Proposta di risoluzione - B6-0479/2007Proposta di risoluzione
B6-0479/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

13.11.2007

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Nirj Deva e Eija-Riitta Korhola
a nome del gruppo PPE-DE
sulla situazione in Pakistan

Procedura : 2007/2658(RSP)
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Ciclo del documento :  
B6-0479/2007
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B6-0479/2007
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B6‑0479/2007

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Pakistan

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Pakistan, in particolare quella del 12 luglio 2007 e quella del 25 ottobre 2007,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 4 novembre 2007 dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per la PESC, a seguito della proclamazione dello stato di emergenza in Pakistan,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 6 novembre 2007 dalla Presidenza a nome dell'Unione europea sull'imposizione dello stato di emergenza in Pakistan,

–  visto l'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica islamica del Pakistan sul partenariato e lo sviluppo, del 24 novembre 2001,

–  vista la dichiarazione rilasciata dal Segretario generale delle Nazioni Unite il 5 novembre 2007 sulla detenzione, in Pakistan, di attivisti dei diritti dell'uomo e dell'opposizione, fra cui la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il 3 novembre 2007 il Presidente Musharraf ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il Pakistan e ha ordinato e proclamato la sospensione della Costituzione pakistana,

B.  considerando che leader di partiti politici, giudici, avvocati, giornalisti, difensori dei diritti dell'uomo – fra cui la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo, sig.a Asma Jahangir, e il Presidente dell'Ordine degli Avvocati alla Corte suprema, sig. Aitzaz Ahsan – e rappresentanti della società civile sono stati incarcerati o messi agli arresti domiciliari,

C.  considerando che i giudici della Corte suprema del Pakistan che hanno rifiutato di accettare la legalità dello stato di emergenza sono agli arresti domiciliari; considerando altresì che la Corte suprema del Pakistan deve ancora pronunciarsi sul carattere costituzionale o meno dell'elezione del Presidente Musharraf,

D.  considerando che l'Unione europea riconosce che la pace e la sicurezza del Pakistan sono minacciate, ma che, a suo avviso, la stabilità e lo sviluppo possono solo essere realizzati attraverso la democrazia, il rispetto dei diritti dell'uomo e lo Stato di diritto,

1.  esprime la propria preoccupazione dinanzi alla situazione in Pakistan, che ha portato alla proclamazione dello stato di emergenza nel paese, alla sospensione di talune garanzie costituzionali e all'incarcerazione di capi di partiti politici, giudici, avvocati, giornalisti, difensori dei diritti dell'uomo e rappresentanti della società civile;

2.  invita il governo del Pakistan ad agire con urgenza al fine di ripristinare quanto prima le libertà pubbliche e i diritti fondamentali contemplati dalla Costituzione, porre in atto le necessarie condizioni in termini di sicurezza e stabilità al fine di garantire elezioni libere, eque e trasparenti nel gennaio 2008, rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici – ivi compresi i membri del sistema giudiziario, come anche la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo, sig.a Asma Jahangir, e il Presidente dell'Ordine degli Avvocati alla Corte suprema, sig. Aitzaz Ahsan – abolire le restrizioni imposte ai mass media, far sì che il Presidente Musharraf rispetti l'impegno di rinunciare alla carica di capo dell'esercito entro il 15 novembre 2007 e ricercare la riconciliazione con l'opposizione politica;

3.  riconosce gli sforzi che il Pakistan sta compiendo per contrastare l'ascesa di gruppi terroristici ed esprime il proprio appoggio a tale paese e al suo popolo nella loro lotta contro il terrorismo; sottolinea tuttavia che abbandonare la strada della democrazia non può rappresentare una soluzione e che il ripristino della democrazia esige che i poteri passino nelle mani di un governo civile;

4.  invita il Consiglio e la Commissione a sollecitare il governo del Pakistan a sostenere tutti i principi contenuti nell'Accordo di cooperazione, segnatamente la clausola in materia di democrazia e diritti dell'uomo; invita la Commissione a presentare una relazione sulla messa in atto dell'Accordo di cooperazione;

5.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite e al governo del Pakistan.