RELAZIONE su una strategia comunitaria per l'Asia centrale

11.12.2007 - (2007/2102(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Cem Özdemir

Procedura : 2007/2102(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0503/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

su una strategia comunitaria per l'Asia centrale

(2007/2102(INI))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sull'Asia centrale, in particolare quelle del 26 ottobre 2006 sull'Uzbekistan[1], del 12 maggio 2005 sul Kirghizistan[2] e del 16 marzo 2006 sul Kazakistan[3],

–   visti gli accordi di partenariato e di cooperazione (APC) conclusi tra l'Unione europea e l'Uzbekistan, la Repubblica kirghiza e il Kazakistan, tutti in vigore dal 1999, l'accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra UE e Tagikistan[4], firmato l'11 ottobre 2004, l'APC tra l'UE e il Tagikistan (non ancora ratificato) e la proposta della Commissione relativa a un accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra UE e Turkmenistan,

–   viste le clausole sui diritti dell'uomo contenute in tali accordi,

–   visto l'impegno dell'Unione europea volto a promuovere il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) dell'ONU e il consenso europeo in materia di sviluppo,

–   vista l'adozione, da parte del Consiglio europeo del 21-22 giugno 2007, di una strategia UE per un nuovo partenariato con l'Asia centrale,

–   visto il piano d'azione UE per una politica energetica dell'Europa (marzo 2007) e la cooperazione in materia energetica tra l'Unione, gli Stati litoranei del Mar Nero e del Mar Caspio e i loro vicini,

–   vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 su una politica estera europea in materia di energia[5],

–   vista l'iniziativa di Baku per sviluppare la cooperazione nei settori energetico e dei trasporti tra la UE e i paesi del Mar Nero e del Caspio,

–   visti i Protocolli d'intesa conclusi con l'Azerbaigian e il Kazakistan nel quadro dello sviluppo di una politica estera al servizio degli interessi energetici della UE,

–   viste le conclusioni pertinenti del Consiglio, comprese le conclusioni sull'Uzbekistan del 23 maggio, 13 giugno, 18 luglio, 3 ottobre e 14 novembre 2005, del 13 novembre 2006 e del 5 marzo, 14 maggio e 15 ottobre 2007, nonché le conclusioni sull'Asia centrale del 23 aprile 2007,

–   viste le sanzioni adottate dall'Unione europea contro l'Uzbekistan in seguito al massacro di Andijan, che sono state successivamente prorogate, e la revoca parziale e la sospensione condizionale per un periodo di sei mesi delle sanzioni sui visti, rispettivamente a maggio e ottobre 2007,

–   vista l'iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo, avviata nel 2003 allo scopo di promuovere i diritti umani e sostenere la riforma penale, la democrazia, il buon governo, la libertà dei mezzi di comunicazione, lo Stato di diritto, le strutture di sicurezza (polizia/forze armate) e la prevenzione dei conflitti,

–   vista la riunione della Troika ministeriale degli Esteri con i rappresentanti dell'Asia centrale, organizzata a Berlino il 30 giugno 2007 alla presenza del rappresentante speciale dell'UE Morel e del Primo ministro portoghese,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per il commercio internazionale. (A6-0503/2007),

A. considerando che i cinque paesi indicati collettivamente come Asia centrale (Kazakistan, Repubblica kirghiza, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) sono situati in un punto di intersezione chiave tra l'Europa e l'Asia e che, in un'ottica storica e tradizionale, hanno rappresentato un punto di incontro e di transito importante tra i due continenti,

B.  considerando che l'UE ribadisce la necessità e ha un chiaro interesse a che si compiano progressi verso una maggiore stabilità e si accrescano i livelli di sviluppo economico, democratico, umano e di sicurezza della popolazione in tutta l'Asia centrale e che deve perseverare nell'impegno volto a integrare i diritti umani in tutti gli accordi con i paesi terzi e a promuovere la democrazia, attraverso politiche coerenti e con il ricorso ai mezzi più idonei a tale scopo; considerando che ciò salvaguarderà la sua credibilità contribuendo in ultima analisi a farne un attore sempre più efficiente nei confronti della regione ed anche oltre,

C. considerando che vi è un interesse globale alla stabilità dell'Asia centrale in quanto un'instabilità seria e prolungata in uno dei cinque paesi potrebbe avere non solo conseguenze disastrose per tutta la regione ma anche effetti di varia natura sull'UE e sui suoi Stati membri,

D. consapevole dei rischi che comporta la dipendenza da importazioni provenienti da regioni ed esportatori instabili e della necessità di stabilire flussi di energia affidabili, accessibili e fattibili,

E.  considerando che l'UE è interessata alla sicurezza e alla stabilità nonché al rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto negli Stati dell'Asia centrale, in quanto gli sviluppi strategici, politici ed economici e le crescenti sfide transregionali in questa regione hanno anche un impatto diretto e indiretto sugli interessi dell'Unione europea; considerando che gli Stati dell'Asia centrale, con le loro notevoli risorse energetiche e con i loro sforzi per la diversificazione tra partner commerciali e rotte di transito, possono contribuire a soddisfare il fabbisogno dell'Unione europea in termini di sicurezza energetica e di fornitura energetica,

F.  considerando che, da una parte, esistono motivazioni forti perché i paesi della regione cooperino fra di loro ma, dall'altra, vi è una forte resistenza a queste idee ed iniziative non da ultimo dal governo dell'Uzbekistan, lo Stato di gran lunga più popoloso e situato in posizione centrale,

G. considerando che l'isolazionismo tende a essere alimentato dalla preoccupazione di mantenere il controllo interno (esempi estremi in questo senso sono dati dal Turkmenistan e dall'Uzbekistan) e che tale inquietudine è un dato di fatto in regimi che mostrano scarso interesse a ottenere il consenso popolare su cui basare il loro governo,

H. considerando che le cinque repubbliche dell'Asia centrale beneficiano dell'aiuto ufficiale allo sviluppo, e ciò significa che gli aiuti UE a questi paesi sono considerati aiuti allo sviluppo,

I.   considerando che dagli interessi in materia di sicurezza e dagli altri interessi dell'UE, oltre che dai suoi valori e dal supporto a favore degli obiettivi di sviluppo del millennio, risulta chiaramente che le avversità e la mancanza di opportunità di cui soffrono molte persone in questa regione, parti della quale sono colpite dalla povertà, le minacce per la sicurezza umana in parte collegate ai problemi di sicurezza dei paesi vicini quale l'Afghanistan e i rischi di destabilizzazione e di conflitto devono essere collocati al centro dell'approccio dell'Unione nei confronti dell'Asia centrale,

J.   considerando che l'obiettivo principale della cooperazione allo sviluppo dell'UE consiste nell'eradicazione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile, anche nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio,

K. considerando che l'aiuto UE alla regione è stato dato soprattutto sotto forma di aiuto tecnico attuato con il programma TACIS e che le valutazioni della sua efficacia non sono univoche,

L.  considerando che, secondo l'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il diritto alla salute è un diritto umano fondamentale e che l'accesso universale alle cure sanitarie è essenziale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio; che le condizioni sanitarie sono deteriorate in tutte le repubbliche dell'Asia centrale a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica e che i sistemi sanitari sono in crisi; che le potenziali ricadute di epidemie quali l'HIV e l'AIDS e della tubercolosi farmacoresistente costituiscono una minaccia di lungo termine per la UE; considerando che la crisi dell'influenza aviaria ha dimostrato la capacità delle malattie infettive di giungere rapidamente in Europa e che le conseguenze sociali delle crisi sanitarie nei vari paesi ne minacciano la stabilità globale e le prospettive di sviluppo ed hanno implicazioni anche per la sicurezza europea,

M. considerando che le questioni dell'energia e dell'acqua sono fondamentali per la sicurezza umana e le relazioni tra gli Stati all'interno della regione, in particolare per quanto attiene alla Repubblica kirghiza, al Tagikistan e all'Uzbekistan e che la riduzione della povertà rimane un fattore decisivo per ridurre l'instabilità sociale,

N. considerando che l'UE è interessata a importare più petrolio e gas dall'Asia centrale, preferibilmente attraverso nuove rotte di trasporto, e a fissare un quadro chiaro e trasparente per la produzione e il trasporto di energia, e che i paesi rilevanti in tale contesto sono il Kazakistan e il Turkmenistan,

O. considerando che i paesi dell'Asia centrale dispongono in varia misura di petrolio, gas, risorse minerali o idroelettriche e che lo sfruttamento di queste risorse dovrebbe facilitarne significativamente lo sviluppo economico e sociale; considerando che condizioni sfavorevoli potrebbero indurre indesiderati effetti collaterali, quali un grave degrado ambientale, una ridotta competitività di altri settori economici, una distribuzione profondamente ineguale della ricchezza ed un aumento delle tensioni sociali e politiche che possono superare i fattori positivi (la cosiddetta "maledizione delle risorse naturali"),

P.  considerando che il 10 ottobre 2007 si sono incontrati in Lituania i rappresentanti dell'Ucraina, della Polonia, dell'Azerbaijan e della Georgia per discutere su una nuova rete di trasporto del petrolio per portare il greggio dal Mar Caspio via Bakú e Odessa verso il porto polacco di Danzica,

Q. considerando che la Russia e la Cina hanno cercato di aumentare le rispettive sfere di influenza nell'Asia centrale con la costituzione del gruppo dei cinque di Shanghai nel 1996, che riuniva Cina, Russia, Kirghizistan, Kazakistan e Tagikistan in un forum per la gestione dei problemi transfrontalieri e nel 2001 è diventata l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), che oggi rappresenta la più grande organizzazione regionale dell'Asia centrale e comprende attualmente l'Uzbekistan, quale membro a pieno titolo, e il Pakistan, l'India, l'Iran e la Mongolia, in qualità di osservatori,

R.  considerando che molti paesi hanno avuto, storicamente o più di recente, interessi legittimi nella regione; che non tutti gli Stati membri hanno ambasciate nella regione e che spesso manca il coordinamento tra gli Stati membri per quanto riguarda questa regione,

S.  considerando che la partenza di personale e materiale USA dalla base aerea di Karshi-Khanebad (K2) nell'Uzbekistan, avvenuta il 21 novembre 2005, ha ridotto le strutture militari statunitensi nell'Asia centrale ad un'unica base a Manas, vicino alla capitale kirghiza di Bishkek,

T.  considerando che le condizioni politiche, economiche, sociali e di altro genere variano notevolmente tra i vari Stati dell'Asia centrale, e in alcuni casi anche al loro interno, e che quindi è essenziale per l'Unione europea differenziare, di conseguenza, le sue politiche,

U. considerando che i paesi dell'Asia centrale sono Stati molto giovani e che gli sforzi di consolidamento dello Stato e di transizione politica ed economica li hanno condotti in direzioni diverse e li hanno portati a prendere le distanze in maniera diseguale dal precedente sistema sovietico; considerando che affrontare le questioni legate alla governance resta essenziale, per numerosi Stati, quando si tratta di stabilità e sicurezza, e che ciò vale, per tutti gli Stati, quando si tratta di sviluppo politico, sociale ed economico,

V. considerando che tra le preoccupazioni dell'UE si possono menzionare la necessità di contrastare il traffico di sostanze stupefacenti da o attraverso l'Asia centrale, la lotta contro la criminalità organizzata, compresa la tratta di esseri umani, e la prevenzione della crescita del terrorismo; considerando che in alcuni casi la "lotta contro il terrorismo" viene utilizzata come copertura per azioni repressive contro chi critica il governo, contro i difensori dei diritti umani, i movimenti religiosi e i semplici uomini d'affari; che vi è ragione di credere che tali persone siano state prese di mira anche nel quadro della cooperazione in materia di sicurezza tra l'Uzbekistan e i paesi limitrofi e che è notorio che è in atto una migrazione del lavoro minorile, per la quale sono necessarie nuove forme di partenariato sociale e internazionale che coinvolgano tutte le parti interessate ad una soluzione globale del problema,

W. considerando che la situazione dei diritti umani è diversa nelle varie repubbliche dell'Asia centrale e, nel complesso, rimane al di sotto degli standard stabiliti dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e che l'Uzbekistan e il Turkmenistan in particolare violano sistematicamente i diritti umani fondamentali e non hanno compiuti alcun progresso in senso pluralistico e democratico,

X. considerando che le repubbliche dell'Asia centrale non hanno ancora svolto un'elezione, presidenziale o parlamentare, considerata totalmente libera ed equa dall'Ufficio europeo per le istituzioni democratiche e i diritti umani,

Y. considerando che tutti e cinque gli Stati dell'Asia centrale sono membri dell'OSCE, che nel quadro di tale organizzazione si sono assunti impegni di vasta portata in materia di libertà fondamentali, democrazia, rispetto dei diritti umani e Stato di diritto e che tali impegni variano da Stato a Stato,

Z.  considerando che il Kazakistan rappresenta un esempio positivo rapportato alla maggior parte degli altri Stati di questa regione; che le sue elezioni parlamentari più recenti, svolte il 18 agosto 2007, indicano che nonostante taluni miglioramenti esso non rispetta ancora pienamente i suoi impegni e non aderisce compiutamente ai criteri dell'OSCE e ad altri criteri internazionali per le elezioni democratiche,

A bis.  considerando che la società civile è particolarmente attiva nella maggior parte dei paesi dell'Asia centrale, con una rete di ONG e associazioni locali che devono essere protette e considerate espressione della volontà dei cittadini di partecipare al processo di democratizzazione e sviluppo sociale dei loro paesi,

A ter.  considerando che i miglioramenti politici, economici e sociali possono di fatto essere raggiunti in questa regione con la creazione di un sistema giudiziario veramente indipendente e con una lotta reale contro la corruzione rampante,

A quater.         considerando che i principi su cui si basa l'UE comprendono la lotta per la difesa dei diritti e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di espressione e la protezione dei difensori dei diritti umani,

A quinquies.    considerando che i casi di massiccia repressione, di corruzione e di sfruttamento, di negazione dei diritti fondamentali della persona e delle opportunità di migliorare la propria vita, insieme all'assenza di canali accettati per manifestare il malcontento e partecipare ai processi politici aumentano i rischi di crescita dell'estremismo e del terrorismo,

A sexies.         considerando che la maggior parte dei paesi dell'Asia centrale soffre ancora di violazioni dei diritti umani, della mancanza di un sistema giudiziario adeguato, di restrizioni imposte ai partiti dell'opposizione e agli organi indipendenti della società civile e della mancanza di libertà dei media,

A septies.        considerando che la UE ha imposto sanzioni all'Uzbekistan, dopo il massacro di Andijan nel maggio 2005, ma che il governo dell'Uzbekistan sta bloccando un'investigazione internazionale indipendente su questi eventi e continua nelle sue politiche repressive, che includono la persecuzione dei difensori dei diritti umani; considerando che nell'ottobre 2007 il Consiglio ha tuttavia deciso di sospendere per un periodo di sei mesi il rifiuto del visto nei confronti di otto persone direttamente responsabili dell'uso indiscriminato della forza ad Andijan; considerando che il Consiglio con questa sospensione mira ad indurre le autorità uzbeche a modificare le proprie politiche e che questo divieto sarà automaticamente riattivato nel [aprile/maggio] 2008 a meno che non si osservi una serie di criteri fissati nella decisione stessa del Consiglio,

A octies.          considerando che nella regione esiste un notevole interesse alla cooperazione con l'UE nei settori scientifico, sanitario e dell'istruzione e che tale cooperazione può contribuire a intensificare i contatti della società civile e a diffondere i valori europei della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani

A nonies.         considerando che, per vari aspetti, sia la Mongolia che l'Afghanistan condividono talune caratteristiche comuni con i cinque Stati principali dell'Asia centrale, che, tuttavia, il documento strategico del Consiglio non esamina attentamente e che sono coperte da vari strumenti comunitari,

A decies.         considerando che la prossimità di questa regione all'Afghanistan ha reso taluni paesi partner preziosi per la lotta contro il terrorismo; che gli Stati membri dell'UE si sono anche serviti di aeroporti o dello spazio aereo della regione; che, nel contempo, le iniziative UE per promuovere i diritti umani nell'Asia centrale, in genere, e in taluni paesi, in particolare, sono state deludenti per le loro carenze,

A undecies.     considerando che l'Asia centrale rappresenta la rotta di transito del 30% dell'eroina afghana, soprattutto per i mercati della Russia, il che comporta il crimine organizzato per questa attività e la corruzione, nonché problemi di assuefazione e problemi connessi di salute e sociali, con gravi conseguenze per la stabilità regionale,

A duodecies.   considerando che la Mongolia condivide un retroterra storico simile a quello delle repubbliche dell'Asia centrale, in quanto è contraddistinta da caratteristiche storiche, culturali, economiche, ambientali e da politiche energetiche che devono essere prese in considerazione con coerenza nel quadro della strategia UE per l'Asia centrale,

1.  accoglie positivamente la maggiore attenzione rivolta dall'UE all'Asia centrale, che si è manifestata chiaramente con l'adozione della strategia per l'Asia centrale; constata tuttavia la lentezza con cui sono attuati i progetti a favore dei cinque paesi della regione;

2.  è convinto che, mentre i valori che l'Unione europea deve promuovere restano immutati, gli interessi dell'UE, nonché le condizioni e le opportunità che prevalgono nei cinque paesi variano notevolmente;

3.  chiede di definire obiettivi e priorità chiari per le relazioni dell'UE con ciascuno dei cinque paesi, facendo ricorso all'analisi generale della regione e al catalogo generale degli obiettivi politici contenuti nella strategia comunitaria adottata;

4.  sottolinea l'importanza della promozione, da parte dell'UE, di uno sviluppo economico equo e sostenibile nella regione, del suo sostegno alle iniziative locali per lo sviluppo economico e per riforme nel quadro normativo commerciale, nonché per l'eliminazione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile; sottolinea, a proposito della sfida del terrorismo, che potenziare la cooperazione sulla sicurezza è importante, tuttavia qualsiasi impostazione volta a combattere il radicalismo e l'estremismo senza equilibrare esigenze di sicurezza con diritti umani e buona governance è autodistruttiva; plaude al rafforzamento del dialogo politico con i paesi dell'Asia centrale; invita il Consiglio e la Commissione a promuovere ulteriormente la buona governance, i diritti umani, la democrazia e l'istruzione, compresa la considerazione dell'impegno con tutte le comunità religiose; chiede inoltre al Consiglio e alla Commissione di adoperarsi affinché le questioni relative ai diritti umani rivestano la stessa importanza di energia, sicurezza e scambi, settori questi in cui l'UE adotta un approccio determinato;

5.  esprime la convinzione che talune questioni possano essere affrontate con efficacia solo attraverso un approccio regionale finalizzato a soluzioni regionali (ad esempio antiterrorismo, l'eliminazione della tratta degli esseri umani, azioni contro il traffico di stupefacenti, gestione delle acque) che richiedono una cooperazione regionale rafforzata; chiede quindi alle Istituzioni UE di fornire un aiuto tecnico dove necessario, soprattutto nel diffondere il know how e nel fungere da mediatore nella promozione del dialogo fra paesi dell'Asia centrale; fa, tuttavia, rilevare che i paesi dell'Asia centrale presentano diversi livelli di sviluppo nonché importanti diversità culturali, politiche ed economiche; plaude, in tale contesto, al fatto che la Commissione e il Consiglio intendano adottare approcci specifici a livello nazionale e regionale nel programmare la cooperazione e i partenariati futuri;

6.  chiede che la differenziazione della politica comunitaria, con riferimento al suo approccio nei confronti dei paesi della regione, si basi in particolare sulla situazione dei diritti umani di ciascun paese, il rispetto da parte del loro governo degli impegni OSCE, le loro esigenze di sviluppo e gli impegni del loro governo a favore del miglioramento del benessere dei cittadini, la loro importanza attuale e potenziale in qualità di partner dell'Unione europea nell'ambito del commercio, della cooperazione in campo energetico e in altri settori, e il dialogo sulle questioni internazionali, oltre che le prospettive di successo delle azioni dell'UE, comprese varie forme di assistenza;

7.  sottolinea l'importanza della cooperazione transfrontaliera, specialmente riconoscendo che ciò renderà più efficiente l'impegno comune nel combattere la tratta di esseri umani e il traffico di stupefacenti; chiede quindi alle Istituzioni dell'UE di fornire un aiuto tecnico dove necessario, soprattutto nel diffondere il know how e nel fungere da mediatore nella promozione del dialogo fra i paesi dell'Asia centrale;

8.  sottolinea la necessità di coerenza nella politica dell'UE nell'Asia centrale e di conseguenza ricorda che la Strategia deve essere coerente con il consenso europeo in materia di sviluppo[6]; sottolinea inoltre che tutta l'assistenza fornita nell'ambito dello strumento di cooperazione allo sviluppo[7] (SCS) deve rispettare i suoi obiettivi complessivi, ossia l'eliminazione della povertà e il conseguimento degli OSM;

9.  osserva che, nell'allegato alla Strategia, l'eliminazione della povertà è considerata la priorità principale dell'assistenza bilaterale della Comunità europea per il periodo 2007-2013; chiede alla Commissione di fornire al Parlamento informazioni periodiche e dettagliate sulla relazione che intercorrerà tra l'assistenza bilaterale e regionale e i singoli OSM e sugli stanziamenti previsti per i settori della sanità e dell'istruzione di base;

10. sottolinea che le riforme dei settori sociale e sanitario, la sicurezza alimentare, la lotta alla corruzione e la centralità dello sviluppo economico sostenibile ed equo sono fondamentali per garantire a lungo termine stabilità, sicurezza e prosperità nei paesi dell'Asia centrale; ritiene quindi che la valutazione delle esigenze a livello nazionale e regionale fornisca una chiara opportunità per l'UE di ottenere visibilità e credibilità in un dialogo aperto con tutti gli operatori, ivi compresa la società civile, i parlamenti e le autorità locali;

11. ritiene che l'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) rappresenti un importante traguardo per la stabilità economica della regione, ma che tale obiettivo può essere raggiunto soltanto rispettando le norme internazionali per gli investimenti stranieri e dotandosi di un potere giudiziario indipendente;

12. invita la Commissione e il Consiglio a porre in essere tutte quelle opportune iniziative volte a favorire una più profonda integrazione dell'Asia centrale nel sistema commerciale ed economico mondiale, in particolare attraverso l'adesione all'OMC dei quattro paesi della regione che non sono ancora membri;

13. considera essenziale per lo sviluppo economico dei paesi della regione una profonda riforma del sistema bancario e assicurativo, la creazione di un sistema di microcredito efficace, una migliore regolamentazione e vigilanza dell'attività bancaria, la privatizzazione delle banche statali e la creazione di mercati finanziari nazionali che siano realmente competitivi e aperti alle banche straniere;

14. accoglie con favore la recente decisione con la quale il Consiglio ha autorizzato la Banca europea per gli investimenti (BEI) ad estendere il proprio supporto creditizio all'Asia centrale, in cooperazione con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) già attiva nella regione;

15. sollecita la Commissione a mobilitare, in modo coerente, tutti gli strumenti a sua disposizione, dal dialogo politico e le politiche comunitarie (in particolare quelle in materia di commercio, sviluppo, concorrenza, ricerca e ambiente), alle sovvenzioni e ai prestiti, compresi quelli concessi dalla BEI e dalla BERS e da altre istituzioni finanziarie internazionali, per accelerare la realizzazione di questi progetti;

16. incoraggia gli Stati della regione ad assicurare una migliore tutela degli investimenti diretti esteri;

17. chiede alla Commissione e al Consiglio di prendere tutte le iniziative che possano favorire un migliore utilizzo del sistema delle preferenze generalizzate da parte dei paesi dell'Asia centrale e di favorire la sviluppo del commercio intraregionale;

18. chiede alla Commissione e al Consiglio di fornire agli Stati della regione un'assistenza tecnica economico-amministrativa qualificata al fine di rafforzare le strutture pubbliche locali, creare un tessuto economico più efficiente e diversificato e migliorare la penetrazione dei prodotti locali nei mercati esteri ed in particolare nell'UE;

19. ritiene che la strategia non sia sufficientemente ambiziosa circa la cooperazione bilaterale in materia di diritti umani, Stato di diritto, buon governo e democratizzazione;

20. ritiene che, nel valutare la situazione dei diritti umani, l'UE dovrebbe prestare un'attenzione particolare alla presenza (o all'assenza) di un impegno credibile da parte dei singoli governi a favore del miglioramento di tale situazione, concentrandosi su progressi dimostrabili, sul clima in cui operano i difensori dei diritti umani e sul grado di cooperazione con i relatori speciali e i meccanismi delle Nazioni Unite, oltre che con i soggetti internazionali competenti;

21. a tale proposito, chiede al Consiglio e alla Commissione di mantenere un fronte coerente e unito sui problemi dei diritti umani e, al fine di rendere la democrazia, il buongoverno, lo Stato di diritto e i diritti umani parte integrante della strategia per l'Asia centrale, di definire parametri di riferimento, indicatori e obiettivi chiari in questi settori, di concerto con i paesi partner dell'Asia centrale, come è già accaduto in altri ambiti; invita il Consiglio e la Commissione a prestare una particolare attenzione alla liberazione di prigionieri politici e all'indipendenza dei mezzi di informazione;

22. condanna la persecuzione dei difensori dei diritti umani in Uzbekistan e in Turkmenistan; chiede al Consiglio e alla Commissione di compiere ogni sforzo possibile per proteggere le loro attività e la loro integrità fisica e chiede ai governi interessati di rilasciare immediatamente tutti i difensori dei diritti umani in prigione o ricoverati coattivamente in ospedali psichiatrici e/o per motivi politici;

23. sottolinea che i contatti dell'UE con le strutture di sicurezza o il sostegno a favore della cooperazione in materia di sicurezza che coinvolga Stati fortemente repressivi dovrebbero essere ridotti al minimo, e che i rapporti di questo tipo andrebbero sempre condotti in modo trasparente;

24. chiede alla Commissione e agli Stati membri di offrire una particolare assistenza per la riforma e il miglioramento del settore giudiziario nella regione onde consentire che funzioni con maggiore indipendenza ed efficacia, ivi compresa la lotta alla corruzione;

25. chiede al Consiglio e alla Commissione di cooperare strettamente con i paesi dell'Asia centrale nell'attuazione di riforme dell'istruzione, dissociando i diritti civili e sociali dalla proprietà immobiliare attraverso la riforma del sistema di registrazione degli alloggi (in base al quale il singolo riceve un timbro di registrazione sul passaporto allorché diventa cittadino);

26. sostiene che lo sviluppo e il sostegno a favore di una società realmente civile costituisca una condizione preliminare di qualunque progresso; deplora la difficile situazione, in alcuni Stati dell'Asia centrale, delle ONG, le cui attività sono continuamente ostacolate dai governi; sottolinea che l'UE deve continuare a sostenere la società civile, sia attraverso l'assistenza finanziaria sia garantendo la visibilità (attraverso fori e consultazioni), il che contribuirebbe a sviluppare una democrazia partecipativa; ritiene che l'UE debba considerare la società civile come un partner in grado di contribuire alla costruzione di sistemi sostenibili, alla stabilità sociale e alla promozione dei valori e delle norme UE;

27. rileva che la politica UE per l'Asia centrale dovrebbe essere basata su discussioni e scambi approfonditi con tutte le parti interessate; esorta pertanto l'UE ad avviare un dialogo politico globale, che coinvolga i parlamenti, la società civile e le autorità locali nell'attuazione e nel monitoraggio della Strategia e dei programmi;

28. attira l'attenzione sui diffusi abusi nei confronti delle donne in diverse regioni di tutta l'Asia centrale (ad esempio matrimoni forzati, tratta a fine di sfruttamento sessuale, stupri ecc.), e chiede ai governi dei paesi dell'Asia centrale di applicare le leggi esistenti per tutelare i diritti delle donne e alla Commissione di includere iniziative pertinenti nei programmi di assistenza;

29. invita i governi dell'Asia centrale a rafforzare le leggi vigenti sui diritti delle donne e a migliorarne l'applicazione; sollecita la Commissione a continuare a sostenere i diritti umani e i progetti per la democrazia relativi al ruolo specifico delle donne; sollecita l'UE a sostenere la piena attuazione della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e a utilizzarla come riferimento per una più stretta cooperazione; sottolinea che la situazione delle donne si sta deteriorando in molte regioni dell'Asia centrale a seguito dell'iniquo accesso all'istruzione, alla sanità e all'occupazione e ribadisce che l'obiettivo del terzo millennio di promuovere la parità di genere e rafforzare l'emancipazione delle donne deve diventare una priorità ed essere integrata nelle pertinenti attività dell'UE;

30. accoglie con favore il sostegno all'applicazione delle norme e delle convenzioni per un lavoro dignitoso dell'Organizzazione internazionale del lavoro e ribadisce che tali norme devono essere parte integrante della cooperazione economica, degli investimenti e delle relazioni commerciali; rileva che il lavoro minorile è tuttora motivo di gravi preoccupazioni, soprattutto nel Tagikistan e nell'Uzbekistan, e sottolinea la necessità di sostenere l'attuazione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo;

31. sottolinea il diffuso utilizzo del lavoro infantile in diversi paesi dell'Asia centrale, specialmente nella raccolta del cotone, nella coltivazione del tabacco, nell'estrazione del carbone e nell'artigianato e invita i rispettivi governi ad attuare con maggior efficacia le misure esistenti per combattere questo fenomeno, a elaborare una politica nazionale coerente sul lavoro minorile nonché a sostenere pienamente e partecipare ai progetti lanciati dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG per eliminare il lavoro minorile; sollecita la Commissione a istituire un programma speciale nell'ambito del DCI in materia;

32. sollecita la Commissione a sviluppare un'attiva cooperazione sulla migrazione, che si traduca in un dialogo autentico e partecipativo nel cui ambito siano affrontate, mediante specifici programmi locali di sviluppo economico, le cause profonde della migrazione, come la mancanza di prospettive economiche nelle zone rurali al fine di mitigare l'aumento della povertà urbana che ne deriva;

33. sollecita il Consiglio e la Commissione a utilizzare appieno la loro esperienza e le migliori prassi nella promozione della tutela dei diritti umani per i migranti, soprattutto per coloro che chiedono asilo e i profughi; condanna l'estradizione forzata di richiedenti asilo e in particolare dei rifugiati uzbeki da parte di governi dei paesi dell'Asia centrale e chiede al Consiglio e alla Commissione di cooperare con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo (UNHCR) per difendere e sostenere i rifugiati politici;

34. richiama l'attenzione sul fatto che un gran numero di uiguri sono stati estradati dall'Asia centrale verso la Cina, dietro richiesta di quest'ultima, un fatto che riflette la pressione crescente della Cina sui governi della regione, e sottolinea che i rifugiati rischiano di essere oggetto di gravi violazioni dei diritti umani;

35. ritiene, visto il forte aumento di malattie infettive nella regione, come l'HIV/AIDS, che la salute e la riforma del settore sanitario pubblico debbano essere una priorità chiave per la comunità dei donatori, ivi compresa la Commissione;

36. raccomanda caldamente il sostegno dell'UE per l'istruzione e la formazione, offrendo maggiori possibilità agli studenti dell'Asia centrale di studiare nell'Unione europea e di effettuare scambi con studenti delle università dell'UE;

37. sottolinea la situazione geopolitica dell'Asia centrale e il crescente interesse di potenze economiche e politiche, come la Russia, gli Stati Uniti, la Cina e la Turchia; ritiene quindi sia molto importante una stretta collaborazione con tali paesi in relazione all'Asia centrale, nei settori in cui gli interessi coincidono senza essere in conflitto con le questioni legate ai diritti umani; sollecita il Consiglio e la Commissione a individuare modalità per migliorare il coordinamento delle singole azioni e politiche degli Stati membri dell'UE nella regione, nonché fra l'UE e altri Stati interessati; sottolinea, a questo proposito, il ruolo essenziale della Turchia in Asia centrale, in quanto paese candidato, e chiede al Consiglio e alla Commissione di valorizzare al massimo le relazioni storiche, economiche e culturali della Turchia con taluni paesi della regione, con il pieno coinvolgimento di questo paese candidato nello sviluppo e nell'attuazione della strategia;

38. sottolinea l'importanza dell'ulteriore sviluppo della cooperazione interregionale, in particolare con i paesi della regione del Mar Nero;

39. deplora che nella strategia del Consiglio sull'Asia centrale non sia inserita la Mongolia tra i paesi cui si fa riferimento collettivamente come Asia centrale (Kazakistan, Repubblica kirghizi, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan), specialmente in considerazione dei sostanziali progressi fatti dalla Mongolia nel creare nella regione uno Stato basato sulla democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto; chiede al Consiglio e alla Commissione di prefiggersi una soluzione a livello UE e preparare una dichiarazione sullo sviluppo della Mongolia;  

40. sollecita il Consiglio e la Commissione a garantire che tutti i settori della società in ciascun paese siano integrati nel dialogo politico e nel partenariato con l'UE, coinvolgendo una più ampia gamma di protagonisti nella sua politica, soprattutto i parlamenti e la società civile;

41. plaude alla nomina del rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, Pierre Morel, e chiede al Consiglio di rafforzare il suo mandato e di definire meglio il suo ruolo, anche contribuendo ad un migliore coordinamento delle politiche degli Stati membri nella regione;

42. sollecita la Commissione a istituire, senza altri indugi, delegazioni a pieno titolo in tutti i paesi dell'Asia centrale in cui sia possibile alle luce delle attuali circostanze, dato che una presenza integrale in loco costituisce una condizione preliminare per un'azione efficace da parte dell'Unione europea; prende atto dei piani volti ad istituire, nel 2008, una delegazione a pieno titolo a Bishkek e a Dushanbe, la quale rafforzerà in maniera significativa la visibilità dell'Unione nella Repubblica kirghiza e in Tagikistan e dovrebbe portare a un'intensificazione della cooperazione;

43. accoglie positivamente la decisione del Consiglio di riesaminare, nel 2008, i progressi compiuti nell'attuazione della strategia, e di procedere successivamente a tale riesame almeno ogni due anni; sostiene che il riesame costituirà l'occasione per creare un legame più forte tra la strategia per l'Asia centrale e la politica europea di vicinato;

Kazakistan

44. rileva che il Kazakistan è un alleato chiave e un partner strategico nella lotta al terrorismo internazionale, al traffico di stupefacenti e all'estremismo religioso; riconosce la tradizione del Kazakistan nel promuovere armonia razziale e religiosa nel paese che ospita oltre 100 diversi gruppi etnici e 45 diverse religioni; invita il Consiglio e la Commissione a sostenere in via prioritaria il governo del Kazakistan nonché la sua società civile al fine di consolidare lo Stato di diritto e di promuovere ulteriormente le elezioni democratiche in futuro;

45. segnala l'importanza del Kazakistan per il commercio energetico dell'Unione europea essendo il suo principale partner commerciale in Asia centrale; sottolinea la firma di un memorandum d'intesa volto a promuovere la cooperazione con l'UE per aumentare la sicurezza energetica e la cooperazione industriale; sottolinea che, visto che il Kazakistan possiede la terza riserva di uranio del mondo, detto memorandum è stato integrato da un accordo sulla cooperazione energetica e una dichiarazione sull'uso pacifico dell'energia nucleare tra la Comunità Euratom e il governo della Repubblica del Kazakistan;

46. plaude all'interesse del Kazakistan a rafforzare la cooperazione con l'Unione europea e riconosce che per entrambe le parti è importante intensificare le relazioni politiche ed economiche fra l'UE e il Kazakistan; ritiene che l'UE debba continuare il suo impegno positivo nei confronti del Kazakistan, ma sottolinea che lo sviluppo delle relazioni UE-Kazakistan non può essere dissociato dagli sforzi del Kazakistan per onorare i suoi obblighi internazionali e nell'ambito dell'OSCE in materia di diritti umani, libertà fondamentali e democrazia;

47. sottolinea che le ultime elezioni politiche, tenute il 18 agosto 2007, non sono riuscite, nonostante alcuni miglioramenti, a soddisfare gli standard OSCE e altri standard internazionali; esprime la sua preoccupazione per il fatto che tutti i seggi in parlamento siano stati attribuiti al partito al governo, favorevole al presidente, il che comporterà una monopolizzazione del potere da parte del presidente Nazarbayev e dei suoi sostenitori; chiede al governo del Kazakistan di abolire tutte le limitazioni sproporzionate alla registrazione di nuovi partiti politici, per esempio il numero paradossalmente elevato di iscritti (50.000) necessari per costituire un partito politico; rileva che, in mancanza di progressi nell'adempimento degli standard democratici, il Kazakistan non può essere considerato pronto ad assumere la presidenza dell'OSCE ed incoraggia fortemente il Kazakistan a compiere i necessari passi avanti per riuscire nell'intento; invita il Kazakistan a conformarsi alle norme OSCE e ad adempiere agli impegni internazionali, compresi i settori del pluralismo politico, del diritto elettorale, della trasparenza, della libertà dei mezzi d'informazione e della libertà di parola, per essere in grado di assumere tale presidenza;

48. esorta il suo governo ad approfondire lo sviluppo del sistema istituzionale democratico, ricordando i continui progressi registrati dalla dichiarazione di indipendenza del Kazakistan nel 1991;

49. sottolinea l'assenza di un'autentica libertà di stampa e esprime preoccupazione per il controllo presidenziale di tutti i principali mezzi di informazione e il sistematico perseguimento dei giornalisti dell'opposizione; esprime inoltre preoccupazione per il nuovo progetto di legge sui mezzi di informazione che renderebbe i giornalisti responsabili della diffusione di informazioni denigratorie e rafforzerebbe la criminalizzazione della diffamazione e l'offesa della dignità altrui in base alla quale si può processare qualsiasi giornalista per aver pubblicato informazioni concernenti la vita privata di un personaggio pubblico; rileva che le leggi vigenti forniscono sufficiente tutela da giornalisti privi di etica;

50. si compiace che il Kazakhstan abbia firmato il Protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura e ne chiede la rapida ratifica e attuazione;

Repubblica kirghiza

51. ritiene che si dovrebbero compiere tutti gli sforzi possibili per consolidare e sostenere le fragili istituzioni democratiche della Repubblica kirghiza; ritiene che questo paese possieda le potenzialità per diventare un esempio per tutti gli altri Stati dell'Asia centrale nel settore della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto; chiede al Consiglio e alla Commissione di rafforzare l'assistenza a questo paese, per aiutarlo ad adottare e attuare con successo le riforme promesse;

52. sostiene con forza i progressi del Kirghizistan nel campo della libertà di stampa e dei media nonché le iniziative della società civile e dei politici per attuare la riforma costituzionale; invita il governo kirghizo a garantire la sicurezza dei giornalisti nel paese, a completare le promesse riforme dei media e le misure anticorruzione e a compiere maggiori progressi per il decentramento politico e di bilancio;

53. si dichiara preoccupato che il nuovo progetto di Costituzione votato nel referendum del 21 ottobre 2007 possa modificare significativamente l'equilibrio di poteri; formula la sua preoccupazione, a tale riguardo, per il fatto che le autorità kirghize non abbiano avviato un ampio dibattito pubblico su questo argomento delicato, coinvolgendo tutti i componenti della società kirghiza; sollecita le autorità kirghize a salvaguardare un adeguato sistema di "controlli e contrappesi";

54. rileva che Kurmanbek Bakiyev, Presidente della Repubblica kirghiza, ha sciolto il parlamento e ha indetto nuove elezioni nel 2007; invita l'UE a reagire chiedendo alla Repubblica kirghiza di rispettare i principi democratici essenziali nello svolgimento di queste elezioni;

Tagikistan

55.  accoglie con favore lo sviluppo positivo di un sistema multipartitico e incentrato sulla condivisione dei poteri in Tagikistan, dopo la fine della guerra civile nel 1997, ma rimarca che da allora il Tagikistan vive in uno stato di stabilità precaria, con un presidente che, benché sembri godere di un sostegno popolare autentico, ha represso sistematicamente tutta l'opposizione e imposto controlli severi su tutti i giornali e le televisioni; si rammarica dell'assenza di una società civile autentica nel paese, un fatto che metterà a repentaglio i futuri sviluppi democratici, e sottolinea la necessità di adottare ulteriori riforme significative e di rispettare i diritti umani; a tale proposito chiede l'adozione di tutte le misure necessarie perché venga rispettata la convenzione internazionale contro la tortura, in particolare consegnando alla giustizia i responsabili di trattamenti degradanti o di maltrattamenti;

56. si dichiara preoccupato per il nuovo disegno di legge sulla religione che, qualora fosse adottato, includerebbe disposizioni restrittive per quanto riguarda la situazione giuridica delle comunità religiose, soprattutto per l'acquisizione di uno stato giuridico da parte delle comunità non musulmane; nota che diverse disposizioni della legge in parola violano la Costituzione del Tagikistan e le norme internazionali firmate da questo paese; si dichiara inoltre preoccupato che i leader delle moschee saranno soggetti a test di carattere religioso nel Tagikistan e invita il governo a rispettare le credenze e l'esistenza di minoranze religiose;

57. sottolinea che il Tagikistan, privo di risorse naturali come petrolio e gas, è uno dei 20 paesi più poveri del mondo e che sussistono gravi preoccupazioni in merito al livello di sfruttamento, presente anche in Uzbekistan, di donne e bambini in quella che è, di fatto, una monocoltura del cotone;

58. incoraggia gli Stati membri che non hanno ancora ratificato l'APC con il Tagikistan a farlo quanto prima, dato che ritardi ingiustificati potrebbero trasmettere segnali scoraggianti e inutili al Tagikistan; si impegnerà, da parte sua, per concedere la propria approvazione all'APC in futuro;

59. richiama l'attenzione sull'esistenza di bombe a grappolo inesplose in Tagikistan, sollecita l'aumento dei finanziamenti per la loro bonifica e sottolinea la necessità di un trattato internazionale che metta al bando le bombe a grappolo;

60. incoraggia l'UE , visto il ruolo del Tagikistan quale paese di transito per il traffico di stupefacenti del vicino Afghanistan, a rafforzare ulteriormente le attività di supporto correlate in Tagikistan;

Turkmenistan

61. sottolinea che un segnale di cambiamento positivo, sebbene molto limitato, in Turkmenistan è dato dall'ambizione del nuovo presidente Berdymukhammedov di attuare riforme importanti nel sistema scolastico; ritiene che l'UE abbia ragione a rispondere alla ricettività del Turkmenistan alla cooperazione in questo settore;

62. si compiace della decisione del Presidente Berdymukhammedov di concedere l'amnistia a undici prigionieri politici condannati a lunghi periodi di detenzione per essersi opposti alle politiche del precedente Presidente Saparmurat Niyazov; lo incoraggia a prendere ulteriori misure per il rilascio di tutti i prigionieri politici detenuti nel paese;

63. sottolinea tuttavia che il Turkmenistan deve progredire in settori chiave perché la UE possa andare avanti con l'accordo interinale, consentendo tra l'altro un accesso libero e senza ostruzioni al Comitato internazionale della Croce Rossa, rilasciando incondizionatamente tutti i prigionieri politici e i prigionieri di coscienza, abolendo tutti gli ostacoli governativi ai viaggi e consentendo a tutte le ONG e alle organizzazioni dei diritti umani di operare liberamente nel paese;

64. attira l'attenzione sulla necessità urgente di un miglioramento della terribile situazione dei diritti umani e insiste sul fatto che ogni ulteriore sviluppo nelle relazioni UE-Turkmenistan, compresa la possibile conclusione dell'accordo interinale sugli scambi commerciali e sulle questioni connesse e, in un secondo tempo, di un accordo di partenariato e cooperazione a pieno titolo, debba essere strettamente legato a prove chiare di un processo di miglioramento significativo in questo settore in atto, oltre alla presenza di segni tangibili che esso proseguirà;

65. si dichiara profondamente preoccupato per il recente scoppio di un'epidemia nel Turkmenistan, una sindrome influenzale molto probabilmente collegata alla coltivazione e alla raccolta del cotone; invita la Commissione nel quadro del DCI, a offrire aiuto al Ministro della sanità turcomanno per indagare sulla natura di questa malattia e sulle sue cause per trovare i rimedi più efficaci; sollecita la Commissione perché assista i paesi dell'Asia centrale in modo che essi possano ridurre l'uso dei fitofarmaci nella coltivazione del cotone e introducano tecniche compatibili con l'ambiente;

Uzbekistan

66. conferma il suo appoggio a favore delle sanzioni contro l'Uzbekistan imposte dall'UE dopo il massacro di Andijan; si rammarica per i progressi estremamente limitati compiuti in relazione all'insieme dei criteri per valutare lo sviluppo generale della situazione dei diritti umani; prende atto della decisione del Consiglio del 15 ottobre 2007 di prorogare l'embargo sulle armi per altri 12 mesi e di abolire in via condizionale le restrizioni in materia di visti per un periodo iniziale di 6 mesi; esorta le autorità uzbeke ad approfittare di questa opportunità al fine di fare passi concreti per migliorare la situazione dei diritti umani, rispettare gli impegni presi a questo proposito nel settore degli obblighi internazionali e soddisfare le condizioni fissate dall'UE;

67. sostiene l'istituzione di un dialogo sui diritti umani tra l'UE e l'Uzbekistan; sottolinea le grandi difficoltà che ciò comporta e mette in evidenza che le aspettative andrebbero mantenute a un livello realistico; respinge ogni tendenza a utilizzare la mera esistenza di tale dialogo come scusa per revocare le sanzioni e per affermare che ora le questioni in materia di diritti umani sono affrontate in maniera idonea; ribadisce che contano soltanto i risultati e sottolinea che l'impegno della Repubblica uzbeka di garantire che sia fatta giustizia e i responsabili del massacro di Andijan siano chiamati a renderne conto costituisce un elemento essenziale per una ulteriore cooperazione con la UE;

68. esorta la Commissione a fissare obblighi concreti e attuare meccanismi di controllo più efficienti, oltre alla clausola sui diritti umani e alle sanzioni UE, per conseguire un reale miglioramento della situazione dei diritti umani nell'Uzbekistan;

69. prende atto, quale passo positivo per la riforma del sistema penale dell'Uzbekistan, dell'approvazione, da parte del parlamento uzbeko, delle leggi sull'abolizione della pena di morte entro il 1° gennaio 2008 e dell'autorizzazione dei tribunali per rilasciare mandati d'arresto; invita il governo uzbeko a firmare una moratoria ufficiale sulla pena di morte prima della sua completa abolizione; chiede una revisione globale del sistema penale che promuova effettivamente l'attuazione delle riforme suddette;

70. invita il governo uzbeko ad osservare i criteri internazionali relativi alla libertà di religione o di culto; si dichiara preoccupato che sia negata la registrazione di gruppi religiosi pacifici che non disturbano l'ordine pubblico e non rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale; invita l'Uzbekistan a riconoscere la libertà di culto e di riunione di comunità non registrate e di astenersi dal criminalizzarne le attività;

Affrontare la fragilità dello Stato

71. sollecita l'UE a onorare il proprio impegno per migliorare la sua capacità di reazione nei confronti di partenariati difficili e di Stati fragili e a contribuire a impedire la fragilità degli Stati mediante riforme della governance, lo Stato di diritto, misure di anticorruzione e la costruzione di istituzioni statali affidabili per aiutare questi Stati ad adempiere ad una gamma di compiti fondamentali e venire incontro alle esigenze dei propri cittadini, compresi l'istruzione, la sanità e tutti i servizi di base;

72. rileva che l'UE si è impegnata a sostenere la prevenzione di disastri e la preparazione dei paesi vulnerabili nei confronti delle calamità naturali, del cambiamento climatico, del degrado ambientale e delle crisi economiche esterne; sottolinea, pertanto, considerando l'attuale situazione dei paesi dell'Asia centrale, che la strategia dell'UE deve tenere pienamente conto di questi impegni;

Ambiente

73. sottolinea che vaste zone della regione sono ricche di risorse naturali le quali, tuttavia, sono state sfruttate e utilizzate a livello industriale per decenni in passato, con conseguente grave inquinamento ambientale, degrado del terreno e prosciugamento dei fiumi e dei laghi, come il lago Aral; accoglie positivamente il fatto che il Kazakistan, da quando ha affermato la propria sovranità nel 1990, ha vietato i test nucleari sul suo territorio, ma attira l'attenzione sulla necessità di affrontare il problema della scarsa manutenzione dei siti di stoccaggio dei residui radioattivi nella regione;

74. nota che gran parte della regione utilizza un elevato numero di fonti idriche per l'irrigazione in agricoltura, ma non dispone di mezzi sofisticati e ciò crea enormi problemi per i fiumi, i laghi (ad esempio il Lago di Aral) ed ulteriori conseguenze non solo nel settore agricolo; raccomanda pertanto l'adozione di nuove tecniche e metodi per migliorare la gestione idrica nel settore agricolo, ad esempio arginando meglio i canali di irrigazione;

75. accoglie positivamente gli sforzi straordinari compiuti dalla Repubblica kirghiza in materia di protezione dell'ambiente, in particolare i numerosi progetti di cooperazione bilaterale in cui è coinvolta, che apportano notevoli benefici a tale paese;

76. sostiene la proposta di creare a Bishkek una cosiddetta "Accademia per l'acqua e l'energia" per tutti i paesi dell'Asia centrale, finalizzata all'opportuno uso sostenibile dell'acqua e alla produzione idroelettrica, migliorando la tecnologia di trasmissione, proteggendo la biodiversità e migliorando le tecniche agricole e d'irrigazione;

77. sottolinea che l'unica materia prima presente in abbondanza in Tagikistan è l'acqua e che, visto che per i progetti per la produzione di energia idroelettrica rispettosi dell'ambiente occorrono notevoli investimenti di capitale, maggiori finanziamenti esteri aiuterebbero il Tagikistan a diversificare la sua economia e ad allontanarla dalla monocoltura del cotone e dai relativi costi in termini ambientali, sanitari e di lavoro minorile, con maggiori benefici economici, di benessere e ambientali; chiede al Tagikistan di impegnarsi a rafforzare il suo quadro legislativo e fiscale e la sua amministrazione pubblica e per porre rimedio alla mancanza di infrastrutture di base, oltre che per affrontare i livelli endemici di corruzione, per incentivare gli investimenti nel paese;

78. incoraggia un dialogo aperto ed efficiente con tutti i paesi dell'Asia centrale nel campo dell'ambiente e dell'uso efficiente delle risorse di cui chiede la realizzazione pratica;

Energia

79.  ritiene importante che l'Unione europea si esprima con una sola voce in materia di politica energetica, vista la presenza nella regione di progetti di primario interesse europeo per la fornitura di energia;

80. ritiene che la cooperazione sulla politica energetica esterna della UE sia della massima importanza nel contesto della sua strategia nell'Asia centrale; sostiene pertanto le iniziative dell'Unione europea per promuovere le importazioni di petrolio e di gas dal Kazakistan e dal Turkmenistan e diversificare le rotte di transito; chiede una cooperazione attiva sulla politica energetica fra l'Unione europea e questa regione, specialmente con la Repubblica kirghiza, con il Tagikistan e, se possibile, con l'Uzbekistan, per risolvere problemi energetici di particolare importanza per le loro immense necessità di sviluppo umano ed economico, le difficili relazioni interstatali e la precaria sicurezza delle forniture;

81. ritiene che l'ulteriore cooperazione rafforzata fra l'America centrale e la regione del Mar Nero in materia di energia e di trasporto sia essenziale per il raggiungimento dei suddetti obiettivi dell'UE; ritiene che essa debba comprendere investimenti nello sviluppo delle fonti di energia alternativa, dell'efficienza e del risparmio energetico, così come in nuove infrastrutture nel settore energetico e nella modernizzazione di quelle già esistenti; riconosce l'importante ruolo del Kazakhstan quale attore economico di punta dell'Asia centrale, di cui la UE è il partner commerciale numero uno e dove il Kazakhstan persegue una avanzata strategia di modernizzazione politica, economica e sociale;

82. ritiene che l'UE dovrà promuovere l'uso responsabile e sostenibile delle risorse naturali della regione, favorendo la trasparenza dei redditi, se del caso attraverso il sostegno alla partecipazione pubblica e delle ONG all'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive;

83. chiede che si riservi particolare attenzione a progetti che collegano i giacimenti di petrolio e di gas e il sistema di distribuzione dell'Asia centrale agli oleodotti collegati con l'Unione europea, compresi futuri progetti come Nabucco;

°

°         °

84. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'OSCE nonché ai presidenti, ai governi e ai parlamenti di Kazakistan, Repubblica kirghiza, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

  • [1]  GU C 313 E del 20.12.2006, pag. 466.
  • [2]  GU C 92 E del 20.4.2006, pag. 390.
  • [3]  GU C 291 E del 30.11.2006, pag. 416.
  • [4]  GU L 340 del 16.11.2004, pag. 2.
  • [5]  Testi approvati, P6_TA(2007)0413.
  • [6]  Dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: Il consenso europeo - Il consenso europeo in materia di sviluppo (GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1).
  • [7]  Regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41).

PARERE della commissione per lo sviluppo (6.11.2007)

destinato alla commissione per gli affari esteri

su una strategia comunitaria per l'Asia centrale
(2007/2102 (INI))

Relatore per parere: Josep Borrell Fontelles

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  esprime preoccupazione in quanto il testo principale della Strategia comunitaria per l'Asia centrale (la "Strategia") non fa riferimento all'eliminazione della povertà e all'inclusione sociale come priorità fondamentali, sebbene la povertà rappresenti tuttora uno dei problemi principali nella maggior parte dei paesi dell'Asia centrale; chiede pertanto al Consiglio e alla Commissione di garantire che gli obiettivi dello sviluppo sociale e dell'attenuazione della povertà siano adeguatamente integrati nei programmi di dialogo e cooperazione;

2.  esprime inoltre preoccupazione per la mancanza di un riferimento alla sanità pubblica tra le questioni prioritarie della Strategia, considerate la crisi attuale del settore sanitario e la diffusione di malattie trasmissibili quali l'HIV/AIDS e la tubercolosi, che minacciano lo sviluppo generale della regione; sottolinea la necessità che l'UE fornisca un adeguato sostegno al rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi;

3.  accoglie con favore il fatto che l'istruzione primaria figura tra i settori di cooperazione nell'ambito dell'Iniziativa europea in materia di istruzione e auspica che essa diventi una vera priorità in quanto molti bambini hanno un accesso limitato, se mai lo hanno, all'istruzione e probabilmente la regione dell'Asia centrale non conseguirà l'obiettivo di sviluppo del millennio (OSM) relativo al raggiungimento dell'istruzione primaria universale;

4.  è dell'avviso che la Strategia dovrebbe integrare un approccio duplice in materia di genere nella regione mediante sia il mainstreaming sia misure specifiche di genere e di conferimento di responsabilità alle donne; sostiene la piena attuazione della Convenzione ONU sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna;

5.  sottolinea la necessità di coerenza nella politica dell'UE per l'Asia centrale e di conseguenza ricorda che la Strategia deve essere coerente con il consenso europeo in materia di sviluppo[1]; sottolinea inoltre che tutta l'assistenza fornita nell'ambito dello Strumento di cooperazione allo sviluppo[2] (SCS) deve rispettare i suoi obiettivi complessivi, ossia l'eliminazione della povertà e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM);

6.  osserva che, nell'allegato alla Strategia, l'eliminazione della povertà è considerata la priorità principale dell'assistenza bilaterale della Comunità europea per il periodo 2007-2013; chiede alla Commissione di fornire al Parlamento informazioni periodiche e dettagliate sulla relazione che intercorrerà tra l'assistenza bilaterale e regionale e i singoli OSM e sugli stanziamenti previsti per i settori della sanità e dell'istruzione di base;

7.  sottolinea che i progetti energetici finanziati nell'ambito dello SCS devono contribuire direttamente alla riduzione della povertà e chiede alla Commissione di informare il Parlamento regolarmente e in tempo utile circa l'impatto di tali progetti sulle popolazioni più svantaggiate dell'Asia centrale;

8.  insiste parimenti sul fatto che le attività nel settore della gestione dei flussi migratori e delle frontiere nell'ambito dello SCS devono affrontare i bisogni dei gruppi più vulnerabili ed includere misure per la tutela dei migranti;

9.  ritiene che la Strategia debba affrontare le cause fondamentali della migrazione, come la mancanza di prospettive economiche, sostenendo programmi specifici di sviluppo economico a livello locale, soprattutto nelle zone rurali;

10. rileva che la politica UE per l'Asia centrale dovrebbe essere basata su discussioni e scambi approfonditi con tutte le parti interessate; esorta pertanto l'UE ad avviare un dialogo politico globale, che coinvolga i parlamenti, la società civile e le autorità locali nell'attuazione e nel monitoraggio della Strategia e dei programmi;

11. sottolinea che gli aiuti comunitari e la cooperazione devono basarsi su parametri concreti per ogni paese partner, sviluppati nel quadro del dialogo futuro sui diritti dell'uomo e sulla democrazia;

12. accoglie con favore il sostegno all'applicazione delle norme e delle convenzioni per un lavoro dignitoso dell'Organizzazione internazionale del lavoro e ribadisce che tali norme devono essere parte integrante della cooperazione economica, degli investimenti e delle relazioni commerciali; rileva che il lavoro minorile continua a rappresentare motivo di gravi preoccupazioni, soprattutto nel Tajikistan e nell'Uzbekistan, e sottolinea la necessità di sostenere l'attuazione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo;

13. accoglie con favore l'impegno di promuovere l'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive in Asia centrale come mezzo per la riduzione della povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile; accoglie altresì con favore la prevista cooperazione per il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo del millennio relativo all'accesso all'acqua potabile pulita e a servizi sanitari efficienti entro il 2015.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.11.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

130

0

 

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Thijs Berman, Josep Borrell Fontelles, Danutė Budreikaitė, Nirj Deva, Alain Hutchinson, Maria Martens, Luisa Morgantini, Pierre Schapira, Frithjof Schmidt

Supplenti presenti al momento della votazione finale

John Bowis, Manolis Mavrommatis, Anders Wijkman

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

  • [1]  Dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: Il consenso europeo - Il consenso europeo in materia di sviluppo (GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1).
  • [2]  Regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41).

PARERE della commissione per il commercio internazionale (20.11.2007)

destinato alla commissione per gli affari esteri

su Strategia dell'UE per l'Asia centrale
(2007/2102(INI))

Relatrice per parere: Cristiana Muscardini

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ribadisce la sua richiesta al Consiglio di applicare in modo sistematico la clausola sulla democrazia e i diritti umani nelle relazioni con tutti i partecipanti agli accordi di partenariato e cooperazione (APC); invita il Consiglio a spiegare in che modo intende applicare tale clausola per quanto concerne i paesi dell’Asia centrale, dove sono entrati in vigore gli APC;

2.  accoglie con favore il documento, approvato dal Comitato dei rappresentanti permanenti, intitolato "L'UE e l'Asia centrale: strategia per un nuovo partenariato"; considera questo documento come un importante progresso verso l'instaurazione di più stretti legami economici e commerciali tra l'UE e i paesi della regione; nota tuttavia con rammarico che le iniziative comunitarie sono tardive e non sufficientemente ambiziose;

3.  invita la Commissione e il Consiglio a porre in essere tutte quelle opportune iniziative volte a favorire una più profonda integrazione dell'Asia centrale nel sistema commerciale ed economico mondiale, in particolare attraverso l'adesione all'OMC dei quattro paesi della regione che non sono ancora membri; rileva che il Kirgisistan è già membro dell’OMC; invita il Turkmenistan a presentare la sua domanda di adesione all’OMC;

4.  invita la Commissione europea a valutare l'importanza strategica dei paesi dell'Asia centrale e a esaminare nuove possibilità di ulteriore sviluppo della cooperazione con la regione, contribuendo in tal modo a migliorare il contesto commerciale e di sicurezza della regione;

5.  evidenzia la situazione geopolitica dell’Asia centrale e l’interesse crescente di altre potenze economiche, quali la Russia, gli Stati Uniti e la Cina, in questa regione; ritiene pertanto estremamente importante attribuire un'elevata priorità alla cooperazione con l'Asia centrale;

6.  raccomanda un approfondimento della cooperazione economica tra i paesi dell’Asia centrale, che faciliterà l’armonizzazione con le norme e le regolamentazioni commerciali ed economiche dell’UE; ritiene di importanza vitale lo sviluppo di relazioni commerciali ed economiche tra l’UE e i paesi dell’Asia centrale, a livello sia bilaterale che multilaterale, che avrà un impatto positivo sull’interazione tra le due parti nel loro insieme;

7.  sottolinea che i tassi di crescita reali del PIL nei paesi dell’Asia centrale variano ampiamente; evidenzia che nel 2006 la crescita reale del PIL è stata del 10,6% per il Kazakhstan e soltanto del 2,7% per il Kirgisistan;

8.  chiede alla Commissione di sostenere, mediante un forte supporto politico e un'assistenza tecnica mirata, gli sforzi degli Stati dell'Asia centrale che intendano rimuovere gli ostacoli amministrativi ed economici che si frappongono al loro ingresso nell'OMC;

9.  considera l'adesione piena alle convenzioni OIL, alle norme internazionali di tutela ambientale e alle norme che reggono l'OMC una condizione fondamentale per lo sviluppo economico sostenibile di questi paesi, per la diversificazione delle loro economie e per la lotta contro la povertà ancora assai diffusa;

10. invita la Commissione e il Consiglio a porre in essere opportune misure integrative e di accompagnamento che possano permettere all'UE di migliorare la propria posizione economica e commerciale e favorire l'accesso degli operatori economici europei nella regione e a facilitare e promuovere la cooperazione, in particolare tra le piccole e medie imprese nei paesi dell'Asia centrale e negli Stati membri dell'UE; sottolinea a tal riguardo che va preso in considerazione il miglioramento del clima per gli investimenti a favore di attori interni della regione;

11. è del parere che il commercio, i trasporti, l'energia, le scienze e le tecnologie, l'istruzione e l'ambiente siano importanti settori di cooperazione per garantire lo sviluppo economico futuro della regione e la riuscita della sua integrazione;

12. invita la Commissione ad aiutare gli Stati dell’Asia centrale a diffondere informazioni circa i vantaggi che l’adesione all’OMC comporta per i paesi in questione e per i loro cittadini;

13. ritiene di cruciale importanza il potenziamento dello sviluppo tecnologico nella regione basato sulle risorse naturali e sulla loro estrazione e trasformazione; sottolinea la necessità di fornire sostegno agli investimenti nel campo dell’energia, della metallurgia e dell’agricoltura, i quali favoriranno un’ulteriore cooperazione e integrazione, garantendo la sicurezza degli investimenti e la protezione della proprietà intellettuale;

14. nota con preoccupazione che gli accordi di partenariato e cooperazione con i paesi dell'Asia centrale, nei casi in cui sono entrati in vigore, non hanno sempre dato i risultati sperati. Invita i paesi che non l'hanno ancora fatto a ratificare detti accordi e a dare piena attuazione alle disposizioni economiche e commerciali in essi contenute. Chiede che si proceda senza ritardo alla finalizzazione dei Piani d'Azione per Kirgisistan e Kazakhstan e alla predisposizione di quelli relativi agli altri tre Stati della regione non appena le circostanze lo permettano; chiede che tutti gli accordi interinali già conclusi siano ratificati quanto prima;

15. ritiene che una più stretta collaborazione degli Stati dell’Asia centrale con il mercato europeo e mondiale andrebbe sostenuta mediante la diversificazione delle loro economie e degli scambi commerciali e non concentrandosi solo sull'energia; sottolinea che la diversificazione delle esportazioni è un fattore fondamentale affinché queste divengano una fonte affidabile di crescita economica futura negli Stati dell’Asia centrale;

16. accoglie con favore la recente decisione con la quale il Consiglio ha autorizzato la Banca europea per gli investimenti ad estendere il proprio supporto creditizio all'Asia centrale, in cooperazione con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo già attiva nella regione;

17. chiede alla Commissione e al Consiglio di prendere tutte le iniziative che possano favorire un migliore utilizzo del sistema delle preferenze generalizzate (SPG) da parte dei paesi dell'Asia centrale, e di favorire la sviluppo del commercio intraregionale;

18. ritiene realmente necessario istituire regimi di visto e doganali più favorevoli al fine di migliorare il clima per gli investimenti e assicurare una cooperazione economica e commerciale più stretta; ritiene anche che la cooperazione in altri campi, quali il turismo, produrrà un impatto positivo sul grado di impegno dei cittadini nei confronti dei valori dell'UE;

19. considera essenziale per lo sviluppo economico dei paesi della regione una profonda riforma del sistema bancario e assicurativo, la creazione di un sistema di microcredito efficace e una migliore regolamentazione e vigilanza dell'attività bancaria, gettando così le basi per un’apertura progressiva dei loro mercati finanziari;

20. incoraggia gli Stati della regione ad assicurare una migliore tutela degli investimenti diretti esteri, a investire nello sviluppo e nel miglioramento delle infrastrutture locali, regionali e transfrontaliere, nell’istruzione e nella formazione e in forti reti di assistenza sociale, quale presupposto fondamentale per lo sviluppo e la stabilizzazione delle attività economiche a livello regionale; e a emanare una legislazione che incorpori nel diritto nazionale le migliori pratiche internazionali per quanto riguarda la responsabilità sociale delle imprese (RSI), l’audit di impresa e la rendicontazione pubblica della imprese;

21. chiede che gli Stati della regione pongano in essere tutte le opportune iniziative tendenti a combattere la corruzione nella pubblica amministrazione e a garantire un migliore e più trasparente funzionamento delle dogane in linea con le norme definite dall'Organizzazione Mondiale delle Dogane;

22. chiede alla Commissione e al Consiglio di fornire agli Stati della regione qualificata assistenza tecnica economico-amministrativa, anche in cooperazione con le organizzazioni regionali che si occupano di questioni economiche dell’Asia centrale, che permetta un rafforzamento, in questo ambito, delle strutture pubbliche locali, la creazione di un tessuto economico più efficiente e diversificato e una migliore penetrazione dei prodotti locali nei mercati esteri ed in particolare nell'UE; ritiene che il potenziamento della cooperazione economica e commerciale con l’UE dovrebbe promuovere riforme politiche nei rispettivi Stati;

23. è del parere che sia indispensabile tener conto, nel quadro dell'approccio globale verso l'Asia centrale, delle differenze di livello e di sviluppo economico tra i singoli paesi della regione; sottolinea in tale contesto il ruolo esercitato nella regione da un paese con un'economia molto avanzata come il Kazakhstan e le potenzialità enormi insite nel rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali con tale paese anche nell'ottica di cooperazione con tutta la regione;

24. chiede al Consiglio e alla Commissione di esaminare con attenzione la richiesta del Kazakhstan di entrare a far parte dei paesi beneficiari della politica europea di vicinato (PEV) recentemente lanciata dall'UE e, più in generale, di valutare alla luce del nuovo quadro geopolitico e dell'importanza che la regione riveste per l'UE, un eventuale allargamento dell'ambito di applicazione della PEV;

25. ritiene che le relazioni commerciali debbano sempre essere viste alla luce della situazione dei diritti umani in questi paesi;

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

20.11.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

204

0

 

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Graham Booth, Daniel Caspary, Françoise Castex, Christofer Fjellner, Eduard Raul Hellvig, Jacky Henin, Caroline Lucas, Marusya Ivanova Lyubcheva, Erika Mann, Helmuth Markov, David Martin, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Corien Wortmann-Kool, Zbigniew Zaleski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Danutė Budreikaitė, Małgorzata Handzlik, Jan Tadeusz Masiel, Carl Schlyter

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

20.11.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

202

2

 

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

André Brie, Colm Burke, Bronisław Geremek, Ana Maria Gomes, Klaus Hänsch, Helmut Kuhne, Cem Özdemir, Justas Vincas Paleckis, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, Mirosław Mariusz Piotrowski, Samuli Pohjamo, Libor Rouček, Katrin Saks, Jacek Saryusz-Wolski, Marek Siwiec, Charles Tannock, Ari Vatanen, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Giulietto Chiesa, Árpád Duka-Zólyomi, David Hammerstein, Milan Horáček, Marie Anne Isler Béguin, Gisela Kallenbach, Aloyzas Sakalas

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale