RELAZIONE sulla relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione

6.3.2012 - (2011/2182(INI))

Commissione per le petizioni
Relatrice: Adina-Ioana Vălean


Procedura : 2011/2182(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0047/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione

(2011/2182(INI))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulle deliberazioni della commissione per le petizioni,

–   visto il diritto di petizione di cui all'articolo 227 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visto l'articolo 20 del TFUE, che definisce il concetto di cittadinanza,

–   visti la parte seconda del TFUE, intitolata Non discriminazione e cittadinanza dell'Unione, e i titoli III e V della Carta dei diritti fondamentali,

–   visto l'articolo 45 del TFUE, secondo cui la garanzia della libera circolazione dei lavoratori dell'UE implica l'abolizione di qualsiasi discriminazione fondata sulla nazionalità tra i lavoratori degli Stati membri per quanto riguarda l'impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro,

–   visti gli articoli 3, 10 e 11 del trattato sull’Unione europea e l'articolo 8 del TFUE,

–   vista la comunicazione della Commissione del 27 ottobre 2010 intitolata "Relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione – Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione" (COM(2010)0603),

–   vista la comunicazione della Commissione del 27 ottobre 2010, intitolata "Verso un atto per il mercato unico – Per un'economia sociale di mercato altamente competitiva" (COM(2010)0608),

–   visto il regolamento (CEE) n. 1612/68 del Consiglio relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno della Comunità[1],

–   vista la direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri[2] (in appresso "direttiva sulla libera circolazione"),

–   vista la direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali[3] (in appresso "direttiva sulle qualifiche"),

–   visto il regolamento (CE) n. 987/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009 che stabilisce le modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale[4],

–   vista la sua risoluzione del 2 aprile 2009 sui problemi e le prospettive concernenti la cittadinanza europea[5],

–   vista la proposta di decisione del parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dei cittadini (2013), presentata dalla Commissione l'11 agosto 2011 (COM(2011)0489),

–   visto il Programma di Stoccolma, che pone il cittadino al centro dell'azione europea in materia di libertà, sicurezza e giustizia, garantendo il rispetto della diversità e la protezione dei cittadini più vulnerabili,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per le petizioni e i pareri della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per la cultura e l'istruzione e della commissione per gli affari costituzionali (A6-0047/2012),

A. considerando che i cittadini dell'Unione, indipendentemente dalle proprie disabilità, hanno, tra l'altro, il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiedono, il diritto di godere della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro nei paesi terzi, nonché il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo, di ricorrere al Mediatore europeo e di rivolgersi alle istituzioni e agli organi consultivi dell'Unione in una qualsiasi delle lingue del trattato[6];

B.  considerando che il trattato di Lisbona ha rafforzato e specificato il concetto di cittadinanza dell'UE – introdotto dal trattato di Maastricht nel 1992 – e i diritti che ne derivano, che sono sviluppati anche dalla giurisprudenza, rafforzando la posizione e l'immagine dell'Unione europea come difensore dei diritti dei cittadini, fornendo i mezzi legislativi per stimolare la partecipazione attiva dei cittadini dell'UE e creando o promuovendo nuovi diritti, come l’iniziativa dei cittadini europei e i diritti individuali contenuti nella Carta dei diritti fondamentali; considerando che la cittadinanza europea dovrebbe essere vista come una fonte di diritti e doveri;

C. considerando che questo dimostra gli sforzi dell'UE di porre i suoi cittadini al centro della sua azione e di adoperarsi a favore della creazione di uno spazio di libertà, di giustizia e di diritti per tutti i cittadini dell'Unione;

D. accoglie con favore la giurisprudenza della Corte di giustizia europea concernente l'interpretazione dell'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali, in particolare la sentenza ERT, la quale evidenzia che le istituzioni degli Stati membri, qualora vogliano limitare le libertà fondamentali garantite dal TFUE attraverso provvedimenti nazionali, sono anch'esse vincolate ai diritti fondamentali preminenti dell’Unione;

E.  considerando che la libertà di circolazione è parte integrante dei concetti di diritti dell'uomo e di cittadinanza dell'Unione e rappresenta uno dei diritti e delle libertà fondamentali riconosciuti ai cittadini dell'Unione dai trattati;

F.  considerando che, sette anni dopo l'entrata in vigore della direttiva sulla libera circolazione, sussistono ancora troppi problemi in relazione alla sua attuazione; considerando che la maggior parte delle denunce da parte dei cittadini dell'UE verte sul diritto di ingresso, il diritto di soggiorno per più di tre mesi, la validità dei permessi di soggiorno, il mantenimento del diritto di soggiorno e del diritto di soggiorno permanente e i diritti dei familiari;

G. considerando che molti cittadini non possiedono tutte le informazioni pertinenti in merito ai loro diritti tutelati dalla direttiva sulla libera circolazione, in particolare per quanto riguarda i diritti dei familiari che sono cittadini di paesi terzi;

H.  considerando che i cittadini dell'Unione che risiedono abitualmente nel Regno Unito e che fanno richiesta di alcune prestazioni di sicurezza sociale sono tenuti a sottoporsi alla cosiddetta prova del diritto di soggiorno, che impone condizioni supplementari ai cittadini non britannici;

I.   considerando che la questione della deportazione dei rom dalla Francia nel 2010 è stata controversa non solo dal punto di vista dei diritti fondamentali, ma anche da quello del diritto alla libera circolazione e della discriminazione basata sulla nazionalità e sull'origine razziale ed etnica;

J.   considerando che il 15 dicembre 2011 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione europea, ponendo l'accento sui diritti dei lavoratori rumeni e bulgari nel mercato unico[7]; considerando che numerosi Stati membri hanno deciso di introdurre o di continuare ad applicare disposizioni transitorie che limitano l'accesso dei cittadini rumeni e bulgari ai loro mercati del lavoro; considerando che tali misure possono condurre allo sfruttamento dei lavoratori, al lavoro nero e alla mancanza di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale;

K. ritiene che la libera circolazione o la mobilità volontaria dei lavoratori condizioni o favorisca l'esercizio di un'ampia gamma di diritti conferiti ai cittadini dalla legislazione dell'Unione; che, pertanto, l'agevolazione della libera circolazione può rafforzare la possibilità dei cittadini di beneficiare pienamente del mercato unico fungendo al contempo da vettore essenziale di crescita;

L.  ritiene che il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri permetta una migliore comprensione dei valori dell'integrazione europea solo se è accompagnato da misure specifiche adottate dall'Unione e dagli Stati membri in materia di informazione, formazione, riconoscimento delle qualifiche e mobilità dei lavoratori (tra cui lavoratori stagionali, transfrontalieri, distaccati, dislocati per trasferimento di sede, ecc.);

M. considerando che un gran numero di petizioni ha messo in luce problemi in materia di accesso a prestazioni di sicurezza sociale, derivanti in particolare dalla mancanza di cooperazione da parte delle autorità nazionali, da un'errata applicazione del principio di aggregazione delle prestazioni dovute in più Stati membri (in particolare per quanto riguarda la portabilità della pensione), dalla mancanza di informazioni corrette sulle norme applicabili o da lungaggini amministrative; considerando che la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 21 Luglio 2011[8] conferma il diritto dei cittadini dell'Unione di trasferirsi in un altro Stato membro dell'Unione europea mantenendo la copertura previdenziale;

N. considerando che il processo di Bologna, che uniforma i titoli di studio attestanti il completamento di un percorso universitario, rappresenta una tappa verso un riconoscimento più agevole dei titoli di studio;

O. considerando i problemi legati all'incorretta applicazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali[9] (misure compensatorie, richieste di documenti aggiuntivi, decisioni negative ingiustificate da parte dello Stato membro ospitante, ritardi ingiustificati nel trattamento delle domande, imposizione sistematica di test linguistici specifici), che costituiscono un notevole ostacolo all'esercizio dei diritti dei cittadini in tutta l'UE privando pertanto i cittadini dei vantaggi della coesione sociale;

P.  considerando che firmatari di petizioni denunciano un comportamento discriminatorio da parte dell'Ufficio tedesco di assistenza ai minori (Jugendamt) nei confronti dei coniugi non tedeschi nei matrimoni misti; considerando che detto ufficio, per l'autonomia operativa di cui gode, in certi casi contribuisce alle difficoltà incontrate dai genitori stranieri divorziati che desiderano lasciare il territorio tedesco con i propri figli;

Q. considerando che nell'ottobre 2011 il Parlamento ha approvato una risoluzione[10] sulla mobilità e l'integrazione delle persone con disabilità; considerando che numerose petizioni sono presentate da disabili, i quali incontrano quotidianamente numerose barriere che impediscono loro di fruire dei diritti di cittadini dell'UE, vale a dire il normale utilizzo del sistema educativo e l'accesso alle assicurazioni o alle infrastrutture di trasporto pubblico; considerando che è sentita l'esigenza di disporre di un sistema coerente a livello dell'Unione per la determinazione del grado di disabilità e che la mancanza di un tale sistema può generare disparità e persino esclusione sociale;

R.  considerando che ogni cittadino dell'UE condotto dinanzi alla giustizia di uno Stato membro ha il diritto, per la sua difesa, di accedere a documenti tradotti nella sua lingua materna, così da evitare discriminazioni basate sulla lingua, e in particolare che ogni cittadino deve essere informato di qualsiasi procedura giudiziaria a suo carico, il tutto in tempi accettabili sotto il profilo giudiziario;

S.  considerando che i maggiori ostacoli all'esercizio della cittadinanza attiva dell'Unione consistono nella mancanza di consapevolezza da parte delle persone sui propri diritti di cittadini dell'Unione nonché nella mancanza di servizi di informazione ben strutturati e ampiamente pubblicizzati; considerando che il Parlamento e la Commissione, nella loro azione per rafforzare la cittadinanza dell'Unione, devono di conseguenza concentrarsi su una comunicazione migliore e adeguatamente finanziata rivolta ai cittadini e agli Stati membri, a livello sia locale che nazionale, eliminando tutti i rimanenti ostacoli giuridici e amministrativi che impediscono ai cittadini dell'UE di esercitare i propri diritti e al tempo stesso garantendo che essi possano facilmente accedere a consulenze chiare e precise;

1.  accoglie con favore la relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione, che mira a eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione europea, e ritiene che le proposte ivi contenute costituiscano misure concrete atte a ridurre le spese inutili e pertanto a contribuire al potere d'acquisto dei cittadini dell'Unione, fattore particolarmente importante in tempi di crisi; invita la Commissione a garantire che le misure legislative e non legislative previste nella relazione siano presentate quanto prima possibile e approvate, in modo da garantire che i diritti dei cittadini dell'Unione europea divengano effettivi e che tutti gli Stati membri aboliscano i summenzionati ostacoli e introducano al tempo stesso misure amministrative che favoriscano il godimento di tali diritti, eliminando possibili contraddizioni tra il diritto nazionale e quello europeo;

2.  rileva che, sebbene il diritto di petizione al Parlamento europeo sia espressamente previsto dai trattati, non è sufficientemente conosciuto o utilizzato, e chiede pertanto una comunicazione migliore e attiva con i cittadini, che contempli giustificazioni e spiegazioni, in merito al loro diritto di petizione in una delle lingue ufficiali dell'Unione europea; invita inoltre la Commissione, al fine di raggiungere il maggior numero di cittadini possibile e di condividere le migliori pratiche, a unirsi al Parlamento nello sforzo di pubblicizzare maggiormente il diritto di petizione, avvalendosi degli uffici di rappresentanza di entrambe le istituzioni negli Stati membri, delle loro reti di informazione decentrate, di tutte le organizzazioni che collaborano con esse e della rete di difensori civici nazionali;

3.  ritiene che l'iniziativa dei cittadini europei, che entrerà in vigore il 1° aprile 2012, costituisca il primo strumento di democrazia partecipativa transnazionale e darà ai cittadini la possibilità di partecipare più attivamente alla definizione delle politiche e della legislazione europee; chiede l'effettiva, responsabile e trasparente attuazione del regolamento concernente l'iniziativa dei cittadini europei, e in particolare invita le istituzioni UE e gli Stati membri a porre tempestivamente in atto tutte le necessarie disposizioni amministrative e pratiche, ad assumere un ruolo attivo e a partecipare efficacemente alle attività di informazione dei cittadini su questo nuovo strumento, in modo tale che tutti i cittadini dell'UE possano beneficiarne pienamente, e in particolare a utilizzare l'Anno europeo dei cittadini (2013) come occasione per potenziare la sensibilizzazione; ritiene inoltre che la commissione per le petizioni, in ragione della sua esperienza in termini di relazioni dirette con i cittadini, dovrebbe avere l'incarico di condurre audizioni pubbliche dei responsabili delle iniziative dei cittadini europei ben riuscite, come previsto dall'articolo 11 del regolamento concernente l'iniziativa dei cittadini europei; propone che la Commissione europea presenti alla commissione per le petizioni relazioni periodiche sull'attuazione dell'iniziativa dei cittadini europei;

4.  invita la Commissione, al momento di elaborare la relazione annuale sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, a concentrarsi non solo sull'applicazione della Carta ma anche su tutti gli articoli del trattato UE in materia di diritti fondamentali e sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea; invita la Commissione a includere in tale relazione informazioni più dettagliate riguardanti l'attuazione della Carta da parte degli Stati membri quando applicano il diritto europeo e le questioni sollevate dai cittadini presso di essa, il modo in cui le ha affrontate e le misure concrete adottate per dare seguito a tali osservazioni;

5.  invita tutte le istituzioni, gli organi, gli uffici e le agenzie dell'Unione ad assicurare che il diritto di accesso ai documenti previsto dal regolamento (CE) n. 1049/2001[11], un importante diritto dei cittadini dell'Unione europea, sia garantito migliorando la trasparenza e rendendo l'accesso a documenti e informazioni agevole, di facile uso e comprensibile, anche tramite tecnologie senza barriere, in modo da consentire ai cittadini di partecipare più da vicino al processo decisionale; fa presente, in tale contesto, l'importante significato dell'attività svolta dal Mediatore europeo per l’esercizio del diritto di accesso ai documenti delle istituzioni dell'Unione;

6.  pur considerando il diritto all'accesso all'informazione una delle pietre angolari della democrazia, sottolinea che l'accesso all'informazione non deve portare alla violazione di altri diritti fondamentali, come il diritto alla vita privata e alla protezione dei dati; sottolinea che l'accesso alle informazioni detenute dalle istituzioni dell'UE è di primario interesse per i cittadini che mirano a comprendere le deliberazioni politiche ed economiche alla base del processo decisionale; ritiene che la Commissione potrebbe accordare maggiore accesso alle informazioni sulle indagini e sui fascicoli riguardanti le infrazioni senza che ciò comprometta il fine delle indagini e che un interesse pubblico prevalente potrebbe ben giustificare l'accesso a tali fascicoli, soprattutto nei casi in cui potrebbero essere a rischio i diritti fondamentali, la salute umana o la protezione dell'ambiente da danni irreversibili o qualora siano in corso procedimenti riguardanti discriminazioni nei confronti di una minoranza o violazioni della dignità umana, purché vengano salvaguardati i segreti commerciali e le informazioni sensibili connesse ad azioni giudiziarie, cause di concorrenza e fascicoli personali;

7.  incoraggia la Commissione a continuare ad adoperarsi come fa ora per garantire che gli Stati membri recepiscano e attuino integralmente e correttamente la direttiva sulla libera circolazione, facendo pieno uso del suo potere di avviare procedure d'infrazione; invita gli Stati membri a eliminare gli attuali ostacoli di natura giuridica e pratica alla libera circolazione dei cittadini e a non introdurre procedure amministrative onerose e ingiustificate o tollerare prassi inaccettabili che limitino l'applicazione di tale diritto; invita inoltre la Commissione a intensificare gli sforzi per sensibilizzare maggiormente i cittadini circa il loro diritto alla libera circolazione e ad assisterli nell'esercitarlo, in particolare quando esso è negato o limitato, o laddove sono attuate prassi risultanti in discriminazione diretta o indiretta; invita la Commissione, in tale contesto, a presentare una valutazione delle politiche correlate alla libera circolazione nella prossima relazione sulla cittadinanza dell'Unione e a proporre modalità e strumenti concreti di sostegno all'applicazione della libertà di circolazione; segnala che, sebbene il concetto di cittadinanza dell'Unione sia strettamente connesso al diritto di libera circolazione, tutti i cittadini che non lasciano il proprio paese di origine beneficiano anch'essi dei diritti di cittadini dell’Unione;

8.  invita gli Stati membri a rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione dei cittadini dell'UE e ad attivarsi per orientare e consigliare i lavoratori migranti in merito alle opportunità di impiego e alle condizioni di vita e di lavoro nell'UE, sensibilizzando al contempo i cittadini riguardo ai rischi connessi al lavoro nero e ai benefici derivanti dallo svolgimento di un lavoro regolare (vantaggi fiscali, previdenza sociale, diritto alla formazione professionale, diritto di cittadinanza, diritto all'alloggio, diritto al ricongiungimento familiare, accesso all'istruzione e alla formazione per i figli) mediante strumenti già esistenti (EURES);

9.  chiede un migliore coordinamento tra gli Stati membri nell'affrontare questioni quali la doppia tassazione e la mancanza di armonizzazione della tassazione delle pensioni per i cittadini dell'UE, e invita pertanto gli Stati membri a migliorare e aggiornare i loro accordi bilaterali di cooperazione; appoggia gli sforzi della Commissione volti a proporre una nuova legislazione per eliminare le barriere fiscali e ritiene che occorra prestare un'attenzione particolare alle tasse di immatricolazione per autoveicoli precedentemente registrati in un altro Stato membro.

10. ritiene che la convergenza delle norme europee in materia tributaria e sociale e un'armonizzazione dei regimi nazionali di sicurezza sociale rappresentino valide soluzioni per superare le difficoltà di coordinamento tra Stati membri riguardo a dettagli procedurali vigenti nei rispettivi sistemi nazionali; ritiene che in tal modo le amministrazioni nazionali, regionali e locali incontrerebbero minori difficoltà nell'applicazione delle norme e i cittadini dell'Unione assisterebbero a una semplificazione delle procedure;

11. invita gli Stati membri che, nel quadro del trattato di adesione all'UE di Romania e Bulgaria, hanno deciso di introdurre una moratoria di sette anni, fino al 1° gennaio 2014, sul diritto alla libera circolazione all'interno dell'UE per i lavoratori provenienti da questi due paesi o di continuare ad applicare le disposizioni transitorie che limitano l'accesso dei cittadini di detti paesi ai loro mercati del lavoro[12], a rivedere le proprie decisioni quanto prima possibile, tenendo conto del principio di uguaglianza, del divieto di discriminazione, della natura ingiustificata di tali decisioni e del principio di solidarietà, in modo che i diritti del lavoro associati alla cittadinanza europea non siano più limitati per i cittadini rumeni e bulgari;

12. invita la Commissione a prestare maggiore attenzione e a rispondere con più precisione alle numerose petizioni ricevute in merito alle difficoltà di circolazione dei documenti di stato civile e al riconoscimento di detti documenti e dei loro effetti[13]; sottolinea l'importanza di avanzare il più rapidamente possibile verso il riconoscimento reciproco e di assicurare la libera circolazione dei documenti di stato civile, senza discriminazione, alla luce dell'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali;

13. sottolinea il fatto che le espulsioni di massa rappresentano una violazione della direttiva sulla libera circolazione, oltre a violare i valori e i principi fondamentali su cui si fonda l'Unione europea; ricorda inoltre che, ai sensi della direttiva sulla libera circolazione, possono essere imposte restrizioni alla libertà di circolazione e di soggiorno per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza esclusivamente sulla base della condotta personale, senza alcuna discriminazione per motivi quali disabilità o origine etnica o nazionale, e che la mancanza di mezzi economici o qualsiasi altro motivo connesso a compensazione, sanzione o privazione dei diritti civili non può essere addotto come giustificazione per l'espulsione automatica di cittadini dell'Unione europea (considerando 16, articolo 14);

14. esorta gli Stati membri ad abolire le politiche e ad annullare e abrogare le leggi che discriminano, direttamente o indirettamente, i rom e altri gruppi minoritari per motivi di razza ed etnia, e li invita a porre termine a tutti i casi di persecuzione, sgombero ed espulsione o di confisca dei beni di qualsiasi gruppo minoritario; invita tutti gli Stati membri e l'UE ad assumersi la responsabilità congiunta di promuovere e facilitare l'integrazione delle comunità rom, riconoscendo loro gli stessi diritti e doveri riconosciuti agli altri cittadini dell'Unione, in linea con la risoluzione del Parlamento europeo del 9 marzo 2011 sulla strategia dell'UE per l'inclusione dei rom[14] e con il "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020" (COM(2011)0173), e a promuovere e proteggere i loro diritti fondamentali;

15. invita la Commissione a collegare le priorità di inclusione sociale a un chiaro pacchetto di obiettivi che comprendano la protezione dei cittadini contro la discriminazione in tutti gli ambiti della vita e la promozione del dialogo sociale tra rom e non rom al fine di combattere il razzismo e la xenofobia; invita la Commissione, in quanto custode dei trattati, a garantire che la legislazione pertinente sia pienamente attuata e che siano imposte sanzioni adeguate per i crimini a sfondo razziale[15];

16. esprime preoccupazione per il fatto che, sebbene il diritto alla libera circolazione e il diritto di soggiorno trovino radici profonde nel diritto primario dell'Unione e siano notevolmente sviluppati nel diritto derivato, l'applicazione delle norme giuridiche resta insoddisfacente; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero partecipare all'eliminazione di tutti gli ostacoli amministrativi e legali esistenti che sono stati loro evidenziati dalle istituzioni dell'UE e dalla commissione per le petizioni; chiede alla Commissione di valutare attentamente se le legislazioni e le prassi degli Stati membri ledano i diritti dei cittadini dell'UE riconosciuti nei trattati e nella direttiva sulla libera circolazione e se pongano ostacoli ingiustificati ai cittadini dell'UE e alle loro famiglie limitando indirettamente il loro diritto alla libera circolazione;

17. rammenta che i quasi 80 milioni di disabili nell'Unione europea devono affrontare tuttora ostacoli spesso insormontabili nell'esercizio del loro diritto di cittadini dell'Unione alla libera circolazione; invita pertanto le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a individuare ed eliminare gli ostacoli e le barriere che limitano la capacità delle persone con disabilità di beneficiare dei diritti di cittadini dell'UE e di rendere più facile per le persone con disabilità l'accesso a tutti i mezzi di trasporto, alle infrastrutture, all'istruzione pubblica e all'informazione, senza ritardi o costi aggiuntivi, quanto prima possibile in conformità con la strategia europea sulla disabilità 2010-2020 (COM(2010)0636) e la relazione d'iniziativa del Parlamento basata su tale strategia; fa inoltre notare il numero sproporzionatamente elevato di persone anziane con mobilità ridotta; chiede l'istituzione di un programma di tipo Erasmus per le persone con disabilità;

18. esorta gli Stati membri a garantire ad assicurare a indagati e imputati con problemi uditivi, comprese le parti lese in caso di reati penali, qualora lo richiedano, l'interpretazione nella lingua dei segni, nell'interesse della salvaguardia dei loro diritti e della tutela della loro dignità, e richiama l'attenzione della Commissione alla necessità di disporre di tali ausili;

19. invita la Commissione e gli Stati membri, per quanto riguarda le proposte della Commissione di agevolare l'accesso all'assistenza sanitaria transfrontaliera e data l'importanza fondamentale del diritto dei pazienti all'informazione, a informare meglio i cittadini dell'UE sui loro diritti e sugli strumenti disponibili per farli rispettare, compresi gli aspetti pratici, quali il rimborso dei costi sulla base della tessera europea di assicurazione malattia; invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare al massimo le potenzialità già esistenti della telemedicina e dell'assistenza sanitaria online (eHealth) da qui al 2020, nel pieno rispetto delle norme europee in materia di protezione dei dati; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione intesa a sviluppare un nuovo sistema di scambio elettronico dei dati sulla previdenza sociale e chiede di conseguenza una maggiore cooperazione tra i sistemi nazionali di previdenza sociale; sostiene inoltre i progetti pilota intesi a garantire ai cittadini dell'Unione europea un accesso sicuro online ai propri dati sanitari e ad assicurare l'interoperabilità dei registri dei pazienti;

20. riconosce che i principali ostacoli che impediscono ai cittadini di beneficiare della più ampia gamma di prodotti a prezzi competitivi nel mercato interno sono la mancanza di conoscenza dei diritti dei consumatori negli altri Stati membri e la mancanza di informazioni da parte dei consumatori che fanno acquisti online in altri Stati membri; ritiene che le informazioni destinate ai consumatori siano talvolta complesse e che occorra provvedere alla loro semplificazione, ad esempio per quanto riguarda l'etichettatura;

21. ricorda le recenti pubblicazioni della Commissione concernenti il rafforzamento della posizione dei consumatori, che mettono in evidenza i divari in termini di informazione, legislazione e attuazione ancora esistenti nel mercato unico, ad esempio per quanto riguarda le pratiche sleali di talune società di compilazione degli annuari; invita la Commissione ad attribuire priorità allo sviluppo del mercato unico digitale; plaude al lavoro e all'impegno profusi dalla Commissione nell'attuazione della "legge sul mercato unico"; chiede ulteriori misure da parte degli Stati membri, in coordinamento con la Commissione, per superare gli ostacoli che impediscono ai cittadini di accedere ai servizi online; nota, a tale proposito, la proposta della Commissione relativa a un diritto contrattuale europeo;

22. ritiene che occorra facilitare ulteriormente l'accesso ai servizi bancari per i cittadini dell'Unione europea che si stabiliscono in un altro Stato membro; chiede alla Commissione di adottare le misure legislative necessarie per garantire l'accesso di tutti i cittadini dell'Unione a un conto di pagamento di base; sottolinea la necessità di migliorare la trasparenza delle commissioni bancarie;

23. rileva le disparità tra gli Stati membri in materia di telefonia mobile e abbonamenti a Internet; sottolinea che la riduzione delle tariffe in seguito all'applicazione delle norme sul roaming ha avuto luogo soltanto come risultato di una legislazione dell'UE; chiede quindi la pubblicazione dei costi dei servizi di messaggi SMS e MMS, delle tariffe al minuto per le chiamate e della connessione a Internet in tutti gli Stati membri, al fine di favorire la creazione di pacchetti tariffari europei che consentano di ridurre i costi della telefonia mobile;

24. condanna la pratica delle vendite abbinate; auspica che l'Anno europeo dei cittadini sia utilizzato come opportunità di attirare l'attenzione dei cittadini sulle misure che hanno tutelato i loro diritti di consumatori e hanno contribuito a mantenere il loro potere d'acquisto in tempi di crisi;

25. invita la Commissione a monitorare la corretta applicazione da parte degli Stati membri delle normative sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, con particolare attenzione alle novità introdotte dai regolamenti 883/2004 e 987/2009, entrati in vigore il 1° maggio 2010;

26. è preoccupato per il fatto che numerosi firmatari di petizioni abbiano dovuto sottoporsi, su richiesta delle autorità del Regno Unito, alla "prova del diritto di soggiorno" al fine di ottenere l'accesso agli alloggi popolari o ad altri benefici, come ad esempio l'indennità di ricerca di occupazione[16]; sottolinea in particolare il fatto che tale requisito introduce una discriminazione indiretta in base alla nazionalità, in violazione dell'articolo 4 del regolamento 883/2004; esorta il Regno Unito ad allineare la propria legislazione con il diritto dell'UE;

27. esorta il Regno Unito a rispettare le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea per quanto riguarda l'esportabilità delle prestazioni di assistenza sanitaria in denaro[17] e a non applicare la cosiddetta "prova di un soggiorno pregresso" qualora possano essere utilizzati altri elementi rappresentativi per stabilire un vero e proprio collegamento con il sistema di sicurezza sociale del Regno Unito;

28. ritiene che una direttiva aggiornata sulle qualifiche dovrebbe concentrarsi sull'eliminazione degli ostacoli alla mobilità nel campo dell'istruzione, con particolare attenzione ai giovani, e al tempo stesso sulla razionalizzazione delle fonti di informazioni attualmente a disposizione dei professionisti e garantire il coordinamento con il portale "La tua Europa"; esorta la Commissione a ottimizzare la fornitura di informazioni sulla mobilità destinate a studenti, insegnanti e ricercatori all'interno dell'UE mediante la creazione di un sistema di sportello unico, sostiene l'idea che una tessera professionale europea volontaria potrebbe costituire uno strumento atto a facilitare la mobilità dei cittadini europei e fornire un esempio concreto di un'Europa dei cittadini;

29. esorta gli Stati membri che non l'abbiano ancora fatto a configurare il sistema dei provvedimenti di compensazione, di cui all'articolo 10 della direttiva sulle qualifiche, nel quadro del sistema generale, poiché in mancanza di ciò si possono creare discriminazioni sulla base della nazionalità; sottolinea a tale riguardo che i cittadini degli Stati membri che hanno aderito all'UE rispettivamente nel 2004 e nel 2007, in particolare gli operatori sanitari (medici, ostetriche e infermieri), hanno riferito di aver riscontrato dei problemi in relazione al riconoscimento delle loro qualifiche o dei loro diritti acquisiti in uno Stato membro diverso dal proprio[18];

30. ricorda che una tra le petizioni più vecchie ancora all'esame riguarda il trattamento discriminatorio che subiscono i lettori di lingue straniere in varie università italiane[19]; invita la Commissione a studiare ulteriormente l'attuale cosiddetta "riforma Gelmini", entrata in vigore nel dicembre 2010; invita le autorità italiane e le rispettive università a risolvere urgentemente questo caso; ritiene tuttavia che non si tratti di un caso isolato e che pertanto i difensori civici degli Stati membri potrebbero riunirsi per scambiarsi pareri riguardo alle soluzioni da apportare in Europa;

31. propone l'apertura di un portale Internet dedicato e aggiornato regolarmente che consenta alle amministrazioni nazionali, regionali o locali di segnalare i settori professionali in cui si registra una domanda di personale, al fine di agevolare la mobilità volontaria;

32. ricorda che il regolamento (CE) n. 2201/2003[20] stabilisce il principio secondo cui i bambini dovrebbero essere in grado di mantenere i loro rapporti con entrambi i genitori dopo che questi si sono separati, anche se vivono in Stati membri diversi; sottolinea che, sebbene l'introduzione e l'applicazione di norme sostanziali in materia di diritti di accesso costituisca attualmente una questione di competenza degli Stati membri, questi ultimi devono rispettare il diritto dell'Unione nell'esercizio delle proprie prerogative, in particolare le disposizioni del trattato concernenti la libertà di tutti i cittadini dell'UE di viaggiare e risiedere in un altro Stato membro[21], nonché la conservazione dei legami tra genitori e figli, nonni e nipoti e fratelli e sorelle; sottolinea inoltre che i tempi talvolta lunghi e i numerosi adempimenti burocratici che pesano sui genitori che desiderano fare rientro nel paese d'origine con i propri figli costituiscono un ostacolo alla libera circolazione dei cittadini dell'UE; invita la Commissione a esaminare le presunte discriminazioni ad opera dell'Ufficio tedesco di assistenza ai minori (Jugendamt) ai danni dei coniugi non tedeschi all'interno di matrimoni misti;

33. evidenzia l'importanza della cooperazione amministrativa in materia di stato civile; rileva ad esempio che qualsiasi Stato membro che desideri modificare i documenti di stato civile di un bambino riconosciuti in un altro Stato membro dell'Unione deve comunicare tale intenzione allo Stato membro in questione, affinché i documenti quali i certificati di nascita non possano essere modificati in modo tale da cancellare l'origine dell'identità del bambino;

34. rileva che qualsiasi cittadino dell'Unione riconosciuto come genitore di un bambino nato nel matrimonio o fuori di esso deve essere informato delle possibilità di ricorso in caso di separazione per poter ottenere un diritto di visita, tranne nei casi in cui ciò rappresenti per il bambino un pericolo reale e comprovato, stabilito di comune accordo tra i paesi d'origine dei genitori e del bambino;

35. chiede l'istituzione di un mediatore o almeno di un mediatore per i minori in ogni Stato membro, che disponga di poteri tali da consentirgli di accedere a qualsiasi documento nonché di riesaminare le decisioni giudiziarie, al fine di conciliare le denunce e le difficoltà giuridiche dei genitori che si separano, per evitare che questi optino per una condotta illegale per far prevalere quello che ritengono essere un diritto loro e dei loro figli; precisa inoltre che ogni cittadino può adire il mediatore del proprio paese d'origine o del paese in cui ritiene che i suoi diritti non siano stati rispettati;

36. invita gli Stati membri che non l'abbiano ancora fatto a ratificare la decisione del Consiglio, del 12 luglio 2010, che autorizza una cooperazione rafforzata nel settore del diritto applicabile in materia di divorzio e di separazione legale, onde garantire l'uguaglianza dei cittadini dell'UE rispetto alla scelta del diritto applicabile al proprio divorzio; invita altresì la Commissione a promuovere questo nuovo strumento durante l'anno europeo della cittadinanza, in considerazione del fatto che, inevitabilmente, il numero dei divorzi transnazionali aumenta di pari passo con il numero dei matrimoni transnazionali;

37. ritiene che tutti i cittadini che credono di aver subito una violazione dei propri diritti debbano disporre di mezzi di ricorso per lo meno a livello locale, nazionale o europeo per poterli difendere;

38. richiama ancora una volta l'attenzione sui problemi cui sono confrontati i cittadini dell'UE che hanno deciso di esercitare il proprio diritto di stabilimento ai sensi dell'articolo 49 del TFUE e hanno legalmente acquistato proprietà in Spagna, che sono state successivamente rese illegali; sollecita le autorità spagnole a rivedere approfonditamente il modo in cui viene attuata la Ley de Costas (Legge sulle coste) al fine di evitare di compromettere i diritti dei singoli proprietari, tenendo conto del fatto che il diritto di proprietà non rientra nell'ambito delle competenze dell'UE in quanto soggetto al principio di sussidiarietà previsto nei trattati;

39. ribadisce con enfasi la priorità fondamentale della commissione per le petizioni, che consiste nel trovare una soluzione alle annose preoccupazioni in materia di proprietà; sottolinea che i cittadini dell'UE, cittadini o meno degli Stati membri in questione, hanno registrato una serie di gravi problemi in relazione a transazioni immobiliari e a garanzie bancarie e che la violazione dei diritti di proprietà ha comportato una perdita di fiducia nel mercato immobiliare transfrontaliero e contribuito ai problemi economici dell'Europa; chiede che i principi dell'UE in materia di protezione dei consumatori e libera circolazione siano estesi al settore immobiliare e ribadisce la sua richiesta quanto al pieno rispetto del diritto alla proprietà legittimamente acquisita;

40. riconosce che vi sono numerosi ostacoli che impediscono ai cittadini dell'UE di beneficiare pienamente dei diritti elettorali quando risiedono in un paese diverso dal proprio, mentre si tratta del diritto politico più tangibile dei cittadini dell'Unione e il suo esercizio deve essere privo di qualsiasi formalità discriminatoria e ostruttiva; invita la Commissione e gli Stati membri a sensibilizzare maggiormente i cittadini a questo diritto attraverso campagne di informazione mirate in periodi pre-elettorali; plaude alla volontà della Commissione di agevolare la procedura che consente ai cittadini dell'UE di candidarsi alle elezioni europee nello Stato membro di residenza e la esorta a condurre il lavoro tecnico preparatorio per il miglioramento dei meccanismi atti a prevenire il doppio voto e la perdita del diritto di voto; propone a questo scopo l'istituzione di un registro elettorale europeo per le elezioni europee; sostiene l'azione della Commissione a favore della pubblicazione simultanea dei risultati delle elezioni del Parlamento europeo in tutti gli Stati membri; invita gli Stati membri a trovare soluzioni più appropriate per migliorare le norme in materia elettorale per promuovere le migliori pratiche; sottolinea che una partecipazione più diretta dei cittadini per mezzo dei partiti politici europei costituisce un passo decisivo per conseguire "più Europa" e una democrazia più autentica;

41. suggerisce che l'adesione a un partito politico europeo possa essere proposta con maggiore frequenza al momento dell'adesione a un partito nazionale, al fine di incoraggiare la partecipazione dei cittadini alla politica europea;

42. ritiene che la creazione dello sportello unico fisico e online per i cittadini "La tua Europa" sia di grande importanza per coloro i quali, siano essi residenti di lunga durata o nuovi residenti, cercano informazioni o intendono presentare ricorsi; riconosce al tempo stesso che le reti specifiche istituite dalla Commissione per l'informazione e la risoluzione dei problemi (come Europe Direct, SOLVIT e i centri europei dei consumatori) sono partner importanti nella composizione delle controversie in materia di disfunzioni nel mercato interno o restrizioni dei diritti dei cittadini dell'UE; invita la Commissione a promuovere più attivamente tali servizi on-line e facilmente accessibili, non solo coinvolgendo gli attuali servizi di assistenza e risoluzione dei problemi a livello dell'UE ma anche, in particolare, facendoli conoscere ai cittadini in maniera più attiva e capillare;

43. ritiene che i lavoratori transfrontalieri, che sono soggetti a notevoli complessità amministrative negli Stati membri, abbiano necessità di disporre di informazioni migliori e più mirate circa i loro diritti sociali e professionali; esorta la Commissione a produrre materiale informativo che definisca in termini chiari e semplici i diritti dei cittadini dell'UE di trasferirsi, studiare, fare acquisti, viaggiare ed esercitare i propri diritti politici oltre frontiera; ritiene che un nuovo meccanismo alternativo di risoluzione delle controversie per i cittadini fondato su organismi consultivi e strutture amministrative esistenti contribuirebbe notevolmente ad offrire ai consumatori procedure di composizione extragiudiziale economiche, efficaci e accessibili;

44. propone alla Commissione di condurre un'indagine conoscitiva sul modo in cui i cittadini dell'UE desiderano essere informati sulle attività dell'Unione, allo scopo di rispondere più direttamente alle loro aspettative;

45. invita la Commissione a migliorare la diffusione in tutta l'UE di informazioni sulle attività dell'Unione aumentando il numero di punti di informazione esistenti a livello locale;

46. chiede che il numero di documenti che necessitano di una traduzione certificata nel corso di procedimenti giudiziari sia ridotto al minimo necessario in modo da evitare che la difesa del cittadino subisca ritardi e che si determinino spese giudiziarie eccessive;

47. auspica che tutti i cittadini dell'UE vittime di eccesso di zelo o di abuso di posizione dominante da parte delle autorità amministrative o di polizia di un altro Stato membro possano rivolgersi con facilità all'autorità nazionale o locale responsabile per le denunce contro tali organismi;

48. auspica che la Commissione europea, che si adopera per la promozione dei gemellaggi tra città europee, non si concentri esclusivamente sulla concessione di assistenza a favore dei gemellaggi che coinvolgono i nuovi Stati membri o paesi terzi, bensì provveda a che anche i gemellaggi di più lunga data possano continuare a beneficiare degli aiuti dell'UE affinché nel lungo termine sia assicurata la continuità, attualmente in pericolo;

49. ritiene che ogni cittadino dell'Unione abbia diritto al libero accesso a un'informazione neutrale e di elevata qualità; guarda con grande preoccupazione all'istituzione di autorità di monitoraggio dei media aventi legami troppo stretti con il potere politico;

50. ritiene che l'Unione dovrebbe comunicare più regolarmente tramite la televisione, che è un importante vettore di informazioni; plaude pertanto allo stanziamento di ulteriori fondi destinati al canale Euronews;

51. accoglie con favore la recente proposta della Commissione di rafforzare la protezione dei cittadini dell'Unione offerta dalle autorità diplomatiche e consolari di un altro Stato membro, chiarendo in particolare quando un cittadino sia da considerarsi non rappresentato e specificando il tipo di assistenza che gli Stati membri generalmente forniscono in caso di necessità;

52. si congratula con la Commissione per la realizzazione del portale europeo della giustizia elettronica, che offre un utile compendio delle modalità del diritto di ciascuno Stato membro;

53. incoraggia la Commissione europea a cooperare con la commissione per le petizioni nella stesura di una nuova relazione sulla cittadinanza nel 2013; precisa al riguardo che la commissione per le petizioni procederà a un'analisi critica dei risultati conseguiti (prima della pubblicazione delle prossima relazione) in termini di rafforzamento della cittadinanza dell'Unione, basandosi in particolare sulle petizioni ricevute, e inviterà la Commissione a prendere ulteriori misure se necessario;

54. accoglie con favore la proposta della Commissione di proclamare il 2013 "Anno europeo dei cittadini", che susciterebbe e aumenterebbe la consapevolezza dei diritti e dei vantaggi derivanti dalla cittadinanza dell'Unione; esorta la Commissione ad avvalersi – in collaborazione con le autorità locali, regionali e nazionali e i rappresentanti della società civile – di tale opportunità per potenziare i suoi sforzi volti a proteggere e promuovere i diritti dei cittadini, rafforzando in tal modo lo status e l'immagine dell'UE come difensore e promotore dei diritti dei cittadini; sottolinea l'importanza di sfruttare le potenzialità strategiche dell'anno 2013 per accelerare i cambiamenti sociopolitici necessari per affrontare il problema della mancanza di fiducia, che è stato acuito dalle crisi economiche; chiede l'inserimento della cittadinanza dell'Unione tra le priorità dell'attuale Presidenza del Consiglio dell'Unione europea; esprime la speranza che l'Anno europeo dei cittadini 2013 sia l'occasione per affrontare i problemi socioeconomici dell'Unione europea e per agire ai fini di un mercato al servizio dei cittadini, rafforzando nel contempo in modo significativo la consapevolezza generale riguardo allo status di cittadino dell'Unione;

55. propone alla Commissione di indire nel corso del 2012 un concorso europeo per la creazione di un logo dell'Anno europeo dei cittadini;

56. invita il Parlamento europeo e il Consiglio a vigilare affinché gli Stati membri dispongano di risorse finanziarie sufficienti per garantire lo svolgimento nelle migliori condizioni dell'Anno europeo dei cittadini del 2013 e delle attività ad esso connesse, in particolare quelle che coinvolgono i mezzi di comunicazione, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati;

57. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

  • [1]  GU L 257 del 19.10.1968, pag. 2.
  • [2]  GU L 158 del 30.4.2004, pag. 77.
  • [3]  GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22.
  • [4]  GU L 284 del 30.10.2009, pag. 1.
  • [5]  GU C 137E del 27.5.2010, pag. 14.
  • [6]  Articolo 20, paragrafo 2, TFUE.
  • [7]  P7_TA(2011)0587.
  • [8]  Cfr. Lucy Stewart contro Secretary of State for Work and Pensions, causa C‑503/09.
  • [9]  GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22.
  • [10]  P7_TA(2011)0453
  • [11]  Regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, GU L 145 del 31.5.2001, pag. 43.
  • [12]  Cfr., segnatamente, petizioni 0810/2011 e 0900/2011.
  • [13]  Cfr., segnatamente, petizione 0632/2008.
  • [14]  P7_TA(2011)0092.
  • [15]  Cfr., segnatamente, petizioni 1351/2008, 0945/2010 e 1300/2010.
  • [16]  Cfr., segnatamente, petizioni 0401/2009 e 1119/2009.
  • [17]  Causa C-299/05 del 18 ottobre 2007 e, più recentemente, causa C-503/09 del 21 luglio 2011.
  • [18]  Cfr., segnatamente, petizione 112/2009.
  • [19]  Cfr., segnatamente, petizioni 511/1998 e 689/1998.
  • [20]  Regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, che abroga il regolamento (CE) n. 1347/2000 (GU L 338 del 23.12.2003, pag. 1).
  • [21]  Cfr., segnatamente, petizione 1614/2009.

MOTIVAZIONE

La "Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione"[1] è stata pubblicata dalla Commissione europea a ottobre 2010. Partendo dai suggerimenti contenuti nella relazione del Parlamento europeo del 20 marzo 2009 sui problemi e le prospettive concernenti la cittadinanza europea[2], la Commissione europea ha consultato la società civile e ha elaborato una classifica dei principali ostacoli all'esercizio transfrontaliero dei loro diritti che i cittadini europei si trovano ad affrontare.

La "Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione" è più ampia delle versioni precedenti, che fornivano essenzialmente una sintesi descrittiva, a norma dell'articolo 25 del TFUE, dei principali sviluppi in materia di cittadinanza dell'Unione nel triennio di riferimento. Individua 25 ostacoli incontrati dai cittadini nei loro diversi ruoli (come soggetti privati, consumatori, residenti, studenti, turisti e professionisti o politici) e propone alcune soluzioni per superarli.

Il presente progetto di relazione fa una disamina delle azioni proposte dalla Commissione europea secondo la prospettiva delle petizioni ricevute dalla commissione per le petizioni nel periodo di riferimento 2008-2011, permettendo di tener conto dei più recenti sviluppi. A tale scopo sono state analizzate oltre 300 petizioni pertinenti.

Le petizioni offrono informazioni di prima mano sulle reazioni dei cittadini in merito all'attuazione delle diverse politiche e riflettono il grado di soddisfazione per l'attività dell'Unione europea. I firmatari delle petizioni partecipano alle riunioni della commissione e hanno la possibilità di avviare un dialogo trasparente e diretto con i deputati al Parlamento europeo.

Negli ultimi anni, è stato registrato un numero crescente di petizioni relative ai problemi incontrati dai cittadini dell'UE nell'esercizio del diritto alla libera circolazione. Le statistiche riportate nelle relazioni annuali della commissione per le petizioni dimostrano che circa il 25% del numero complessivo di petizioni ricevute riguarda problematiche correlate alla libera circolazione.

La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ha dato via via maggiore consistenza alla cittadinanza europea e ha posto in primo piano la libera circolazione in quanto diritto fondamentale da cui sgorga un'ampia serie di altri diritti essenziali. La libertà di circolazione è una delle conquiste più preziosi dell'UE. Una recente indagine dell'Eurobarometro ha rilevato che il diritto più familiare dei cittadini europei rimane il diritto alla libera circolazione e al soggiorno, che l'88% degli intervistati riconosce[3].

Eppure, la libera circolazione delle persone è la libertà meno sviluppata tra le quattro sancite dai trattati (libera circolazione di beni, capitali, servizi e persone). Nonostante i notevoli progressi compiuti in tale ambito con l'entrata in vigore della direttiva sulla cittadinanza[4], numerose petizioni testimoniano come vi siano ancora molti problemi correlati con l'applicazione della direttiva.

Alcuni Stati membri non garantiscono il pieno riconoscimento dei diritti dei familiari di paesi terzi. Numerose petizioni, per esempio, segnalano che il Regno Unito ha vietato l'ingresso a familiari originari di paesi extra UE privi di visto, anche ove dispongano di carte di soggiorno rilasciate da un altro Stato membro. Le autorità del Regno Unito richiedevano un numero troppo elevato di documenti, elaboravano le richieste con ritardi eccessivi e trattenevano i documenti originali. A seguito dell'intervento della Commissione europea determinato dalle numerose denunce e petizioni ricevute, sono stati avviati alcuni miglioramenti nelle pratiche amministrative.

Alcuni paesi rilasciavano carte di soggiorno di durata limitata (in violazione dell'articolo 11, paragrafo 1) o violavano il principio di parità di trattamento (previsto dall'articolo 24) trattando i cittadini europei residenti nel loro territorio in conformità della direttiva, in modo meno favorevole dei propri cittadini.

In Svezia, le decisioni di rifiutare il rilascio di una carta di soggiorno non possono essere riviste e e i cittadini sono così privati del basilare diritto di ricorso. I cittadini olandesi che vivono all'estero incontrano difficoltà nel rinnovo dei documenti di viaggio.

I cittadini incontrano spesso difficoltà nell'accedere alle prestazioni di sicurezza sociale, in particolare perché la normativa in materia è complessa, difficile da comprendere e a volte applicata in modo inadeguato dalle autorità competenti. Spesso non compilano i moduli giusti o non rispettano le scadenze per la presentazione della necessaria documentazione perché non sono stati adeguatamente informati o non hanno trovato le istruzioni necessarie prima di lasciare il paese di origine.

Numerose petizioni sono state presentate da cittadini britannici residenti in un altro paese dell'UE relativamente al rifiuto da parte del governo del Regno Unito di concedere prestazioni quali pensioni d'invalidità o indennità di accompagnamento, sebbene la Corte di giustizia dell'Unione europea le abbia classificate come prestazioni di assistenza sanitaria in denaro esportabili[5].

Un altro caso presentato dal firmatario di una petizione[6] è stato oggetto di una domanda di pronuncia pregiudiziale che ha portato alla sentenza di riferimento della Corte di giustizia dell'Unione europea (C-503/09) pronunciata nel luglio 2011. La sentenza stabilisce che la prova di un soggiorno pregresso possa essere richiesta solo in mancanza di altro collegamento effettivo al sistema di sicurezza sociale del Regno Unito.

La Corte di giustizia ha posto l'accento sul concetto di cittadinanza e sui diritti correlati. Ha sottolineato che sarebbe incompatibile con i diritti di cittadinanza se i cittadini ricevessero nello Stato membro di cui hanno la cittadinanza, un trattamento meno favorevole rispetto al trattamento di cui godrebbero se non si fossero avvalsi delle opportunità offerte dai trattati.

La commissione per le petizioni ha fortemente sostenuto la petizione sin dalla data di ricezione nel 2008, e si è impegnata in un dialogo costruttivo in merito con le competenti autorità britanniche e con la Commissione europea. Nel novembre 2009, la firmataria e la sua famiglia hanno potuto partecipare a una riunione della commissione e illustrare pienamente il caso dinnanzi a membri della commissione e a funzionari della Commissione europea.

Le disposizioni del Regno Unito non fanno alcun riferimento al fatto che un ex lavoratore che abbia un figlio che frequenta ancora la scuola gode del diritto di soggiorno nel Regno Unito ai sensi del diritto comunitario. Di conseguenza, a questo gruppo di persone verranno quasi certamente, a torto, negati benefici sulla base del fatto che essi non godono del diritto di soggiorno. Tali disposizioni, inoltre, non affrontano i diritti di cui all'articolo 18 del TFUE. Si tratta di una questione complicata, ma da sentenze della CGE si evince chiaramente che una persona che godesse in passato del diritto di soggiorno in uno Stato membro deve ricevere pari trattamento rispetto ai cittadini di tale Stato membro in termini di accesso alle prestazioni.

I firmatari hanno inoltre riferito di problemi connessi al riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche e a volte all'inadeguato recepimento o attuazione della direttiva 2005/36/CE[7].

Il codice di condotta approntato per l'applicazione della direttiva 2005/36/CE sembra non essere sufficientemente conosciuto o adeguatamente rispettato dalle autorità competenti. In alcuni casi, le autorità esigevano che i richiedenti presentassero documenti aggiuntivi rispetto a quelli menzionati negli allegati o richiedevano test linguistici sproporzionati. In molti paesi sono stati denunciati ritardi nel recepimento della direttiva. Farmacisti in possesso di qualifiche ottenute in un altro Stato membro hanno denunciato il rifiuto dell'accesso alla gestione di nuove farmacie nel Regno Unito sulla base di un'interpretazione restrittiva dell'articolo 21, paragrafo 4 della direttiva. La questione è stata risolta positivamente nella seconda metà dell'anno 2011.

La pletora di autorità competenti, a livello nazionale o locale, genera confusione riguardo all'ente cui i firmatari dovrebbero rivolgersi. Anche le lunghe procedure e la burocrazia fungono da deterrenti.

In Italia, sono state rilevate evidenti e numerose discriminazioni sulla base della cittadinanza ai danni dei lettori di lingue straniere che lottano da decenni contro un trattamento discriminatorio in materia di stabilità del posto di lavoro, evoluzione della carriera, pensioni e sicurezza sociale.

I firmatari hanno espresso preoccupazioni circa gli ostacoli cui devono far fronte le persone con disabilità nell'esercizio del diritto alla libera circolazione, come per esempio la mancanza di adeguati servizi di trasporti.

Problemi nell'ambito del diritto di famiglia sono stati riscontrati soprattutto per quanto riguarda la custodia dei figli in caso di divorzio o il riconoscimento delle unioni registrate in un altro Stato membro.

Per quanto concerne i divorzi transfrontalieri, i firmatari hanno denunciato in primo luogo gli enormi costi, il prolungarsi dei procedimenti nel tempo, la mancanza di informazioni adeguate sulle leggi applicabili e sulle giurisdizioni.

Numerose petizioni mettono in evidenza i problemi relativi al mancato riconoscimento dei documenti di stato civile. Le procedure per il riconoscimento dei documenti possono essere estremamente lunghe e comportare diverse spese, in particolare per la traduzione o l'autenticazione. Alcuni firmatari hanno segnalato problemi relativi alla trascrizione dei nomi secondo la cultura del paese in cui si sono trasferiti. Altri lamentano le difficoltà incontrate per registrare un figlio neonato nel nuovo Stato di residenza. È stato segnalato che le autorità polacche rifiutano di rilasciare certificati di stato civile ai cittadini che intendono contrarre matrimonio o unirsi legalmente con persone dello stesso sesso in un altro Stato membro.

Già da diversi anni sono all'esame varie petizioni che chiedono una soluzione ai problemi legati al reciproco riconoscimento dei matrimoni e delle unioni riconosciute di coppie dello stesso sesso, argomento che riporta alla discriminazione di alcuni diritti fondamentali garantiti ai cittadini dell'Unione europea sulla base dell'orientamento sessuale.

Le espulsioni di massa sulla base delle origini etniche o nazionali sono state pesantemente criticate ed è stato sottolineato come una delle cause del problema sia soprattutto la mancanza di strategie nazionali di integrazione dei rom.

La relazione segnala l'importanza delle reti informali per la soluzione dei problemi (Solvit, il sito web "La tua Europa") e di una migliore politica di comunicazione intesa a garantire ai cittadini il pieno godimento dei diritti sanciti dai trattati.

Sebbene i diritti dei cittadini siano chiaramente sanciti negli strumenti giuridici dell'UE, non sono sempre concretamente applicati. Molti cittadini provano quindi una certa disaffezione nei confronti del progetto europeo. La commissione per le petizioni cerca di correggere tali difetti mettendo i cittadini al centro delle sue attività. Mettendo a frutto la sua influenza politica, avvia un dialogo diretto con le autorità nazionali e regionali degli Stati membri interessati e cerca di individuare rimedi rapidi ed extragiudiziali alle questioni sollevate. Nei casi che presentano possibili gravi violazioni del diritto europeo, che meritano un esame più approfondito da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea, la commissione PETI collabora strettamente con la Commissione europea per avviare procedure d'infrazione. I diritti dei cittadini sono quindi costantemente promossi e difesi dalla procedura delle petizioni.

  • [1]  COM(2010)0603 definitivo.
  • [2]  http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P6-TA-2009-0204&language=IT&ring=A6-2009-0182.
  • [3]  Eurobarometro, "Cittadinanza dell'Unione europea – relazione analitica"(Eurobarometro Flash 294, ottobre 2010).
  • [4]  Direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, GU L 158 del 2004 pag. 77.
  • [5]  Causa C-299/05 del 18.10.2007.
  • [6]  Petizione 876/2008, presentata da Lucy Jane Marie Stewart, cittadina britannica, sul suo diritto alla pensione di inabilità in caso di residenza in uno Stato membro dell'UE diverso da quello di cui ha la cittadinanza
  • [7]  Direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (25.1.2012)

destinato alla commissione per le petizioni

sulla relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione
(2011/2182(INI))

Relatore per parere: Louis Grech

SUGGERIMENTI

La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per le petizioni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che la relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione (COM(2010)603) e la comunicazione intitolata "Verso un atto per il mercato unico" (COM(2010)608) sono iniziative complementari che mettono i cittadini al centro del mercato unico e contribuiscono a superare l'attuale frammentazione dell'UE;

B.  considerando che l'attuale congiuntura economica sfavorevole ed il riemergere di atteggiamenti protezionistici negli Stati membri hanno minacciato alcune delle conquiste più visibili del processo di integrazione europea; considerando che la proposta della Commissione di proclamare il 2013 "Anno europeo dei cittadini" dovrebbe servire ad affrontare i problemi socioeconomici dell'Unione europea e contribuire ad un mercato al servizio dei cittadini;

C.    ricordando lo spirito della sua risoluzione del 20 maggio 2010[1] concernente la creazione di un mercato unico per i consumatori e i cittadini, e sottoscrivendo il rapporto Monti, che promuove un approccio basato sui cittadini per far sì che le preoccupazioni dei cittadini e dei consumatori siano pienamente integrate nello sviluppo del mercato unico, rafforzando il ruolo dei cittadini europei ed imprimendo un nuovo slancio politico al concetto di cittadinanza europea;

D. considerando l'esito del primo forum del mercato unico, tenutosi a Cracovia il 3 e 4 ottobre 2011, e in particolare la dichiarazione di Cracovia, che ha sottolineato gli ostacoli che i cittadini devono affrontare quotidianamente e le misure che occorre adottare per rimuovere tali ostacoli;

1.  sottolinea in particolare l'importanza di eliminare gli ostacoli alla libera circolazione dei cittadini europei, in particolare garantendo che essi godano dei propri diritti dell'Unione in relazione ai diversi aspetti della loro vita in qualsiasi Stato membro in cui si rechino; ritiene che tale aspetto sia particolarmente importante per quanto concerne la libera circolazione dei lavoratori e dei professionisti e pertanto il completamento del mercato interno;

2.  sottolinea che la mobilità dei cittadini dell'Unione europea potrebbe essere potenziata fornendo loro maggiori informazioni sui loro diritti sociali in altri Stati membri e facilitando l'applicazione di tali diritti; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione intesa a sviluppare un nuovo sistema di scambio elettronico dei dati sulla previdenza sociale e chiede una maggiore cooperazione tra i sistemi nazionali di previdenza sociale;

3.  invita la Commissione europea ad attuare l'articolo 174 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare per le aree insulari e per le zone di montagna i cui cittadini, a differenza di coloro che vivono nei grandi centri urbani, non usufruiscono dello stesso accesso a sanità, lavoro e istruzione; incoraggia la Commissione a compiere maggiori sforzi per introdurre la banda larga nelle regioni insulari e di montagna e a mettere in pratica tutte le politiche di accesso ai diritti necessarie per evitare lo spopolamento di tali aree;

4.  plaude all'impegno della Commissione ad aggiornare la direttiva 2005/36/CE al fine di consentire un riconoscimento delle qualifiche professionali più rapido e meno burocratico; sottolinea la necessità di garantire un ampio riconoscimento delle qualifiche professionali, data la crescente mobilità dei cittadini, nonché di assicurare i diritti di portabilità dei lavoratori mobili, promuovere la formazione informale per giungere ad un passaporto delle qualifiche ed attuare la tessera "Youth on the move"; sostiene l'idea che una tessera professionale europea volontaria potrebbe costituire uno strumento atto a facilitare la mobilità dei cittadini europei e fornire un esempio concreto dell'Europa dei cittadini;

5.  ricorda l'importanza della portabilità dei diritti a pensione tra gli Stati membri dell'Unione europea, la cui mancata applicazione rimane un ostacolo significativo che scoraggia i cittadini dall'esercitare il proprio diritto alla libera circolazione;

6.  nota che la Commissione è consapevole del fatto che i cittadini hanno un accesso insufficiente alle informazioni ed invita pertanto la Commissione ad adeguare il più possibile le sue comunicazioni alle necessità dei normali cittadini, ad esempio mettendo a disposizione tutte le consultazioni pubbliche della Commissione in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea; ribadisce con forza la sua posizione relativa all'importanza degli sportelli unici, si congratula con la Commissione per il suo lavoro sul portale "La tua Europa" ed incoraggia il completamento di tale strumento innovativo, in particolare potenziando le soluzioni per istituire sportelli unici dotati di risorse adeguate a livello nazionale, garantendo che siano ubicati nelle rappresentanze della Commissione europea nei vari Stati membri dell'UE;

7.  riconosce che le formalità amministrative restano una delle principali barriere all'interno dell'Unione europea; invita la Commissione ad individuare soluzioni maggiormente efficaci, identificando e rimuovendo costantemente le barriere e le difficoltà per i cittadini che hanno a che fare con procedure amministrative transfrontaliere, direttamente o attraverso le autorità locali;

8.  prende atto delle difficoltà linguistiche che i cittadini devono affrontare nelle relazioni con le giurisdizioni, le istituzioni e le amministrazioni nazionali quando si spostano liberamente all'interno dell'Unione europea; invita la Commissione a presentare soluzioni concrete e adeguate per aiutare i cittadini a superare tale considerevole ostacolo, senza gravare in modo significativo sulle autorità degli Stati membri;

9.  invita la Commissione ad adottare un quadro globale e consolidato che integri tutti i diritti dei passeggeri in un unico testo normativo, tenendo conto delle diverse esigenze dei passeggeri a seconda del modo di trasporto e plaude all'intenzione della Commissione di rivedere il regolamento (CE) n. 261/2004; chiede alla Commissione di perseguire azioni efficaci in tale ambito;

10. sottolinea che norme fiscali complesse, applicabili alle situazioni transfrontaliere, unite alla doppia imposizione fiscale, scoraggiano la mobilità transfrontaliera dei cittadini; sostiene gli sforzi della Commissione intesi ad eliminare tali barriere fiscali e ritiene che si dovrebbe prestare particolare attenzione all'immatricolazione dei veicoli a motore precedentemente immatricolati in un altro Stato membro, al fine di ridurre le formalità e le pratiche complesse di reimmatricolazione ed evitare i casi di doppio pagamento della relativa tassa; invita la Commissione a garantire che una proposta legislativa in tale ambito sia presentata nel 2012;

11. plaude alle proposte della Commissione intese a facilitare l'accesso all'assistenza sanitaria transfrontaliera, onde rassicurare i cittadini che vivono al di fuori del proprio Stato membro di origine e garantire loro un'assistenza di qualità; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire un'attuazione rapida ed efficace della direttiva 2011/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera, prestando la dovuta attenzione ai principi di universalità, accesso a cure di buona qualità, equità e solidarietà[2]; invita altresì la Commissione e gli Stati membri a continuare ad adoperarsi per conseguire l'obiettivo di un più ampio utilizzo dei servizi di telemedicina e dei servizi di sanità elettronica entro il 2020 e sostiene i progetti pilota intesi a garantire ai cittadini dell'Unione europea un accesso sicuro online ai propri dati sanitari e ad assicurare l'interoperabilità dei registri dei pazienti, onde fornire loro una continuità delle cure sanitarie;

12. nota che uno dei principali motivi di insoddisfazione dei cittadini che si avvalgono dell'assistenza sanitaria all'estero deriva dal fatto che le persone non sono sufficientemente consapevoli dei propri diritti e degli strumenti per attuarli; chiede alla Commissione e agli Stati membri di informare meglio i cittadini in merito a tali diritti, inclusi gli aspetti pratici del loro esercizio, in particolare per quanto riguarda il rimborso delle spese;

13. prende atto delle recenti pubblicazioni della Commissione concernenti il "Rafforzamento della posizione dei consumatori" e i "20 principali punti critici", che mettono in luce i divari in termini di informazione, legislazione e attuazione ancora esistenti nel mercato unico, nonché la mancanza di conoscenze tra i consumatori e le imprese riguardo ai loro diritti e obblighi, che impedisce loro di usufruire dei vantaggi del mercato interno; si impegna pertanto ed invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare la comunicazione con i cittadini sui diritti derivanti dal mercato unico;

14. ritiene che, dopo aver identificato i problemi relativi al mercato unico, la Commissione dovrebbe passare alla prossima logica fase, che consiste nel consolidare e individuare soluzioni per un'attuazione efficace del mercato unico, al fine di riconquistare la fiducia dei cittadini europei; plaude al lavoro svolto dalla Commissione sui "20 principali punti critici", risultanti dalla risoluzione del 20 maggio 2010[3], quale utile prima fase; invita la Commissione a presentare le "20 principali soluzioni", come proposto in occasione del forum del mercato unico di Cracovia, onde risolvere ciascuna delle cause di frustrazione di cui sopra;

15. invita la Commissione a considerare lo sviluppo del mercato unico digitale come una priorità affinché i consumatori abbiano pieno accesso ad offerte maggiormente competitive per beni e servizi;

16. ritiene che occorra facilitare ulteriormente l'accesso ai servizi bancari per i cittadini dell'Unione europea che si stabiliscono in un altro Stato membro; chiede alla Commissione di adottare le misure legislative necessarie per garantire l'accesso di tutti i cittadini dell'Unione ad un conto di pagamento di base; sottolinea la necessità di migliorare la trasparenza delle commissioni bancarie;

17. ricorda l'esito positivo del forum del mercato unico del 2011, che ha consentito di verificare i progressi del mercato unico ed ha contribuito a richiamare l'attenzione sulle preoccupazioni dei cittadini; invita la Commissione a proseguire su questa strada ed a valutare costantemente la situazione del mercato unico, organizzando regolarmente un forum del mercato unico e integrandolo con visite annuali intese a valutare e promuovere il mercato unico nei singoli Stati membri;

18. plaude al lavoro e all'impegno profusi dalla Commissione per attuare la "legge sul mercato unico"; sollecita la Commissione a garantire un'attuazione efficace delle principali priorità, elaborando nel contempo un secondo pacchetto di iniziative da realizzare in futuro;

19. ricorda l'importanza di meccanismi di ricorso efficaci quale strumento per garantire che i consumatori possano far valere i propri diritti; sottolinea che, nel corso degli anni, i meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie e la rete SOLVIT si sono dimostrati strumenti semplici, rapidi ed economici per la risoluzione dei problemi dei cittadini, tra cui quelli legati al riconoscimento delle qualifiche professionali, della portabilità dei fondi pensionistici dei lavoratori mobili e della libertà di spostamento e residenza di cittadini dell'UE; nota tuttavia che in Europa il quadro dei meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie resta piuttosto frammentato e che la rete SOLVIT permane ampiamente sottoutilizzata; sottolinea che i cittadini dovrebbero essere meglio informati in merito a tali meccanismi di ricorso ed a tali strumenti di risoluzione dei problemi, al fine di facilitare l'indennizzo dei consumatori nell'ambito degli acquisti transfrontalieri di beni e servizi; plaude alle proposte legislative della Commissione relative all'uso dei meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie e di risoluzione delle controversie online ed evidenzia l'importanza di una loro adozione efficace, nonché della promozione di un più vasto ricorso alla mediazione; sollecita la Commissione a garantire che sia predisposto un quadro giuridicamente vincolante nel settore del risarcimento collettivo;

20. ritiene che un nuovo meccanismo alternativo di risoluzione delle controversie fondato sui cittadini e basato sugli organismi consultativi e le strutture amministrative esistenti contribuirebbe notevolmente ad offrire ai consumatori procedure di soluzione stragiudiziale delle controversie economiche, adeguate e accessibili;

21. incoraggia la Commissione ad adottare senza indugio un piano d'azione per rafforzare e potenziare ulteriormente il ruolo di SOLVIT, Your Europe Advice e dei Centri europei dei consumatori, tra gli altri centri di assistenza, al fine di accrescerne la visibilità presso i cittadini e le imprese;

22. incoraggia la Commissione a prendere in considerazione l'adozione di una Carta dei diritti dei cittadini di facile utilizzo, regolarmente aggiornata e facilmente accessibile, come richiesto nella risoluzione del Parlamento del 20 maggio 2010 sopra citata[4], che definisca i diritti e gli obblighi dei cittadini e le questioni transfrontaliere in seno al mercato unico; ritiene che tale Carta debba essere facilmente accessibile e fungere da guida per tutti i cittadini che si spostano, lavorano ed effettuano acquisti e vendite in un contesto transfrontaliero nonché fornire maggiori informazioni e soluzioni pratiche ai problemi quotidiani incontrati dai cittadini europei, come l'accesso alle cure sanitarie, l'immatricolazione degli autoveicoli, l'apertura di un conto bancario, l'acquisto di prodotti online e così via;

23. chiede ulteriori misure da parte degli Stati membri, in coordinamento con la Commissione, per superare gli ostacoli che impediscono ai cittadini di accedere ai servizi online; nota, a tale proposito, la proposta della Commissione relativa al diritto contrattuale europeo;

24. ricorda alla Commissione europea il suo dovere di indagare sulle infrazioni del diritto dell'Unione europea, in particolare per quanto riguarda le violazioni dei diritti dei cittadini dell'UE; sottolinea che l'onere della prova per quanto riguarda tali infrazioni del diritto dell'Unione europea non deve essere imposto ai cittadini che non dispongono delle risorse necessarie per fornire tali informazioni,

25. sottolinea che, nonostante i recenti miglioramenti messi in luce dai quadri di valutazione del mercato interno del dicembre 2010, gli Stati membri non hanno ancora conseguito appieno i loro obiettivi relativi ad una trasposizione corretta e tempestiva della normativa europea nel diritto nazionale; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire un'attuazione e una trasposizione corretta della normativa sul mercato unico attraverso un monitoraggio maggiormente sistematico e indipendente, al fine di garantire condizioni di parità in tutta l'Unione.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

25.1.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

36

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Adam Bielan, Cristian Silviu Buşoi, Sergio Gaetano Cofferati, Lara Comi, Anna Maria Corazza Bildt, Cornelis de Jong, Vicente Miguel Garcés Ramón, Evelyne Gebhardt, Louis Grech, Małgorzata Handzlik, Iliana Ivanova, Philippe Juvin, Sandra Kalniete, Eija-Riitta Korhola, Edvard Kožušník, Kurt Lechner, Toine Manders, Hans-Peter Mayer, Phil Prendergast, Mitro Repo, Robert Rochefort, Zuzana Roithová, Heide Rühle, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Bernadette Vergnaud, Barbara Weiler

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Simon Busuttil, Frank Engel, Ildikó Gáll-Pelcz, Anna Hedh, Liem Hoang Ngoc, Emma McClarkin, Olle Schmidt, Kyriacos Triantaphyllides

  • [1]  P7_TA(2010)0186.
  • [2]  La direttiva 2011/24/UE prevede norme intese a facilitare l'accesso ad un'assistenza sanitaria transfrontaliera sicura e di alta qualità e promuove la cooperazione in materia di assistenza sanitaria tra gli Stati membri. Ai sensi dell'articolo 4 della direttiva, l'assistenza sanitaria transfrontaliera è fornita tenendo conto dei principi di universalità, accesso a cure di alta qualità, equità e solidarietà.
  • [3]  P7_TA(2010)0186 (relazione Grech).
  • [4]  P7_TA(2010)0186 (relazione Grech).

PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione (24.1.2012)

destinato alla commissione per le petizioni

sulla relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: eliminare gli ostacoli all’esercizio dei diritti dei cittadini dell’Unione
(2011/2182(INI))

Relatore per parere: Morten Løkkegaard

SUGGERIMENTI

La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per le petizioni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  è dell'avviso che le carenze nella diffusione delle informazioni siano una delle ragioni principali per cui i cittadini dell'UE non sono in grado di esercitare pienamente i loro diritti; chiede nuovamente alla Commissione, alla vigila del 2013, Anno europeo dei cittadini, di garantire, in collaborazione con i poteri locali, regionali e nazionali e con i rappresentanti della società civile, una strategia globale di comunicazione, al fine di informare i cittadini europei sui loro diritti, incoraggiando in tal modo l’educazione civica, mettendo i cittadini in grado di esprimere le loro opinioni e garantendo una migliore comprensione delle stesse; è dell'avviso che i deputati al Parlamento europeo debbano attivarsi a livello locale e comunicare con i cittadini nei loro collegi elettorali;

2.  è dell'avviso che la comunicazione è tanto più efficace quanto più è vicina ai cittadini; sottolinea il ruolo dei deputati al Parlamento europeo nella comunicazione attiva con gli elettori ed esorta gli organi nazionali e regionali ad appropriarsi dei diritti garantiti dal diritto dell'UE; a tal proposito, invita la Commissione a individuare le lacune in materia di attuazione;

3.  invita le istituzioni dell'UE a prodigarsi per migliorare la facilità di consultazione dei loro siti web e a utilizzare appieno i media sociali;

4.  accoglie favorevolmente l'iniziativa europea dei cittadini e sottolinea la necessità di renderla operativa rapidamente fornendole i mezzi per divenire uno strumento effettivo di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell'Unione europea; invita la Commissione a sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle possibilità d'intervento offerte da tale strumento e chiede che le proposte presentate dai cittadini siano effettivamente prese in considerazione;

5.  ricorda il gruppo interistituzionale sull'informazione, quale forum nel cui ambito le istituzioni dell'UE possono lavorare per onorare l'impegno a essere insieme "per comunicare l'Europa" e coordinare gli sforzi per accrescere la consapevolezza dei diritti conferiti dall'UE; rileva che la cooperazione all'interno del gruppo interistituzionale sull'informazione è stata recentemente interrotta e incoraggia tutte le parti coinvolte a concordare strategie di comunicazione comuni al fine di massimizzare l'impatto degli sforzi di comunicazione;

6.  ricorda l'importanza del volontariato nel rafforzare l’ambito di partecipazione alla società di ogni cittadino dell’UE, nell'apprendimento e nell'esercizio della cittadinanza attiva, nella creazione di capitale sociale e nel raggiungimento di un più forte senso di identità europea; sollecita la Commissione e gli Stati membri a rimuovere gli ostacoli al volontariato e a sviluppare strategie che lo promuovano, nonché a riconoscere il suo contributo alla promozione della cittadinanza europea;

7.  invita la Commissione a creare, a tutti i livelli politici, meccanismi che promuovano una cultura di difesa e diffusione dei diritti fondamentali, in modo da incoraggiare il dialogo politico interattivo e dare attuazione pratica ai principi della democrazia partecipativa;

8.  esorta la Commissione a ottimizzare la fornitura di informazioni sulla mobilità destinate a studenti, insegnanti e ricercatori all'interno dell'UE mediante la creazione di un sistema di sportello unico, in modo che sia più facile per loro cogliere le opportunità offerte nel quadro dei programmi europei; esorta la Commissione a promuovere campagne di informazione per diffondere lo strumento Europass e l'attività di Eures;

9.  sottolinea l'importanza del volontariato e del suo ruolo nella costruzione di una vera cittadinanza europea, in particolare in tema di salvaguardia dei diritti dei cittadini e di rafforzamento della coesione sociale e della comprensione reciproca tra i cittadini dell'UE;

10. sottolinea il diritto dei cittadini dell'UE a ricevere informazioni obiettive e attendibili da mezzi di comunicazione indipendenti, nel rispetto della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione, come stabilito all'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

11. invita l'Unione europea e gli Stati membri a garantire che, in particolare attraverso le emittenti radiotelevisive pubbliche, siano fornite adeguate informazioni sulla storia, la cultura e le istituzioni europee, nonché sui programmi UE in ambito educativo, sociale e produttivo, per estendere l'accesso alle opportunità offerte dall'UE;

12. invita le Direzioni generali della Comunicazione del Parlamento e della Commissione europea a rafforzare e ampliare le forme di coinvolgimento degli alunni e degli studenti, nonché dei docenti, in campagne di comunicazione interattive, anche via web e attraverso modalità innovative, per estendere la sensibilizzazione e il coinvolgimento attivo sui temi della cittadinanza europea;

13. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per facilitare la mobilità dei cittadini che si spostano da uno Stato membro all’altro e a garantire il pieno riconoscimento accademico dei diplomi, dei certificati e dei periodi di studio e di formazione professionale, rimuovendo così gli ostacoli alla mobilità degli studenti e delle persone in cerca di lavoro, il che è fondamentale per la realizzazione degli obiettivi del processo di Bologna, nonché a potenziare gli sforzi volti a una più ampia diffusione delle informazioni relative alle possibilità offerte ai cittadini europei dai programmi di istruzione e di formazione professionale; raccomanda vivamente l’introduzione di criteri comuni per il riconoscimento reciproco della formazione professionale formale e non formale, per esempio accelerando l’adozione del sistema del quadro europeo delle qualifiche (EQF) per il riconoscimento delle qualifiche, la trasparenza e la validazione delle competenze;

14. chiede alla Commissione e al Consiglio di sostenere e ampliare tutti i programmi culturali ed educativi che promuovono la mobilità europea e transnazionale nonché il multilinguismo, così da accrescere e valorizzare i valori comuni e la interculturalità nell'ambito della cittadinanza europea;

15. esorta la Commissione a intervenire attivamente per garantire il diritto di tutti i cittadini dell'UE a una formazione primaria e professionale qualitativamente valida;

16. ribadisce, in aggiunta alla libertà di circolazione e d’istruzione, l'importanza dei programmi concernenti l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, la formazione professionale e la formazione continua, che contribuiscono all’eliminazione degli ostacoli riguardanti i diritti dei cittadini dell’UE;

17. sottolinea l'enorme contributo del programma Erasmus e di altri programmi di mobilità alla promozione di un senso di cittadinanza europea; invita a maggiori sforzi al fine di aumentare i tassi di partecipazione;

18. ricorda l'importanza di un miglioramento delle abilità linguistiche mediante l'insegnamento di almeno due lingue straniere sin dall'infanzia, come raccomandato dal Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002, in modo che i cittadini dell'UE possano avere accesso alle informazioni ed esercitare veramente i loro diritti in tutta l'Unione; sottolinea la necessità che l'UE e gli Stati membri compiano maggiori sforzi in tale settore, inserendo in modo più attivo l’insegnamento delle lingue straniere a tutti i livelli d’istruzione e facendo particolare attenzione a garantire la parità di accesso all’insegnamento linguistico per tutti i bambini;

19. accoglie con favore la proposta della Commissione europea di istituire l'Anno europeo dei cittadini 2013 e rileva l'importanza del riconoscimento dello status di cittadini dell'Unione e dei diritti ad esso connessi; sottolinea la necessità di promuovere la sensibilizzazione e l'informazione su tali diritti nella vita quotidiana di cittadini e cittadine, con particolare riferimento alle nuove generazioni;

20. sottolinea l'importanza di ulteriori azioni per sostenere, mettere in evidenza e promuovere programmi di cooperazione transfrontaliera europea nel campo della cultura e dell'istruzione, quali strumenti importanti per aumentare la consapevolezza di un'identità europea comune;

21. chiede alla Commissione di prestare attenzione, per quanto riguarda la mobilità dei professionisti e degli operatori nei settori della ricerca, dell'istruzione e della formazione, all’equilibrio tra i diversi Stati membri e le diverse regioni;

22. chiede un’utilizzazione più efficiente delle consultazioni pubbliche condotte dalla Commissione quali strumenti per coinvolgere i cittadini nel dialogo, di modo che gli obiettivi della politica soddisfino maggiormente le loro aspettative; è dell’avviso che le consultazioni dovrebbero essere disponibili in tutte le lingue ufficiali e dovrebbero essere condotte attivamente insieme alle ONG, ai sindacati, agli organi nazionali e locali e ad altri soggetti che possono fungere da moltiplicatori; invita la Commissione a rivedere in tal senso i suoi orientamenti in materia di consultazioni.  

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

24.1.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Maria Badia i Cutchet, Zoltán Bagó, Malika Benarab-Attou, Piotr Borys, Santiago Fisas Ayxela, Lorenzo Fontana, Mary Honeyball, Petra Kammerevert, Morten Løkkegaard, Emma McClarkin, Marek Henryk Migalski, Katarína Neveďalová, Doris Pack, Chrysoula Paliadeli, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Marco Scurria, Emil Stoyanov, Hannu Takkula, László Tőkés, Helga Trüpel, Marie-Christine Vergiat, Sabine Verheyen, Milan Zver

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Ivo Belet, Seán Kelly, Georgios Papanikolaou, Inês Cristina Zuber

PARERE della commissione per gli affari costituzionali (8.12.2011)

destinato alla commissione per le petizioni

sulla relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione – Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione
(2011/2182(INI))

Relatore per parere: Zita Gurmai

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per le petizioni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  plaude all'approccio proattivo piuttosto che descrittivo della relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione presentata dalla Commissione, che fornisce una migliore panoramica sulle misure che la Commissione sarà chiamata a prendere in futuro;

2.  ricorda che la cittadinanza europea dovrebbe essere vista come un insieme di diritti e doveri che si applicano ai cittadini dell'Unione europea a norma dell'articolo 20 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

3.  si rammarica, tuttavia, dello iato esistente tra le disposizioni sulla cittadinanza previste nei trattati e la loro applicazione nella pratica; ricorda, a tale proposito, che la cittadinanza dell'Unione rappresenta un insieme aggiuntivo di diritti garantiti dai trattati dell'UE, sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e sviluppati nel diritto derivato;

4.  precisa che "legiferare meglio" non significa, in linea di principio, "legiferare meno" e che in numerosi settori è spesso necessaria una normativa vincolante per applicare la legge;

5.  rammenta che la partecipazione democratica derivante dai diritti elettorali non può essere imposta ai cittadini, ma dovrebbe originare da essi; ritiene, a tale riguardo, che il processo elettorale sia un mezzo per dare ai cittadini dell'UE un senso di titolarità della democrazia; sottolinea che i partiti politici europei svolgono un ruolo chiave nella formazione di una coscienza politica europea e contribuiscono ad arricchire l'"identità europea" dei cittadini; prevede inoltre che le persone fisiche possano in futuro aderire, a titolo personale, a qualsiasi partito politico europeo; invita i partiti politici a livello nazionale ed europeo a promuovere la dimensione e le tematiche europee, ad esempio istituendo una formazione rivolta ai propri funzionari;

6.  sottolinea che i partiti politici europei e le istituzioni politiche europee sono divenuti elementi essenziali della vita politica dell'Unione europea, che riflettono e contribuiscono a plasmare le rispettive posizioni delle varie "famiglie politiche";

7.  ricorda che i partiti politici europei e la relativa acquisizione di una personalità giuridica conforme al diritto dell'Unione europea, elemento del quale ci si attende l'introduzione in sede di revisione del regolamento (CE) n. 2004/2003, dimostreranno i vantaggi concreti derivanti per i cittadini dall'acquisizione della cittadinanza dell'Unione europea;

8.  si rammarica del fatto che numerosi cittadini dell'Unione europea continuino a essere disinformati in merito ai propri diritti in qualità di cittadini dell'UE; invita gli Stati membri a intensificare decisamente gli sforzi per fornire informazioni utili e pratiche sui diritti connessi alla cittadinanza dell'UE, tra cui i diritti elettorali, l'adesione a partiti politici e la loro fondazione, aiutando così i loro cittadini a beneficiare pienamente di tali diritti, anche se residenti in uno Stato membro diverso da quello di origine;

9.  riconosce la sfida rappresentata dal continuo calo generale di partecipazione dei votanti alle elezioni;

10. rileva che, oltre ai principi democratici comuni, per incrementare la partecipazione dei votanti sono necessarie alcune considerazioni pratiche e forti simboli europei (ad esempio, organizzare le elezioni europee in tutti gli Stati membri contemporaneamente);

11. invita gli Stati membri a garantire che la pubblicazione dei risultati delle elezioni del Parlamento europeo avvenga in modo simultaneo in tutta l'UE, evitando il rischio che l'esito in uno Stato membro possa influire sul voto negli altri Stati membri;

12. accoglie con favore l'intenzione della Commissione di migliorare l'attuale meccanismo volto a impedire il doppio voto alle elezioni del Parlamento europeo;

13. invita la Commissione, in vista dell'imminente adesione dell'UE alla Convenzione europea per la protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) nonché al suo primo protocollo, ad affrontare la prassi vigente in taluni Stati membri, consistente nel privare del diritto di voto i loro stessi cittadini che scelgono di vivere in un altro Stato per un periodo prolungato;

14. sottolinea con forza che i cittadini dell'Unione europea beneficeranno pienamente dello status di cittadini dell'UE soltanto a condizione di essere, unitamente a tutti i soggetti interessati, quali ad esempio gli Stati membri e le istituzioni UE, consapevoli dei diritti e delle responsabilità che ciò comporta; esprime la speranza che il 2013, quale Anno europeo dei cittadini, possa aumentare in modo significativo la consapevolezza generale riguardo allo status di cittadino dell'Unione;

15. si compiace dell'intenzione della Commissione di semplificare il ricorso, da parte dei soggetti interessati, al sostegno finanziario previsto per l'attuazione dei diritti in materia di cittadinanza dell'UE e valuta positivamente i suoi sforzi intesi a garantire sufficienti risorse finanziarie per tali programmi; chiede, a tale proposito, alla Commissione di spiegare più approfonditamente se tali programmi sono aperti alle fondazioni politiche, che sono per definizione i volani della promozione della cittadinanza attiva;

16. sottolinea che occorrerebbe porre l'accento sulla sensibilizzazione ai diritti e agli obblighi derivanti dalla cittadinanza dell'Unione nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione;

17. rammenta che le associazioni, le fondazioni e le società mutue sono parte integrante della società in tutta Europa, e che dotarle di uno statuto europeo rafforzerebbe la loro dimensione europea; invita, in tale contesto, la commissione competente a esaminare quali iniziative sarebbero più idonee a promuovere l'adozione di uno statuto europeo per le associazioni, le fondazioni e le società mutue;

18. rammenta e saluta con favore il fatto che l'insieme dei diritti connessi alla cittadinanza dell'Unione è ora integrato da un nuovo diritto, l'iniziativa dei cittadini europei, che sarà applicabile dall'aprile 2012;

19. invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a porre tempestivamente in atto tutte le necessarie disposizioni amministrative e pratiche affinché i cittadini dell'Unione siano in grado di partecipare con maggiore intensità alla vita democratica dell'Unione mediante l'iniziativa dei cittadini;

20. invita tutti i soggetti interessati a utilizzare il tempo disponibile prima della data in cui entrerà in vigore il regolamento concernente l'iniziativa dei cittadini europei per promuovere su larga scala questo nuovo strumento di democrazia partecipativa;

21. invita tutti i soggetti interessati a usare le risorse nel settore delle tecnologie, dell'informazione e della comunicazione (TIC) al fine di promuovere la comunicazione con i cittadini dell'Unione;

22. invita la Commissione europea e gli Stati membri a considerare l'istituzione di un insegnamento dell'educazione civica europea, al fine di promuovere il ruolo dell'Unione europea presso le giovani generazioni;

23. sottolinea che l'eliminazione degli ostacoli all'acquisizione della cittadinanza e una partecipazione più diretta dei cittadini grazie ai partiti politici europei e all'iniziativa dei cittadini sono passi decisivi per conseguire un rilancio dell'Europa e una democrazia più sostanziale;

24. sostiene l'iniziativa della Commissione intesa a incrementare la quantità di informazioni relative all'Unione europea nei media e invita gli Stati membri e le agenzie di stampa a trasmettere le informazioni sull'Unione in modo più efficace, ad esempio attraverso i canali televisivi nazionali.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

22.11.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

17

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Andrew Henry William Brons, Carlo Casini, Andrew Duff, Ashley Fox, Giuseppe Gargani, Matthias Groote, Roberto Gualtieri, Enrique Guerrero Salom, Gerald Häfner, Daniel Hannan, Stanimir Ilchev, Constance Le Grip, Morten Messerschmidt, Paulo Rangel, Algirdas Saudargas, György Schöpflin, József Szájer, Rafał Trzaskowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Zuzana Brzobohatá, Dimitrios Droutsas, Marietta Giannakou, Alain Lamassoure, Íñigo Méndez de Vigo

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

28.2.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

1

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Elena Băsescu, Heinz K. Becker, Victor Boştinaru, Simon Busuttil, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Ágnes Hankiss, Roger Helmer, Iliana Malinova Iotova, Carlos José Iturgaiz Angulo, Peter Jahr, Miguel Angel Martínez Martínez, Erminia Mazzoni, Willy Meyer, Mariya Nedelcheva, Nikolaos Salavrakos, Adina-Ioana Vălean, Rainer Wieland, Cecilia Wikström, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Sonia Alfano, Vicente Miguel Garcés Ramón, Marian Harkin, Axel Voss, Angelika Werthmann

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Jill Evans, Sylvie Guillaume, Jan Kozłowski, Elisabeth Morin-Chartier