzzo, però, devono confrontarsi con catture illegali, non dichiarate e non regolamentate superiori del 40 per cento agli sbarchi ufficiali. Se la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata cessasse, la pesca del merluzzo nel Baltico potrebbe riprendersi. Nondimeno, affinché ciò accada, dobbiamo colmare le lacune che permettono agli operatori illegali di trarre profitto dalle loro attività. Dobbiamo imporre sanzioni più dure ai trasgressori.

 
  
  

Relazione McCarthy (A7-0147/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Milioni di europei si avvalgono del diritto di commerciare nel mercato interno dell’Unione, nonché vivere, lavorare e viaggiare nell’Unione. La Comunità ha normative in materia di contenziosi transfrontalieri ed è previsto il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudici nazionali. Tuttavia, giungere a un provvedimento è solo una parte del processo: cittadini e imprese devono avere il diritto di ottenerne l’effettiva esecuzione. Una componente essenziale di un’esecuzione effettiva è costituita dalla possibilità che i giudici, come provvedimento transitorio, agiscano celermente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali del debitore. In assenza di siffatte misure, commercianti senza scrupoli e altri debitori possono sottrarsi alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i loro beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore dell’effettiva esecuzione della sentenza all’interno del mercato unico. Il cittadino o l’impresa avrà speso denaro e tempo per ottenere un provvedimento giudiziario soltanto per dover ricorrere ai giudici di un altro Stato senza alcuna garanzia di successo o giustizia. La relazione sottolinea dunque la necessità di un regime efficace in materia di trasparenza e congelamento degli attivi patrimoniali del debitore, ragion per cui voto a favore.

 
  
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  Alfredo Antoniozzi (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, il mercato interno è senza dubbio lo strumento più importante a disposizione dell’Unione europea per promuovere la crescita all’indomani della recente crisi finanziaria. I milioni di cittadini e di imprese che usufruiscono dei vantaggi del mercato interno devono essere in grado di esercitare i loro diritti e poter liberamente viaggiare, lavorare e vivere in tutta l’Europa. Per questo motivo essi devono anche disporre di mezzi di ricorso efficaci qualora intendano agire nei confronti di un altro cittadino o impresa che metta in pericolo questi diritti.

Ad oggi esistono alcuni strumenti all’interno dell’Unione europea che consentono il recupero dei crediti transfrontalieri e il mutuo riconoscimento delle sentenze dei tribunali nazionali; tuttavia manca ancora un effettivo diritto all’esecuzione delle sentenze. L’istituzione di un regime efficace per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali del debitore, insieme ad una intensificazione della cooperazione tra le autorità esecutive dei diversi Stati membri, costituiscono gli strumenti adatti per riuscire a colmare queste lacune. Per questo motivo ho dato il mio voto favorevole alla relazione della collega McCarthy.

 
  
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  Raffaele Baldassarre (PPE), per iscritto. − Una componente imprescindibile per l’effettiva esecuzione delle sentenze è la possibilità per i giudici, come provvedimento transitorio, di agire celermente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori. In assenza di siffatte misure, commercianti senza scrupoli e altri debitori possono sottrarsi alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i loro beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore dell’effettiva esecuzione della sentenza all’interno del mercato unico.

Per questo motivo è necessaria la creazione di un vero e proprio 28° regime, ossia di un mezzo di tutela europeo autonomo aggiuntivo rispetto a quelli disponibili presso i tribunali nazionali. Questa misura preventiva costituirà, inoltre, un ulteriore deterrente nei ritardi di pagamento e avrà l’effetto di rendere trasparenti gli attivi patrimoniali nei contenziosi transfrontalieri.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), per iscritto. – (RO) La presente relazione è importante in termini di ampliamento del mercato unico al settore del prefinanziamento transfrontaliero. Al momento tale attività è parzialmente bloccata dalla riluttanza dei creditori in uno Stato membro a concedere prestiti a debitori che vivono in un altro Stato membro. Un esempio specifico è rappresentato dalla situazione in cui un residente in uno Stato membro vuole accendere un mutuo ipotecario presso una banca ubicata in un altro Stato membro. Attualmente una siffatta operazione non è possibile, il che significa che i consumatori non hanno di fatto il diritto di acquistare prodotti (nella fattispecie bancari) in qualunque Stato membro dell’Unione. Il motivo per il quale una banca si rifiuta di concedere mutui ipotecari a persone che non siano residenti nello stesso Stato membro (anche quando la banca corrispondente è una multinazionale ed è rappresentata in diversi Stati membri da filiali o succursali) è che, in caso di insolvenza rispetto al mutuo, la banca è obbligata a procedere con un’esecuzione coatta secondo la lex rei sitae (il diritto dello Stato in cui è ubicato l’immobile per il quale il mutuo è stato acceso dalla banca mutuante) e non secondo il diritto dello Stato in cui il creditore ha la sede legale. Se dovesse essere istituito un 28° regime come suggerito dalla relazione, ciò agevolerebbe le operazioni transfrontaliere basate sul credito.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), per iscritto. – (FR) La percentuale di successo nel recupero dei debiti in sofferenza è notevolmente bassa. Il trasferimento degli attivi patrimoniali del debitore in un altro paese è diventato un problema importante per molti creditori.

Un regolamento che preveda misure correttive che permetterebbero di ottenere provvedimenti transitori prima, durante e dopo il procedimento principale rappresenterà un progresso significativo per i cittadini europei nella lotta contro tali debitori disonesti.

I cittadini europei sono per la maggior parte dipendenti e in questo momento di crisi economica troppo spesso cadono vittime di procedimenti per insolvenza perché le aziende per cui lavorano falliscono.

Come relatore ombra per il progetto di parere dell’onorevole Girling sui procedimenti per insolvenza, ho ritenuto che fosse necessario assicurare ai dipendenti una tutela giuridica maggiore e armonizzata, maggiore sicurezza giuridica e, soprattutto, misure correttive efficaci.

Propongo che quando viene intentato un procedimento per insolvenza contro un datore di lavoro debitore, il curatore abbia la possibilità entro sei mesi di ordinare con effetto retroattivo la conservazione del patrimonio nel caso in cui l’azienda abbia proceduto al trasferimento dei capitali.

 
  
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  Jan Březina (PPE), per iscritto. – (CS) Concordo con l’idea che l’ordine europeo di conservazione del patrimonio (OECP) e l’ordine europeo di divulgazione del patrimonio (OEDP) debbano essere misure correttive indipendenti a integrazione delle misure previste dal diritto nazionale e debbano essere applicati soltanto in casi transfrontalieri. L’emissione di un ordine europeo di conservazione del patrimonio dovrebbe essere interamente a discrezione del giudice nazionale. Inoltre, l’onere della prova dovrebbe essere a carico dell’istante, il quale dovrebbe fornire idonea dimostrazione della plausibilità giuridica (fumus boni juris) e dell’urgenza (periculum in mora) di un caso. Tali criteri dovrebbero essere valutati dai giudici nazionali sulla base della giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia europea. L’effetto di un ordine europeo di conservazione del patrimonio dovrà comportare unicamente il congelamento dei conti bancari e il temporaneo congelamento dei depositi bancari, senza concedere ai creditori alcun tipo di diritto di proprietà sul patrimonio del debitore. Occorrerebbe inoltre approfondire l’applicabilità dell’ordine ad altri tipi di beni, come immobili o futuri attivi (crediti a breve termine o eredità).

 
  
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  Cristian Silviu Buşoi (ALDE), per iscritto. – (RO) Un numero elevatissimo di imprese nell’Unione svolge la propria attività commerciale all’interno del mercato unico, mentre i cittadini dell’Unione hanno il diritto di stabilirsi, lavorare o viaggiare liberamente nella Comunità. Come abbiamo sottolineato quando abbiamo discusso la legge sul mercato unico volta ad approfondire il mercato interno e promuovere le operazioni transfrontaliere, e-commerce compreso, abbiamo bisogno di garanzie per poter recuperare debiti transfrontalieri. Sono pienamente a favore dell’idea contenuta nella relazione di chiedere alla Commissione di proporre strumenti più efficaci per attuare le normative in maniera da integrare quelle già esistenti per gestire i contenziosi transfrontalieri, come il regolamento Bruxelles I o il procedimento per la composizione di controversie di modesta entità. I giudici dovrebbero disporre degli strumenti necessari per agire celermente e congelare gli attivi patrimoniali del debitore o presunto tale, anche se non in tutte le circostanze. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la tutela dei creditori e la tutela dei diritti dei debitori per evitare situazioni arbitrarie.

La possibilità di ottenere un ordine europeo di conservazione del patrimonio senza notifica e senza aver udito l’altra parte è una violazione dei diritti del debitore ed è contraria all’attuale giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. La relazione non assicura dunque il giusto equilibrio in quanto occorre una migliore salvaguardia dei diritti dei debitori.

 
  
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  Alain Cadec (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole McCarthy che chiede alla Commissione di proporre un ordine europeo di conservazione del patrimonio e un ordine europeo di divulgazione del patrimonio. Ambedue gli strumenti dovrebbero essere misure correttive indipendenti e integrative di quelle previste dal diritto nazionale.

 
  
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  Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) È indispensabile un sistema efficace per prevenire e penalizzare le situazioni di mancato pagamento quando si verificano tra soggetti i cui beni sono ubicati in diversi paesi perché altrimenti la libera circolazione di persone, prodotti, servizi e capitali nell’Unione comprometterebbe la certezza giuridica del pubblico europeo. Pertanto, apprezzo e concordo con le raccomandazioni formulate alla Commissione in merito alle misure proposte in materia di congelamento e trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori nei casi transfrontalieri.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. – (FR) I ritardati e mancati pagamenti danneggiano sia le aziende sia i consumatori. Anche quando un giudice ha pronunciato un provvedimento, nella pratica è spesso difficile per i creditori recuperare i propri crediti se non sono disponibili informazioni sull’ubicazione del debitore e del suo patrimonio. È persino più difficile quando il debitore è domiciliato in un altro Stato membro. Al momento la percentuale di crediti transfrontalieri recuperati con successo è particolarmente bassa e il costo della procedura di recupero di un credito transfrontaliero può essere proibitiva, dissuadendo dunque le parti dall’intraprendere un procedimento legale. È giunto il momento di semplificare e accelerare la procedura di recupero. Per migliorare il recupero dei crediti nell’Unione europea e, in tal modo, tutelare più efficacemente i consumatori e incoraggiare gli scambi tra Stati membri, la Commissione deve proporre nuove normative sul congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione perché illustra una serie di misure che contribuiranno a evitare che commercianti senza scrupoli e altri debitori possano sottrarsi alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i loro beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore dell’effettiva esecuzione della sentenza all’interno del mercato unico.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) All’epoca dell’adozione del programma di Stoccolma alla Commissione era stato chiesto di presentare proposte specifiche volte a instaurare un sistema europeo semplice e autonomo per il sequestro dei conti bancari e il congelamento temporaneo dei depositi bancari. Le attuali normative europee prevedono i contenziosi transfrontalieri e il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudici nazionali, ma ancora non garantiscono che i provvedimenti giudiziari corrispondenti siano effettivamente eseguiti.

In tali circostanze e a seguito dell’adozione da parte del Parlamento di varie risoluzioni che rafforzano tale idea, nell’odierna relazione di iniziativa, la relatrice chiede alla Commissione di introdurre due strumenti, un ordine europeo di conservazione del patrimonio (OECP) e un ordine europeo di divulgazione del patrimonio (OEDP), da recepire nel diritto nazionale e riguardanti unicamente casi transfrontalieri. Gli strumenti in questione sono volti a garantire la celere esecuzione dei provvedimenti dei giudici, consentendo il congelamento degli attivi patrimoniali dei debitori e impedendo il trasferimento o la delocalizzazione di tali attivi.

Mi complimento pertanto con la relatrice e penso che si tratti di misure necessarie in grado di assicurare una maggiore certezza e sicurezza giuridica, difendendo anche un migliore funzionamento del mercato interno.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) L’opportunismo e l’avidità di alcuni individui e imprenditori li stanno inducendo a sfruttare la libera circolazione di persone e prodotti nell’Unione europea a danno di terzi. Nonostante i regolamenti in vigore, come il regolamento Bruxelles I, l’ordine di esecuzione europeo, la procedura europea per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea, non è sempre possibile, e sicuramente non celere, ottenere l’esecuzione effettiva di un provvedimento giudiziario nel mercato unico. L’odierna relazione, che contiene una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione europea in riferimento alle proposte formulate sul congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori nei casi transfrontalieri, gode del mio pieno appoggio e spero che in giugno disporremo di una proposta specifica con le misure da adottare al riguardo.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Riconosciamo la necessità di difendere i diritti dei consumatori nel mercato interno dell’Unione, specialmente quelli dei più vulnerabili. L’Unione attualmente già dispone di normative che prevedono i contenziosi transfrontalieri e il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudizi nazionali, tra cui il regolamento Bruxelles I, l’ordine di esecuzione europeo, la procedura europea per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea. Tuttavia, ottenere un provvedimento giudiziario è solo una parte del processo. Lo scopo della relazione è concedere ai singoli cittadini e alle imprese il diritto di ottenere l’effettiva esecuzione di tali provvedimenti.

Una componente essenziale di un’esecuzione effettiva è costituita dalla possibilità che i tribunali, come misura provvisoria, agiscano rapidamente per ordinare l’individuazione e il congelamento dei beni del debitore. Una siffatta misura è necessaria per garantire i diritti dei singoli cittadini e delle piccole e medie imprese (PMI). Naturalmente, però, ciò non modifica la nostra opposizione e le nostre riserve in merito agli aspetti fondamentali del mercato unico, alla sua natura, ai suoi obiettivi e al suo impatto.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Nel mercato interno creato dall’Unione europea sta diventando sempre più necessario difendere i diritti dei consumatori, soprattutto quelli a cui mancano risorse adeguate.

L’Unione già dispone di normative che prevedono i contenziosi transfrontalieri e il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudizi nazionali, tra cui il regolamento Bruxelles I, l’ordine di esecuzione europeo, la procedura europea per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea. Tuttavia, ottenere un provvedimento è solo una parte del processo.

Lo scopo della relatrice con il suo documento è concedere ai singoli cittadini e alle imprese il diritto di ottenere l’effettiva esecuzione di tali provvedimenti. Una componente essenziale di un’esecuzione effettiva è costituita dalla possibilità che i giudici, come provvedimento transitorio, agiscano celermente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali del debitore.

In assenza di siffatte misure, commercianti senza scrupoli e altri debitori possono sottrarsi alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i loro beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore dell’effettiva esecuzione della sentenza all’interno del mercato unico.

Il cittadino o l’impresa avrà speso denaro e tempo per ottenere un provvedimento giudiziario soltanto per dover ricorrere ai tribunali di un altro Stato senza alcuna garanzia di successo o giustizia.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché l’Unione europea già dispone di normative che prevedono i contenziosi transfrontalieri e il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudizi nazionali, tra cui il regolamento Bruxelles I, l’ordine di esecuzione europeo, la procedura europea per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea. Tuttavia, ottenere un provvedimento è soltanto una parte del processo; cittadini e imprese devono avere il diritto di ottenerne l’effettiva esecuzione. Una componente essenziale di un’esecuzione effettiva è costituita dalla possibilità che i giudici, come provvedimento transitorio, agiscano celermente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali del debitore. In assenza di siffatte misure, commercianti senza scrupoli e altri debitori possono sottrarsi alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i loro beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore dell’effettiva esecuzione della sentenza all’interno del mercato unico. Le istituzioni europee hanno richiamato l’attenzione sul bisogno di un regime efficace per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori.

 
  
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  Edvard Kožušník (ECR), per iscritto. – (CS) Sono personalmente a favore dell’idea che l’ordine europeo di conservazione del patrimonio e l’ordine europeo di divulgazione del patrimonio diventino parte del diritto comunitario, tanto più alla luce degli sviluppi legislativi degli ultimi anni, durante i quali misure come l’ordine di esecuzione europeo, la procedura per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea sono state incorporate nel diritto dell’Unione, perché tali misure non possono essere pienamente attuate senza l’introduzione dell’ordine europeo di conservazione del patrimonio e dell’ordine europeo di divulgazione del patrimonio.

Sebbene appoggi l’esortazione affinché la Commissione presenti una proposta di modifiche legislative su ambedue le misure, ciò non significa che automaticamente sosterrò la proposta della Commissione. Nel valutare la proposta porrò l’accento soprattutto sulla sua forma specifica, che dovrà sottolinearne l’uso esclusivo nei casi transfrontalieri, la giurisdizione per l’esercizio di tali misure e anche la limitazione al loro esercizio soltanto ai casi in cui è strettamente necessario.

 
  
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  David Martin (S&D) , per iscritto. – (EN) Accolgo con favore l’odierna relazione che, nel caso in cui la Commissione dovesse darvi seguito, dovrebbe aiutare le vittime di frodi. L’attuale assetto giuridico protegge i frodatori lasciando la vittima dibattersi nelle lungaggini burocratiche di un procedimento legale innegabilmente costoso. Tali proposte ribalterebbero una situazione attualmente iniqua concedendo alle vittime maggiori opportunità di rientrare in possesso del proprio denaro.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) La presente relazione solleva il problema delle garanzie di restituzione del debito delle banche. Le banche beneficiano di tassi di interesse preferenziali per garantirsi i propri utili. Tuttavia, continuano ad addebitare tassi spropositatamente elevati sul debito di Stati e cittadini. È urgentemente necessario salvare cittadini e Stati che sono vittime delle banche, non viceversa.

Voterò contro la relazione.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), per iscritto. – (ES) Nell’attuale contesto del mercato interno europeo è sempre più importante difendere i diritti dei consumatori, specialmente quelli meno abbienti. Le normative europee prevedono i contenziosi transfrontalieri, come anche il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudici nazionali, ma l’attuale procedura per il recupero di crediti transfrontalieri è ardua e ha costi proibitivi. Lo scopo della relazione contenente raccomandazioni sulle misure transitorie proposte per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori nei casi transfrontalieri è garantire alle imprese e ai cittadini europei il diritto di ottenere l’effettiva esecuzione di detti provvedimenti. L’assenza di una siffatta misura trasmette un segnale di impunità ai debitori recalcitranti e permette ai commercianti senza scrupoli di sottrarsi più facilmente alle proprie responsabilità in quanto basta che trasferiscano i propri beni in un’altra giurisdizione per evitare l’effettiva esecuzione di un provvedimento giudiziario. Ciò obbliga i cittadini a ricorrere ai giudici di un altro Stato membro senza alcuna garanzia di esito favorevole al termine di un procedimento innegabilmente costoso. Non ho dunque potuto votare contro la relazione in quanto contiene misure volte a salvaguardare tali diritti.

 
  
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  Georgios Papanikolaou (PPE), per iscritto. – (EL) Il libero commercio e il corretto funzionamento del mercato interno dell’Unione comportano diritti e obblighi. Uno dei diritti fondamentali dei cittadini è quello di disporre di idonee misure correttive nel caso in cui abbiano un contenzioso nei confronti di un singolo o un’azienda che ha causato loro una perdita.

Occorre inoltre prestare attenzione per garantire che qualunque provvedimento giudiziario sia eseguito celermente in maniera che soggetti o imprese responsabili e tenuti a un risarcimento non abbiano modo di sottrarsi alla propria responsabilità semplicemente trasferendo i propri beni in un’altra giurisdizione, privando in tal modo il creditore della possibilità di ottenere l’effettiva esecuzione del provvedimento nei confronti del debitore nel mercato unico. Questo escamotage pratico, eppure importante, è identificato nella relazione di iniziativa rispetto alla quale ho votato a favore.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) Lo strumento più importante di cui l’Unione dispone per promuovere la crescita nel pieno della crisi finanziaria è il suo mercato interno. Attualmente il diritto comunitario non è applicato in maniera efficace, specialmente nel campo della giustizia civile. L’attuale percentuale di pagamento dei debiti transfrontalieri è di fatto estremamente bassa, e ciò riguarda gli attivi patrimoniali sia dei singoli sia delle imprese. Tale circostanza in sé scoraggia gli scambi transfrontalieri trasmettendo un messaggio di impunità ai debitori e danneggia le prestazioni economiche dell’Unione. Infatti, il costo del recupero di crediti transfrontalieri è attualmente proibitivo per i creditori nei casi in cui gli attivi patrimoniali del debitore sono ubicati in Stati membri diversi. Questo impedisce al mercato interno di funzionare in maniera corretta. Misure a livello di Unione sono fondamentali per porre fine a tale situazione e garantire ai cittadini comunitari dispositivi correttivi efficaci in caso di contenzioso con altri cittadini o imprese, misure che semplifichino e accelerino la procedura di pagamento. Ho dunque votato a favore dell’odierna relazione in cui il Parlamento europeo chiede alla Commissione di formulare proposte legislative su misure per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali di dei debitori o presunti tali nei casi transfrontalieri.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Per creare un mercato unico, le parti devono poter contare sui meccanismi necessari per recuperare i propri crediti nell’Unione. Da tale concetto è nato, per esempio, il regolamento Bruxelles I, il cui obiettivo era istituire un sistema unico per il riconoscimento dei provvedimenti giudiziari nell’Unione europea. Continua tuttavia a essere estremamente difficile per un creditore ottenere l’esecuzione di un provvedimento concernente un credito se gli attivi patrimoniali del debitore sono distribuiti in vari Stati membri, cosa che, giova ribadirlo, crea gravi difficoltà nell’attuazione di un vero mercato unico. L’ordine europeo di conservazione del patrimonio (OECP) e l’ordine europeo di divulgazione del patrimonio (OEDP) possono dimostrarsi strumenti validi per rispondere a tale esigenza. Ho pertanto votato a favore della relazione.

 
  
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  Evelyn Regner (S&D), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore della relazione perché milioni di cittadini nel mercato interno europeo hanno bisogno di mezzi giuridici efficaci per affermare i propri diritti nei confronti di altri cittadini o imprese. Chi esercita il proprio diritto di vivere, lavorare e viaggiare nell’Unione europea non deve in futuro essere vittima di approfittatori senza scrupoli e altri debitori che si sottraggono alle proprie responsabilità semplicemente trasferendo i propri attivi patrimoniali in un altro paese. In tali casi, ai creditori viene spesso negata l’esecuzione del provvedimento nel mercato interno e, di conseguenza, cittadini o piccole imprese perdono denaro e tempo perché devono rivolgersi ai giudici di altri Stati membri dopo aver già avviato un procedimento giudiziario. Inoltre, per garantire l’effettiva esecuzione, i giudici devono poter ordinare la divulgazione e il congelamento degli attivi patrimoniali del debitore nel quadro di misure intese ad assicurare una transitoria tutela giuridica.

Le disposizioni di legge attualmente vigenti nell’Unione europea che consentono il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudizi nazionali e i contenziosi transfrontalieri, non sono sufficienti. Cittadini e imprese devono anche avere il diritto di ottenere l’effettiva esecuzione di tali provvedimenti. L’odierna relazione rappresenta un passo importante contro i frodatori e a favore dei cittadini e delle imprese del mercato interno europeo.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Milioni di imprese si avvalgono del diritto di svolgere attività commerciale nel mercato interno dell’Unione. Milioni di cittadini si avvalgono del diritto di vivere, lavorare e viaggiare nell’Unione europea. È essenziale che i cittadini del mercato interno dispongano di misure correttive efficaci in caso di contenzioso nei confronti di altri cittadini o imprese.

L’Unione già dispone di normative che prevedono i contenziosi transfrontalieri e il reciproco riconoscimento dei provvedimenti dei giudizi nazionali, tra cui il regolamento Bruxelles I, l’ordine di esecuzione europeo, la procedura per la composizione delle controversie di modesta entità e l’ingiunzione di pagamento europea. Tuttavia, ottenere un provvedimento è soltanto una parte del processo; cittadini e imprese devono avere il diritto di ottenerne l’effettiva esecuzione. Una componente essenziale di un’esecuzione effettiva è costituita dalla possibilità che i giudici, come provvedimento transitorio, agiscano celermente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali del debitore.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − All’interno del mercato europeo operano milioni d’imprese e milioni di cittadini esercitano il loro diritto di vivere, lavorare e viaggiare in tutti gli Stati membri. È quindi indispensabile che nel mercato interno i cittadini che intendono agire contro un’impresa, o un altro cittadino, dispongano dei necessari ed efficaci mezzi di ricorso.

All’interno dell’Unione europea vigono norme che consentono il recupero dei crediti transfrontalieri e il mutuo riconoscimento delle sentenze di tribunali nazionali ma spesso ottenere una sentenza è solo una parte del processo. Gli oltre 500 milioni di cittadini europei e le imprese devono avere il diritto a un’effettiva esecuzione delle sentenze. Una componente imprescindibile dell’effettiva esecuzione è la possibilità per i giudici, come provvedimento transitorio, di agire immediatamente per il congelamento e la trasparenza degli attivi patrimoniali dei debitori. La relazione che oggi adottiamo persegue l’obiettivo di invitare la Commissione a presentare rapidamente delle proposte su misure provvisorie per il congelamento e la trasparenza del patrimonio del debitore nei contenziosi transfrontalieri.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), per iscritto. – (EN) Appoggio la presente relazione di iniziativa perché sostiene l’introduzione di un ordine europeo di conservazione del patrimonio e un ordine europeo di divulgazione del patrimonio.

 
  
  

Relazione Chatzimarkakis (A7-0134/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della proposta perché concordo con le procedure di discarico, proponendo comunque idonei stanziamenti per ogni linea.

 
  
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  Bastiaan Belder (EFD), per iscritto. – (NL) Non posso appoggiare la concessione del discarico alla Commissione europea o agli altri organi e istituzioni. Il motivo più importante consiste nel fatto che la percentuale di errore resta troppo elevata. La relazione sulla Commissione europea del relatore Chatzimarkakis indica brillantemente gli ambiti che destano preoccupazione. Tuttavia, la commissione per il controllo dei bilanci non ha concluso che la concessione del discarico dovrebbe essere rinviata, nonostante il fatto che questo è proprio lo strumento che dovremmo utilizzare per esercitare pressioni sulla Commissione europea e gli Stati membri affinché procedano a miglioramenti. Pensiamo, per esempio, alle dichiarazioni di assicurazione nazionali. Orbene, tali dichiarazioni contribuiscono a migliorare la gestione condivisa, e ciò significa anche fondi strutturali.

Le tante norme complesse associate ai fondi strutturali e alle sovvenzioni di ricerca rappresentano un’altra difficoltà importante. Per questo ho presentato un emendamento alla relazione dell’onorevole Garriga Polledo della commissione speciale sulle sfide politiche e le risorse di bilancio per un’Unione europea sostenibile dopo il 2013. Con il mio emendamento chiedo che la Commissione europea garantisca che ogni proposta sia corredata da una valutazione di impatto, valutazione che deve essere svolta in maniera indipendente, non dalla stessa Commissione. Per concludere, la riduzione del fardello normativo e le dichiarazioni di assicurazione nazionali dovrebbero portare a meno errori nella gestione finanziaria. Concedendo il discarico, il Parlamento europeo rinuncia allo strumento più importante che abbia mai avuto a sua disposizione. La relazione Chatzimarkakis meritava un destino migliore.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 per la sezione Commissione europea, poiché, nonostante la difficoltà di gestire questi fondi, il risultato ottenuto dalla Corte dei conti mostra obiettivi miglioramenti. La maggiore trasparenza nella revisione contabile e le migliori performance mostrate da tutti gli attori coinvolti nella gestione dei fondi europei sono le due principali motivazioni che mi spingono a sostenere questo discarico.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. – (FR) Il voto sulla concessione del discarico alla Commissione per l’esercizio 2009 è giunto in un momento politico molto significativo, dato che i negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale saranno contraddistinti da una revisione del regolamento finanziario. Questa rappresentava dunque per il Parlamento un’opportunità per imprimere nuovo slancio e infondere nuova vitalità in una procedura che non viene sempre presa sul serio. Il Parlamento ha approvato la spesa di bilancio della Commissione per il 2009, avendo ottenuto impegni volti a conferire agli Stati membri più responsabilità e migliorare il controllo della spesa dell’Unione da parte delle autorità nazionali. È necessario introdurre sistemi di gestione e controllo più efficaci. In futuro, gli organi politici nazionali saranno tenuti a firmare dichiarazioni di gestione nazionali che li renderanno responsabili del modo in cui i fondi dell’Unione sono stati spesi nel loro paese. La crisi finanziaria che attualmente sta scuotendo l’Europa ha anche ripercussioni sul bilancio dell’Unione. Non possiamo tollerare scandali o malagestione della spesa.

 
  
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  Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Marita Ulvskog e Åsa Westlund (S&D), per iscritto. – (SV) Noi socialdemocratici svedesi abbiamo deciso di concedere il discarico alla Commissione per l’esercizio 2009.

Abbiamo tuttavia scelto di non appoggiare i paragrafi relativi allo statuto del personale dell’Unione. Riteniamo che possa essere necessario per il personale della Commissione disporre di ulteriori giorni di viaggio in quanto può accadere che alcuni debbano percorrere modalità di trasporto. Inoltre, è possibile apportare modifiche allo statuto del personale dell’Unione soltanto nel quadro di una procedura di codecisione tra Parlamento e Consiglio. La procedura di discarico non è dunque la sede giusta per tali questioni. La riforma dello statuto del personale sarà affrontata successivamente in sede di commissione giuridica del Parlamento europeo.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Apprezzo i continui miglioramenti apportati negli ultimi anni dalla Corte dei conti per quel che riguarda le prestazioni di tutti i responsabili dei fondi. Trasparenza, gestione sana e responsabilità di tutti i soggetti coinvolti devono essere sempre una priorità e un esempio per l’Unione europea.

Tuttavia, permane ancora la necessità di creare una vera responsabilità degli Stati membri per quanto concerne il loro ruolo nella gestione condivisa dei fondi di coesione dell’Unione, restando imperativa l’introduzione di un sistema per analizzare l’attendibilità dei dati presentati dalle agenzie nazionali e un sistema obbligatorio di dichiarazioni di gestione nazionali. È fondamentale che gli Stati membri si assumano la responsabilità dell’uso corretto dei fondi europei e sviluppino politiche di controllo e semplificazione serie e trasparenti.

 
  
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  Louis Grech (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione sul discarico alla Commissione per l’esercizio 2009 perché dà una garanzia di migliore gestione dei pagamenti nei casi in cui i fondi sono utilizzati in maniera impropria. Non ho potuto appoggiare alcuni paragrafi della relazione che facevano riferimento all’imminente revisione dello statuto dei funzionari delle Comunità europee. Tale decisione è stata dettata dal fatto che la revisione dello statuto del personale esula dal mandato della commissione per il controllo dei bilanci e non rientra nella relazione di discarico del 2009, essendo invece di competenza della commissione giuridica che si occuperà di tali questioni in un prossimo futuro. Ritengo che dobbiamo assumere un approccio globale e procedere a una radicale revisione dello statuto nel suo complesso, anziché intervenirvi frammentariamente con varie relazioni riguardanti diversi regolamenti.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione sul discarico per l’esecuzione del bilancio della Commissione per l’esercizio 2009 perché fornisce una migliore garanzia di gestione per quanto concerne i pagamenti, specialmente nei casi in cui i fondi sono utilizzati in maniera impropria. Adottando tale decisione, il Parlamento europeo concede il discarico alla Commissione per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009 formulando i propri commenti in documenti correlati. Ritengo necessario semplificare e ridurre le norme in materia di appalti pubblici per contenere l’incidenza complessiva degli errori. I problemi di governo tra il regolamento finanziario e i regolamenti di coesione possono essere evitati con un migliore allineamento delle norme di ammissibilità applicabili alle varie politiche. La semplificazione, soprattutto rispetto alla revisione del regolamento finanziario, deve garantire norme stabili e programmi di gestione a lungo termine. Mi rammarico per il fatto che valutando l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009 la Corte dei conti ha nuovamente scelto di concentrarsi sulle politiche in materia di ricerca ed energia anziché sulla politica per i trasporti. Occorre nondimeno una maggiore trasparenza fornendo ai contribuenti e alle autorità di bilancio informazioni corrette, nonché un maggiore coordinamento delle politiche e regionali e di trasporto, poiché attualmente viene attribuita ben poca attenzione al potenziale valore aggiunto europeo dei progetti e, pertanto, i fondi europei non sono impiegati nella maniera più efficace possibile per eliminare strozzamenti e problemi derivanti da collegamenti inadeguati o attraversamenti di frontiera.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Credo fermamente che la relazione metta in luce la necessità che la Commissione intraprenda un’approfondita revisione della spesa per individuare le possibili fonti di risparmio che potrebbero ridurre la pressione sul bilancio nell’attuale periodo di austerità.

 
  
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  Paul Murphy (GUE/NGL), per iscritto. – (EN) Ho votato contro le proposte di discarico alla Commissione rispetto all’obbligo di rendicontare la sua spesa perché la relazione non mi è parsa chiara. Ho invece votato a favore della proposta di risoluzione perché vi emerge molte volte l’idea generale dell’efficienza dei costi nell’Unione. Sono favorevole al taglio dei costi per quanto concerne la Commissione e le sue agenzie. Ciò non può però avvenire a spese dei normali dipendenti della Commissione, come si è suggerito nel paragrafo 81. Non accetto che un lavoratore debba essere costretto a lavorare più a lungo a causa dei tagli, a prescindere da chi sia il datore di lavoro. I diritti dei lavoratori vanno garantiti e difesi. Se la loro funzione è diventata obsoleta, devono avere accesso a incarichi analoghi alle medesime condizioni. Rappresentanti eletti che attuano una riduzione del tenore di vita dei lavoratori dovrebbero perlomeno accettare che un pari trattamento sia riservato ai loro stessi privilegi. Continuerò a chiedere che i rappresentanti pubblici percepiscano il salario medio di un operaio qualificato e l’eliminazione di costi, benefici e altri privilegi inutili.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Con l’odierno documento il Parlamento europeo concede alla Commissione il discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009 e formula le proprie osservazioni nella risoluzione che costituisce parte integrante delle decisioni sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009, Sezione III – Commissione e agenzie esecutive, nonché nella sua risoluzione sulle conclusioni relative alle relazioni speciali pubblicate dalla Corte dei conti.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − A norma dell’articolo 17, paragrafo 1, del trattato sull’Unione europea, la Commissione dà esecuzione al bilancio e, a norma dell’articolo 317 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, espleta tali compiti in cooperazione con gli Stati Membri, sotto la propria responsabilità, in conformità del principio della buona gestione finanziaria. Con l’adozione di questa il Parlamento europeo esprime il proprio parere favorevole alla concessione del discarico, alla Commissione, per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Non ho né concesso né negato il discarico alla Commissione. Il motivo è che, da un lato, nel 2009 la Corte dei conti europea non è nuovamente stata in grado di formulare una dichiarazione positiva e, dall’altro, la relazione afferma con sufficiente chiarezza che ciò dipende soprattutto dalla cooperazione inadeguata degli Stati membri in quanto beneficiari dei fondi. Concedere il discarico a un sistema deficitario non contribuisce in alcun modo a migliorare la situazione. I controlli vanno garantiti prima che i fondi siano erogati.

 
  
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  Anna Záborská (PPE), per iscritto. – (SK) La Corte dei conti stima che le irregolarità finanziarie o persino i possibili casi di appropriazione indebita di risorse nel 2009 ammontino al 2-5 per cento di tutti i pagamenti, cifra che supera di gran lunga il contributo annuale della Slovacchia al bilancio dell’Unione europea. Ci si aspetta che approviamo i conti delle 27 agenzie europee, sebbene sospetti che l’Europa starebbe meglio senza tali agenzia. Per di più, nel progetto di bilancio per il prossimo anno effettueremo aumenti proprio nei settori in cui la verifica ha riscontrato le maggiori discrepanze. Più triste di tutto è il fatto che non fa alcuna differenza se il Parlamento dà o meno la sua benedizione alla gestione delle agenzie e delle istituzioni europee. Tutto andrà avanti come al solito. Le norme più rigide per la ridistribuzione e la contabilizzazione di tali risorse non risolveranno alcunché perché porteranno a una maggiore burocrazia e pagamenti più lenti, compromettendo dunque, in ultima analisi, l’efficacia dei programmi di sostegno. Vorrei pertanto chiedere una graduale abolizione della ridistribuzione che sta diventando uno strumento tutt’altro che trasparente per l’ingegneria sociale del presente distorcendo il mercato, riducendo la competitività e privando i cittadini di iniziativa e responsabilità rispetto al modo e al luogo in cui vivono. Quanto meno denaro ridistribuiremo sulla base di priorità politiche, tanto minore sarà il rischio di corruzione e tanto più vitali saranno le regioni europee e la nostra intera economia.

 
  
  

Relazione Chatzimarkakis (A7-0135/2011)

 
  
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  Liam Aylward (ALDE), per iscritto. – (GA) Appoggio la relazione, soprattutto ciò che afferma in merito alla relazione speciale della Corte dei conti sulla riforma del settore dello zucchero. La relazione ha richiamato l’attenzione sui notevoli problemi emersi con chiarezza nel settore dello zucchero dalla sua riforma del 2006, come anche sui problemi con i quali devono attualmente confrontarsi gli ex produttori di zucchero. Senza la relazione della Corte dei conti, tali difficoltà non sarebbero state segnalate. Gli zuccherifici svolgevano un ruolo importante nel settore agricolo, specialmente in Irlanda dove vi erano stabilimenti di trasformazione a Cork e Carlow, e si potrebbe obiettare che la riforma ha posto fine al settore dello zucchero irlandese.

Come si afferma nella relazione, sono state fornite informazioni insufficienti circa l’impatto sulle regioni impegnate nella trasformazione, come anche sull’impatto delle rinunce alle quote sulle economie locali, i posti di lavoro che sarebbero stati persi e la distribuzione di risarcimenti. Vi è stata una mancanza di trasparenza e informazione associata al processo di riforma nei confronti di coloro che operano nel settore e i contribuenti europei e ora vi deve essere chiarezza e onestà in merito all’impatto della riforma in tutto il settore agricolo europeo.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione. Ogni anno la Corte dei conti presenta relazioni speciali nel quadro del discarico alla Commissione, relazioni che rivestono una notevole importanza quando riflettono su programmi e progetti modificandoli e adeguandoli perché possono portare a un uso più efficiente delle risorse umane e di bilancio. Sulla base di tali relazioni, la Commissione può agire tempestivamente per porre rimedio alla maggior parte delle carenze riscontrate della Corte dei conti. Sono stato il relatore responsabile del documento di lavoro della commissione per il controllo dei bilancio sulla relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata “Migliorare le prestazioni di trasporto lungo gli assi ferroviari transeuropei”. Credo che la Commissione debba intraprendere l’azione necessaria per adeguare l’infrastruttura ferroviaria in maniera che risponda alle esigenze dei servizi transeuropei creando nel contempo i collegamenti mancanti nei punti di attraversamento delle frontiere, sostituendo o potenziando la vecchia infrastruttura ferroviaria e aiutando gli Stati membri a ridurre le varie complicazioni derivanti dai diversi scartamenti, fornendo altresì la necessaria assistenza finanziaria.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell’Unione europea poiché trovo che la gestione dei fondi sia stata trasparente, e, nel complesso, efficace anche rispetto alla particolare situazione in cui l’economia europea è entrata durante il periodo di competenza.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Considero positivamente la valutazione espressa dalla Corte dei conti in queste relazioni speciali perché proprio attraverso tali relazioni siamo in grado di accedere con maggiore chiarezza alle informazioni riguardanti il modo in cui i fondi sono spesi identificando anche la necessità di rivalutare o adeguare programmi e progetti. Tutte le informazioni ora fornite dalla Corte dei conti devono essere esaminate dall’Unione, in particolare dalla Commissione in quanto principale organo esecutivo e di gestione del bilancio dell’Unione. Dobbiamo aspirare a un’ottimizzazione esemplare del modo in cui i fondi sono gestiti e spesi sulla base di norme semplici e trasparenti fondate sul principio della responsabilità diretta.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché la Corte dei conti è riuscita a produrre ogni anno relazioni speciali sempre più numerose e di qualità. Purtroppo, a tali relazioni non viene sempre riservata l’attenzione politica che meritano a causa delle norme applicabili in Parlamento. Queste relazioni rivestono una notevole importanza quando riflettono su programmi e progetti modificandoli e adeguandoli perché possono portare a un uso più efficiente delle risorse umane e di bilancio. Apprezzo l’atteggiamento positivo della Commissione nei confronti di tali processi e la sua disponibilità a intervenire tempestivamente per porre rimedio alla maggior parte delle carenze riscontrate dalla Corte dei conti in tali relazioni.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della presente relazione che sottolinea la necessità di un esame più rigoroso dei progetti nella fase attuativa per evitare carenze e, di conseguenza, invita la Commissione a migliorare ulteriormente l’uso della guida e delle checklist fornendo criteri più chiari per la valutazione delle domande di sovvenzione allo scopo di migliorare l’efficacia e la coerenza delle procedure e dei loro risultati, oltre che di garantire una corretta azione di follow-up nei casi in cui non si ottengono le informazioni o gli interventi richiesti.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Accolgo con favore il fatto che la Corte dei conti è riuscita a produrre ogni anno relazioni speciali sempre più numerose e di qualità, mi rammarico per il fatto che purtroppo non sempre viene riservata loro l’attenzione politica che meritano a causa delle norme applicabili in Parlamento, sottolineo che tali relazioni speciali rivestono una notevole importanza quando riflettono su programmi e progetti modificandoli e adeguandoli perché possono portare a un uso più efficiente delle risorse umane e di bilancio e apprezzo l’atteggiamento positivo della Commissione nei confronti di tali processi e la sua disponibilità a intervenire tempestivamente per porre rimedio alla maggior parte delle carenze riscontrate dalla Corte dei conti in tali relazioni.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con l’adozione di questa relazione, il Parlamento europeo sottolinea il fatto che la Corte dei conti è riuscita a produrre ogni anno relazioni speciali sempre più numerose e di qualità. Purtroppo, tali relazioni non sempre ricevano l’attenzione politica che meritano, nonostante rivestano grande importanza in sede di esame, modifica e adattamento di programmi e progetti, in quanto possono determinare un più efficace utilizzo delle risorse umane e di bilancio.

Il testo odierno sottolinea ancora una volta l’apprezzamento per l’atteggiamento positivo della Commissione e la sua disponibilità a intervenire tempestivamente per porre rimedio alla maggior parte delle carenze rilevate dalla Corte dei conti nelle relazioni in oggetto.

 
  
  

Relazione Itälä (A7-0094/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della proposta perché concordo con le procedure di discarico, proponendo comunque idonei stanziamenti per ogni linea.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato la relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio del Parlamento europeo per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha riscontrato che i pagamenti nel loro complesso sono privi di errori materiali e non ha rilevato debolezze sostanziali nella valutazione della conformità dei sistemi di controllo e vigilanza al regolamento finanziario. Il Segretario generale del Parlamento europeo ha certificato la sua ragionevole garanzia quanto al fatto che il bilancio del Parlamento è stato eseguito nel rispetto dei principi di una corretta gestione finanziaria e il quadro di controllo introdotto fornisce le necessarie assicurazioni in merito alla legittimità e alla regolarità delle operazioni sottostanti. Concordo con il relatore nell’affermare che è necessario che il Parlamento, come tutte le istituzioni europee, individui i modi più efficienti da punto di vista dei costi per utilizzare le risorse umane e finanziarie, tra cui le possibili fonti di risparmio, oltre che metodi e strumenti elettronici per fornire servizi efficienti. Credo che il Segretario generale del Parlamento europeo debba proporre soluzioni per garantire che l’uso delle indennità per spese generali sia in ogni caso trasparente e venga impiegato per gli scopi previsti. Concordo inoltre con l’idea che il Parlamento debba avere una sola sede nello stesso luogo in cui sono ubicate le altre istituzioni dell’Unione. Attualmente la decisione di modificare tale situazione, ottenendo così un risparmio annuo di circa 160 000 000 euro, oltre che un’impronta di carbonio del Parlamento notevolmente inferiore, spetta esclusivamente al Consiglio europeo. Dobbiamo razionalizzare ulteriormente le missioni tra le tre sedi, giustificandole e monitorandole meglio per evitare trasferte e costi inutili.

 
  
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  Jean-Luc Bennahmias (ALDE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore del discarico. Per quanto mi riguarda, il bilancio operativo del Parlamento europeo è in linea con il clima finanziario. Diversi commenti su una maggiore trasparenza seguono i giusti orientamenti. Reputo inoltre ragionevole che il Parlamento assegni premi, specialmente al fine di sostenere il cinema europeo. Inoltre, le somme in questione sono sostanzialmente simboliche.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009 in riferimento al Parlamento europeo. Vorrei sottolineare che nella sezione riguardante i principali cambiamenti intervenuti nella gestione del bilancio nel 2009, ho votato per il punto 5 perché accetto il principio che le indennità per spese generali versate sui nostri conti debbano essere gestite in ogni caso in maniera trasparente ed essere impiegate per gli scopi previsti. Pertanto e a tal fine, concordo con l’idea che spetti al Segretario generale il compito di adottare la misura appropriata.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio del Parlamento europeo poiché trovo che, nel complesso, le risorse siano state gestite in maniera oculata. Resto fortemente scettica sulla divisione fra i tre luoghi di lavoro: è una fonte di sprechi e di stress e, al di là delle questioni simboliche, ritengo sia piuttosto urgente lavorare per eliminare questa tripartizione da cui derivano costi economici e ambientali.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. – (FR) Alla luce dell’attuale situazione economica, il Parlamento europeo ha il dovere di dare l’esempio in termini di taglio dei costi. Tra le misure di risparmio previste, si è deciso che si fornirà automaticamente un servizio di interpretazione per le riunioni dei gruppi di lavoro in sei lingue soltanto (francese, tedesco, inglese, polacco, spagnolo e italiano), mentre le altre lingue saranno messe a disposizione unicamente su richiesta dei membri. Tra le altre richieste, vi sono norme che limitano le lunghe percorrenze negli spostamenti con vetture ufficiali del Parlamento. La risoluzione chiede altresì una revisione a lungo termine del bilancio del Parlamento al fine di ridurre i costi. Il voto è anche stato un’occasione per rialimentare il dibattito sull’ubicazione della sede del Parlamento europeo, situazione che però è legata a un contesto storico e uno statuto giuridico che non possono essere rimessi in discussione sulla base di attacchi spesso mal diretti in merito a costi o problemi associati alla dispersione delle sedi del Parlamento europeo. Non vi è alcun dubbio in merito alla scelta tra Strasburgo e Bruxelles in questo caso perché secondo i trattati che inizialmente hanno costituito la nostra Unione Strasburgo è la regola, Bruxelles l’eccezione.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), per iscritto. – (FR) Ancora una volta ho votato a favore della presente relazione che sottolinea la possibilità di ottenere risparmi concreti se il Parlamento avesse una sola sede nella stessa città in cui sono ubicate le altre istituzioni dell’Unione europea (vale a dire Bruxelles). La stessa relazione del Segretario generale sul progetto preliminare di stato di previsione per il 2011 richiama l’attenzione sui notevoli costi annui derivanti dalla ripartizione geografica del Parlamento, stimati pari a circa 160 000 000 euro, ovverosia il 9 per cento del bilancio complessivo del Parlamento.

È vero che al momento la decisione di modificare tale situazione, ottenendo in tal modo un risparmio annuo di circa 160 000 000 euro, riducendo notevolmente nel contempo l’impronta di carbonio del Parlamento, spetta unicamente al Consiglio. Attraverso questo voto, però, esorto il Presidente del Parlamento e i membri che stanno negoziando il bilancio dell’Unione per conto del Parlamento a suggerire al Consiglio di compiere passi per garantire che l’Unione possa conseguire tali risparmi.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico al Parlamento europeo per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Penso che sarebbe utile rivedere a lungo termine il bilancio del Parlamento per ridurre i costi e creare risorse per il funzionamento efficiente del Parlamento nel quadro delle maggiori attribuzioni che gli derivano dal trattato di Lisbona.

 
  
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  Göran Färm (S&D), per iscritto. – (SV) Vorrei sottolineare che, come istituzione pubblica, il Parlamento europeo deve adoperarsi per dimostrare la massima apertura e trasparenza possibile.

Ritengo inoltre, soprattutto alla luce dell’attuale situazione economica, che il Parlamento debba rivedere la propria spesa e individuare fonti di risparmio, oltre che modi per migliorare l’efficienza. Il Parlamento dovrebbe tenere un dibattito più approfondito su tali temi ed è per questo che vorrei che si prevedesse maggiore spazio per la discussione sul discarico. Considero altresì positivamente l’idea che il Parlamento europeo abbia un sistema di miglia aeree comune affinché si sfrutti il vantaggio del viaggio aereo più economico.

Non ritengo infine sbagliato che il Parlamento assegni premi culturali. Sono nondimeno molto critico nei confronti del premio per il giornalismo conferito dal Parlamento e non credo che sia opportuno che attribuisca riconoscimenti a giornalisti il cui compito è esaminare in maniera critica il Parlamento europeo. Penso dunque che tale premio debba essere abolito.

 
  
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  Louis Grech (S&D), per iscritto. – (EN) Per quanto concerne la relazione di discarico al Parlamento europeo per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009, ho votato in linea con il mio gruppo politico contro il paragrafo 143 sulle miglia aeree. Lo stesso concetto è già coperto dal paragrafo 199 in merito al quale ho votato a favore. Il paragrafo 119 è più completo e pratico ai fini dell’applicazione.

 
  
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  Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Marita Ulvskog e Åsa Westlund (S&D), per iscritto. – (SV) Noi socialdemocratici svedesi abbiamo deciso di concedere il discarico al Parlamento per l’esercizio 2009.

Vorremmo sottolineare che, come istituzione pubblica, il Parlamento europeo deve adoperarsi per dimostrare la massima apertura e trasparenza possibile. Abbiamo pertanto scelto di appoggiare il paragrafo 5 che chiede una maggiore trasparenza per quanto riguarda le indennità per spese dei membri.

Riteniamo inoltre, soprattutto alla luce dell’attuale situazione economica, che il Parlamento debba rivedere la propria spesa e individuare fonti di risparmio, nonché modi per migliorare l’efficienza. Il Parlamento dovrebbe tenere un dibattito più approfondito su tali temi ed è per questo che vorremmo anche che si prevedesse maggiore spazio per la discussione sul discarico. Consideriamo altresì positivamente l’idea che il Parlamento europeo abbia un sistema di miglia aeree comune affinché si sfrutti il vantaggio del viaggio aereo più economico, anche se ci risulta difficile intravedere come tale sistema potrebbe concretizzarsi.

Non riteniamo infine sbagliato che il Parlamento assegni premi culturali. Siamo nondimeno molto critici nei confronti del premio per il giornalismo conferito dal Parlamento e non crediamo che sia opportuno che attribuisca riconoscimenti a giornalisti il cui compito è esaminare in maniera critica il Parlamento europeo. Pensiamo dunque che tale premio debba essere abolito.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Al voto sul documento mi sono astenuto, sebbene la verifica della Corte dei conti affermi che, per quanto concerne la spesa amministrativa del 2009, tutte le istituzioni hanno utilizzato in maniera soddisfacente i sistemi di controllo e vigilanza richiesti dal regolamento finanziario e le operazioni testate sono risultate prive di errori materiali. Il Segretario generale ha anche certificato, il 2 luglio 2010, la sua ragionevole garanzia quanto al fatto che il bilancio del Parlamento è stato eseguito nel rispetto dei principi di una corretta gestione finanziaria e il quadro di controllo introdotto fornisce le necessarie assicurazioni in merito alla legittimità e alla regolarità delle operazioni sottostanti. Credo che l’attuale situazione finanziaria imponga che il Parlamento, come tutte le istituzioni europee, individui i modi più efficienti da punto di vista dei costi per utilizzare le risorse umane e finanziarie, tra cui le possibili fonti di risparmio, oltre che metodi e strumenti elettronici per fornire servizi efficienti. Dobbiamo svolgere una revisione a lungo termine del bilancio del Parlamento europeo e calcolare il denaro che può essere in futuro risparmiato al fine di ridurre i costi e reperire i fondi per consentire al Parlamento di operare in maniera efficiente come uno degli organi legislativi. Vorrei inoltre sottolineare che i cittadini hanno il diritto di sapere come viene speso il denaro da loro versato in tasse e come le istituzioni dell’Unione e gli organi politici usano i poteri che sono conferiti loro.

 
  
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  Anne E. Jensen (ALDE), per iscritto. – (DA) Il partito liberale danese è contrario al paragrafo 112. È fondamentale che nell’Unione europea si preservi la parità tra le lingue europee. A parte tale paragrafo, la relazione contiene una serie di iniziative intelligenti.

 
  
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  Karin Kadenbach (S&D), per iscritto. – (DE) Per quanto concerne il paragrafo 129 della relazione sul discarico relativo bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009 – Parlamento europeo, che riguarda il “fondo pensionistico volontario” desidero affermare che voto categoricamente contro perché comporta l’uso del denaro dei contribuenti allo scopo di finanziare fondi pensionistici per i membri del Parlamento europeo (paragrafo 129, punto i)). Non vi è alcun motivo per non innalzare l’età pensionabile del regime dal 60 a 63 (paragrafo 129, punto ii)). È positivo introdurre l’idea che i gestori del fondo siano chiamati ad adottare una strategia di investimento più prudente ed equilibrata (paragrafo 129, punto iii)). In linea di principio, sono favorevole alla graduale eliminazione dell’attuale regime pensionistico.

 
  
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  Jörg Leichtfried, Evelyn Regner e Hannes Swoboda (S&D), per iscritto. – (DE) Per quanto concerne il paragrafo 129 della relazione sul discarico relativo bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009 – Parlamento europeo, che riguarda il “fondo pensionistico volontario” desideriamo affermare che abbiamo votato categoricamente contro perché comporta l’uso del denaro dei contribuenti allo scopo di finanziare fondi pensionistici per i membri del Parlamento europeo (paragrafo 129(i)). Non vi è alcun motivo per non innalzare l’età pensionabile del regime dal 60 a 63 (paragrafo 129(ii)). È stato positivo introdurre l’idea che i gestori del fondo siano chiamati ad adottare una strategia di investimento più prudente ed equilibrata (paragrafo 129, punto iii)). In linea di principio, siamo favorevoli alla graduale eliminazione dell’attuale regime pensionistico.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore dell’emendamento che chiede una maggiore trasparenza nell’approvazione delle indennità per spese generali dei membri del Parlamento europeo.

 
  
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  Iosif Matula (PPE), per iscritto. – (RO) Ho votato a favore della relazione perché penso che alcune misure siano necessarie sia per rendere le attività degli eurodeputati più efficienti sia per migliorare le prestazioni dei funzioni e dell’infrastruttura dell’istituzione in termini di sicurezza, tecnologia informatica, accesso dei visitatori e riduzione dell’impronta di carbonio. La politica di sicurezza deve essere rivista introducendo un sistema di sicurezza avanzato e intelligente per il Parlamento, con misure all’interno degli edifici e procedure di controllo dell’accesso, anche nell’ambito delle istituzioni comunitarie. Quanto alla tecnologia di informazione e comunicazione, servono miglioramenti per quel che riguarda l’accesso alla rete wireless all’interno degli edifici dell’istituzione. D’altro canto, l’ufficio responsabile dovrebbe proporre misure specifiche per sostituire ai documenti amministrativi su supporto cartaceo versioni elettroniche rispettose dell’ambiente. Le istituzioni dell’Unione sono un’importante attrazione turistica a Bruxelles.

I sondaggi dimostrano che l’afflusso di turisti è maggiore durante i periodi di ferie e nei fine settimana. Il funzionamento del centro visitatori e il programma di visite dovrebbe essere adeguato a tali richieste. Raggiungere l’obiettivo di una riduzione del 30 per cento delle emissioni di carbonio entro il 2020 è una priorità. Appoggio l’iniziativa a favore della sostituzione dell’attuale flotta di veicoli con vetture rispettose dell’ambiente, viste le brevi distanze percorse che sono adatte alla durata della batteria dei veicoli elettrici.

 
  
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  Paul Murphy (GUE/NGL), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della proposta di risoluzione perché vi emerge l’idea generale dell’efficienza dei costi nell’Unione. Sono inoltre favorevole al taglio dei costi per quanto concerne il Parlamento europeo. Tuttavia, i risparmi non possono essere ottenuti a spese dei normali dipendenti che collaborano con il Parlamento europeo; i loro diritti vanno sempre salvaguardati.

Appoggio la spesa per la promozione di eventi culturali e artistici accessibili che possono arricchire la vita della popolazione; per questo sostengo il premio cinematografico LUX, nonostante alcune perplessità sul bilancio apparentemente ingente destinato a questo specifico riconoscimento. I risparmi possono e devono essere ottenuti limitando le spese e gli stipendi degli eurodeputati, per esempio legando la diaria alle spese garantite.

Sono altresì favorevole all’innalzamento dell’età pensionabile dei parlamentari da 60 a 63 anni. Penso che rappresentanti che attuano una riduzione del tenore di vita dei lavoratori dovrebbero perlomeno accettare che un pari trattamento sia riservato ai loro stessi privilegi. Non concordo tuttavia con l’idea di innalzare l’età pensionabile dei lavoratori. Continuerò a sostenere lavoratori e sindacalisti nella loro lotta contro l’innalzamento dell’età pensionabile.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), per iscritto. – (DE) Non ho potuto votare a favore del discarico al Parlamento europeo per l’esecuzione del suo bilancio perché il solo circo delle meraviglie tra Bruxelles e Strasburgo è insostenibile per i contribuenti. Il Parlamento europeo dovrebbe avere una singola sede anziché trasferire baracca e burattini per una settimana al mese.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Tra l’altro, il testo adottato stabilisce che il Parlamento europeo prenda atto dei vincoli di bilancio con i quali molti Stati membri sono chiamati a confrontarsi a causa della crisi economica e finanziaria, nonché della necessità di rivedere in maniera critica le potenziali fonti di risparmio a tutti i livelli, anche a livello di Unione, sottolineando, alla luce di tale situazione, che si potrebbero ottenere risparmi concreti soltanto se il Parlamento avesse una sola sede nello stesso luogo.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − La revisione contabile della Corte dei conti indica, per le spese amministrative del 2009, che tutte le Istituzioni hanno utilizzato in maniera soddisfacente i sistemi di supervisione e controllo prescritti dal regolamento finanziario e che le operazioni esaminate sono risultate esenti da errori rilevanti.

Il 2 luglio 2010 il Segretario generale ha attestato con ragionevole certezza che il bilancio del Parlamento europeo era stato eseguito in conformità dei principi di gestione sana finanziaria e che il quadro di controllo instaurato forniva le garanzie necessarie quanto alla legittimità e alla regolarità delle operazioni sottostanti. La relazione che oggi adottiamo concede al Presidente il discarico per l’esecuzione del bilancio del Parlamento europeo per l’esercizio 2009.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), per iscritto. – (EN) Appoggio una maggiore trasparenza in Parlamento e apprezzo in particolar modo la trasparenza per quanto concerne le indennità per spese generali.

 
  
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  Marianne Thyssen (PPE), per iscritto. – (NL) Ho votato a favore della relazione Itälä, ma nutro riserve in merito al considerando 113. Sono infatti in totale disaccordo con tale punto che propone un nuovo sistema relativamente ai servizi di interpretazione per i “gruppi di lavoro”. Non posso accettarlo perché il sistema proposto si scontra con il principio del pari trattamento delle lingue ufficiali dell’Unione e dei loro utilizzatori, alla fine sicuramente porterà all’esclusione di lingue che non siano le sei citate, sarà concretamente impossibile da realizzare in maniera che sia utilizzabile per la semplice ragione che il membro interessato dovrà presentare la propria richiesta di interpretazione in una lingua aggiuntiva prima di aver visto l’ordine del giorno e rischia di trasformare la politica in materia di lingue in un gioco di potere. Se veramente vogliamo risparmiare sulle lingue, dovremmo chiedere che il sistema venga applicato a tutti nella stessa maniera.

Se smettessimo di attribuire tanta importanza al principio che alcuni membri devono potersi esprimere nel proprio idioma, diventerà meno importante anche per altri. Esiste dunque una sola alternativa se vogliamo risparmiare sui servizi di interpretazione per i “gruppi di lavoro”: usare l’inglese e solo l’inglese come lingua di parola e ascolto. Così facendo, tutti sarebbero uguali davanti alla legge e risparmieremmo.

 
  
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  Derek Vaughan (S&D), per iscritto. – (EN) Non ho potuto appoggiare la concessione del discarico al Parlamento europeo in quanto alcune preoccupazione restano irrisolte. Sebbene il Parlamento abbia adottato passi per migliorare il proprio bilancio e individuare fonti di risparmio, restano aperti alcuni interrogativi su questioni come il finanziamento dei premi, attualmente pagati dal contribuente. Inoltre, la relazione definitiva non ha riconosciuto tutto il denaro sprecato per Strasburgo. La relazione ha tuttavia dimostrato che si stanno compiendo alcuni progressi. Dopo il voto odierno, si dovranno introdurre nuove norme per garantire che gli europarlamentari di tutti i paesi dell’Unione adottino passi per assicurare la trasparenza delle spese legate alle loro funzioni. La relazione chiede altresì una revisione della spesa del Parlamento per garantire che in futuro si ottengano risparmi.

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0088/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della proposta perché concordo con le procedure di discarico, proponendo comunque idonei stanziamenti per ogni linea.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione e concordo con l’idea che il Parlamento europeo rinvii la decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009. Il Consiglio non ha accolto alcun invito a incontrare formalmente e ufficialmente la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento responsabile della procedura di discarico né il suo relatore per discutere questioni riguardanti l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009. Il Consiglio si è inoltre rifiutato di formulare una risposta scritta che fornisse al Parlamento le informazioni e i documenti richiesti. Concordo con il relatore nell’affermare che il Consiglio deve fornire alla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento risposte scritte esaurienti, nonché tutti i documenti richiesti, entro e non oltre il 15 giugno 2011. Il Consiglio deve inoltre rispondere al pubblico dei fondi affidatigli e, per agevolare lo scambio di informazioni nel corso della procedura di discarico, deve seguire lo stesso approccio delle altre istituzioni.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato contro l’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale del Consiglio in quanto il Consiglio si è rifiutato di rispondere a interrogazioni parlamentari su questa materia e non ha fornito i documenti fondamentali richiesti dal Parlamento. Mi ritengo quindi a favore della posticipazione del discarico 2009.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Ancora una volta la decisione appena adottata rispecchia la persistente mancanza di cooperazione da parte del Consiglio nell’esecuzione e nella trasparenza del suo bilancio. In nome della trasparenza, di cui il pubblico ha bisogno, e del rigore, non reputo il Consiglio esonerato dalla sua responsabilità di pubblicare i conti relativi ai fondi a sua disposizione.

Concordo pertanto con il relatore rispetto alla sua scelta di rinviare la decisione sul discarico al Consiglio per i suoi conti fino al momento in cui quest’ultimo avrà fornito le informazioni e i documenti richiesti dal relatore, nonché un elenco completo dei riporti di bilancio.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché propone il rinvio della sua decisione sulla concessione del discarico al Segretario generale del Consiglio per l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009. I motivi del rinvio del discarico sono i seguenti. In primo luogo, il Consiglio non ha accolto alcun invito a incontrare ufficialmente e formalmente la commissione del Parlamento responsabile della procedura di discarico né il suo relatore per discutere questioni riguardanti l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009. In secondo luogo, il Consiglio si è rifiutato di formulare una risposta scritta che fornisse al Parlamento le informazioni e i documenti richiestigli nell’allegato a una lettera del 14 dicembre 2010 firmata dal relatore. In terzo luogo, il Parlamento non ha ricevuto documenti fondamentali dal Consiglio come l’elenco completo degli storni di bilancio. Ho votato a favore di tale decisione perché sono profondamente convinto che i cittadini abbiano il diritto di sapere come viene speso il denaro che pagano in tasse e come le istituzioni e gli organi politici usano i poteri che sono conferiti loro.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), per iscritto. – (FR) Come richiesto ogni anno, il Parlamento europeo ha espresso il proprio parere sulla corretta esecuzione o meno del bilancio dell’Unione da parte delle varie agenzie e istituzioni che ne sono responsabili. Le somme stanziate sono destinate a scopi specifici e l’obiettivo della procedura di discarico è controllare retrospettivamente che tali scopi siano stati rispettati. Si tratta di una prerogativa importante del Parlamento come illustrato, per esempio, dalla sua influenza sulle dimissioni della Commissione Santer nel 1999. Quest’anno, assieme alla maggior parte dei membri del Parlamento europeo, mi sono rifiutato di concedere il discarico al Consiglio dei ministri per la sua attività nell’esercizio 2009. Le istituzioni le cui attività sono verificate dal Parlamento tramite la commissione per il controllo dei bilanci, di cui sono membro, sono obbligate a collaborare con detta commissione, per esempio fornendole tutti i documenti necessari per accertare che il denaro pubblico sia speso correttamente. Tuttavia, in questo caso la cooperazione del Consiglio è stata del tutto inadeguata. Per questo abbiamo deciso di rinviare il discarico fino all’autunno in modo che siano svolti i controlli necessari per garantire la trasparenza del bilancio.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono a favore di quanto segue: 1. rinviare la decisione del Parlamento sulla concessione del discarico al Segretario generale del Consiglio per l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009; 2. esprimere le osservazioni del Parlamento nella risoluzione in appresso; 3. incaricare il Presidente del Parlamento di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell’Unione europea, alla Corte dei conti, al Mediatore europeo e al Garante europeo della protezione dei dati, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (serie L).

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Mediante la relazione odierna il Parlamento europeo rinvia la propria decisione sulla concessione del discarico al Segretario generale del Consiglio per l’esecuzione del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2009.

 
  
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  Derek Vaughan (S&D), per iscritto. – (EN) Ho appoggiato la decisione del Parlamento di rinviare la concessione del discarico al Consiglio in quanto ritengo che il Consiglio non abbia fornito al Parlamento informazioni sufficienti sui suoi conti. Il Consiglio deve essere controllato come ogni altra istituzione europea e, per ottenere il discarico, è necessario fornire documenti scritti. La relazione richiama una serie di domande poste al Consiglio, molte delle quali non hanno avuto risposta. Senza spiegazioni concrete su questioni specifiche da parte del Consiglio, non è possibile concedere il discarico ai suoi conti. La decisione di concedere il discarico sarà presa in un momento successivo, quando saranno state fornite informazioni sufficienti.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore del rinvio della decisione sul discarico al Consiglio per l’esercizio 2009. Alla luce della nuova situazione creata dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il continuo rifiuto del Consiglio di sottoporsi a una procedura di discarico, assumendosi dunque la propria responsabilità, è inaccettabile. La spesa del Consiglio deve essere monitorata esattamente come quella degli altri organi dell’Unione se vogliamo tenere debitamente conto dell’iniziativa europea per la trasparenza.

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0138/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della proposta perché concordo con le procedure di discarico, proponendo comunque idonei stanziamenti per ogni linea.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato la relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte dei conti per l’esercizio 2009. Per tale esercizio, i conti della Corte sono stati verificati da uno studio contabile esterno, PricewaterhouseCoopers, che nelle sue conclusioni non ha formulato osservazioni di rilievo in merito alla Corte dei conti. Apprezzo la strategia di audit della Corte dei conti per il periodo 2009-2012 e appoggio i suoi obiettivi prioritari, vale a dire massimizzare l’impatto complessivo delle sue verifiche e incrementare l’efficienza attraverso il miglior uso delle risorse. Mi aspetto che la Corte dei conti dia prova di progressi in tal senso. Concordo con il relatore quanto al fatto che in futuro la Corte dei conti dovrà inserire informazioni più complete nelle sue relazioni sulle agenzie, specialmente per quel che riguarda le conclusioni delle relazioni dei revisori interni. Accolgo altresì con favore le misure che la Corte dei conti sta intraprendendo per riformare e migliorare costantemente il proprio ruolo in linea con la richiesta del Parlamento che le sue valutazioni e verifiche abbiano un impatto più ampio e profondo e i suoi dati siano più affidabili. Si rileva inoltre un costante miglioramento per quanto concerne la percentuale di donne e uomini nel personale della Corte dei conti. Vi è stata una riduzione della disparità a livello di assistenti, capi unità e direttori.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale della Corte poiché sono stati raggiunti la maggior parte degli obiettivi prefissati nel rispetto del bilancio e sono state conferite informazioni dettagliate e trasparenti.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore l’analisi esauriente svolta da un consulente esterno, che conferma come i rendiconti finanziari della Corte dei conti europea forniscano un quadro veritiero e corretto della sua situazione finanziaria e un uso corretto dei fondi per gli scopi previsti. Apprezzo altresì la strategia di audit della Corte dei conti per il periodo 2009-2012 volta a massimizzare l’impatto complessivo delle sue verifiche e incrementare l’efficienza attraverso l’uso migliore delle risorse.

Mi complimento dunque con la Corte dei conti per le sue eccellenti prestazioni nell’esercizio 2009 e concordo con il relatore rispetto a tutte le sue conclusioni.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché al Segretario generale della Corte dei conti viene concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte dei conti per l’esercizio 2009. È inoltre importante che la Corte dei conti venga esortata a valutare l’eventualità di una riorganizzazione in maniera che alcuni membri siano responsabili di determinati ambiti politici e altri di gruppi di Stati membri se le corti dei conti nazionali non sono in grado di controllare efficacemente la spesa del bilancio dell’Unione. Si rileva anche che recentemente il numero di membri della Corte dei conti si è pressoché raddoppiato, a differenza degli ambiti politici, e la Corte aveva la facoltà di esercitare tale opzione. Indipendenza, integrità, imparzialità, eccellenza e professionalità sono i valori fondamentali della Corte dei conti e, a mio parere, dobbiamo sottolinearli e sostenerli.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, ho espresso il mio voto favorevole per la concessione del discarico per l’esercizio finanziario 2009, della sezione V del bilancio generale dell’Unione Europea, Corte dei conti. Come è noto, il controllo esterno sul bilancio comunitario è effettuato dalla stessa Corte dei conti, per cui in relazione al controllo sul bilancio della stessa ci si è rivolti, come nei due esercizi precedenti, ad una ditta esterna, la PricewaterhouseCoopers. La Corte dei Conti è stata lodata per la qualità della sua relazione annuale d’attività, che ha mostrato operazioni ed attività legittime, nonché assolutamente affidabili.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione e apprezzo la strategia di audit della Corte dei conti per il periodo 2009-2012 e appoggio i suoi obiettivi prioritari, vale a dire massimizzare l’impatto complessivo delle sue verifiche e incrementare l’efficienza attraverso il miglior uso delle risorse. Mi aspetto che la Corte dei conti riferisca in merito ai passi intrapresi per attuarla e dia prova di progressi in tal senso usando gli indicatori di rendimento chiave (KPI), in particolare con l’introduzione degli indicatori da KPI 1 a KPI 4 nel 2010. Apprezzo in particolare l’intenzione di pubblicare un follow-up sulle relazioni speciali per amplificarne l’impatto.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al Segretario generale della Corte dei conti il discarico per l’esecuzione del bilancio della Corte per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Segretario generale della Corte dei Conti per l’esecuzione del bilancio della Corte dei conti per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo esprime preoccupazione per la diminuzione di informazioni dettagliate nelle relazioni annuali specifiche della Corte dei conti sulle agenzie ed incoraggia la Corte dei conti ad inserire, in futuro, informazioni più complete nelle sue relazioni sulle agenzie, in particolare per quanto riguarda le conclusioni delle relazioni dei revisori interni.

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0136/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato contro la decisione di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato economico e sociale europeo (CESE) per l’esercizio 2009. L’11 marzo 2011, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha deciso di avviare un’indagine su pratiche dubbie da parte del segretariato del Comitato. Concordo con il relatore nell’affermare che il CESE e l’OLAF dovrebbero riferire al Parlamento europeo sui progressi e gli esiti del caso. Il CESE deve collaborare pienamente con l’OLAF fornendo tutta la necessaria assistenza ai suoi agenti affinché svolgano la loro indagine. Penso che la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo responsabile della procedura di discarico debba seguire da vicino la questione per ottenere ulteriori informazioni sugli effetti dell’indagine dell’OLAF e tenere conto dei suoi esiti per il discarico del 2010. Ritengo inoltre che le accuse presentate all’OLAF compromettano chiaramente la reputazione dell’Unione europea perché sono rivolte contro una delle sue istituzioni.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Non ho appoggiato il discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2009, Sezione VI – Comitato economico e sociale europeo. Tutti sanno che il bilancio del 2009 di tale istituzione è stato oggetto di un’indagine dell’OLAF. Penso che il Parlamento europeo abbia bisogno di maggiori informazioni sulle circostanze del caso per poter prendere la giusta decisione in merito al discarico. Sulla base delle informazioni fornite sinora, vi sono violazioni all’interno di tale istituzione europea descritte come problemi gravi rispetto al funzionamento del suo segretariato.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul Bilancio del Comitato economico e sociale europeo, poiché, nonostante le questioni sollevate dalla recente indagine OLAF, nutro fiducia nella possibilità di chiarire quanto non trasparente e di migliorare le procedure di rendicontazione per il futuro.

 
  
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  Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Marita Ulvskog e Åsa Westlund (S&D), per iscritto. – (SV) Noi socialdemocratici svedesi abbiamo scelto di non concedere in questa fase al Comitato economico e sociale europeo il discarico per l’esercizio 2009. A seguito di una notifica interna, l’OLAF ha deciso di avviare un’indagine e, pertanto, per entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie relative ai fatti, vorremmo attendere gli esiti dell’indagine prima di concedere il discarico.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) È con notevole preoccupazione che prendo atto della denuncia di irregolarità riguardante un caso di possibile malagestione da parte del Comitato economico e sociale europeo (CESE), ora oggetto di una procedura aperta dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). Concordo con il relatore quando insiste nell’affermare che sia il CESE sia l’OLAF devono tenere l’autorità responsabile del discarico informata in merito ai progressi e agli esiti del caso in questione.

Le accuse appena formulate hanno un effetto pregiudizievole sulla reputazione dell’Unione europea in quanto si riferiscono al funzionamento interno di una sua istituzione e abbiamo bisogno di sapere se le disfunzioni riscontrate si limitano a un caso isolato o rappresentano costanti irregolarità.

Mi complimento nondimeno con la Corte dei conti per la relazione predisposta sul CESE e gli sviluppi conseguiti durante l’esercizio 2009 e concordo con le conclusioni del relatore.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché al Segretario generale del Comitato economico e sociale europeo viene concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato per l’esercizio 2009. Il Comitato economico e sociale europeo è esortato a procedere nel 2011 a una revisione radicale della spesa in tutti gli ambiti di attività per garantire che tutta la spesa abbia una sua contropartita e sia possibile accertare gli ambiti in cui è possibile risparmiare, il che in questo periodo di austerità ridurrebbe la pressione sul bilancio. Sono lieto che la Corte dei conti abbia segnalato nella sua relazione annuale che la verifica non ha dato luogo ad alcuna osservazione di rilievo per quanto riguarda il CESE. Nel 2009, il CESE aveva stanziamenti di impegno disponibili pari a complessivi 122 000 000 euro (118 000 000 euro nel 2008) con un tasso di assorbimento del 98,02 per cento, superiore alla media delle altre istituzioni (97,69 per cento).

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Nel votare sulla relazione esorto il CESE e specialmente il suo Segretario generale a collaborare pienamente con l’OLAF fornendo tutta l’assistenza necessaria ai suoi agenti nello svolgimento della loro indagine in merito alle accuse di malagestione.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al Segretario generale del Comitato economico e sociale europeo il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Segretario generale del Comitato economico e sociale europeo per l’esecuzione del bilancio del Comitato economico e sociale europeo per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo ritiene che le segnalazioni fatte all’OLAF si ripercuotano chiaramente sulla reputazione dell’Unione in quanto si riferiscono al funzionamento interno di una delle sue istituzioni, il CESE, e riguardano un grave caso di cattivo funzionamento del suo segretariato. Ritiene inoltre che le prassi perturbatrici identificate non si limitino a un unico caso, ma possano rappresentare irregolarità costanti che costituiscono un presunto caso di cattiva amministrazione.

 
  
  

Relazione Rivellini (A7-0139/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione e avallato la decisione del Parlamento di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato delle regioni (CdR) per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha segnalato nella sua relazione annuale che la verifica non ha dato luogo a osservazioni di rilievo per quanto concerne il CdR. Apprezzo il fatto che nel 2009 il CdR ha aggiornato il suo strumento di monitoraggio analitici del bilancio (BudgetWatch) che fornisce maggiori informazioni sul bilancio del Comitato agevolando l’impiego delle sue risorse e identificando gli ambiti che richiedono attenzione da parte della direzione. Concordo con il relatore nell’affermare che i membri del CdR devono dichiarare i propri interessi finanziari divulgando informazioni rilevanti su attività professionali dichiarabili. Il Comitato deve seguire la questione nella sua relazione sull’attività annuale.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Non ho appoggiato il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato delle regioni perché tale istituzione è soltanto un organo consultivo. Poiché è peraltro un organo che rappresenta gli interessi delle regioni europee, penso che i suoi fondi debbano interamente provenire dalle regioni.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale del Comitato delle Regioni poiché non solo è stato condotto un lavoro lodevole nella redazione delle sue relazioni annuali di attività ma sono state anche migliorate e innovate le tecniche di redazione e raccolta delle informazioni in favore di una maggiore trasparenza.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore le conclusioni della verifica della Corte dei conti, la cui relazione annuale dichiara che la verifica non ha dato luogo a osservazioni di rilievo. Apprezzo altresì le eccellenti prestazioni e l’elevata qualità che continua a caratterizzare le relazioni annuali sulle attività del Comitato delle regioni. Concordo infine con le conclusioni del relatore e mi complimento con il Comitato per aver inserito il seguito dato alle precedenti decisioni di discarico del Parlamento.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché al Segretario generale del Comitato delle regioni viene concesso il discarico per l’esecuzione del bilancio del Comitato per l’esercizio 2009. Il Comitato delle regioni è esortato a procedere nel 2011 a una revisione radicale della spesa in tutti gli ambiti di attività per garantire che tutta la spesa abbia una sua contropartita e sia possibile accertare gli ambiti in cui è possibile risparmiare, il che in questo periodo di austerità ridurrebbe la pressione sul bilancio. Nel 2009, il CdR aveva stanziamenti di impegno disponibili pari a complessivi 88 000 000 euro (93 000 000 euro nel 2008) con un tasso di assorbimento del 98,37 per cento, superiore alla media delle altre istituzioni (97,69 per cento). Nel contempo, la Corte dei conti ha segnalato nella sua relazione annuale che la verifica non ha dato luogo ad alcuna osservazione di rilievo per quanto riguarda il CdR. Mi complimento con il Comitato per la qualità costantemente elevata delle relazioni annuali sulla sua attività e apprezzo l’inserimento del seguito dato alle precedenti decisioni di discarico del Parlamento.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei in primo luogo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato al testo nonché complimentarmi con la stesso Comitato delle regioni, il cui controllo contabile non ha dato luogo ad osservazioni significative. Sottolineo, inoltre, che nel 2009 il Comitato delle regioni disponeva di stanziamenti d’impegno per un importo totale pari a 88 000 000 EUR (2008: 93 000 000 EUR), con un tasso di utilizzo del 98,37%, che è superiore alla media delle altre istituzioni (97,69%). Tutte le operazioni ed attività effettuate dallo stesso Comitato delle regioni si sono svolte in piena legittimità e correttezza.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della presente relazione che concede il discarico al Comitato delle regioni (CdR) e sono lieto che nella nostra risoluzione il Parlamento “riconfermi la propria posizione secondo cui, in nome della trasparenza, le dichiarazioni di interessi finanziari dei membri di tutte le istituzioni dell’Unione dovrebbero essere accessibili in Internet mediante un registro pubblico; ricordi al CdR la sua richiesta che i membri del Comitato dichiarino i propri interessi finanziari, divulgando le informazioni pertinenti sulle attività professionali dichiarabili e gli incarichi o le attività retribuiti; prenda atto con soddisfazione della risposta del CdR al riguardo, in particolare la lettera del presidente del CdR in data 11 febbraio 2011; [e] chieda al CdR di dare seguito alla questione nella sua relazione annuale di attività”.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al Segretario generale del Comitato delle regioni il discarico per l’esecuzione del bilancio della Comitato per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al Segretario generale del Comitato delle regioni per l’esecuzione del bilancio del Comitato delle regioni per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo elogia il Comitato delle Regioni per la qualità costantemente elevata delle sue relazioni annuali d’attività e accoglie con favore l’inclusione del seguito dato alle precedenti decisioni del Parlamento in materia di discarico.

 
  
  

Relazione Staes (A7-0140/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione e avallato la decisione del Parlamento europeo di concedere alla Commissione il discarico per l’esecuzione dell’8°, 9° e 10° Fondo europeo di sviluppo (FES) per l’esercizio 2009. Il FES è il principale strumento per fornire l’assistenza allo sviluppo dell’Unione ai popoli dei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico), nonché ai paesi e ai territori d’oltremare. La Corte dei conti ritiene che i conti annuali definitivi dell’8°, 9° e 10° FES presentino in maniera corretta, sotto ogni profilo materiale, la situazione finanziaria del FES al 31 dicembre 2009. Concordo inoltre con il relatore quando afferma che vi dovrebbe essere un’iscrizione a bilancio del FES, che rafforzerebbe il controllo democratico, l’assunzione di responsabilità e la trasparenza dei fondi garantendo maggiore coerenza nella politica dell’Unione nei confronti dei paesi ACP. Ritengo inoltre che, nell’ambito della revisione degli orientamenti in materia di sostegno di bilancio della Commissione, sarà necessario prestare particolare attenzione ai sistemi di controllo e vigilanza. La Commissione deve rafforzare il monitoraggio la rendicontazione annuale sulla conformità.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Durante una crisi finanziaria, l’Unione europea deve concentrasi sulla sua spesa per affrontare la crisi. All’incirca il 15 per cento dei cittadini dell’Unione europea vive al di sotto della soglia di povertà. Quale significato hanno l’8°, 9° e 10° FES per queste persone? Non sono contro i Fondi europei di sviluppo, ma penso che per sostenere gli altri paesi l’Unione europea debba prima occuparsi dei propri problemi. Non ho dubbi quanto al fatto che quel 15 per cento di cittadini dell’Unione si aspetta lo stesso.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sull’Ottavo, Nono e Decimo Fondo Europeo di Sviluppo poiché, leggendo la relazione, ho avuto modo di verificare quanto le risorse siano state amministrate in maniera efficace rispetto al raggiungimento degli obiettivi prescritti. Oltretutto, mi ritrovo in accordo anche con le priorità di sviluppo, e ritengo che le procedure contabili siano ottimali per prevenire ex-ante errori, frodi e accaparramento da parte di soggetti che non ne abbiano i titoli.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) I Fondi europei di sviluppo (FES) continuano a rappresentare il principale strumento a disposizione dell’Unione per concedere aiuti allo sviluppo ai paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico), nonché ai paesi e territori d’oltremare (PTOM) e, per quanto attuati secondo specifiche norme finanziarie, non rientrano nel bilancio dell’Unione. Tale strumento va dunque urgentemente incorporato nel bilancio comunitario per consentire un maggiore controllo democratico, una maggiore assunzione di responsabilità e una maggiore trasparenza dei finanziamenti.

La relazione compie un’analisi esauriente della situazione di bilancio dell’8°, 9° e 10° FES richiamando l’attenzione su alcune questioni importanti che pressantemente richiedono revisione e attuazione di controlli ex ante presso le delegazioni e i sistemi di controllo interni dei paesi partner, in particolare per ciò che riguarda le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblico.

Infine, la relazione dimostra ancora una volta che è ancora lungo il cammino da percorrere per quel che riguarda la gestione dei FES e il loro uso corretto, ragion per cui concordo con tutte le conclusioni del relatore e mi complimento con lui per il suo lavoro.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Nella politica di cooperazione e assistenza allo sviluppo dell’Unione occorre maggiore coerenza, soprattutto per quanto concerne i paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Ciò è ancora più importante ora, in un momento in cui questi paesi si confrontano con enormi pressioni, persino ricatti, da parte dell’Unione affinché accettino imposizioni sotto forma di “accordi di partenariato economico” che minacciano i loro interessi e compromettono l’efficacia del sostegno erogato nell’ambito di strumenti come i Fondi europei di sviluppo (FSE).

Il relatore afferma che l’incorporazione del FES nel bilancio dell’Unione rafforzerà il controllo democratico, l’assunzione di responsabilità e la trasparenza dei finanziamenti. Vorremmo ribadire il monito che tale incorporazione del FES nel bilancio generale dell’Unione non deve portare a una complessiva riduzione della spesa per lo sviluppo rispetto ai due attuali strumenti di finanziamento.

Come il relatore, anche noi vorremmo sottolineare la necessità di studiare e valutare i modi migliori per potenziare le capacità dei paesi beneficiari di assorbire gli aiuti del FES, il che significa l’immediato e profondo coinvolgimento sia dei governi sia delle popolazioni nell’elaborazione e l’attuazione dei programmi, nonché nella definizione delle priorità. Come asserisce il relatore, è anche necessaria una profonda conoscenza della spesa appropriata.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Siamo tutti consapevoli del fatto che nella politica di cooperazione e assistenza allo sviluppo dell’Unione occorre maggiore coerenza, soprattutto per quanto concerne i paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Ciò è ancora più importante ora, in un momento in cui questi paesi si confrontano con enormi pressioni, persino ricatti, da parte dell’Unione affinché accettino imposizioni che minacciano i loro interessi e compromettono l’efficacia del sostegno erogato nell’ambito di strumenti come i Fondi europei di sviluppo (FSE); i cosiddetti “accordi di partenariato economico” ne sono un esempio eloquente.

La relazione afferma che l’incorporazione del FES nel bilancio dell’Unione rafforzerà il controllo democratico, l’assunzione di responsabilità e la trasparenza dei finanziamenti. Vorremmo ribadire il monito che tale incorporazione del FES nel bilancio generale dell’Unione non deve portare a una complessiva riduzione della spesa per lo sviluppo rispetto ai due attuali strumenti di finanziamento.

Come il relatore, anche noi vorremmo sottolineare la necessità di studiare e valutare i modi migliori per potenziare le capacità dei paesi beneficiari di assorbire gli aiuti del FES, il che significa l’immediato e profondo coinvolgimento sia dei governi sia delle popolazioni nell’elaborazione e l’attuazione dei programmi, nonché nella definizione delle priorità.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore del discarico ai Fondi europei di sviluppo. Apprezzo il fatto che il Parlamento, nella sua relazione, ribadisce il suo sostegno all’iscrizione a bilancio del FES che rafforzerà il controllo democratico, l’assunzione di responsabilità e la trasparenza dei fondi garantendo maggiore coerenza nella politica dell’Unione nei confronti dei paesi ACP.

La relazione fa riferimento alla dichiarazione della Commissione allorquando afferma di voler proporre di incorporare il FES nel bilancio dell’Unione durante le discussioni sul prossimo quadro finanziario e terrà la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento sempre al corrente di tale iniziativa. Il Parlamento insiste tuttavia sul fatto che tale incorporazione del FES nel bilancio generale dell’Unione non deve portare a una complessiva riduzione della spesa per lo sviluppo rispetto ai due attuali strumenti di finanziamento ed esorta Consiglio e Stati membri a rispondere positivamente alla proposta della Commissione accettando che il FES sia incorporato a tutti gli effetti nel bilancio dell’Unione a partire dal 2014 nell’ambito del prossimo quadro finanziario. Il Parlamento ritiene che tale misura sia attesa da tempo e l’iscrizione a bilancio del FES debba avvenire quanto prima.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere alla Commissione il discarico per l’esecuzione dell’8°, 9° e 10° Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico alla Commissione per l’esecuzione del bilancio dell’8°, 9° e 10° Fondo europeo di sviluppo (FES) per l’esercizio 2009. Sottolineo che il Parlamento europeo ricorda che il FES non è incorporato nel bilancio dell’Unione europea, pur rappresentando lo strumento principale per fornire gli aiuti allo sviluppo dell’Unione alle popolazioni degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nonché dei paesi e territori d’oltremare (PTOM).

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), per iscritto. – (DE) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Staes perché, tra l’altro, si schiera ancora una volta a favore dell’inserimento dei Fondi europei di sviluppo (FES) nel bilancio, ottemperando in tal modo ai principi del controllo democratico, dell’assunzione di responsabilità e della trasparenza dei finanziamenti. D’altro canto, il relatore è stato anche critico nei confronti di talune debolezze riscontrate, come quelle rilevate dalla Corte dei conti in merito alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblico e un’ampia serie di altri controlli.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0153/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione e concordo con l’idea che il Parlamento europeo rinvii la decisione di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per i medicinali per l’esercizio 2009. Nella sua relazione sui conti dell’Agenzia, la Corte dei conti ha espresso un giudizio con riserve sulla legittimità e la regolarità delle operazioni sottostanti. La Corte dei conti ha riscontrato errori nelle procedure di aggiudicazione degli appalti corrispondenti a un ammontare significativo del bilancio complessivo dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia deve migliorare la qualità delle sue procedure di aggiudicazione degli appalti per sanare le lacune riscontrate dalla Corte dei conti. Il servizio di audit interno dell’Agenzia ha individuato carenze particolarmente gravi nel campo della valutazione dei medicinali. Trovo inaccettabile che l’Agenzia non applichi in maniera efficace le norme corrispondenti, il che significa che non vi è alcuna garanzia che la valutazione dei medicinali a uso umano sia eseguita da esperti indipendenti. L’Agenzia non rispetta in maniera efficace il suo codice di condotta stabilendo principi e indicazioni in merito all’indipendenza e alla riservatezza applicabili ai membri del consiglio di amministrazione e dei comitati, agli esperti e al personale dell’Agenzia. Concordo con l’idea che l’Agenzia debba comunicare al Parlamento europeo i passi intrapresi dalla sua creazione per garantire l’indipendenza dei propri esperti.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato contro l’autorizzazione al discarico 2009 rispetto al bilancio generale dell´Agenzia europea dei medicinali in quanto, come riportato dalla relazione della Corte dei conti, sono state rilevate alcune irregolarità nelle operazioni su cui sono basati i conti che inducono alcune perplessità sulla correttezza nell´utilizzo dei fondi. Mi ritengo quindi a favore del rinvio della chiusura dei conti per l´esercizio 2009 affinché possano essere condotte ulteriori verifiche sulla gestione.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. – (FR) In assenza di garanzie sufficienti quanto all’indipendenza degli esperti ingaggiati per eseguire valutazioni scientifiche di medicinali per uso umano, abbiamo votato per il rinvio della concessione del discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea dei medicinali per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. La questione dell’indipendenza riguarda in particolare la valutazione del soppressore dell’appetito benfluorex, principio attivo del prodotto Mediator, che può essere stato oggetto di conflitto di interessi. Sembra che tale farmaco possa essere stato responsabile del decesso di circa 500-2 000 persone e aver causato gravi danni cardiaci in migliaia di altri. Il caso rivela una certa inadeguatezza delle valutazioni condotte dagli esperti e pone la questione della competenza e dell’indipendenza degli esperti nella nostra società a rischio. Dobbiamo pertanto essere estremamente vigili. Per questo ci siamo rifiutati di concedere il nostro beneplacito.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sul discarico del bilancio dell’Agenzia europea dei medicinali per l’esercizio 2009 in quanto contribuisce ad analizzare l’utilizzo dei fondi da parte delle istituzioni europee. Ritengo tuttavia necessario introdurre miglioramenti per quanto concerne l’individuazione e la gestione dei conflitti di interessi e le procedure di aggiudicazione degli appalti.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché rinvia la decisione sulla concessione del discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea dei medicinali per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009 e rimanda la chiusura dei conti dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Le ragioni principali sono le seguenti: mancata pubblicazione di un invito formale alla presentazione di offerte, mancata preparazione preliminare di specifiche tecniche dettagliate, assenza di una chiara definizione, nelle specifiche tecniche, di tutti i prodotti da acquistare prima dell’inizio della negoziazione, mancata nomina di un comitato di valutazione e mancata preparazione di una relazione di valutazione. Anche le lacune segnalate nella relazione vanno sanate perché l’Agenzia è una fonte importante di consulenze scientifiche, raccomandazioni scientifiche e migliori prassi per la valutazione dei medicinali e la loro supervisione nell’Unione.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno il Parlamento ha deciso di rinviare la chiusura dei conti dell’Agenzia europea per i medicinali per l’esercizio 2009. Si è ritenuto di non poter concedere il discarico in quanto, a seguito dei controlli e delle valutazioni effettuati, sono state sollevate, da parte della Corte dei conti, varie questioni di significativa importanza. Le preoccupazioni maggiori riguardano la gestione delle procedure di aggiudicazione degli appalti e i criteri utilizzati per l’assunzione del personale. Mi unisco, pertanto, alla richiesta di comunicazioni formulata all’Agenzia, nella quale si invita la stessa a comunicare all’autorità di discarico entro il 30 giugno 2011 le misure adottate e i miglioramenti conseguiti riguardo a tutti questi aspetti che sono fonte di preoccupazione.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), per iscritto. – (FR) Al Parlamento europeo, come ogni anno, è stata richiesta una decisione in merito alla corretta esecuzione o meno del bilancio dell’Unione da parte delle varie agenzie e istituzioni che ne sono responsabili. Le somme sono destinate a scopi specifici e l’obiettivo della procedura di discarico è controllare retrospettivamente che tali scopi siano stati rispettati. Si tratta di una prerogativa importante del Parlamento, come illustrato per esempio dalla sua influenza sulle dimissioni della Commissione Santer nel 1999. Quest’anno, assieme alla maggior parte dei membri del Parlamento europeo, mi sono rifiutato di concedere il discarico all’Agenzia europea dei medicinali per la sua attività nell’esercizio 2009, questo perché è stata opportunamente garantita l’indipendenza degli esperti ingaggiati per svolgere le valutazioni scientifiche di medicinali per uso umano. Permangono dubbi, per esempio, in merito a possibili conflitti di interessi rispetto alla valutazione del soppressore dell’appetito benfluorex. Le procedure di aggiudicazione degli appalti dell’Agenzia e i criteri per la selezione del personale sono stati anch’essi oggetto di critiche. Se lo scandalo del prodotto Mediator ci impone di rafforzare le nostre precauzioni prima di consentire l’immissione di medicinali sul mercato, il grave malfunzionamento dell’Agenzia europea dei medicinali deve essere penalizzato.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), per iscritto. – (EN) La relazione sul discarico all’Agenzia europea dei medicinali per l’esercizio 2009 ha previsto il rinvio del discarico. Ho votato a favore della relazione principalmente per tre motivi. In primo luogo, la Corte dei conti europea ha riscontrato gravi irregolarità in diverse procedure di aggiudicazione degli appalti, tra cui un contratto relativo alla tecnologia dell’informazione per un valore di circa 30 milioni di euro. A causa di tali irregolarità, non è stata garantita la migliore valorizzazione del denaro investito. In secondo luogo, l’Agenzia europea dei medicinali ha violato le norme in materia di selezione del personale. In terzo luogo, l’Agenzia non ha evitato conflitti di interessi: un mese dopo aver lasciato l’Agenzia, l’ex direttore esecutivo ha iniziato a collaborare con uno studio di consulenza che, tra l’altro, fornisce pareri a case farmaceutiche sullo sviluppo di nuovi prodotti medicinali e la riduzione dei tempi per la loro immissione sul mercato. Benché il consiglio di amministrazione dell’Agenzia europea dei medicinali abbia alla fine deciso di fissare limiti per quanto concerne le nuove e future attività professionali dell’ex direttore esecutivo, l’autorità responsabile del discarico ha bisogno di ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia in merito al modo in cui sono effettivamente gestiti i casi di conflitto di interessi.

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore del rinvio della decisione sul discarico per l’esercizio finanziario 2009 perché la Corte dei conti ha espresso un giudizio con riserve sulla legittimità e la regolarità delle operazioni sottostanti ai conti per detto esercizio. Tra l’altro, la Corte dei conti ha richiamato l’attenzione sui riporti e gli annullamenti di ingenti stanziamenti di bilancio: per esempio, il 38 per cento del bilancio rientrante nel titolo “Immobili, materiale e spese varie di funzionamento” è stato riportato al 2010. Un importo pari a 14,8 milioni di euro di tale riporto era per attività non ancora realizzate (o, in alcuni casi, per prodotti non ricevuti) a fine esercizio, il che contrasta con il principio di bilancio dell’annualità. La Corte dei conti ha sottolineato debolezze nella gestione dei canoni, con ritardi notevoli nell’emissione degli ordini di riscossione (fino a 21 mesi), come anche lacune nella politica di tesoreria dell’Agenzia e carenze nella gestione delle procedure di aggiudicazione degli appalti. La relazione rileva che, delle 32 raccomandazioni formulate dal servizio di audit interno (IAS), una concernente le procedure attuate dall’Agenzia rispetto agli esperti è stata classificata come “critica” e 12 riguardanti soprattutto la gestione delle risorse umane e dei conflitti di interesse che vedono coinvolti membri del personale sono state classificate come “importantissime”.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole al rinvio della decisione del Parlamento sulla concessione al direttore esecutivo dell’Agenzia europea dei medicinali il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo rinvia la decisione sulla concessione del discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. la decisione di rinvio del Parlamento europeo è riconducibile al fatto che nella sua relazione sui conti annuali dell’Agenzia relativi all’esercizio 2009, la Corte dei conti ha espresso un giudizio con riserva sulla legittimità e regolarità delle operazioni su cui sono basati i conti.

 
  
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  Michèle Striffler (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della relazione Stavrakakis in cui si propone il rinvio della decisione sul discarico dall’Agenzia europea dei medicinali (EMA) per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha espresso un giudizio con riserve sulla legittimità e la regolarità delle operazioni sottostanti ai conti per l’esercizio 2009. Ritengo che i membri del Parlamento abbiano bisogno di ulteriori prove prima di poter proporre di concedere o negare il discarico all’Agenzia. A tal fine, è stata prevista un’audizione con l’EMEA a metà luglio.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0130/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Agenzia per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Concordo con il relatore nell’affermare che l’Agenzia deve migliorare la pianificazione del bilancio e delle assunzioni per sanare la mancanza di coerenza tra le sue previsioni in materia di bilancio e personale, nonché compiere progressi per garantire il più possibile una valutazione realistica delle offerte. L’Agenzia deve comunicare al Parlamento europeo le azioni intraprese per migliorare la programmazione e il monitoraggio dei suoi contratti per evitare in futuro le carenze riscontrate dalla Corte dei conti. L’Agenzia deve adottare tutte le misure necessarie per attuare le raccomandazioni formulate dalla Corte.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Lo scopo dell’Agenzia consiste nel mettere a disposizione delle istituzioni e delle autorità dell’Unione europea e dei suoi Stati membri assistenza e competenze nel campo dei diritti fondamentali, nonché aiutarle ad adottare misure e definire interventi appropriati entro l’ambito del diritto comunitario. I compiti principali dell’Agenzia sono raccogliere, analizzare e pubblicare informazioni oggettive, affidabili e comparabili sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea, migliorare la comparabilità e l’affidabilità dei dati usando nuovi metodi e norme, svolgere e/o promuovere studi e lavori di ricerca nel campo dei diritti fondamentali, formulare e pubblicare conclusioni e pareri su temi specifici, sia di propria iniziativa sia su richiesta del Parlamento europeo, del Consiglio o della Commissione, nonché promuovere il dialogo con la società civile per rendere il pubblico in generale più consapevole dei diritti fondamentali.

Sono lieto di rilevare che, dopo aver avviato un’indagine sull’Agenzia nel 2008, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) l’ha chiusa senza ulteriori provvedimenti.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché si concede al direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. La Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Superfluo aggiungere che delle nove raccomandazioni formulate dal servizio di audit interno (IAS), a seguito di una verifica della gestione finanziaria, quattro devono essere ancora attuate dall’Agenzia. Tali raccomandazioni riguardano le decisioni di finanziamento, le informazioni richieste a fini di rendicontazione e monitoraggio, i programmi di lavoro, che devono riportate tutte le risorse di bilancio disponibili, nonché le procedure finanziarie e le checklist. L’Agenzia deve adottare misure per attuare le raccomandazioni. La Corte dei conti ha potuto ottenere ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esercizio 2009 sono affidabili sotto ogni profilo materiale e, nel loro complesso, le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. La Corte dei conti ha commentato che l’Agenzia potrebbe migliorare la sua pianificazione del bilancio e delle assunzioni, segnatamente per quanto concerne gli storni tra titoli, l’elevata percentuale di posti vacanti (21 per cento) e il volume notevole di stanziamenti riportati. L’Agenzia deve adottare tutti i passi necessari per migliorare la situazione.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, con il voto odierno ho supportato la richiesta di concessione del discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esercizio 2009. La Corte dei conti, responsabile del controllo finanziario esterno, ha dichiarato, dopo un’attenta valutazione del bilancio dell’Agenzia, di aver ottenuto una garanzia ragionevole dell’affidabilità dei conti annuali dell’esercizio 2009 e della legittimità e regolarità delle relative operazioni. Credo, tuttavia, sia pienamente condivisibile la richiesta formulata all’Agenzia di compiere alcuni sforzi in vista del miglioramento della programmazione di bilancio e della pianificazione delle assunzioni. In tale direzione, plaudo all’intenzione di impegno mostrata dalla stessa, per evitare in futuro il riproporsi delle lacune evidenziate dalla Corte dei conti nella sua relazione.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della risoluzione sull’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali e appoggio le richieste formulate all’Agenzia affinché compia progressi per garantire il più possibile una valutazione realistica delle offerte. La risoluzione rileva che la Corte dei conti ha formulato osservazioni al riguardo rispetto all’aggiudicazione di tre contratti quadro per un ammontare complessivo di 2 575 000 euro e sottolinea, in particolare, che nei tre casi le offerte finanziarie differivano notevolmente sia a livello di prezzi unitari sia a livello di stime da parte degli offerenti del numero di giorni/uomo necessari per la realizzazione dello stesso scenario.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Sono favorevole a concedere al direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo plaude all’intenzione dell’Agenzia di migliorare la programmazione e il monitoraggio dei propri contratti onde evitare in futuro le carenze evidenziate dalla Corte dei conti. Invita quindi l’Agenzia a informare l’autorità competente per il discarico dei provvedimenti adottati al riguardo.

 
  
  

Relazione Stavrakakis (A7-0131/2011)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho avallato l’odierna relazione e il discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione per l’esercizio 2009. Secondo le informazioni fornite dalla Corte dei conti, i conti annuali dell’Impresa per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa è in una fase di avvio e alla fine del 2009 non aveva ancora introdotto pienamente i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. L’introduzione di tali sistemi deve essere conclusa immediatamente. Il tasso di assorbimento dell’Impresa per quanto concerne gli stanziamenti di pagamento è stato pari al 65,3 per cento. Concordo con l’affermazione che l’Impresa è ancora agli esordi e il tasso di assorbimento ridotto deriva principalmente da ritardi nell’avanzamento del programma di fusione dell’Euratom, come è stato anche segnalato dalla Corte dei conti nel 2008. Concordo altresì con il relatore nell’affermare che è importante creare le condizioni per riportare i fondi non spesi al prossimo esercizio. Vista l’entità del suo bilancio, l’Impresa dovrebbe istituire un comitato di verifica.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore dell’autorizzazione al discarico 2009 sul bilancio dell´Impresa comune per ITER e lo sviluppo di energia da fusione poiché, per quanto risulta dalla relazione, i conti e le relative operazioni sono ritenuti affidabili. Si rilevano alcune incongruenze dovute, però, al fatto che l´Impresa in questione si trova ancora nella fase di avvio. Considero quindi che, sotto l´attenta guida della Commissione, il sistema di auditing e gestione del bilancio possa essere migliorato e che essa possa completare la realizzazione dei sistemi di controllo interno e informativa finanziaria.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Gli obiettivi dell’Impresa comune consistono nel fornire il contributo della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) all’Organizzazione internazionale dell’energia da fusione ITER (reattore sperimentale termonucleare internazionale), nonché ad attività a più ampio spettro con il Giappone per la rapida realizzazione dell’energia da fusione, oltre che preparare e coordinare un programma di attività in vista della costruzione di un reattore a fusione dimostrativo (DEMO) e impianti correlati, tra cui l’impianto internazionale di irraggiamento dei materiali per la fusione (IFMIF). In aggiunta alle altre attività, i principali compiti dell’Impresa consistono nel sovrintendere alla preparazione del sito per il progetto ITER, fornire all’Organizzazione ITER risorse materiali, finanziarie e umane, coordinare le attività di ricerca e sviluppo in ambito scientifico e tecnologico nel campo della fusione, nonché fungere da interfaccia con l’Organizzazione ITER.

La Corte di conti ha riscontrato e il relatore ha sottolineato l’esistenza di vari aspetti di bilancio da migliorare, in particolare quelli relativi alle deroghe ai principi di bilancio, al ruolo del servizio di audit interno della Commissione, alla creazione di un comitato di verifica, al ritardato pagamento dei canoni dei membri e alle norme relative alla concessione delle sovvenzioni.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché la Corte dei conti ha dichiarato di aver ottenuto ragionevoli garanzie quanto al fatto che i conti annuali per l’esercizio 2009 sono affidabili e le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. L’Impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione è agli esordi e alla fine del 2009 non aveva ancora pienamente introdotto i sistemi di controllo interno e informativa finanziaria. Va anche riconosciuto che, pertanto, il basso tasso di assorbimento deriva principalmente da ritardi nell’avanzamento del programma di fusione dell’Euratom, come ha anche segnalato la Corte dei conti nel 2008. L’Impresa deve modificare il proprio regolamento finanziario per incorporarvi le raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti nel parere 4/2008 su detto regolamento. Penso che occorrano ulteriori miglioramenti rispetto alle deroghe ai principi di bilancio, al ruolo del servizio di audit interno, alla creazione di un comitato di verifica, al ritardato pagamento dei canoni dei membri, alle norme sulla concessione delle sovvenzioni e alle disposizioni transitorie di cui all’articolo 133 del regolamento finanziario del progetto ITER.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della concessione del discarico all’Impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione. Sono del parere che, vista l’entità del suo bilancio e la complessità dei suoi compiti, l’Impresa debba valutare l’eventualità di istituire un comitato di verifica che riferisca direttamente al consiglio direttivo.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Ho votato contro la concessione del discarico al direttore dell’Impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione per l’esecuzione del bilancio dell’Impresa per l’esercizio 2009.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Con la risoluzione odierna il Parlamento europeo concede il discarico al direttore dell’Impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione per l’esecuzione del bilancio dell’impresa per l’esercizio 2009. Il Parlamento europeo sollecita l’Impresa comune a modificare il proprio regolamento finanziario al fine di integrarvi le raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti.

 
  
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  Dominique Vlasto (PPE), per iscritto. – (FR) Il Parlamento ha approvato l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2009 del lungimirante progetto scientifico internazionale ITER. Accolgo con favore questo voto che contraddice le futili polemiche sulla sostenibilità di tale Impresa, unica al mondo nel suo genere. Il Parlamento ha richiamato l’attenzione sui problemi e i ritardi accusati durante la fase di avviamento e ha chiesto che il suo sistema di audit interno venga migliorato. In ciò percepisco un segnale di incoraggiamento volto a garantire il futuro e il successo a lungo termine di questa Impresa alla quale partecipano le maggiori potenze del mondo. Volevo usare il mio voto per ribadire la mia fiducia in questa avventura scientifica estremamente ambiziosa che dovrebbe portare a benefici notevoli. La fusione è intesa a fornire alla popolazione mondiale energia pulita, permanente e sicura, contribuendo in tal modo ai passi da noi intrapresi per combattere il riscaldamento globale e raggiungere l’indipendenza energetica. Dobbiamo accantonare risorse in linea con l’importanza delle poste in gioco e, per informazione, vorrei precisare che l’entità del bilancio assegnato e i ritardi riscontrati dipendono dalla complessità tecnica e organizzativa di questo progetto unico. Spetta all’Unione europea preservarne l’immagine rafforzando il proprio impegno nei confronti del progetto ITER ed esigendo che i suoi partner facciano lo stesso.

 
  
  

Relazioni Stavrakakis (A7-0103/2011) (A7-0104/2011), (A7-0105/2011), (A7-0106/2011), (A7-0107/2011), (A7-0108/2011), (A7-0109/2011), (A7-0118/2011), (A7-0119/2011), (A7-0120/2011), (A7-0122/2011), (A7-0123/2011), (A7-0124/2011), (A7-0125/2011), (A7-0126/2011), (A7-0127/2011), (A7-0128/2011), (A7-0129/2011), (A7-0130/2011), (A7-0131/2011), (A7-0132/2011), (A7-0133/2011), (A7-0144/2011), (A7-0145/2011), (A7-0146/2011), (A7-0149/2011), (A7-0150/2011), (A7-0153/2011) - relazioni Rivellini (A7-0116/2011, (A7-0117/2011), (A7-0136/2011), (A7-0139/2011) - relazione Staes (A7-0140/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore della proposta perché concordo con le procedure di discarico, proponendo comunque idonei stanziamenti per ogni linea.

 
  
  

Relazioni Stavrakakis (A7-0103/2011) (A7-0104/2011), (A7-0105/2011), (A7-0106/2011), (A7-0107/2011), (A7-0108/2011), (A7-0109/2011), (A7-0116/2011), (A7-0117/2011), (A7-0118/2011), (A7-0119/2011), (A7-0120/2011), (A7-0122/2011), (A7-0123/2011), (A7-0124/2011), (A7-0125/2011), (A7-0126/2011), (A7-0128/2011), (A7-0129/2011), (A7-0132/2011), (A7-0133/2011), (A7-0137/2011), (A7-0144/2011), (A7-0145/2011), (A7-0146/2011), (A7-0149/2011) e (A7-0150/2011)

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) Il momento di crisi che stiamo vivendo ci impone di prestare particolare attenzione al modo in cui sono spese le risorse finanziarie dell’Unione. Le priorità stabilite dal Parlamento devono essere pienamente rispettate per incrementare il risparmio attraverso una gestione finanziaria sempre più rigorosa. I risultati possono essere migliorati soltanto attraverso un costante esercizio di autocritica che permetterà di correggere tutte le traiettorie che si discostano dagli obiettivi fissati dall’Unione. Poiché la commissione per il controllo dei bilanci propone l’adozione di tale discarico, concordo con le raccomandazioni del relatore a voto a favore della relazione.

 
  
  

Relazione Moreira (A7-0069/2011)

 
  
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  Kader Arif (S&D), per iscritto. – (FR) A seguito delle alluvioni che hanno devastato il Pakistan nel 2010, il Consiglio ha chiesto misure di emergenza a sostegno del paese. Ho presentato un emendamento che respinge il regolamento proposto dalla Commissione in quanto preferenze commerciali di questo tipo sono una buona idea in teoria, ma non in pratica. La nostra risposta a una crisi umanitaria non può basarsi sul commercio, soprattutto alla luce del fatto che ormai è trascorso un anno dalla catastrofe e l’intervento non è così impellente. Un sostegno del genere è illogico e pregiudizievole perché alcuni in Europa, specialmente coloro che operano nel settore tessile in diversi paesi meridionali, finiranno per pagare un sostegno al Pakistan che dovremmo pagare tutti collettivamente. Inoltre, rivolgendoci soltanto a taluni settori, non aiutiamo tutti i pakistani.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione. La proposta della Commissione, presentata dopo le alluvioni senza precedenti che hanno devastato la scorsa estate una vasta area del territorio pakistano, cerca di estendere a tale paese preferenze commerciali autonome per 75 linee di prodotti di interesse per il Pakistan (prevalentemente tessili e abbigliamento) sotto forma di esenzione dai dazi doganali, eccezion fatta per un solo prodotto (l’etanolo) al quale sarebbe applicato un contingente tariffario.

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. – (BG) Appoggio pienamente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce preferenze commerciali autonome per il Pakistan alla luce della situazione di emergenza. Le preferenze commerciali sono estremamente importanti per il Pakistan perché assicureranno uno sviluppo sostenibile a un paese che di recente ha subito diverse catastrofi naturali. Oltre a stipulare l’accordo con il Pakistan, l’Unione europea dovrà svolgere un ruolo fondamentale per convincere l’India a sostenere l’accordo nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio.

 
  
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  Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore l’assistenza prestata al Pakistan dell’Unione europea in quanto maggiore donatore di aiuti umanitari al mondo, a seguito delle catastrofi naturali che hanno devastato l’economia e la popolazione del paese. Tuttavia, l’uso della politica commerciale dell’Unione come forma di assistenza umanitaria e allo sviluppo è profondamente sbagliato. A mio parere, la Commissione non dovrebbe mai proporre siffatte misure senza averne prima quantificato l’impatto economico e sociale sulle varie regioni dell’Unione. Uno degli esiti più gravi di tali misure potrebbe verificarsi in Portogallo, dove il settore dei tessili e dell’abbigliamento rappresenta 11 per cento delle esportazioni e 160 000 posti di lavoro, settore che sarebbe duramente colpito da una concorrenza pakistana sovvenzionata.

 
  
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  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. – (FR) A seguito delle devastanti alluvioni che hanno colpito il Pakistan nell’estate del 2010, l’Unione europea ha deciso di prestare assistenza sotto forma di preferenze commerciali straordinarie. Sebbene la finalità di tale iniziativa sia encomiabile, vale la pena di interrogarsi sulla sua utilità pratica e chiedersi se tali aiuti economici effettivamente raggiungeranno i pakistani, specialmente i produttori e gli agricoltori su piccola scala che hanno subito con particolare durezza gli effetti delle alluvioni. Il piano di assistenza della Commissione basato sul commercio deve essere oggetto di una specifica procedura: è necessario che ottenga l’approvazione del Parlamento, ma anche quella dell’Organizzazione mondiale del commercio, poiché le preferenze commerciali in questione costituiscono una deroga alle norme internazionali fondamentali in materia di commercio. Il Parlamento ha appena dato il proprio benestare alla Commissione affinché prosegua le trattative con l’Organizzazione mondiale del commercio, ma ha insistito sull’opportunità di limitare durata e ambito di tale iniziativa. Potremmo altresì interrogarci sulla saggezza della scelta di una siffatta procedura, lenta e farraginosa, in luogo di forme di aiuto più celeri ed efficaci che a quest’ora avrebbero già raggiunto il Pakistan.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della relazione. Mi premeva in particolare che garantissimo il prima possibile un monitoraggio effettivo delle tendenze delle importazioni di prodotti coperti da tale regolamento e stabilissimo una sorveglianza doganale su tali importazioni. Sono inoltre favorevole all’idea che venga presentata una relazione trimestrale sull’applicazione e l’attuazione del monitoraggio.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna relazione riguarda la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce preferenze commerciali autonome per il Pakistan alla luce della situazione di emergenza. A livello di aiuti umanitari, l’Unione europea è sempre in prima linea. È successo la scorsa estate, quando devastanti alluvioni hanno colpito una vasta area del Pakistan provocando enormi perdite umane e materiali. Oltre all’assistenza umanitaria nelle prime ore dopo la catastrofe, l’Unione ha anche cercato altre vie per sostenere la ripresa economica nel paese, idee racchiuse nel regolamento proposto. Dobbiamo tuttavia garantire protezione da una serie di aspetti che potrebbero danneggiare alcuni settori commerciali europei, segnatamente il tessile. Ritengo inoltre che le “preferenze commerciali” non rappresentino il modo giusto per aiutare un paese vittima di una catastrofe. Tali preferenze possono creare un pericoloso precedente. Non possiamo dimenticare che l’attuale crisi economica e finanziaria ha posto le società più esposte alla globalizzazione in una situazione di vulnerabilità e non è accettabile che “preferenze commerciali” possano produrre su di esse un effetto pregiudizievole.

 
  
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  Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson e Åsa Westlund (S&D), per iscritto. – (SV) Noi socialdemocratici svedesi appoggiamo la proposta della Commissione di sospendere tutti i dazi su talune importazioni provenienti dal Pakistan per un periodo limitato a seguito delle alluvioni che hanno colpito il paese lo scorso anno. Poiché lo scopo di tali preferenze commerciali è cercare di sostenere la ripresa e il futuro sviluppo del Pakistan, riteniamo che vi debbano essere misure di salvaguardia lungimiranti e offensive per l’Unione, soprattutto alla luce del fatto che sono previste soltanto per una durata limitata. Certo siamo a favore del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti dei lavoratori, come anche del rispetto degli standard ambientali e sociali e dei principi democratici, elementi che dovranno sempre essere inseriti come prerequisito in qualunque accordo commerciale. Abbiamo tuttavia votato contro i rigidi obblighi imposti in materia dalla relazione perché riteniamo assolutamente irragionevole aspettarsi che il Pakistan possa ottemperare a tali obblighi prima della data prevista per l’introduzione delle preferenze commerciali. Crediamo invece che l’Unione avrebbe dovuto esigere miglioramenti negli ambiti che avrebbero potuto essere migliorati rapidamente, soprattutto alla luce del fatto che dette richieste saranno formulate se successivamente dovesse essere stipulato un accordo commerciale tra Unione e Pakistan.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Come abbiamo già detto più di una volta, la tragedia subita dal Pakistan impone all’Europa di dar prova della propria solidarietà. Questo, tuttavia, non può essere un pretesto per mettere a repentaglio il settore tessile di diversi Stati membri come il Portogallo. Vi sono altri modi per dare prova di solidarietà: forme più efficaci di assistenza volte a risanare le aree colpite e migliorare le condizioni di vita della popolazione vittima della catastrofe e basate su una politica di cooperazione e assistenza allo sviluppo efficace e duratura, che sostenga lo sviluppo integrato e sostenibile delle comunità locali. Vi sono anche, però, forme più eque di aiuto. Tali concessioni commerciali vanno soprattutto a vantaggio dei principali importatori europei, che così vedono soddisfatte aspirazioni a lungo nutrite, danneggiando d’altro canto il settore tessile, nonché i paesi e le regioni che da esso dipendono maggiormente. Tutto ciò in un contesto di grave crisi economica ed elevata disoccupazione.

Fermo restando che in nessun caso le misure proposte dalla Commissione possono essere un pretesto per nuove perdite di posti di lavoro e un maggiore sfruttamento del settore europeo, nel contempo non possiamo ignorare le difficoltà oggettive che creeranno. La relazione le riconosce tra vari tentativi di “indorare la pillola” con l’introduzione di misure di salvaguardia che non ne modificano la sostanza.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Questo è soltanto un altro esempio di difesa degli interessi delle grandi aziende e degli istituti finanziari dell’Unione europea a spese dell’industria in paesi con le economie più fragili. Introducendo preferenze commerciali autonome di emergenza per il Pakistan, la Commissione europea sta portando i miopi interessi commerciali di pochi, affaristi puri e semplici, nel campo degli aiuti umanitari.

È un esercizio di ipocrisia che sfrutta la catastrofe naturale abbattutasi sul Pakistan per soddisfare le aspirazioni di un manipolo di grandi aziende delle potenze dell’Unione, danneggiando il settore tessile comunitario, nonché i paesi e le regioni che da esso dipendono maggiormente. È un duro colpo per un settore che è stato gravemente compromesso dalla liberalizzazione del commercio mondiale, un settore concentrato in regioni con livelli elevati di disoccupazione e povertà, nonché scarsa diversificazione economica, come diverse regioni del Portogallo centrale e settentrionale.

Abbiamo dunque votato a favore della proposta di respingere l’accordo e ci rammarichiamo per il fatto che non è stata adottata. Abbiamo invece votato a favore di un suo ulteriore deferimento alla Commissione nella speranza che sia ancora possibile tener conto della posizione del parlamento portoghese, il quale ha adottato una risoluzione contro tali concessioni commerciali. L’indispensabile solidarietà con il Pakistan deve essere un’assistenza vera basata sugli aiuti allo sviluppo e la politica di cooperazione.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), per iscritto. – (FR) Lo scorso anno il Pakistan è stato colpito da catastrofiche alluvioni. L’idea della Commissione per finanziare la ricostruzione consisteva nell’aprire il territorio dell’Unione a importazioni di tessili e altri prodotti sensibili senza imporre dazi doganali o, nella maggior parte dei casi, contingenti, senza alcuna considerazione per la minaccia di questa nuova concorrenza unilaterale che le imprese europee avrebbero dovuto affrontare. Questo solo elemento sarebbe stato un motivo sufficiente per votare contro la relazione. La Camera si è rifiutata di respingere la relazione, anche se è stata introdotta una clausola in cui si dichiara che tale accordo commerciale speciale potrà essere sospeso se si dovesse scoprire che il Pakistan appoggia organizzazioni terroristiche.

Il Parlamento si è accontentato di rinviare il voto finale. Pare in effetti necessario fugare una volta per tutte i dubbi che permangono in merito al reale atteggiamento delle autorità pakistane, che si tratti di riparo offerto ai terroristi, aiuto ai talebani, specialmente nelle zone tribali, o persecuzione dei cristiani.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del presente documento. La proposta della Commissione, formulata dopo le alluvioni senza precedenti che hanno devastato la scorsa estate una vasta area del territorio pakistano, cerca di estendere a tale paese preferenze commerciali autonome per 75 linee di prodotti di interesse per il Pakistan (prevalentemente tessili e abbigliamento) sotto forma di esenzione dai dazi doganali, eccezion fatta per un solo prodotto (l’etanolo) al quale sarebbe applicato un contingente tariffario. Tuttavia, nonostante il fatto che le preferenze commerciali autonome sarebbero estese al Pakistan per 3 anni, la Commissione non ha svolto un’approfondita valutazione di impatto delle misure suggerite prima dell’adozione della proposta di regolamento. Va inoltre notato che la proposta della Commissione non impone alcun obbligo al Pakistan nel campo dei diritti umani e sociali, contrariamente a ciò che sarebbe accaduto se al paese si fosse concesso lo status di SPG. Benché si possa obiettare che, in ragione delle circostanze particolari che hanno portato alla decisione di concedere preferenze commerciali autonome al Pakistan, le misure proposte non creeranno un precedente vincolante, questa spiegazione non è del tutto convincente. Non si può infatti escludere che la decisione di concedere preferenze commerciali autonome al Pakistan colpito dalle alluvioni possa essere seguita, in futuro, da altre iniziative analoghe. Vi è inoltre il rischio che adottare preferenze commerciali autonome disaccoppiate da qualunque tipo di condizionalità nel campo dei diritti umani di fatto comprometta l’attuale sistema di preferenze dell’Unione, basato sul rispetto di una serie di diritti e valori fondamentali.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), per iscritto. – (DE) L’Unione europea è nota in tutto il mondo perché presta assistenza laddove l’assistenza è necessaria. L’Unione l’ha dimostrato ancora una volta erogando tempestivamente aiuti a seguito delle drammatiche alluvioni e delle loro ripercussioni in Pakistan nel 2010. Come passo successivo, la Commissione intendeva concedere al Pakistan un aiuto economico garantendo la sospensione dei dazi su prodotti tessili ed etanolo, approccio che pare molto controverso. Il fatto è però che tale iniziativa deve prima avere il beneplacito dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Soltanto allora il Parlamento potrà attivarsi e prendere una decisione.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Mi rammarico profondamente per il fatto che, durante il voto sulle preferenze commerciali autonome al Pakistan, il Parlamento ha accettato di ridurre la durata dei vantaggi a un anno, limitando in tal modo notevolmente qualunque beneficio per il Pakistan.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Il mio voto è favorevole, soprattutto alla luce dell’emendamento in cui “si evince che fatte salve le condizioni di cui al paragrafo 1, il diritto di beneficiare del regime preferenziale di cui all’articolo 1 è subordinato al rispetto, da parte del Pakistan, dei diritti umani, inclusi i diritti fondamentali dei lavoratori ed i principi fondamentali della democrazia”. Quella del rispetto dei diritti umani deve essere una precondizione necessaria per qualsiasi tipo di accordo con i paesi terzi.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) L’odierna relazione ci consente di subordinare l’assistenza concessa a un paese già devastato all’impegno del Pakistan a rinunciare a ogni forma di protezionismo commerciale. È una proposta iniqua, per cui voto contro la relazione.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), per iscritto. – (EN) Come è noto, dopo le alluvioni devastanti e senza precedenti che hanno colpito il Pakistan nel luglio e nell’agosto 2010, il Consiglio europeo, in occasione della sua riunione del 16 settembre, ha incaricato i ministri di concordare urgentemente un pacchetto completo di misure a breve, medio e lungo termine che sostengano la ripresa e il futuro sviluppo del paese. Il progetto di regolamento estende le preferenze commerciali autonome al Pakistan sospendendo per un periodo limitato tutti i dazi previsti per alcuni prodotti di esportazione che rivestono interesse per il paese. È stato stilato un elenco di 75 linee di prodotti soggetti a dazio che rivestono una certa rilevanza per le esportazioni del Pakistan (prevalentemente tessili e abbigliamento). Le linee di prodotti selezionate ammontano a quasi 900 milioni di euro in termini di valore di importazione, pari circa al 27 per cento delle importazioni comunitarie dal Pakistan (3,3 miliardi di euro). Ho votato a favore.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Oltre a promettere più di 415 milioni di aiuti immediati, l’Unione europea sta anche rispondendo alla catastrofe provocata dalle alluvioni in Pakistan con misure commerciali straordinarie per stimolare le esportazioni pakistane. La Commissione europea ha proposto un pacchetto di 75 linee tariffarie corrispondenti ai principali settori di esportazione del paese nelle zone maggiormente colpite dalle alluvioni. Il commercio del Pakistan con l’Unione riguarda prevalentemente prodotti tessili e di abbigliamento che, secondo le informazioni della Commissione, nel 2009 rappresentavano il 73,7 per cento delle esportazioni pakistane nell’Unione. Secondo la valutazione dell’Unione, concedere tali preferenze commerciali dovrebbe causare soltanto effetti indesiderati limitati sul mercato interno e non incidere negativamente sui membri meno sviluppati dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Ciò nonostante, è ipotizzabile che la sospensione unilaterale dei dazi comporti una procedura di infrazione in sede di OMC.

Se al Pakistan dovesse essere concesso di entrare a far parte della rosa dei paesi che godono di un regime tariffario preferenziale, in altre parole se dovesse essere incluso nel cosiddetto “elenco SPG”, si potrebbe dire che la questione si è risolta da sé. Reazioni affrettate e scoordinate sono difficilmente utili. Il settore dei tessili e dell’abbigliamento in particolare sta vivendo un momento di crisi in diversi Stati membri a seguito della trasformazione. Non è dunque possibile escludere che le preferenze commerciali provochino effetti negativi, ragion per cui ho respinto la relazione.

 
  
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  Vital Moreira (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato contro la concessione di preferenze commerciali al Pakistan tramite l’esenzione dai dazi sulle importazioni con il pretesto delle alluvioni che hanno colpito il paese lo scorso anno. Non ritengo affatto logico avvalersi di preferenze commerciali straordinarie, contro le norme del diritto commerciale internazionale, come forma di assistenza in caso di emergenza, assistenza che già dispone dei propri strumenti. L’Unione europea non l’ha mai fatto prima né l’hanno fatto altri paesi. Nessun altro paese sviluppato ha scelto questo approccio: né Stati Uniti, né Giappone, né Australia, né Nuova Zelanda né Canada. Anche se i vantaggi concessi al Pakistan fossero una sorta di “riconoscimento” per il ruolo svolto in Afghanistan, credo che utilizzare le preferenze commerciali come strumento politico crei un pericoloso precedente.

Inoltre, i vantaggi commerciali concessi al Pakistan graveranno sulle industrie europee più colpite, segnatamente l’industria tessile dell’Europa meridionale, come anche dai paesi poveri che esportano gli stessi prodotti in Europa, che subirebbero conseguenze negative se l’Europa dovesse privilegiare il Pakistan per le proprie importazioni, e mi riferisco, per esempio, al Bangladesh o ad altri paesi dell’Africa settentrionale.

Ho tuttavia votato a favore degli emendamenti presentati che sostanzialmente attenuano l’impatto negativo della proposta: clausola di salvaguardia, limite di un anno e clausola sui diritti umani.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), per iscritto. – (DE) Nessuno contesta il fatto che i paesi in via di sviluppo come il Pakistan, ripetutamente devastato da alluvioni, devono essere sostenuti. Nondimeno, l’Unione deve garantire che i paesi suoi partner in tali accordi commerciali rispondano anche a determinati requisiti, soprattutto nel caso in cui è prevista la sospensione dei dazi. Non possiamo permettere che tale sospensione danneggi la nostra industria tessile locale, mentre l’Unione non si preoccupa minimamente del fatto che tali prodotti siano fabbricati sfruttando il lavoro minorile o i fondi ricevuti vadano direttamente a sostegno del terrorismo. Le esenzioni doganali ad ampio spettro devono dunque essere legate a un obbligo assoluto di rispetto dei diritti umani. Penso, per esempio, alle minoranze cristiane e ai diritti delle donne. La legge sulla blasfemia applicata nel paese è particolarmente preoccupante: chiunque insulti Maometto è condannato a morte. Il fondamentalismo è diffuso in Pakistan a tutti i livelli della società, tanto più dalla morte di Osama Bin Laden, anche tra gli studenti della famosa Università islamica internazionale. L’argomentazione secondo cui le preferenze commerciali promuoverebbero la prosperità e combatterebbero il radicalismo non regge. L’Unione non può semplicemente concedere preferenze commerciali ignorando questioni costituzionali importanti. Per questo ho votato contro la relazione.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) A seguito delle alluvioni che hanno devastato una vasta area del territorio del Pakistan la scorsa estate, la Commissione ha presentato una proposta per concedere al paese ampie tariffe commerciali autonome sotto forma di esenzione dai dazi doganali per 75 linee di prodotti di interesse per il Pakistan, fondamentalmente tessili e abbigliamento. Tale misura, presentata come provvedimento transitorio, applicabile però per un periodo di tre anni, produrrebbe un notevole impatto sul settore tessile portoghese, ragion per cui ho votato contro la relazione. Nondimeno, poiché la relazione è stata adottata, ho chiesto, e la mia richiesta ha avuto esito positivo, che la durata delle preferenze commerciali sia limitata a un anno dall’entrata in vigore delle misure, ciò al fine di ridurre al minimo le ripercussioni sul settore tessile portoghese, durata che potrebbe essere prorogata a seguito di un’approfondita valutazione dell’impatto sul tessile europeo presentata dalla Commissione. Infine, sempre pensando al settore tessile portoghese, ho votato a favore dell’inserimento di una clausola di salvaguardia che prevede la reintroduzione in qualunque momento di dazi doganali normali per un determinato prodotto se dovesse essere importato dal Pakistan in condizioni che provocano o rischiano di provocare gravi problemi a un produttore comunitario di prodotti analoghi o in diretta concorrenza.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) I verdi hanno accolto con favore sin dall’inizio l’idea di sostenere gli sforzi profusi dal Pakistan per superare la fame e la miseria che si sono abbattute sul paese a seguito delle alluvioni. La nostra principale critica riguardava tuttavia il fatto che si trattava di una misura incentrata su un paese il cui nome è legato al terrorismo senza che tale elemento venisse minimamente citato nell’agenda politica e senza incorporare le misure in una serie di disposizioni riguardanti il contesto politico. Inoltre, i verdi temevano che le misure avrebbero potuto aprire la via all’inclusione del Pakistan nel regime SPG senza la firma e l’attuazione da parte del paese delle corrispondenti convenzioni in materia di lavoro e ambiente (per non parlare delle convenzioni di Ginevra). Infine, i verdi desideravano escludere l’etanolo dall’elenco di prodotti in esenzione doganale perché sarebbe prodotto da canna da zucchero, che sostituirebbe le colture di prodotti alimentari, costituisce una coltura che emette molti gas a effetto serra e non crea un numero significativo di posti di lavoro. Purtroppo, nessuno degli emendamenti dei verdi è stato adottato in sede di commissione INTA. Il testo è infine nuovamente tornato in commissione.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − La proposta adottata oggi nasce in seguito alle inondazioni senza precedenti che la scorsa estate hanno devastato una vasta zona del territorio pakistano. Il documento finale mira a concedere al Paese preferenze commerciali autonome in relazione a 75 linee di prodotti di interesse (soprattutto tessili e abbigliamento), sotto forma di esenzione dai dazi doganali, con l’eccezione di un prodotto, l’etanolo, per il quale si applica un contingente tariffario.

Le misure proposte dovrebbero essere accolte come un perfetto esempio delle sinergie che l’entrata in vigore del trattato di Lisbona ha reso possibili. L’Unione europea e i suoi Stati Membri hanno già generosamente inviato aiuti umanitari al Pakistan ma l’estensione delle preferenze commerciali a questo paese è parte di un più ampio pacchetto di misure intese ad affrontare le conseguenze economiche a medio e a lungo termine delle catastrofiche inondazioni.

Garantire la ripresa e il futuro sviluppo sostenibile del Pakistan è estremamente importante, non solo per i suoi cittadini, ma anche per la sicurezza e la stabilità della regione. Un Pakistan stabile e prospero che non subisce una deriva estremista o fondamentalista è ovviamente nell’interesse dell’Unione europea.

 
  
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  Keith Taylor (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) La prima volta che, nell’ottobre 2010, si è parlato delle intenzioni della Commissione per aiutare il Pakistan a riprendersi dalle catastrofiche alluvioni che lo avevano colpito sospendendo alcune tariffe doganali, i verdi hanno accolto entusiasticamente la proposta. I verdi sono ancora dello stesso parere, ma un’idea originariamente semplice si è trasformata in una proposta troppo complicata e inattuabile. Inizialmente il regime prevedeva un termine di 3 anni, nonostante i verdi avrebbero voluto che durasse di più per rafforzare la fiducia degli investitori. Tuttavia, dopo il coinvolgimento di vari gruppi di interesse e imprenditori, la proposta si è ridotta a soli 12 mesi con revisioni trimestrali! Inoltre, qualunque accordo richiede una rinuncia da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio che non ha dato la propria approvazione in quanto alcuni paesi membri (segnatamente l’India) sono preoccupati dall’effetto che i tessili pakistani in esenzione doganale avrebbero sui rispettivi mercati. In 5 mesi non si sono registrati progressi ed è improbabile che ve ne siano a breve termine, ammesso che mai se ne compiano.

Oggi in plenaria ho appoggiato un emendamento per deferire nuovamente l’intera relazione alla commissione competente affinché sia rielaborata. Così facendo, non era mia affatto mia intenzione votare contro l’assistenza al Pakistan. Intendevo invece riconoscere che la relazione sottoposta alla nostra attenzione semplicemente non avrebbe permesso al Pakistan di ottenere ciò di cui ha bisogno. Per me, un importante ostacolo è stato l’OMC. Penso che tale organizzazione debba essere radicalmente ristrutturata in maniera da diventare un organismo realmente democratico, responsabile e trasparente.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. – (PT) La catastrofe naturale subita dal popolo pakistano lo scorso agosto ha toccato tutti noi e merita la solidarietà dell’Unione europea. L’Unione deve dare prova del proprio sostegno al Pakistan e aiutarlo a ridurre al minimo gli effetti devastanti delle alluvioni come ha fatto attraverso la sua politica di aiuto umanitario e cooperazione internazionale quando si sono verificati altri tragici eventi. Tuttavia, cercare di usare la politica commerciale comune per esprimere tale solidarietà potrebbe comportare ripercussioni indesiderate per il futuro, sia nel caso specifico sia in altri che potrebbero manifestarsi.

A livello di mercato interno, gli effetti sono negativi per la produzione di paesi europei come il Portogallo. Gli effetti a livello internazionale sono però anch’essi preoccupanti perché porteranno a una rinuncia in sede di OMC in un settore fondamentale per molti paesi in via di sviluppo.

Pertanto, considerando anche che occorre incoraggiare una valutazione di impatto per stimare le ripercussioni dell’accordo all’interno dell’Unione, ho votato a favore dell’emendamento n. 43 che respinge la proposta della Commissione europea di concedere preferenze al Pakistan.

 
  
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  Viktor Uspaskich (ALDE), per iscritto. – (LT) È tempo che l’Unione europea riconsideri il suo programma commerciale a lungo termine. Non possiamo pretendere che i paesi in via di sviluppo ai quali l’Unione ha concesso uno status speciale siano gli stessi di dieci anni fa. Adesso alcuni di questi (come Brasile, Russia, Argentina, Arabia saudita e Qatar) sono quelli economicamente più forti. Nel contempo, paesi come la Lituania lottano per sbarcare il lunario. Se al Pakistan dovessero essere concesse preferenze commerciali per i tessili come si propone nella relazione, la Lituania si troverebbe in una posizione vulnerabile poiché i tessili rappresentano quasi il 6 per cento di tutte le sue esportazioni. L’Unione, inoltre, dovrebbe prestare maggiore attenzione alla situazione dei suoi partner commerciali nel campo dei diritti umani. Il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici deve essere un elemento fondamentale della politica commerciale dell’Unione. Su questi temi non vi possono essere compromessi. Mi preoccupa dunque la proposta della Commissione di concedere al Pakistan preferenze commerciali autonome. Ovviamente l’Unione desidera che il Pakistan goda di stabilità e prosperità, ma in questo momento di crisi dobbiamo tener fede alle nostre priorità. Come hanno dimostrato le vicende delle scorse settimane, il Pakistan resta un covo di terroristi ed estremisti. L’Unione deve stare attenta a non trasmettere il messaggio sbagliato.

 
  
  

Relazione Schlyter (A7-0148/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) L’attuale sistema di investimenti diretti esteri, regolamentato da una miriade di trattati di investimento bilaterali sottoscritti dagli Stati membri che si sovrappongono e spesso confliggono, deve essere sostituito entro un arco di tempo ragionevole da un nuovo quadro di trattati di investimento comunitari coerenti con gli obiettivi politici trasversali dell’Unione. Sono altresì a favore della posizione del relatore, il quale appoggia fermamente l’approccio improntato alla coesistenza della proposta di regolamento della Commissione. È sicuramente essenziale che, mediante una procedura di autorizzazione, i trattati di investimento bilaterali degli Stati membri restino in vigore e, in condizioni chiare, gli Stati membri abbiano la facoltà di rinegoziare i trattati bilaterali esistenti, finalizzare quelli pendenti e avviare negoziati per nuovi strumenti. La certezza giuridica resterà però un termine relativo fintantoché non si concluderà la transizione al regime di protezione degli investimenti e visti i termini di validità secondo il diritto pubblico internazionale dei trattati di investimento bilaterali esistenti degli Stati membri. Voto a favore della relazione con il monito che è necessario continuare a discutere la questione in maniera da giungere a un migliore quadro giuridico.

 
  
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  Kader Arif (S&D), per iscritto. – (FR) Dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona gli investimenti sono stati un ambito di appannaggio esclusivo dell’Unione. Il Parlamento ha dunque espresso inizialmente il suo verdetto sulla forma della futura politica europea in materia di investimenti. Questa è la relazione che io stesso ho predisposto, votata durante l’ultima tornata nell’aprile 2011. Nella relazione del collega Schlyter, il Parlamento ora ha esaminato alcune disposizioni transitorie per gestire gli accordi di investimento già conclusi dagli Stati membri con paesi terzi. Come nel voto in commissione, ho sostenuto la necessità di una visione comunitaria dichiarando che gli accordi già in essere dovrebbero essere approfonditamente analizzati dalla Commissione per valutarne la compatibilità con i trattati dell’Unione, il diritto comunitario e la politica dell’Unione, soprattutto in riferimento agli obiettivi dell’azione esterna della Comunità in materia di sviluppo sostenibile. La visione che però alla fine è prevalsa è una visione della destra in cui la protezione degli investitori privati ha la priorità su tali obiettivi basati sull’interesse generale. Purtroppo è improbabile i negoziati che a breve verranno avviati con il Consiglio possano correggere il tiro in un’Unione europea in cui il bene dell’Unione nel suo complesso spesso soccombe all’egoismo nazionale.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, gli Stati membri avevano sostanzialmente stipulato accordi bilaterali con paesi terzi in materia di investimento. Dopo l’entrata in vigore del trattato, gli investimenti diretti esteri rientrano nell’ambito di competenza esclusiva dell’Unione e sono divenuti parte integrante della politica commerciale comune della Comunità. Ho appoggiato la relazione che prevede un periodo transitorio affinché tale competenza sia trasferita a livello di Unione, cosa che in futuro concorrerà a garantire agli investitori un grado elevato di protezione dalle azioni arbitrarie compiute da paesi terzi.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore della relazione perché, a seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, la politica commerciale comune dell’Unione è diventata uno degli ambiti politici comuni a livello comunitario in cui l’Unione ha competenza esclusiva. Pertanto, la politica di investimento, ambito che rientra nella politica commerciale comune, deve essere anch’essa coordinata a livello comunitario. Attualmente gli Stati membri si attengono ad accordi di investimento bilaterali stipulati con paesi terzi che in parte si sovrappongono, ma spesso confliggono, e ciò ostacola il conseguimento degli obiettivi della politica commerciale comune dell’Unione e la formazione dell’immagine dell’Unione come spazio commerciale unico in un commercio transnazionale e globale. L’obiettivo più importante dell’odierna relazione consiste nel giungere a una serena transizione dalle politiche di investimento perseguite singolarmente dagli Stati membri a una politica di investimento comune dell’Unione, garantendo certezza giuridica a tutte le parti e l’ininterrotta vigenza degli accordi già conclusi per i partecipanti nel periodo transitorio durante il quale il vecchio quadro giuridico viene sostituito dalla nuova regolamentazione. Essenzialmente la relazione affronta due questioni fondamentali: un termine per la transizione, nonché i casi e le procedure per revocare l’autorizzazione ad avviare negoziati con paesi terzi che la Commissione concede a uno Stato membro durante il periodo di transizione.

 
  
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  Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Con il mio voto favorevole ho deciso di appoggiare tale relazione poiché ritengo che durante il periodo transitorio occorrano delle norme che assicurino la certezza del diritto ed evitino conflitti e vuoti legislativi. La relazione del collega Schlyter, infatti, muove dalla proposta di regolamento della Commissione che prevede la competenza esclusiva dell’UE in materia di investimenti diretti esteri in sostituzione degli accordi posti in essere dai 27 Stati membri, stabilendo, inoltre, un periodo necessario di transizione applicato ai trattati bilaterali esistenti. Concordo, infine, con il relatore circa l’importanza di una data certa, che indichi la fine del periodo transitorio, per garantire all’economia europea la sua competitività e per fornire agli investitori un quadro chiaro delle attuali e future norme regolatrici.

 
  
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  Jan Březina (PPE), per iscritto. – (CS) L’adozione del regolamento approvato è necessaria affinché l’attuale sistema, costituito da un gran numero di accordi di investimento bilaterali stipulati dagli Stati membri che si sovrappongono reciprocamente e spesso confliggono, venga sostituito in un arco di tempo ragionevole da un nuovo sistema di accordi di investimento moderni sottoscritti dall’Unione in linea con gli obiettivi generali della politica comunitaria. Il regolamento è dunque la risposta logica e l’unica possibile per sancire il fatto che la politica nel campo degli investimenti diretti esteri, parte della politica commerciale comune dell’Unione, rientra nell’ambito di competenza esclusiva della Comunità. Tale politica ha anche l’importante compito di garantire un livello elevato di certezza giuridica in un periodo di transizione. Concordo pertanto totalmente con la proposta della Commissione fondata su accordi coesistenti. È essenziale che gli accordi di investimento degli Stati membri già in essere restino validi sulla base della procedura di approvazione e gli Stati membri possano negoziare modifiche da apportare a tali accordi, in circostanze chiare, per portare a termine i negoziati in atto o intraprendere negoziati per nuovi accordi.

 
  
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  Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Nell’interesse dell’armonizzazione della politica esterna dell’Unione, voto per modificare l’attuale sistema di trattati di investimento bilaterali in essere tra gli Stati membri e paesi terzi. Condivido altresì l’opinione espressa dal relatore per quanto concerne la necessità di garantire certezza giuridica durante il processo di transizione, il che significa che occorre introdurre un termine per tale processo e chiarire le condizioni di revoca dell’autorizzazione.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), per iscritto. – (FR) Dovrebbe essere possibile coordinare e prendere decisioni sulle singole politiche di investimento degli Stati membri a livello comunitario. L’attuale sistema è contraddistinto da innumerevoli trattati bilaterali che si sovrappongono, interferiscono l’uno con l’altro o sono spesso fondamentalmente in conflitto. Lavorando sulla formulazione di una politica di investimento europea corretta, ritengo dunque che sarebbe utile votare per obbligare gli Stati membri a prevedere, quando rinegoziano i trattati bilaterali o ne negoziano di nuovi, un meccanismo di composizione delle controversie al quale possa partecipare la Commissione, perlomeno in veste puramente consultiva, eliminando peraltro gli obblighi di riservatezza per permettere all’organo esecutivo dell’Unione di prendervi parte in tale ruolo.

Ho anche chiesto che la Commissione presenti una relazione al Parlamento e al Consiglio, entro cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento, in merito alla situazione del riesame degli accordi bilaterali esistenti, segnatamente rispetto al numero di accordi bilaterali che i diversi Stati membri possono aver rinegoziato.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, a norma degli articoli 206 e 207 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), gli investimenti diretti esteri diventano di competenza esclusiva dell’Unione europea. Al momento esistono molti accordi bilaterali che devono essere urgentemente sostituiti da un nuovo quadro di trattati di investimento comunitari coerenti con gli obiettivi politici trasversali dell’Unione.

Ora l’intenzione è individuare misure transitorie eque ed efficaci che salvaguardino gli accordi bilaterali in vigore e non trascurino le aspettative degli investitori. Dobbiamo pertanto evitare gli escamotage giuridici e assicurare una transizione ponderata.

A tal fine, chiedo che tutti coloro che sono coinvolti nei dialoghi trilaterali soppesino opportunamente la necessità di tutelare le aspettative legittime e la corretta applicazione del trattato di Lisbona, prestando particolare attenzione agli articoli riguardanti il riesame e la revoca dell’autorizzazione.

Elogio il relatore per tutto l’impegno profuso, ma chiedo più ponderazione e compromesso.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) L’odierna relazione riguarda la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimenti. A norma dell’articolo 207, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), tale ambito è di competenza esclusiva dell’Unione poiché riguarda questioni di investimento diretto estero. Senza confutare la necessità che i trattati bilaterali esistenti degli Stati membri restino in vigore, concordo con la posizione del relatore secondo cui occorre garantire un elevato grado di certezza giuridica durante il periodo di transizione. Concordo altresì con i tre motivi per revocare l’autorizzazione all’esistenza di un trattato bilaterale: conflitto con il diritto dell’Unione, sovrapposizione totale o parziale con un accordo in vigore con un paese terzo se la sovrapposizione non è affrontata specificamente nel secondo accordo, trattati che possono costituire un ostacolo allo sviluppo e all’attuazione delle politica dell’Unione in materia di investimento.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) La politica commerciale è un ennesimo ambito in cui gli Stati membri sono stati privati delle proprie competenze, divenute appannaggio esclusivo dell’Unione. Questa è la base della proposta di regolamento, in altre parole l’applicazione dell’articolo 207, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il quale prevede la competenza esclusiva dell’Unione nelle questioni di investimento diretto estero nell’ambito della politica commerciale comune.

L’importanza della politica commerciale e, ovviamente, della politica di investimento come strumenti di promozione degli interessi di un paese e del suo popolo in funzione delle sue caratteristiche e condizioni specifiche è fin troppo evidente. Evidente, come nel caso per esempio del Portogallo, è anche il danno che deriva da politiche commerciali e di investimento che non tengono debitamente conto degli interessi, delle circostanze e delle condizioni del paese perché sono fondamentalmente decise dalle maggiori potenze dell’Unione in difesa degli interessi delle loro principali aziende; l’equilibrio all’interno dell’Unione si è decisamente spostato a favore di tali potenze quando l’Unione ha rafforzato le proprie competenze.

Tra i vari aspetti gravi, il presente regolamento intende conferire alla Commissione il potere di revocare le autorizzazioni, chiedere agli Stati membri di negoziare o respingere accordi di investimento bilaterali e approvare nuovi accordi di investimento bilaterali. Per questi motivi abbiamo votato contro.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) È ben noto che l’Unione europea ha competenza esclusiva sulle questioni di politica commerciale esterna, il che costituisce la base della presente proposta di regolamento fondata sull’articolo 207, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il quale prevede la competenza esclusiva dell’Unione nelle questioni di investimento diretto estero nell’ambito della politica commerciale comune.

In generale, però, le posizioni della Commissione europea non rispettano equamente gli interessi di tutti gli Stati membri. L’importanza della politica commerciale e, ovviamente, della politica di investimento come strumenti di promozione degli interessi di un paese e del suo popolo in funzione delle sue caratteristiche e condizioni specifiche è fin troppo evidente.

Evidente, come nel caso per esempio del Portogallo, è anche il danno che deriva da politiche commerciali e di investimento che non tengono debitamente conto degli interessi, delle circostanze e delle condizioni del paese perché sono fondamentalmente decise dalle maggiori potenze dell’Unione in difesa degli interessi delle loro principali aziende; l’equilibrio all’interno dell’Unione si è decisamente spostato a favore di tali potenze quando l’Unione ha rafforzato le proprie competenze.

Tra i vari aspetti gravi, il presente regolamento intende conferire alla Commissione il potere di revocare le autorizzazioni, chiedere agli Stati membri di negoziare o respingere accordi di investimento bilaterali e approvare nuovi accordi di investimento bilaterali. Per questo abbiamo votato contro.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), per iscritto. – (EN) L’odierna relazione riguarda i trattati di investimento internazionali conclusi con paesi terzi. L’obiettivo principale di tali trattati è assicurare a investimenti e investitori un grado elevato di protezione dalle azioni intraprese arbitrariamente da governi di Stati che ricevono gli investimenti. Prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, era compito degli Stati membri negoziare la firma di tali accordi. Con l’entrata in vigore del trattato, gli investimenti diretti esterni sono diventati di competenza esclusiva dell’Unione e parte integrante della sua politica commerciale esterna. Personalmente ritengo che la politica di sviluppo dell’Unione debba prevalere sulla sua politica commerciale e di investimento.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore del documento perché si propone che il regolamento offra la possibilità alla Commissione di revocare un’autorizzazione, chiedere agli Stati membri di rinegoziare o risolvere un trattato di investimento bilaterale e approvare i trattati neonegoziati. La proposta contiene anche disposizioni che stabiliscono come, quando e ciò che è possibile negoziare. A seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, gli investimenti diretti esteri sono rientrati nell’elenco delle questioni di pertinenza della politica commerciale comune. Secondo l’articolo 3, paragrafo 1, lettera e), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), l’Unione ha competenza esclusiva sulla politica commerciale comune. Di conseguenza, soltanto l’Unione può legiferare e adottare atti giuridicamente vincolanti in tale ambito. Gli Stati membri possono farlo soltanto se tale facoltà viene concessa loro dall’Unione in ottemperanza dell’articolo 2, paragrafo 1, del TFUE. Tale rapporto si svilupperà ulteriormente man mano che l’Unione eserciterà la propria competenza nel campo della politica di investimento comune con lo scopo principale di creare il migliore sistema possibile per la protezione degli investimenti indistintamente a favore degli investitori di tutti gli Stati membri, come anche condizioni di investimento paritarie sui mercati dei paesi terzi. Poiché la nuova politica di investimento sarà sviluppata assicurando la validità transitoria degli accordi di investimento bilaterali conclusi dagli Stati membri, è necessario riconoscere i diritti degli investitori i cui investimenti rientrano nell’ambito di detti accordi garantendo loro certezza giuridica. La Commissione dovrà adottare i passi necessari per una progressiva sostituzione di tutti gli accordi di investimento esistenti con nuovi accordi che garantiscano il massimo grado di protezione possibile.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), per iscritto. – (DE) Dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona alla Commissione è stato conferito il potere esclusivo di negoziare e concludere accordi di investimento bilaterali con paesi terzi. Attualmente esistono oltre 1 000 accordi in materia e gli Stati membri ne stanno negoziando circa altri 200. Affinché tale trasferimento di competenze non abbia conseguenze disastrose per l’Unione, gli Stati membri devono poter continuare a garantire certezza giuridica agli investimenti durante il periodo di transizione. Il Parlamento ha trasmesso un segnale forte in prima lettura e chiede una fase solida e sicura per il trasferimento dei poteri.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), per iscritto. – (RO) A seguito dell’entrata in vigore del trattato sul funzionamento dell’Unione europea gli accordi di investimento sono ancora vincolanti per gli Stati membri e devono essere trattati nell’ambito della competenza esclusiva dell’Unione in materia di investimenti diretti esteri. L’odierna proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio autorizzerà l’ininterrotta vigenza di tutti gli accordi di investimento attualmente in essere tra gli Stati membri e paesi terzi, il che ritengo ci consentirà di fornire una garanzia esplicita di certezza giuridica per quanto concerne le condizioni alle quali gli investitori sono soggetti.

La proposta illustra peraltro le condizioni in cui gli Stati membri potranno negoziare e concludere nuovi accordi di investimento bilaterali con paesi terzi, accordi che sono comunque considerati una misura transitoria straordinaria.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione e apprezzo il fatto che i trattati di investimento bilaterali ora fanno parte della politica commerciale comune.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) La presente relazione preclude agli Stati membri la possibilità di negoziare e persino mantenere in essere accordi di investimento bilaterali con paesi terzi se non sono conformi alle posizioni della Commissione europea. Così facendo, si abolisce la sovranità nazionale in tale ambito. Il trattato di Lisbona ci ha portati al punto di vietare qualsiasi forma di investimento bilaterale a sostegno di un altro paese mettendo tutti i poteri nelle mani della Commissione, organo non eletto.

Voterò contro.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Non possiamo aspettarci che ciò che non è riuscito all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), ossia far luce sulla giungla di accordi di investimento bilaterali, possa dare esito positivo a livello di Unione. Si è fatto un tentativo a livello superiore per introdurre regolamentazioni multinazionali onnicomprensive per l’investimento diretto estero che varrebbero per tutti i settori economici. In un’ottica di maggiore respiro, è più probabile che così l’obiettivo venga conseguito, ma in realtà tutto dipende dal modo in cui sarà di fatto organizzato. Il problema è che lodi arbitrali vincolanti su trattati di investimento internazionali pronunciati in base al diritto internazionale potrebbero implicare impegni da parte degli Stati membri nei confronti degli investitori che darebbero luogo a procedure di infrazione dei trattati comunitari. Orbene, per tale problema non vi è ancora una soluzione.

La relazione si sofferma ben poco sui potenziali aspetti negativi della politica di investimento, per esempio il timore da parte della popolazione locale di perdere il posto di lavoro o subire tagli salariali a causa dell’esternalizzazione e della rilocalizzazione della produzione. Gli investimenti diretti non sono affatto la panacea di tutti i mali, come vengono presentati. Alcuni paesi in via di sviluppo hanno dovuto prenderne atto sulla propria pelle. Per questo ho votato contro la relazione.

 
  
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  Claudio Morganti (EFD), per iscritto. − Signor Presidente, con l’approvazione del trattato di Lisbona, gli Stati Membri hanno purtroppo perso le loro prerogative in merito alla gestione degli investimenti diretti esteri, divenuta di competenza esclusiva dell’Unione. Un cambiamento così significativo necessita di norme transitorie che ne regolino l’attuazione: la relazione che abbiamo votato oggi pare un compromesso accettabile, poiché tutela gli accordi già conclusi a livello bilaterale dai diversi Stati ed getta inoltre le basi per la sottoscrizione di nuove possibili intese bilaterali, seppur concordate.

Vengono inoltre ben definite e limitate le competenze valutative della Commissione europea, rendendo di fatto meno tortuoso il percorso per gli Stati membri che desiderassero proseguire nella loro specifica politica di investimenti diretti all’estero. Per questi motivi ho quindi deciso di dare il mio voto positivo alla relazione.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore dell’odierna relazione riguardante la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimenti. È un caso di applicabilità dell’articolo 207, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il quale prevede la competenza esclusiva dell’Unione nelle questioni di investimento diretto estero nell’ambito della politica commerciale comune. In un mondo di trasferimenti globali di beni e capitali, e come logica conseguenza della politica commerciale comune dell’Unione europea, anche la politica di investimento degli Stati membri deve essere coordinata e decisa a livello di Unione. Ciò significa che l’attuale sistema costituito da una miriade di trattati di investimento bilaterali sottoscritti dagli Stati membri che si sovrappongono e spesso confliggono deve essere sostituito entro un arco di tempo ragionevole da un nuovo quadro di trattati di investimento comunitari coerenti con gli obiettivi politici trasversali dell’Unione. La transizione a una politica di investimento comunitaria, tenendo presente la natura rischiosa e a lungo termine degli investimenti diretti esteri, è un processo lungo e complesso. È estremamente importante garantire un elevato grado di certezza giuridica durante il periodo di transizione.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Poiché, in virtù del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), l’ambito degli investimenti diretti esteri rientra tra le competenze esclusive dell’Unione, è necessario fornire all’Unione i mezzi necessari per passare da una prospettiva frammentata a un approccio armonizzato. A tal fine, è necessario individuare soluzioni che ci consentano di evitare l’incertezza giuridica durante il periodo di transizione, senza tuttavia mettere a repentaglio gli obiettivi che guidano l’azione dell’Unione.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Come temevamo, il voto risicato contro di noi in sede di commissione per il commercio internazionale sull’articolo 5 (concernente la revisione dei trattati di investimento bilaterali esistenti degli Stati membri) e l’articolo 6 (riguardante la possibilità di revoca dell’autorizzazione all’esistenza di un trattato di investimento bilaterale), ambedue elementi cruciali della relazione del collega Schlyter sulle “disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimento”, è stato confermato dal voto in plenaria.

Avevamo cercato di incoraggiare i membri a votare a nostro favore presentando emendamenti sui due articoli, dimezzando così le nostre richieste (non accolte in sede di commissione). Abbiamo quindi lasciato che il gruppo S&D ripresentasse i testi originali affinché fossero interpretati come una sorta di compromesso. Purtroppo la strategia non ha funzionato. Abbiamo avuto un voto per appello nominale al riguardo e valuteremo se abbiamo nondimeno conquistato un certo sostegno all’interno del gruppo ALDE.

Abbiamo anche perso per quanto concerne i nostri emendamenti relativi a norme per una maggiore trasparenza. Abbiamo vinto soltanto rispetto a un emendamento di importanza secondaria che riguardava i considerando, palesemente “concessoci” dai gruppi PPE e ALDE per acquietarci in modo che la posizione del gruppo Verts/ALE al voto finale fosse positiva. Abbiamo tuttavia scelto di respingere la relazione (approvata con 345 favorevoli e 246 contrari).

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. – (EN) All’inizio dell’anno ho formulato una serie di interrogazioni alla Commissione europea a seguito di alcune notizie comparse sulla stampa in merito a spedizioni di rifiuti tossici dall’Italia alla Romania. Sebbene le spedizioni non siano state comprovate, ciò che è emerso con chiarezza dalle mie interrogazioni è stato che potremmo introdurre ispezioni più sistematiche dei carichi in quanto questo fungerebbe da deterrente per quanti sono coinvolti nella spedizione illegale di rifiuti. Tali misure potrebbero avere un impatto ulteriore sui paesi in via di sviluppo, ai quali potrebbe mancare la capacità di sorvegliare adeguatamente le spedizioni in entrata, che in tal modo potrebbero evitare l’ingresso di materiali tossici nel proprio territorio. Dobbiamo considerare seriamente i vantaggi di ispezioni accurate e sistematiche a livello comunitario, specialmente in caso di spedizioni destinate ai paesi in via di sviluppo.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. – (PT) A norma dell’articolo 207, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), gli investimenti diretti esteri rientrano nell’ambito di competenza dell’Unione in quanto questo tipo di investimenti è direttamente correlato alla nuova politica commerciale comune.

Il trattato di Lisbona è entrato in vigore in un momento in cui molti accordi di investimento bilaterali con paesi terzi stavano giungendo a termine e non erano state previste disposizioni transitorie per garantire il passaggio integrato a futuri accordi rientranti nell’ambito di competenza esclusiva dell’Unione europea. Penso che l’idea di procedere a una valutazione attendibile di tutti gli accordi bilaterali attualmente in vigore con paesi terzi adottando una strategia comune a tutti gli Stati membri sia valida.

Come afferma la relazione, è fondamentale che le norme stabilite siano trasparenti, note ai principali attori politici e valutate entro al massimo 10 anni. In un’epoca in cui le operazioni che coinvolgono beni e capitali stanno diventando sempre più globalizzate, è importante che l’Unione europea adotti una politica di investimento comune in linea con la strategia indicata da tutti gli Stati membri.

 
  
  

Relazione Moreira (A7-0053/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Voto a favore di questa relazione della commissione per il commercio internazionale (A7-0053/2011). Approvo la sua posizione in prima lettura e quindi anche la proposta della Commissione. Invito la Commissione a informare nuovamente il Parlamento qualora intenda apportare modifiche sostanziali alla proposta o sostituirla con un nuovo testo.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Il mio voto è stato favorevole. Alla conferenza internazionale dei donatori di ottobre 2008 la Commissione europea si è impegnata a fornire assistenza alla Georgia per un importo massimo di 500 milioni di euro. Le fonti di finanziamento includono sia fondi programmati a titolo dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), sia gli strumenti di crisi, quali lo strumento di stabilità, l’aiuto umanitario e l’assistenza macrofinanziaria. L’economia georgiana è in ripresa dopo il doppio shock causato dal conflitto militare con la Russia nell’agosto 2008 e dalla crisi finanziaria mondiale. Tuttavia la situazione della bilancia dei pagamenti e delle finanze pubbliche rimane precaria e fragile a causa del blocco della maggior parte degli scambi diretti con la Russia e del calo drastico nel flusso di investimenti esteri diretti (IDE). Sono favorevole allo stanziamento di 46 milioni di euro per l’assistenza finanziaria alla Georgia al fine di ridurre la fragilità finanziaria della sua economia nel breve periodo e di sostenere nel contempo le riforme mirate a rendere più sostenibile la bilancia dei pagamenti e stabilizzare la situazione di bilancio.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Nella proposta della Commissione europea di concedere un ulteriore aiuto finanziario alla Georgia c'è una contraddizione di fondo: è stata la Commissione stessa ad aver sottolineato come l'economia georgiana fosse in ripresa dopo il conflitto con la Russia di tre anni fa, lasciando intendere che non ci fosse bisogno di "assistere" Tiblisi con altri fondi di aiuto all'economia nazionale oltre a quelli già erogati negli ultimi anni. Non si capisce quindi perché il governo georgiano chieda altri soldi e per quale motivo la Commissione si sia subito adoperata per mobilitare quasi cinquanta milioni di euro che, vista la situazione politica interna in Georgia e i problemi di legalità e trasparenza in quel Paese, non abbiamo alcuna sicurezza che verranno spesi bene.

Voto contro la risoluzione legislativa che dà l'avallo del Parlamento alla concessione di 46 milioni di euro a Tiblisi; ci sono tante situazioni problematiche in Europa, dal punto di vista economico, finanziario, lavorativo, e tante aree costrette ad affrontare situazioni di crisi per cui le istituzioni potrebbero fare molto di più: la Commissione pensi prima di tutto a concentrare ogni sforzo possibile nella soluzione dei problemi dei nostri cittadini.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. (LT) Il Parlamento europeo ha approvato la decisione del Consiglio di dare seguito all’impegno di assistenza alla Georgia assunto dalla Commissione. Prima di adottare la decisione, la Commissione ha valutato la situazione economica della Georgia e le prospettive finanziarie del paese per il 2010-2011, prestando particolare attenzione alla bilancia dei pagamenti e al fabbisogno di bilancio. La Commissione ritiene che l’attivazione della seconda parte dell’Assistenza macrofinanziaria (AMF) promessa nel 2008 sia giustificata. La nuova AMF aiuterebbe la Georgia a far fronte alle conseguenze economiche del conflitto con la Russia e alla crisi mondiale. La nuova AMF sarebbe destinata a sostenere il programma di riforma del governo e le politiche volte a rafforzare la gestione delle finanze pubbliche (basate sui provvedimenti predisposti nel quadro delle precedenti operazioni AMF e di sostegno settoriale di bilancio fornito dall’UE). Inoltre questa assistenza dovrebbe favorire l’integrazione economica e finanziaria con l’Unione europea, sfruttando in particolare le potenzialità offerte dal futuro accordo di associazione, che dovrebbe condurre alla conclusione di un accordo di libero scambio globale e approfondito tra le due parti.

 
  
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  Jan Březina (PPE), per iscritto. – (CS) Come membro della delegazione del Parlamento europeo alle commissioni di cooperazione parlamentare UE-Armenia, UE-Azerbaigian e UE-Georgia, sono favorevole alla decisione di accordare alla Georgia un’assistenza macrofinanziaria per un importo di 46 milioni di euro al fine di favorire la stabilizzazione dell’economia georgiana e coprire il fabbisogno della bilancia dei pagamenti come convenuto nell’ambito dell’attuale programma FMI. Condivido la proposta di erogare l’assistenza per metà sotto forma di sovvenzioni e per metà sotto forma di prestiti. È importante che il protocollo d’intesa, l’accordo sul prestito e l’accordo di sovvenzione da concludere con le autorità georgiane prevedano l’adozione da parte della Georgia di misure appropriate di prevenzione e di lotta contro le frodi, la corruzione e ogni altra irregolarità in relazione con l’assistenza. Per garantire maggiore trasparenza nella gestione e nell’erogazione dei fondi, il protocollo d’intesa, l’accordo sul prestito e l’accordo di sovvenzione devono prevedere anche la possibilità di controlli, ivi inclusi accertamenti e verifiche in loco, effettuati dalla Commissione e dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode. Oltre a questi, andrebbero previste parimenti delle verifiche contabili, all’occorrenza in loco, da parte della Corte dei conti.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono favorevole a qualsiasi sforzo teso a estendere il benessere economico al di fuori dell’UE, perché penso che la nostra assistenza sia uno strumento importante per consentire ad alcuni paesi terzi di fare fronte alla crisi della bilancia dei pagamenti e di ripristinare il debito estero entro livelli sostenibili. In considerazione delle difficoltà economiche e sociali subentrare a seguito del conflitto armato nell’agosto 2008 e della crisi finanziaria mondiale, sostengo la proposta di un’assistenza macrofinanziaria supplementare per la Georgia affinché possa essere agevolato il processo di stabilizzazione economica in tale paese e coperto il fabbisogno della sua bilancia dei pagamenti. Credo altresì che questa assistenza macroeconomica non mancherà di esercitare un effetto positivo sui rapporti tra la Georgia e gli Stati membri, oltre a svolgere un ruolo chiave nella realizzazione di riforme adeguate da parte del governo georgiano.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione perché credo che l’attivazione della seconda parte dell’assistenza macrofinanziaria alla Georgia sia giustificata e opportuna. Sebbene l’economia georgiana sia in ripresa, questa assistenza supplementare aiuterà il paese a far fronte alle conseguenze economiche del conflitto con la Russia e della crisi mondiale, sostenendo il programma di riforma economica del governo.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La Georgia si è trovata dinanzi a gravi problemi di recente e in particolare dopo il conflitto militare con la Russia, insorto a causa delle regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Certo, siamo ancora ben lungi dal poter prendere realisticamente in esame l’eventualità di un’adesione di questo paese all’Unione europea, così come auspicato più volte dal Presidente Saakashvili, perché la Georgia non soddisfa i criteri obiettivi che le permetterebbero di aspirare a un simile obiettivo. Con tale precisazione, ritengo sia favorevole che la Georgia esprima questo desiderio e si sforzi di avvicinarsi agli standard europei.

Al fine di sostenere quest’aspirazione e di aiutare il paese a superare le difficoltà economiche e sociali che sono seguite al conflitto militare, voto a favore della concessione di un’ulteriore assistenza macrofinanziaria alla Georgia, nella speranza che possa andare a reale vantaggio della popolazione.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. (PT) La presente relazione riguarda la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di ulteriore assistenza alla Georgia. La proposta della Commissione europea per accordare a questo paese 46 milioni di euro in assistenza è stata presentata a seguito del conflitto armato con la Russia, ulteriormente esacerbato dalla crisi mondiale. Questa rappresenterebbe la seconda parte dell’assistenza garantita nel 2008, destinata a sostenere gli impegni finanziari assunti dalla Georgia nei confronti di istituzioni creditizie internazionali ed europee, nonché le riforme economiche in corso nel paese. Sono favorevole all’assistenza ed esprimo quindi un voto positivo. Tuttavia ritengo opportuno che il Parlamento e il Consiglio concordino quanto prima il metodo di controllo con cui verificare l’utilizzo degli aiuti, affinché possiamo stare tutti più tranquilli, sapendo che le risorse UE sono impiegate correttamente.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. (PT) All’attuale proposta di un’ulteriore assistenza macrofinanziaria si possono applicare con invariata validità e pertinenza le osservazioni che abbiamo avanzato in occasione della decisione relativa all’erogazione della precedente assistenza. Siamo sempre favorevoli a che l’UE conceda aiuti di solidarietà ai paesi in stato di bisogno, destinando tale assistenza a progetti che vanno a beneficio dei cittadini. Tuttavia questa sedicente “assistenza” dell’UE ha dimostrato di avere ben poco a che fare con la solidarietà. Qui sono spesso gli interessi delle grandi aziende, delle istituzioni finanziarie e delle grandi potenze a prevalere sul genuino e reale interesse della solidarietà.

In questo, la Georgia non fa eccezione. È importante ricordare che l’assistenza finanziaria proposta è destinata innanzi tutto a finanziare il programma del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la sua politica di adeguamento strutturale, ovvero sosterrà quelle stesse politiche neoliberali che hanno provocato la crisi economica e finanziaria in cui versa attualmente il paese.

Parimenti manteniamo alcune riserve e timori per quanto concerne la possibile militarizzazione del Caucaso in seguito alle tensioni con la Russia, tenuto conto della ricchezza e dell’importanza geostrategica di questa regione che solletica gli appetiti dell’UE e dei suoi monopoli.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), per iscritto. L’economia georgiana ha subito un declino rapido dallo scoppio del conflitto militare con la Russia nell’agosto 2008 che ha causato ingenni datti diretti e indiretti, nonché l’evacuazione di un’ampia fetta della popolazione. La crisi finanziaria mondiale cominciata nell’autunno del medesimo anno non ha fatto che peggiorare la situazione in Georgia. L’assistenza, proposta nel quadro di un pacchetto generale UE con una dotazione massima di 500 milioni di euro, è intesa a favorire la ripresa del paese all’indomani del conflitto armato con la Russia e della crisi economica e finanziaria mondiale. L’assistenza deve essere destinata a finanziarie il disavanzo pubblico e può aiutare la Georgia a superare le sue gravi difficoltà finanziarie.

 
  
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  Sandra Kalniete (PPE), per iscritto. (LV) L’Unione europea ha il dovere di continuare ad aiutare la Georgia, acciocché questo paese possa svilupparsi fino a diventare una democrazia moderna e un modello per gli altri paesi della regione. A partire dalla “rivoluzione delle rose”, il governo georgiano ha messo in atto un programma coerente di riforme democratiche, ammodernato il paese e realizzato alcune riforme socio-economiche difficili e impopolari, essenziali in una prospettiva a lungo termine. Secondo la relazione della Banca Mondiale “Doing Business 2010”, la Georgia si colloca dodicesima nella classifica dei paesi con le condizioni più favorevoli all’imprenditorialità. Soltanto tre Stati membri dell’Unione europea sono riusciti a classificarsi meglio. La Georgia ha ottenuto ottimi risultati nella lotta contro la corruzione che rimane una piaga critica in tutti i paesi post-sovietici.

Sono persuasa che la Georgia sia un esempio per gli altri paesi del Caucaso e non ho timore di affermare che essa potrebbe servire da esempio anche ad alcuni Stati membri UE che dimostrano di non possedere il coraggio politico necessario a realizzare delle riforme a favore della crescita e della modernizzazione. Nell’affrontare i problemi della Georgia, non dobbiamo dimenticare che il 20 per cento del suo territorio è ancora occupato. La Russia deve tenere fede all’impegno assunto in relazione all’integrità territoriale della Georgia e l’Unione europea, da parte sua, deve continuare a rammentarlo alla leadership russa.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), per iscritto. – (DE) Dobbiamo approvare l’assistenza macrofinanziaria a sostegno della Georgia, un paese duramente colpito dalla crisi economica. Queste risorse vengono accordate dall’UE secondo alcuni requisiti chiari e saranno convogliate nei settori previsti. Si tratta di aiuto finanziario che, unitamente a quello del FMI, contribuirà alla stabilizzazione delle finanze pubbliche e a un miglioramento dei rapporti UE-Georgia.

 
  
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  Krzysztof Lisek (PPE), per iscritto. (PL) Ho votato a favore di un’ulteriore assistenza finanziaria alla Georgia. Tra i paesi aderenti al partenariato orientale, la Georgia spicca per le riforme che ha realizzato in tutti gli ambiti. Constato con particolare soddisfazione che durante il lavoro su questa relazione è stata utilizzata la procedura legislativa semplificata e ciò ha consentito di accelerare l’intero processo e di svolgere la votazione entro tempi più brevi. L’economia georgiana si è ripresa dopo l’invasione militare della Russia nel 2008 e ha superato molto bene i tempi difficili della crisi finanziaria mondiale rispetto ad altri paesi di dimensioni analoghe.

A partire dalla Rivoluzione delle rose, la Georgia ha avviato numerose riforme, volte a liberalizzare e democratizzare il sistema al fine di renderlo più favorevole all’imprenditoria e a stabilire un’economia di libero mercato in seno a una società democratica. Dopo il 2004, la Georgia ha introdotto provvedimenti straordinari per ridurre gli oneri amministrativi delle imprese. Sono state snellite le procedure per i start-up d’impresa, il sistema fiscale è stato riformato e adesso il gettito risulta quintuplicato. In sostanza, la Georgia si è aperta a un libero scambio privo di barriere.

La Georgia ha praticamente debellato il virus della corruzione nelle istituzioni pubbliche e nella pubblica amministrazione tramite una serie di riforme del settore pubblico – che hanno interessato la procura, la magistratura e le forze di polizia – e di riforme politiche. Oggi la Georgia può essere considerata un paese dinamico con un’economia in crescita. Considerato quanto sopra, dovremmo continuare a incoraggiare la Georgia in questa crescita, sia stabilendo taluni criteri che accordando una forma di assistenza.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), per iscritto. – (RO) La Georgia è uno dei paese partner dell’Unione europea nell’ambito della politica europea di vicinato (PEV). È interesse vitale dell’Unione europea garantire la stabilità ai suoi confini orientali tramite la crescita economica e una buona governance. Il pacchetto di assistenza macrofinanziaria per la Georgia fornisce una risposta immediata alle difficoltà economiche e sociali che il paese ha conosciuto.

Sebbene l’economia georgiana mostri ora segni di ripresa, permane una fragilità e vulnerabilità che rende necessaria una certa stabilità finanziaria. Inoltre l’assistenza macrofinanziaria accordata dall’UE va a integrare gli altri strumenti finanziari e l’aiuto erogato alla Georgia dal FMI e da donatori internazionali e bilaterali, fornendo al paese un sostegno macroeconomico a breve termine.

 
  
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  David Martin (S&D), per iscritto. Ho votato a favore di questa risoluzione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di ulteriore assistenza macrofinanziaria alla Georgia.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. (FR) L'UE si è trovata una nuova missione: imporre i tagli drastici alla spesa sociale voluti dal FMI tramite il Fondo europeo di stabilità finanziaria per la zona euro e l’UE, e tramite l’assistenza macrofinanziaria (AMF) all’esterno.

In Georgia, il FMI ha annunciato l’intenzione di non prorogare gli “aiuti”. Non sussistono quindi motivi per continuare ad applicare il piano d’austerità del FMI. Tramite l’AMF, l’UE obbliga la Georgia a rispettare tale piano suo malgrado. È inammissibile. Il mio voto è contrario.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) Dopo il conflitto armato con la Russia nel 2008 e la crisi finanziaria globale, la Georgia versa in gravi difficoltà finanziarie. Nel gennaio di quest’anno l’UE aveva già approvato un pacchetto di aiuto di 46 milioni di euro per la Georgia, di cui 23 milioni sotto forma di prestiti e altri 23 milioni sotto forma di sovvenzioni al paese. Questi 46 milioni di euro fanno pare del programma di aiuto finanziario già approvato dall’UE nell’ottobre 2008 per un importo di circa 500 milioni di euro. La seconda parte dell’assistenza macrofinanziaria UE – la prima parte è già stata erogata nel 2009-2010 – dovrebbe aiutare la Georgia a coprire il proprio fabbisogno di finanziamento esterno ed è subordinata a condizioni restrittive. I primi risultati si possono già vedere; nel 2010 è stata registrata una crescita reale del PIL pari al 6,3 per cento e le attività economiche si sono visibilmente riprese.

Nondimeno bisogna riconoscere, sulla base di alcuni indizi, che il denaro non sembra essere impiegato con l’efficacia auspicata. Stante la situazione di bilancio in cui versa la maggior parte degli Stati UE, tale inefficienza è intollerabile. Pur essendo in genere favorevole all’assistenza finanziaria, in questa situazione ho preferito astenermi dal voto.

 
  
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  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE), per iscritto. − (LT) Sono favorevole alla decisione del Parlamento europeo di approvare la proposta della Commissione per la concessione di un’ulteriore assistenza finanziaria di 46 milioni di euro alla Georgia. Questo è un aiuto importante per un paese che crede nell’integrazione europea; si potranno così mitigare le ripercussioni negative che il conflitto militare con la Russia e la crisi economica e finanziaria mondiale hanno avuto sull’economia georgiana. Al fine di migliorare l’efficacia a lungo termine dell’assistenza, la Commissione deve partecipare attivamente per garantire un utilizzo mirato degli aiuti, sopra tutto tramite misure volte a favorire l’integrazione economica e finanziaria con l’UE, in vista di una conclusione rapida di un accordo di libero scambio globale e approfondito tra le due parti.

Un dialogo sui visti potrebbe esercitare anch’esso un’influenza stabilizzatrice e promuovere le riforme. Gli accordi UE-Georgia sulla semplificazione del regime dei visti e i rimpatri sono entrati in vigore il 1° marzo 2011 e rappresentano un primo passo positivo. Sono certa che la Commissione presenterà a breve una valutazione sull’attuazione di tali accordi, sicché alla prossima riunione del Consiglio di cooperazione UE-Georgia sarà possibile avviare le discussione in merito alla successiva cooperazione in materia di visti.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) L’assistenza macrofinanziaria dell’UE è destinata a coprire il fabbisogno di finanziamento esterno della Georgia individuato in collaborazione con il Fondo monetario internazionale (FMI) nell’ambito dell’accordo stand-by del valore di 1,17 miliardi di dollari USA in vigore dall’ottobre 2008. L’assistenza verrebbe fornita per metà sotto forma di sovvenzioni e per metà sotto forma di prestiti. La nuova assistenza macrofinanziaria contribuirebbe ad aiutare la Georgia a fare fronte alle conseguenze economiche del conflitto con la Russia e della crisi mondiale, sostenendo il programma di riforma economica del governo. Ho votato a favore della relazione perché approvo la concessione di tale assistenza finanziaria, per quanto controversa, e riconosco la necessità di mettere in atto un sistema di vigilanza sull’impiego di tali aiuti, affinché il Parlamento e le altre istituzioni ricevano informazioni sulle modalità di spesa di tali risorse.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), per iscritto. – (PT) Ho votato affinché sia riconosciuta alla Georgia un’assistenza macrofinanziaria aggiuntiva di 46 milioni di euro, perché credo sia necessario aiutare il paese a riprendersi dalle difficoltà economiche e sociali provocate dal conflitto con la Russia.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), per iscritto. (EN) Per coerenza con la nostra espressione di voto in materia di assistenza macrofinanziaria (AMF) nella scorsa legislatura, è stata suggerita l’astensione in questo caso, perché crediamo che l’AMF non sia molto efficace se associata a un qualsiasi programma del Fondo monetario internazionale (FMI) nei paesi beneficiari. L’UE non ha proposto una strategia di finanziamento propria e si limita a sostenere il programma standard di riforme macroeconomiche del FMI. D’altra parte ci rendiamo conto delle necessità finanziarie della Georgia e delle responsabilità UE in questo ambito. Alla fine il gruppo Verde/Alleanza libera europea ha espresso un voto favorevole.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. L'adozione della relazione odierna segue la posizione espressa in prima lettura e conferma quanto espresso dalla Commissione. Il testo votato chiede alla Commissione di presentare una nuova proposta nel caso in cui intenda modificarla sostanzialmente o sostituirla con un nuovo testo.

 
  
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  Niki Tzavela (EFD), per iscritto. (EL) L’ulteriore assistenza macrofinanziaria aiuterà la Georgia a fare fronte alla crisi mondiale, sostenendo il programma di riforma del governo. In pratica, essa servirà ad alleviare i problemi di finanziamento a breve termine dell’economia georgiana. Tenuto conto del fatto che questo tipo di aiuto viene erogato una-tantum e per un periodo limitato, ho votato a favore della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di un’ulteriore assistenza macrofinanziaria alla Georgia.

 
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