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Procedura : 2011/2712(RSP)
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Testi presentati :

RC-B7-0353/2011

Discussioni :

PV 09/06/2011 - 12.1
CRE 09/06/2011 - 12.1

Votazioni :

PV 09/06/2011 - 13.1

Testi approvati :

P7_TA(2011)0270

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Giovedì 9 giugno 2011 - Strasburgo
Madagascar
P7_TA(2011)0270RC-B7-0353/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2011 sulla situazione in Madagascar

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 8 e 9 dell'accordo di Cotonou, che vertono rispettivamente sul dialogo politico e sul rispetto dei diritti umani,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Madagascar, in particolare quelle del 7 maggio 2009(1) e dell'11 febbraio 2010(2), e la missione conoscitiva in Madagascar dell'assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, svoltasi dal 10 all'11 luglio 2010,

–  vista la dichiarazione del 19 novembre 2010 di Catherine Ashton, alto rappresentante dell'UE,

–  visti il comunicato dello Swaziland del 30 marzo 2009 e la decisione di Livingstone del 31 marzo 2011 che, al paragrafo 6, afferma che la soluzione in Madagascar deve essere democratica, consensuale, inclusiva e trasparente,

–  visti gli accordi di Maputo dell'8 e del 9 agosto 2009 e l'Atto addizionale di Addis Abeba del 6 novembre 2009, firmato dai quattro leader dei raggruppamenti politici del Madagascar, accordi che hanno valore costituzionale, come espressamente convenuto dalle parti interessate e riconosciuto dalla comunità internazionale,

–  vista la sospensione del Madagascar dalla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe e dall'Unione africana,

–  viste le sanzioni decise dall'Unione africana il 17 marzo 2010 e confermate il 31 gennaio 2011 nei confronti di Andry Rajoelina e di oltre un centinaio dei suoi alleati,

–  vista la tabella di marcia proposta di recente dalla squadra di mediazione della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe,

–  visto il vertice straordinario della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe del 20 maggio 2011,

–  visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.  considerando che la costante instabilità politica che ha prevalso in seguito al colpo di Stato ha gettato il Madagascar in una condizione precaria dal punto di vista socioeconomico, umanitario e dei diritti umani,

B.  considerando gli impegni assunti a Maputo e Addis Abeba in materia di ripartizione dei poteri con gli altri movimenti politici del Madagascar; che tali accordi comprendono anche una Carta dei valori basata sul rispetto dei principi fondamentali e la promozione, durante il periodo di transizione, della non violenza, della riconciliazione e del rispetto reciproco,

C.  considerando che l'attuale regime viola i diritti costituzionali, democratici e fondamentali stabiliti dall'accordo di Cotonou e dagli accordi internazionali,

D.  considerando che occorre avviare un'indagine aperta e indipendente sulle morti e l'eccessivo uso della forza durante le manifestazioni del 2009,

E.  considerando che l'attuale regime illegale monopolizza i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario nonché i mezzi di comunicazione,

F.  considerando che gli attuali negoziati che si svolgono con la mediazione internazionale devono proseguire in modo inclusivo,

G.  considerando che il 17 novembre 2010 l'autorità de facto ha organizzato uno referendum costituzionale scorretto, debitamente boicottato dall'opposizione e in genere ignorato dalla comunità internazionale, che ha portato all'adozione della cosiddetta nuova costituzione,

H.  considerando che lunedì 6 luglio 2009 l'Unione europea ha avviato un processo di consultazione con il Madagascar, a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, intavolando così un dialogo mirato a individuare le soluzioni adeguate ai problemi politici del paese,

I.  considerando che il 7 giugno 2010 l'Unione europea ha deciso di concludere le consultazioni con la Repubblica del Madagascar e ha adottato le misure adeguate a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, in questo caso la sospensione dell'aiuto,

J.  considerando che i summenzionati e manifesti attacchi alla democrazia hanno portato inoltre alla sospensione degli aiuti del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, alla sospensione dei benefici derivanti dall'Atto di crescita e opportunità per l'Africa (AGOA) e all'imposizione di sanzioni mirate da parte dell'Unione africana,

K.  considerando che il 17 maggio 2011 i copresidenti dell'assemblea parlamentare paritetica ACP-UE hanno chiesto l'istituzione di un governo di transizione neutrale, consensuale e inclusivo con la missione di avviare un processo elettorale trasparente e indipendente che porti ad elezioni democratiche monitorate dalla comunità internazionale, come primo passo verso un sostenibile ripristino dell'ordine costituzionale,

L.  considerando che la popolazione dispone di meno di un dollaro al giorno e che il reddito a disposizione delle famiglie non garantisce loro gli alimenti di base, l'acqua, i servizi igienici, la salute e l'istruzione; che la situazione è notevolmente peggiorata dall'inizio della crisi politica e a causa della siccità e delle numerose catastrofi naturali che hanno colpito il paese negli ultimi due anni,

1.  ribadisce la sua ferma condanna al processo con cui Rajoelina ha preso il potere e mantiene un regime illegale e illegittimo, e continua a nutrire preoccupazioni in merito all'attuale situazione in Madagascar;

2.  condanna le numerose violazioni dei diritti umani e gli abusi perpetrati dalle attuali forze di sicurezza malgasce contro la loro stessa popolazione e chiede lo scioglimento di tutte le milizie politiche, per il pieno rispetto dei diritti civili, politici, sociali ed economici di tutti i cittadini nonché il ripristino dello Stato di diritto in Madagascar, il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici e il rientro sicuro degli esuli e dei leader politici;

3.  chiede un'indagine indipendente su questi atti, il cui scopo dovrebbe essere la consegna alla giustizia dei perpetratori delle violazioni dei diritti umani;

4.  esprime profonda inquietudine per il saccheggio e l'esportazione illegali e continui di legname, minerali e fauna preziosi dai parchi nazionali e dalle aree protette, nonché le crescenti minacce alla gestione comunitaria della biodiversità a causa del sovvertimento dell'ordine, e sostiene gli sforzi costanti dei gruppi ambientalisti e della società civile per prevenire l'impoverimento ambientale e il disordine sociale;

5.  deplora il fallimento dei negoziati di Gaborone e chiede una soddisfacente strategia per uscire dall'attuale situazione di stallo, al fine di instaurare un governo di transizione realmente neutrale, consensuale e inclusivo; prende atto delle osservazioni e delle raccomandazioni contenute nella relazione del vertice straordinario della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe; esorta il prossimo vertice della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, che si svolgerà l'11 giugno 2011, a mettere fine alla situazione di stallo politico e a tutelare gli interessi del popolo malgascio; esorta tutte le parti coinvolte in base alle disposizioni degli accordi sottoscritti a rispettare i propri impegni;

6.  sottolinea l'urgente bisogno di un ritorno all'ordine costituzionale, che rappresenta il requisito fondamentale per il ripristino della normalità istituzionale in Madagascar, ed esorta a una rapida transizione verso elezioni libere, aperte e trasparenti che soddisfino le norme democratiche e si svolgano sotto la supervisione della comunità internazionale;

7.  sottolinea che la credibilità, compresa la legittimità del processo elettorale, implica che tutti i movimenti e i leader politici possano partecipare liberamente e incondizionatamente alle elezioni e abbiano libero accesso ai mezzi di comunicazione;

8.  non accetta il fatto che le autorità che hanno preso il potere in modo incostituzionale siano legittimate a organizzare consultazioni elettorali;

9.  ricorda la decisione annunciata da Rajoelina di non candidarsi alle prossime elezioni presidenziali;

10.  sottolinea l'esigenza e la capacità del popolo malgascio di scegliere il proprio futuro e di esercitare l'autodeterminazione senza nessuna condizione;

11.  sottolinea che, nel corso del vertice del 31 gennaio 2011, l'Unione africana ha confermato le sanzioni individuali e selettive stabilite durante il vertice del 17 marzo 2010 nei confronti di Rajoelina e di circa un centinaio di persone che sostengono il governo dell'Alta autorità di transizione;

12.  invita l'Unione europea e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a continuare a imporre ed estendere le sanzioni contro il regime, fino alla risoluzione della crisi politica in base alle considerazioni di cui sopra e soprattutto a estendere a tutti i loro paesi membri i divieti di visto stabiliti dall'Unione africana;

13.  sottolinea che il governo di Rajeolina non è riconosciuto né dall'UE né dai paesi membri del gruppo di contatto internazionale per il Madagascar;

14.  sostiene gli sforzi messi in atto dalla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe e invita quest'ultima, l'Unione africana e il gruppo di contatto internazionale a concludere in modo soddisfacente il processo di transizione;

15.  sostiene pienamente le adeguate misure stabilite dall'Unione europea il 7 giugno 2010, al termine della procedura di consultazione a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou;

16.  esorta la comunità internazionale e l'Unione europea a rafforzare gli aiuti umanitari a favore della popolazione malgascia; ricorda che il graduale ripristino dei programmi di cooperazione con il Madagascar è subordinato al pieno rispetto di tutti i principi democratici e delle libertà fondamentali;

17.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, al Consiglio dell'Unione europea nonché al Consiglio ACP-UE, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, al Presidente Joaquim Chissano e alla Commissione dell'Unione africana.

(1) GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 111.
(2) GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 72.

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