Proposta di risoluzione - B7-0320/2012Proposta di risoluzione
B7-0320/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Tibet

11.6.2012 - (2012/2685(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Charles Tannock, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki a nome del gruppo ECR

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0312/2012

Procedura : 2012/2685(RSP)
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B7-0320/2012
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B7‑0320/2012

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Tibet

(2012/2685(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina e sul Tibet, in particolare quelle del 26 ottobre 2011 e del 24 novembre 2010,

–   vista la sua risoluzione del 7 aprile 2011 sul divieto di svolgimento delle elezioni del governo tibetano in esilio in Nepal,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   visto l'articolo 36 della Costituzione della Repubblica popolare cinese, che sancisce il diritto alla libertà di confessione religiosa per tutti i cittadini,

–   vista l'attesa nomina del rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il rispetto dei diritti umani e la libertà culturale, religiosa, d'identità e di associazione sono principi fondanti dell'Unione europea e della sua politica estera;

B.  considerando che il Parlamento europeo ha preso atto dell'occupazione del Tibet da parte della Repubblica popolare cinese;

C. considerando che i rappresentanti di Sua Santità il Dalai Lama hanno preso contatti con il governo della Repubblica popolare cinese per trovare una soluzione pacifica e reciprocamente vantaggiosa alla questione tibetana;

D. considerando che non si registrano progressi significativi nei negoziati tra i rappresentanti del Dalai Lama e le autorità cinesi in merito a questioni fondamentali quali la salvaguardia della cultura, della religione e delle tradizioni distintive del Tibet o la necessità di instaurare un efficace sistema di autonomia per il Tibet nel quadro della Costituzione cinese;

E.  considerando che le autorità della Repubblica popolare cinese hanno fatto uso della forza nel contrastare le proteste del 2008 in Tibet e che da allora hanno imposto restrittive misure di sicurezza che limitano la libertà di espressione, di associazione e di credo;

F.  considerando che durante le proteste del 2008 le vittime potrebbero essere state più di 200, che il numero dei detenuti si attesta tra 4 434 e oltre 6 500 e che alla fine del 2010 in Tibet si contavano 831 prigionieri politici recensiti, di cui 360 condannati in via giudiziale e 12 condannati all'ergastolo;

G. considerando che è stato segnalato il ricorso alla tortura, anche mediante percosse, utilizzo di armi a elettroshock, isolamento a lungo termine, privazione del cibo e altre misure analoghe, per estorcere confessioni nelle carceri tibetane;

H. considerando che dal 2009, in base a quanto segnalato, più di 30 tibetani, principalmente monaci e suore, si sono dati fuoco per protestare contro le politiche restrittive attuate in Tibet dalla Cina e chiedere il rientro del Dalai Lama nonché il diritto alla libertà religiosa nella contea di Aba/Ngaba (provincia del Sichuan) e in altre zone dell'altopiano tibetano; che l'autoimmolazione può essere considerata una forma di protesta ad espressione della crescente disperazione dei giovani tibetani e che, a prescindere dalla motivazione personale alla loro base, questi atti devono essere visti nel contesto più ampio della repressione religiosa e politica perpetrata già da molti anni nella contea di Ngaba;

I.   considerando che le attuali condizioni di una serie di vittime delle autoimmolazioni, in particolare di Chimey Palden, Tenpa Darjey, Jamyang Palden, Lobsang Gyatso, Sona Rabyang, Dawa Tsering, Kelsang Wangchuck, Lobsang Kelsang, Lobsang Kunchok e Tapey, non sono note o sono poco chiare;

J.   considerando che Gedhun Choekyi Nyima, undicesimo Panchen Lama, era prigioniero delle autorità della Repubblica popolare cinese e che di lui non si hanno più notizie dal 14 maggio 1995;

K. considerando che l'identità, la lingua, la cultura e la religione tibetane, testimoni di una civiltà storicamente ricca, sono messe a repentaglio dall'insediamento di persone di etnia Han nel territorio storico del Tibet e dall'annientamento del tradizionale stile di vita nomade del popolo tibetano;

L.  considerando che le richieste avanzate in passato dal Parlamento europeo al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE per affrontare la situazione in Tibet con i propri interlocutori cinesi non hanno prodotto i risultati attesi;

1.  ribadisce che il partenariato strategico tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese dovrebbe basarsi su principi e valori comuni;

2.  invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE a intensificare gli sforzi volti ad affrontare la situazione dei diritti umani del popolo tibetano nel quadro del dialogo UE-Cina in materia di diritti umani;

3.  invita le autorità della Repubblica popolare cinese a concedere l'autonomia al territorio storico del Tibet;

4.  incoraggia le autorità cinesi ad avviare colloqui costruttivi con i rappresentanti dell'amministrazione centrale tibetana e a intensificare il dialogo in uno spirito di apertura per giungere a una soluzione durevole in Tibet;

5.  invita le autorità della Repubblica popolare cinese a rispettare la libertà di espressione pacifica, la libertà di associazione e la libertà di credo del popolo tibetano;

6.  esorta le autorità della Repubblica popolare cinese a consentire lo svolgimento di un'indagine internazionale indipendente in merito alle proteste del 2008 e ai successivi avvenimenti e chiede la liberazione dei prigionieri politici;

7.  condanna qualsiasi forma di tortura a danno delle persone sotto custodia;

8.  deplora ancora una volta l'incessante repressione condotta dalle autorità cinesi nei confronti dei monasteri tibetani e invita il governo cinese a garantire la libertà religiosa del popolo tibetano come pure di tutti i suoi cittadini;

9.  insiste affinché le autorità cinesi rivelino dove si trovano tutte le vittime che si sono immolate in Tibet e qual è stata la loro sorte;

10. insiste affinché le autorità cinesi rivelino dove si trova Gedhun Choekyi Nyima, undicesimo Panchen Lama, e qual è stata la sua sorte;

11. invita le autorità cinesi a rispettare la libertà linguistica, culturale e religiosa e le altre libertà fondamentali del popolo tibetano, ad astenersi dall'insediare persone di etnia Han nel territorio storico del Tibet e a non costringere i nomadi tibetani ad abbandonare il loro stile di vita tradizionale;

12. esprime preoccupazione per il fatto che le autorità cinesi abbiano chiuso il territorio tibetano ai visitatori stranieri e annullato i visti per la regione e invita le autorità cinesi a riaprire il Tibet ai visitatori e ai giornalisti stranieri;

13. invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE a sollevare la questione dei diritti umani in Tibet in tutti gli incontri con i rappresentanti della Repubblica popolare cinese;

14. sollecita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE a nominare un rappresentante speciale dell'UE per il Tibet al fine di far progredire il rispetto dei diritti umani del popolo tibetano, in particolare il diritto a mantenere e sviluppare la propria identità distintiva e le proprie espressioni religiose, culturali e linguistiche, nonché nell'ottica di sostenere colloqui e negoziati costruttivi tra il governo della Repubblica popolare cinese e i rappresentanti di Sua Santità il Dalai Lama e di prestare assistenza ai rifugiati tibetani, in particolare in Nepal e in India;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese, al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al governo tibetano in esilio, al parlamento tibetano in esilio e a Sua Santità il Dalai Lama.