Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D.
– Signora Presidente, onorevoli colleghi, sembra che ad ogni squillo di tromba ci si debba stupire, in realtà scopriamo l'acqua calda. La nostra economia è divorata da un cancro: la frode e la truffa fiscale. È vergognoso che, mentre agli Stati venivano imposte cure da cavallo di austerità, alcune società multinazionali e privati cittadini sottraevano miliardi di euro alle casse pubbliche non pagando le tasse.
Abbiamo denunciato come socialisti e democratici questa vergogna e dobbiamo riconoscere alla Commissione Juncker e in particolare al Commissario Moscovici di aver messo sul tavolo proposte importanti e coraggiose. Penso alla rendicontazione paese per paese: vogliamo che nei bilanci delle multinazionali le informazioni sulle loro attività finanziarie siano riportate paese per paese. È giusto che i cittadini sappiano dove le multinazionali fanno i profitti perché è in quel paese che devono pagare le tasse. Lo ripetiamo fino alla noia: le tasse devono essere pagate nel paese in cui si fanno i profitti.
Il Parlamento ha approvato la sua posizione su questo. Cosa sta facendo il Consiglio? Cosa stanno facendo gli Stati membri? Pochissimo, quasi nulla. Vogliamo poi una definizione chiara e credibile di paradiso fiscale. L'attuale lista contiene Trinidad e Tobago, è ridicolo! Si faccia una lista credibile e si prevedano delle sanzioni. Anche su questo gli Stati membri frenano.
Inoltre, chi fa il furbo deve pagare. Le autorità competenti devono sospendere o revocare le licenze bancarie delle istituzioni finanziarie e dei consiglieri finanziari che aiutano ad organizzare le frodi. Dietro a tutti questi scandali ci sono sempre i soliti noti, i soliti consulenti, le solite banche. Su questi impegni noi sfidiamo il Consiglio. Come spesso succede, il Parlamento è pronto, ma il Consiglio deve dare la sua mano per dare una risposta credibile ai cittadini. Se non facciamo questo, noi sciupiamo quel margine di fiducia che ancora abbiamo nei nostri cittadini.