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Procedura : 2007/2187(INI)
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A6-0005/2008

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PV 31/01/2008 - 8.6
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P6_TA(2008)0029

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Giovedì 31 gennaio 2008 - Bruxelles
Spazio europeo della ricerca: nuove prospettive
P6_TA(2008)0029A6-0005/2008

Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su nuove prospettive per lo spazio europeo della ricerca (2007/2187(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il Libro verde della Commissione del 4 aprile 2007, intitolato "Nuove prospettive per lo spazio europeo della ricerca" (COM(2007)0161),

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione (SEC(2007)0412), a corredo del suddetto Libro verde della Commissione,

–   vista la decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente il settimo programma quadro della Comunità europea in materia di attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013)(1) (PQ7),

–   vista la decisione 2006/973/CE del Consiglio, del 19 dicembre 2006(2), concernente il programma specifico "Persone" che attua il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione e,

–   vista la sua risoluzione del 24 maggio 2007 dal titolo "Mettere in pratica la conoscenza: un'ampia strategia dell'innovazione per l'Europa"(3),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e della commissione per lo sviluppo regionale (A6-0005/2008),

A.   considerando che il Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 ha confermato l'obiettivo di creare uno spazio europeo della ricerca (SER),

B.   considerando che il Consiglio europeo di Barcellona del 15 e 16 marzo 2002 ha fissato l'obiettivo di portare la spesa globale per la R&S, entro il 2010, al 3% del PIL dell'Unione europea (2/3 del quale dovrebbero provenire dal settore privato),

C.   considerando che il PQ7 è volto a sostenere la creazione del SER,

D.   considerando che la creazione del SER dovrebbe essere accompagnata dalla creazione di uno spazio europeo dell'insegnamento superiore e di uno spazio europeo dell'innovazione, completando in tal modo i tre lati del cosiddetto "triangolo della conoscenza",

E.   considerando che il SER comprende essenzialmente tre aspetti principali: un mercato interno per la ricerca, in cui possano circolare liberamente i ricercatori, la tecnologia e le conoscenze, un effettivo coordinamento a livello dell'Unione europea di attività, programmi e politiche nazionali e regionali di ricerca e il finanziamento e l'attuazione di iniziative a livello dell'Unione europea,

F.   considerando che sono necessari maggiori sforzi, soprattutto in materia di coordinamento, per tutte le dimensioni della ricerca dell'Unione europea: persone, infrastrutture, organizzazioni, finanziamento, comunicazione delle conoscenze e cooperazione globale, allo scopo di superare la frammentazione della ricerca nell'Unione europea e realizzare il potenziale dell'Unione europea in questo settore,

G.   considerando che le possibilità occupazionali e le condizioni di lavoro non sono tali da favorire l'integrazione dei giovani, uomini e donne, nel settore della ricerca, con conseguente spreco di risorse umane assai preziose,

H.   considerando che il finanziamento della R&S nell'Unione europea è ancora molto lungi dall'obiettivo di Lisbona pari al 3% del PIL,

I.   considerando che è necessaria una visione più ampia relativamente alla creazione del SER, che coinvolga tutti i soggetti interessati,

J.   considerando che le donne continuano ad essere sottorappresentate in gran parte dei settori della scienza e dell'ingegneria e nei posti di responsabilità,

K.   considerando che il contributo del settore privato dell'Unione europea alla R&S è arretrato rispetto a quello dei suoi concorrenti diretti,

La creazione di un mercato del lavoro unico dei ricercatori

1.   accoglierebbe con favore una definizione comune delle carriere nel settore della ricerca e l'istituzione di un sistema di informazione sull'occupazione dei ricercatori e sulle prassi di ricerca in tutta l'Europa e ritiene che ciò contribuirà a far raggiungere all'Unione europea i massimi livelli in materia di ricerca;

2.   esorta gli Stati membri e le regioni a definire strategie per lo sviluppo delle risorse umane e materiali nell'ambito della ricerca e dell'innovazione che trattino di punti quali, ad esempio, il miglioramento e la fornitura di infrastrutture per la ricerca, una maggiore mobilità per i ricercatori grazie a un rafforzato sostegno finanziario, iniziative locali per attirare i ricercatori, l'eliminazione di ogni ostacolo giuridico, amministrativo e linguistico, gli scambi di personale e garanzia di accesso per tutti, in particolare donne e giovani ricercatori;

3.   sostiene vivamente la Carta europea dei ricercatori e il Codice di condotta per la loro selezione, quali strumenti atti ad accrescere l'attrattiva del SER per i ricercatori; invita la Commissione a comunicare il livello di attuazione della Carta e del Codice di condotta negli Stati membri;

4.   sottolinea la necessità di definire ed introdurre un unico modello europeo di carriera nell'ambito della ricerca come pure di instaurare un sistema integrato di informazione sulle offerte di posti di lavoro e sui contratti di formazione in materia di ricerca in Europa; ritiene che sia essenziale creare un mercato unico del lavoro per i ricercatori;

5.   sottolinea l'importanza di aprire totalmente le procedure di selezione e di promozione dei ricercatori e di renderle trasparenti; chiede agli Stati membri di garantire un maggior equilibrio tra uomini e donne nelle giurie di selezione e di promozione;

6.   deplora il fatto che il deflusso netto transatlantico di investimenti in materia di R&S sta ancora aumentando; sottolinea l'importanza di impedire ulteriori deflussi di ricercatori europei competenti; chiede l'adozione di idonee misure per trattenere e far rientrare i ricercatori nell'Unione europea, in particolare assicurando ampie prospettive di carriera e condizioni di lavoro attraenti sia per gli uomini che per le donne;

7.   è favorevole al progetto di aumentare la mobilità geografica dei ricercatori oltre a quella intersettoriale (vale a dire tra le università e le organizzazioni di ricerca e tra il mondo accademico e quello delle imprese), allo scopo di realizzare la condivisione delle conoscenze e promuovere il trasferimento di tecnologia; invita, a tal fine, la Commissione e gli Stati membri ad arricchire i programmi post-laurea e di dottorato, incoraggiando una supervisione comune della ricerca nei vari paesi, e a considerare il lancio di borse e di programmi di formazione postdottorato basandosi sul programma Erasmus che ha registrato un notevole successo;

8.   sottolinea che un mercato interno ben funzionante è importante per un positivo sviluppo del SER e che la libera circolazione dei ricercatori costituisce, in particolare, un fattore essenziale; deplora che i ricercatori continuino a incontrare ostacoli che ne impediscono la mobilità all'interno dell'Unione europea; sollecita misure per migliorare la libera circolazione dei ricercatori, in particolare eliminando tutte le altre restrizioni transitorie alla libera circolazione dei lavoratori nonché rafforzando l'infrastruttura di ricerca dell'Unione europea; è favorevole alla creazione dell'Istituto europeo per l'innovazione e la tecnologia (EIT);

9.   ritiene che l'accesso dei ricercatori all'Unione europea non dovrebbe essere ostacolato dalle attuali barriere nazionali esistenti, quali scarso riconoscimento e portabilità dei diritti sociali acquisiti, svantaggi fiscali e difficoltà nel trasferire le famiglie; sollecita gli Stati membri a concepire la loro legislazione nazionale sull'impiego pubblico in modo tale che i ricercatori degli Stati membri e dei paesi terzi abbiano condizioni di lavoro analoghe e non siano scoraggiati dall'accettare lavoro di ricerca;

10.   ricorda che un mezzo per accrescere la mobilità dei ricercatori potrebbe essere quello di instaurare un sistema di buoni in materia di ricerca, che potrebbe essere utilizzato dai ricercatori in altri Stati membri o negli istituti e nelle università che li accolgono assicurando quindi risorse finanziarie supplementari per promuovere la ricerca vera e propria che attiri i ricercatori stranieri; ritiene che ciò non soltanto accrescerebbe l'interesse degli istituti di ricerca e delle università ad accogliere ricercatori stranieri e ad attrarre gli scienziati più bravi, ma contribuirebbe altresì alla creazione di centri di eccellenza, permettendo ai programmi e agli istituti di ricerca più attrattivi di richiamare un maggior numero di ricercatori, migliorandone le condizioni economiche; è del parere che tale aiuto supplementare alla mobilità dei ricercatori dovrebbe integrare gli attuali regimi di finanziamento della mobilità e che il finanziamento potrebbe essere concesso a titolo dei programmi "Cooperazione" e "Capacità";

11.   evidenza, in particolare, la necessità di accordare sostegno ai giovani ricercatori, in modo da garantire che continuino a ricevere borse di studio quando cambiano sede di lavoro all'interno dell'Unione europea;

12.   è convinto che il quadro regolamentare comunitario in materia di libera circolazione dei ricercatori in seno al SER debba essere rafforzato, onde facilitare il rilascio di visti e di permessi di lavoro per i cittadini di paesi terzi;

13.   ritiene necessario introdurre misure specifiche atte a promuovere una maggiore partecipazione delle donne a tutte le attività di ricerca, allo scopo di aumentare in modo significativo la percentuale di donne che decidono di lavorare nel settore della ricerca;

14.   è convinto che il minore interesse manifestato dalle giovani generazioni per gli studi scientifici e tecnologici sia strettamente legato all'assenza di cooperazione tra il settore privato e quello accademico; invita, pertanto, gli Stati membri e la Commissione ad intensificare gli sforzi per promuovere regimi di collaborazione tra questi due settori;

15.   invita a realizzare scambi di esperienze tra gli Stati membri in modo da sviluppare un approccio coerente nel promuovere la partecipazione dei disabili alla ricerca finanziata dalla Comunità ed un aumento della percentuale di disabili che iniziano e proseguono carriere di ricerca;

16.   ritiene altresì che i poteri pubblici, gli istituti di ricerca e le imprese dovrebbero promuovere misure atte a conciliare la vita professionale e la vita privata;

17.   invita la Commissione a indagare le modalità che consentano di migliorare l'insegnamento delle materie scientifiche nell'Unione europea a tutti i livelli dell'istruzione; si rammarica per la mancanza di risorse umane nella ricerca e sviluppo in numerosi Stati membri, che può essere attribuita al sempre minore interesse tra le giovani generazioni a seguire studi scientifici e a lavorare nel settore scientifico; propone, pertanto, il lancio di iniziative volte a familiarizzare gli allievi ai lavori di ricerca in laboratorio e sul terreno; propone, inoltre, la promozione di metodi attivi ed investigativi di insegnamento che ricorrano all'osservazione e alla sperimentazione nonché l'attuazione di programmi di scambio professori-ricercatori e il sostegno delle autorità locali e regionali ai metodi di formazione innovativi; è del parere che la rapida evoluzione della scienza rischi di creare un profondo divario tra il cittadino e la ricerca scientifica e tecnologica; ritiene che sia necessario promuovere e sostenere il dialogo tra gli scienziati e la società e che, pertanto, gli scienziati debbano rendere i risultati della propria ricerca comprensibili a tutti e alla portata di tutti;

18.   ritiene che sarebbe opportuno migliorare le condizioni sociali dei ricercatori creando opportunità occupazionali per i loro partner e fornendo assistenza per la ricerca di strutture di assistenza o strutture scolastiche per i figli;

Lo sviluppo di infrastrutture di ricerca di livello mondiale

19.   si compiace dei progressi compiuti in materia di sviluppo di infrastrutture di ricerca mediante l'adozione della "Roadmap" per il Foro strategico europeo per le infrastrutture di ricerca (FSEIR); ritiene tuttavia che occorra prevedere l'inserimento di nuovi strumenti e infrastrutture attualmente sviluppati dagli Stati membri, unitamente alle infrastrutture identificate dall'FSEIR;

20.   chiede che siano concessi finanziamenti alle nuove infrastrutture di ricerca paneuropee soltanto qualora non esistano infrastrutture nazionali di pari valore che forniscano analoghe opportunità di accesso ai ricercatori di altri Stati membri;

21.   evidenzia il ruolo e l'importanza delle organizzazioni che effettuano ricerca nel panorama della ricerca europea, oltre alle università e alle agenzie che finanziano la ricerca; invita la Commissione a stabilire una certa collaborazione con le agenzie nazionali, le università e le organizzazioni che effettuano ricerca in Europa, in associazione con le autorità regionali, prima di adottare una politica comune e un piano di attuazione;

22.   invita la Commissione a proporre un quadro giuridico per facilitare la creazione e il funzionamento di grandi organizzazioni e infrastrutture comunitarie di ricerca e ad esaminare la partecipazione delle istituzioni e degli accordi europei esistenti, come l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN), l'Agenzia spaziale europea (ASE) nonché l'Accordo europeo per lo sviluppo della fusione (EFDA), evitando però trattati intergovernativi per attuare tali organizzazioni;

23.   raccomanda, nel contempo, che gli organi di paesi con settori di ricerca meno dinamici, ma dotati di un adeguato potenziale di ricerca, siano pienamente coinvolti nel processo di creazione di un'infrastruttura di ricerca paneuropea;

24.   ritiene che, allo scopo di assicurare operazioni a lungo termine e un miglioramento continuo, i processi di approvazione delle grandi infrastrutture di ricerca dovrebbero riguardare l'R&S, l'informatica e i fondi operativi;

25.   riconosce che l'EIT rappresenterà un importante fattore per rafforzare l'infrastruttura di ricerca dell'Unione europea;

26.   esorta la Commissione a sostenere le organizzazioni che effettuano ricerca, le università e le agenzie che finanziano la ricerca sia ad aumentare le loro capacità sia a collegare le loro risorse nella costruzione del SER, con l'obiettivo di conseguire la leadership globale nelle principali aree scientifiche;

Il rafforzamento degli enti di ricerca

27.   deplora il fatto che i dati relativi alla spesa per la ricerca e lo sviluppo rivelano che la media dell'Unione europea è di appena l'1,84% del PIL rispetto al 2,68% negli USA e al 3,18% in Giappone e che le spese variano dallo 0,39% in Romania e lo 0,4% a Cipro al 3,86% in Svezia; sottolinea l'importanza di incrementare la spesa media nonché il volume della spesa in taluni Stati membri; evidenzia l'importanza di focalizzare meglio la ricerca diversificata e gli sforzi di sviluppo in tutta l'Unione, in particolare allo scopo di facilitare la transizione verso l'economia digitale; ritiene che ciò sia di importanza fondamentale ai fini della creazione di condizioni idonee per la realizzazione di un'economia basata sulla conoscenza come richiesto nella strategia di Lisbona;

28.   riconosce l'importanza della dimensione regionale del SER e ritiene che lo sviluppo di cluster regionali sia un importante strumento per conseguire una massa critica, riunendo università, enti di ricerca e l'industria e creando centri europei di eccellenza; ritiene che i programmi "Potenziale di ricerca" e "Regioni di conoscenza" nonché i Fondi strutturali che promuovono la ricerca e il potenziale innovativo delle regioni dovrebbero essere considerati come un contributo chiave agli obiettivi del PQ7;

29.   sottolinea l'importanza dei punti di contatto nazionali e regionali nel rafforzare l'impatto dei programmi quadro e chiede, una maggiore cooperazione da parte loro;

30.   invita la Commissione a stabilire un Forum europeo con una rappresentanza nazionale di alto livello, inclusi i consigli nazionali di ricerca, cui sia affidata la missione di identificare, sviluppare e sostenere le principali iniziative di ricerca paneuropee, come pure un sistema comune di revisione scientifica e tecnica per sfruttare meglio i risultati dei programmi europei; ritiene che sarebbe utile realizzare un sistema affidabile di convalida delle conoscenze e dei metodi di analisi, controllo e certificazione e collegare i centri di eccellenza nell'Unione europea;

31.   chiede alla Commissione di garantire la piena complementarità tra le reti di eccellenza e le comunità virtuali di ricerca, specificandone obiettivi, norme di funzionamento e di finanziamento;

32.   invita la Commissione a promuovere ulteriormente gli appalti pubblici per sostenere l'R&S a livello dell'Unione europea, facendo un uso più coerente degli strumenti e delle risorse pubbliche;

33.   accoglie favorevolmente l'iniziativa concernente una Carta europea per l'utilizzo della proprietà intellettuale avanzata da enti pubblici di ricerca e università, sostenuta dal Consiglio europeo di Bruxelles del 21 e 22 giugno 2007, purché conduca a una serie utilizzabile di norme che, in particolare, tengano presenti le necessità dell'elaborazione e del trasferimento delle conoscenze scientifiche;

34.   ricorda il ruolo delle piccole e medie imprese (PMI) come enti di ricerca; ritiene che sia necessario rafforzare, a livello europeo, la loro partecipazione alle attività di R&S, conformemente all'obiettivo di destinare almeno il 15% del bilancio del PQ7 alle PMI;

35.   ritiene che la ricerca di rilievo debba essere strettamente collegata all'innovazione; è quindi convinto che si dovrebbero prevedere misure concrete che favoriscano la creazione di uno Spazio europeo della ricerca e dell'innovazione pienamente integrato;

La condivisione delle conoscenze

36.   ritiene che gli investimenti a livello di infrastrutture, funzionalità ed iniziative informatiche di riferimento incrociato abbiano consentito notevoli miglioramenti nella diffusione e nell'utilizzo delle informazioni scientifiche e che la Dichiarazione di Berlino sul libero accesso alla conoscenza delle discipline scientifiche e umanistiche sia un esempio di come Internet abbia creato opportunità di sperimentazione con i nuovi modelli; sottolinea l'importanza di rispettare la libertà di scelta e i diritti di proprietà intellettuale degli autori (DPI), garantendo la continuazione della revisione di qualità inter pares e preservando in modo sicuro ed affidabile il lavoro che viene valutato, ed incoraggia le parti a collaborare mediante progetti pilota, al fine di valutare l'impatto e la sostenibilità di modelli alternativi, quali lo sviluppo del libero accesso;

37.   condivide il concetto di "innovazione aperta" promosso dalla Commissione, secondo il quale i settori pubblico e privato diventano partner a pieno titolo e condividono le conoscenze purché venga sviluppato un sistema equilibrato ed equo tra il libero accesso ai risultati scientifici e l'uso di detti risultati da parte del settore privato (equa condivisione della conoscenza); ritiene che dovrebbe essere ufficialmente riconosciuta la regola di un compenso finanziario corretto ed equo per l'uso della conoscenza pubblica da parte dell'industria;

38.   è fermamente convinto che l'incertezza giuridica e i costi eccessivi attualmente imposti nell'ambito dei DPI contribuiscano alla frammentazione degli sforzi di ricerca in Europa; esorta, pertanto, la Commissione a procedere ad una valutazione di impatto dei vari strumenti giuridici che possono essere utilizzati per ridurre gli ostacoli che si frappongono al trasferimento delle conoscenze nell'ambito del SER; rileva che le invenzioni regolarmente brevettate possono costituire un'importante fonte di conoscenza e che la legislazione sulla protezione dei DPI, compreso il diritto europeo in materia di brevetti, non può costituire un ostacolo alla condivisione delle conoscenze; richiama l'attenzione sull'importanza di istituire un brevetto comunitario nonché un sistema giudiziario per i brevetti europei di alta qualità, efficiente in termini di costi e favorevole all'innovazione, che rispetti le competenze della Corte di giustizia delle Comunità europee; prende atto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Migliorare il sistema dei brevetti in Europa" (COM(2007)0165); osserva che il risultante quadro giuridico fornirà migliori incentivi per il coinvolgimento delle imprese private nella ricerca e rafforzerà la posizione degli innovatori europei a livello internazionale;

39.   invita la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, a istituire un Forum europeo che permetta di coordinare i processi di partecipazione della società civile a livello europeo e nazionale al dibattito sulla scienza, sulla ricerca e sulla tecnologia;

40.   ritiene che, nel contesto del SER, le capacità dei centri comuni di ricerca (CCR) dovrebbero essere sfruttate come strutture scientifiche e tecniche indipendenti e neutrali di alto livello che forniscano alle istituzioni dell'Unione europea un'esperienza comune e sostengano i processi decisionali su questioni fondamentali (ad esempio, qualità della vita, sicurezza degli alimenti, ambiente, protezione dei consumatori);

41.   è convinto che, con un rinnovato impegno a sostegno e ad incoraggiamento delle loro attività concentrate sull'ottimizzazione dei benefici derivanti dalle loro strutture, i CCR potrebbero anche svolgere un importante ruolo nel promuovere "opportunità veramente europee" nel settore della formazione e della mobilità dei giovani ricercatori;

L'ottimizzazione dei programmi e delle priorità di ricerca

42.   ritiene opportuno attuare il principio della reciproca apertura dei programmi nazionali a partecipanti di altri Stati membri, in quanto ciò rappresenterebbe un passo verso lo scambio di informazioni sui programmi nazionali esistenti e incoraggerebbe la valutazione delle attività nazionali di ricerca da parte di organismi internazionali;

43.   osserva che vari Stati membri - in particolare quelli con strutture meno sviluppate di R&S - temono una fuga dei cervelli all'interno dell'Unione europea; chiede misure per evitarlo, facendo in modo che le politiche nazionali di ricerca siano complementari anziché in concorrenza reciproca, in particolare allo scopo di promuovere il coordinamento delle risorse e impedire la loro duplicazione e dispersione;

44.   ritiene che valga la pena studiare le potenzialità offerte dal meccanismo detto "a geometria variabile" che rappresenta un mezzo idoneo per sviluppare un'adeguata flessibilità nella realizzazione dei programmi tematici;

45.   sottolinea la necessità di rafforzare la complementarità tra la promozione della ricerca a livello dell'Unione europea e nazionale;

46.   è convinto che il finanziamento dell'apertura dei programmi nazionali di ricerca e a tutti i ricercatori degli Stati membri dovrebbe iniziare innanzitutto nel settore della ricerca fondamentale o della cosiddetta ricerca di frontiera;

47.   osserva che le autorità locali e regionali dovrebbero impegnarsi a creare un contesto favorevole alla ricerca e fornire un significativo contributo alla realizzazione del SER; ritiene che ciò potrebbe essere realizzato mediante programmi comunitari di finanziamento come il PQ7, ma che occorra anche compiere considerevoli progressi mediante programmi adottati di comune accordo e finanziati con i Fondi strutturali; ritiene, in particolare, che il potenziale della R&S delle regioni "scientificamente più deboli" necessiti di essere rafforzato attraverso un uso combinato dei fondi strutturali e di quelli del PQ7, come pure di investimenti nazionali e regionali, in modo da far fronte in modo efficace, tra l'altro, alle esigenze locali in materia di una ricerca il cui motore sia la società;

48.   osserva che gli obiettivi della strategia di Lisbona non possono essere raggiunti senza un notevole aumento del coinvolgimento del settore privato nelle attività di ricerca; chiede alla Commissione di intraprendere azioni per ampliare gli incentivi concessi al settore privato per investire e partecipare alla ricerca; condivide l'opinione secondo cui è necessario sviluppare un ruolo guida dell'Europa nei mercati ad alto utilizzo di tecnologia, sostenuto da elevati livelli di protezione dei DPI; è dell'avviso che sia importante a tal fine ampliare i partenariati pubblici e privati nell'ambito di mercati ben funzionanti;

49.   esorta vivamente gli Stati membri a garantire il finanziamento ottimale delle attività di ricerca nazionali e regionali definite nei programmi operativi, nonché ad assicurare la cooperazione e un efficace scambio di buone pratiche fra le regioni; constata che gli esempi di buone pratiche, efficaci in una regione, non possono essere trasposti senza modifiche in un'altra regione; insiste quindi sul carattere specifico della valutazione a livello regionale sulla base di indicatori affidabili, trasparenti e accettati da tutti;

50.   sottolinea l'importanza di sbloccare il potenziale di ricerca di tutte le regioni europee in quanto mezzo atto ad accrescere la competitività della ricerca europea;

51.   ritiene che occorra aggiornare forme e strumenti di cooperazione e adattarli agli obiettivi del SER; raccomanda che iniziative come la cooperazione europea nel settore della ricerca scientifica e tecnologica (COST) e la rete paneuropea per la R&S orientata al mercato industriale (EUREKA) siano sviluppate ulteriormente;

52.   riconosce il ruolo che le reti di eccellenza stanno svolgendo nella creazione del SER mediante l'integrazione sostenibile, evitando così la frammentazione degli sforzi in materia di ricerca, ed esorta la Commissione a continuare a sostenere le reti di successo in modo da conseguire tale obiettivo;

53.   sottolinea come una cooperazione mirata in materia di R&S possa contribuire ad accrescere le opportunità mondiali per le attività di R&S condotte a livello europeo; esorta pertanto a integrare i sistemi di ricerca nazionali e regionali nelle reti europee ed extraeuropee, garantendo al contempo la coerenza dei programmi di ricerca nazionali e regionali e le priorità di interesse europeo, come l'EIT; a tale riguardo, esorta la Commissione a riconoscere l'importanza per la coesione territoriale delle scienze regionali e territoriali, tenendo particolarmente conto dei lavori del Programma ESPON 2013 (Rete europea di monitoraggio dell'assetto territoriale); ritiene che la cooperazione territoriale debba essere promossa come mezzo per raggiungere una massa critica e preparare l'internazionalizzazione; esorta pertanto gli Stati membri ad eliminare gli ostacoli amministrativi transfrontalieri che si frappongono alla cooperazione tra gli istituti per la conoscenza; raccomanda il metodo aperto di coordinamento per raffrontare le migliori prassi nazionali in tale settore;

54.   ritiene che sia necessario un più ampio approccio per definire le priorità delle decisioni strategiche sul finanziamento pubblico e che le piattaforme tecnologiche europee e le iniziative tecnologiche comuni, fra l'altro, trarrebbero vantaggio da una più forte partecipazione delle organizzazioni pubbliche e private, come le università, le organizzazioni che effettuano ricerca e le PMI, ai fini dello sviluppo di strategie a lungo termine;

55.   sottolinea la necessità di incrementare gli investimenti destinati al settore R&S e di promuovere l'innovazione in Europa; si richiama in tale contesto alla combinazione dell'Agenda territoriale europea e degli obiettivi di Lisbona ripresi negli orientamenti strategici per la politica di coesione, essendo entrambi presupposti per garantire la competitività; sottolinea la necessità di combinare l'approccio top down del SER con l'approccio bottom up della politica regionale; sottolinea la necessità di iniziative volte a migliorare il coordinamento delle attività e dei programmi di ricerca come le piattaforme tecnologiche europee e il programma ERA-NET;

56.   è convinto che sia opportuno ispirarsi alla lungimiranza e alle agende strategiche elaborate dalla comunità di ricerca al momento della messa a punto dei programmi di lavoro e invita a presentare proposte nel PQ7;

L'apertura verso il mondo: la cooperazione internazionale nella scienza e tecnologia

57.   ritiene che la cooperazione in materia di R&S possa contribuire a conseguire specifici Obiettivi di sviluppo del Millennio ed è pertanto convinto che sia importante allineare le politiche di cooperazione scientifica dell'Unione europea con la politica estera e con i programmi di aiuto allo sviluppo dell'Unione europea;

58.   invita la Commissione a rafforzare la cooperazione in materia di ricerca per promuovere il dialogo, la pace, la sicurezza e lo sviluppo economico e sociale; ritiene che tale cooperazione consentirà inoltre all'Unione europea di affrontare problemi di grande attualità come lo sviluppo regionale sostenibile, la salute, la sicurezza alimentare ed il cambiamento climatico;

59.   invita la Commissione ad avviare, attuare e sostenere misure per migliorare il livello di partecipazione degli scienziati dei paesi in via di sviluppo ai progetti internazionali di collaborazione in materia scientifica e di R&S e a promuovere l'accesso, a livello globale, alla proprietà intellettuale esistente; sottolinea l'importanza di attirare ricercatori verso l'Unione europea anche da paesi terzi, soprattutto dai vicini paesi europei, tra l'altro mediante una più rapida trasposizione della direttiva 2005/71/CE del Consiglio del 12 ottobre 2005 concernente una procedura specifica per ammettere i cittadini dei paesi terzi a fini di ricerca scientifica(4), tenendo pienamente conto delle esigenze dei ricercatori; sostiene la proposta della Commissione concernente la creazione di un sistema di carte blu che sarebbe di grande valore per le risorse umane nel campo della scienza e tecnologia non coperte dalla direttiva;

60.   auspica che il SER attribuisca, nell'ottica della sua apertura sul mondo, un ruolo privilegiato alle regioni ultraperiferiche e ai paesi e territori d'oltremare, al fine di sfruttare i vantaggi e le ricchezze offerti da tali regioni europee o partner, integrandole in azioni di cooperazione scientifica e tecnologica in modo coerente, nel quadro di "reti di eccellenza";

61.   ritiene che i paesi confinanti con l'Unione europea e i paesi che sono più allineati con le priorità geopolitiche dell'Unione europea, come quelli del Bacino mediterraneo e dell'Europa orientale, dell'Africa e dell'America Latina, dovrebbero essere incoraggiati a partecipare al SER attraverso un'ulteriore promozione degli accordi di cooperazione scientifica e tecnologica;

62.   ritiene che i paesi che sono maggiormente allineati con le priorità geopolitiche dell'Unione europea, come quelli del bacino del Mediterraneo, dovrebbero essere incoraggiati a partecipare a uno "Spazio europeo della ricerca di più ampia portata" che possa estendere gradualmente i suoi piani di coordinamento, principi di condivisione delle conoscenze e mobilità dei ricercatori oltre ai rigidi confini dell'Unione europea e dei suoi paesi associati;

o
o   o

63.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU L 412 del 30.12.2006, pag. 1.
(2) GU L 400 del 30.12.2006, pagg. 269. Rettifica in GU L 54 del 22.2.2007, pag. 91.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0212.
(4) GU L 289 del 3.11.2005, pag. 15.

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