Proposta di risoluzione - B7-0538/2011Proposta di risoluzione
B7-0538/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla resistenza agli antimicrobici: una minaccia per la salute pubblica

20.10.2011

presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B7‑0633/2011 e B7‑0634/2011
a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento

Françoise Grossetête, Linda McAvan, Theodoros Skylakakis, Miroslav Ouzký, Bart Staes, Kartika Tamara Liotard, Oreste Rossi a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare


Procedura : 2011/2848(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
B7-0538/2011

B7‑0538/2011

Risoluzione del Parlamento europeo sulla resistenza agli antimicrobici: una minaccia per la salute pubblica

Il Parlamento europeo,

–   vista la sua risoluzione del 12 maggio 2011 sulla resistenza agli antibiotici, incentrata sulla salute degli animali,

–   visto il parere scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sui rischi che comportano per la salute pubblica i ceppi batterici responsabili della produzione di β-lattamasi e/o β-lattamasi di tipo AmpC ad ampio spettro negli alimenti e negli animali destinati alla produzione alimentare, pubblicato nell'agosto 2011,

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione sulla resistenza agli antimicrobici del 18 novembre 2009 (SANCO/6876/2009r6),

–   vista la relazione tecnica comune del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dell'Agenzia europea per i medicinali (EMEA) del settembre 2009, intitolata "The bacterial challenge: time to react" (La sfida batterica: è tempo di reagire), un invito a porre rimedio al divario esistente tra la presenza nell'UE di batteri multifarmacoresistenti e lo sviluppo di nuovi agenti antibatterici,

–   viste la raccomandazione del Consiglio del 15 novembre 2001 sull'uso prudente degli agenti antimicrobici nella medicina umana (2002/77/EC) e la risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2001 concernente questa proposta di raccomandazione del Consiglio (COM(2001)333 – C5-0411/2001 – 2001/2164(COS)),

–   vista la comunicazione della Commissione del 20 giugno 2001 su una strategia comunitaria contro la resistenza agli agenti antimicrobici (COM(2001)0333),

–   visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che gli agenti antimicrobici sono in grado di distruggere batteri, virus e altri microrganismi o di prevenire la loro proliferazione (gli antibiotici sono agenti antimicrobici che reagiscono unicamente ai batteri) e che per tale motivo hanno svolto un ruolo importante nel miglioramento della salute pubblica, contribuendo a ridurre il numero di decessi causati da malattie e infezioni precedentemente incurabili o mortali;

B.  considerando che il loro utilizzo ha fatto sì che determinati microrganismi, prima sensibili a tali agenti antimicrobici, sviluppassero una resistenza, la cosiddetta "resistenza antimicrobica";

C. considerando che il processo naturale sopra descritto è accelerato da un uso eccessivo e incontrollato degli agenti antimicrobici, tale da compromettere i successi ottenuti in campo medico;

D. considerando che il lancio di ogni nuovo antibiotico è stato e sarà seguito dalla resistenza da parte del batterio verso il quale è diretto; che, per mantenere un'effettiva capacità di combattere le malattie infettive, occorre sia lo sviluppo di nuovi agenti antimicrobici che una migliore conservazione delle risorse antibiotiche esistenti e sottolineando, pertanto, la priorità di garantire che l'uso degli antibiotici sia effettivamente controllato e limitato alle terapie per le quali è strettamente necessario;

E.  considerando che, per circa quattro decenni (dagli anni 1940 agli anni 1970), l'industria farmaceutica ha assicurato un apporto costante di nuovi antibiotici, alcuni dei quali dotati di meccanismi di azione innovativi in grado di aggirare i problemi causati dalla resistenza ai vecchi agenti, ma che soltanto pochi nuovi antimicrobici sono stati prodotti e autorizzati da allora;

 

F.  considerando che la resistenza agli antimicrobici è un problema importante e largamente irrisolto che rappresenta ormai una minaccia per la salute pubblica in Europa e nel mondo, poiché comporta terapie mediche più lunghe e più complicate, un peggioramento della qualità della vita, un innalzamento del rischio di mortalità (25 000 pazienti muoiono ogni anno nell'Unione europea a causa di un'infezione provocata da microrganismi resistenti), costi supplementari per il settore sanitario e perdite in termini di produttività pari ad almeno 1,5 miliardi di EUR all'anno;

G. considerando che un'elevata percentuale di infezioni nosocomiali è causata da batteri estremamente resistenti, come lo stafilococco aureo resistente alla meticilina (MRSA) e il batterio C. difficile, che costituiscono una seria minaccia per la salute dei pazienti;

H. considerando che la resistenza agli antimicrobici è diventata un problema talmente grave che quest'anno l'Organizzazione mondiale della sanità ne ha fatto il tema della Giornata mondiale della salute, celebrata il 7 aprile, e che dal 2008 l'Unione europea organizza, il 18 novembre di ogni anno, una Giornata europea di informazione sugli antibiotici;

I.   considerando che l'uso improprio e irrazionale degli antibiotici crea le condizioni favorevoli alla comparsa, la diffusione e la persistenza di microrganismi resistenti;

J.   considerando che lo sviluppo della resistenza antimicrobica nell'uomo è spesso imputabile alla somministrazione di dosi inadeguate di antibiotici, a cure sbagliate e alla costante esposizione degli organismi patogeni ad agenti antimicrobici negli ospedali;

K. considerando che esistono chiari collegamenti fra l'utilizzo di antibiotici a fini veterinari e lo sviluppo di resistenza negli esseri umani; che, nonostante il divieto dell'uso di antibiotici come promotori della crescita, non sembra di poter riscontrare alcun calo significativo del consumo di antibiotici nel settore veterinario, ai quali si continua sistematicamente a ricorrere per "profilassi", a causa di pratiche agricole insostenibili;

L.  considerando che le buone pratiche di allevamento riducono al minimo la necessità di antibiotici;

M. considerando che non è pertanto possibile intervenire contro la resistenza agli antimicrobici nei medicinali per uso umano senza adottare congiuntamente misure per combattere la resistenza agli antimicrobici nei medicinali per uso veterinario, nei mangimi per gli animali e nelle coltivazioni agricole;

N. considerando che l'EPRUMA[1] è un'iniziativa europea, alla quale partecipano molteplici attori, che promuove l'utilizzo responsabile del farmaco nella medicina veterinaria; che il concetto di "una sola salute" comprende sia i farmaci per uso umano che quelli per uso veterinario e che l'EPRUMA riconosce che gli antimicrobici sono una questione attinente a tale concetto;

O. considerando che la resistenza agli antimicrobici è un fenomeno che ha chiare implicazioni transfrontaliere e che non si può escludere l'insorgenza di situazioni estreme le quali sarebbero, con ogni probabilità, impossibili da gestire sulla base delle attuali risorse e conoscenze e potrebbero avere ricadute imprevedibili sul piano medico, sociale ed economico;

1.  rileva con preoccupazione che la resistenza agli antimicrobici rappresenta una minaccia sempre crescente per la salute pubblica, sia in Europa che nel mondo, nonostante le azioni intraprese a livello europeo e internazionale;

2.  chiede un'ulteriore intensificazione della lotta contro la resistenza agli agenti antimicrobici nei medicinali per uso umano, prestando particolare attenzione ai seguenti punti, in ordine di priorità:

–  l'uso prudente degli agenti antimicrobici sia per gli esseri umani che per gli animali, limitatamente ai soli casi in cui è strettamente necessario per l'effettivo trattamento della malattia, secondo il corretto dosaggio, con gli intervalli giusti tra un'assunzione e l'altra e per la durata necessaria;

–  il controllo e la sorveglianza della resistenza agli antimicrobici;

–  la necessità di ricercare e sviluppare nuovi agenti antimicrobici e soluzioni alternative;

–  i collegamenti con le misure intese a combattere la resistenza agli agenti antimicrobici nei medicinali per uso veterinario, nei mangimi per animali e nelle coltivazioni agricole;

3.  invita la Commissione a proporre senza indugio un quadro legislativo per far fronte alla resistenza agli antimicrobici, promuovendo iniziative a favore di un uso responsabile e sostenendo la loro divulgazione e la diffusione di informazioni al riguardo;

Uso prudente degli agenti antimicrobici

4.  riconferma la necessità di intervenire con urgenza per evitare l'ulteriore incremento di microrganismi resistenti, o addirittura invertire tale tendenza, riducendo l'impiego inutile e improprio di agenti antimicrobici;

5.  sottolinea che l'obiettivo finale è quello di assicurare che gli antimicrobici continuino a essere uno strumento efficace per combattere le malattie, sia negli animali che nell'uomo, mantenendone al contempo l'uso nei limiti dello stretto necessario;

6.  rileva che una relazione della Commissione sull'attuazione della raccomandazione del Consiglio del 2001[2] e l'indagine dell'Eurobarometro del 2010 hanno individuato una serie di carenze e lacune nella promozione dell'uso prudente di antimicrobici;

7.  osserva che il livello di accesso alle informazioni sulla resistenza antimicrobica, così come l'impatto sul comportamento dei cittadini in materia di consumo, rimangono disomogenei all'interno dell'Unione europea, con particolare riferimento all'attuazione della legislazione relativa all'uso degli antibiotici solo dietro prescrizione, dato che la percentuale di antibiotici venduti senza prescrizione medica nel 2008 ha evidenziato notevoli differenze tra gli Stati membri;

8.  osserva, a tale proposito, che la nostra debolezza è pari a quella dell'anello più debole e pertanto occorre prestare una particolare attenzione ai paesi che presentano livelli elevati di resistenza antimicrobica;

9.  invita la Commissione a presentare proposte volte a ridurre considerevolmente l'uso degli antibiotici e a identificare e definire principi generali e migliori prassi per un uso prudente degli agenti antimicrobici, utilizzando come base la raccomandazione del Consiglio del 15 novembre 2001, e a garantire che tali principi e metodi siano attuati correttamente nell'Unione europea;

10. riconosce che sono diffuse idee errate in merito agli antibiotici e ai loro effetti e che, secondo un sondaggio commissionato dalla Commissione, il 53% dei cittadini europei è tuttora convinto che gli antibiotici neutralizzino i virus, mentre il 47% crede che siano efficaci contro il raffreddore e l'influenza (Speciale Eurobarometro 338 sulla resistenza agli antimicrobici, aprile 2010);

11. riconosce che il fatto che i pazienti non seguano e non rispettino le prescrizioni, ad esempio trascurando di completare il ciclo di trattamento o di seguire le raccomandazioni sul dosaggio, contribuisce ampiamente alla resistenza antimicrobica;

12. invita la Commissione a studiare il problema dell'uso e delle vendite impropri di agenti antimicrobici, con o senza prescrizione, durante l'intero ciclo, dal medico al paziente passando per il farmacista, in termini di comportamento di tutti gli attori coinvolti, e ad attuare una strategia globale a lungo termine per la sensibilizzazione di tutti i suddetti attori;

13. sottolinea che, nel garantire un uso prudente degli agenti antimicrobici, i soggetti interessati devono prestare attenzione a utilizzare meglio gli antibiotici attualmente disponibili, studiando attentamente il loro dosaggio, la durata del trattamento e la combinazione dei farmaci;

14. saluta pertanto con favore la Giornata europea di informazione sugli antibiotici organizzata ogni anno il 18 novembre, un'iniziativa volta a sensibilizzare alla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antimicrobici per la salute pubblica invitando a un uso più responsabile degli antibiotici mediante molteplici azioni negli Stati membri;

Controllo e sorveglianza della resistenza agli antimicrobici

15. sottolinea l'importanza di un sistema di controllo e sorveglianza ben funzionante al fine di raccogliere dati affidabili e comparabili sulla suscettibilità degli organismi patogeni agli agenti antimicrobici e sulle infezioni da essi causate, che consentano di analizzare le tendenze, di emettere allerte tempestive e di controllare il diffondersi della resistenza a livello nazionale, regionale e di Unione nonché di raccogliere dati sulla prescrizione e l'uso degli agenti antimicrobici, onde poterne monitorare l'utilizzo in generale;

16. valuta pertanto positivamente il lavoro avviato dal sistema europeo di sorveglianza della resistenza antimicrobica (EARSS) e dalla sorveglianza europea del consumo di antimicrobici veterinari (ESVAC), e attualmente continuato dall'ECDC, in merito alla raccolta di dati qualitativamente validi e comparabili sulla resistenza antimicrobica in tutta l'Unione, pur riconoscendo che permangono, in alcuni paesi, numerose difficoltà in ordine all'accesso ai dati e alla qualità degli stessi; apprezza inoltre il lavoro avviato dal progetto di sorveglianza europea del consumo di antimicrobici, e attualmente continuato dall'ECDC, per quanto riguarda la raccolta di dati qualitativamente validi e comparabili sull'utilizzo di antimicrobici in tutta l'Unione;

17. sottolinea l'importanza della diagnostica nella lotta contro la resistenza antimicrobica e chiede maggiori investimenti in questo settore, nonché un utilizzo migliore e più efficace degli attuali strumenti diagnostici;

18. invita la Commissione, l'ECDC e gli altri organismi pertinenti dell'UE a collaborare senza indugio all'elaborazione di un sistema armonizzato e integrato di controllo della resistenza antimicrobica e del consumo di antimicrobici in Europa, che comprenda un dispositivo di allarme rapido e di reazione ai nuovi ceppi e meccanismi di resistenza;

Necessità di ricercare e sviluppare nuovi agenti antimicrobici e soluzioni alternative

19. riconosce che il crescente divario fra la frequenza delle infezioni causate da microrganismi resistenti e il declino della ricerca e dello sviluppo di nuovi agenti antimicrobici è ora tale da minacciare una regressione del settore della salute pubblica all'epoca precedente agli antibiotici;

20. ritiene che il declino della ricerca e dello sviluppo sia il risultato di un malfunzionamento del mercato e invita la Commissione a presentare proposte, mediante percorsi normativi e altri tipi di misure, intese a creare o a migliorare gli incentivi destinati all'industria farmaceutica affinché investa maggiormente nella ricerca e nello sviluppo di nuovi agenti antimicrobici e in eventuali alternative;

21. ribadisce la necessità di intensificare la ricerca di nuovi antimicrobici nonché di eventuali alternative nel contesto dei programmi quadro di ricerca dell'Unione europea e incoraggia una ricerca collaborativa a livello di Unione europea che possa apportare dei miglioramenti in termini di efficienza;

22. rileva che la mancanza di diagnosi rapide ha contribuito sia all'uso eccessivo di antibiotici che all'aumento dei costi di sviluppo;

23. riconosce la necessità di promuovere misure complementari, quali l'utilizzo di vaccini efficaci per prevenire le infezioni, come figura nelle conclusioni del Consiglio riguardo a incentivi innovativi per antibiotici efficaci del 1° dicembre 2009;

Approccio olistico

24. invita la Commissione a garantire che le misure relative alla resistenza antimicrobica e alla salute pubblica rientrino in un approccio olistico alla resistenza agli antimicrobici, riconoscendo che esistono collegamenti con le misure intese a combattere la resistenza agli agenti antimicrobici nei medicinali per uso veterinario, nei mangimi per animali e nelle coltivazioni agricole, con particolare riferimento al rischio di trasmissione incrociata;

25. invita la Commissione a porre rimedio alla mancanza di informazione sull'uso degli antibiotici nei farmaci per uso veterinario in tutta l'UE, raccogliendo dati qualitativamente validi, comparabili e specifici in funzione delle specie per ciascuno Stato membro;

26. si compiace degli sforzi tesi ad armonizzare e migliorare la valutazione regolamentare dei nuovi antibiotici;

27. invita la Commissione a continuare a sostenere l'EARSS e l'ESVAC nella raccolta di dati relativi all'uso degli antibiotici come base per future misure volte a garantire un uso responsabile;

28. invita la Commissione a presentare proposte legislative volte a eliminare gradualmente l'utilizzo degli antibiotici come profilassi nell'allevamento;

29. sottolinea che i settori dell'allevamento e della piscicoltura intensiva dovrebbero concentrarsi sulla prevenzione delle malattie tramite buone condizioni di igiene e di stabulazione e buone pratiche di allevamento, come pure misure rigorose di biosicurezza, anziché ricorrendo agli antibiotici per profilassi;

30. chiede, in particolare, l'instaurazione di buone pratiche di allevamento degli animali, che riducano al minimo il rischio di resistenza agli antimicrobici; sottolinea che tali pratiche dovrebbero applicarsi soprattutto agli animali giovani provenienti da allevamenti diversi e raggruppati assieme, situazione in cui aumenta il rischio di malattie trasmissibili;

31. osserva che i residui farmaceutici, quando non vengono smaltiti correttamente, finiscono nei nostri corsi d'acqua, aumentando così l'esposizione involontaria a una varietà di sostanze collegate alla resistenza antimicrobica; invita la Commissione a promuovere ulteriori attività di ricerca sull'impatto dell'esposizione a lungo termine ai residui farmaceutici presenti nelle acque e nei suoli;

32. chiede una separazione fra gli ingredienti attivi e i meccanismi di azione utilizzati nella medicina umana e in quella veterinaria, nella misura del possibile, al fine di ridurre il rischio che la resistenza agli antibiotici si trasferisca dagli animali d'allevamento agli esseri umani;

33. ritiene che l'utilizzo dei cosiddetti antibiotici da "ultima risorsa", concepiti per neutralizzare agenti patogeni umani problematici, debba essere vietato in agricoltura;

Cooperazione internazionale

34. invita la Commissione a rafforzare l'azione congiunta con l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l'Ufficio internazionale delle epizoozie (UIE) e con gli altri attori pertinenti e le altre organizzazioni interessate a livello internazionale al fine di affrontare più efficacemente e su scala mondiale la resistenza agli antimicrobici; plaude, in tale contesto, all'istituzione della task force transatlantica UE-Stati Uniti per un'azione urgente contro la resistenza antimicrobica (TATFAR);

35. invita la Commissione a garantire che siano disponibili risorse finanziarie e umane sufficienti per attuare le strategie pertinenti;

36. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.