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RC-B6-0362/2007

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Giovedì 27 settembre 2007 - Strasburgo
Operazione PESD all'est del Ciad e al nord della Repubblica centrafricana
P6_TA(2007)0419RC-B6-0362/2007

Risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2007 sull'operazione PESD in Ciad e nella Repubblica centrafricana

Il Parlamento europeo,

–   visto il conflitto nel Darfur e il suo più ampio impatto a livello regionale, in particolare sulla parte orientale del Ciad e su quella settentrionale della Repubblica centrafricana,

–   vista la risoluzione 1706(2006) adottata il 31 agosto 2006 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella quale si sottolineava che per pervenire a una pace durevole nel Darfur occorre risolvere gli aspetti di sicurezza regionali,

–   viste le conclusioni del Consiglio affari generali e relazioni esterne del 23 e 24 luglio 2007, che invitano i suoi organi competenti a "proseguire la loro pianificazione ai fini di un'eventuale decisione su un'operazione 'ponte', svolta nel quadro della politica europea in materia di sicurezza e di difesa (PESD), a sostegno della presenza pluridimensionale dell'ONU nel Ciad orientale e nel nordest della Repubblica centrafricana, allo scopo di migliorare la sicurezza in queste aree",

–   vista la risoluzione 1769 (2007) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 31 luglio 2007, che istituisce per un periodo iniziale di 12 mesi un'operazione ibrida Unione Africana-Nazioni Unite (UA/ONU) nel Darfur (UNAMID),

–   vista la relazione sul Ciad e sulla Repubblica centrafricana presentata il 10 agosto 2007 dal Segretario generale delle Nazioni Unite, che raccomanda lo spiegamento di una presenza internazionale nel Ciad orientale e nel nordest della Repubblica centrafricana per migliorare la sicurezza dei profughi e degli sfollati, agevolare l'inoltro dell'aiuto umanitario e creare le condizioni per l'opera di ricostruzione e sviluppo di tali zone,

–   visto l'incontro svoltosi ad Arusha dal 3 al 6 agosto 2007 sulla pace nel Darfur,

–   visto l'accordo politico per il rafforzamento del processo democratico nel Ciad firmato il 13 agosto 2007 a N'Djamena, alla presenza della comunità internazionale e del Capo dello Stato del Ciad, il Presidente Idriss Deby Itno, da tutti i partiti politici ciadiani al potere e all'opposizione,

–   vista la dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 27 agosto 2007, che conferma la disponibilità da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a istituire una missione ONU in Ciad e plaude all'intenzione dell'Unione europea di fornire sostegno mediante una missione militare PESD,

–   visto il "concetto di gestione della crisi", adottato con procedura scritta dal Consiglio il 10 settembre 2007,

–   visti i risultati della visita della delegazione della sua commissione per lo sviluppo nel Darfur, che ha visitato il Sudan e il Ciad dal 30 giugno al 6 luglio 2007,

–   vista la sua risoluzione del 12 luglio 2007 sulla situazione nel Darfur(1),

–   visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.   considerando con estrema preoccupazione l'aggravamento della situazione umanitaria nel Ciad, nel cui territorio, a seguito del conflitto nel Darfur e delle sue implicazioni transfrontaliere, si trovano circa 238 000 profughi sudanesi, 44 600 profughi provenienti dalla Repubblica centrafricana e 170 000 sfollati interni, distribuiti in dodici campi posti lunga la frontiera orientale con il Sudan,

B.   dichiarandosi preoccupato per la situazione della sicurezza nel Ciad orientale, che è andata deteriorandosi dal 2006 a seguito degli scontri tra le forze di sicurezza del paese e i ribelli ciadiani e delle incursioni delle milizie janjaweed e di gruppi armati provenienti dal Sudan, cui occorre aggiungere gli episodi di banditismo e gli attacchi contro le organizzazioni umanitarie,

C.   considerando che anche le popolazioni civili del nordest della Repubblica centrafricana hanno subito gli attacchi di forze ribelli provenienti dal Sudan,

D.   considerando che occorre contribuire a creare condizioni di stabilità, nel quadro di un approccio globale e regionale, in questa regione che risente del conflitto nel Darfur,

E.   considerando che la stabilità a lungo termine del Sudan, del Ciad e della Repubblica centrafricana presuppone il rispetto dei diritti umani, l'applicazione del principio di legalità e il buon governo,

F.   accogliendo con favore la risoluzione 1769 (2007) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che autorizza il dispiegamento nel Darfur di una forza UA/ONU di 26 000 soldati, che unitamente al dispiegamento di una forza di polizia ONU e alla prevista operazione PESD nel Ciad orientale e nel nord della Repubblica centrafricana contribuirà alla pacificazione dell'intera regione;

G.   considerando che le autorità del Ciad e della Repubblica centrafricana hanno confermato al Segretario generale delle Nazioni Unite il loro accordo circa il dispiegamento di questa presenza multidimensionale dell'Unione europea,

H.   sostenendo gli sforzi del Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, intesi a trovare una soluzione negoziata al conflitto nel Darfur promuovendo contatti tra le autorità sudanesi e i diversi gruppi ribelli,

I.   valutando positivamente il fatto che il 13 agosto 2007 tutti i partiti politici ciadiani hanno firmato a N'Djamena un accordo volto a rafforzare il processo democratico nel Ciad,

J.   prendendo atto degli sforzi compiuti dagli attori regionali per trovare una soluzione al conflitto interno nel Ciad con i gruppi che non hanno firmato l'accordo precedente,

K.   accogliendo con favore la risoluzione 1778 (2007) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 25 settembre 2007, che autorizza l'UE a inviare nel Ciad e nella Repubblica centrafricana una forza di mantenimento della pace dotata di un robusto mandato,

1.   ricorda che nessuna missione di mantenimento della pace nel Ciad orientale e nel nord della Repubblica centrafricana potrà avere successo senza un vero processo politico di riconciliazione;

2.   invita dunque il Consiglio, la Commissione e le Nazioni Unite a coordinare i propri sforzi onde creare le condizioni atte a consentire alle varie parti coinvolte nel conflitto, nella più ampia regione comprendente il Darfur, il Ciad orientale e la parte settentrionale della Repubblica centrafricana, di trovare una soluzione politica che porrebbe fine all'insicurezza e alla conseguente catastrofe umanitaria, facilitando in tal modo il ritorno dei profughi e dei rifugiati interni ai loro luoghi di origine;

3.   approva il lancio di un'operazione PESD della durata di un anno nella parte orientale del Ciad e in quella settentrionale della Repubblica centrafricana, ma subordina il proprio consenso definitivo al rispetto dei punti seguenti:

   a) la missione della forza europea (EUFOR) deve creare le condizioni per garantire un contesto sicuro per il lavoro della forza di polizia dell'ONU, il ritorno degli sfollati interni, l'inoltro degli aiuti umanitari, la libertà di movimento del personale umanitario e la prosecuzione del dialogo tra le forze politiche della regione;
   b) è estremamente importante che l'EUFOR sia considerata imparziale; essa dovrebbe avere pertanto una composizione mista e gli Stati membri dovrebbero mettere a disposizione le truppe necessarie in tempi il più possibile brevi;
   c) allo stesso tempo, e per evitare di divenire essa stessa un bersaglio, l'EUFOR deve rimanere neutrale riguardo alla complessa situazione politica nella regione, evitando di venire coinvolta nelle lotte tra autorità governative e gruppi ribelli;
   d) nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario, l'EUFOR non dovrebbe venir coinvolta o interferire nei compiti svolti dalle ONG presenti in Ciad e nella Repubblica centrafricana per non metterle in situazione di pericolo;
   e) l'EUFOR deve stabilire un effettivo coordinamento con l'UNAMID per mettere in sicurezza nel modo più efficace l'area posta sotto la sua responsabilità;
   f) l'EUFOR deve fungere da forza di dissuasione, il che significa che deve disporre di un mandato robusto ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e di chiare regole di ingaggio che autorizzino l'uso della forza quando necessario, specialmente per prevenire attacchi contro i civili, i campi profughi, i villaggi, gli operatori umanitari o gli agenti di polizia dell'ONU, nonché a fini di autodifesa;
   g) per dissuadere qualsiasi aggressore potenziale l'EUFOR deve essere dotata delle truppe necessarie e di equipaggiamento adeguato; deve essere in grado di assicurare la protezione delle proprie linee di approvvigionamento e di effettuare operazioni di pattugliamento a lungo raggio avvalendosi di veicoli blindati, elicotteri (inclusi elicotteri da trasporto e attacco) e velivoli da ricognizione;
   h) l'EUFOR deve essere considerata una "forza ponte" con un mandato temporaneo; prima di avviare il suo dispiegamento, occorre pertanto definire una chiara strategia di uscita, che dovrebbe prevedere la sostituzione dell'EUFOR con una missione subentrante (UA, ONU o una forza ibrida), onde consentire che il suo mandato si concluda con un bilancio positivo e che le truppe assegnate alla missione rientrino tempestivamente;

4.   deplora che il fatto che, per molteplici ragioni, l'operazione PESD in parola non possa essere condotta a partire dal centro operativo dell'Unione europea istituito di recente a Bruxelles;

5.   sottolinea che darà la sua approvazione definitiva all'operazione PESD soltanto se riceverà regolarmente informazioni complete sulle varie fasi preparatorie dell'operazione per quanto riguarda il concetto di gestione della crisi, l'azione congiunta, il concetto operativo, il piano operativo e il processo di costituzione della forza;

6.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Unione africana, al Segretario generale delle Nazioni Unite e ai Presidenti, ai governi e ai parlamenti del Ciad, della Repubblica centrafricana e del Sudan.

(1) Testi approvati, P6_TA(2007)0342.

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