Proposta di risoluzione - B6-0305/2006Proposta di risoluzione
B6-0305/2006

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

29.5.2006

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Annemie Neyts-Uyttebroeck
a nome del gruppo ALDE
sulla situazione in Medio Oriente

Procedura : 2006/2562(RSP)
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B6-0305/2006
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B6‑0305/2006

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Medio Oriente

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Medio Oriente e, in particolare, quelle del 23 ottobre 2003[1], del 27 gennaio 2005[2] sulle elezioni presidenziali e del 2 febbraio 2006 sul risultato delle elezioni legislative in Palestina,

–  viste la risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nn. 242, 338, 1373 e 1397,

–  vista la "Tabella di marcia per la pace" del Quartetto del 30 aprile 2003,

–  visti i risultati delle elezioni del 25 gennaio 2006 al Consiglio legislativo palestinese,

–  visti i risultati delle elezioni nazionali svoltesi il 28 marzo 2006 in Israele,

–  visti gli accordi di vicinato conclusi tra l'UE e Israele e l'UE e la Palestina,

–  vista la dichiarazione dei leader del Quartetto rilasciata il 9 maggio a New York,

–  viste le conclusioni del Consiglio Relazioni esterne del 15 maggio,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il Quartetto per la pace in Medio Oriente ha espresso la propria volontà di istituire un meccanismo finanziario internazionale temporaneo, senza passare attraverso il governo palestinese, avente come obiettivo di fornire direttamente e controllare gli aiuti alla popolazione palestinese,

B.  considerando che l'UE sta lavorando con urgenza alla messa a punto di un siffatto meccanismo che contribuirà, in via prioritaria, a rispondere ai bisogni primari, compresi i servizi sanitari, e prevede la consultazione delle istituzioni finanziarie e di altri partner di primo piano e invita altri donatori ad associarsi attivamente agli sforzi tesi a istituire quanto prima tale meccanismo,

C.  considerando che, dopo l'ascesa al potere di Hamas, Israele ha sospeso il pagamento delle tasse e degli altri dazi doganali che prelevava a nome dell'Autorità palestinese,

D.  prende atto delle modifiche recentemente concordate dal Quartetto circa la politica di finanziamento a favore della Palestina, in particolare del suo sostegno alla proposta europea di attuare un meccanismo internazionale temporaneo per la fornitura di aiuti direttamente alla popolazione palestinese,

1.  esprime la sua viva inquietudine per il deterioramento della situazione umanitaria, economica e finanziaria in Cisgiordania e a Gaza;

2.  approva la decisione del Consiglio di mettere a punto un meccanismo internazionale temporaneo per la fornitura di aiuti direttamente alla popolazione palestinese per conto del Quartetto, al fine di evitare una grave crisi umanitaria nei territori palestinesi; chiede tuttavia alla Commissione di assicurare, nei negoziati che dirige, la trasparenza del meccanismo, per evitare frodi o distrazione dei fondi, nonché la visibilità degli aiuti, dei bisogni che andrà a soddisfare e delle modalità in cui essi saranno forniti, in quanto elementi ai quali il Parlamento europeo presterà particolare attenzione prima di concedere, in qualità di uno dei due rami dell'autorità di bilancio, la sua approvazione allo sblocco dell'assistenza finanziaria;

3.  plaude alla decisione del governo israeliano di riprendere il pagamento di talune tasse e altri dazi doganali che esso preleva per conto dell'Autorità palestinese attraverso il meccanismo internazionale provvisorio che il Quartetto ha incaricato l'Unione europea di mettere a punto;

4.  si compiace del primo incontro che si è svolto dalle elezioni in Israele tra il Presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, e il viceprimo ministro Shimon Peres il 20 maggio a Sharm el-Sheikh che costituisce un segnale incoraggiante che apre la strada al previsto incontro tra Mahmoud Abbas e il Primo ministro israeliano Ehud Olmert e auspica che tali contatti portino infine alla ripresa di negoziati di pace che facciano progredire il processo di pace che da tempo è fermo;

5.  riafferma che il suo impegno a rimanere un importare erogatore di aiuti all'Autorità nazionale palestinese e a continuare ad assistere lo sviluppo economico e il processo democratico della Palestina sarà subordinato a un chiarimento da parte del governo sulla condanna della violenza e il riconoscimento di Israele; riafferma altresì la sua determinazione ad adoperarsi per la pace e a cooperare con qualsiasi governo che sia disposto a lavorare con mezzi pacifici;

6.  ribadisce che tutti i futuri aiuti saranno riesaminati alla luce del rispetto di tali principi da parte del governo palestinese;

7.  è sconcertato dalla dichiarazione di Hamas che considera un attentato suicida contro civili in Israele un "atto di autodifesa" e condanna con fermezza non soltanto qualsiasi atto terroristico ma anche tutte le dichiarazioni che, giustificando la violenza, costituiscono un'ulteriore istigazione a compierla;

8.  reitera il suo invito al governo guidato da Hamas a rinunciare pubblicamente alla violenza, riconoscere il diritto all'esistenza di Israele e a rispettare pienamente il diritto internazionale se vuole mantenere i suoi legami con l'Europa; ribadisce il suo convincimento che non c'è spazio in politica per i gruppi o gli individui che difendono la violenza ed esorta vivamente tutte le fazioni al disarmo;

9.  ritiene che qualsiasi contatto con il nuovo governo palestinese dovrebbe puntare a ottenere il riconoscimento di un accordo di pace definitivo basato su una soluzione che comporti due Stati vitali e la rinuncia alla violenza da parte dello stesso governo e dei gruppi che lo sostengono;

10.  reitera la sua condanna e chiede l'immediata sospensione della continua espansione delle colonie, in particolare a Gerusalemme Est, e della costruzione del muro oltre i confini del 1967, in quanto tali sanzioni collettive inaccettabili inflitte al popolo palestinese non solo sono contraria al diritto internazionale ma costituiscono un ostacolo al ripristino di un clima di dialogo;

11.  ribadisce, in questo momento particolare, che la soluzione del conflitto in Medio Oriente è unicamente possibile attraverso la negoziazione di un solido accordo di pace definitivo quale descritto nella tabella di marcia, che resta valida, privo di pregiudiziali e basato sull'esistenza di due Stati democratici, sovrani e vitali che vivano pacificamente fianco a fianco entro confini sicuri e riconosciuti;

12.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Autorità palestinese e al Consiglio legislativo palestinese, al nuovo governo israeliano e alla Knesset, all'amministrazione degli Stati Uniti, al governo della Federazione russa e al Segretario generale delle Nazioni Unite.