Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2011/2687(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : O-000084/2011

Testi presentati :

O-000084/2011 (B7-0314/2011)

Discussioni :

PV 09/06/2011 - 3
CRE 09/06/2011 - 3

Votazioni :

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 9 giugno 2011 - Strasburgo Edizione GU

3. Applicazione della direttiva VIA in Austria (discussione)
Video degli interventi
PV
MPphoto
 

  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale (Ο-000084/2011 – Β7-0314/2011) alla Commissione, dell’onorevole Mazzoni a nome della commissione per le petizioni, sull’applicazione della direttiva VIA in Austria.

 
  
MPphoto
 

  Richard Howitt (S&D). (EN) Signora Presidente, presento una mozione d’ordine ai sensi dell’articolo 96 del regolamento, con la quale chiedo si risponda alla Formula One Teams Association (Associazione delle squadre di Formula Uno) – compresa la Lotus nella mia circoscrizione – che ieri in una lettera ha puntualizzato la sua contestazione dell’annullamento del Gran premio del Bahrain per motivi logistici.

Vorrei chiedere al Presidente di ricordare alle squadre nella lettera che esiste una buona tradizione di ritiro degli sportivi da determinati eventi, in difesa dei diritti umani: da Muhammad Ali nel caso della guerra del Vietnam, ai giocatori di cricket che si rifiutarono di recarsi nel Sudafrica soggetto all’apartheid, fino gli atleti che non hanno preso parte alle Olimpiadi di Mosca.

Desidero anche chiedere al Presidente di specificare, a nome del Parlamento europeo, che qualsiasi squadra si ritiri in difesa dei diritti umani avrà il sostegno del Parlamento e che, quest’anno, il nome insanguinato del Bahrain non dovrebbe stare accanto ai prestigiosi nomi europei di Nürburgring, Monza, Monaco e Silverstone.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Abbiamo preso atto della sua mozione, onorevole Howitt, e le daremo corso.

 
  
MPphoto
 

  Carl Schlyter (Verts/ALE).(SV) Signora Presidente, in qualità di relatore della relazione sulle disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali in materia di investimenti dopo il trattato di Lisbona e previo esame approfondito del voto del Parlamento e della proposta del Consiglio, desidero dimettermi da relatore per la presente relazione: tanto la posizione del Consiglio quanto quella del Parlamento favoriscono in modo unilaterale gli interessi degli investitori e non tengono conto della necessità di trasparenza. Inoltre, i vecchi Stati membri non prendono in considerazione la necessità dei nuovi Stati membri di siglare nuovi accordi, e i diritti degli investitori non sono controbilanciati in alcun modo da requisiti ambientali, sociali e giuridici. Pertanto, non mi sento in grado di difendere la posizione del Parlamento, né di condurre questi negoziati ad un esito positivo. Chiedo dunque di poter delegare il compito di relatore al Presidente della commissione.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – Questa è una mozione procedurale e lei dovrebbe presentarla alla commissione competente.

 
  
MPphoto
 

  Rainer Wieland, autore.(DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, prendo la parola a nome dell’onorevole Mazzoni, Presidente della commissione per le petizioni, che purtroppo non può essere presente. Senza dubbio ci sono petizioni più importanti di questa che non riguarda 30 000 persone, diversamente da altre in attesa in questo Parlamento. Le motivazioni che hanno spinto la commissione per le petizioni a presentare l’interrogazione sono l’ambiente, che è una questione controversa a livello locale, le capacità di sviluppo dell’economia locale e soprattutto (tornerò in seguito su questo aspetto) l’applicazione uniforme della legge nell’Unione europea.

Consentitemi un altro commento prima di procedere. La relazione su questo caso (un progetto riguardante impianti di risalita) evidenzia la gioia dei media locali quando qualcuno si trova in difficoltà, si tratti di un lobbista ambientale, di un lobbista per le imprese, delle autorità locali o del governo nazionale. In questo caso ciò non è appropriato. Abbiamo effettuato un sopralluogo nell’area (mi ha accompagnato l’onorevole Lichtenberger) e l’impressione che l’Unione europea possa fungere da una sorta di corte suprema d’appello è del tutto fuori luogo.

Nella corretta attuazione della legge dobbiamo affidarci in una certa misura agli enti locali. Questo ci porta al cuore della petizione. I firmatari affermano che non è stata rispettata la soglia locale, allora di 20 ettari, per effettuare una valutazione dell’impatto ambientale (VIA); invece, il progetto era stato deliberatamente scomposto in progetti più piccoli ma in realtà la soglia dei 20 ettari era stata superata. Per inciso, in Austria è stata poi introdotta una soglia di 10 ettari. In ogni caso la situazione è un po’ cambiata.

Esaminando la questione a livello locale, abbiamo concluso che al momento sono state soddisfatte, almeno nella sostanza, le disposizioni in materia di VIA applicabili in Austria. Si può discutere sui metri quadrati o su altre unità di misura ma, a nostro avviso, la controversia non riguarda vaste aree. Non riteniamo neppure che l’esame dei singoli aspetti dello sviluppo porti ovviamente a una conclusione diversa. Questo vale, ad esempio, per la questione del lago creato come riserva d’acqua per l’innevamento artificiale, per la questione del parcheggio relativo al progetto e per altri aspetti.

Siamo giunti nondimeno alla conclusione che bisogna analizzare maggiormente gli aspetti che stanno dietro a questo caso. Ci siamo chiesti se il governo nazionale avesse applicato la direttiva VIA in maniera corretta e conforme allo spirito della normativa europea. Ci siamo accorti ben presto che, in certa misura, era stato possibile applicare le disposizioni in modi diversi, non solo in Austria, ma anche in alcuni altri Stati membri, compreso il mio paese.

Occorre chiedersi se si debba sempre consentire di scomporre i progetti a livello locale e permettere la suddivisione dei progetti in fasi distinte nel tempo se, in retrospettiva, si può dire che in realtà era tutto parte di un piano generale che sarebbe dovuto essere esaminato nel suo insieme fin dall’inizio. Ci sono anche casi di progetti suddivisi a livello locale per quanto concerne i loro requisiti legali: il che dà luogo alla questione di quanto (volutamente o meno) ciò sia consentito dalla nostra legislazione europea e se le norme non debbano essere più restrittive in merito.

Quanto agli impianti è emerso per noi un aspetto specifico. È davvero consentito ignorare completamente nei calcoli nuove piste da sci, nuove aree sciistiche di 1, 2, 3 o 10 ettari, in aggiunta ad altre aree che saranno maggiormente trafficate in conseguenza del potenziamento degli impianti di risalita già esistenti? La mia opinione personale è che, in base alle regole europee, nel progetto complessivo devono essere incluse tutte le aree da utilizzare; da qui nasce la nostra domanda alla Commissione: non avverte la necessità di rafforzare le normative europee in questo settore?

 
  
MPphoto
 

  Günther Oettinger, membro della Commissione. (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, il Commissario Potočnik e io siamo lieti che per il Parlamento il monitoraggio della normativa ambientale rivesta un’importanza nel proprio lavoro, come nel caso in questione. La direttiva VIA ha una grande rilevanza per lo sviluppo ecologico dell’Unione europea. Rappresenta per noi uno strumento importante per conseguire uno sviluppo sostenibile.

Conformemente alla direttiva, i progetti con un impatto considerevole sull’ambiente vanno sottoposti a una valutazione che ne esamini tutti gli effetti diretti e indiretti sull’ambiente. Per alcuni progetti, gli Stati membri devono decidere, sulla base dei valori delle soglie, se i risultati della valutazione richiedano una VIA. Il caso dell’area sciistica in questione rientra nel genere di progetti per i quali gli Stati membri avrebbero dovuto decidere già da tempo sulla necessità della VIA.

In passato le disposizioni in Austria non erano soddisfacenti. Riguardavano una superficie di 10 ettari o di 20 ettari e più. Ricevuta la petizione, la Commissione ha chiesto al governo austriaco la garanzia della corretta applicazione della direttiva nel progetto in questione . In risposta, l’Austria ha sostenuto di non aver eseguito una VIA perché non necessaria, dal momento che non era stata raggiunta la soglia di 20 ettari, dichiarazione che ha suscitato dei dubbi da parte nostra.. Abbiamo sottolineato che al fine di determinare le dimensioni della zona e stabilire quindi la necessità della VIA, occorreva assumere una visione d’insieme invece di considerare l’area in senso più stretto.

L’Austria, in seguito, ha rivisto la propria legge sulla VIA e ritengo che sia il risultato più importante nel singolo caso. A nostro parere, dal punto di vista legale, la legge ora è pienamente conforme ai requisiti della direttiva europea sulla VIA. La decisione sulla necessità di una VIA in caso di espansione di un comprensorio sciistico dipende ora, principalmente, dalle dimensioni dell’ampliamento della superficie e dalla collocazione all’interno di un’area naturale protetta. Inoltre, nella valutazione vengono inclusi ora anche gli ampliamenti precedenti.

I requisiti della direttiva VIA al riguardo sono specificati in modo chiaro e rigoroso. Non è possibile eluderli limitandosi a scomporre i progetti in fasi, sezioni o parti. Riteniamo fondamentale un’analisi globale dell’impatto sull’ambiente naturale. La Corte di giustizia europea ha confermato la nostra interpretazione della legge. Ha chiarito in più di un’occasione che non si possono aggirare gli obiettivi della direttiva VIA scomponendo i progetti. Per quanto riguarda i livelli-soglia, è troppo riduttivo prendere in considerazione solamente le superfici sulle quali verranno svolti i lavori. L’attenzione va rivolta non solo ai lavori di costruzione, ma anche al’integrazione complessiva del progetto nella zona circostante. In altre parole, nella verifica del raggiungimento del livello-soglia, occorre includere le aree in cui non si svolgono i lavori di costruzione, ma che fanno indiscutibilmente parte del progetto e del suo impatto.

Per questo motivo riteniamo che nel comprensorio sciistico Damüls-Mellau l’analisi preliminare dovesse essere effettuata prima che l’allargamento avesse luogo, al fine di stabilire eventualmente la necessità di una VIA del progetto. La decisione, inoltre, doveva essere resa pubblica, unitamente alle motivazioni della stessa. Le autorità austriache non hanno rispettato tali disposizioni, omettendo di effettuare un’analisi preliminare, a nostro avviso, obbligatoria.

Il progetto fa parte del passato: è stato deciso e approvato cinque anni fa. La costruzione è già stata completata. Alle autorità di Vienna abbiamo richiesto, quindi, maggiori dettagli sull’impatto dell’opera e se fossero necessarie – ed eventualmente attuabili –misure per alleviarne le conseguenze. Una volta ricevute le informazioni, esamineremo le azioni da intraprendere per attenuare gli effetti sull’ambiente naturale nell’area.

Abbiamo altresì chiesto alle autorità austriache la garanzia che, in caso di una futura espansione di aree sciistiche nel rispetto dei criteri della precedente versione della legge austriaca sulla VIA, venga effettuata innanzitutto l’analisi preliminare e che venga verificata la necessità di una VIA. Il Commissario Potočnik sta attualmente lavorando a una revisione della direttiva VIA. Intendiamo presentare un nuovo testo che migliori ulteriormente la protezione dell’ambiente, che prenda in considerazione soprattutto i settori del cambiamento climatico, dell’energia, della biodiversità, che tenga conto delle sentenze pertinenti della Corte di giustizia europea, che armonizzi e semplifichi per quanto possibile le procedure esistenti e che escluda l’elusione in modo più chiaro rispetto al passato.

Il Commissario Potočnik sta lavorando alla rifusione della direttiva, previa consultazione pubblica e dei gruppi di interesse, svoltasi lo scorso anno. I risultati sono in corso di valutazione ed entro il 2012, il Commissario presenterà una proposta in merito. L’esecuzione scorretta dei lavori di costruzione avrà, per lo meno, una ripercussione positiva sul futuro, dal momento che la legge europea verrà formulata in modo più chiaro, rendendo difficile l’elusione. Siamo lieti che la legge austriaca sulla VIA sia ora conforme alla direttiva.

La Commissione si adopererà per garantire che le autorità austriache prendano in esame l’impatto ambientale dei lavori già effettuati al fine di assicurare che i requisiti della direttiva vengano applicati in conformità alle regole in ogni futura espansione nell’area del comprensorio sciistico Damüls-Mellau. In altre parole, abbiamo tutti imparato dagli errori commessi in questo singolo caso.

(Applausi)

 
  
MPphoto
 

  Peter Jahr, a nome del gruppo PPE.(DE) Signora Presidente, signor Commissario, l’onorevole Wieland ha già illustrato con chiarezza le circostanze del caso . Desidero aggiungere, se possibile, un paio di valutazioni politiche.

In primo luogo, il fatto che i regolamenti o le direttive esistenti vengano esaminati per verificarne il corretto funzionamento nella pratica o il pieno conseguimento dei loro obiettivi e vengano poi, ove necessario, migliorati o interpretati con maggiore precisione, non è un argomento contro la politica europea, bensì a suo favore. I regolamenti e le direttive europee saranno sempre in competizione con la forma che assumono a livello locale. La commissione per le petizioni non può fungere da tribunale di appello ma, in base alla mia interpretazione dell’attività della commissione – in altre parole, alla visione del mio ruolo di membro della commissione per le petizioni – sono piuttosto orgoglioso che questa petizione, che ci ha dimostrato che le disposizioni erano state interpretate diversamente a livello locale rispetto all’intenzione della direttiva. Unitamente al parere della commissione per le petizioni, il caso in questione ha portato alla modifica di una legge in uno Stato membro. Ritengo sia un grande successo, un successo della politica europea.

Rivolgo ora una domanda al Commissario, nella quale emerge il problema generale. Molti cittadini si preoccupano dell’attuazione della legge europea in materia ambientale negli Stati membri. Sono molte le petizioni sul tema, numerose riguardano questioni transfrontaliere, altre si riferiscono a situazioni negli Stati membri. Dobbiamo continuamente affrontare un problema: nel momento in cui rivolgiamo delle richieste alla Commissione per questioni in corso, riceviamo la risposta “riteniamo che il tale Stato membro stia attuando e applicando in modo appropriato le direttive vigenti e i regolamenti dell’Unione europea. Non vediamo la necessità di intervenire”. Dobbiamo disporre di uno strumento per intraprendere un dialogo serio con gli Stati membri, qualora, in corso d’opera, vi siano indicazioni che qualcosa non funziona correttamente, in modo da non incappare in una situazione simile. Le cose non si sono svolte in maniera ottimale, ma così è andata: abbiamo una soluzione per il futuro ma, purtroppo, non per il passato.

 
  
MPphoto
 

  Jörg Leichtfried, a nome del gruppo S&D.(DE) Signora Presidente,possiamo trarre un insegnamento da ciò che è accaduto. Noi austriaci siamo molto appassionati di sci, motivo per cui abbiamo bisogno di piste. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli e tenere conto del fatto che anche uno splendido ambiente intatto fa parte dello sci e che nessuno andrebbe a sciare se non ci fosse più.

Alla luce di questa situazione, la politica austriaca ha commesso molti errori in passato. Sono state create nuove piste da sci in modo unilaterale, senza riflettere se fossero davvero una buona idea e lo stesso è avvenuto per la prassi amministrativa e per il quadro giuridico. Quanto successo in questo caso dimostra il valore aggiunto fornito dall’Unione europea e dal Parlamento. In questa circostanza, le cose non sono andate come avrebbero dovuto ma, solitamente, poi non accade nulla. Questa volta, invece, è stata presentata una petizione, si è reagito di conseguenza e l’Austria ha messo ordine nella propria legislazione. A mio parere, è un buon esempio di come dovremmo agire.

 
  
MPphoto
 

  Eva Lichtenberger, a nome del gruppo Verts/ALE.(DE) Signora Presidente, signor Commissario, vi ringrazio molto per le informazioni fornite. Ritengo sia molto importante ciò che ha detto. Vorrei porre una domanda. Ha affermato che la Commissione è molto soddisfatta del modo in cui l’Austria sta attuando ora le valutazioni di impatto ambientale. Ad ogni modo, c’è ancora una sentenza della Corte di giustizia europea, in base alla quale i cittadini devono essere coinvolti nella procedura per determinare se sia necessaria una VIA. Tale aspetto non è stato inserito nella revisione della legge austriaca e potrebbe essere una sorta di sistema di allarme preventivo per garantire che non si ripeta un caso simile a quello di Mellau.

Desidero sottolineare ancora una volta che mi pare alquanto assurdo che le piste da sci non vengano incluse nella dimensione di un comprensorio sciistico solo perché non è stata scavata l’intera montagna. Sono aree interessate e devono essere incluse. Il progetto è chiaramente un esempio di scomposizione in piani più piccoli a fini di elusione. Mi auguro che lei tenga presente questo caso nelle controversie future.

 
  
MPphoto
 

  Willy Meyer, a nome del gruppo GUE/NGL. (ES) Signora Presidente, ci troviamo di fronte a un caso che può aiutarci a risolvere un problema riconosciuto dalla Commissione, sollevato anche dall’onorevole Jahr e che intendiamo includere nella relazione annuale presentata dalla commissione per le petizioni nelle discussioni relative al 2010.

La situazione è la seguente, ne sono esempi Damüls nelle Alpi e il caso nei Pirenei: accade spesso che il lasso di tempo intercorso tra il momento in cui la petizione viene presentata da alcuni cittadini europei e quello della soluzione sia troppo lungo per risolvere il problema senza danni irreversibili. Mi riferisco alla capacità di molti Stati membri di eludere la direttiva europea che richiede una VIA per i progetti pubblici o privati in aree molto sensibili dell’ecosistema in Europa, come le Alpi o i Pirenei, in Spagna. In questo caso, un progetto è stato scomposto e ridimensionato per eludere la direttiva, evitando così una VIA.

Signori Commissari, se volete che le valutazioni di impatto ambientale siano eseguite con rigore, penso dobbiate reagire più rapidamente per bloccare progetti che avanzano nonostante i rapporti indichino la necessità di una VIA preventiva. Pertanto, è molto importante ridurre i tempi necessari per la soluzione di un reclamo: la commissione per le petizioni e la Commissione europea devono adoperarsi per raggiungere questo obiettivo, in modo che gli Stati membri non eludano l’attuazione della direttiva VIA. Ciò è accaduto in molti Stati membri, come già ricordato in questa sede, non solo in Austria. Nel mio paese, la Spagna, un progetto nei Pirenei è in attesa. Si tratta anche in questo caso di una stazione sciistica, nella valle Castanesa, e lo stato spagnolo sta assumendo la stessa condotta. Le autorità responsabili ad Aragona hanno intenzione di scomporre il progetto per evitare una VIA.

Ritengo che tanto il Parlamento europeo quanto la Commissione debbano lavorare per accelerare la procedura.

 
  
MPphoto
 

  Angelika Werthmann (NI).(DE) Signora Presidente, Commissario Oettinger, onorevoli colleghi, secondo il principio cautelativo, lo scopo della VIA è determinare e valutare l’impatto diretto dei progetti sull’ambiente, ma anche gli effetti indiretti. Escludere uno sviluppo pianificato che sia chiaramente legato al progetto in termini geografici, e non solo,non può che minare la situazione giuridica. La Corte di giustizia europea ha dichiarato nel 1996 che gli Stati membri devono accertarsi che l’obiettivo della direttiva non possa essere aggirato scomponendo i progetti.

Nella relazione del 2003 sull’applicazione e l’efficacia della direttiva VIA, la Commissione ha constatato che le cause dei molteplici problemi che impedivano l’efficacia delle disposizioni della VIA non risiedevano necessariamente nell’attuazione della direttiva a livello nazionale, quanto piuttosto nella sua applicazione pratica. Una delle raccomandazioni allora formulate era rivolta agli Stati membri che, come l’Austria, avevano stabilito livelli-soglia vincolanti. Per i progetti con un notevole impatto ambientale, raccomandava di condurre un’appropriata analisi preliminare, in particolare nelle aree sensibili, valutando il possibile impatto cumulativo dei progetti. Nella sua introduzione lei ha citato il processo di selezione: siamo in attesa dei risultati.

I cittadini austriaci lamentano sempre più la scarsa considerazione data ai loro timori. La Corte di giustizia europea ha stabilito che l’atto individuale a livello nazionale deve essere sufficientemente dettagliato e garantire un’adeguata partecipazione dei cittadini. della Come ha valutato la Commissione tale aspetto nella legge austriaca sulla VIA?

I cittadini in quasi tutti gli Stati membri lamentano la mancanza di partecipazione pubblica. L’attuale revisione della direttiva VIA dovrebbe includere anche un dibattito su una revisione della procedura uniforme per la partecipazione pubblica, di fatto prevista dalla direttiva.

 
  
MPphoto
 

  Richard Seeber (PPE).(DE) Signora Presidente, signor Commissario, scorrendo la lista degli oratori, si potrebbe avere l’impressione che la Comunità e la commissione per le petizioni appaiano come una sorta di corte suprema in questo ambito. Vorrei aggiungere che questi progetti non servono a mettere a segno punteggi politici.

Abbiamo discusso del progetto a Damüls-Mellau, due piccole comunità. Il governo provinciale del Vorarlberg e l’amministrazione locale hanno cercato di applicare, per quanto possibile, la legge austriaca sull’ambiente. Non penso che le autorità locali abbiano colpe. La questione giuridica che emerge riguarda il modo in cui la Repubblica d’Austria abbia recepito la direttiva VIA. Ricordiamo che le tradizioni giuridiche in Austria e nell’Unione europea variano notevolmente. Vorrei far notare al mio collega che, secondo me, l’Austria ha cercato di fare le cose per bene. Gli avvocati hanno concluso che nel processo potrebbero essere stati commessi degli errori, ma è solo una parte del lavoro svolto. In questo progetto sono state adottate volontariamente misure di compensazione, un aspetto che pare sia stato dimenticato . Sono stati effettuati ingenti pagamenti. Anche questo va sottolineato.

Per concludere, dovremmo probabilmente effettuare anche una valutazione politica. Tenendo presenti le misure compensative adottate nel progetto e il tentativo di rimediare a eventuali illeciti, il progetto può certamente essere approvato. Purtroppo, chiedo alla Commissione di trattare tutti allo stesso modo e di guardare oltre i nostri confini, in altri Stati membri dove le risorse naturali vengono danneggiate in misura maggiore. Ad ogni modo, la Commissione dovrebbe procedere con una certa circospezione in questi casi. Nell’ambito della politica ambientale è importante essere cauti se vogliamo ottenere una maggiore accettazione.

 
  
MPphoto
 

  Heinz K. Becker (PPE).(DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero sottolineare l’aspetto citato dal Commissario, ossia che “le autorità nazionali hanno tratto gli insegnamenti”. Ritengo che il modo in cui il governo austriaco e in particolare il ministro per l’Ambiente hanno modificato la legge nazionale sulla VIA debba essere visto positivamente e possa essere usato da esempio, da punto di riferimento per molti altri casi grande per i quali manca familiarità.

Infine vorrei dare il mio sostegno alla petizione modificata dall’onorevole Jahr, che richiede strumenti specifici ed efficaci per consentire la pianificazione, il monitoraggio e la correzione di tali progetti fino dalle fasi iniziali.

 
  
MPphoto
 

  João Ferreira (GUE/NGL).(PT) Signora Presidente, brevi osservazioni che emergono da questo processo. Oltre agli aspetti positivi, l’esperienza ci dimostra altresì che l’applicazione pratica della VIA può e deve essere migliorata. È importante considerare in maniera diversa l’analisi dell’impatto complessivo dei progetti, siano essi dello stesso tipo oppure differenti fra loro. Troppo spesso non riusciamo a distinguere il bosco dagli alberi. È importante imparare a considerare in modo più globale l’impatto singolo e cumulativo dell’attività umana sull’ambiente naturale.

Inoltre, merita maggiore attenzione la fase successiva alla VIA: viene spesso trascurata. É importante valutare la misura in cui si realizzano gli impatti previsti, l’efficacia delle eventuali misure di minimizzazione o di compensazione e la misura in cui vengono (o meno) attuate. Le autorità pubbliche che si occupano dell’ambiente svolgono un ruolo chiave e devono disporre degli strumenti adeguati di attuazione.

Infine, la trasparenza della procedura, la partecipazione e il controllo pubblico della stessa sono cruciali al fine di garantire, per quanto possibile, la trasparenza, la qualità e l’indipendenza della valutazione.

 
  
MPphoto
 

  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE). - (LT) Signora Presidente, oggi discutiamo di questioni molto specifiche relative a un paese, ma la VIA rappresenta sempre un problema piuttosto complicato e difficile, tanto a livello nazionale quanto internazionale. Probabilmente il problema centrale è la crisi di fiducia della società nello svolgimento delle analisi di VIA, ovvero il fatto che siano i promotori del progetto a effettuare le valutazioni, ecc. Il pubblico dovrebbe pertanto essere coinvolto più attivamente nel processo ma, naturalmente, dobbiamo trovare un equilibrio, per evitare che i progetti vengano bloccati senza motivo. Un altro problema è il concetto di analisi post-progetto, quando alcuni elementi, compreso l’esame di impatto ambientale, non vengono tenuti in considerazione e si verificano successivamente degli effetti collaterali.

Ieri abbiamo votato a favore del principio di indipendenza del sistema di valutazione d’impatto. Naturalmente ciò si dovrebbe applicare anche al diritto ambientale: in sede di revisione della direttiva VIA dovremmo concentrarci proprio su questo tema.

(L’oratore accetta di rispondere a un’interrogazione presentata con la procedura del cartellino blu ai sensi dell’articolo 149, paragrafo 8, del regolamento)

 
  
MPphoto
 

  Jörg Leichtfried (S&D).(DE) Signora Presidente, può essere che io abbia frainteso l’onorevole Morkūnaitė-Mikulėnienė, ed è per questo ho voluto presentare un’interrogazione. Credo sia importante seguire le regole attualmente in vigore. Non possiamo sempre parlare delle vie di fuga dalle questioni sostenendo che non dobbiamo attenerci strettamente alle regole a causa di un mutamento delle circostanze. Le regole devono sempre essere seguite alla lettera ed è giusto che sia così.

Vorrei sapere se intendeva affermare che le regole devono essere rispettate, indipendentemente dalla situazione, senza lasciarci condizionare continuamente dalle circostanze.

 
  
MPphoto
 

  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE). - (LT) Signora Presidente, vorrei sottolineare che è molto importante rispettare le regole: esistono però dei casi in cui alcuni gruppi di interesse, magari manipolando l’opinione pubblica, cercano di influenzare l’attuazione di alcuni progetti. Tuttavia, come ho già sottolineato, è necessario accertarci che gli esperti siano autonomi, indipendenti e che svolgano adeguatamente le analisi: tutto va fatto secondo le regole, come previsto dalla normativa.

 
  
MPphoto
 

  Karin Kadenbach (S&D).(DE) Signora Presidente, Commissario Oettinger, onorevoli colleghi, la discussione mette in evidenza ancora una volta il fatto che nel settore ambientale, abbiamo un grave problema di comunicazione. L’ambiente, l’economia e gli interessi regionali si scontrano costantemente . È qui il problema. La Commissione deve sostenerci per garantire che l’ambiente venga considerato come un aspetto essenziale dell’economia. Al momento, non si pone sufficientemente l’accento sul fatto che le misure di tutela ambientale e il mondo naturale possono creare e salvaguardare posti di lavoro.

Attualmente, la discussione è sempre radicalizzata: o natura o posti di lavoro. Anche noi politici, purtroppo, abbiamo usato simili argomentazioni. Chiedo a tutti di lavorare sulla sensibilizzazione e di riconoscere da entrambe le parti che dobbiamo preservare l’ambiente in modo che l’economia continui a funzionare efficacemente in futuro.

 
  
MPphoto
 

  Miloslav Ransdorf (GUE/NGL).(CS) Signora Presidente, l’Austria votò contro la centrale nucleare di Zwentendorf per sbarazzarsi di un governatore regionale e creò una struttura unica in Europa: il modello di una centrale nucleare costruita su base 1:1. È stato un esperimento costoso. Tutti in Europa dovrebbero seguire l’esempio degli austriaci.

 
  
MPphoto
 

  Rainer Wieland (PPE).(DE) Signora Presidente, sono soddisfatto della risposta, desidero, tuttavia, chiedere dei chiarimenti su un punto. Secondo la normativa vigente, le piste da sci vanno incluse nel calcolo della soglia solamente nel caso in cui siano previste modifiche strutturali nell’ampliamento degli impianti. Sono escluse tutte le altre aree utilizzate dagli sciatori, da chi pratica il fuoripista o da altri. Sono del parere che vadano inclusi tutti gli effetti dell’utilizzo di una zona modificata dall’uomo.

In ultima istanza: in uno Stato membro, familiare a entrambi, Commissario Oettinger, la commissione per le petizioni ha la possibilità, in determinati casi, di applicare una procedura di blocco. Credo sarebbe positivo concordare con la Commissione e il Consiglio la possibilità di congelare dei procedimenti se ciò viene gestito in modo responsabile.

(L’oratore accetta di rispondere a un’interrogazione presentata con la procedura del cartellino blu ai sensi dell’articolo 149, paragrafo 8, del regolamento)

 
  
MPphoto
 

  Richard Seeber (PPE).(DE) Signora Presidente, vorrei chiedere ancora una volta all’onorevole Wieland, dato che è un avvocato, se intende includere ora escursionisti e sciatori alpinisti, che utilizzano gli sci e che talvolta si servono degli impianti di risalita in modo da non dover percorrere l’intera distanza a piedi, e coloro che usano altri equipaggiamenti sportivi. L’intera regione alpina sarà oggetto di una VIA? Dovrebbe definire criteri più rigorosi e spiegare esattamente cosa intende.

 
  
MPphoto
 

  Rainer Wieland (PPE).(DE) Signora Presidente, desidero essere chiaro, l’impressione data non è corretta. L’ambiente naturale non è di proprietà delle organizzazioni di tutela. La natura deve essere usata dalle persone. Pertanto, come è stato appena accennato, non sono del parere che nel caso Damüls-Mellau sarebbe dovuta essere applicata la procedura di blocco.

 
  
MPphoto
 

  Günther Oettinger, membro della Commissione. (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, in primo luogo deve essere chiaro a tutti noi che il caso non è stato gestito correttamente. Il riesame del caso sarà un’opportunità per fare progressi in Europa. Abbiamo stabilito che le soglie sono state applicate erroneamente, che non è stato effettuata alcuna analisi preliminare e che, di conseguenza, l’impatto ambientale non è stato valutato in modo sufficientemente oggettivo.

In secondo luogo, la legge austriaca sulla VIA deve essere modificata o ampliata per garantire che corrisponda alle direttive dell’Unione europea e, in altre parole, alle vostre esigenze. In terzo luogo, riteniamo importante che, in caso di nuove iniziative nella regione, che si tratti di parcheggi aggiuntivi o di ulteriori ampliamenti, venga eseguita una speciale analisi preliminare di tutto il progetto, includendo le aree sviluppate e i progetti edilizi già esistenti. Si potrebbe dire che la regione sia ora sottoposta a un esame più attento.

Chi come me ama lo sci, sa che in questa regione, verso le 15:00, l’inquinamento acustico è un problema maggiore rispetto ai danni all’ambiente naturale. Chiaramente non sto parlando del tutto sul serio. La Commissione può ora avviare una procedura di infrazione. Non intendiamo farlo, ma l’opzione resta aperta. Dobbiamo considerare in termini generali la revisione della direttiva VIA. Quali sono le intenzioni del Commissario Potočnik?

In primo luogo, incorporare nuovi obiettivi politici, come il cambiamento climatico, la biodiversità, l’energia, le reti transeuropee e la Politica di coesione. In secondo luogo vanno incluse le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea che hanno chiarito la questione. In risposta alla domanda dell’onorevole Lichtenberger: abbiamo stabilito che la legge austriaca sulla VIA soddisfa ora i requisiti di soglia. Stiamo valutando se sia soddisfacente in termini di trasparenza, partecipazione civica e consultazione pubblica, tanto nella forma quanto nella sostanza. Posso confermare che durante le prossime settimane il Commissario per l’Ambiente Potočnik vi fornirà una risposta esauriente per iscritto in merito al rispetto dei requisiti di trasparenza e partecipazione civica della nostra direttiva.

Ritengo che questo e altri casi ci consentiranno di procedere con successo alla revisione della direttiva europea. L’onorevole Wieland ha chiesto quali siano i criteri per determinare l’area. Vi daremo una risposta per iscritto su questo argomento. Ritengo che nel momento in cui viene costruito un impianto di risalita, non vada inclusa solo la superficie dei terreni sottostanti il cavo: in altre parole, non solo il percorso dell’impianto di risalita di un metro di larghezza e migliaia di metri di lunghezza. D’altra parte, non deve essere inclusa tutta la montagna, anche se gli sciatori fuoripista sono spesso i migliori sciatori sulle piste nere. Tuttavia, da una prospettiva più dettagliata, devono essere incluse tutte le zone designate per le piste. Ciò significa che, le piste gestite e le aree dedicate ai macchinari per l’innevamento artificiale appartengono, a mio avviso, alla superficie di sviluppo della montagna e devono quindi rientrare nella soglia. Se necessario, tale aspetto verrà definito con chiarezza durante la revisione della direttiva.

Come avremmo potuto influenzato il processo in fase iniziale? È tardi per parlarne, sono trascorsi cinque anni dalla concessione del permesso di costruzione. È un problema sostanziale quanto dal momento che, conformemente al trattato, viene applicato il principio di sussidiarietà e la responsabilità dell’attuazione del diritto europeo spetta in primo luogo agli Stati membri, incaricati di amministrare e di far rispettare la legge locale. Mi auguro che soprattutto in Austria il caso sia servito per trarre una lezione e porti in futuro ad assumere un approccio sensibile nel valutare gli interessi economici e ambientali.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. – La discussione è chiusa.

 
Note legali - Informativa sulla privacy