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Procedura : 2010/2298(INI)
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Ciclo del documento : A7-0181/2011

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A7-0181/2011

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PV 11/05/2011 - 4
CRE 11/05/2011 - 4

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PV 11/05/2011 - 5.22
CRE 11/05/2011 - 5.22
Dichiarazioni di voto
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P7_TA(2011)0229

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Mercoledì 11 maggio 2011 - Strasburgo
UE come attore globale: il suo ruolo nelle organizzazioni multilaterali
P7_TA(2011)0229A7-0181/2011

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 maggio 2011 sull'UE quale attore globale: il suo ruolo nell'ambito delle organizzazioni multilaterali (2010/2298(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Per una nuova governance delle organizzazioni internazionali»(1),

–  visto il principio di leale cooperazione tra l'Unione e gli Stati membri espresso all'articolo 4, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea,

–  visto l'articolo 21, paragrafo 1 e paragrafo 2, lettera h), del trattato sull'Unione europea, che invita l'Unione a incoraggiare soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nel quadro delle Nazioni Unite, e a raggiungere un elevato grado di cooperazione al fine di promuovere un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e il buon governo mondiale,

–  vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite(2) adottata il 3 maggio 2011,

–  viste le priorità dell'Unione europea per la 65a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottate dal Consiglio il 25 maggio 2010(3),

–  viste le disposizioni interne stabilite dal Consiglio europeo del settembre 2010 al fine di migliorare la politica esterna dell'Unione europea attraverso un approccio più integrato(4),

–  viste la strategia di sicurezza europea denominata «Un'Europa sicura in un mondo migliore», adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003, e la relazione del Consiglio sulla sua attuazione intitolata «Garantire sicurezza in un mondo in piena evoluzione», del 12 dicembre 2008,

–  vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo «L'Unione europea e le Nazioni Unite: la scelta del multilateralismo» (COM(2003)0526),

–  vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2010 sul rafforzamento dell'OSCE – ruolo dell'UE(5),

–  vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 recante raccomandazioni alla Commissione sul miglioramento della governance economica e del quadro di stabilità dell'Unione, in particolare nell'area dell'euro(6),

–  vista la sua risoluzione del 19 maggio 2010 sugli aspetti istituzionali dell'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali(7),

–  vista la sua raccomandazione del 25 marzo 2010 al Consiglio sulla 65a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite(8),

–  vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2009 sul ruolo della NATO nell'architettura di sicurezza dell'UE(9),

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 2006 sulla revisione strategica del Fondo monetario internazionale(10),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7–0181/2011),

A.  considerando che i processi di globalizzazione implicano un ampio ventaglio di opportunità, sfide e minacce per la governance mondiale e rivelano nel contempo lacune e carenze sociali, ad esempio nei mercati finanziari, nella sicurezza energetica, nella lotta contro la povertà, nelle politiche attinenti ai cambiamenti climatici e nella violazione dei diritti umani; che, per affrontare le sfide e le minacce globali, occorrono una cooperazione sul piano mondiale, azioni comuni, istituzioni efficaci e norme legittime; che, per essere legittime ed efficaci, le organizzazioni internazionali devono rispecchiare gli interessi di tutti gli Stati nel mondo multipolare,

B.  considerando che, come indicato nella strategia europea per la sicurezza adottata nel 2003, l'impegno dell'Unione europea per un multilateralismo efficace è il principio guida dell'azione esterna europea; che l'Unione europea – sulla base della sua esperienza interna in materia di cooperazione tra le nazioni e le istituzioni, ordine fondato sulle norme e multilateralismo a più livelli – ha una particolare responsabilità globale, che dovrebbe continuare ad assumersi; che l'Unione europea è dotata del ventaglio di valori – quali il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, la fraternità e lo Stato di diritto – e di strumenti politici, tra i quali una personalità giuridica unica, necessari per rafforzare le strutture multilaterali,

C.  considerando che il valore aggiunto derivante dalla qualità di membro dell'Unione europea nelle organizzazioni multilaterali risiede negli ambiti in cui l'Unione dispone di competenze esclusive o condivise: le questioni economiche e commerciali, la politica ambientale, gli aiuti allo sviluppo e la politica in materia di sicurezza e difesa; che l'Unione europea può costituire un valore aggiunto anche nelle organizzazioni multilaterali o nei vertici in cui non tutti i suoi membri sono rappresentati,

D.  considerando che il trattato di Lisbona, introducendo la personalità giuridica dell'Unione, accresce la capacità dell'Unione europea di aderire a varie organizzazioni internazionali, attribuisce all'Unione un più ampio ventaglio di competenze in materia di politica esterna, le offre l'opportunità, in particolare con la creazione della carica di vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), di avere una voce più chiara e più forte nel mondo e incoraggia tutti i tipi di cooperazione mutuamente vantaggiosi con le organizzazioni internazionali e regionali e i gruppi di Stati pertinenti, e che consente all'UE di organizzarsi in modo da poter diventare un attore globale efficace,

E.  considerando che l'Unione, ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 2, lettera h), del trattato UE promuove un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e il buon governo mondiale e che gli Stati membri dell'UE, in virtù dell'articolo 32 del trattato UE assicurano, mediante la convergenza delle loro azioni, che l'Unione possa affermare i suoi interessi e i suoi valori sulla scena internazionale; che l'impegno dell'Unione europea di diventare un attore globale richiede la capacità e la volontà di proporre profonde riforme delle organizzazioni e delle sedi multilaterali,

F.  considerando che il trattato di Lisbona ha creato nuove strutture permanenti per la rappresentanza esterna dell'Unione europea, prevedendo che i nuovi rappresentanti dell'UE assumano le funzioni precedentemente svolte dalla Presidenza di turno dell'UE, e che la creazione del SEAE offre l'opportunità di praticare una diplomazia multilaterale efficiente,

G.  considerando che la rappresentanza dell'Unione europea e dei suoi Stati membri presso le organizzazioni multilaterali, i vertici informali e i regimi internazionali è frammentata, spesso inefficace e molto diversificata; che la rappresentanza esterna dell'Unione europea si è sviluppata in maniera dispersa, incoerente e piuttosto circostanziale; che una rappresentanza esterna molto frammentaria rischia di compromettere il messaggio e l'impegno dell'Unione europea a favore di un multilateralismo efficace e della governance globale e che la debolezza delle competenze e l'inefficacia dei meccanismi di coordinamento dell'UE possono impedire a quest'ultima di esprimersi in modo univoco sulla scena internazionale, limitando così la sua capacità di decisione e indebolendo la sua credibilità; che per sviluppare al massimo il potenziale del trattato di Lisbona nella sfera internazionale saranno necessarie una forte volontà politica e flessibilità da parte degli Stati membri per quanto riguarda la loro rappresentanza e che lo status dell'Unione europea in seno alle organizzazioni internazionali rivela spesso un ritardo rispetto allo sviluppo delle sue competenze,

H.  considerando che la rappresentanza esterna dell'Unione europea sulla scena multilaterale va da casi in cui tutti gli Stati membri sono membri a pieno titolo e l'UE riveste un ruolo di osservatore (Fondo monetario internazionale, Commissione per lo Sviluppo, Consiglio d'Europa) a casi in cui tutti gli Stati membri e la stessa UE sono membri a pieno titolo (FAO, OMC) o partecipanti a pieno titolo (G-8 o G-20), fino a casi di organizzazioni in cui alcuni Stati membri dell'UE agiscono quali membri a pieno titolo e l'UE è totalmente priva di uno status (Consiglio di sicurezza dell'ONU, alcune istituzioni finanziarie internazionali); che quando l'UE e i suoi Stati membri hanno competenze condivise, o una combinazione di competenze esclusive e condivise, emergono le situazioni più complesse,

I.  considerando che la crisi finanziaria mondiale ha accelerato il trasferimento del peso economico relativo dalle economie avanzate ai mercati emergenti e che in questo contesto l'Unione europea potrà esprimersi con una voce forte ed efficace nel mondo solo se trasmetterà un messaggio unico,

J.  considerando che gli Stati membri dell'Unione europea hanno adottato la priorità di riformare e rafforzare le Nazioni Unite, in modo da garantire una rappresentanza geografica più equa, rispecchiare le realtà geopolitiche attuali in trasformazione tra i membri del Consiglio di sicurezza e mettere tale organizzazione in grado di adempiere alle proprie responsabilità e di agire efficacemente, fornendo soluzioni alle sfide globali e rispondendo alle più importanti minacce; che l'Unione europea fornisce oltre un terzo del bilancio regolare dell'ONU, oltre due quinti delle operazioni di pace delle Nazioni Unite e circa la metà del totale dei contributi a fondi e programmi dell'ONU e che il suo impegno finanziario dovrebbe pertanto essere coerente con il suo peso politico,

K.  considerando che i meccanismi istituzionali, come un coordinamento ancora più stretto ed efficace tra gli Stati membri dell'Unione europea, possono essere visti come un mezzo per raggiungere l'obiettivo di una rappresentanza esterna comune dell'UE e dei suoi Stati membri, e che le consultazioni tra i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo negli ambiti della PESC e della PSDC possono diventare un catalizzatore in questo processo,

L.  considerando che la riforma del diritto di voto e delle quote introdotta dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale nel 2010 ha portato a un aumento dei voti e della rappresentanza dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo nell'ambito delle istituzioni finanziarie internazionali; che tale sviluppo è stato facilitato da contributi europei, mentre il ruolo dell'Unione europea – nonostante l'entità del suo contributo al capitale di queste istituzioni – non corrisponde pienamente alla sua rilevanza nell'economia e nel commercio mondiali; che l'attuale assetto della rappresentanza esterna comporta costi di transazione e di coordinamento elevati,

M.  considerando che l'Unione europea e la NATO hanno l'obiettivo comune di realizzare un «partenariato strategico» che dovrebbe consentire efficaci sinergie e una maggiore ottimizzazione del patrimonio di entrambe le organizzazioni e garantire una cooperazione efficace; che l'Unione europea e la NATO dovrebbero garantire una gestione efficace delle crisi al fine di individuare la migliore risposta possibile in caso di crisi, agendo in maniera effettivamente coordinata e sfruttando al meglio le competenze e le risorse di entrambe le organizzazioni, in linea con le conclusioni del vertice NATO di Washington del 1999, del Consiglio europeo di Nizza del 2002 e della dichiarazione congiunta UE-NATO del 16 dicembre 2002, e tenendo conto dei risultati del vertice NATO di Lisbona del novembre 2010,

N.  considerando che la diplomazia internazionale ai vertici dovrebbe rafforzare la sua capacità di stimolare una più ampia cooperazione multilaterale, con l'obiettivo di costruire una sicurezza mondiale attraverso il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio e il miglioramento della sicurezza umana,

O.  considerando che i profondi cambiamenti demografici in corso, all'interno e all'esterno dell'UE, avranno conseguenze per il multilateralismo, in quanto nuove realtà esercitano pressioni per chiedere di adeguare l'appartenenza, i seggi e i diritti di voto in seno alle organizzazioni multilaterali; che pertanto l'Unione europea, nel quadro di un riequilibrio della sua rappresentanza che inevitabilmente avrà un effetto sostanziale sui paesi dell'UE, dovrebbe esigere, sfruttando appieno i suoi strumenti diplomatici, che le economie emergenti si impegnino ad adottare un comportamento costruttivo e trasparente nel sistema multilaterale in trasformazione, in particolare negli ambiti dello sviluppo sostenibile, dello sradicamento della povertà, della lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata internazionale e del cambiamento climatico; che la partecipazione dell'Unione europea alle strutture di governance globale emergenti e alla negoziazione di nuove regole e principi implicherà compromessi con quei paesi e nuovi soggetti che premono affinché le loro voci si sentano sulla scena internazionale,

P.  considerando che la promozione della democrazia e dei diritti umani, in particolare dei diritti delle donne e dei bambini, e la libertà di espressione, lo Stato di diritto, il rafforzamento della sicurezza, la stabilità democratica, la prosperità e un'equa distribuzione del reddito, della ricchezza e delle opportunità nella società dovrebbero essere al centro di tutte le azioni esterne dell'UE; che l'ulteriore rafforzamento del sistema internazionale in materia di giustizia penale, al fine di promuovere la responsabilità e porre fine all'impunità, e la promozione dell'importante attività del Tribunale penale internazionale (TPI), quale unica istituzione giudiziaria permanente e indipendente, dovrebbero far parte integrante di tutte le azioni esterne dell'UE,

Rafforzare il ruolo dell'Unione europea nel sistema multilaterale

1.  rileva che i meccanismi dell'Unione europea per la costruzione del consenso e l'adozione di misure concertate fanno dell'UE un modello esemplare per un ordine internazionale basato sulle regole e sottolinea pertanto la necessità che l'UE cooperi con i principali poteri regionali e partecipi attivamente alla costruzione e al miglioramento di un contesto internazionale che consenta all'UE di promuovere i propri valori e interessi, come richiesto dal trattato; ritiene essenziali, per quanto riguarda l'aspirazione e l'esigenza dell'Unione europea di essere un efficace attore globale e di salvaguardare la propria posizione, in particolare negli ambiti in cui dispone di competenze esclusive o condivise, il rafforzamento del coordinamento interno necessario per parlare con una sola voce, la capacità di plasmare la cooperazione multilaterale e guidare l'azione collettiva quando si affrontino problemi internazionali, in particolare quelli derivanti dalla responsabilità di proteggere e dalla necessità di incrementare la sicurezza dell'uomo, quali strumenti per conseguire la sicurezza globale;

2.  sottolinea il brusco aumento di crisi politiche e umanitarie nel mondo che richiede una migliore e più preventiva azione multilaterale da parte dell'UE; evidenzia quindi l'esigenza che l'UE colga l'occasione e sfrutti al meglio i propri strumenti di politica estera, in modo da garantire un migliore uso della sua capacità di leva in seno alle organizzazioni multilaterali e la sua capacità di assumere la guida nell'affrontare in modo più efficace le crisi internazionali attuali e future;

3.  ritiene necessario coinvolgere ulteriormente gli attori non statali nella definizione delle politiche a livello multilaterale, promuovere e facilitare una migliore consultazione delle organizzazioni della società civile e delle parti sociali nelle future strutture di governance delle organizzazioni internazionali; riconosce che la loro competenza, le loro risorse e portata sono fondamentali per incrementare la legittimità e l'efficacia della cooperazione multilaterale; ricorda che è necessario un approccio ascendente per affrontare situazioni di crisi;

4.  sottolinea che l'Unione europea – potenziando la cooperazione, migliorando le istituzioni e coinvolgendo tutti i soggetti interessati – dovrebbe assumere un attivo ruolo di guida nella riforma della governance globale per rafforzare la legittimità delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali e renderle più efficaci e più aperte alla condivisione delle responsabilità, rafforzando la sua posizione, perseguendo i propri obiettivi e le proprie priorità e promuovendo i propri principi, valori e interessi per plasmare tale processo; insiste sul fatto che il VP/AR e la Commissione, in stretta cooperazione con il Parlamento europeo, dovrebbero valutare periodicamente il proprio contributo alla riforma della governance globale e come le riforme possano andare a beneficio dell'UE, per individuare e definire un ruolo più forte per sé;

5.  ritiene che gli Stati membri dell'Unione europea dovrebbero sempre più considerare e contare sull'Unione come un moltiplicatore di potenza per conseguire gli obiettivi che non possono raggiungere in modo indipendente, e che il fatto di parlare in modo univoco non solo aumenta le probabilità di successo, ma migliora anche la legittimità e la credibilità dell'Unione europea quale importante attore internazionale nell'emergente mondo interpolare;

6.  sottolinea la necessità di seguire un approccio strategico e una logica coerente nella rappresentanza esterna, sviluppando per ogni organizzazione multilaterale una strategia specifica dell'Unione europea mirante a rafforzare il ruolo e la posizione dell'UE; chiede al VP/AR e alla Commissione di elaborare un Libro bianco sul ruolo dell'UE nelle organizzazioni multilaterali che proponga un approccio globale e strategico sia per il breve che per il medio termine fino al 2020;

7.  ricorda che il ruolo del VP/AR consiste nel dare un'immagine e una voce alla diplomazia europea e che, a questo titolo, occorre consolidarne la posizione in seno alle organizzazioni multilaterali;

8.  invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a rivedere in modo sistematico e strategico le attuali disposizioni relative al ruolo e alla rappresentanza istituzionale dell'UE nelle organizzazioni multilaterali e a trovare modi per rafforzare progressivamente la rappresentanza esterna dell'UE coerenti con l'entità delle sue competenze e con le innovazioni istituzionali del trattato di Lisbona e raggiungendo nuovi equilibri tra le istituzioni dell'UE e gli Stati membri; sollecita inoltre l'Unione europea e i suoi Stati membri a identificare gli organismi nei quali le attuali disposizioni sono obsolete, anomale o inefficienti e necessitano di un riesame e cambiamento; sottolinea quindi la necessità di una maggiore coerenza per quanto riguarda i vari tipi di status dell'UE in seno alle organizzazioni multilaterali e i regimi dei trattati, come questione di logica istituzionale, ed esorta il Consiglio ad elaborare un quadro univoco;

9.  ritiene che nell'attuale periodo di austerità fiscale e di tagli al bilancio, la cooperazione europea non sia un'opzione, ma una necessità; accoglie con favore le economie di scala finalizzate a migliorare, razionalizzare e concentrare la diplomazia collettiva degli Stati membri attraverso il Servizio europeo per l'azione esterna, la Commissione e le delegazioni dell'Unione europea, al fine di eliminare inutili complicazioni procedurali e costose duplicazioni di presenze in molte sedi internazionali; ritiene fondamentale, a questo proposito, ottenere che questa impresa sia sostenuta anche da altri membri delle organizzazioni multilaterali, il che richiede un'attenta preparazione;

10.  ritiene che, come regola generale e nello spirito del trattato di Lisbona, nei casi di competenze esclusive dell'Unione europea, quest'ultima dovrebbe essere l'attore principale e appartenere a pieno titolo all'organizzazione multilaterale interessata, mentre i suoi Stati membri possono anch'essi – anche se non devono necessariamente – essere presenti in qualità di membri, in genere senza un ruolo indipendente; ritiene che gli Stati membri, se mantengono la loro rappresentanza nazionale nelle organizzazioni in cui l'Unione europea dispone di competenze esclusive, dovrebbero sostenere la posizione espressa dall'UE per loro conto; ritiene inoltre che, laddove prevalgano competenze condivise dell'UE, di norma sia l'UE che i suoi Stati membri dovrebbero essere membri, evitando comportamenti di voto diversi tra l'UE e i singoli Stati membri;

11.  sottolinea la necessità, alla luce della ritardata e disordinata reazione degli Stati membri dell'UE ai disordini politici in Nord Africa e Medio Oriente, di sfruttare meglio le innovazioni istituzionali del trattato di Lisbona, al fine di agire in modo più rapido e coerente; evidenza inoltre l'esigenza che l'UE migliori le proprie competenze in materia di prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi, al fine di affrontare le future crisi in modo proattivo;

12.  riconosce il ruolo fondamentale svolto dall'UE nella missione antipirateria ATALANTA, nell'ambito della quale la forza navale dell'UE sta assumendo un ruolo di guida in un contesto multilaterale, appoggiando la missione dell'Unione africana (AMISON) e attraverso un coordinamento in loco con le marine NATO e nazionali;

13.  sottolinea che le delegazioni dell'UE che seguono raggruppamenti di organizzazioni internazionali, come a New York, Ginevra, Parigi, Roma, Vienna e Nairobi, hanno bisogno di essere rafforzate in modo particolarmente sostanziale in termini di risorse umane qualificate, senza pregiudicare le altre delegazioni dell'UE, per poter rappresentare correttamente ed efficacemente gli interessi dell'Unione europea; sottolinea al contempo la necessità di destinare risorse complementari alla sede centrale del SEAE, in particolare alle sue strutture di gestione delle crisi e alla DG Questioni globali e multilaterali;

Ruolo dell'Unione europea nel sistema delle Nazioni Unite

14.  invita l'Unione europea e i suoi Stati membri, considerando che le Nazioni Unite sono l'unica organizzazione internazionale in cui siedono tutti gli Stati del mondo e la più importante sede in seno alla quale si può realizzare e applicare un multilateralismo efficace, ad adoperarsi per rafforzare il ruolo e la capacità dell'UE in questo contesto multilaterale globale; sottolinea la necessità che l'Unione europea metta in atto il sostegno strategico alle Nazioni Unite, soprattutto per quanto riguarda la sua politica e i suoi mezzi di azione nel settore umanitario (risposta alle crisi e alle situazioni di urgenza, aiuti allo sviluppo, lotta contro la povertà, attivazione della solidarietà in caso di catastrofi naturali) e nella risoluzione dei conflitti; invita l'UE ad impegnarsi in modo coerente per rafforzare gli strumenti civili delle Nazioni Unite e a favore del rispetto e dell'applicazione rigorosi del diritto internazionale da parte di tutti gli Stati, le associazioni di Stati e i partner multilaterali;

15.  invita l'UE e gli Stati membri, visto che in vari programmi e conferenze ONU (UNDP, UNCTAD, OHCHR, UNHRC), l'UE è un semplice osservatore, pur essendo un importante contribuente finanziario e avendo notevoli interessi politici, a cercare soluzioni a questa discrepanza;

16.  insiste sulla necessità di trovare un nuovo equilibrio istituzionale tra il ruolo emergente del G-20, le Nazioni Unite e le sue agenzie e le istituzioni finanziarie internazionali; sollecita a tale proposito l'Unione europea e i suoi Stati membri a migliorare la governance globale e a cercare soluzioni per migliorare ulteriormente il coordinamento tra le formazioni G e il sistema delle Nazioni Unite, consentendo in tal modo di coprire utilmente la dimensione economica con questi gruppi, a condizione che le Nazioni Unite mantengano il loro ruolo centrale e rimangano l'organo legittimato per le azioni globali; invita l'UE e i suoi Stati membri, pur considerando il G-8 e il G-20 come sedi importanti per la definizione di risposte globali, nelle quali l'Unione europea deve continuare a contribuire attivamente con posizioni coordinate, a cercare di apportare alla governance globale miglioramenti che sfruttino al massimo le sinergie e le complementarità senza correre il rischio di erodere il sistema delle Nazioni Unite;

Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA)

17.  esorta l'UE, pur mantenendo il suo status di osservatore in seno all'UNGA e in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e la natura intergovernativa di tale organizzazione, ad assicurare – al fine di consentire ai nuovi rappresentanti dell'UE di esprimersi efficacemente e in modo tempestivo sulle questioni globali – che siano attuate le disposizioni necessarie per l'effettiva partecipazione dell'UE ai lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sfruttando tutte le competenze previste dal suo statuto di organizzazione per l'integrazione regionale, mediante una consultazione completa e globale con gli Stati membri dell'ONU;

18.  si compiace vivamente dell'adozione, il 3 maggio 2011, della risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite, che tiene conto dei cambiamenti istituzionali introdotti dal trattato di Lisbona e consente ai rappresentanti dell'Unione europea di presentare e promuovere la posizione dell'UE in seno alle Nazioni Unite in modo rapido ed efficiente, prevedendo una serie di modalità che accordano alla delegazione dell'Unione europea il diritto di intervento e di replica nonché la facoltà di presentare proposte ed emendamenti orali;

19.  invita gli Stati membri dell'UE, visto il ruolo crescente dei blocchi regionali negli affari internazionali e rispettando appieno la natura intergovernativa dell'ONU, a promuovere un cambiamento nella struttura dell'appartenenza all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, valorizzando lo status delle organizzazioni per l'integrazione regionale con un avanzato livello di integrazione, come quelle che dispongono di personalità giuridica, e rafforzando il loro status di osservatori;

Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ENSC)

20.  sottolinea la necessità di attuare una riforma complessiva del Consiglio di sicurezza dell'ONU, sulla base del primo testo negoziato e di un ampio sostegno alla riforma del Consiglio di sicurezza, al fine di ottenere un maggior chiarimento sulle competenze del Consiglio di sicurezza rispetto ad altri organismi ONU e una revisione dei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza dell'ONU; sottolinea inoltre la necessità di rafforzare la legittimità, la rappresentanza regionale e l'efficacia del Consiglio di sicurezza dell'ONU e di creare una posizione più coesa tra gli Stati membri dell'UE su tali temi;

21.  ribadisce la posizione secondo cui, in linea con gli obiettivi del trattato di Lisbona per il rafforzamento della politica estera UE e il ruolo dell'UE nella pace, nella sicurezza e nella regolamentazione globali, un seggio dell'UE in seno a un Consiglio di sicurezza allargato resta un obiettivo centrale e di lungo termine dell'UE; invita la VP/AR ad assumere l'iniziativa di elaborare una posizione comune degli Stati membri al tal fine; suggerisce, al fine di conseguire tale obiettivo in futuro, di lavorare su un previo coordinamento delle posizioni in seno al Consiglio dell'UE, sull'introduzione di nuovi membri nel Consiglio di sicurezza dell'ONU e sulla riforma delle procedure decisionali del Consiglio di sicurezza dell'ONU verso l'eventuale ricorso a maggioranze «super qualificate»;

22.  invita la VP/AR, in qualità di Presidente del Consiglio Affari esteri, a cercare di conseguire posizioni comuni dell'UE su questioni che saranno decise in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, affinché tali posizioni possano essere attuate mediante la procedura di votazione congiunta; sollecita la VP/AR, il SEAE e gli Stati membri dell'UE ad assumere un ruolo più attivo nell'istituzione di meccanismi di cooperazione intesi a far sì che gli Stati membri dell'UE con un seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU vi sostengano le posizioni comuni dell'UE;

23.  invita gli Stati membri dell'UE con un seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU a tenere gli altri Stati membri dell'UE adeguatamente informati sulle proprie posizioni e attività e a condividere con gli altri Stati membri dell'UE le informazioni sugli sviluppi nell'ambito del Consiglio di sicurezza; accoglie con favore la pratica recentemente introdotta di invitare un rappresentante dell'UE a partecipare alla maggior parte delle deliberazioni programmate del Consiglio di sicurezza ed a partecipare, con un diritto di esprimersi limitato, al Consiglio di sicurezza dell'ONU;

Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHRC)

24.  sottolinea la necessità di coordinare le posizioni degli Stati membri dell'UE e potenziare la coerenza, la visibilità e la credibilità all'azione dell'UE in seno all'UNHRC; accoglie con favore l'istituzione della Direzione per i diritti umani e la democrazia in seno al SEAE e invita la VP/AR a garantire che i nuovi meccanismi accrescano la capacità dell'UE di coinvolgere i paesi di altri blocchi e regioni e di cooperare con loro su iniziative comuni; ritiene che si dovrebbero stabilire criteri chiari di adesione all'UNHRC e che i paesi in cui le violazioni dei diritti umani sono frequenti e diffuse non dovrebbero poter diventare membri di tale organismo; incoraggia il SEAE e la VP/AR a intraprendere azioni intese a portare a termine quanto prima la fusione delle precedenti delegazioni del Consiglio e della Commissione a Ginevra;

Ruolo dell'Unione europea nell'ambito delle istituzioni finanziarie internazionali

25.  sottolinea la necessità di rivedere le modalità per la rappresentanza dell'area euro/dell'UE presso gli organismi internazionali nel settore della stabilità economica, monetaria e finanziaria, tenuto conto della sua posizione di prima potenza economica mondiale;

Fondo Monetario Internazionale (FMI)

26.  insiste, alla luce delle competenze economiche e monetarie dell'UE, della portata globale della zona euro e della sua accresciuta responsabilità per quanto riguarda la stabilità dell'economia globale, sul fatto che occorre presentare una visione unica quando si concorre alla governance economica e finanziaria internazionale;

27.  poiché al momento Germania, Regno Unito e Francia detengono seggi individuali al Fondo monetario internazionale (FMI),e i rimanenti Stati membri dell'UE sono distribuiti in sette raggruppamenti, esorta l'UE e i suoi Stati membri ad affrontare la questione dell'inefficacia della rappresentanza esterna sul piano economico e finanziario, che sta limitando l'influenza dell'UE malgrado il fatto che i suoi Stati membri detengano, nell'insieme, oltre il 30% dei voti nell'ambito del FMI; alla luce del fatto che la politica monetaria è di competenza esclusiva dell'UE per gli Stati membri che condividono una moneta unica, esorta l'UE e gli Stati membri interessati ad accordarsi rapidamente su un seggio e un raggruppamento comuni per il consiglio esecutivo del FMI, se del caso iniziando sotto forma di raggruppamento dell'euro con l'obiettivo, a più lungo termine, di garantire una rappresentazione coerente dell'UE, associando la Commissione, sotto la supervisione del Parlamento europeo;

28.  ricorda all'UE e ai suoi Stati membri di sfruttare l'opportunità delle prossime elezioni regolari dei direttori esecutivi del FMI nel 2012 per una razionalizzazione e per proseguire gli sforzi congiunti intesi a riunire tutti gli Stati membri in un unico seggio dell'area euro per l'unione monetaria e in un raggruppamento per gli altri Stati membri che non hanno adottato l'euro;

29.  considerando che né la Commissione, né la Presidenza di turno del Consiglio, né il gruppo di ministri delle finanze della zona euro dispongono di qualsivoglia rappresentazione formale al consiglio esecutivo del FMI e la Banca centrale europea (BCE) ha solo un ruolo di osservatore per i punti all'ordine del giorno che la riguardano, sottolinea la necessità che la Commissione e la BCE, in qualità di organi dell'UE responsabili per le politiche economiche e monetarie, si vedano riconosciuto a pieno titolo lo status di osservatore presso il consiglio esecutivo del FMI, onde affrontare la persistente anomalia dell'inadeguata rappresentanza presso tale organismo;

Banca mondiale (WB) e principali banche multilaterali di sviluppo

30.  invita l'Unione europea e i suoi Stati membri ad affrontare, in accordo con i suoi partner, l'anomalia istituzionale in base alla quale l'UE, che è il maggiore contributore ai fondi fiduciari della Banca mondiale, un donatore di aiuti maggiore di qualsiasi dei suoi Stati membri e un importante partner operativo della Banca nelle regioni europee e africane, non ha nemmeno lo status di osservatore al consiglio esecutivo della Banca mondiale, ma è rappresentata solo presso la sua commissione politica ministeriale; sottolinea l'importanza dell'UE nel suo complesso quale principale donatore mondiale ed evidenzia gli sforzi compiuti dall'Unione per coordinare, allineare e ridurre la frammentazione dei suoi programmi di aiuti, in particolare mediante la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti ed il consenso europeo in materia di sviluppo; alla luce di ciò riconosce l'importanza di proseguire gli sforzi per ottenere un seggio di osservatore nel consiglio di amministrazione e di puntare alla riforma dei raggruppamenti di paesi politicamente obsoleti, raggruppando insieme gli Stati membri dell'UE; riconosce che il principio di riunire gli Stati membri in uno stesso raggruppamento dell'UE dovrebbe applicarsi alle principali banche multilaterali di sviluppo, in particolare la Banca asiatica di sviluppo, la Banca interamericana di sviluppo e la Banca africana di sviluppo;

Banca dei regolamenti internazionali (BRI)

31.  osserva che la BRI è un istituto finanziario internazionale che riunisce le banche centrali dei paesi più avanzati, con la recente inclusione delle banche di Cina, India e Brasile e, data la competenza esclusiva della BCE in materia di politica monetaria, propone che la BCE sia la sola rappresentante della zona euro nel consiglio di amministrazione della BRI e la Commissione sia la sola rappresentante dell'UE nel Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria;

Ruolo dell'Unione europea nell'ambito delle organizzazioni multilaterali per la sicurezza
Organizzazione del trattato del nord Atlantico (NATO)

32.  invita l'UE e la NATO, visto che si svolgono già regolari riunioni a tutti i livelli, che sono già stati definiti accordi di collegamento militare permanenti e che occasionalmente vengono organizzate riunioni congiunte tra il comitato politico e di sicurezza (CPS) dell'Unione europea e il Consiglio Nord Atlantico (NAC) della NATO, a raddoppiare gli sforzi tesi alla creazione di un quadro di cooperazione integrata, che includa strutture di cooperazione permanenti; chiede di istituire contatti regolari tra il Segretario generale della NATO e la VP/AR; propone che siano valutate le implicazioni dell'introduzione dello status di osservatore reciproco a livello del NAC e del CPS, al fine di migliorare gli accordi di cooperazione nello spirito del trattato di Lisbona e a seguito dell'adozione da parte della NATO del suo nuovo concetto strategico, vista anche l'intenzione di sviluppare un partenariato strategico UE-NATO; plaude a tale proposito alla cooperazione esistente con il Parlamento europeo ed alla sua partecipazione all'Assemblea parlamentare della NATO;

33.  ritiene che gli accordi che consentono all'UE di ricorrere alle risorse e alle capacità della NATO debbano essere rafforzati; sottolinea la necessità per le due organizzazioni di sviluppare un approccio globale alla gestione delle crisi, che spesso richiedono una risposta civile e militare su più fronti; ribadisce la sua convinzione che tale approccio sia compatibile con la costruzione di un'Europa della difesa autonoma attraverso una cooperazione permanente strutturata e l'Agenzia europea per la difesa (AED);

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)

34.  nel quadro di un accordo ufficiale tra l'UE e l'OSCE, sollecita una seria riflessione su come l'UE possa assumersi maggiori responsabilità e partecipare con maggiore efficacia alla realizzazione degli obiettivi comuni; ritiene che, a tal fine, l'attuazione di un meccanismo di dialogo permanente, accordi in merito a iniziative comuni e il coordinamento delle attività locali potrebbero costituire strumenti adeguati; invita l'UE, i suoi Stati membri e il consiglio permanente dell'OSCE a elaborare insieme un meccanismo volto a migliorare la cooperazione, il coordinamento e le consultazioni tra le due organizzazioni; visto inoltre l'articolo 220, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea il quale ha esplicitamente aggiunto l'OSCE all'elenco delle organizzazioni internazionali con cui attuare «ogni utile forma di collaborazione», sottolinea la necessità che la VP/AR coordini la posizione degli Stati membri dell'UE sulle questioni inerenti all'OSCE; sottolinea la necessità di istituire meccanismi di cooperazione efficaci nel settore delle missioni elettorali tra l'Assemblea parlamentare dell'OSCE e il Parlamento europeo al fine di superare le carenze emerse in alcune occasioni;

35.  rinnova il suo auspicio che si prefiguri una politica europea di difesa, la quale diventa sempre più urgente in un mondo in cui l'instabilità e le minacce aumentano in modo significativo;

Ruolo dell'Unione europea nell'ambito di altre organizzazioni multilaterali
Consiglio d'Europa (CoE)

36.  per rafforzare la cooperazione multilaterale tra l'UE e il Consiglio d'Europa nei settori importanti anche per l'UE, ad esempio in materia di Stato di diritto, democrazia, istruzione, tutela dei diritti umani, libertà di espressione e libertà di stampa, nonché di buongoverno, e considerando che l'UE è il principale contributore ai programmi operativi congiunti con il Consiglio d'Europa, sottolinea la necessità di riformare la presenza dell'UE e lo status di osservatore nell'ambito del Consiglio d'Europa; raccomanda che l'UE coordini meglio i suoi lavori con il Consiglio d'Europa in campi come lo Stato di diritto, la democrazia e i diritti umani al fine di potenziare l'efficienza delle due istituzioni nei campi citati; specie in vista dell'imminente adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, sottolinea il diritto a partecipare, con diritto di voto a nome dell'UE, alle riunioni del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa quando svolge, tra l'altro, i suoi compiti di controllo dell'esecuzione delle sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo; sottolinea altresì il diritto dell'UE a essere rappresentata nel comitato direttivo per i diritti dell'uomo – specialmente dopo la sua adesione alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, la quale darà all'UE il diritto generale di partecipare a pieno titolo alle riunioni del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa e prendere parte alle relative votazioni – il diritto di nominare un giudice presso la Corte europea dei diritti dell'uomo, nonché il diritto del Parlamento europeo di partecipare all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa quando quest'ultimo elegge i giudici; sottolinea che, per aumentare la propria efficacia nel settore dei diritti umani a livello paneuropeo, l'UE dovrebbe anche entrare a far parte di altri organi del Consiglio d'Europa quali il comitato per la prevenzione della tortura (CTP), la commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) e la commissione europea per l'efficienza della giustizia (CEPEJ);

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE),

37.  alla luce dell'articolo 220, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che chiede di attuare «ogni utile forma di collaborazione» con l'OCSE, riconosce la necessità di migliorare l'attuale ruolo di osservatore che l'UE riveste in tale organizzazione, rendendo l'UE un membro a pieno titolo alla luce delle sostanziali competenze, esclusive e condivise, che essa ha in quasi tutte le commissioni OCSE;

Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

38.  ritiene che il ruolo dell'UE nell'ambito dell'OMC serva anche come modello per le azioni della stessa in altre organizzazioni internazionali (comprese UNCTAD e OCSE), dato che, grazie alla sua competenza esclusiva, l'UE è membro titolare dell'OMC e negozia a nome di tutti gli Stati membri, mentre questi ultimi sono nel contempo membri dell'OMC a titolo proprio e cooperano per agire come un blocco unico;

39.  ritiene che l'istituzione, a seguito del trattato di Lisbona, di due delegazioni separate dell'UE a Ginevra, una presso l'OMC e l'altra presso le Nazioni Unite, dovrebbe rafforzare la capacità di coordinamento, la presenza e la visibilità dell'UE, ma sottolinea l'importanza di garantire la coerenza nelle azioni fra le due delegazioni in modo da poter evitare doppioni;

40.  chiede che l'UE prenda in considerazione e difenda in seno all'OMC gli specifici interessi europei; ritiene che debba esigere segnatamente un trattamento speciale delle questioni agricole e garantire la difesa di alcune regioni o settori europei sensibili nonché la promozione di un commercio equo che consenta uno sviluppo sostenibile;

41.  chiede un'analisi approfondita del problema di un migliore inserimento degli aspetti non commerciali nel campo d'applicazione delle norme dell'OMC, in modo da consentire ai membri di perseguire legittimi obiettivi politici salvaguardando nel contempo l'accesso ai mercati; sottolinea in tale contesto la necessità di garantire che la politica commerciale sia coerente con le altre politiche dell'UE ed il diritto internazionale, e che, rispetto alle azioni di altre organizzazioni internazionali, le azioni dell'OMC siano coerenti e forniscano un sostegno reciproco.

42.  identifica le competenze di esecuzione dell'OMC, messe a punto attraverso il suo organo di composizione delle controversie, come elemento chiave del successo di questa organizzazione;

Ruolo dell'Unione europea nella «diplomazia ai vertici» - ambizioni al G-8 e G-20

43.  rilevando il peso economico e finanziario globale dell'UE, la necessità di tutelare gli interessi strategici dell'UE sulla scena internazionale e il fatto che gli ordini del giorno dei vertici G-8 si sono notevolmente ampliati e coprono ora una serie di problematiche politiche e di sicurezza che vanno dai diritti umani, passando per la sicurezza regionale, sino al controllo degli armamenti, ritiene che l'UE debba partecipare pienamente ai processi del G-7/G-8 e dovrebbe essere rappresentata a pieno titolo alle riunioni dei ministri delle finanze G-7; sottolinea la necessità di un coordinamento rafforzato dell'UE prima degli incontri a livello G-7 e G-8 in particolare garantendo che il Parlamento europeo vi sia strettamente associato;

44.  considerando le competenze esclusive o condivise dell'UE in settori nei quali il G-20 esercita un'influenza significativa e crescente (ad esempio la regolamentazione dei mercati finanziari, il coordinamento delle politiche economiche, inclusi gli aspetti relativi ai tassi di cambio, il sistema monetario internazionale, l'aiuto allo sviluppo, le questioni commerciali multilaterali, la lotta contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro, l'ambiente o la sicurezza energetica), invita l'UE e i suoi Stati membri a collaborare con i loro partner per conseguire un pieno coordinamento ed un allineamento delle comunicazioni tra i 5 paesi europei e il rappresentante dell'UE presente al tavolo del G-20 al fine di assicurare una partecipazione efficace dell'UE alle riunioni ministeriali G-20;

45.  prende atto dell'aumento della cooperazione nel quadro di forum «minilaterali», connessi con situazioni di crisi specifiche, dal G8 al gruppo di contatto sui Balcani, dal Quartetto per il Medio Oriente ai P5+1 sull'Iran; rammenta che l'Unione europea poggia sulla solidarietà fra i suoi membri e che, pertanto, gli Stati membri dovrebbero consultarsi con i partner sulle decisioni di interesse comune che devono in definitiva comportare soluzioni multilaterali efficaci e coerenti, a vantaggio di tutte le parti interessate; invita pertanto la VP/AR a esaminare le sfide attuali ad un multilateralismo effettivo e ritiene che una strategia rivista su tale questione dovrebbe essere intesa al conseguimento di maggiore visibilità e influenza dell'UE, compreso l'obbligo fatto ai «minigruppi» di consultare i partner dell'UE e di chiedere un mandato da parte dell'UE;

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46.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri e ai parlamenti nazionali.

(1) GU C 354 del 28.12.2010, pag. 43.
(2) Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/65/276: Partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite.
(3) Documento n. 10170/10 del Consiglio dell'Unione europea.
(4) EUCO 21/01/10 REV 1 allegato I.
(5) Testi approvati, P7_TA(2010)0399.
(6) Testi approvati, P7_TA(2010)0377.
(7) Testi approvati, P7_TA(2010)0184.
(8) GU C 4 E del 7.1.2011, pag. 49.
(9) GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 69.
(10) GU C 291 E del 30.11.2006, pag. 118.

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