RELAZIONE sul Commercio per il cambiamento:la strategia commerciale e di investimento dell'UE per il Mediterraneo meridionale dopo le rivoluzioni della primavera araba

4.4.2012 - (2011/2113(INI))

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Niccolò Rinaldi


Procedura : 2011/2113(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0104/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul Commercio per il cambiamento: la strategia commerciale e di investimento dell'UE per il Mediterraneo meridionale dopo le rivoluzioni della primavera araba

(2011/2113(INI))

Il Parlamento europeo,

–       visti la dichiarazione di Barcellona, del 28 novembre 1995, che ha istituito un partenariato fra l'Unione europea e i paesi del Sud del Mediterraneo, nonché il programma di lavoro approvato in occasione di tale conferenza,

–       viste le sue risoluzioni del 27 ottobre 2006 sul processo di Barcellona rivisitato[1] e del 25 novembre 2009 sul partenariato economico e commerciale euromediterraneo in vista dell'ottava Conferenza ministeriale Euromed sul commercio[2],

–       vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dell'8 marzo 2011 su "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale" (COM(2011)0200),

–       vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 25 maggio 2011 su "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" (COM(2011)0303),

–       vista la comunicazione della Commissione europea al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 24 maggio 2011 dal titolo "Dialogo con i paesi del Sud del Mediterraneo per la migrazione, la mobilità e la sicurezza" (COM(2011)0292),

–       vista la "tabella di marcia euromediterranea per il commercio fino al 2010 e oltre", adottata dall'ottava Conferenza ministeriale sul commercio dell'Unione per il Mediterraneo nel 2009,

–       viste le conclusioni delle conferenze ministeriali euromediterranee e delle conferenze ministeriali settoriali che si sono svolte dall'avvio del processo di Barcellona, con specifico riferimento alle conclusioni della nona conferenza ministeriale sul commercio dell'Unione per il Mediterraneo dell'11 novembre 2010,

–       visti gli accordi di associazione euromediterranei tra la Comunità e i suoi Stati membri, da una parte, e la Tunisia[3], Israele[4], il Marocco[5], la Giordania[6], l'Egitto[7], il Libano[8] e l'Algeria[9], dall'altra, e l'accordo euromediterraneo interinale di associazione relativo agli scambi e alla cooperazione tra la Comunità e l'OLP (a beneficio dell'Autorità palestinese)[10],

       vista la decisione n. 1/95 del Consiglio di associazione CE-Turchia, del 22 dicembre 1995, relativa all'attuazione della fase finale dell'unione doganale (96/142/CE)[11],

       visto l'accordo di libero scambio, noto come Accordo di Agadir, firmato il 25 febbraio 2004 da Giordania, Egitto, Tunisia e Marocco,

–       vista la valutazione d'impatto sulla sostenibilità della zona di libero scambio euromediterranea (ZLS) predisposta dall'Istituto per la politica e la gestione dello sviluppo dell'Università di Manchester,

–       visti il Documento di strategia regionale (2007-2013) e il Programma indicativo regionale (2007-2013) per il partenariato euromediterraneo e gli obiettivi in esso dichiarati[12], così come la Decisione di esecuzione della Commissione del 29 luglio 2011 sulla seconda parte del Programma d'azione annuale 2011 in favore della regione del Mediterraneo da finanziare a titolo dell'articolo 19 08 01 01 del bilancio generale dell'Unione europea[13],

–       visti i lavori del Fondo euromediterraneo d'investimento e di partenariato, in particolare la riunione ministeriale che si è svolta a Bruxelles il 12 luglio 2011 e la sua relazione annuale per il 2010 pubblicata l'8 agosto 2011,

–       vista la decisione del 5 ottobre 2011 del Consiglio di amministrazione della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo di mettere a disposizione fondi per i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale,

–       visti i lavori dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo,

–       visti i lavori dell'Unione per il Mediterraneo,

–       vista la decisione del Consiglio, del 14 dicembre 2011, di adottare direttive di negoziato per un Accordo di libero scambio globale e approfondito con Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia,

–       viste le sue risoluzioni del 6 aprile 2011 sulla futura politica europea in materia di investimenti internazionali[14], del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato - dimensione meridionale[15], e del 14 dicembre 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato[16],

–       considerando tutte le risoluzioni approvate dal Parlamento nel quadro della Primavera araba relativamente alla libertà di religione, di credo e di coscienza quali valori fondamentali e universali che sono essenziali per lo sviluppo democratico ed economico;

–       visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–       visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0104/2012),

A.     considerando che la primavera araba è il più importante cambiamento politico avvenuto nel vicinato europeo dalla caduta del muro di Berlino e che ha dato all'UE la possibilità di coniugare i suoi interessi in materia di politica commerciale ed estera con i suoi valori fondamentali di diritti umani, democrazia e società libera; che, sulla base dell'articolo 8 del trattato sull'Unione europea, l'Unione deve sviluppare con i paesi limitrofi relazioni privilegiate al fine di creare uno spazio di prosperità e buon vicinato fondato sui valori dell'Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione, che costituisce l'unica chiave per la stabilità permanente, la sicurezza e il progresso e lo sviluppo economici dell'Europa;

B.     considerando che l'UE ha una competenza esclusiva in fatto di politica commerciale e di investimento, cosa che le consente di fornire una risposta efficace alle rivolte e di contribuire al progresso economico e sociale nei paesi del Mediterraneo meridionale;

C.     considerando che il trattato di Lisbona definisce il commercio internazionale come uno dei tre rami dell'azione esterna dell'UE, che necessita di coerenza con le altre politiche, affari esteri e sviluppo internazionale; considerando altresì che il commercio è sempre stato un solido pilastro della politica di vicinato, cosa che è stata sottolineata nelle comunicazioni della Commissione "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" e "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale";

D.     considerando che tra le società civili dei paesi del Mediterraneo meridionale vi è la percezione che l'UE dovrebbe essere più proattiva nel supportare le loro trasformazioni politiche ed economiche;

E.     considerando che la ricostruzione economica e politica successiva alla primavera araba non è stata oggetto di supervisione da parte delle istituzioni regionali che svolgono un ruolo analogo a quello del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) in Europa centrale e orientale, e in Asia centrale;

F.     considerando che non esiste alcuna specifica istituzione finanziaria euromediterranea, mentre l'esperienza maturata dalla BERS nel corso della transizione dell'Europa centrale ed orientale negli anni scorsi dovrebbe consentirle di svolgere un ruolo positivo nei paesi del Mediterraneo meridionale; constata tuttavia con rammarico che numerosi Stati membri non hanno ancora ratificato le modifiche all'accordo relativo alla BERS che contribuiranno alla totale operatività della banca nella regione del Mediterraneo;

G.     considerando che finora le economie dei paesi del Mediterraneo meridionale sono state gestite da leader non democratici a beneficio di pochi, trascurando sovente le esigenze delle persone più deboli; che il fatto che molti dittatori siano stati deposti offre ora nuove opportunità per aprire le economie della regione e creare un'autentica economia di mercato;

H.     considerando che l'UE dispone già di un'unione doganale con la Turchia e di accordi di libero scambio (ALS) con i paesi del Mediterraneo meridionale ad eccezione della Siria, che non ha firmato il pacchetto finale negoziato, e della Libia, con la quale i negoziati sono stati sospesi nel febbraio 2011 a seguito dello scoppio della guerra civile;

I.      considerando che l'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) non è una condizione preliminare necessaria per impegnarsi in negoziati commerciali, come dimostrano le disposizioni commerciali degli accordi di associazione con il Libano e l'Algeria, l'accordo interinale con i territori palestinesi, i negoziati sospesi con la Libia e l'accordo non ratificato con la Siria;

J.      considerando che l'area euromediterranea di libero scambio, il più ambizioso progetto economico scaturito dalla dichiarazione di Barcellona, non ha potuto essere realizzata entro la data obiettivo del 2010, a causa dei conflitti nella regione e della mancanza di impegno intraregionale (Sud-Sud);

K.     considerando che la crisi economica del 2008 ha colpito direttamente i principali motori economici dei paesi del Mediterraneo meridionale e che le turbolenze sociali e politiche che hanno interessato Tunisia, Egitto, Siria e Libia durante la primavera araba hanno ulteriormente aggravato la crisi economica in tali paesi; che i paesi del Mediterraneo meridionale non hanno vissuto la primavera araba tutti alla stessa maniera, dal momento che in alcuni di essi i vecchi regimi sono ancora al potere, mentre altri stanno attraversando un periodo di agitazioni sociali che perdura e che indebolisce ulteriormente la loro economia;

L.     considerando che la primavera araba ha rivelato le debolezze commerciali e fiscali, strutturali e sistemiche, della regione, in particolare una suscettibilità alle impennate dei prezzi sui mercati delle materie prime, e che ogni nuova strategia commerciale per il Mediterraneo deve tener conto di queste carenze, promuovere la sicurezza alimentari e porre fine alla speculazione sulle materie prime alimentari per poter soddisfare le aspirazioni dei cittadini;

M.    considerando che la disoccupazione cronica, in particolare dei giovani, e la mancanza di diversificazione del commercio continuano a rappresentare una grave preoccupazione; che la disoccupazione strutturale a lungo termine e il lavoro informale, compreso il lavoro minorile, restano elevati in gran parte dei paesi del Mediterraneo meridionale e si sono ulteriormente aggravati nei paesi che hanno vissuto gravi agitazioni sociali durante la primavera araba; che secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) la regione deve creare circa 25 milioni di nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio per mantenere il livello di occupazione attuale;

N.     considerando che gli adolescenti (di età compresa tra i 10 e i 19 anni) costituiscono il 20% della popolazione e che il tasso di disoccupazione riferito alle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni è del 25-30% circa, mentre la partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane molto bassa; che la disoccupazione è particolarmente elevata tra i laureati, cosa che porta alla fuga di cervelli e a uno spreco di risorse umane;

O.     considerando che è di cruciale importanza per l'UE mostrarsi ambiziosa sul piano della cooperazione economica e adottare una strategia reciprocamente fruttuosa, responsabile e flessibile, fondata sul sostegno alle transizioni democratiche e alla difesa dei diritti dell'uomo;

Considerazioni generali

1.      ritiene che la primavera araba sia un evento storico senza precedenti, stimolato dalle aspirazioni dei popoli alla libertà, ai diritti democratici ed a migliorare il loro tenore di vita; esprime profonda tristezza per la perdita di vite umane nella lotta intesa a rovesciare le dittature corrotte;

2.      è consapevole che, a seguito di questi sacrifici, le società dei paesi del Mediterraneo meridionale nutrono aspettative enormi quanto a un sostegno molto maggiore e molto più equo da parte dell'UE alle riforme democratiche e a uno sviluppo economico autentico che vada a beneficio di tutti;

3.      rileva che le conquiste delle rivoluzioni della primavera araba non sono ancora completamente consolidate e che l'UE deve intervenire con tempestività per attuare la sua agenda sul Commercio per il cambiamento in quanto, oltre ai vantaggi economici immediati, il commercio rappresenta un efficace strumento di consolidamento della democrazia e di promozione della stabilità contribuendo a prevenire la corruzione, favorendo una più equa distribuzione della ricchezza ed conferendo più potere alla popolazione generale; incoraggia le autorità di transizione a realizzare una transizione pacifica verso una vera democrazia; esorta le autorità nazionali a rispettare il diritto dei loro popoli di manifestare pacificamente, e ad astenersi da qualsiasi repressione violenta;

4.      accoglie con favore, in questo contesto, l'avvio della task force UE-Tunisia, la prima task force istituita in collaborazione con un paese del Mediterraneo meridionale per garantire un migliore coordinamento del sostegno unionale e internazionale alla transizione del paese; si compiace del fatto che il Parlamento abbia partecipato alla prima riunione; chiede al VP/AR e alla Commissione di continuare a coinvolgere il Parlamento in questa e in altre iniziative future; accoglie con favore la creazione in seno al Parlamento di un gruppo di monitoraggio per il Mediterraneo meridionale che controlli la risposta dell'UE alle crisi nei paesi del Mediterraneo;

5.      plaude alle recenti elezioni eque e trasparenti in Tunisia che, accompagnate da riforme in ambito economico, giuridico e sociale, costituiscono un buon esempio per altri paesi della regione; sottolinea l'importanza di elezioni libere ed eque per poter assicurare l'unità di questi paesi attraverso la costruzione di istituzioni democratiche e pluraliste, ponendo così le basi per una maggiore stabilità e strutture socioeconomiche modernizzate, che di per sé rappresentano un requisito necessario per attirare gli investimenti internazionali e dar vita a una crescita sostenibile; pone l'accento sulla necessità che il cambiamento democratico sia accompagnato da riforme in ambito economico, giuridico e sociale per aprire e modernizzare le strutture socioeconomiche di questi paesi;

6.      considera esecrabile il debito pubblico esterno dei paesi dell'Africa settentrionale e del Medio oriente, considerato che il debito è stato creato dai regimi dittatoriali soprattutto per l'arricchimento personale dell'elite politica ed economica e l'acquisto di armi, spesso impiegate per opprimere le loro stesse popolazioni; chiede pertanto di riconsiderare il suddetto debito, e soprattutto quello connesso con le spese militari;

7.      depreca il ruolo che le imprese europee hanno avuto nell'esportazione di armi e di articoli a duplice uso verso i paesi con regimi repressivi, e nell'adeguarsi agli oscuramenti tecnologici organizzati dai regimi dittatoriali; chiede alla Commissione di elaborare orientamenti per le imprese dell'UE affinché queste operino conformemente ai principi fondamentali della stessa in situazioni simili;

8.      sottolinea che la politica in materia di commercio e investimenti è di competenza esclusiva dell'UE e dovrebbe fornire strumenti innovativi e concreti per la realizzazione degli obiettivi di politica estera dell'Unione, che sono la democrazia, la prosperità, la stabilità e la pace nella regione;

9.      riconosce il dovere dell'UE di attuare una politica coordinata nei rapporti con i paesi del Mediterraneo meridionale, ma mette in guardia da un approccio "valido per tutti" alla primavera araba poiché, sebbene presentino molte somiglianze, i paesi del Mediterraneo meridionale hanno avuto forme diverse di governo repressivo, differiscono nei loro livelli di sviluppo economico e affrontano sfide sociali e demografiche dissimili;

10.    sottolinea che una delle funzioni fondamentali del Parlamento europeo consiste nel rafforzamento del dialogo politico, della comprensione reciproca e della fiducia fra l'UE e i paesi terzi, compresi i paesi del Mediterraneo meridionale, nei quali il Parlamento dovrebbe concentrarsi sulla diffusione e la promozione delle riforme democratiche, delle libertà a tutti gli effetti e dello Stato di diritto; sottolinea che tali importanti attività, fondate su relazioni dirette, potrebbero rappresentare anche un modo per valutare l'adempimento dei prossimi criteri (alla luce degli eventi e dei progressi compiuti) e per apportare i necessari adeguamenti agli Accordi di associazione, in particolare nel settore commerciale, degli investimenti e finanziario;

11.    è consapevole del fatto che, negli ultimi dieci anni, l'UE ha promosso un approccio più approfondito e globale agli accordi di libero scambio con i governanti della maggior parte dei paesi del Mediterraneo meridionale, nonostante l'apparente mancanza di legittimazione democratica dei partner negoziali; enfatizza l'importanza del problema immediato della stabilizzazione dei processi democratici nella costruzione di nuove istituzioni politiche e sociali, che possano in seguito ricoprire il ruolo di partner legittimi ed informati nei negoziati sugli accordi commerciali;

12.    sottolinea che l'UE è il più grande mercato di consumatori al mondo, il cui accesso dovrebbe essere garantito solo se i paesi partner si impegnano seriamente nell'apertura bilaterale dei mercati, se i benefici delle riforme economiche raggiungono tutta la popolazione del paese partner, comprese le persone più deboli, e se sono presi e soddisfatti gli appropriati impegni politici, sociali e ambientali;

13.    specifica che molti paesi del Mediterraneo meridionale presentano un immenso potenziale economico, laddove alcuni di essi hanno ereditato notevoli quantità di patrimoni e risorse naturali che, se gestiti in modo corretto, forniscono un'opportunità di crescita e sviluppo economici su entrambe le sponde del Mediterraneo; ritiene pertanto che sia necessario stabilire le misure e i meccanismi necessari ad assicurare norme sociali, ambientali e fitosanitarie equivalenti;

14.    accoglie con favore l'approccio su misura e dall'alto verso il basso previsto dalla Commissione, fondato su una condizionalità e su una differenziazione più marcate nel contesto della recente revisione della PEV, e il principio "more for more", vale a dire maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno, il quale assicura un'assistenza più mirata a ciascun paese limitrofo dell'UE e garantisce la rispondenza dei finanziamenti alle ambizioni politiche; ritiene che i progressi conseguiti in materia di riforme democratiche e libertà individuali dovrebbero riflettersi in un processo analogo nella sfera economica e commerciale, con libertà in materia di creazione di imprese e di esercizio delle attività al fine di smantellare le oligarchie che hanno tradizionalmente dominato i paesi del Mediterraneo meridionale;

Accordi di libero scambio globali e approfonditi (ALS globali e approfonditi) e altri strumenti commerciali

15.    osserva che l'UE ha già accordi commerciali preferenziali forti con molti paesi del Mediterraneo meridionale nel quadro degli accordi di associazione; sottolinea tuttavia che nessuno di questi processi è stato completato ed è convinto che vi siano ancora grandi potenzialità per approfondire i rapporti economici, in particolare in campo normativo, con l'obiettivo a lungo termine dell'integrazione nel mercato interno dell'UE;

16.    plaude pertanto alla decisione del Consiglio di autorizzare l'apertura dei negoziati in vista di ALS globali e approfonditi con Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia, non appena saranno stati completati i necessari processi preparatori; ritiene che i successivi esercizi di definizione dell'ambito di applicazione dovrebbero basarsi sulle esperienze delle fasi preparatorie condotte con i partner orientali, pur riconoscendo la grande importanza politica che riveste, per i partner che sono pronti a intraprendere i negoziati, il fatto di evitare ritardi inutili; considera indispensabili il coinvolgimento e la consultazione di tutte le forze sociali, in particolare ONG e sindacati, fin dagli inizi di qualsiasi negoziato commerciale;

17.    è preoccupato in relazione al fatto che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) non ha ancora reso noti i dettagli dei criteri "more for more" che determineranno, insieme all'esercizio di definizione della portata commerciale, se un paese è idoneo e pronto a beneficiare di un ALS globale e approfondito; chiede pertanto al SEAE di stabilire questi criteri in modo che il processo sia trasparente e che i paesi partner sappiano in anticipo dove devono effettuare gli adeguamenti; insiste sul fatto che il rispetto delle istituzioni democratiche e dei diritti fondamentali – comprese la libertà di espressione, la libertà di associazione e la protezione di minoranze religiose – nonché il rispetto del diritto internazionale del lavoro, delle convenzioni dell'OIL e della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e iniziative che promuovono l'abolizione della pena capitale devono essere centrali in questo processo e considera che esso dovrebbe essere legato ai significativi miglioramenti o peggioramenti registrati nei paesi partner durante la fase preparatoria e gli stessi negoziati; insiste sul fatto che l'esercizio di definizione dell'ambito di applicazione dovrebbe determinare un adeguato livello di apertura economica e un indice del modo in cui tutti i livelli della società beneficiano del commercio e degli investimenti diretti esteri (IDE);

18.    ricorda che gli ALS non sono fine a sé stessi e che dovrebbero costituire un mezzo per arrecare vantaggi a ogni paese; sostiene che le disposizioni commerciali devono essere sostenute da clausole sui diritti umani rafforzate, con disposizioni di monitoraggio e di esecuzione migliorate, e un ambizioso capitolo sullo sviluppo sostenibile che conferisca un ruolo centrale alla società civile, comprese disposizioni sulla responsabilità sociale delle imprese (RSI) che rafforzeranno la titolarità congiunta del processo;

19.    accoglie con favore l'attenzione rivolta agli ostacoli al commercio "oltre frontiera" e all'allineamento all'acquis dell'UE, ma osserva che vi è ancora margine per ulteriori negoziati in merito alle riduzioni tariffarie con alcuni paesi; sottolinea che, affinché gli ALS globali e approfonditi abbiano un reale valore per i paesi del Mediterraneo meridionale, l'UE deve essere pronta a compiere ulteriori sforzi in settori sensibili come l'agricoltura e i servizi Mode IV; nota, in questo contesto, che l'UE presenta in realtà un forte eccedente commerciale totale con tali paesi;

20.    chiede alla Commissione di sostenere e di promuovere in modo specifico il commercio equo e le iniziative per l'agricoltura biologica, sostenendo in particolare i piccoli proprietari, i produttori e le cooperative, quale mezzo per coniugare le prassi agricole sostenibili e lo sviluppo rurale, sviluppando al tempo stesso la catena della domanda in modo da garantire ai consumatori europei la qualità, la tracciabilità e le credenziali sociali ed ambientali dei prodotti;

21.    sottolinea che l'agricoltura, che occupa più di un terzo della popolazione attiva nei paesi del Mediterraneo meridionale, e lo sviluppo rurale hanno grande importanza per il processo di stabilizzazione, dato che contribuiscono, in particolare in condizioni di accresciuta volatilità dei mercati mondiali, alla realizzazione di progressi in materia di sicurezza alimentare, a ottenere una più equa produzione e distribuzione del reddito, a creare posti di lavoro e a integrare le donne e i piccoli coltivatori nell'economia;

22.    si compiace pertanto dell'intenzione della Commissione di sostenere lo sviluppo rurale attraverso il programma "Strumento europeo di vicinato per l'agricoltura e lo sviluppo rurale", il quale integrerebbe azioni di sostegno agli investimenti e svilupperebbe le capacità amministrative basandosi sulle migliori pratiche dell'UE utilizzate per lo sviluppo delle aree rurali al fine di facilitare la modernizzazione della produzione agricola, in linea con le norme UE in materia di qualità e sicurezza degli alimenti;

23.    accoglie altresì con favore l'impegno della Commissione, espresso nella sua comunicazione congiunta del 25 maggio 2011 (COM(2011)0303), di finanziare programmi pilota per lo sviluppo agricolo, rurale e regionale, sfruttando la vasta esperienza maturata dall'UE in questi settori e utilizzando al meglio la stretta collaborazione con la FAO, la Banca mondiale ed eventualmente la BEI;

24.    invita l'UE ad appoggiare sia lo sviluppo di una produzione agricola sana che lo sviluppo rurale nella regione come elementi della lotta contro la povertà, che è una piaga persistente nelle campagne, e per rafforzare il processo di stabilizzazione; sottolinea, a questo fine, l'importanza di miglioramenti nell'ambito delle istituzioni e delle infrastrutture (ad esempio, l'irrigazione, la manipolazione, l'immagazzinamento, l'imballaggio, il trasporto, i sistemi di commercializzazione e l'accesso ai servizi), in aggiunta a quelli in campo tecnologico, nonché il significato dei programmi di istruzione e di formazione, in particolare per le donne, e in situazioni di scarsa organizzazione dei produttori e di debolezza della società civile, visto che questi fattori costituiscono altrettanti freni allo sviluppo di un sistema agro-alimentare efficiente; insiste sul ruolo dei servizi di divulgazione nell'agevolare la diffusione della conoscenza; sottolinea che le preoccupazioni globali relative all'ambiente e al cambiamento climatico dovrebbero costituire un incentivo alla promozione dell'uso sostenibile delle risorse naturali e dell'energia e di metodi di produzione compatibili; evidenzia che, di fronte a una crescente richiesta alimentare a livello mondiale, è opportuno incoraggiare la diversificazione della produzione, al fine di fronteggiare meglio le fluttuazioni del mercato e le crisi ambientali;

25.    chiede altresì che, al fine di evitare forme di dumping sociale e ambientale tra i paesi coinvolti o con l'UE, le misure proposte dalla Commissione rafforzino l'introduzione di azioni innovative di promozione del know-how locale e di formazione per l'organizzazione dei produttori e lo sviluppo dei mercati locali e regionali nell'ambito di scambi di migliori prassi tra paesi e con l'UE, come quelle condotte in precedenza nel quadro delle procedure di preadesione e delle relazioni con i paesi vicini dell'Unione europea;

26.    attira l'attenzione sul contributo potenziale di una maggiore integrazione tra i paesi dell'Africa settentrionale e quelli dell'Africa subsahariana, e sottolinea che è necessario prendere misure a livello globale per evitare le azioni unilaterali spesso intraprese in risposta alle crisi alimentari e ai fenomeni meteorologici estremi;

27.    sottolinea che l'IDE è particolarmente importante per lo sviluppo economico dei paesi del Mediterraneo meridionale, dal momento che i livelli di investimento sono insufficienti o eccessivamente orientati all'industria di estrazione delle materie prime; chiede alla Commissione di assicurare che gli ALS globali e approfonditi e gli sforzi di investimento nella regione siano coordinati per promuovere la diversificazione economica;

28.     rileva tuttavia che i precedenti tentativi di negoziare accordi settoriali nel quadro degli accordi di associazione non sono stati fruttuosi; chiede alla Commissione di creare incentivi per i paesi del Mediterraneo meridionale a negoziare sugli investimenti e su altre cosiddette "questioni di Singapore" come i servizi nel contesto degli ALS globali e approfonditi; ritiene che la Commissione dovrebbe procedere se del caso a una messa in atto asimmetrica ed essere flessibile per quanto riguarda i settori sensibili dei paesi interessati;

29.    sottolinea l'importanza di integrare l'apertura commerciale con un sostegno tecnico più sostanziale ai paesi partner e alle loro imprese, in modo che siano in grado di massimizzare le opportunità offerte; riconosce che l'UE offre già un'assistenza di questo tipo, ma è del parere che tali programmi dovrebbero essere maggiormente orientati alle PMI, ad esempio attraverso un ampliamento dell'iniziativa "Aid for trade";

30.    chiede alla Commissione di utilizzare gli ALS globali e approfonditi per allineare gli standard in campo normativo, segnatamente per quanto concerne le norme e le regolamentazioni tecniche, le misure sanitarie e fitosanitarie (SPS), le regole di trasparenza per gli appalti pubblici, le norme a tutela della proprietà intellettuale, le agevolazioni al commercio/doganali e l'eliminazione degli ostacoli non tariffari (NTB); sottolinea che tale cooperazione non è trattata in modo soddisfacente negli accordi di associazione e che il livello di coinvolgimento dell'UE deve essere aumentato;

31.    accoglie con favore, a tale proposito, le risorse supplementari destinate alla cooperazione tecnica e insiste sul fatto che esse dovrebbero essere messe al più presto a disposizione della Direzione generale per lo sviluppo e la cooperazione (DG DEVCO) e decentrate alle delegazioni dell'UE in loco;

32.    riconosce che ALS globali e approfonditi dovrebbero essere l'obiettivo principale, è tuttavia consapevole che, nel frattempo, la Commissione prosegue i negoziati settoriali nel quadro degli attuali accordi di associazione, inclusi gli accordi sulla valutazione della conformità e l'accettazione dei prodotti industriali (ACAA), gli accordi in materia di agricoltura e pesca, gli accordi sui servizi e gli investimenti, e le modalità di composizione delle controversie; invita la Commissione a considerare anche l'aggiornamento degli accordi settoriali esistenti con paesi in cui le offerte possono essere migliorate ma un ALS non è immediatamente possibile; chiede alla Commissione di prendere in piena considerazione quando e come questi processi confluiranno con i futuri ALS globali e approfonditi, e di assicurare che il fatto di non beneficiare più del sistema di preferenze generalizzate (SPG) nel 2014 non influisca negativamente sull'accesso dei paesi del Mediterraneo meridionale al mercato dell'UE per quanto riguarda tutte le linee di prodotti;

33.    invita la Commissione ad elaborare altresì una strategia per i partner "more for more" con i quali non vi è nessun accordo preesistente o che non sono i destinatari immediati degli ALS globali e approfonditi, specialmente quelli, come la Libia o il Libano, che non sono ancora membri dell'OMC; sottolinea che, se da un lato l'assistenza tecnica intesa ad aiutare quei paesi sulla via dell'adesione all'OMC dovrebbe continuare in modo serio, dall'altro questo solo aiuto non basta e dovrebbe essere integrato, ove opportuno, da accordi compatibili con l'OMC che apportino benefici a più breve termine

Responsabilizzare le piccole e medie imprese (PMI) come strumento di democratizzazione economica

34.    è convinto che una strategia commerciale di successo per la regione dovrebbe rafforzare il ruolo delle piccole e medie imprese, che in alcuni paesi forniscono addirittura il 30% dei posti di lavoro; riconosce l'importanza delle microimprese, che rappresentano il 98,1% delle PMI in Egitto, il 97,8% in Marocco e l'89,1% in Giordania, ma solo il 9,2% in Tunisia;

35.    è preoccupato per l'elevato numero di piccole e medie imprese non registrate operanti sul mercato nero e per il fatto che il tasso di occupazione informale (esclusa l'agricoltura) in alcuni paesi del Mediterraneo meridionale tocca addirittura il 70%; è convinto che, se si vuole che la regione intraprenda un'autentica crescita economica, la strategia commerciale dell'UE debba fornire incentivi affinché le imprese non registrate legittimino il proprio status; esorta la Commissione a sostenere programmi di potenziamento delle capacità amministrative, soprattutto per quanto riguarda la registrazione delle imprese, l'occupazione e gli affari sociali, e a concentrarsi in particolare sul potenziamento delle capacità nei servizi giuridici, in quanto ciò garantirà una preparazione migliore per intraprendere le riforme necessarie;

36.    si rammarica del fatto che le PMI e le cooperative abbiano un accesso molto limitato agli investimenti e insiste sulla necessità di fornire un accesso adeguato ai finanziamenti mediante un'offerta affidabile, accessibile e facilmente utilizzabile di programmi di microcredito e di controgaranzia da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI); crede fermamente che questi programmi permetteranno ai destinatari di innovare e ristrutturare in modo tale da consentire loro di sfruttare il potenziale del mercato interno dell'UE;

37.    sottolinea l'importanza di promuovere l'attività imprenditoriale mediante l'adozione delle misure necessarie a creare un ambiente ad essa favorevole e a coinvolgere in essa la società;

38.    riconosce il ruolo svolto dalla BEI, attraverso il Fondo per gli investimenti e il partenariato euromediterranei (FEMIP), nell'assistere le PMI del Mediterraneo meridionale; accoglie con soddisfazione la decisione di aumentare di un miliardo di euro il massimale per le sue operazioni nella regione, il che porterà il volume delle operazioni nella regione a sei miliardi di euro nei prossimi tre anni; ribadisce che la BEI dovrebbe orientare specificamente i suoi progetti di investimento sulle PMI e sullo sviluppo di progetti infrastrutturali, in particolare nel settore energetico, considerando le potenzialità di tale regione e l'aiuto che l'UE può fornirle per il loro sviluppo e utilizzo; ribadisce l'esigenza che la BEI ha di incrementare le sue capacità amministrative per il controllo delle banche di intermediazione sue partner che ripartiscono i "prestiti globali", conformemente ai criteri degli obiettivi dell'azione esterna dell'Unione e rendere così le operazioni di detta banca totalmente trasparenti per i cittadini;

39.    accoglie con favore il recente interessamento della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nella regione del Mediterraneo nonché l'impegno da parte dell'Unione europea e di diversi singoli Stati membri dell'UE di concedere fondi supplementari per le attività della Banca; esorta il Consiglio europeo e il Parlamento europeo a ratificare con celerità le modifiche all'accordo relativo alla BERS, che saranno d'aiuto a quest'ultima per essere pienamente operativa nella regione del Mediterraneo; ritiene che il totale dei fondi disponibili per gli investimenti della BERS nella regione dovrebbe essere aumentato e che le PMI dovrebbero essere i principali beneficiari di questi investimenti; incoraggia i paesi del Mediterraneo meridionale a dimostrare il loro impegno applicando i principi della democrazia, del pluralismo e dell'economia di mercato, in modo da avere la possibilità di accedere agli investimenti conformemente allo statuto della Banca;

40.    è convinto che l'agevole circolazione di uomini e donne d'affari attraverso le frontiere sia essenziale per il buon funzionamento di una zona di libero scambio; crede fermamente che l'UE dovrebbe ricercare una maggiore coerenza tra le sue politiche in materia di immigrazione e di scambi commerciali;

41.    osserva che le agevolazioni in materia di rilascio dei visti rimangono un problema per molti rappresentanti di imprese dei paesi del Mediterraneo meridionale che devono recarsi nell'UE per riunioni, corsi di formazione o altri motivi di lavoro; accoglie con favore, in quest'ottica, la recente comunicazione intitolata "Dialogo con i paesi del Sud del Mediterraneo per la migrazione, la mobilità e la sicurezza" in cui la Commissione prevede accordi concernenti l'agevolazione del rilascio dei visti a supporto della mobilità, tra l'altro, di uomini e donne d'affari; ritiene che le procedure di "integrità" e "affidabilità" per il rilascio dei visti debbano essere semplificate e invita la Commissione a negoziare accordi di questo tipo in coordinamento con i negoziati commerciali per far sì che la loro attuazione non sia eccessivamente burocratica per le PMI;

Rafforzare il processo di Agadir

42.    si rammarica del fatto che la zona di libero scambio euromediterranea non sia stata istituita entro il 2010 e auspica che tutte le parti interessate sfruttino l'impulso dato dalla Primavera araba per portare avanti le necessarie riforme in vista della creazione di una zona di libero scambio pienamente operativa a tutti gli effetti senza provocare distorsioni della concorrenza per le imprese produttrici dell'UE;

43.    propone, nel quadro dell'avvio di una politica di libero scambio, che vengano condotti periodicamente studi di impatto per assicurare un monitoraggio attivo e continuativo delle conseguenze di tale politica sui paesi mediterranei del Sud dell'Europa, con l'obiettivo finale di produrre effetti positivi sui cittadini come pure sui sistemi economici e produttivi dei vari paesi;

44.    sottolinea che, mentre le strategie commerciali specifiche per paese dovrebbero essere accolte con favore, questi accordi non dovrebbero andare a scapito dell'integrazione regionale; si rammarica del fatto che il commercio Sud-Sud sia ancora assai limitato e osserva, a tale proposito, che nel 2009 soltanto il 6% delle importazioni dei paesi del Mediterraneo meridionale proveniva da altri paesi del Sud del Mediterraneo, rispetto al 40% proveniente dall'Unione europea; incoraggia i nuovi governi eletti democraticamente ad essere più aperti dei loro predecessori nei confronti degli scambi commerciali con i paesi vicini;

45.      riconosce il gruppo di Agadir come unico esempio di sforzo concertato nell'ambito degli scambi Sud-Sud e incoraggia i firmatari ad ampliare la portata delle loro relazioni commerciali nonché le adesioni a questa iniziativa; chiede alla Commissione di continuare a sostenere tale gruppo quale pietra angolare su cui costruire la futura strategia commerciale dell'UE;

46.    chiede inoltre alla Commissione di inserire nella zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) elementi di flessibilità che consentano eventualmente di fondere i singoli accordi con l'accordo di Agadir per formare un'unica zona di libero scambio euromediterranea;

47.    rileva con soddisfazione l'imminente attuazione del meccanismo di facilitazione degli scambi e degli investimenti, che servirà come base di dati per permettere agli operatori economici di ottenere informazioni aggiornate sulla situazione degli scambi e degli investimenti nella regione; insiste sul fatto che tale meccanismo dovrebbe essere promosso attivamente presso le imprese dei paesi del Mediterraneo meridionale ed evolvere in un agevolatore funzionale per le attività economiche intraregionali, non fungendo soltanto da strumento di informazione;

48.    si compiace della Convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee, che dovrebbero includere il pieno rispetto dell'accordo tecnico UE-Israele sui prodotti provenienti dagli insediamenti; chiede alla Commissione di accelerare la definizione di nuove norme di origine nel quadro della Convenzione paneuromediterranea al più tardi entro la fine del 2013, quando i paesi del Mediterraneo meridionale perderanno le preferenze SPG e le norme di origine favorevoli a titolo di detto regime;

Favorire la conoscenza e i contatti diretti

49.    incoraggia gli Stati membri a svolgere un ruolo più ambizioso nell'ambito della strategia dell'UE per il vicinato meridionale offrendo vasti programmi di borse di studio per gli studenti dei paesi del Mediterraneo meridionale, di entrambi i sessi e provenienti da tutti i contesti socioeconomici ed etnici, in particolare nel campo dell'economia, dell'imprenditoria, dell'informatica, della comunicazione e del commercio; invita la Commissione e il Vicepresidente/Alto rappresentante a proporre senza indugio l'istituzione di programmi Erasmus e Da Vinci Euromed; osserva che altri soggetti nella regione, come i paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), sono stati più efficienti nel fornire questo tipo di sostegno ai paesi del Mediterraneo meridionale; ritiene che tali scambi possano creare collegamenti duraturi con i futuri partner economici nei paesi del Mediterraneo meridionale;

50.    ricorda il ruolo svolto dagli artisti, dagli attori culturali e dai blogger nel consentire a talune società civili arabe l'affrancamento dalla dittatura e l'apertura della strada verso la democrazia; invita l'UE a garantire che la sua politica commerciale integri la dimensione della cooperazione nel settore culturale, includendo iniziative comuni nel campo artistico, dell'istruzione, dei mezzi di comunicazione, di Internet e in altri settori cruciali in vista della promozione dei diritti umani e della democrazia;

51.    chiede la creazione, nel prossimo futuro, di Camere di commercio dell'UE con i paesi partner, che servano da canale per la promozione di attività commerciali congiunte e scambi reciproci tra i partner economici, che comprendano seminari e fiere aziendali; si rammarica del fatto che, con l'eccezione della Camera di commercio UE-Israele, non esistano altre Camere di commercio bilaterali dell'UE nella regione;

Ottimizzare l'impatto dell'azione dell'UE

52.    è fermamente convinto che le iniziative commerciali della Commissione debbano essere sostenute da una maggiore presenza sul territorio di funzionari dell'UE responsabili del settore commercio; deplora il fatto che la delegazione dell'UE disponga di un solo funzionario responsabile del settore commercio in Tunisia e sia del tutto assente in Giordania, nonostante gli esercizi di definizione per la zona di libero scambio globale e approfondita condotti con tali paesi;

53.    ritiene inoltre che sia essenziale per l'UE coordinare pienamente le proprie attività commerciali, d'investimento e di sostegno finanziario nella regione al fine di conseguire il massimo impatto positivo; teme che l'elevato numero di soggetti interessati, sia all'interno dell'UE sia negli stessi paesi partner così come di altri soggetti esterni, potrebbe causare lo spreco o la duplicazione di sforzi cruciali, per mancanza di coordinamento;

54.    evidenzia la necessità di un più stretto coordinamento nella regione tra gli strumenti finanziari della politica europea di vicinato (PEV), quali il Fondo d'investimento per la politica di vicinato, e le diverse istituzioni finanziarie dell'UE, internazionali e regionali, comprese la BEI, la BERS e la Banca mondiale, al fine di garantire la massima efficacia e coerenza; chiede alla Commissione di assumere la guida ai fini del coordinamento di tali sforzi;

55.      incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla BEI, alla BERS, ai Capi di Stato, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi del Mediterraneo meridionale nonché all'Unione per il Mediterraneo.

  • [1]           GU C 272E del 9.11.2006, pag. 570.
  • [2]           Testi approvati, P6_TA(2009)0178.
  • [3]           GU L 97 del 30.3.1998, pag. 2.
  • [4]           GU L 147 del 21.6.2000, pag. 3.
  • [5]           GU L 70 del 18.3.2000, pag. 2.
  • [6]           GU L 129 del 15.5.2002, pag. 3.
  • [7]           GU L 304 del 30.9.2004, pag. 39.
  • [8]           GU L 143 del 30.5.2006, pag. 2.
  • [9]           GU L 265 del 10.10.2005, pag. 2.
  • [10]          GU L 187 del 16.7.1997, pag. 3.
  • [11]          GU L 35 del 13.2.1996, pag. 1.
  • [12]          C(2007)672.
  • [13]          C(2011)5381.
  • [14]          Testo approvato, P7_TA(2011)0141.
  • [15]          Testo approvato, P7_TA(2011)0154.
  • [16]          Testo approvato, P7_TA(2011)0576.

MOTIVAZIONE

PREMESSA

1. Scambi commerciali e investimenti: una competenza esclusiva e un'opportunità

La primavera araba è il più importante cambiamento politico avvenuto nei paesi vicini all'Europa dalla caduta del muro di Berlino e ha dato all'UE la possibilità di coniugare la politica estera e gli interessi commerciali con i suoi valori fondamentali: diritti umani, democrazia e società libera. Fortunatamente, in molti paesi, non è più necessario prendere accordi con dittatori e oligarchi. Purtroppo, però, l'UE e gli Stati membri si sono spesso lasciati sfuggire quest'opportunità e la loro risposta politica è stata incoerente, lenta e persino, a volte, contraria alle aspirazioni democratiche dei cittadini.

Come hanno dimostrato le polemiche sull'approccio da adottare per la questione libica, uno dei principali punti deboli della risposta europea è stato il processo decisionale intergovernativo adottato per le decisioni di politica estera dell'UE. Il relatore intende tuttavia sottolineare con forza che l'UE ha competenza esclusiva in materia di politica commerciale e d'investimento e che questo è lo strumento che le consente di fornire una risposta efficace alle rivolte e di contribuire al progresso economico nei paesi del Mediterraneo meridionale. Il commercio è sempre stato un pilastro fondamentale della politica di vicinato e il relatore accoglie con favore l'enfasi posta su tale ruolo nelle comunicazioni della Commissione su "Una risposta nuova a un vicinato in mutamento" e "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale".

2. Principio "More for More"

Il relatore accoglie con favore il principio "More for More" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno) introdotto dalla Commissione e ritiene che i risultati raggiunti nell'ambito delle riforme democratiche e delle libertà individuali debbano essere seguiti da un processo di "liberazione" simile anche nell'ambito economico e commerciale, al fine di smantellare le oligarchie che tradizionalmente detenevano il potere.

L'UE è il principale mercato al consumo del mondo e l'accesso a tale mercato dovrebbe essere consentito solo se:

· i governi partner si impegnano concretamente a favore di un'apertura bilaterale dei mercati,

· l'intera popolazione del paese partner, e non solo pochi eletti, trae vantaggio dai benefici delle riforme economiche;

· i paesi partner intraprendono e portano a compimento impegni adeguati in ambito politico, sociale e ambientale.

3. Maggiore impegno per la società civile

Negli incontri con la società civile dei paesi del Sud del Mediterraneo, il relatore è rimasto colpito dalla percezione diffusa secondo cui l'UE non sarebbe sufficientemente attiva nel sostenere il processo di riforma. Dal momento che le conseguenze della primavera araba non sono monitorate nell'ambito di un quadro istituzionale internazionale strutturato (come il Consiglio d'Europa o l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) per l'Europa centrale e orientale), l'UE ha una maggiore responsabilità nonché l'opportunità di assumere un ruolo di guida nel favorire la transizione della regione verso la democrazia e l'integrazione economica sostenute da un mercato libero ed equo, soprattutto in considerazione del fatto che la presenza economica della Cina e degli Stati Uniti nella regione è relativamente limitata.

PROPOSTE

1. Investimenti della BEI e della BERS

Il relatore riconosce il ruolo svolto dalla BEI, tramite il FEMIP, nell'aiutare le PMI del Mediterraneo meridionale, ma ritiene che la BEI debba disporre di un mandato più ampio per concedere ulteriori investimenti mirati in particolare alle PMI. Tali imprese devono disporre degli investimenti necessari per innovare e ristrutturarsi al fine di riuscire a sfruttare il potenziale del mercato interno dell'UE. L'UE, tramite le sue istituzioni finanziarie, dovrebbe essere più attiva nella concessione di microcrediti nella regione e dovrebbe valutare opzioni politiche come la fornitura di controgaranzie. Il relatore accoglie inoltre con grande favore il recente ampliamento del mandato della BERS e auspica che l'esperienza della Banca nell'Europa orientale possa essere di beneficio per i vicini meridionali. È tuttavia opportuno avanzare due importanti considerazioni: è necessario un maggiore coordinamento tra le diverse istituzioni finanziarie che investono nella regione (comprese quelle globali, come la Banca mondiale) e ogni strategia di investimento per la regione deve avere come soggetto principale le PMI.

2. Creazione della zona di libero scambio euromediterranea

La zona di libero scambio euromediterranea è probabilmente il progetto economico più ambizioso nato dalla dichiarazione di Barcellona, anche se la sua realizzazione non è stata completata entro il termine fissato del 2010.

Il relatore ritiene che occorra compiere un maggiore sforzo nei confronti dei paesi pronti a impegnarsi in serie riforme e accoglie con favore l'adozione di progetti di direttive di negoziato del Consiglio per la conclusione di accordi di libero scambio globali e approfonditi con Tunisia, Egitto, Marocco e Giordania. Tali accordi dovrebbero mirare a un sostanziale allineamento con l'acquis dell'Unione rimuovendo gli ostacoli tariffari residui sulle merci e i prodotti agricoli, occupandosi delle barriere non tariffarie e ampliando l'ambito degli accordi commerciali al fine di includere ulteriori settori quali gli investimenti, gli appalti pubblici e i servizi. Tale impegno dovrebbe essere sostenuto da un'offerta più efficace di sostegno tecnico ai paesi partner affinché siano in grado di massimizzare le opportunità messe a disposizione dagli accordi di libero scambio globali e approfonditi. Andrebbe previsto a tale proposito un maggiore sostegno a favore dell'"Aiuto per il Commercio".

È opportuno affrontare numerose questioni nel contesto di tali negoziati:

· L'UE deve essere preparata a fare concessioni in settori sensibili come l'agricoltura e i servizi "modalità IV" di modo che tali accordi siano effettivamente vantaggiosi per i paesi del Sud del Mediterraneo. Si noti che l'UE registra in effetti un'importante eccedenza commerciale nel settore agricolo nei confronti di tali paesi.

· La Commissione deve esaminare opzioni per incentivare i partner a negoziare sulle cosiddette "questioni di Singapore", come i servizi e gli investimenti. Gli investimenti sono particolarmente importanti dal momento che i livelli dell'investimento estero diretto (IED) nei paesi del Sud del Mediterraneo sono insufficienti e costituiscono un fattore che limita fortemente il loro sviluppo economico. Tuttavia, precedenti tentativi di negoziare accordi settoriali nell'ambito degli accordi di associazione si sono rivelati inutili e, ove opportuno, si dovrebbero utilizzare strumenti quali l'attuazione asimmetrica.

· La politica commerciale non dovrebbe essere gestita in modo isolato ed è fondamentale, per garantire la legittimità di tali accordi, che essi contengano clausole rafforzate sui diritti umani e un capitolo ambizioso sullo sviluppo sostenibile, che comprenda disposizioni sulla responsabilità sociale delle imprese (RSI). Pertanto, il relatore è sorpreso dal fatto che non siano stati stabiliti in anticipo i criteri di condizionalità politica in base ai quali un paese può avviare negoziati per un ALS globale e approfondito. Ritiene che, per ciascun paese, occorra inserire nel processo un'analisi di come si prevede che i benefici commerciali si riflettano sulla popolazione.

Riconoscendo agli ALS globali e approfonditi un obiettivo a lungo termine, la Commissione persegue negoziati settoriali nell'ambito degli accordi di associazione, compresi gli accordi sulla valutazione della conformità e sull'accettazione dei prodotti industriali (ACAA), gli accordi sull'agricoltura e la pesca, le disposizioni sulla risoluzione delle controversie e sui servizi e gli investimenti. Tali negoziati offrono una prospettiva di benefici a breve termine per questi paesi, sebbene occorra valutare meglio la tempistica e le modalità con cui tali processi saranno uniti ai futuri accordi di libero scambio globali e approfonditi. Esiste il pericolo che una sovrapposizione dei negoziati possa comportare un impegno eccessivo per le capacità limitate delle controparti negoziali, alcune delle quali non hanno un governo pienamente funzionante e sono già oberate dai problemi interni.

È inoltre necessario valutare provvedimenti per quei paesi che non rientrano tra gli obiettivi immediati dell'ALS globale e approfondito, quali la Libia e il Libano, e che non sono ancora membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Dovrebbe esser loro fornita assistenza tecnica per continuare a sostenere i loro progressi verso l'adesione all'OMC. Tuttavia, limitarsi a offrire sostegno per le candidature all'OMC non è abbastanza e non può essere considerato come "Trade for Change" (commercio per il cambiamento). A tale proposito, è opportuno dedicare attenzione ai negoziati su accordi compatibili con l'OMC che porteranno benefici a breve termine. Gli esempi delle disposizioni in materia commerciale contenute negli accordi di associazione con il Libano e l'Algeria, l'accordo interinale con i Territori palestinesi, la sospensione dei negoziati con la Libia e l'accordo non ratificato con la Siria dimostrano che i negoziati bilaterali possono avanzare anche in mancanza di adesione all'OMC.

Infine, il relatore auspica l'introduzione di nuove norme di origine nella convenzione paneuromediterranea al più tardi entro il 2013, dal momento che, nell'ambito di tale schema, i paesi del Sud del Mediterraneo perderanno le preferenze tariffarie generalizzate (SPG) e le norme di origine favorevoli.

3. Rafforzare le PMI come strumento di democratizzazione economica

Le PMI creano occupazione per il 25% della forza lavoro della regione. Tuttavia, è necessario fare di più in relazione all'elevato numero di PMI non registrate che operano sul "mercato nero". Alcuni studi rivelano una percentuale di occupazione informale (escludendo l'agricoltura) pari al 70% in alcuni paesi del Sud del Mediterraneo. Ciò deriva da una profonda sfiducia nei confronti dell'amministrazione ufficiale in vari paesi; tuttavia, se la regione intende impegnarsi in una seria crescita economica, la strategia commerciale dell'UE dovrebbe incentivare anche le imprese non registrate a regolarizzare il loro status.

Per la creazione di una zona di libero scambio funzionante, è essenziale assicurare una certa flessibilità di circolazione degli uomini d'affari e il relatore ritiene che l'UE debba migliorare la coerenza tra le politiche di immigrazione e del commercio. L'agevolazione del rilascio dei visti rimane un problema per molti rappresentanti delle PMI dei paesi del Sud del Mediterraneo che devono recarsi nell'UE per riunioni, formazione o per altre ragioni commerciali. Nella sua recente comunicazione su "Un dialogo con i paesi del Sud del Mediterraneo per la migrazione, la mobilità e la sicurezza", la Commissione prevede degli accordi per agevolare il rilascio dei visti nell'ottica di promuovere la mobilità anche degli operatori economici. È essenziale che i negoziati per tali accordi siano coordinati con i negoziati sul commercio e che la loro attuazione non preveda eccessivi oneri burocratici per le PMI.

È inoltre importante affrontare i persistenti problemi del nepotismo e della corruzione. Per esempio, gli appalti pubblici dovrebbero essere gestiti in modo da assicurare la trasparenza e il reciproco accesso ai mercati su una base di trattamento nazionale. Ciò consentirebbe di creare maggiore fiducia, di migliorare l'accesso delle PMI agli appalti pubblici e di stimolare gli investimenti.

4. Rafforzare il processo di Agadir

Non va dimenticata l'importanza dell'integrazione regionale in particolare considerando che il commercio sud-sud continua a essere molto limitato. Nel 2009, un anno prima della prevista istituzione della zona euromediterranea di libero scambio, oltre il 50% delle esportazioni della regione erano destinate all'UE, mentre il 40% delle importazioni provenivano dall'Unione. Nello stesso anno, per fare un confronto, solo il 6% delle importazioni proveniva da altri paesi del Sud del Mediterraneo. L'eliminazione delle dittature in gran parte della regione dovrebbe creare l'ambiente ideale per stimolare nuovamente l'integrazione sud-sud.

Se escludiamo la Turchia e Israele, il gruppo di Agadir rimane l'unico esempio di uno sforzo comune a favore del commercio sud-sud. Pur costituendo una fase importante, l'accordo di Agadir continua a essere molto limitato sia in termini di membri sia per la sua portata. Rimane, comunque, un elemento essenziale su cui costruire la futura strategia commerciale dell'UE nei confronti della regione.

Il relatore guarda inoltre con interesse all'applicazione del meccanismo di facilitazione degli scambi e degli investimenti proposto dalla tabella di marcia euromediterranea nel settore degli scambi fino al 2010 e oltre. Si augura, tuttavia, che tale meccanismo funzioni anche come facilitatore per le attività imprenditoriali intraregionali e non solo come punto di informazione.

5. Favorire la conoscenza e i contatti diretti

L'UE dovrebbe sostenere un ruolo molto più ambizioso per i suoi Stati membri, affinché offrano consistenti programmi di borse di studio per gli studenti dei paesi del Sud del Mediterraneo, in particolare nell'ambito dell'economia, dell'imprenditorialità e del commercio. Altre parti, come i paesi del Consiglio di cooperazione del golfo (CCG), sono state molto più abili nell'offrire questo genere di sostegno alla regione, essenziale per stabilire un legame duraturo con i futuri partner commerciali dei paesi del Sud del Mediterraneo. L'UE dovrebbe impegnarsi rapidamente nell'offerta di un maggior numero di borse di studio destinate agli imprenditori delle PMI e ai futuri leader della regione.

Andrebbero inoltre istituite camere di commercio dell'UE con i paesi partner per promuovere attività commerciali congiunte e scambi reciproci tra i partner economici. Al di là della notevole eccezione rappresentata dalla camera di commercio UE-Israele, non esistono altre camere di commercio bilaterali nella regione.

Il relatore auspica altresì uno sforzo maggiormente concertato per offrire opportunità di scambio tra le comunità imprenditoriali dell'UE e dei paesi del Sud del Mediterraneo.

6. Ottimizzare l'impatto dell'azione dell'UE

Tali provvedimenti comporterebbero inoltre una maggiore presenza sul posto di funzionari dell'UE responsabili degli scambi commerciali. È inconcepibile che la delegazione dell'UE abbia un solo funzionario in materia di commercio in Tunisia, mentre in Giordania la DG Commercio non ha alcuna presenza. Questo nonostante il fatto che il Consiglio abbia approvato direttive di negoziato per un ALS globale e approfondito con entrambi i paesi.

È inoltre essenziale che l'UE coordini interamente le sue attività nell'ambito del commercio, degli investimenti e del sostegno finanziario nella regione al fine di ottenere il massimo impatto positivo. Considerato l'elevato numero di attori presenti all'interno dell'UE, per esempio le varie DG della Commissione, gli Stati membri e la BEI, nonché gli attori esterni quali i paesi partner stessi, la BERS, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale (FMI), la Banca islamica di sviluppo, la Banca africana di sviluppo e persino il G8, è della massima importanza agire in modo sinergico al fine di evitare una "duplicazione" delle attività.

DEBOLEZZE STRUTTURALI E SISTEMICHE

La primavera araba ha rivelato le debolezze strutturali e sistemiche commerciali della regione. Qualsiasi strategia commerciale nuova per il Mediterraneo deve affrontare queste carenze se spera di soddisfare le aspirazioni dei cittadini.

Il profilo di esportazione della maggior parte dei paesi del Mediterraneo meridionale è caratterizzato da esportazioni di grandi dimensioni da paesi ricchi di risorse energetiche e da una somiglianza tra le attività manifatturiere, annullando così ogni altro vantaggio comparativo e al tempo stesso rendendo il commercio con i vicini meno attraente. Nel loro profilo economico, tuttavia, ci sono divergenze. Non tutti, per esempio, hanno le stesse riserve di petrolio e di energia, mentre paesi come l'Egitto importano la maggior parte delle loro risorse, incluso il cibo, e ciò li rende particolarmente suscettibili ai picchi nei mercati delle materie prime.

Ci sono anche disparità nei livelli di progresso nelle relazioni commerciali con l'UE. Anche il modo e l'efficienza in cui i paesi del Mediterraneo meridionale hanno messo in atto gli accordi esistenti di libero scambio (ALS) e onorato i loro programmi di smantellamento tariffario, varia notevolmente. La nuova strategia euro-mediterranea dovrebbe seriamente sostenere la diversificazione del commercio nella regione, cercando al contempo il modo di ridurre l'esposizione alla volatilità del mercato attraverso investimenti strutturali in stoccaggio e riserve.

È anche necessario affrontare la disoccupazione strutturale di lunga durata in gran parte dei paesi del Mediterraneo meridionale. Il tasso di disoccupazione giovanile in Nord Africa, tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni, è di circa il 25-30%. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro resta molto basso, mentre la disoccupazione tra i laureati rimane un vero flagello. I dati per la Tunisia, per esempio, elevano la cifra dei giovani laureati disoccupati al 45%. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) stima che, per mantenere l'attuale livello di occupazione, la regione deve creare circa 25 milioni di nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio. La sfida è scoraggiante.

CONCLUSIONE

La primavera araba rappresenta un'opportunità unica per un impegno importante e per consentire all'UE di dimostrare una leadership politica. Non c'è bisogno di reinventare la ruota, bensì serve uno sforzo più deciso a favore della liberalizzazione commerciale e della creazione di opportunità di investimento. Tale strategia dovrebbe essere eseguita in piena cooperazione con altri settori politici al fine di creare opportunità di formazione per gli imprenditori, promuovere la partecipazione ai programmi dell'UE e facilitare la procedura per il rilascio dei visti.

PARERE della commissione per gli affari esteri (17.2.2012)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sul commercio per il cambiamento: la strategia commerciale e di investimento dell'UE per il Mediterraneo meridionale dopo le rivoluzioni della Primavera araba
(2011/2113(INI))

Relatore per parere: Godelieve Quisthoudt-Rowohl

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che l'articolo 8 del trattato sull'Unione europea sancisce che "l'Unione sviluppa con i paesi limitrofi relazioni privilegiate al fine di creare uno spazio di prosperità e buon vicinato fondato sui valori dell'Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione";

B.  considerando che è di cruciale importanza per l'UE mostrarsi ambiziosa sul piano della cooperazione economica e adottare una strategia reciprocamente fruttuosa, responsabile e flessibile, fondata sul sostegno alle transizioni democratiche e alla difesa dei diritti dell'uomo;

C. considerando tutte le risoluzioni approvate dal Parlamento nel quadro della Primavera araba relativamente alla libertà di religione, di credo e di coscienza quali valori fondamentali e universali che sono essenziali per lo sviluppo democratico ed economico;

D. considerando che, per favorire condizioni di crescita e di sviluppo dal punto di vista economico, sociale, commerciale e delle infrastrutture nel Mediterraneo meridionale, è necessario promuovere un processo virtuoso di integrazione regionale;

1.  ribadisce il pieno sostegno alle legittime aspirazioni democratiche espresse dalla popolazione di diversi paesi nel vicinato mediterraneo meridionale dell'UE; incoraggia le autorità di transizione a realizzare una transizione pacifica verso una vera democrazia; esorta le autorità nazionali a rispettare il diritto dei loro popoli di manifestare pacificamente, e ad astenersi da qualsiasi repressione violenta;

2.  ricorda l'importanza della tolleranza e dello sviluppo economico, aspetti essenziali per la stabilità politica e sociale a lungo termine e per un miglioramento dello standard di vita nei paesi interessati, e invita i paesi in transizione democratica a garantire il pieno rispetto di tutti i diritti fondamentali, compresi la libertà di espressione, il diritto di riunione pacifica, la libertà di associazione e la libertà di religione, di coscienza e di pensiero per tutti i cittadini, uomini e donne, inclusi i membri delle comunità cristiane copte; sottolinea che il libero accesso alle informazioni e alle comunicazioni nonché un accesso senza censure a Internet (libertà di Internet) sono diritti universali indispensabili per garantire la trasparenza e la responsabilizzazione nella vita pubblica;

3.  accoglie con favore l'approccio su misura verso i paesi partner adottato nella comunicazione congiunta della Commissione e del vicepresidente/alto rappresentante (VP/AR) dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento"; chiede al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e alla Commissione, in un momento in cui quest'ultima ha appena avviato negoziati volti a stabilire zone di libero scambio globale e approfondito (DCFTA) con l'Egitto, la Giordania, il Marocco e la Tunisia, di fornire al più presto maggiori informazioni su come saranno messi in pratica principi quali la responsabilità reciproca e la condizionalità ("di più per chi si impegna di più") e chiede che il Parlamento europeo sia pienamente associato alla valutazione del rispetto della condizionalità stabilita; insiste perché la politica commerciale e di investimento dell'Unione europea per il Mediterraneo meridionale sia accompagnata dall'effettiva applicazione delle clausole sul rispetto dei diritti umani;

4.  accoglie con favore, in questo contesto, l'avvio della task force UE‑Tunisia, la prima task force istituita in collaborazione con un paese del Mediterraneo meridionale per garantire un migliore coordinamento del sostegno unionale e internazionale alla transizione del paese; si compiace del fatto che il Parlamento abbia partecipato alla prima riunione; chiede al VP/AR e alla Commissione di continuare a coinvolgere il Parlamento in questa e in altre iniziative future; accoglie con favore la creazione in seno al Parlamento di un gruppo di monitoraggio per il Mediterraneo meridionale che controlli la risposta dell'UE alle crisi nei paesi del Mediterraneo;

5.  chiede la conclusione di accordi commerciali ambiziosi, equilibrati e reciprocamente vantaggiosi per gli scambi di beni e servizi, preceduti dai corrispondenti studi di impatto;

6.  esorta la Commissione ad adottare una strategia che rafforzi il suo ruolo di investitore e a tenere conto dei programmi di investimento già attuati nella regione attraverso lo sviluppo di linee guida specifiche per investimenti responsabili, al fine di ridurre disuguaglianze sociali e divari territoriali e promuovere la diversificazione delle economie locali; sottolinea che la lotta alla corruzione a tutti i livelli dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per l'UE nello sviluppo di relazioni commerciali e finanziarie con i suoi partner meridionali, così come la promozione di un quadro favorevole agli investimenti basato sulla sicurezza e sulla stabilità giuridica dovrebbe occupare un posto di prim'ordine, e pone l'accento sull'importanza e sulla necessità di maggiori sinergie con altre istituzioni finanziarie nazionali e internazionali; plaude al lavoro svolto dalla Banca europea per gli investimenti (segnatamente attraverso il Fondo euromediterraneo di investimenti e partenariato), dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), dai programmi gestiti dalle agenzie nazionali negli Stati membri e dal partenariato di Deauville;

7.  sottolinea il ruolo importante svolto dai paesi del vicinato meridionale nell'approvvigionamento energetico di diversi Stati membri e pone l'accento sul grande potenziale della cooperazione nel settore dell'energia; fa presente la necessità di promuovere le interconnessioni euromediterranee nei settori del gas e dell'elettricità;

8.  plaude alle recenti elezioni eque e trasparenti in Tunisia che, accompagnate da riforme in ambito economico, giuridico e sociale, costituiscono un buon esempio per altri paesi della regione; sottolinea l'importanza di elezioni libere ed eque per poter assicurare l'unità di questi paesi attraverso la costruzione di istituzioni democratiche e pluraliste, ponendo così le basi per una maggiore stabilità e strutture socioeconomiche modernizzate, che di per sé rappresentano un requisito necessario per attirare gli investimenti internazionali e dar vita a una crescita sostenibile; pone l'accento sulla necessità che il cambiamento democratico sia accompagnato da riforme in ambito economico, giuridico e sociale per aprire e modernizzare le strutture socioeconomiche di questi paesi;

9.  propone, nel quadro dell'avvio di una politica di libero scambio, che vengano condotti periodicamente studi di impatto per assicurare un monitoraggio attivo e continuativo delle conseguenze di tale politica sui paesi mediterranei del Sud dell'Europa, con l'obiettivo finale di produrre effetti positivi sui cittadini come pure sui sistemi economici e produttivi dei vari paesi.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.2.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

40

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Frieda Brepoels, Elmar Brok, Jerzy Buzek, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Marietta Giannakou, Ioannis Kasoulides, Tunne Kelam, Nicole Kiil-Nielsen, Evgeni Kirilov, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Eduard Kukan, Vytautas Landsbergis, Krzysztof Lisek, Ulrike Lunacek, Barry Madlener, Kyriakos Mavronikolas, Francisco José Millán Mon, Alexander Mirsky, María Muñiz De Urquiza, Ria Oomen-Ruijten, Pier Antonio Panzeri, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Cristian Dan Preda, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, Charles Tannock, Sir Graham Watson, Boris Zala

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Elena Băsescu, Tanja Fajon, Elisabeth Jeggle, Doris Pack, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Marietje Schaake, Indrek Tarand, Traian Ungureanu, Ivo Vajgl

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Marije Cornelissen, Rui Tavares

PARERE della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (5.3.2012)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sul commercio per il cambiamento: la strategia commerciale e di investimento dell'UE per il Mediterraneo meridionale dopo le rivoluzioni della Primavera araba
(2011/2113(INI))

Relatore per parere: Spyros Danellis

SUGGERIMENTI

La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  osserva che il processo di trasformazione in corso nel Mediterraneo meridionale, avviato con la "Primavera araba", ha esiti incerti per i paesi interessati e ripercussioni ignote per tutta la regione e per l'UE; sottolinea che la promozione e il sostegno di una crescita economica sostenibile e inclusiva nella regione, nonché il conseguente aumento della ricchezza e il miglioramento del tenore di vita, saranno decisivi per garantire la democrazia e lo Stato di diritto e apportare stabilità politica; evidenzia che l'agricoltura, che occupa più di un terzo della popolazione attiva nei paesi della riva meridionale, e lo sviluppo rurale hanno grande importanza per il processo di stabilizzazione, dato che contribuiscono, in particolare in condizioni di accresciuta volatilità dei mercati mondiali, alla realizzazione di progressi in materia di sicurezza alimentare, a ottenere una più equa produzione e distribuzione del reddito, a creare posti di lavoro e a integrare le donne e i piccoli coltivatori nell'economia;

2.  si compiace pertanto dell'intenzione della Commissione di sostenere lo sviluppo rurale attraverso il programma "Strumento europeo di vicinato per l'agricoltura e lo sviluppo rurale", il quale integrerebbe azioni di sostegno agli investimenti e svilupperebbe le capacità amministrative basandosi sulle migliori pratiche dell'UE utilizzate per lo sviluppo delle aree rurali al fine di facilitare la modernizzazione della produzione agricola, in linea con le norme UE in materia di qualità e sicurezza degli alimenti;

3.  accoglie altresì con favore l'impegno della Commissione, espresso nella sua comunicazione congiunta del 25 maggio 2011 (COM(2011)0303), di finanziare programmi pilota per lo sviluppo agricolo, rurale e regionale, sfruttando la vasta esperienza maturata dall'UE in questi settori e utilizzando al meglio la stretta collaborazione con la FAO, la Banca mondiale ed eventualmente la BEI;

4.  invita l'UE ad appoggiare sia lo sviluppo di una produzione agricola sana che lo sviluppo rurale nella regione come elementi della lotta contro la povertà, piaga persistente nelle campagne, e per rafforzare il processo di stabilizzazione; sottolinea, a questo fine, l'importanza di miglioramenti nell'ambito delle istituzioni e delle infrastrutture (ad esempio, l'irrigazione, la manipolazione, l'immagazzinamento, l'imballaggio, il trasporto, i sistemi di commercializzazione e l'accesso ai servizi), in aggiunta a quelli in campo tecnologico, nonché il significato dei programmi di istruzione e di formazione, in particolare per le donne, così come le situazioni di scarsa organizzazione dei produttori e di debolezza della società civile, altrettanti freni allo sviluppo di un sistema agro-alimentare efficiente; insiste sul ruolo dei servizi di divulgazione per agevolare la diffusione della conoscenza; sottolinea che le preoccupazioni globali relative all'ambiente e al cambiamento climatico dovrebbero costituire un incentivo alla promozione dell'uso sostenibile delle risorse naturali e dell'energia e di metodi di produzione compatibili; evidenzia che, di fronte a una crescente richiesta alimentare a livello mondiale, è opportuno incoraggiare la diversificazione della produzione, al fine di fronteggiare meglio le fluttuazioni del mercato e le crisi ambientali;

5.  invita inoltre la Commissione a prendere le misure necessarie per aiutare il Mediterraneo meridionale a conseguire la convergenza normativa nei settori prioritari per l'UE e la regione - tra cui la concorrenza, gli investimenti, le norme e le procedure che riguardano il commercio - e ad allineare la sua produzione alle norme dell'UE in materia di qualità e sicurezza alimentare, protezione dell'ambiente, protezione fitosanitaria e benessere degli animali, conformemente al principio della reciprocità; ritiene che tali cambiamenti rafforzerebbero il potenziale di esportazione di quei paesi verso l'Unione europea; sottolinea, tuttavia, che al tempo stesso è indispensabile proteggere i settori sensibili dell'agricoltura dell'UE, specialmente quelli dei paesi mediterranei, dagli effetti eventuali della completa liberalizzazione dei mercati; evidenzia la necessità di incrementare gli scambi commerciali in maniera equilibrata per tutte le parti interessate, al fine di evitare maggiori vantaggi in capo a una delle parti;

6.  chiede altresì che, al fine di evitare forme di dumping sociale e ambientale tra i paesi coinvolti come anche con l'UE, le misure proposte dalla Commissione rafforzino l'introduzione di azioni innovative di promozione del know-how locale e di formazione per l'organizzazione dei produttori e lo sviluppo dei mercati locali e regionali nell'ambito di scambi di buone pratiche tra paesi e con l'UE, come quelle condotte in precedenza nel quadro delle procedure di preadesione e delle relazioni con i paesi vicini dell'Unione europea;

7.  attira l'attenzione sul contributo che potrà offrire una maggiore integrazione tra i paesi dell'Africa settentrionale e quelli dell'Africa subsahariana e sottolinea che è necessario prendere misure a livello globale per evitare le azioni unilaterali spesso intraprese in risposta alle crisi alimentari e ai fenomeni meteorologici estremi;

8.  invita la Commissione europea a sostenere programmi destinati specificamente ai giovani e alle donne attivi nel settore agricolo e sottolinea la necessità di adottare provvedimenti a livello europeo al fine di incoraggiare la partecipazione in particolare dei giovani al lavoro agricolo.ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

29.2.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

1

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Liam Aylward, Vasilica Viorica Dăncilă, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Herbert Dorfmann, Iratxe García Pérez, Béla Glattfelder, Sergio Gutiérrez Prieto, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Elisabeth Köstinger, George Lyon, Mairead McGuinness, Krisztina Morvai, Mariya Nedelcheva, James Nicholson, Rareş-Lucian Niculescu, Britta Reimers, Alfreds Rubiks, Giancarlo Scottà, Czesław Adam Siekierski, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Csaba Sándor Tabajdi, Janusz Wojciechowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves, Sylvie Goulard, Christa Klaß, Anthea McIntyre

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

27.3.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

5

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Damien Abad, Laima Liucija Andrikienė, Maria Badia i Cutchet, David Campbell Bannerman, Daniel Caspary, Marielle de Sarnez, Yannick Jadot, Metin Kazak, Bernd Lange, David Martin, Vital Moreira, Paul Murphy, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Niccolò Rinaldi, Helmut Scholz, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Keith Taylor, Iuliu Winkler, Jan Zahradil, Paweł Zalewski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Josefa Andrés Barea, Catherine Bearder, George Sabin Cutaş, Mário David, Elisabeth Köstinger, Jörg Leichtfried, Jarosław Leszek Wałęsa

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Gabriel Mato Adrover