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Procedura : 2011/2522(RSP)
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RC-B7-0041/2011

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PV 20/01/2011 - 11.1
CRE 20/01/2011 - 11.1

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PV 20/01/2011 - 12.1
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P7_TA(2011)0026

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Giovedì 20 gennaio 2011 - Strasburgo
Pakistan: omicidio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer
P7_TA(2011)0026RC-B7-0041/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2011 sul Pakistan, in particolare sull'assassinio del governatore Salmaan Taseer

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sui diritti umani e la democrazia in Pakistan, in particolare quelle del 20 maggio 2010(1), del 12 luglio 2007(2), del 25 ottobre 2007(3) e del 15 novembre 2007(4),

–   vista la sua risoluzione del 16 dicembre 2010 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2009 e sulla politica dell'Unione europea in materia(5),

–  viste le conclusioni adottate dal Consiglio il 16 novembre 2009 sulla libertà religiosa o di credo, in cui si sottolinea l'importanza strategica di tale libertà e del contrasto all'intolleranza religiosa,

–   vista la dichiarazione congiunta UE-Pakistan del 4 giugno 2010, in cui entrambe le parti ribadiscono la propria volontà di affrontare insieme le questioni regionali e globali di sicurezza, di promuovere il rispetto dei diritti umani e di collaborare all'ulteriore consolidamento del governo e delle altre istituzioni democratiche del Pakistan,

–   vista la dichiarazione del suo Presidente, del 19 novembre 2010, sulla condanna di Asia Bibi alla pena capitale,

–   viste le dichiarazioni di Catherine Ashton, Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in data 4 gennaio 2011, sull'assassinio del governatore Salmaan Taseer, e del 12 novembre 2010 su un caso di condanna alla pena capitale in Pakistan,

–   visto l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (DUDU) del 1948,

–  vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1981 sull'eliminazione di ogni forma di intolleranza e discriminazione basata sulla religione e sulle convinzioni personali,

–  visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.  considerando che Salmaan Taseer, governatore della provincia del Punjab, era uno dei critici più accesi e in vista delle leggi sulla blasfemia e dell'abuso che ne fanno i gruppi estremisti in casi come quello di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia in virtù della sezione 295-C del codice penale pakistano,

B.  considerando che il 4 gennaio 2011 Salmaan Taseer è stato assassinato a Islamabad da una delle sue guardie del corpo, Malik Mumtaz Hussein Qadri, che non condivideva l'opposizione di Taseer alle leggi pakistane sulla blasfemia,

C.  considerando che nessuna delle altre guardie del corpo che hanno assistito all'assassinio del Governatore Taseer ha tentato in alcun modo di bloccare l'assassino; che quest'ultimo è stato applaudito e sostenuto da centinaia di avvocati durante la sua comparizione in tribunale e che decine di migliaia di manifestanti hanno marciato per le strade di Karachi per dar prova del loro sostegno al suo gesto; considerando che uno dei principali imam avrebbe emesso una fatwa contro Sherry Rehman, ex ministro pakistano, politico riformista e nota giornalista, additandola quale prossimo obiettivo da eliminare,

D.  considerando che, in seguito al tragico evento, un'ampia alleanza del clero del Paese, rappresentati dal Jamaate Ahle Sunnat Pakistan, un'organizzazione portavoce della setta moderata Barelvi, ha rilasciato una dichiarazione in cui si condona l'assassinio del governatore Taseer e se ne elogia l'assassino, asserendo che «nessun musulmano dovrebbe partecipare ai funerali o anche provare a pregare per Salmaan Taseer né addirittura esprimere alcun tipo di rammarico o di solidarietà per l'incidente», esigendo che nessun musulmano offra un'orazione funebre e che nessun religioso celebri i funerali del governatore assassinato,

E.  considerando che il capitolo sui diritti fondamentali della Costituzione pachistana del 1973 garantisce la libertà di professare una religione e di gestire istituzioni religiose (articolo 20), l'uguaglianza di tutti i cittadini (articolo 25) e i diritti e gli interessi legittimi delle minoranze (articolo 26),

F.  considerando che il 25 dicembre 2009 il Presidente Asif Ali Zardari ha ribadito l'impegno del Partito popolare pakistano a sostenere il diritto di tutte le minoranze ad essere trattate come cittadini a pari merito,

G.  considerando che le disposizioni giuridiche note come «leggi sulla blasfemia», introdotte nel 1982 e nel 1986, compromettono i diritti religiosi fondamentali e i diritti delle minoranze sanciti dalla Costituzione, sono indebitamente utilizzate dai gruppi estremisti e da chi è interessato a regolamenti di conti personali e hanno provocato una recrudescenza delle violenze nei confronti dei membri di minoranze religiose e contro qualsiasi cittadino che osi criticare le ingiustizie,

H.  considerando che, sebbene la stragrande maggioranza delle persone accusate in virtù delle leggi sulla blasfemia sia di fede musulmana, le accuse contro individui di fedi minoritarie possono scatenare violenze sproporzionate contro le loro intere comunità,

I.  considerando che il 30 dicembre 2010 il governo pakistano ha pubblicamente rinnegato la sua promessa elettorale di rivedere le leggi discriminatorie, annunciando in una dichiarazione politica di non avere alcuna intenzione di abrogare o modificare le leggi sulla blasfemia,

J.  considerando che l'assassinio del governatore Taseer solleva problemi di sicurezza per i giudici chiamati a esaminare casi di blasfemia, dato che i giudici dei tribunali di grado inferiore in Pakistan hanno già subito pressioni da parte di estremisti musulmani e che persino i giudici dei tribunali di grado superiore potrebbero essere riluttanti ad emettere sentenze imparziali nei casi di persecuzione religiosa, per timore di essere vittime di attentati terroristici,

K.  considerando che da quando è stato assassinato il governatore Taseer, i moderati, le minoranze religiose e i difensori dei diritti umani si sentono sempre meno al sicuro,

L.  considerando che l'articolo 3, paragrafo 5, del trattato sull'Unione europea stabilisce che la promozione della democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà civili costituiscono principi e obiettivi fondamentali dell'Unione europea e rappresentano la base comune delle sue relazioni con i paesi terzi; che il commercio e gli aiuti allo sviluppo dell'Unione sono subordinati al rispetto dei diritti umani e diritti delle minoranze,

1.  esprime ferma condanna per il brutale assassinio di Salmaan Taseer, governatore della provincia del Punjab in Pakistan, avvenuto il 4 gennaio 2011 in un mercato di Islamabad; ne elogia il coraggio e la forza morale per aver preso posizione a favore della tolleranza religiosa e del trattamento umano dei più deboli, nonostante la polarizzazione del clima politico in Pakistan, ed esprime le sue condoglianze alla famiglia della vittima e al popolo pakistano;

2.  esorta le autorità pakistane ad indagare scrupolosamente su tutti gli aspetti dell'omicidio e ad assicurare celermente alla giustizia tutti i responsabili del delitto, nel rispetto rigoroso dello stato di diritto;

3.  constata che numerosi gruppi di difesa dei diritti umani hanno criticato il mancato sostegno per le posizioni coraggiose del governatore Taseer da parte dei leader pakistani – siano essi politici o membri delle forze armate – ed esprime costernazione e profonda preoccupazione per il grado di sostegno popolare, anche nell'ambito della professione legale, per l'intolleranza religiosa, e addirittura per l'omicidio, che è emerso durante le manifestazioni e per il sostegno pubblico dell'assassino; invita il governo pakistano a non lasciare che gli estremisti mettano a tacere le voci moderate del Paese;

4.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che alcuni segmenti delle forze armate, della magistratura e della classe politica sarebbero tacitamente o apertamente favorevoli all'acquiescenza nei confronti degli estremisti politici e religiosi in Pakistan;

5.  esprime altresì preoccupazione per il fatto che l'assassino del governatore Taseer a Islamabad fosse un poliziotto della sua stessa scorta; invita il governo pakistano a eliminare gli elementi estremisti islamici dalle forze di sicurezza del Paese e a garantire che queste ultime rispettino la Costituzione e lo stato di diritto;

6.  appoggia tutte le misure adottate dal governo pakistano per contrastare la diffusione dell'estremismo violento;

7.  teme che le leggi pakistane sulla blasfemia, che l'ex governatore Taseer aveva pubblicamente avversato, siano ancora utilizzate per perseguitare le comunità religiose fra cui i cristiani come Asia Bibi, madre di cinque figli, che è stata condannata a morte;

8.  invita le autorità pakistane a liberare immediatamente Asia Bibi e ad adottare provvedimenti per garantire la sicurezza dei suoi familiari, che sono stati costretti a nascondersi; chiede al Presidente Zadari di avvalersi delle sue prerogative costituzionali per concederle la grazia a seguito della conclusione dell'appello presentato a suo nome;

9.  deplora il fatto che i due maggiori partiti politici religiosi in Pakistan abbiano dichiarato che Salmaan Taseer meritasse di essere ucciso per le sue opinioni, fomentando così ulteriormente la paura e accondiscendendo sia al terrorismo politico e religioso che alla criminalità;

10.  teme che la libertà di parola, anche su Internet, possa essere limitata in Pakistan in seguito all'assassinio del governatore Taseer, giacché studiosi religiosi del Jamaat Ahl-e-Sunnat Pakistan stanno apertamente affermando che «i sostenitori sono altrettanto colpevoli quanto gli stessi blasfemi», aggiungendo che «i politici, i media e altri soggetti dovrebbero trarre insegnamento da questa morte esemplare»;

11.  si compiace del fatto che importanti settori della stampa pakistana abbia condannato l'omicidio e prende atto delle misure adottate dall'organo pakistano di regolamentazione dei media contro talune stazioni televisive in risposta ad alcuni aspetti del modo in cui hanno trattato l'evento;

12.  sostiene l'invito di autorevoli giornalisti pakistani a esaminare il ruolo dei media nel fungere da piattaforma per i predicatori radicali e altri estremisti che avevano apertamente minacciato Taseer e altri personaggi pubblici affini;

13.  esprime profonda preoccupazione per il fatto che le leggi sulla blasfemia – che in Pakistan possono comportare la pena di morte e sono spesso usate per giustificare la censura, la criminalizzazione, la persecuzione e, in alcuni casi, l'uccisione di persone appartenenti a minoranze politiche, etniche o religiose – diano adito ad abusi che colpisco le persone di qualsiasi confessione in Pakistan;

14.  rinnova il proprio invito al governo pakistano a procedere a un riesame approfondito delle leggi sulla blasfemia e della loro attuale applicazione, ivi inclusa la sezione 295 C del codice penale pakistano, che prescrive obbligatoriamente la pena capitale o l'ergastolo per chiunque sia giudicato colpevole di blasfemia contro il profeta Maometto allo scopo di attuare modifiche;

15.  plaude in particolare all'impegno profuso da Shahbaz Bhatti, ministro delle Minoranze, che ha presentato un disegno di legge sull'abolizione della pena capitale per il reato di blasfemia; si attende dalle autorità pakistane che facciano tutto il possibile per proteggere la vita di tutti coloro che sono minacciati dagli estremisti islamici per le loro opinioni laiche o divergenti, in particolare avvocati, giudici e attivisti dei diritti umani che difendono lo stato di diritto;

16.  si attende dal governo pakistano che adotti tutte le misure necessarie a garantire l'incolumità dei giudici nel Paese, consentendo loro in tal modo di svolgere il proprio ruolo costituzionale senza timore di subire intimidazioni, violenze o vessazioni;

17.  valuta positivamente la firma da parte del Pakistan degli strumenti di ratifica del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e della Convenzione contro la tortura (CAT) delle Nazioni Unite; invita il governo pakistano a ritirare le riserve sui due accordi succitati e a garantire la libertà di credo sancita dalla Convenzione delle Nazioni Unite, tutelando in tal modo la libertà dei propri cittadini di professare la loro fede;

18.  invita il governo pakistano a garantire i diritti umani delle minoranze sanciti dalla Costituzione e dalla DUDU, in particolare all'articolo 18, che stabilisce che «ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione»;

19.  sostiene tutte le iniziative volte a promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra le comunità; chiede alle autorità politiche e religiose del Pakistan di promuovere la tolleranza e di intraprendere iniziative contro l'odio e l'estremismo violento;

20.  esorta il governo pakistano ad attuare le proposte di riforma del sistema d'istruzione e a regolamentare e controllare le madrasse; invita le autorità pakistane ad espungere qualsiasi propaganda che istighi all'odio, qualsiasi affermazione di superiorità religiosa e qualsiasi diffamazione della religione dai libri di testo approvati dall'organo del Ministero della Pubblica istruzione competente per i programmi didattici;

21.  invita il Servizio europeo per l'azione esterna a inserire la questione della tolleranza religiosa nella società nel dialogo politico con il Pakistan, giacché si tratta di un tema estremamente importante per il contrasto a lungo termine dell'estremismo religioso;

22.  invita gli Stati membri e la Commissione a proseguire il sostegno finanziario a favore delle organizzazioni e degli attivisti dei diritti umani e a delineare misure pratiche volte a sostenere il movimento civico pakistano contro le leggi sulla blasfemia e altre normative discriminatorie;

23.  esorta il Servizio europeo per l'azione esterna a insistere presso il governo pakistano affinché osservi la clausola sulla democrazia e i diritti umani sancita nell'accordo di cooperazione tra l'Unione europea e la Repubblica islamica del Pakistan; invita la Commissione a presentare una relazione sull'attuazione dell'accordo di cooperazione e della clausola sulla democrazia e i diritti umani;

24.  invita il Servizio europeo per l'azione esterna a sostenere il governo del Pakistan nello sviluppo del Ministero per i diritti umani e nell'istituzione di una Commissione nazionale per i diritti umani che sia efficace, indipendente ed autorevole;

25.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al governo e al parlamento del Pakistan.

(1) Testi approvati, P7_TA(2010)0194.
(2) GU C 175 E del 10.7.2008, pag. 583.
(3) GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 666.
(4) GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 434.
(5) Testi approvati, P7_TA(2010)0489.

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