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Procedura : 2006/2208(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0270/2006

Testi presentati :

A6-0270/2006

Discussioni :

PV 28/09/2006 - 5
CRE 28/09/2006 - 5

Votazioni :

PV 28/09/2006 - 7.1
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2006)0382

Testi approvati
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Giovedì 28 settembre 2006 - Strasburgo
Aumentare e migliorare l'aiuto dell'Unione europea: misure 2006 per un aiuto efficace
P6_TA(2006)0382A6-0270/2006

Risoluzione del Parlamento europeo su "Cooperare di più, cooperare meglio: il pacchetto 2006 sull'efficacia degli aiuti dell'UE" (2006/2208(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Gli aiuti dell'UE: dare di più, meglio e più rapidamente" (COM(2006)0087),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo intitolata "Rafforzare l'impatto europeo: un quadro comune per l'elaborazione dei documenti di strategia nazionale e la programmazione pluriennale comune" (COM(2006)0088),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti - Le sfide poste dall'aumento degli aiuti UE nel periodo 2006-2010" (COM(2006)0085),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio - Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti" (COM(2005)0133),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo intitolata "coerenza delle politiche per lo sviluppo - Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio" (COM(2005)0134),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo intitolata "accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio - Il contributo dell'Unione europea" (COM(2005)0132),

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo Affari generali e relazioni esterne del 10-11 aprile 2006 sul finanziamento degli aiuti allo sviluppo e dell'efficacia degli aiuti europei: Fornire un aiuto più importante, più efficace e più rapido,

–   viste la dichiarazione di Roma sull'armonizzazione, approvata il 25 febbraio 2003 del Forum ad alto livello sull'armonizzazione, e la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo, approvata il 2 marzo 2005 in occasione del Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti (in appresso la "dichiarazione di Parigi"),

–   vista la propria risoluzione del 16 febbraio 2006 sul nuovo meccanismo di finanziamento per lo sviluppo nell'ambito degli obiettivi del Millennio(1),

–   vista la risoluzione A/RES/55/2 dell'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) sulla dichiarazione del Millennio,

–   vista la relazione del Consigliere del Segretario generale dell'ONU, Jeffrey Sachs, intitolata "Investire nello sviluppo: un piano pratico per conseguire gli obiettivi di sviluppo del Millennio",

–   visto il consenso raggiunto alla Conferenza di Monterrey del 22 marzo 2002 sul finanziamento dello sviluppo,

–   vista la dichiarazione congiunta del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in seno al Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea intitolata "Il consenso europeo"(2) (in appresso il "consenso europeo per lo sviluppo"),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo intitolata " Strategia dell'Unione europea per l'Africa: verso un patto euroafricano per accelerare lo sviluppo dell'Africa" (COM(2005)0489),

–   vista la propria risoluzione del 17 novembre 2005 su una strategia di sviluppo per l'Africa(3),

–   vista la dichiarazione di New York sulle fonti innovative di finanziamento dello sviluppo, approvata il 14 settembre 2005 in occasione del vertice del 14-16 settembre 2005 sulla realizzazione degli obiettivi del millennio, con la quale 79 Stati hanno già manifestato il loro sostegno al varo di un primo meccanismo pilota sotto forma di un contributo di solidarietà sui biglietti aerei,

–   vista la relazione Landau dal titolo "Le nuove imposte finanziarie internazionali" sulle risorse innovatrici di finanziamento dello sviluppo, ordinata dal gruppo quadripartito e pubblicata nel 2004, e la relazione Atkinson intitolata "Nuove fonti di finanziamento allo sviluppo: finanziamento degli obiettivi di sviluppo del Millennio", pubblicata nel 2004 dall'Università dell'ONU (UNU-WIDER),

–   vista la propria posizione del 18 maggio 2006 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo e della cooperazione economica(4),

–   vista la propria risoluzione del 6 aprile 2006 sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo(5),

–   vista la propria risoluzione del 12 aprile 2005 sul ruolo dell'Unione europea nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio(6),

–   vista la propria risoluzione del 14 marzo 2006 sulla revisione strategica del Fondo monetario internazionale (FMI)(7),

–   vista la comunicazione del 7 giugno 2006 presentata dal Gruppo africano presso il Comitato dell'agricoltura dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e vertente sulle modalità per i negoziati sui beni agricoli (06-000) (TN/AG/GEN/18),

–   vista la relazione del marzo 2006 intitolata "Valutazione dell'appoggio della Banca al commercio 1987-2004", pubblicata dal Gruppo indipendente di valutazione (IEG) della Banca mondiale,

–   visto l'articolo 45 del proprio regolamento,

–   visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6-0270/2006),

A.   considerando che l'Unione europea, erogando più della metà degli aiuti pubblici mondiali, rappresenta il principale fornitore internazionale di aiuti, ma che tale posizione non si concreta in un'effettiva leadership capace di distinguersi sulla scena internazionale,

B.   considerando che il consenso europeo per lo sviluppo getta le basi di una visione comune della politica di sviluppo dell'Unione europea tramite valori, principi, obiettivi e strumenti comuni agli Stati membri, al Consiglio, al Parlamento europeo e alla Commissione,

C.   considerando che l'obiettivo superiore di tale politica è lo sradicamento della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile, compreso il raggiungimento degli OSM,

D.   considerando che per la prima volta dall'approvazione del consenso europeo per lo sviluppo, la Commissione mira a pianificare sul piano strategico non soltanto gli aiuti da essa forniti e/o gestiti ma anche gli aiuti bilaterali erogati dagli Stati membri, perseguendo gli impegni assunti nella dichiarazione di Parigi (appropriazione, allineamento, armonizzazione, gestione imperniata sui risultati e mutua responsabilità),

E.   considerando che la mancanza di coerenza tra le varie politiche dell'Unione, oltre ad ostacolare l'efficacia degli aiuti, risulta anche in contrasto con l'articolo 178 del trattato CE,

F.   considerando che numerosi studi hanno dimostrato che lo svincolo degli aiuti, ovvero non imporre condizioni sulle origini o sulle modalità di inoltro di tali aiuti, risulta essenziale per migliorarne l'efficacia in particolare per quanto concerne gli aiuti alimentari,

G.   considerando che l'adesione da parte dei paesi partner a strategie e programmi di sviluppo costituisce uno dei principi fondamentali contestuali al consenso europeo per lo sviluppo e alla dichiarazione di Parigi,

H.   considerando che secondo la suddetta relazione, elaborata da Jeffrey Sachs per le Nazioni Unite, per conseguire gli OSM nel 2015 saranno necessari almeno 50 miliardi USD supplementari all'anno,

I.   considerando che l'Unione europea si è impegnata a destinare 2 miliardi EUR all'anno - 1 miliardo proveniente dagli Stati membri e 1 miliardo dalla Commissione - alla promozione delle capacità commerciali dei paesi in via di sviluppo,

J.   considerando che nelle summenzionate conclusioni del Consiglio l'Unione europea ha ribadito gli impegni assunti il 24 maggio 2005 in materia di aumento del volume degli aiuti, ossia che essa destinerà complessivamente all'Africa almeno il 50% dell'aumento dei fondi degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS), e che essa rimane l'unico gruppo di donatori che abbia assunto impegni sostanziali, quantificabili e prevedibili per aumentare gli aiuti al fine di giungere ad un importo superiore ad 84 miliardi EUR nel 2015,

K.   considerando che, date le restrizioni fissate dalle prospettive finanziarie 2007-2013 (conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 15-16 dicembre 2005) al bilancio dell'Unione europea, i maggiori sforzi in termini di aumento degli aiuti (tra l'80% e il 90%) debbono compierli gli Stati membri,

L.   considerando che, sebbene in base ai dati indicati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per il 2005 l'Unione europea sia sulla buona strada per conseguire gli obiettivi fissati per il 2006, quattro Stati membri registrano ancora un livello di aiuti inferiore alla soglia minima dello 0,33% del PIL indicata nel compromesso di Barcellona,

M.   considerando che, in base ai recenti dati del Comitato di assistenza allo sviluppo dell'OCSE (OCSE/CAS), l'Unione europea ha contabilizzato alla voce aiuti allo sviluppo del 2005 l'alleggerimento del debito (principalmente per l'Iraq e la Nigeria), per un ammontare di 9 miliardi EUR, nonostante il consenso di Monterrey stabilisca esplicitamente che i finanziamenti accordati per alleviare l'onere del debito non dovrebbero provenire dai fondi di assistenza allo sviluppo normalmente previsti per essere direttamente destinati ai paesi in via di sviluppo,

N.   considerando che, a prescindere dal fenomeno di dilatazione artificiale dell'ammontare degli aiuti pubblici allo sviluppo e a causa della gestione inefficiente, una cospicua quota degli aiuti erogati dall'insieme degli Stati membri dell'Unione europea non raggiunge direttamente le popolazioni dei paesi del Sud alle quali è destinata,

O.   considerando che la realizzazione degli impegni assunti dal G-8 a Gleneagles (incrementare l'aiuto allo sviluppo di 50 miliardi di dollari USA all'anno fino al 2010) rimane largamente al di sotto delle promesse, visto che l'aiuto effettivo (che prescinde dagli effetti della soppressione del debito dei paesi più poveri) è aumentato soltanto di 5 miliardi USD nel 2005,

P.   considerando che, per rispettare i propri impegni, la comunità internazionale si è già riunita due volte dal settembre 2005 allo scopo di proseguire le discussioni sulle fonti innovative di finanziamento dello sviluppo,

Q.   considerando che l'applicazione di meccanismi innovativi di finanziamento consentirebbe non soltanto di prelevare risorse nuove ma anche di migliorare la qualità dei flussi di finanziamento allo sviluppo, specialmente in termini di stabilità e prevedibilità delle risorse, il che è essenziale per il sostegno di strategie nazionali a lungo termine,

R.   considerando che il miglioramento dell'efficacia della politica europea di cooperazione allo sviluppo presuppone la definizione di obiettivi precisi da raggiungere e di indicatori che consentano di misurare i progressi effettuati,

S.   considerando che nella dichiarazione di Parigi i finanziatori si impegnavano a definire obiettivi bersaglio per il 2010 in funzione dei 12 indicatori in essa stabiliti e a mettere in atto un sistema efficace di controllo del rispetto di detti obiettivi da parte di ciascuno dei firmatari,

T.   considerando l'urgente necessità di far fronte in modo durevole al problema del debito, che costituisce un considerevole freno alla realizzazione degli OSM,

U.   considerando che esiste un consenso internazionale per passare da una logica di alleggerimento a una logica di annullamento del debito dei paesi poveri, come illustrano la dichiarazione del Millennio e la decisione di annullamento dei debiti adottata dal G8 nel 2005,

1.   sottolinea gli effettivi progressi in materia di efficacia contestuali alle ultime proposte della Commissione contenute nelle sue tre ultime comunicazioni, e prende atto delle summenzionate conclusioni del Consiglio che riprendono parzialmente le proposte contenute nelle suddette tre comunicazioni;

2.   invita gli Stati membri e la Commissione ad operare per conseguire l'efficacia degli aiuti nell'ambito del quadro più ampio dei valori sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nelle convenzioni dell'ONU come il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;

3.   è del parere che il fatto di selezionare dei "donatori guida" in specifiche aree settoriali a livello nazionale costituisca un interessante passo avanti;

4.   invita gli Stati membri e la Commissione a compiere sforzi congiunti per far sì che l'Unione europea parli con una sola voce, onde consolidare e perpetuare una leadership basata non solo sulla rilevanza degli importi destinati alla cooperazione allo sviluppo ma anche su una maggiore efficacia;

5.   ritiene che, per lottare efficacemente contro la povertà, una quota assai più cospicua degli APS accordati dai finanziatori internazionali dovrebbe essere convogliata in via prioritaria verso i paesi e le popolazioni più povere, e deplora la mancanza di precisi obiettivi bersaglio dell'Unione in tal senso;

6.   è del parere che gli accordi di pesca conclusi con i paesi in via di sviluppo debbano mirare a migliorare la capacità di tali paesi di gestire adeguatamente i fondali di pesca situati nelle rispettive acque territoriali, segnatamente di controllare e sorvegliare le attività di pesca e di condurre ricerche scientifiche, piuttosto che contemplare semplicemente i pagamenti per il diritto di cattura;

7.   è convinto che, affinché gli aiuti dell'Unione europea siano efficaci, vada garantito uno spazio politico sufficiente per i paesi in via di sviluppo, e che l'efficacia degli aiuti debba essere valutata in termini di progressi concreti verso il raggiungimento degli OSM;

8.   invita la Commissione e tutti gli Stati membri dell'Unione europea a rispettare scrupolosamente gli obiettivi e i principi stabiliti nel quadro del consenso europeo per lo sviluppo, in particolare l'obiettivo essenziale della lotta alla povertà;

9.   invita l'Unione europea a difendere e promuovere tale politica di rispetto dei diritti umani e del diritto degli Stati beneficiari di definire le proprie politiche in seno a tutti gli organi multilaterali di cui essa fa parte nonché nell'ambito delle sue relazioni bilaterali;

10.   chiede all'Unione europea di integrare nella sua politica di sviluppo le raccomandazioni della relazione delle Nazioni Unite sulla valutazione degli ecosistemi del Millennio, nella quale si afferma che la distruzione degli ecosistemi mondiali agirà da barriera al raggiungimento degli OSM, e di adottare misure volte ad invertire il degrado generalizzato;

11.   chiede agli Stati membri e alla Commissione di dispiegare tutti i loro sforzi, insieme e con gli altri finanziatori dell'OCSE/CAS, a sostegno dell'attuazione della dichiarazione di Parigi;

12.   incoraggia gli Stati membri e la Commissione ad attuare senza indugio le raccomandazioni proposte dalla Commissione e riprese dal Consiglio, il che richiederà sforzi cospicui per modificare, radicalmente se è necessario, il loro sistema di aiuti e/o le loro procedure operative nell'intento di aumentarne significativamente l'efficacia, grazie ad un migliore coordinamento dei programmi, alla complementarietà delle azioni e alla coerenza delle politiche;

13.   sottolinea che l'efficacia degli aiuti deve essere perseguita attraverso una duplice impostazione – incentrata non solo sulle questioni di procedura come il coordinamento, la complementarietà, l'armonizzazione e la conformità, ma anche sul contenuto e sulla sostanza; sottolinea che la lotta alla corruzione, la costruzione di capacità connessa a seri sforzi per prevenire la fuga dei cervelli, e la riduzione dei rischi di disastri sono settori chiave in questo contesto;

14.   sottolinea che ad un più efficace coordinamento dovrebbe fare riscontro una complementarietà delle azioni finalizzata ad una migliore ripartizione del lavoro fra gli Stati membri stessi nonché fra gli Stati membri e la Commissione, con una concentrazione a livello nazionale e con i paesi partner alla guida, in modo da affrontare la problematica dei paesi e settori "orfani", e sottolinea al riguardo la pertinenza dell'Atlante dei donatori;

15.   sottolinea che il coordinamento dei finanziatori e la divisione del lavoro devono essere posti sotto l'egida del paese partner, dato che lo scopo è l'allineamento con le priorità e le procedure del paese partner;

16.   riconosce che il coordinamento e la divisione del lavoro non possono essere portati avanti in una situazione d'isolamento; pertanto l'Unione europea non deve incentrarsi soltanto su una divisione interna del lavoro ma agire sempre nella prospettiva del donatore;

17.   invita gli Stati membri interessati a non ritardare l'aumento richiesto dei fondi di bilancio nel rispetto degli impegni reiterati da loro assunti, al fine di conseguire, senza artifici contabili, un importo minimo di APS pari allo 0,56% del PIL per il 2010 e allo 0,7% del PIL per il 2015, nell'intento molto concreto di sbloccare fondi supplementari per un'effettiva e potenziata assistenza allo sviluppo, ed insiste sul ruolo essenziale che essi svolgono in materia;

18.   invita l'Unione europea a prendere in considerazione il fatto che l'aumento degli importi degli APS ha senso solo se va di pari passo con un aumento significativo della sua efficacia e della sua qualità, e a adoperarsi quindi per far sì che tale miglioramento assurga a priorità assoluta della politica di cooperazione allo sviluppo di ciascuno Stato membro nonché delle istituzioni europee interessate;

19.   invita gli Stati membri ad approntare annualmente e nella massima trasparenza un elenco preciso che operi una chiara distinzione fra gli importi direttamente destinati all'assistenza allo sviluppo e quelli assegnati ad altre iniziative non direttamente correlate con la stessa, quali lo sgravio del debito, in base a un documento di riferimento comune predisposto dalla Commissione, ed insiste affinché tali importi siano espressamente esclusi dal calcolo della spesa totale per l'aiuto allo sviluppo;

20.   prende atto che le discussioni su iniziative atte ad essere o meno considerate come facenti capo all'assistenza allo sviluppo proseguiranno nel 2007 in seno all'OCSE/CAS per concludersi in occasione del Vertice ad alto livello che si terrà in Ghana all'inizio del 2008, e sottolinea la sua determinazione a partecipare attivamente a tali discussioni;

21.   invita la Commissione ad informarlo sulle modalità di conferimento del mandato che essa esercita in seno all'OCSE/CAS, sul contenuto della definizione della posizione da essa sostenuta nonché sulle norme organizzative e di funzionamento di tale comitato;

22.   insiste presso i membri dell'OCSE/CAS affinché definiscano degli obiettivi bersaglio per il 2010 in funzione dei 12 indicatori definiti nella dichiarazione di Parigi – specialmente per gli obiettivi di condizionalità, responsabilità reciproca e prevedibilità – e mettano a punto un efficace meccanismo di verifica;

23.   appoggia l'iniziativa di programmazione comune, proposta dalla Commissione e ripresa dal Consiglio, condotta da un primo gruppo di 11 paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) nonché dal Vietnam e dal Nicaragua, e ritiene che la programmazione attualmente in fase di preparazione per gli ACP potrebbe costituire un buon punto di partenza; sottolinea tuttavia l'importanza di garantire che le iniziative pilota non siano incompatibili con le misure comuni in corso nei paesi partner (quali le strategie comuni di assistenza ) ma invece potenzino i processi esistenti;

24.   constata e apprezza il lavoro che la Commissione ha realizzato in termini di sviluppo di indicatori di efficacia delle proprie attività, ma constata anche che la maggior parte degli indicatori dipendono da valutazioni interne, che l'appoggio di bilancio e i programmi settoriali non sono valutati da questi indicatori e che non vi sono ancora indicatori d'impatto e di sostenibilità atti a valutare i progetti una volta portati a termine;

25.   chiede alla Commissione e agli Stati membri di individuare insieme indicatori di risultati adattati agli indicatori OSM, cosicché i parlamenti nazionali e la società civile locale, nonché il Parlamento europeo, possano rintracciare i risultati dei contributi dell'Unione europea;

26.   sottolinea che la programmazione comune deve promuovere una partnership basata sull'appropriazione nazione e sulla mutua responsabilità;

27.   sottolinea che tanto le azioni di aiuto quanto le azioni commerciali possono e devono svolgere un ruolo di rilievo nella realizzazione degli OSM;

28.   chiede alla Commissione di intraprendere uno studio per esaminare come il commercio equo potrebbe diventare un modello di politica commerciale sostenibile capace di stimolare scambi equilibrati Nord-Sud, e di individuare gli ostacoli agli scambi che hanno gli effetti più gravi sulle popolazioni più povere;

29.   riconosce l'importanza della stabilizzazione dei prezzi delle materie prime per i paesi in via di sviluppo e invita la Commissione a proporre delle misure a tal fine;

30.   invita la Commissione a chiarire in qual modo i paesi beneficiari e la società civile avranno il pieno controllo della loro politica di sviluppo e disporranno dello spazio politico necessario per l'elaborazione dell'analisi, della diagnosi e della politica strategica comune allo scopo di stimolare la risposta dei paesi beneficiari;

31.   è convinto che le politiche di sviluppo nazionali e regionali debbano essere democraticamente stabilite dai paesi beneficiari stessi e che i parlamenti democraticamente eletti debbano esercitare un controllo più stretto sull'attuazione dei programmi;

32.   sottolinea l'importanza della trasparenza e della lotta alla corruzione ai fini dell'efficacia degli aiuti; ricorda a questo proposito le raccomandazioni enunciate nella propria risoluzione summenzionata sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo e ribadisce il proprio sostegno alla campagna "Rendete pubblico ciò che pagate", che chiede alle multinazionali di divulgare le informazioni concernenti i pagamenti effettuati ai governi;

33.   ribadisce le proprie raccomandazioni sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione dei paesi in via di sviluppo e chiede alla Commissione e al Consiglio di riservare una quota adeguata degli aiuti di bilancio a degli osservatori della società civile, di istituire un sistema internazionale di liste nere volto ad impedire che le banche prestino denaro a regimi corrotti, di vietare la conclusione di contratti d'appalto con società che sono state coinvolte in atti di malversazione in un paese in via di sviluppo, e di esortare tutti gli Stati membri a ratificare la Convenzione ONU contro la corruzione del 2003;

34.   ricorda altresì l'importanza del buongoverno e dell'esistenza di uno Stato di diritto stabile nonché di strutture regolamentari, giuridiche ed istituzionali trasparenti e prevedibili – in quanto premesse necessarie all'instaurazione di un clima favorevole allo sviluppo economico;

35.   chiede alla Commissione e agli Stati membri di approfondire la cooperazione decentrata condotta direttamente con gli enti locali dei paesi in via di sviluppo;

36.   è del parere che il cofinanziamento potrebbe svolgere un ruolo di catalizzatore dei fondi europei e contribuire così a favorire l'emergenza di una politica di cooperazione allo sviluppo veramente europea;

37.   prende atto della proposta della Commissione di favorire la creazione di uno strumento flessibile e sostenibile per il perseguimento degli OSM, e chiede maggiori dettagli in merito al funzionamento e alle modalità di gestione di siffatto strumento;

38.   deplora, contrariamente alla Commissione, che i progressi compiuti da taluni Stati membri in sede di attuazione dei loro impegni tesi a svincolare(8) progressivamente gli aiuti allo sviluppo non siano soddisfacenti, nonostante le vive attese di tale dispositivo da parte dei produttori locali e delle popolazioni del Sud, che potrebbero farne quanto mai tesoro, ed invita gli Stati membri ad applicare sin d'ora lo svincolo dell'aiuto alimentare e del suo inoltro verso i paesi meno sviluppati, come raccomandato dall'OCSE;

39.   esprime la propria preoccupazione per il fatto che la politica di sostegno al bilancio dell'Unione europea a favore dei paesi in via di sviluppo sia sempre più soggetta alle condizioni poste dalle istituzioni finanziarie (IFI) del Fondo monetario internazionale (FMI) perchè detti paesi possano effettivamente ottenere gli aiuti allo sviluppo dell'Unione; è del parere che tale condizionalità centralizzata sia in contraddizione con la politica di appropriazione dei paesi beneficiari;

40.   invita la Commissione e gli Stati membri a fare in modo che le parti interessate nei paesi beneficiari, comprese le organizzazioni della società civile, siano sufficientemente informate così da agevolarne l'accesso ai programmi disponibili;

41.   invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare le iniziative di cosviluppo, intendendo con tale termine la valorizzazione del potenziale rappresentato dalle comunità di migranti stabilite nei paesi sviluppati al servizio dello sviluppo del loro paese d'origine;

42.   invita la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere nei programmi di sviluppo le persone competenti provenienti dalla diaspora desiderose di arrecare un aiuto concreto e lavorare nel proprio paese d'origine per mettere le rispettive competenze al servizio dello sviluppo;

43.   sottolinea che, per migliorare gli aiuti effettivi che si traducono in progressi concreti sul terreno, strumenti finanziari innovativi e risorse supplementari sono assolutamente indispensabili e non possono sostituire gli impegni già assunti in termini di APS;

44.   accoglie con favore la volontà espressa dall'Unione europea di istituire meccanismi innovativi per il finanziamento dello sviluppo, volti a garantire un aiuto stabile, efficace e prevedibile;

45.   sottolinea che non si deve considerare la Commissione come il ventiseiesimo donatore dell'Unione europea, ma che occorre invece definire il vantaggio comparativo degli aiuti comunitari; rammenta l'importanza dei settori individuati nel quadro del consenso europeo per lo sviluppo, come la presenza globale dell'Unione, l'entità del suo bilancio di cooperazione allo sviluppo, il potenziamento della coesione politica, la promozione delle migliori prassi in materia di sviluppo, la semplificazione delle procedure di coordinamento e l'armonizzazione e la promozione della democrazia e dei diritti umani ecc.; invita l'Unione europea ad assumere una posizione chiara in merito a tale problematica;

46.   invita i parlamenti nazionali degli Stati membri ad esercitare maggiori controlli sui fondi erogati e sull'attuazione dei programmi di cooperazione bilaterali;

47.   deplora che l'iniziativa PPMI (paesi poveri molto indebitati) non abbia apportato una soluzione sostenibile al problema del debito e che la maggior parte dei paesi interessati non abbia visto migliorare la propria situazione di indebitamento, come ha dimostrato la relazione della Banca mondiale summenzionata;

48.   si compiace dell'iniziativa presa dalla Norvegia di ordinare uno studio a livello della Banca mondiale e delle Nazioni Unite sulla questione centrale dell'illegittimità del debito, e incoraggia l'Unione europea e gli Stati membri a promuovere tale iniziativa nei circoli internazionali affinché detta questione sia riconosciuta internazionalmente e siano condotti degli audit sul carattere di "debito odioso" di taluni debiti bilaterali degli Stati membri, nella prospettiva del loro annullamento;

49.   deplora che il Consiglio non sia disposto ad erogare nuove risorse per le azioni di aiuto e le azioni commerciali nell'ambito del quadro finanziario 2007-2013; considera che dette misure non dovrebbero essere finanziate a detrimento di altre attività volte a conseguire gli OSM; ritiene che ciò sarebbe incoerente e inaccettabile proprio nel momento in cui risultano indispensabili nuovi strumenti finanziari e risorse supplementari;

50.   sottolinea l'importanza dell'iniziativa "Aiuti al commercio" della OMC, che consente di aiutare i paesi in via di sviluppo a rafforzare le loro capacità commerciali e a mettere in pratica gli accordi conclusi in seno a detta organizzazione, al fine di trarre vantaggio da questi ultimi e accrescere le attività commerciali facilitando l'integrazione di tali paesi negli scambi internazionali; ribadisce a tale scopo il suo appoggio alla nuova linea di bilancio "Aiuti al commercio", che migliora tanto la trasparenza quanto il controllo democratico;

51.   accoglie con favore la proposta della Commissione di rafforzare il coordinamento nel settore della cooperazione allo sviluppo relativo agli scambi commerciali; in tale quadro sottolinea l'esigenza di migliorare le misure di coordinamento tra i donatori in generale, e in particolare in loco; sottolinea la necessità per l'Unione europea di mettere in comune i suoi sforzi in materia di aiuto allo sviluppo con quelli degli altri finanziatori internazionali;

52.   considera necessario un appoggio dell'Unione europea nel quadro del regime di sostegno allo zucchero a favore dei paesi ACP, affinché questi ultimi possano adattarsi ai nuovi vincoli risultanti dalla riforma del regime saccarifero europeo; ritiene d'altro canto che la dotazione assegnata all'aiuto alla ristrutturazione non debba andare a scapito di altre azioni condotte nell'ambito della politica di sviluppo dell'Unione, segnatamente delle spese relative agli OSM;

53.   ricorda alla Commissione l'impegno assunto dalla stessa relativamente ad un "Round for Free" per i paesi in via di sviluppo in seno all'OMC; chiede al Consiglio e alla Commissione di fare tutto il possibile per evitare che i paesi meno avanzati (PMA) siano sacrificati agli interessi dei blocchi commerciali più potenti;

54.   riconosce che la Commissione e i paesi ACP intendono conseguire una migliore efficacia rafforzando la cooperazione regionale per il tramite degli accordi di partenariato economico (APE); sollecita, in tale contesto, le necessarie tutele e un calendario realistico per un'apertura commerciale graduale e asimmetrica, onde garantire che gli APE incentivino in modo efficace la crescita economica nei paesi ACP;

55.   invita tutti i paesi sviluppati e tutti i paesi in via di sviluppo avanzati a seguire il modello dell'iniziativa "Tutto tranne le armi" dell'Unione europea garantendo ai PMA un accesso al mercato in totale esenzione da dazi e contingenti;

56.   ricorda la relazione della Commissione dalla quale emerge che i PMA sono quelli che meno beneficiano del sistema di preferenze, in termini di scambi commerciali, dell'Unione europea; chiede alla Commissione di adottare nuove misure per consentire ai paesi più poveri di beneficiare nella massima misura possibile delle preferenze dell'Unione;

57.   è convinto che, sebbene l'importo degli aiuti finanziari destinati dall'Unione europea sia considerevole, è altresì importante avviare riforme sostanziali delle istituzioni finanziarie e commerciali mondiali affinché assumano un'impostazione pluridimensionale basata sui diritti;

58.   ricorda la propria risoluzione summenzionata sulla revisione strategica dell'FMI, nella quale invitava gli Stati membri a sforzarsi di riunire un gruppo unico di paesi ("constituency") – cominciando da un gruppo di paesi dell'area dell'euro, allo scopo di garantire a più lungo termine una rappresentanza europea coerente alla quale saranno associate la presidenza del Consiglio ECOFIN e la Commissione, assoggettando tale gruppo al controllo del Parlamento;

59.   chiede una revisione del funzionamento delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI), cominciando con l'adeguamento del sistema di voto alla realtà attuale, dando più peso ai paesi in via di sviluppo e rivedendo la composizione – attualmente non equilibrata – dei gruppi di paesi;

60.   chiede alle IFI, considerate le numerose relazioni delle Nazioni Unite tra cui la summenzionata relazione Sachs, che il carattere sostenibile del debito dei paesi in via di sviluppo sia inteso come il livello di debito che consente a un paese di raggiungere gli OSM senza aumentare il proprio tasso di indebitamento, e chiede ai rappresentanti degli Stati membri presso le IFI di sostenere una siffatta ridefinizione;

61.   ricorda il suggerimento contenuto nella propria succitata risoluzione sulla revisione strategica dell'FMI, affinché le condizioni cui sono subordinati l'aiuto e i prestiti delle IFI siano definite nel quadro di una stretta collaborazione con le istituzioni delle Nazioni Unite, e riconosce che in molti casi queste condizioni hanno avuto un impatto negativo sugli indicatori socioeconomici dei paesi in via di sviluppo;

62.   propone la creazione di un gruppo di lavoro dedicato all'efficacia degli aiuti europei e al follow-up del consenso europeo per lo sviluppo e composto dai membri della commissione per lo sviluppo; invita la Commissione europea, gli Stati membri, le ONG per lo sviluppo, i rappresentati della società civile e le organizzazioni sindacali a parteciparvi, e suggerisce pertanto che si selezioni un certo numero di paesi come "casi da studiare" allo scopo di offrire al Parlamento e alla sua commissione per lo sviluppo un quadro molto migliore degli sforzi e dei risultati a un livello nazionale;

63.   sottolinea che è assolutamente essenziale che l'Unione attui più sistematicamente politiche che presentino una coerenza globale, e si compiace che tale questione della coerenza tra le diverse politiche dell'Unione europea sia stata iscritta all'ordine del giorno della Presidenza finlandese, dalla quale si attende molto;

64.   sottolinea l'importanza della coerenza tra le varie politiche dell'Unione europea nonché del necessario coordinamento e della complementarietà delle azioni tra l'Unione europea e i suoi Stati membri ai fini dell'efficacia dell'aiuto, segnatamente a livello locale; ritiene che una mancanza di coerenza sia contraria all'articolo 178 del trattato CE;

65.   è del parere che la politica d'efficacia degli aiuti dell'Unione europea debba garantire una coerenza tra le politiche comuni commerciale, di cooperazione allo sviluppo, agricola e della pesca, allo scopo di evitare effetti negativi diretti o indiretti sulle economie dei paesi in via di sviluppo;

66.   incarica il proprio Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) Testi approvati, P6_TA(2006)0063.
(2) GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
(3) Testi approvati, P6_TA(2005)0445.
(4) Testi approvati, P6_TA(2006)0217.
(5) Testi approvati, P6_TA(2006)0141.
(6) GU C 33 E del 9.2.2006, pag. 311.
(7) Testi approvati, P6_TA(2006)0076.
(8) Si veda la spiegazione di cui al considerando F.

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