Proposta di risoluzione - B7-0603/2010Proposta di risoluzione
B7-0603/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul rafforzamento dell'OSCE – ruolo dell'UE

3.11.2010

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Libor Rouček a nome della commissione per gli affari esteri


Procedura : 2010/2839(RSP)
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B7-0603/2010
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B7-0603/2010
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B7‑0603/2010

Risoluzione del Parlamento europeo sul rafforzamento dell'OSCE – ruolo dell'UE

Il Parlamento europeo,

–    visti l'atto finale di Helsinki del 1975, la carta di Parigi e il documento di Copenhagen del 1990, la carta sulla sicurezza europea e il documento di Vienna del 1999, e altri documenti che rappresentano pietre miliari della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa/Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE/OSCE),

–    vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1999 sull'OSCE[1],

–    vista la strategia di sicurezza europea denominata "Un'Europa sicura in un mondo migliore", adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–    vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla strategia europea in materia di sicurezza[2],

    viste la relazione finale e le raccomandazioni del gruppo di personalità eminenti dal titolo "Common Purpose - Towards a More Effective OSCE" (Obiettivo comune - verso un'OSCE più efficace) del 27 giugno 2005,

–    vista la propria risoluzione del 15 febbraio 2007 sulla dimensione esterna della lotta contro il terrorismo internazionale[3],

–    vista la sua risoluzione dell’8 maggio 2008 sulle missioni di osservazione elettorale dell’UE: obiettivi, prassi e sfide future[4],

    vista la sua risoluzione del 17 settembre 2009 sul caso di Yevgeny Zhovtis in Kazakistan[5],

–    viste la decisione del Consiglio dei ministri n. 4/08 del 5 dicembre 2008 dal titolo "Rafforzamento del quadro giuridico dell’OSCE" e le precedenti decisioni sulla capacità giuridica, i privilegi e le immunità dell'OSCE,

–    visti il discorso tenuto dal Presidente russo Medvedev a Berlino il 5 giugno 2008 sulla necessità di organizzare una conferenza paneuropea di riflessione sulla sicurezza europea e la sua proposta del 29 novembre 2009 per un trattato sulla sicurezza europea,

–    viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 2008, che avallano la relazione dell'11 dicembre 2008 del Segretario generale del Consiglio/Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera e di sicurezza comune (PESC) sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza - garantire sicurezza in un mondo in piena evoluzione,

–    viste la dichiarazione del Consiglio ministeriale dell'OSCE sul processo di Corfù "Reconfirm-Review-Reinvigorate Security and Co-operation from Vancouver to Vladivostok" (riconfermare-riesaminare-rafforzare la sicurezza e la cooperazione da Vancouver a Vladivostok) e la decisione n. 1/09 su " Furthering the Corfu Process" (portare avanti il processo di Corfù) del 2 dicembre 2009,

–    viste l'analisi e le raccomandazioni del gruppo d'esperti per un nuovo concetto strategico della NATO dal titolo "NATO 2020: Assured Security, Dynamic Engagement" (NATO 2020: sicurezza assicurata, impegno dinamico) del 17 maggio 2010,

–    vista la relazione interlocutoria della presidenza in esercizio dell'OSCE del 21 giugno 2010, che sintetizza le proposte formulate dagli Stati partecipanti nel quadro del processo di Corfù,

–    vista la decisione del Consiglio permanente dell'OSCE facente seguito all'accordo raggiunto al Consiglio ministeriale informale di Almaty del 16-17 luglio di tenere un Summit dell'OSCE ad Astana nel dicembre 2010 e, in preparazione di tale vertice, una conferenza di riesame,

–    visto il discorso pronunciato da Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione/alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) alla riunione informale di Almaty (SPEECH/10/393) sulle priorità dell'UE in vista del vertice di Astana,

–    visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l'OSCE è parte integrante dell'architettura di sicurezza euroatlantica ed euroasiatica ed è caratterizzata dal suo ampio concetto di sicurezza, comprendente una dimensione politico-militare, una economica e ambientale e una umana, dal gran numero di paesi partecipanti, che vanno da Vancouver a Vladivostok, e dalla varietà e flessibilità dei suoi meccanismi,

B.  considerando che l'UE e l'OSCE, benché con natura e strutture differenti, condividono identici principi e valori; che tutti gli Stati membri dell'UE partecipano anche all'OSCE; che entrambe le organizzazioni esercitano responsabilità concernenti il consolidamento istituzionale, la promozione della democrazia e i diritti umani, nonché nel campo della prevenzione e della gestione dei conflitti con pieno riconoscimento del ruolo primario del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in materia di pace e sicurezza internazionale,

C. considerando che l'atto finale di Helsinki, di cui quest'anno si celebra il 35° anniversario, ha costituito la base del processo di Helsinki, il quale ha prodotto importanti mutamenti democratici in Europa,

D. considerando che l'ultimo Summit dell'OSCE si è svolto a Istanbul nel 1999 e ha avuto come risultato l'adozione della carta sulla sicurezza europea; che da allora si sono verificati profondi mutamenti nella regione OSCE e che l'organizzazione è stata testimone di un declino del suo ruolo,

E.  considerando che l'OSCE è l'unica organizzazione priva di personalità giuridica internazionale tra quante intervengono sulle questioni legate alla sicurezza nella regione europea; che tale situazione comporta numerose conseguenze politiche e giuridiche concrete; che nell'ottobre 2007 era stata conclusa una convenzione per stabilire lo statuto giuridico, i privilegi e le immunità dell'OSCE e che il testo dei suoi articoli non ha sollevato poi contestazioni degli Stati aderenti;

F.  considerando che il processo di Corfù trae le sue origini dalla proposta formulata il 5 giugno 2008 dal Presidente russo Medvedev riguardo alla necessità di discutere la questione della sicurezza europea in vista dell'elaborazione di un trattato giuridicamente vincolante sulla sicurezza europea; che l'OSCE costituisce il forum appropriato per discutere la proposta,

G. considerando che il processo di Corfù ha contribuito alla nascita di nuove energie in seno all'OSCE e che il Summit dovrebbe riconfermare l'adesione ai principi e allo spirito dell'atto finale di Helsinki e definire una chiara visione strategica per il futuro, compreso il miglioramento e l'aggiornamento degli strumenti esistenti,

H. considerando che gli sforzi vanno diretti verso una modifica del meccanismo decisionale il quale non sempre ha consentito all'OSCE di reagire alle crisi in modo tempestivo; che occorre sviluppare strumenti più efficaci di gestione delle crisi e attribuire maggiore rilevanza alla mediazione e alla risoluzione dei conflitti,

I.   considerando che l'OSCE, in quanto forum più inclusivo per la consultazione nella regione euroatlantica ed euroasiatica, ha ancora un ruolo essenziale da svolgere in merito a molte questioni, compresa la non proliferazione, il disarmo, la cooperazione economica, la protezione e la promozione dei diritti umani nonché lo Stato di diritto,

J.   considerando che il trattato di Lisbona attribuisce all'UE una voce più chiara e più forte nel mondo e incoraggia tutti i tipi di proficua cooperazione dell'UE con le competenti organizzazioni internazionali e regionali, compresa quella con l'OSCE,

1.  sottolinea l'importanza delle intense discussioni sulla sicurezza europea attualmente in corso in seno all'OSCE, alla NATO e all'UE poiché la riaffermazione dei valori comuni e il potenziamento dei meccanismi potrebbero rafforzare la fiducia reciproca nella regione euroatlantica ed euroasiatica e rendere più solida l'architettura di sicurezza europea;

 

Valore aggiunto dell'OSCE

 

Questioni trasversali

2.  pone l'accento sulla necessità di mantenere un equilibrio fra le tre dimensioni dell'OSCE, sviluppandole in modo coerente e globale, a partire dai risultati che sono stati già raggiunti; sottolinea che nessuna di dette dimensioni può essere rafforzata a scapito delle altre; sottolinea inoltre che, ai fini di un'azione realmente efficace, in tutte e tre le dimensioni dovrebbero essere affrontate le minacce e le sfide per la sicurezza, comprese quelle contemporanee quali la criminalità organizzata, il terrorismo, le minacce cibernetiche, la tratta di esseri umani e il traffico di stupefacenti, i problemi della sicurezza energetica nonché le attività di allerta rapida e di prevenzione e risoluzione dei conflitti;

3.  sottolinea che il rafforzamento dell'OSCE non deve avvenire al prezzo di indebolire le istituzioni e i meccanismi esistenti o di intaccare la loro indipendenza, fino a quando non saranno riformati o non saranno concordate alternative, in particolare l'attività dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo (ODIHR);

4. invita l'OSCE a rafforzare ulteriormente la sua capacità di garantire il rispetto e l'attuazione dei principi e degli impegni assunti in tutte e tre le dimensioni dagli Stati partecipanti, tra l'altro rafforzando i meccanismi di follow-up;

 

5.  ritiene che il rafforzamento dell'interazione e la promozione delle sinergie con le altre organizzazioni regionali pertinenti non possa che andare a beneficio dell'attività dell'OSCE e sollecita la creazione di schemi di cooperazione più chiari e flessibili, mirati ad agevolare e accelerare dette sinergie;

 

Dimensione politico-militare

6. ritiene che l'OSCE abbia svolto un ruolo essenziale nella promozione della sicurezza, avvalendosi di una rete unica di trattati, impegni, norme e misure, quali il trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (CFE), il trattato sui cieli aperti e il documento di Vienna del 1999 su misure volte a promuovere la fiducia e la sicurezza, riconoscendo, tuttavia, che nella dimensione politico-militare non sono stati compiuti progressi, in particolare con il conflitto in Georgia del 2008, con l'incapacità di affrontare efficacemente gli annosi conflitti nel Caucaso e in Transnistria, con la sospensione del trattato CFE da parte della Russia e con il rifiuto ad oggi degli Stati membri della NATO di ratificare il trattato CFE aggiornato;

sollecita gli Stati membri della NATO e la Federazione russa a ratificare e attuare i trattati esistenti nonché a ottemperare ai loro obblighi, compresa l'attuazione degli impegni di Istanbul del 1999;

 

7. ritiene che l'OSCE costituisca il contesto opportuno per negoziati sui conflitti regionali nel suo ambito di competenza; deplora la mancanza di volontà dell'UE e degli Stati membri di utilizzare le potenzialità dell'OSCE in questo settore con maggiore efficacia; è favorevole al rafforzamento degli strumenti dell'OSCE per la prevenzione dei conflitti; deplora gli approcci non innovativi ai processi di pace e osserva che il conseguimento di progressi nella soluzione di questi conflitti che si protraggono da molto tempo contribuirebbe in misura significativa ad accrescere la credibilità dell'OSCE e che non va trascurato nel quadro del processo di Corfù; ritiene pertanto che tale obiettivo vada affrontato nelle conclusioni del Summit;

 

 

8.  prende atto della missione OSCE in Transnistria (Moldova); deplora il declassamento della missione e l'interruzione delle attività di disarmo nel deposito di Colbasna dal 2004; ribadisce la ferma determinazione dell'UE di pervenire a una composizione del conflitto in Transnistria sulla base del rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità della Repubblica di Moldova; sollecita la ripresa, il prima possibile e senza precondizioni, dei negoziati nello schema 5 + 2; chiede sforzi concertati dell'UE per orientare l'iniziativa germano-russa di Meseberg con gli sforzi della missione OSCE in Transnistria;

 

9.  ricorda l'importante impegno assunto dall'UE di bloccare le ostilità e negoziare accordi di cessate il fuoco nel corso del conflitto del 2008 in Georgia e ritiene a tal proposito che l'UE abbia un ruolo da svolgere, assieme all'OSCE, nella prevenzione e nell'attenuazione dei conflitti e delle tensioni interetnici nell'area dell'OSCE; sottolinea che detti conflitti hanno non solo una notevole importanza locale e regionale, ma anche un'incidenza diretta sulla struttura di sicurezza dell'UE; sollecita un nuovo accordo per rilanciare una missione dell'OSCE di monitoraggio della pace in Georgia al fine di prevenire ulteriori violenze, proteggere le minoranze e promuovere i negoziati, assicurando la sicurezza e la stabilità nella regione del Caucaso meridionale;

10. prende atto del ruolo svolto dall'OSCE nel conflitto nel Nagorno-Karabakh, specialmente per quanto riguarda il cessate il fuoco e i negoziati in corso; osserva che, sebbene non sia direttamente coinvolta nei colloqui di pace del gruppo di Minsk dell'OSCE sul conflitto nel Nagorno-Karabach, l'UE può dare importanti contributi pratici e politici a sostegno degli sforzi del gruppo, compresa l'offerta di un mandato UE per la sua copresidenza francese, come enunciato nella risoluzione del PE sulla necessità di una strategia dell'UE per il Caucaso meridionale;

11. sollecita la ripresa del processo di limitazione degli armamenti convenzionali e del disarmo nel quadro dell'OSCE; auspica l'avvio di negoziati su ulteriori passi per la riduzione delle truppe e degli armamenti (CFE II) e invita l'UE e i suoi Stati membri a lanciare iniziative adeguate nel quadro dell'OSCE;

12. invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a disposizione nel quadro dell'OSCE le proprie esperienze e capacità in materia di conversione degli armamenti e a far avanzare attivamente i corrispondenti accordi dell'OSCE;

13. sottolinea la grande importanza di ripristinare la fiducia reciproca e la consapevolezza di finalità comuni; osserva che occorre sviluppare ulteriormente misure per la costruzione della fiducia e della sicurezza e che è necessario un regime solido ed efficiente di controllo delle armi convenzionali, sottolineando l'importanza cruciale di trovare una soluzione alla crisi del CFE e di aggiornare il documento di Vienna; accoglie con favore il tenore della dichiarazione rilasciata dai presidenti Obama e Medvedev nel giugno 2010 sul futuro del controllo delle armi convenzionali e del trattato CFE; accoglie con favore la decisione adottata dal governo degli USA nel gennaio 2010 di designare un inviato speciale per il trattato CFE; sostiene le preziose attività dell'OSCE in materia di antiterrorismo, gestione delle frontiere e interventi collegati alle forze di polizia; sottolinea che dette attività sono essenziali specialmente in Asia centrale, dove contribuiscono a stabilizzare la situazione della sicurezza nell'intera regione;

14. osserva che lo sviluppo da parte dell'UE delle proprie capacità non dovrebbe essere percepito come un qualcosa che sminuisce il ruolo dell'OSCE, ma come un passo necessario per migliorare anche la cooperazione tra gli Stati partecipanti all'OSCE e sottolinea che incontri regolari al massimo livello e costanti conversazioni, scambi di informazioni e consultazioni reciproche tra l'UE e l'OSCE potrebbero favorire una simile comprensione;

 

Dimensione economico-ambientale

15. mette in risalto le conclusioni del Consiglio ministeriale dell'OSCE sul documento di strategia per la dimensione economica e ambientale, riconoscendo che una cooperazione più efficace degli Stati partecipanti all'OSCE nel contrastare le minacce e le sfide causate da fattori ambientali ed economici può dare un contributo fondamentale alla sicurezza, alla stabilità, alla democrazia e alla prosperità nella regione e evidenzia altresì il fatto che i fattori economici e ambientali possono essere le cause scatenanti dei conflitti;

16. è fermamente convinto che la cooperazione e la promozione di meccanismi di allerta rapida su questioni economiche e ambientali – quali energia, scambi commerciali, cambiamenti climatici o sicurezza idrica – possono fungere da strumenti per ridurre le tensioni, prevenire i conflitti, costruire la fiducia e promuovere relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale multilaterale nell'area OSCE; incoraggia pertanto il forum economico dell'OSCE ad affrontare tali questioni rafforzando la capacità di fornire consulenza e assistenza e mobilitando efficacemente competenze e risorse di altre organizzazioni internazionali e agevolandone la messa a disposizione; invita il Consiglio a farsi portatore di queste posizioni nell'ambito del processo di Corfù e al Summit;

17. ritiene che, visto che non soltanto l'UE e la Federazione russa, ma anche tutti gli Stati partecipanti all'OSCE si trovano in una relazione di reciproca dipendenza in quanto importatori ed esportatori di energia e di materia prime energetiche e che negli ultimi anni si sono intensificati i conflitti nel settore degli approvvigionamenti energetici a scapito della popolazione civile nell'intera zona dell'OSCE, occorra riservare un ruolo centrale al dialogo in materia di politica energetica per l'intera regione;

18. ritiene che le sfide del cambiamento climatico in tutti gli ambiti di vita si prolungheranno nel tempo e i relativi oneri saranno rilevanti, in talune regioni più che in altre: invita l'OSCE a intensificare i propri sforzi per attenuare l'apporto delle attività umane al surriscaldamento globale e promuovere la stabilità e la sicurezza sostenibile nelle zone in cui è più probabile che si facciano sentire gli effetti dei cambiamenti climatici;

 

Dimensione umana

19. sottolinea che i diritti umani e delle minoranze e le libertà fondamentali sono al centro dell'ampio concetto di sicurezza dell'OSCE, come testimonia la vasta gamma di impegni e meccanismi esistenti, da applicare integralmente; sottolinea che il processo di Corfù e il Summit dovrebbero puntare all'ulteriore rafforzamento del monitoraggio e dell'attuazione degli impegni e dei meccanismi corrispondenti;

20. riconosce il ruolo essenziale svolto dall'ODIHR nell'osservazione delle elezioni e nel promuovere i diritti umani, la democratizzazione e i diritti delle minoranze, tra cui rom e sinti; sottolinea il ruolo e i compiti dell'alto commissario per le minoranze nazionali nell'impegno volto a migliorare la coesistenza pacifica delle comunità minoritarie e a prevenire i conflitti etnici con tutti i meccanismi di allerta rapida necessari; plaude al lavoro del rappresentante per la libertà dei mezzi d'informazione e a quello del rappresentante speciale e coordinatore per la lotta alla tratta di esseri umani; sollecita la partecipazione attiva del Parlamento europeo alle attività dell'ODIHR;

21. invita l'OSCE, in particolare rispetto all'osservazione delle elezioni, funzione che dovrebbe essere potenziata e accettata quale segno di fiducia in ciascuno Stato membro dell'OSCE, a riaffermare e preservare l'indipendenza dell'ODIHR e a rafforzare ulteriormente il suo ruolo e le sue capacità in quanto principale organo dell'OSCE competente per l'osservazione delle elezioni, con cui il Parlamento europeo ha sviluppato una cooperazione intensa ed efficace in materia; chiede il rafforzamento di detta cooperazione e del coordinamento tra OSCE/ODIHR e Parlamento europeo nella fase preparatoria delle missioni internazionali di osservazione delle elezioni nei paesi OSCE, durante il loro svolgimento e dopo la loro conclusione;

22. invita il Consiglio ad assicurare che l'OSCE rafforzi ulteriormente e diversifichi le attività rientranti in questa dimensione, prendendo in considerazione anche altri problemi che possono essere affrontati con le competenze esistenti, come l'antiterrorismo e l'impatto dei movimenti delle popolazioni, tra cui gli sfollati interni e i rifugiati;

 

Missioni sul campo

23. invita gli Stati membri a porre l'accento sull'importanza delle missioni sul campo dell'OSCE - grazie alle quali si sono sviluppate importanti competenze - che svolgono un ruolo essenziale nel promuovere progressi in tutte e tre le dimensioni, affiancandosi alle delegazioni dell'UE nel promuovere la democratizzazione e i processi di riforma con il monitoraggio dei processi per crimini di guerra, nel favorire la riconciliazione nazionale e nel sostenere lo sviluppo della società civile, e che sono uno strumento fondamentale di allerta rapida e di prevenzione dei conflitti, e a garantire che i finanziamenti per tali missioni non subiscano riduzioni; sollecita l'UE a fare tesoro di dette esperienze nelle proprie missioni sul campo;

24. prende atto dell'impegno dell'OSCE in Kirghizistan, che dimostra le sue potenzialità di risposta rapida a situazioni di crisi là dove l'organizzazione è presente sul terreno; plaude in tal senso alla decisione del Consiglio permanente dell'OSCE del 22 luglio 2010 di inviare una missione di consulenza in materia di polizia; sottolinea che l'attuale instabilità del paese esige una presenza internazionale più forte e sostanziale, mirata a fornire assistenza e supporto alle forze locali e a potenziare l'azione delle forze di polizia; ritiene che l'OSCE possa svolgere un ruolo guida in Asia centrale e riassumere il suo ruolo in Georgia; deplora il fatto che la missione di consulenza in materia di polizia non sia stata attuata come previsto all'inizio di settembre 2010 a causa della resistenza del governo del Kirghizistan; sollecita gli Stati partecipanti all'OSCE e il governo del Kirghizistan a consentire l'immediato spiegamento nel paese di forze di polizia neutrali e internazionali, a incrementare notevolmente il numero degli agenti sul posto e a provvedere a che il loro mandato sia esecutivo invece di puramente consultivo;

 

Processo di Corfù

25. plaude al processo di Corfù, lanciato dalla presidenza greca dell'OSCE e prontamente ripreso dalla presidenza kazaka, che mira a ricreare fiducia e rinnovare l'adesione ai principi dell'OSCE nonché ad affrontare le sfide per la sicurezza attraverso il dialogo multilaterale e la cooperazione e mediante l'attenzione alle sensibilità e alle preoccupazioni di tutti gli Stati partecipanti all'OSCE;

 

26. ricorda che il processo deriva dall'appello del giugno 2008 per un dialogo rinnovato sulla sicurezza paneuropea e dall'appello dell'8 ottobre 2008 per la modernizzazione della sicurezza europea nel quadro dell'OSCE e che detta organizzazione costituisce la sede appropriata per discutere le questioni contenute nella proposta di un nuovo trattato sulla sicurezza; considera necessari un maggiore coordinamento e una più intensa cooperazione con la Russia dato che essa riveste un ruolo cruciale per la sicurezza europea;

27. ritiene che lo scopo finale del processo di Corfù debba essere il rafforzamento dell'OSCE, a partire dagli impegni già esistenti e dai principi e dallo spirito dell'atto finale di Helsinki, per garantire che l'organizzazione possa svolgere un ruolo significativo nell'affrontare le sfide attuali e future, tra cui una procedura decisionale più flessibile, nel tenere un dialogo ad ampio raggio sui problemi della sicurezza nell'area euroatlantica ed euroasiatica e in particolare nel contribuire alla loro soluzione, e per accrescerne la visibilità;

 

28. plaude all'iniziativa del Kazakistan, quale detentore della presidenza in esercizio dell'OSCE, di tenere un Summit dell'OSCE con l'obiettivo di dare impulso politico alle discussioni in corso sulla sicurezza all'interno dell'OSCE e sul rafforzamento dell'organizzazione; invita la Commissione e gli Stati partecipanti all'OSCE a sollecitare il Kazakistan, in vista del Summit, a compiere passi concreti per salvaguardare e rispettare i valori base dell'OSCE, quali i diritti umani, lo Stato di diritto, la libertà di espressione, tra cui l'abrogazione delle restrizioni legali in materia, e a garantire l'accesso alla giustizia; sottolinea che le priorità centrali all'ordine del giorno del Summit dovrebbero riguardare il rafforzamento del quadro per il controllo degli armamenti convenzionali, il potenziamento dell'attuazione degli impegni rientranti nella dimensione umana e l'incremento delle capacità dell'OSCE in tutte e tre le dimensioni per promuovere la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e la ricostruzione dopo i conflitti, segnatamente in relazione a quelli più prolungati;

29. invita gli Stati membri dell'UE, la Commissione e l'alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a cooperare con i membri dell'OSCE durante il Summit del dicembre 2010 al fine di delineare un piano d'azione in cui sia stabilita una tabella di marcia verso una carta per una comunità di sicurezza nell'area OSCE e a definire il mandato per preparare un summit di verifica entro un periodo tra i due e i quattro anni da oggi;

30. invita gli Stati partecipanti all'OSCE e gli Stati membri dell'UE ad inserire nell'ordine del giorno del Summit la proposta presentata dal vicepresidente degli USA Biden in merito a un meccanismo OSCE di prevenzione delle crisi; è favorevole a basarsi su un'iniziativa degli USA nel contesto del processo di Corfù volta a potenziare il ruolo del Segretario generale dell'OSCE e delle presidenze dell'OSCE, oppure di una troika della presidenza attuale, passata e futura, nella gestione delle crisi dell'OSCE;

 

Ruolo dell'UE

31. considera che il lavoro dell'OSCE sia molto prezioso e pertanto chiama a una seria riflessione su come l'UE possa assumersi maggiori responsabilità e partecipare più efficientemente alla realizzazione degli obiettivi comuni; ritiene che, a tal fine, l'attuazione di un sistema di dialogo costante, un consenso in merito a iniziative comuni e il coordinamento delle attività in loco potrebbero costituire strumenti adatti nel quadro di un accordo ufficiale tra l'OSCE e l'UE; invita il Consiglio "Affari esteri" dell'UE, l'alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il consiglio permanente dell'OSCE ad adoperarsi per creare un meccanismo mirato a aumentare la cooperazione, il coordinamento e le consultazioni tra le due organizzazioni; invita gli Stati membri dell'UE, la Commissione e l'alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a presentare proposte concernenti la volontà e la capacità dell'UE di partecipare alle missioni con mandato dell'OSCE;

32. invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a esaminare come il futuro SEAE potrebbe istituire adeguate procedure di cooperazione con l'ODIHR al fine di rafforzare, senza sovrapposizioni, il ruolo dell'UE in materia di osservazione delle elezioni nell'area OSCE;

33. ritiene che l'UE, attraverso l'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, i suoi Stati membri e il Presidente del Consiglio europeo, debba garantire, approvando tempestivamente una posizione comune dell'UE sulle riforme dell'OSCE, che il Summit definisca un piano d'azione per un ulteriore impegno sul rafforzamento dell'OSCE, in particolare per quanto riguarda la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e la ricostruzione dopo i conflitti, assicurando fra l'altro lo svolgimento a intervalli regolari di vertici ad alto livello che diano impulso politico al lavoro dell'OSCE; apprezza la nuova prassi di tenere riunioni informali a livello ministeriale;

34. valuta positivamente e approva l'articolazione e la definizione delle priorità dell'UE in seno all'OSCE, ritenendo essenziale concentrarsi sulle questioni fondamentali affinché il Summit realizzi pienamente le sue potenzialità;

 

35. incoraggia gli Stati membri e la delegazione a Vienna dell'UE a continuare a dare un contributo sostanziale al processo di Corfù; invita la Lituania, prossima titolare della Presidenza OSCE, ad assicurare la continuità e l'ottenimento di progressi nel processo di rafforzamento dell'OSCE;

 

36. invita l'UE, i suoi Stati membri, l'attuale presidenza in carica dell'OSCE e quella che la seguirà a proseguire il dialogo sul quadro giuridico dell'OSCE e a ribadire la necessità di una rapida adozione del progetto di convenzione sulla personalità giuridica internazionale, la capacità giuridica e i privilegi e le immunità, un accordo che non tocca l'attuale natura degli impegni dell'OSCE, ma ne rafforza l'identità e il profilo, risolvendo altresì una serie di problemi pratici del suo personale, specialmente quando è inviato in aree di crisi;

37. ritiene che il suo Presidente debba essere invitato a partecipare al Summit e chiede al Consiglio europeo di provvedere in tal senso;

 

38. ritiene che, al fine di intensificare le relazioni con l'OSCE, dovrebbe riflettere sulla propria partecipazione all'Assemblea parlamentare dell'OSCE e valutare la possibilità di istituire una delegazione permanente presso tale assemblea, al fine di seguire più da vicino le attività dell'OSCE e dell'Assemblea parlamentare;

 

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39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione nonché agli Stati membri e al Segretario generale dell'OSCE.