Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2006/2173(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0468/2006

Testi presentati :

A6-0468/2006

Discussioni :

PV 14/03/2007 - 9
CRE 14/03/2007 - 9

Votazioni :

PV 15/03/2007 - 5.5
CRE 15/03/2007 - 5.5
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0076

Testi approvati
PDF 190kWORD 108k
Giovedì 15 marzo 2007 - Strasburgo
Creazione della zona di libero scambio euromediterranea
P6_TA(2007)0076A6-0468/2006

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2007 sulla creazione della zona di libero scambio euromediterranea (2006/2173(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti la dichiarazione di Barcellona, del 28 novembre 1995, che ha instaurato un partenariato fra l'Unione europea e i paesi del Sud e dell'Est del Mediterraneo (PSEM), nonché il programma di lavoro approvato in occasione di tale conferenza,

–   vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2005 sul processo di Barcellona rivisitato(1),

–   visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 12 aprile 2005 dal titolo "Decimo anniversario del partenariato euromediterraneo: un programma di lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni" (COM(2005)0139) e i relativi allegati (SEC(2005)0482 e SEC(2005)0483),

–   visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, dell'11 marzo 2003, dal titolo "Europa ampliata – Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" (COM(2003)0104), il suo documento di strategia sulla politica europea di prossimità (ENP)(COM(2004)0373) del 12 maggio 2004, la sua comunicazione al Consiglio, del 9 dicembre 2004, sulle proposte della Commissione riguardanti piani d'azione nell'ambito dell'ENP (COM(2004)0795), i piani d'azione per Israele, la Giordania, il Marocco, l'Autorità Palestinese, la Tunisia e il Libano, e il regolamento (CE) n. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2006, recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e partenariato(2),

–   viste le conclusioni delle conferenze ministeriali e euromediterranee e delle conferenze ministeriali settoriali che si sono tenute dall'avvio del processo di Barcellona, con specifico riferimento alle conclusioni della VIIª Conferenza euromediterranea dei ministri degli Affari esteri, svoltasi a Lussemburgo il 30 e 31 maggio 2005,

–   visti gli accordi di associazione euromediterranei tra le Comunità europee e i suoi Stati membri, da una parte, e la Tunisia(3), Israele(4), il Marocco(5), la Giordania(6), l'Egitto(7), il Libano(8) e l'Algeria(9), dall'altra, e l'Accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità e l'OLP (a beneficio dell'Autorità palestinese)(10); vista la decisione n. 1/95 del Consiglio di associazione CE- Turchia, del 22 dicembre 1995, relativa all'attuazione della fase finale dell'unione doganale (96/142/CE)(11),

–   visto l'accordo di libero scambio, noto come Accordo di Agadir, firmato il 25 febbraio 2004 da Giordania, Egitto, Tunisia e Marocco,

–   visto il partenariato strategico per il Mediterraneo e il Medio Oriente, approvato dal Consiglio europeo nel giugno 2004,

–   visti il documento di strategia regionale 2002-2006 e il programma indicativo regionale 2005-2006 del partenariato euromediterraneo MEDA,

–   vista la valutazione d'impatto sulla sostenibilità della zona di libero scambio euromediterranea (ZLS) predisposta dall'Istituto per la politica e la gestione dello sviluppo dell'Università di Manchester,

–   vista la sua risoluzione del 17 novembre 1995 sulle relazioni economiche e commerciali tra l' Unione europea e i paesi del bacino mediterraneo(12),

–   vista la sua risoluzione del 30 marzo 2000 sulla politica mediterranea(13),

–   viste le conclusioni e le raccomandazioni (compreso il programma di lavoro quinquennale predisposto dalla Commissione) del Vertice di Barcellona del 27 e 28 novembre 2005,

–   vista la risoluzione dell'11 maggio 2006 della commissione economica, finanziaria, affari sociali e istruzione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) sulle condizioni per la trasformazione del Fondo euromediterraneo di investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea per lo sviluppo,

–   visti i lavori dell'APEM,

–   vista la sua posizione del 14 dicembre 2004 sulla proposta di regolamento del Consiglio relativa a misure di accompagnamento finanziarie e tecniche (MEDA) a sostegno della riforma delle strutture economiche e sociali nel quadro del partenariato euromediterraneo (versione codificata)(14),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A6-0468/2006),

A.   considerando che la Conferenza di Barcellona del 27 e 28 novembre 1995 ha dato vita a un progetto quanto mai ambizioso e unico nel suo genere, vale a dire l'instaurazione di nuovi e più stretti legami politici, economici, sociali e culturali fra il Nord e il Sud del Mediterraneo, e che tale progetto, sebbene lungi dall'essere compiuto, ha consentito notevoli progressi nella regione,

B.   considerando che le condizioni politiche (accordi di Oslo) che hanno favorito la nascita del processo di Barcellona sono, nel frattempo, radicalmente cambiate e che le prospettive di una pace di compromesso in Medio Oriente sono più incerte che mai,

C.   considerando che è nell'interesse dell'Unione europea e dei suoi Stati membri vedere la regione mediterranea svilupparsi in uno spazio economico e sociale integrato, reciprocamente vantaggioso,

D.   considerando che la forte crescita demografica nei PSEM necessita l'introduzione di politiche e azioni sul piano economico e sociale, che non possono più essere rinviate,

E.   considerando che è nell'interesse comune dei PSEM e dell'UE ridurre il tasso di disoccupazione nella regione e offrire prospettive di vita dignitose alle popolazioni interessate, specie ai giovani e alle popolazioni rurali, e che per mantenere i tassi di disoccupazione almeno ai loro livelli attuali è necessario creare 35 milioni di nuovi posti di lavoro tra il 2000 e il 2015,

F.   considerando che le economie dei PSEM sono fortemente dipendenti dai loro scambi con l'estero e che il totale delle esportazioni e delle importazioni corrisponde a circa due terzi del loro PIL; considerando che una parte consistente di questi flussi commerciali si dirige verso l'UE, sebbene essi rappresentino solo il 4% del commercio esterno comunitario, che la struttura delle esportazioni dei PSEM è molto poco diversificata e che i PSEM permangono specializzati in settori che favoriscono poco la crescita,

G.   considerando che, rispetto ad altre zone economiche, in particolare nei paesi del Sudest asiatico, i PSEM hanno perso posizioni importanti in termini di competitività relativa, di sviluppo industriale e di prospettive di sviluppo sociale e che, dal 1980 in poi, la quota dei PSEM nel commercio mondiale si è sensibilmente ridotta, malgrado una crescita economica relativamente sostenuta; considerando che tale evoluzione deve essere fonte di preoccupazione per l'Unione europea e la sua politica di vicinato, soprattutto alla luce degli effetti sulla stabilità sociale e politica alle sue frontiere,

H.   considerando che sul piano commerciale la struttura degli scambi fra l'UE e i PSEM si è scarsamente sviluppata dall'avvio del processo di Barcellona e che la firma degli accordi di associazione non ha ancora dato tutti i risultati attesi,

I.   considerando che è necessaria una ZLS mirante a eliminare la povertà, creare piena occupazione, rafforzare la democrazia e promuovere lo sviluppo sostenibile, e che tale ZLS deve essere basata su regole equilibrate e mirate, indispensabili per consentire una migliore integrazione dei PSEM nel commercio internazionale, assicurarne la diversificazione economica, affrontare le sfide della globalizzazione e assicurare una ripartizione equa dei vantaggi che ne derivano,

J.   considerando che la crescente cooperazione economica nella regione mediterranea offre prospettive positive anche alle economie degli Stati membri dell'Europa meridionale e, di conseguenza, favorisce una loro maggiore integrazione nel mercato unico dell'UE,

K.   considerando che le due sponde del Mediterraneo continuano a presentare una stridente asimmetria sul piano economico, sociale e demografico e che fra i PSEM si notano rilevanti disparità in termini di sviluppo,

L.   considerando che la persistente frammentazione politica ed economica dei PSEM e la mancanza di un reale processo d'integrazione potrebbero avere effetti molto negativi sul programma di Barcellona e, in particolare, sulla creazione della ZLS, esacerbando gli effetti della concentrazione commerciale e quindi la dipendenza di taluni PSEM dal mercato comunitario,

M.   considerando che la creazione di una ZLS potrebbe avere effetti generalmente positivi a lungo termine, ma anche effetti negativi a breve e medio termine, per i paesi mediterranei dell'UE e per i PSEM,

N.   considerando che è nell'interesse comune varare efficaci misure di accompagnamento onde attenuare e controbilanciare, per tutte le regioni e i paesi interessati, le conseguenze negative risultanti dal processo di liberalizzazione in atto,

O.   considerando che, a seguito dell'evoluzione sempre più rapida delle nostre società caratterizzate dalle tecnologie dell'informazione, i PSEM dovrebbero condurre un'azione qualitativa e quantitativa più importante nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, al fine di ridurre il divario tecnologico che li separa dai paesi più sviluppati in tale settore, il che permetterà a termine una crescita economica più sostenuta e sostenibile,

P.   considerando che i PSEM hanno registrato progressi degni di nota in termini d'istruzione primaria, riducendo in misura considerevole il tasso di analfabetismo che, ciononostante, rimane ancora molto elevato in taluni paesi della regione; considerando che l'accesso all'istruzione superiore e universitaria è limitato a una parte ridotta della popolazione e che il sistema scolastico non dispone sempre dei mezzi per formare i professionisti o i quadri tecnici di alto livello, al fine di creare un adeguamento reale tra la domanda e l'offerta sui mercati del lavoro,

Q.   considerando che, parallelamente al processo finalizzato alla creazione di una ZLS tra Unione europea e PSEM, è necessario che i PSEM rimuovano gli ostacoli politici ed economici esistenti che rallentano il processo di integrazione nell'intera area, in vista di una più proficua collaborazione tra loro,

Imprimere nuovi impulsi al processo di Barcellona

1.   deplora che i tre obiettivi principali di Barcellona (instaurazione di uno spazio comune di pace e di stabilità; creazione di una zona di prosperità condivisa tramite un partenariato economico e la creazione di una ZLS; cooperazione nei settori sociale, culturale e umano per promuovere il dialogo fra le culture nella regione) siano ancora lungi dall'essere conseguiti;

2.   ricorda che questi tre pilastri devono necessariamente progredire insieme onde garantire la riuscita del processo di integrazione euromediterraneo e ridurre le disparità di sviluppo fra le due sponde del Mediterraneo;

3.   ribadisce che il rafforzamento del processo di Barcellona contribuisce alla diffusione dei valori e del modello economico e sociale europei; ricorda la precedenza e il grado d'istituzionalizzazione di tale processo rispetto ad altre iniziative regionali più recenti; insiste sul fattore di stabilità e di promozione del dialogo che questa iniziativa rappresenta;

4.   sottolinea che il successo del processo di Barcellona, e in particolare della ZLS, richiede una volontà sostenuta e convergente di tutti i partner nonché un maggiore coinvolgimento della società civile e delle popolazioni delle due sponde del Mediterraneo;

5.   insiste sulla necessità di una più chiara definizione degli obiettivi dell'ENP che, senza trascurare i paesi dell'Europa orientale, non indebolisca il processo di Barcellona né privilegi approcci bilaterali a scapito di un approccio regionale multilaterale; ritiene che un impiego più efficace dell'ENPI a favore di progetti regionali permetterebbe di migliorare la situazione al fine di promuovere un reale spazio economico regionale integrato; è del parere che, pur promuovendo una cooperazione rafforzata con i partner più avanzati, nel rispetto delle loro specificità politiche, culturali, religiose e sociali, i PSEM debbano continuare ad essere considerati come un'entità distinta;

6.   ritiene che, pur continuando a dar prova di volontarismo di fronte ai ritardi e alle difficoltà incontrate, la data del 2010 per la creazione della ZLS dovrà probabilmente essere rivista al fine di tener conto dei molti cambiamenti strutturali nell'economia mondiale verificatisi a partire dal 1995 e della necessità di un approccio più cauto al libero scambio tra partner disuguali; invita la Commissione, gli Stati membri dell'UE e i PSEM a rilanciare il processo di Barcellona, accordando priorità alla costituzione di un vero e proprio spazio socioeconomico euromediterraneo che integri maggiormente gli aspetti sociali e ambientali nella componente economica del partenariato;

7.   invita i PSEM a non mancare un'occasione di crescita sostenibile che permetterebbe loro di meglio rispondere ai bisogni crescenti dei loro cittadini e alla necessità di far fronte efficacemente alle sfide imposte dalla globalizzazione;

8.   deplora che l'assistenza tecnica e finanziaria concessa dall'UE, pur non essendo trascurabile, non sia stata all'altezza degli obiettivi e delle ambizioni di Barcellona, in particolare per quanto riguarda i capitoli socioculturali della dichiarazione di Barcellona e il sostegno alle economie locali;

9.   ritiene che la ZLS potrà rappresentare una reale opportunità di crescita per i PSEM soltanto se sarà pianificata in modo concertato e graduale, nell'ambito di un partenariato razionale e prevedibile che rispecchi le realtà socioeconomiche dei PSEM e promuova lo sviluppo economico e una più incisiva integrazione regionale; sottolinea l'importanza di una maggiore partecipazione dei paesi partner e il carattere stimolante del partenariato; ricorda che il recepimento degli obiettivi del partenariato interessa entrambe le sponde del Mediterraneo; insiste sulla necessità di riconoscere ai PSEM il diritto di controllare il ritmo della loro apertura commerciale e le loro strategie nazionali di sviluppo economico e sociale;

10.   ritiene che l'intensificazione delle relazioni istituzionali tra l'UE e i PSEM sia un fattore importante per garantire la riuscita del processo di Barcellona; caldeggia un aumento consistente degli incontri formali e informali tra le autorità comunitarie, gli Stati membri, i PSEM e le autorità locali competenti; auspica la partecipazione dei PSEM, in qualità di osservatori, ai lavori delle agenzie specializzate dell'Unione europea e dei programmi comunitari di interesse comune;

11.   sottolinea l'importanza che rivestono l'integrazione regionale dei PSEM e il potenziamento degli scambi commerciali Sud-Sud; si compiace della firma dell'accordo di libero scambio di Agadir, del 25 febbraio 2004, tra il Marocco, la Tunisia, l'Egitto e la Giordania; ritiene tale passo indispensabile per la creazione di una vera a propria ZLS e invita gli altri paesi della regione ad associarvisi; ritiene tuttavia essenziale approfondire il processo di integrazione economica ed eliminare rapidamente gli ostacoli che intralciano gli scambi commerciali tra questi paesi, al fine di sfruttare pienamente le possibilità di sviluppo del commercio Sud-Sud;

12.   invita l'Unione europea a incrementare le risorse per l'assistenza tecnica e finanziaria nei confronti dei PSEM, in coerenza con gli ambiziosi obiettivi di Barcellona e in funzione dei reali progressi evidenziatisi nei PSEM in termini di rispetto dei diritti umani, di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, di difesa dell'ambiente, di integrazione regionale, di miglioramento della qualità dei servizi pubblici locali e dei servizi educativi e culturali;

13.   ricorda che la creazione di una zona di libero scambio economico e commerciale nel Mediterraneo è indissociabile da un impegno politico volto a garantire la pace, la democratizzazione, il rispetto dei diritti umani, la parità di genere e la promozione del dialogo interculturale e interreligioso, nonché da uno sforzo sostenuto affinché il dialogo politico e la fiducia tra le parti possano effettivamente contribuire all'instaurazione della democrazia nella regione;

Politica commerciale e doganale

14.   sottolinea che i dazi doganali continuano a rappresentare una quota rilevante del gettito fiscale dei PSEM; reputa pertanto necessario che lo scadenzario per qualsiasi ulteriore riduzione tenga conto dei progressi economici compiuti dai PSEM e del tempo necessario per attuare eque riforme fiscali volte a compensare la riduzione delle entrate doganali;

15.   ritiene che occorrerà, in parallelo, affrontare con efficacia il problema degli ostacoli non tariffari al commercio, sottolineando in proposito la rilevanza di una congrua assistenza tecnica;

16.   invita la Commissione a tener conto di un'eventuale erosione delle preferenze tariffarie di cui usufruiscono i PSEM, a seguito della firma di accordi di libero scambio tra la Comunità e alcuni paesi terzi, del miglioramento del sistema di preferenze generalizzate (SPG) a favore dei paesi in via di sviluppo e della concessione del sistema del cumulo di origine a taluni paesi dell'Asia, concorrenti altamente competitivi per l'industria dei PSEM;

17.   chiede alla Commissione di predisporre una procedura di compensazione, nel quadro del processo di Barcellona e nel rispetto delle norme dell'OMC, al fine di ridurre l'impatto negativo che l'erosione delle preferenze tariffarie potrebbe avere sui PSEM e, in futuro, sulla creazione della ZLS;

18.   si compiace dei progressi registrati nella "facilitazione degli scambi", in particolare nel settore doganale con l'armonizzazione e la semplificazione delle relative procedure, l'automatizzazione e l'accelerazione delle procedure, il rafforzamento della trasparenza, l'utilizzo dei sistemi d'informazione e di pagamento elettronici e l'abolizione di talune barriere non tariffarie che tendono oggi a soppiantare le tradizionali barriere tariffarie, segnatamente nel settore della normalizzazione e della certificazione;

19.   ribadisce che, in considerazione dell'intensificarsi della concorrenza internazionale, è essenziale rafforzare la volontà politica di definire un'agenda economica e sociale più consistente, che migliori la competitività dell'economia fondata sul know-how, stimoli la crescita, la formazione, l'innovazione e la ricerca, crei nuovi posti di lavoro e favorisca la prosperità in un'ottica di cosviluppo;

20.   invita i PSEM a predisporre un sistema di cooperazione rafforzata e di gemellaggi per contribuire alla riforma dell'ambiente amministrativo e imprenditoriale, in linea con il principio di buon governo;

21.   sottolinea la necessità di intensificare e rendere più rigorosi i controlli doganali, al fine di reprimere i fenomeni del contrabbando, della contraffazione e della pirateria delle merci, pratiche che, oltre ad una perdita di introiti, comportano pesanti rischi per la salute pubblica degli abitanti della regione;

Valutazione d'impatto sulla sostenibilità della ZLS euromediterranea

22.   plaude alla pubblicazione della seconda fase della succitata valutazione d'impatto sulla sostenibilità della ZLS, predisposta dall'Università di Manchester; esprime profonda preoccupazione per i risultati di tale valutazione per quanto riguarda i previsti effetti sociali e ambientali negativi della ZSL a breve e medio termine; esorta la Commissione a tener conto delle raccomandazioni contenute in detto studio nell'ambito delle future discussioni sull'attuazione della ZLS, provvedendo altresì a riorientare i negoziati verso la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile, invocati da tale studio;

23.   oltre a ciò, sottolinea l'importanza di mettere a punto un sistema di pilotaggio del partenariato per una valutazione delle azioni condotte in relazione agli obiettivi perseguiti, pilotaggio che si potrebbe tradurre nella creazione di uno strumento di analisi e di valutazione dedicato al Mediterraneo;

24.   esorta tutti i partecipanti al partenariato euromediterraneo a discutere i risultati della summenzionata valutazione d'impatto sulla sostenibilità della ZLS a livello ministeriale e a individuare le possibili conseguenze per i negoziati in corso sulla ZLS;

Assistenza finanziaria e tecnica
MEDA e ENPI

25.   deplora l'incapacità dell'UE di stanziare fondi proporzionati agli obiettivi del processo di Barcellona, che è una delle cause dei ritardi accumulati in sede di creazione della ZLS;

26.   prende atto dei buoni risultati del programma MEDA II nel periodo 2004-2006, rispetto a MEDA I, in particolare per quanto concerne la maggiore capacità di assorbimento dimostrata dai paesi beneficiari e la flessibilità nella programmazione e nell'esecuzione dei progetti MEDA a partire dal 2000;

27.   accoglie con interesse la creazione dell'ENPI, un nuovo strumento destinato a coprire gli aspetti finanziari dell'ENP, e la proposta della Commissione di aumentare il finanziamento a 14 930 000 000 EUR per meglio rispondere alle esigenze dei paesi ammissibili, a patto che diventi un vero e proprio strumento di convergenza e comprenda aiuti per compensare la perdita di entrate doganali dei paesi partner mediterranei e altri costi associati alla liberalizzazione dei mercati;

28.   ritiene insufficiente lo stanziamento di 11 181 000 000 EUR deciso dal Consiglio il 17 ottobre 2006; chiede che, in sede di revisione intermedia del quadro finanziario nel 2008-2009, siano stanziati importi più cospicui onde consentire al processo di integrazione di conseguire i suoi obiettivi;

29.   auspica che questo strumento finanziario sia reso più performante dando maggiore importanza a una programmazione più pertinente e mirata e alla partecipazione dei partner e della società civile a tutte le tappe del ciclo di gestione dei progetti; invita i governi dei PSEM a porre in atto tutte le azioni necessarie per un migliore utilizzo dei fondi comunitari, in particolare di quelli destinati alla ricerca, alla formazione professionale, al potenziamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici locali e alla riorganizzazione del sistema produttivo industriale e agricolo; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per rispettare l'equilibrio tra i vicini dell'Est e quelli del Sud e ad accordare la priorità ai finanziamenti di natura regionale, segnatamente a quelli Sud-Sud;

30.   ribadisce con forza che, per la creazione della ZLS e più in generale per la riuscita del processo di Barcellona, la politica europea di prossimità non deve deludere le attese legittime dei PSEM, soprattutto per quanto riguarda la ripartizione geografica degli aiuti finanziari europei e le modalità di concessione;

FEMIP

31.   si compiace dei buoni risultati ottenuti dal FEMIP dalla sua creazione e considera essenziale il suo potenziamento per la riuscita del processo di Barcellona; auspica la trasformazione del FEMIP in una vera e propria Banca euromediterranea per gli investimenti e lo sviluppo;

32.   rileva che le attività del programma MEDA e del FEMIP sono ampiamente complementari; invita la Commissione e la BEI a instaurare una procedura di cooperazione e di coordinamento rafforzata che possa conferire maggiore efficacia all'azione comunitaria, sia a livello strategico che nella gestione dei progetti concreti;

33.   ritiene che, in attesa di raggiungere un consenso tra gli Stati membri dell'Unione europea, il progetto della Banca euromediterranea d'investimento e di sviluppo possa già essere avviato coinvolgendo, in una prima fase, i paesi europei e del Sud del Mediterraneo interessati al progetto;

Investimenti diretti esteri (IDE)

34.   rileva che l'assenza di attrattiva finanziaria limita notevolmente gli IDE nei PSEM, con incidenze negative sulla crescita economica della regione;

35.   ricorda che gli effetti indotti dagli investimenti(15) sono molto importanti in termini di subappalto, diffusione del know-how e risposta alle esigenze di formazione in una regione globalmente sottoindustrializzata, nonché in termini di creazione di posti di lavoro;

36.   considera necessario che tali paesi si impegnino in una politica commerciale che possa incoraggiare l'uso degli investimenti privati nazionali, segnatamente modernizzando i sistemi finanziari e bancari e facilitando l'accesso al credito al maggior numero di beneficiari possibile;

37.   ribadisce l'importanza del dialogo tra le imprese delle due sponde del Mediterraneo per il potenziamento degli scambi e degli investimenti;

Norme di origine e cumulo di origine

38.   plaude all'estensione del sistema paneuropeo di cumulo di origine a tutti i PSEM; ritiene che esso possa offrire ai PSEM l'accesso a un vasto spazio economico, comprensivo della regione euromediterranea ma anche dei paesi dell'EFTA e dei PECO; chiede che sia pienamente rispettata la richiesta dell'Autorità palestinese che le merci prodotte nei Territori occupati siano identificabili nel quadro nelle norme di origine;

39.   invita pertanto i PSEM ad adottare quanto prima i protocolli paneuromediterranei sulle norme di origine nel quadro dei rispettivi accordi con l'UE e con gli altri partner paneuromediterranei, al fine di sfruttare pienamente l'effetto del cumulo paneuropeo applicandolo all'intera regione;

40.   invita i PSEM ad attuare rapidamente programmi di formazione, informazione e sensibilizzazione sulle norme di origine e a garantire, con l'aiuto della Commissione, una formazione adeguata agli operatori economici e agli agenti doganali;

41.   invita la Commissione, in linea con i criteri previsti nella sua comunicazione dal titolo " Le norme di origine nei regimi commerciali preferenziali - Orientamenti per il futuro" (COM(2005)0100), e alla luce dei due studi commissionati dalla DG Commercio e dalla DG Sviluppo dopo la pubblicazione del libro verde del 2005, a esaminare con attenzione la riforma (semplificazione e maggiore flessibilità) di tali norme, nonché la necessità di esercitare un controllo più efficace sulla loro applicazione, al fine di evitare abusi per quanto riguarda le preferenze; auspica in particolare che la nuova regolamentazione garantisca l'osservanza di tali regole nonché il rispetto degli impegni sottoscritti nei confronti della zona euromediterranea;

Agricoltura

42.   sottolinea che l'apertura dei mercati agricoli deve essere definita congiuntamente e realizzata in maniera graduale e asimmetrica, e che si deve prevedere la possibilità di concedere un determinato numero di deroghe e di scadenzari, tenendo conto delle prospettive del settore comuni all'UE e ai PSEM, come pure delle differenze e delle caratteristiche individuali del settore agricolo nei diversi paesi; sottolinea altresì l'importanza economica e sociale di tale settore per i PSEM nonché la necessità di evitare l'impoverimento delle popolazioni rurali, fattore di esodo e di concentrazione nei poli urbani già sovrappopolati, con specifico riferimento alle città costiere;

43.   invita la Commissione e i governi dei PSEM a dare priorità a ogni iniziativa volta alla modernizzazione del settore primario mediterraneo e al suo sviluppo sostenibile, al fine di consentire il miglioramento delle condizioni di vita e la creazione di nuovi posti di lavoro agricoli e non agricoli nell'ambiente rurale;

44.   chiede la creazione di un sistema integrato di assistenza tecnica e di formazione delle risorse umane; sottolinea la necessità che le azioni dell'UE in campo agricolo nella regione contribuiscano alla definizione di una politica idrica valida, alla difesa dell'ambiente e della biodiversità, alla salvaguardia dei suoli e della loro fertilità, alla garanzia della sovranità alimentare e alla valorizzazione dei prodotti tipici regionali; ribadisce il proprio sostegno alle politiche poste in atto dai PSEM per diversificare la loro produzione agricola;

45.   ritiene che la promozione di un'agricoltura adeguata alle condizioni locali, principalmente su piccola scala, e il conseguente miglioramento dell'ambiente e pertanto della situazione economica e sanitaria delle popolazioni rurali, non si possa ottenere semplicemente liberalizzando l'accesso al mercato dei prodotti agricoli;

46.   ritiene pertanto che ogni apertura dei mercati tra l'Unione europea e i PSEM debba avvenire in modo progressivo, orientato alla qualità e calibrato, tenendo in conto le strutture agricole, le politiche agricole e le riforme attuate su una sponda e sull'altra del Mediterraneo; insiste inoltre sul fatto che la negoziazione sull'accesso ai mercati non può in nessun caso essere realizzata in modo globale, bensì caso per caso, prodotto per prodotto, e tenendo presente la necessità di proteggere i prodotti "sensibili", che dovrebbero restare esclusi da una liberalizzazione totale per evitare danni irreparabili ai produttori locali;

47.   ricorda che numerosi paesi mediterranei hanno espresso l'auspicio di conservare le proprie preferenze commerciali nei confronti del mercato comunitario; ritiene il mantenimento di detto sistema preferenziale e asimmetrico incompatibile con una liberalizzazione generalizzata del settore agricolo; sottolinea inoltre l'interesse reciproco dell'insieme dei paesi del bacino del Mediterraneo di conservare taluni strumenti di gestione dell'offerta sui loro rispettivi mercati;

48.   invita tutti gli operatori socioprofessionali del settore agricolo euromediterraneo a favorire la cooperazione tra i settori complementari, promuovendo la complementarità dei prodotti sia tra le sponde Nord e Sud del Mediterraneo sia, se possibile, tra le sponde Sud-Sud dei PSEM; sottolinea, a titolo di esempio, il caso del settore vitivinicolo o di quello ortofrutticolo, in cui le produzioni di una sponda e dell'altra del Mediterraneo possono partecipare alla costruzione di un'offerta commerciale più completa e attraente per i consumatori;

49.   insiste, in tale ottica, sull'interesse di sviluppare congiuntamente una politica comune di etichettatura euromediterranea sulla base di denominazioni di origine controllata, adeguatamente compatibile con la normativa attualmente vigente nell'Unione europea, sulla base di denominazioni di origine controllata e certificazione biologica, nonché di assicurare la tracciabilità e la trasparenza dei metodi di produzione;

50.   esprime la convinzione che nei PSEM la liberalizzazione dei mercati sarebbe un vantaggio innanzitutto per le grandi aziende meccanizzate, che beneficiano pienamente del sistema dei fondi di compensazione; invita i responsabili istituzionali del partenariato euromediterraneo a migliorare l'accesso al credito per le piccole realtà produttive e a istituire un sistema di ponderazione degli aiuti orientandoli ai piccoli coltivatori, che costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione agricola di questi paesi e che saranno le prime vittime della concorrenza con l'Unione europea, e, nel lungo periodo, a sostituire il vecchio sistema di compensazioni e aiuti con un nuovo sistema di sostegno all'agricoltura sostenibile e agli investimenti delle piccole imprese di trasformazione alimentare, al fine di rafforzare la competitività delle economie rurali attraverso la diversificazione, la commercializzazione locale e la realizzazione di prodotti di qualità specifica;

51.   sollecita una riflessione sul varo di una vera e propria politica agricola integrata su entrambe le sponde del Mediterraneo, dando priorità a una maggiore sicurezza alimentare nei PSEM, rispetto a considerazioni di ordine commerciale, e su un coordinamento della gestione in materia di pesca e di acque;

Norme e regolamentazioni tecniche, proprietà intellettuale, concorrenza

52.   ritiene che un contesto regolamentare armonizzato fra l'UE e i PSEM consentirebbe l'espansione e il consolidamento degli scambi su una base chiara, favorendo segnatamente una maggiore trasparenza e una concorrenza più equa; ritiene altresì che l'armonizzazione, o quanto meno la coerenza, del quadro normativo sia anch'essa atta a promuovere lo sviluppo del commercio Sud-Sud;

53.   sottolinea l'importanza di introdurre opportuni incentivi economici e assistenza tecnica per le PMI che hanno difficoltà a internalizzare i costi dell'armonizzazione delle norme prevista dagli accordi di associazione;

54.   invita i PSEM a elaborare e ad applicare una legislazione sulla proprietà intellettuale conforme agli standard internazionali, che incoraggi l'innovazione e la creatività e sia sufficientemente flessibile per poter rispondere alle esigenze e alle specificità di questi paesi; chiede alla Commissione di astenersi, per quanto riguarda le legislazioni sulla proprietà intellettuale, dal pretendere che i PSEM vadano oltre gli impegni previsti dagli attuali accordi TRIPS;

Servizi

55.   osserva che qualsiasi liberalizzazione dei servizi nell'ambito della creazione della ZLS potrà aver luogo soltanto su base concertata con i PSEM, riconoscendo loro il diritto di graduare e controllare l'apertura dei settori sensibili e fragili delle loro economie;

56.   ritiene che il settore dei servizi sia essenziale per la riuscita della ZLS; ricorda che il settore dei servizi è fondamentale per le economie dei PSEM e che esso rappresenta circa il 50% del PIL dell'Egitto, del Marocco e della Siria, il 60% del PIL della Tunisia e oltre il 70% del PIL della Giordania e del Libano;

57.   sottolinea, in parallelo, che la crescente liberalizzazione dei servizi, settore di una particolare rilevanza anche per l'economia dei PSEM, risulterà giovevole al loro sviluppo economico contribuendo a migliorare le infrastrutture, a trasferire tecnologie e know-how e rivalorizzare i servizi prestati ai loro cittadini; ritiene pertanto che i negoziati sul settore dei servizi dovrebbero andare di pari passo con quelli sugli scambi di merci;

58.   prende atto del lancio ufficiale dei negoziati relativi alla liberalizzazione degli scambi commerciali nei settori dei servizi e degli investimenti, in occasione della quinta Conferenza ministeriale Euromed sul commercio tra l'Unione europea e alcuni PSEM, che si è tenuta nel marzo 2006;

59.   chiede alla Commissione di portare avanti i negoziati intavolati a Marrakech e di condurli in porto nel settore dei servizi con taluni PSEM, con riferimento a tutte le modalità e settori ed in linea con quanto concordato nel quadro del GATS dell'OMC e di rispondere alle offerte positive considerando le norme dell'UE relative a maggiori possibilità in materia di libera circolazione degli addetti ai servizi (modalità 4 del GATS);

60.   considera necessario operare una distinzione fra i servizi commerciali e i servizi pubblici; sottolinea la necessità di mantenere i servizi pubblici al di fuori dell'ambito dei negoziati, con specifico riferimento a quei servizi che riguardano le esigenze fondamentali delle popolazioni e che danno loro accesso ai beni pubblici essenziali quali la sanità, l'istruzione, l'acqua potabile e l'energia, nonché quelli che svolgono un ruolo di primo piano nell'identità culturale, quali i servizi audiovisivi;

Trasporti

61.   ritiene che lo sviluppo di una rete euromediterranea dei trasporti basata su interconnessioni moderne e l'elaborazione di una strategia comune per migliorare la cooperazione, il coordinamento e lo sviluppo rappresentino una condizione essenziale per la riuscita della ZLS; reputa tassativo che i PSEM godano di una maggiore interoperabilità con le reti di trasporto transeuropee e possano partecipare alla definizione e all'attuazione dei futuri progetti prioritari; chiede, in tale contesto, che sia esaminata in via prioritaria la possibilità di migliorare le vie di trasporto marittime e di ridurre i costi legati ai servizi di trasporto marittimo di merci;

62.   chiede alla Commissione e ai PSEM di mettere a disposizione risorse finanziarie sufficienti per la modernizzazione delle infrastrutture, con un'attenzione particolare per la logistica, e di procedere alle riforme necessarie per rendere il settore più competitivo e dinamico, tenendo in debito conto la situazione geografica particolare della regione, che rappresenta il punto di transito naturale degli scambi di merci tra l'Europa e l'Asia (incluse in particolare la Cina e l'India);

63.   invita i PSEM, in collaborazione con la Commissione, a rendere più efficienti il settore stradale e portuale, al fine di ridurre i costi molto elevati della logistica e del trasporto che rendono meno competitiva l'esportazione dei prodotti industriali e agricoli della regione; chiede che si proceda anche a una riflessione sul trasporto aereo, in particolare per quanto riguarda i servizi di trasporto aereo delle merci;

64.   prende atto con interesse della prossima adozione di una comunicazione al Consiglio sull'estensione dei grandi assi transeuropei verso i paesi del Mediterraneo, vista la necessità di adoperarsi a favore di un riequilibrio dei flussi di trasporto a favore di questa regione;

Energia

65.   osserva che la dipendenza energetica da fonti esterne della maggior parte dei paesi del processo di Barcellona, in particolare per petrolio e gas, è in continua crescita e che l'aumento di tale domanda eserciterà una pressione supplementare sugli attuali canali di rifornimento; rileva che, in tale contesto, risulterà importante stabilire un'efficace cooperazione fra i paesi del Mediterraneo nel settore dell'approvvigionamento energetico;

66.   sollecita un ruolo centrale per la costruzione di un vero e proprio mercato euromediterraneo dell'energia; considera indispensabile, alla luce della recente impennata dei prezzi degli idrocarburi e del gas, che l'UE e i PSEM che non dispongono di risorse energetiche imprimano nuovi impulsi al dialogo con i paesi produttori di energia, agendo in modo coordinato ed evitando il più possibile di ricorrere ad accordi bilaterali penalizzanti per l'Unione europea e i paesi PSEM; prende atto con interesse dell'intenzione, espressa dalla Commissione in occasione del Forum sulla politica energetica esterna, che si è tenuto il 20 e 21 novembre 2006, di accordare un posto importante all'Africa settentrionale e al Medio Oriente nella sua politica energetica esterna e auspica che tali dichiarazioni siano accompagnate da azioni concrete;

67.   si compiace dell'attuazione pratica della cooperazione energetica nella regione del Mediterraneo nell'ambito della Piattaforma euromediterranea per l'energia di Roma (REMEP); ritiene che la piattaforma possa servire da punto di convergenza per rafforzare la cooperazione tra l'UE e i PSEM, assicurando l'attuazione d'importanti iniziative regionali, nonché per altre azioni d'interesse comune che potrebbero essere decise;

68.   si compiace dell'avvio di importanti progetti subregionali, come l'integrazione progressiva del mercato dell'elettricità dei paesi del Maghreb con quello dell'UE, l'integrazione dei mercati del gas nella regione del Mashrek e la costruzione del gasdotto Medgas e del gasdotto arabo;

69.   invita la Commissione, gli Stati membri dell'UE e i PSEM a esplorare nuove forme di cooperazione, bilaterale e multilaterale, nel settore energetico, segnatamente per quanto riguarda l'attuazione di azioni per migliorare l'efficienza energetica; chiede inoltre ai PSEM di predisporre politiche volte a favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili e la protezione dell'ambiente (attività di raffinazione del petrolio e rischi legati al trasporto di idrocarburi nel Mediterraneo);

70.   considera essenziale che l'Unione europea e i PSEM che sono privi di risorse energetiche avviino un dialogo strategico sulle possibilità di promuovere la produzione di energie rinnovabili su vasta scala e che sia concesso ai PSEM il diritto di partecipare ai programmi dell'Unione europea concernenti la R&S nel campo delle energie rinnovabili;

71.   sottolinea il ruolo che possono svolgere i biocarburanti di prima generazione quale forma di energia alternativa e la loro maggiore competitività commerciale sui mercati dell'energia;

Ambiente e sviluppo sostenibile

72.   plaude all'iniziativa "Orizzonte 2020", varata in occasione del Vertice di Barcellona nel 2005, che è finalizzata a ridurre i livelli di inquinamento nella regione, individuando e contrastando le principali fonti di inquinamento entro il 2020; sottolinea che tale iniziativa è atta a integrare e a rilanciare la strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile approvata nel 1995;

73.   invita la Commissione e i PSEM a concentrarsi sull'obiettivo ambientale principale, vale a dire l'arresto dell'inquinamento del Mediterraneo (in particolare riducendo le emissioni industriali e i rifiuti urbani), concretizzando una migliore forma di cooperazione politica e finanziaria che coinvolga in misura maggiore le autorità regionali e locali nonché i rappresentanti della società civile e del settore privato; invita inoltre la Commissione a effettuare regolari valutazioni dei progressi compiuti in materia;

74.   invita la Commissione a concentrarsi sulla piena attuazione del protocollo di Barcellona sulle fonti terrestri d'inquinamento marino da parte di tutti i paesi del Mediterraneo, soprattutto aumentando il finanziamento del Programma di assistenza tecnica per la protezione dell'ambiente nel Mediterraneo (METAP);

75.   ritiene che questa iniziativa meriti la massima visibilità e debba beneficiare del sostegno pieno e completo del Parlamento europeo, viste le sue importanti implicazioni non solo per lo sviluppo sostenibile della regione (turismo, pesca, agricoltura, accesso all'acqua), ma anche per la qualità della vita nelle regioni costiere;

Industria

76.   rileva con preoccupazione che i PSEM hanno sviluppato industrie specializzate in prodotti a basso contenuto tecnologico e con scarso valore aggiunto che li rendono più fragili di fronte alla concorrenza esterna; reputa necessario, per il successo della ZLS, l'incremento della competitività dell'industria dei PSEM e invita questi paesi ad adottare provvedimenti diretti per aiutare le imprese a potenziare la loro competitività rispetto ai produttori europei e asiatici;

77.   sollecita l'adeguamento del calendario per la liberalizzazione del settore industriale sulla base delle condizioni economiche e sociali (incluso il livello di disoccupazione) in ogni PSEM, nonché del suo impatto ambientale;

78.   invita i PSEM a predisporre politiche regionali nel settore dell'industria che permettano di conseguire maggiori economie di scala e una migliore strategia per lo sviluppo che tenga conto del ruolo delle microimprese e delle piccole e medie imprese (PMI) nella regione; invita la Commissione e i PSEM a promuovere le microimprese e le PMI, sviluppando servizi finanziari efficienti e mettendo a disposizione un'assistenza tecnico-amministrativa che permetta loro di aumentare la loro competitività;

79.   invita inoltre la Commissione e i PSEM a perseguire azioni comuni volte a) alla semplificazione amministrativa, b) al potenziamento della rappresentatività delle associazioni professionali, padronali e sindacali, c) all'accesso all'informazione commerciale, d) all'assistenza tecnica e ai servizi di supporto alle imprese, nonché e) alla formazione permanente;

Settore tessile

80.   ribadisce le sue preoccupazioni per le conseguenze che la scadenza dell'Accordo sui tessili e l'abbigliamento, il 1° gennaio 2005, e la soppressione delle quote hanno avuto per le prestazioni del settore tessile e dell'abbigliamento nei PSEM e nell'Unione europea; ricorda che tale settore è vitale per l'economia di molti PSEM e di alcuni paesi europei; sottolinea che sarebbe utile attuare un programma inteso a rafforzare la competitività del settore, con l'appoggio della Commissione;

81.   ritiene che le principali difficoltà incontrate dal settore tessile potrebbero avere conseguenze negative inevitabili sull'economia degli Stati membri dell'UE e dei PSEM e, indirettamente, sulla costruzione della ZLS; è del parere che, nella definizione della nuova strategia commerciale e d'investimento dell'UE nei confronti della Cina e, più in generale, delle politiche commerciali europee nei confronti dell'Asia, sia opportuno tener conto degli eventuali impatti sui PSEM e sugli Stati membri dell'UE;

82.   invita la Commissione a lanciare, in stretta cooperazione con gli Stati membri e con il settore privato, programmi di assistenza ad hoc per migliorare la competitività della loro industria tessile e per potenziare i loro legami tradizionali con i produttori comunitari;

83.   è del parere che le attuali difficoltà potrebbero essere superate mediante una riorganizzazione del settore affinché, approfittando della prossimità geografica con i mercati europei, esso possa concentrarsi su una produzione di qualità media e alta con tempi di consegna (e di ricostituzione degli stock) più rapidi e a prezzi competitivi;

84.   appoggia la creazione di uno spazio euromediterraneo di produzione quale unico modo per consentire al Mediterraneo meridionale, ma anche a quello settentrionale, di far fronte alla concorrenza di conglomerati regionali competitivi, e per assicurare la salvaguardia della produzione industriale e dell'occupazione; ritiene necessario stanziare fondi europei specifici a sostegno dei programmi di ricerca, innovazione o cooperazione con tale scopo;

85.   sostiene un partenariato euromediterraneo che favorisca la cooperazione e la competitività del settore mediante una politica proattiva di deciso sostegno alla formazione, alla ricerca e allo sviluppo, all'innovazione tecnologica, alla diffusione delle buone prassi e agli scambi d'informazioni sui mercati; raccomanda che sia creata una rete euromediterranea di scuole, istituti di formazione e centri tecnici specializzati nella filiera tessile e dell'abbigliamento, per la promozione del partenariato tecnico, della formazione e dei programmi di ricerca comuni;

86.   segnala che la difficoltà di accesso agli stanziamenti e l'inadeguatezza di taluni strumenti finanziari continuano a rappresentare ostacoli importanti per le PMI del settore; invita la Commissione a prevedere disposizioni idonee a colmare questa lacuna, ma anche incentivi per poter conservare una parte della catena produttiva nei paesi della regione euromediterranea;

Scienza e tecnologia

87.   esprime preoccupazione per la lentezza dei progressi realizzati dalla maggioranza dei PSEM nel settore dell'istruzione e della ricerca scientifica; rileva, nonostante un innegabile aumento dei livelli di scolarizzazione, una persistente mancanza di interazioni fra il mercato del lavoro e il sistema scolastico, che ha pesanti incidenze sulla produttività, sulla qualifica della manodopera e, più generalmente, sulle prospettive di sviluppo della regione;

88.   invita la Commissione e i PSEM ad adottare misure volte a migliorare il sistema scolastico in generale, a prendere maggiormente in considerazione il ruolo dei giovani, a favorire l'aumento degli scambi universitari e l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro, attraverso programmi pedagogici specifici; insiste sul fatto che una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro costituisce un fattore chiave dello sviluppo economico; si compiace delle iniziative adottate dalla "Fondazione euromediterranea Anna Lindh per il dialogo tra le culture" in merito alle scuole Euromed, ai gruppi Euromed di giovani ricercatori, alle università estive e ai programmi di scambi che permettono di approfondire il dialogo e la cooperazione tra i membri del partenariato euromediterraneo;

89.   esorta i PSEM ad accordare una maggiore priorità a un modello di sviluppo fondato sull'economia della conoscenza e ad aumentare sensibilmente la percentuale del PIL destinato alla ricerca scientifica; invita la Commissione a fornire il proprio sostegno finanziario e tecnico;

90.   invita la Commissione a sostenere la rete interuniversitaria Euromesco, a promuovere l'istituzionalizzazione di partenariati tra università, centri di ricerca, laboratori e istituti di medicina, a favorire la mobilità dei ricercatori, degli insegnanti e dei dottorandi di tali istituti, nonché il potenziamento di programmi di ricerca comuni;

91.   chiede alla Commissione di valutare i meccanismi di finanziamento e di programmazione esistenti, al fine di favorire progetti comuni dell'UE e dei PSEM e di permettere a questi paesi di partecipare in misura maggiore ai programmi quadro di ricerca comunitari;

92.   sottolinea l'importanza della formazione professionale, fattore chiave di sviluppo delle imprese, che deve tradursi nella predisposizione di programmi adattati alle problematiche e alle esigenze incontrate ed espresse dalle imprese;

Commercio e sviluppo

93.   sottolinea che la politica commerciale dell'UE non deve contrastare con gli obiettivi delle sue politiche per lo sviluppo e per la riduzione della povertà, ma deve invece integrare tali obiettivi; ricorda che oltre il 30% della popolazione dei PSEM vive con meno di 2 dollari USA al giorno; invita l'UE a investire in un piano d'azione specifico di lotta alla povertà assoluta e relativa nel Mediterraneo, ossia una versione mediterranea degli "Obiettivi di sviluppo del Millennio", e a conseguire lo sviluppo attraverso il commercio, la versione mediterranea degli aiuti al commercio ("Aid for Trade"), parallelamente ai programmi per la riduzione della povertà;

94.   sottolinea che il microcredito, in particolare per i piccoli proprietari nel settore agricolo, è uno strumento essenziale di lotta contro la povertà nonché di sviluppo sociale ed economico sostenibile in relazione agli obiettivi di sviluppo del Millennio e costituisce inoltre un importante strumento di emancipazione, in particolare per le donne; ritiene che sia opportuno riconoscere questa nuova dimensione microeconomica nel quadro della ZLS e, più in generale, dell'ENP e del processo di Barcellona; invita il Consiglio e la Commissione a sostenere maggiormente le iniziative volte a promuovere la microfinanza nei PSEM, a rafforzare in modo sostanziale i programmi esistenti e a sviluppare e promuovere nuovi sistemi che permettano di facilitare l'accesso al microcredito per il maggior numero di destinatari possibile;

95.   sottolinea l'importanza delle norme fondamentali di diritto del lavoro e dei posti di lavoro dignitosi ai fini dello sviluppo della ZLS; ricorda che, per favorire lo sviluppo e la riduzione della povertà, il commercio deve contribuire al progresso sociale e a condizioni di lavoro dignitose; osserva che le regole del commercio non devono violare la legislazione sociale e la Convenzione quadro dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e che la lotta contro ogni forma di sfruttamento sul lavoro e il rispetto delle libertà sindacali sono essenziali ai fini dell'organizzazione di scambi equi, nell'interesse di tutti; invita la Commissione a lavorare in questo senso, in stretta collaborazione con l'OIL, segnatamente nella prospettiva dell'attuazione dei piani d'azione dell'ENP;

96.   invita la Commissione a tener conto dei criteri non commerciali nell'ambito dei futuri negoziati, affinché l'incremento degli scambi non avvenga a scapito delle condizioni di lavoro delle popolazioni locali; si augura che la ZLS preveda un'agenda per il lavoro accettabile specialmente ideata per i PSEM e che l'UE si impegni a fornire tutta l'assistenza necessaria alla realizzazione di tale programma;

97.   sottolinea la necessità di promuovere codici di condotta negoziati all'interno delle multinazionali, integrandovi gli obiettivi del lavoro dignitoso; raccomanda che le imprese aventi una sede in Europa e filiali nei PSEM verifichino regolarmente il rispetto di tali codici di condotta da parte delle loro filiali; chiede che qualsiasi nuova impresa associata accetti i codici di condotta e renda pubblica tale informazione;

Considerazioni finali

98.   ricorda la decisione del Vertice di Barcellona del 2005 di creare uno spazio di cooperazione reciproca in materia di migrazione, integrazione sociale, giustizia e sicurezza; considera tale spazio come un corollario indispensabile per l'istituzione di una vera e propria ZLS euromediterranea;

99.   ritiene che, sebbene non esistano ancora le condizioni, la ZLS dovrebbe essere integrata con la graduale e condizionata concessione della libera circolazione dei lavoratori, tenendo conto della situazione del mercato del lavoro europeo e delle attuali riflessioni della comunità internazionale sui legami intercorrenti fra migrazione e sviluppo; insiste sull'importanza di una necessaria diminuzione del costo dei trasferimenti delle rimesse dei migranti, per massimizzarne l'utilizzazione nell'economia locale; reputa urgente dar vita a modalità giuridiche e amministrative atte ad agevolare la concessione dei visti specie per gli operatori del partenariato euromediterraneo, gli studenti, gli universitari e gli operatori socioeconomici;

100.   ribadisce la sua preoccupazione per la mancanza di una chiara definizione della politica mediterranea dell'UE e di una visione strategica a lungo termine per lo sviluppo e la stabilizzazione della regione; sottolinea la necessità che il processo di integrazione euromediterraneo divenga nuovamente una priorità politica nell'agenda dell'Unione europea;

101.   deplora la sistematica distruzione del sistema economico e delle infrastrutture del Libano nel corso del recente conflitto con Israele, che provocherà ritardi nello sviluppo del paese e nella creazione della ZLS; prende nota dei risultati della Conferenza sulla ricostruzione del Libano del 25 gennaio 2007 e sostiene gli sforzi che mirano ad organizzare l'aiuto internazionale diretto a questo paese nel lungo termine; invita l'Unione europea (soppressione) nell'ambito del processo di pace in corso, a mantenere un sostegno finanziario adeguato per aiutare i libanesi a fra fronte alle sfide della ricostruzione economica e sociale del loro paese in seguito al conflitto del luglio 2006; manifesta la sua viva preoccupazione per la situazione dei territori palestinesi e invita di conseguenza il Consiglio e la Commissione a fornire, in collaborazione con la comunità internazionale, l'aiuto umanitario essenziale alla popolazione palestinese; prende atto del fatto che Israele ha trasferito una parte delle entrate fiscali e doganali palestinesi che Israele deteneva e invita il governo israeliano a effettuare d'urgenza il versamento di ciò che resta di queste somme bloccate; sollecita la Commissione a insistere sul rispetto delle clausole connesse con il processo di Barcellona, segnatamente la clausola sui diritti umani iscritta negli accordi di associazione e nei vari piani d'azione, al fine di contribuire a un vero e proprio spazio di libertà e di sicurezza nella regione;

102.   ritiene, in particolare tenendo presenti le recenti azioni adottate nel quadro della politica europea di prossimità nonché la nuova presenza della Cina in Africa, che l'obiettivo della politica estera dell'UE nel Mediterraneo consista nel sostenere e incoraggiare le riforme politiche, democratiche e socioeconomiche nei paesi partner, al fine di creare insieme uno spazio di prosperità condivisa;

103.   desidera sottolineare il ruolo svolto dall'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) all'interno del partenariato, in quanto istanza democratica che raccoglie attorno ai tre pilastri del processo di Barcellona parlamentari delle due sponde del Mediterraneo; invita, infine, a rafforzare la cooperazione tra l'APEM, la Commissione e il Consiglio dell'Unione europea in campo economico;

o
o   o

104.  104 incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai capi di Stato e di governo e ai parlamenti degli Stati membri e dei PSEM, nonché all'APEM.

(1) GU C 272 E del 9.11.2006, pag. 570.
(2) GU L 310 del 9.11.2006, pag. 1.
(3) GU L 97 del 30.3.1998, pag. 2.
(4) GU L 147 del 21.6.2000, pag. 3.
(5) GU L 70 del 18.3.2000, pag. 2.
(6) GU L 129 del 15.5.2002, pag. 3.
(7) GU L 304 del 30.9.2004, pag. 39.
(8) GU L 143 del 30.5.2006, pag. 2.
(9) GU L 265 del 10.10.2005, pag. 2.
(10) GU L 187 del 16.7.1997, pag. 3.
(11) GU L 35 del 13.2.1996, pag. 1.
(12) GU C 323 del 4.12.1995, pag. 5.
(13) GU C 378 del 29.12.2000, pag. 71.
(14) GU C 226 E del 15.9.2005, pag. 42.
(15) Soprattutto quelli noti come investimenti "greenfield" o investimenti in una zona nuova.

Note legali - Informativa sulla privacy