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Procedura : 2010/2155(INI)
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Ciclo del documento : A7-0110/2011

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A7-0110/2011

Discussioni :

PV 23/06/2011 - 5
PV 23/06/2011 - 7
CRE 23/06/2011 - 5
CRE 23/06/2011 - 7

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PV 23/06/2011 - 12.11
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P7_TA(2011)0285

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Giovedì 23 giugno 2011 - Bruxelles
Obiettivo 3: la futura agenda della cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale
P7_TA(2011)0285A7-0110/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2011 sull'obiettivo 3: una sfida per la cooperazione territoriale - il futuro programma per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (2010/2155(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare il titolo XVIII,

–  visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999(1),

–  visto il regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)(2),

–  vista la decisione 2006/702/CE del Consiglio, del 6 ottobre 2006, sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione(3),

–  vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2010 sulla politica di coesione e la politica regionale dell'UE dopo il 2013(4),

–  vista la risoluzione del 6 luglio 2010 sulla strategia dell'Unione europea per la regione del Mar Baltico e il ruolo delle macroregioni nella futura politica di coesione(5),

–  vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sull'attuazione delle sinergie dei fondi destinati alla ricerca e all'innovazione nell'ambito del regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e del Settimo programma quadro di attività comunitaria di ricerca e sviluppo nelle città, nelle regioni, negli Stati membri e nell'Unione(6),

–  vista la sua risoluzione del 24 marzo 2009 sul Libro verde sulla coesione territoriale e lo stato della discussione sulla futura riforma della politica di coesione(7),

–  vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2009 sulla revisione dello strumento della politica europea di vicinato e partenariato(8),

–  vista la sua risoluzione del 21 febbraio 2008 sul seguito dell'agenda territoriale e della Carta di Lipsia – Verso un programma d'azione europeo per lo sviluppo spaziale e la coesione territoriale(9),

–  vista la sua risoluzione del 1° dicembre 2005 sul ruolo delle «euroregioni» nello sviluppo della politica regionale(10),

–  vista la sua risoluzione del 28 settembre 2005 sul ruolo della coesione territoriale nello sviluppo regionale(11),

–  visti la comunicazione della Commissione, dell'8 dicembre 2010, sulla strategia dell'Unione europea per la Regione Danubiana (COM(2010)0715) e il piano d'azione indicativo che accompagna la strategia (SEC(2010)1489),

–  vista la comunicazione della Commissione del 9 novembre 2010 dal titolo «Conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione» (COM(2010)0642),

–  visti la comunicazione della Commissione del 19 ottobre 2010 sul riesame del bilancio dell'UE (COM(2010)0700) e gli allegati tecnici (SEC(2010)7000),

–  vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2010 sul contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell'ambito di Europa 2020 (COM(2010)0553),

–  vista la comunicazione della Commissione del 31 marzo 2010 sulla politica di coesione: relazione strategica 2010 sull'attuazione dei programmi 2007-2013 (COM(2010)0110),

–  visti la comunicazione della Commissione del 10 giugno 2009 sulla strategia dell'Unione europea per la regione del mar Baltico (COM(2009)0248.), nonché il piano d'azione indicativo che accompagna la strategia (SEC(2009)0712/2),

–  vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 sulla strategia europea per la regione atlantica, che menziona la pubblicazione di una comunicazione della Commissione prevista per il 2011(12),

–  vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2008 intitolata «Libro verde sulla coesione territoriale: fare della diversità territoriale un punto di forza» (COM(2008)0616),

–  visto il parere d'iniziativa del 27 gennaio 2011 del Comitato delle regioni sulle «Nuove prospettive per la revisione del regolamento GECT»,

–  vista la relazione indipendente, preparata su richiesta della Commissione, intitolata «INTERREG III Community Initiative (2000-2006): Ex-Post Evaluation» (N.2008.CE.16.0.AT.016),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per lo sviluppo regionale (A7-0110/2011),

A.   considerando che il territorio dell'Unione europea si compone attualmente di 27 Stati membri e di 271 regioni,

B.  considerando che circa il 37,5% della popolazione europea vive in regioni frontaliere,

C.  considerando che gli accordi di cooperazione informale, le euroregioni, gli eurodistretti, il GECT, le iniziative del Consiglio d'Europa, i trattati successivi e il diritto derivato dell'Unione europea hanno contribuito tutti a stabilire legami più solidi e più durevoli tra i territori,

D.  considerando che, sebbene siano state gettate le basi della cooperazione territoriale, sussistono ancora molte sfide e che la natura di tali sfide dipende dalla storia o dal grado di maturazione degli accordi di cooperazione,

E.  considerando che dopo aver «abolito» le frontiere nei trattati, è importante ridurre il loro impatto nella vita quotidiana dei nostri cittadini,

F.  considerando che la politica regionale tende a promuovere uno sviluppo armonioso delle regioni rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale in seno all'Unione europea,

G.  considerando che l'obiettivo «Cooperazione territoriale», che costituisce uno degli elementi della politica di coesione, contribuisce a «un'unione sempre più stretta tra i popoli», permettendo di ridurre gli ostacoli tra i territori e le regioni,

H.   considerando che, alle frontiere esterne, l'obiettivo della cooperazione territoriale costituisce uno aspetto del processo di preadesione oltre che dell'attuazione della politica di vicinato e che, a tale titolo, occorre potenziare il coordinamento dei dispositivi UE che intervengono in questo ambito,

I.  considerando che la cooperazione territoriale, ossia la cooperazione tra i cittadini di regioni diverse, è un processo di apprendimento continuo che crea un sentimento di appartenenza comune e di futuro condiviso,

J.  considerando che la cooperazione territoriale deve collocare il cittadino al centro delle sue priorità e che è pertanto necessario promuovere un approccio locale,

K.  considerando che l'approfondimento della cooperazione territoriale è subordinato ai progressi compiuti in ambito d'integrazione e di coordinamento europei in tutti i settori che contribuiscono all'integrazione europea e alla coesione territoriale, e che la cooperazione territoriale di per sé rappresenta un laboratorio sperimentale dell'integrazione europea,

L.  considerando che nelle regioni transfrontaliere gli investimenti effettuati a favore delle reti transeuropee di trasporto (TEN) sono pochi, sebbene una modernizzazione sarebbe urgentemente necessaria proprio nei punti d'incontro transfrontalieri, e che il superamento degli ostacoli infrastrutturali transfrontalieri costituisce un classico esempio di valore aggiunto europeo,

M.  considerando che il regolamento generale dei Fondi strutturali come pure l'entrata in vigore del trattato di Lisbona hanno rafforzato considerevolmente l'importanza della cooperazione territoriale,

N.  considerando che la valutazione ex-post dei programmi INTERREG III per il periodo di programmazione 2000-2006 dimostra in modo probante il valore aggiunto di tale obiettivo per il progetto europeo,

Rafforzare l'obiettivo «cooperazione territoriale»

1.  ricorda che la cooperazione territoriale mira ad incoraggiare i territori e le regioni a cooperare per rispondere insieme alle sfide comuni, ridurre gli ostacoli fisici, culturali, amministrativi e regolamentari che frenano tale cooperazione e ad attenuare «l'effetto frontiera»;

2.  è persuaso del valore aggiunto europeo della cooperazione territoriale e del suo ruolo fondamentale per l'approfondimento del mercato interno e la promozione dell'integrazione europea in diverse politiche settoriali, e chiede che la cooperazione territoriale resti uno dei pilastri della politica di coesione;

3.  sottolinea che l'obiettivo della cooperazione territoriale, fondato sul principio di coesione economica, sociale e territoriale, riguarda tutte le regioni europee in quanto contribuisce a favorire uno sviluppo armonioso dell'Unione europea nel suo insieme;

4.  ritiene che la cooperazione territoriale abbia dimostrato la sua efficacia e che il suo potenziale in quanto fonte di competitività resti insufficientemente sfruttato a motivo delle modeste risorse stanziate; chiede che il bilancio dell'obiettivo «cooperazione territoriale» passi dal 2,5% dell'attuale periodo di programmazione ad almeno il 7% del bilancio globale della politica di coesione per il prossimo periodo di programmazione;

5.  chiede che l'attuale architettura dell'obiettivo 3, diviso in tre capitoli (transfrontaliero (capitolo A), transnazionale (capitolo B), interregionale (capitolo C)), sia mantenuta e che il capitolo transfrontaliero resti preponderante rispetto agli altri capitoli, percependo almeno il 70% del bilancio della cooperazione territoriale; rileva che vi dovrebbe essere una giusta ed equa ripartizione dei fondi previsti dal programma per tutte le regioni;

6.  considera che se dovesse essere mantenuta la distinzione tra il capitolo transfrontaliero (capitolo A), che risponde ai bisogni locali delle aree transfrontaliere abitate, e il capitolo transnazionale (capitolo B), compresa la cosiddetta scala macroregionale, che permette una cooperazione su aree strategiche più ampie, sarà necessario ricercare un migliore coordinamento tra i due capitoli;

7.  incoraggia inoltre, per garantire la coerenza e la continuità dell'azione territoriale in funzione della natura strategica dei progetti, una maggiore flessibilità dell'utilizzo delle possibilità offerte dall'articolo 21 del regolamento FESR concernente la localizzazione delle operazioni nel quadro della cooperazione transfrontaliera e transnazionale, comprese le regioni marittime; chiede a questo titolo una certa flessibilità nell'applicazione del limite di 150 km per le regioni costiere e marittime nel quadro della cooperazione transfrontaliera;

8.  ritiene, tuttavia, che l'integrazione e l'apertura di tali regioni verso aree geografiche esterne all'UE non debbano né possano essere misurate soltanto in funzione della grande distanza geografica poiché la ricchezza di legami storici, linguistici e culturali che le collega a diversi territori nel mondo conferisce loro una condizione privilegiata per il rafforzamento di tali relazioni, a beneficio dell'affermazione dell'UE nel mondo;

9.  sottolinea il ruolo fondamentale della cooperazione territoriale per il raggiungimento degli obiettivi della strategia «Europa 2020»; chiede che sia condotta una riflessione a monte onde definire i bisogni strategici di ogni regione frontaliera e spazio di cooperazione in rapporto con la strategia «Europa 2020», indi che la cooperazione territoriale europea sia integrata e declinata a tutti i livelli di pianificazione strategica: europea, nazionale, regionale e locale; preme affinché la Commissione fornisca quanto prima precisazioni sul tenore delle sue proposte in termini di concentrazione tematica dei fondi in rapporto a un «menu tematico» UE 2020;

10.  auspica che l'allocazione dei fondi avvenga per ogni programma di cooperazione territoriale sulla base di criteri armonizzati, onde rispondere in modo strategico ed integrato ai bisogni e alle specificità di ciascun territorio e di ciascuno spazio di cooperazione; invita, a tal proposito, la Commissione e gli Stati membri a riflettere su altri criteri pertinenti, strategici e misurabili, che riflettano i bisogni dei territori senza pregiudicare il criterio principale della demografia;

11.  ribadisce l'importanza della cooperazione interregionale (capitolo C), ma deplora la mancanza di stanziamenti; suggerisce, pertanto, che sia riconsiderato il limite di co-finanziamento dell'UE di detto capitolo, prestando attenzione anche alla sua capacità di fungere da incentivo per i partecipanti provenienti dalle regioni dell'obiettivo «competitività e occupazione» al fine di aumentare il numero di progetti nel capitolo C e chiede di ampliare le tematiche di cooperazione, includendo le questioni della governance, della gestione dei programmi operativi e dello sviluppo territoriale;

12.  incoraggia inoltre le regioni ad utilizzare meglio le possibilità di cooperazione interregionale offerte dal regolamento generale(13) nell'ambito dei programmi operativi; chiede a tale titolo che il capitolo «interregionale» dell'obiettivo 3 copra anche il coordinamento e l'esecuzione di tali progetti, la capitalizzazione di conoscenze e lo scambio di buone pratiche;

13.  sottolinea, per i futuri programmi operativi di cooperazione territoriale, l'importanza del sostegno di INTERACT e la capacità di sistemi di assistenza efficaci, che potrebbero ispirarsi al progetto RC LACE; chiede un coordinamento più efficace di INTERACT con URBACT, ESPON e il capitolo C al fine di migliorare l'attuazione dell'obiettivo 3;

14.  incoraggia le attività di ESPON, ma suggerisce di rendere più accessibili alle autorità locali e regionali le opportunità di coinvolgimento attivo nella sua ricerca in materia di sviluppo territoriale, garantendo al contempo una più semplice diffusione dei risultati ottenuti;

15.  si compiace dei successi del programma URBACT in materia di sviluppo urbano sostenibile e chiede che sia prorogato e ampliato per costituire un'iniziativa importante e largamente accessibile che offra opportunità di apprendimento comune e trasferibilità per quanto riguarda le sfide urbane locali;

16.  invita la Commissione europea a riflettere su modalità atte a coinvolgere ed associare gli eletti locali e regionali alle reti europee di scambio di esperienze e di buone pratiche, quale primo passo verso l'attuazione del progetto Erasmus per i rappresentanti eletti locali e regionali;

17.  ribadisce che il coinvolgimento degli attori subnazionali nel raggiungimento degli obiettivi UE costituisce un prerequisito per attuare efficacemente la coesione territoriale;

Integrare la cooperazione territoriale nel «mainstream»

18.  ritiene che sia necessario integrare l'obiettivo «cooperazione territoriale» negli obiettivi «convergenza» e «competitività ed occupazione»; chiede che la programmazione sia coordinata in modo migliore rispetto al passato; suggerisce che i programmi operativi regionali dovrebbero avere la possibilità di interessarsi e partecipare ai progetti transfrontalieri, transnazionali e interregionali che li riguardano, definendo un approccio territoriale dei loro stanziamenti per progetti prioritari, quali la connessione alle reti transeuropee nelle regioni frontaliere, precedentemente definiti e concordati con i loro partner nei programmi, nel rispetto dei principi della governance multilivello e del partenariato, il che consentirà un migliore impiego del potenziale di cooperazione territoriale grazie alle relazioni sviluppate tra attori pubblici e privati attraverso le frontiere;

19.  incoraggia gli Stati membri e le regioni ad attuare programmi operativi pluriregionali corrispondenti a problematiche territoriali comuni, come la presenza di un massiccio montuoso o di un bacino fluviale che caratterizza il territorio;

20.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a promuovere il coordinamento delle politiche nelle regioni transfrontaliere e nel mercato del lavoro, al fine di evitare l'insorgere di problemi dovuti alla distorsione della concorrenza nel quadro dell'integrazione economica e territoriale;

21.  ritiene che i programmi di cooperazione transfrontaliera siano anch'essi importanti ai fini dell'efficacia e del conseguimento di risultati in relazione a strategie per la riduzione della povertà e l'integrazione di gruppi svantaggiati nella società europea tradizionale; invita a considerare tale aspetto in fase di definizione del quadro normativo e a garantire che nelle regioni svantaggiate siano disponibili misure adeguate per la partecipazione nei programmi europei di sviluppo regionale;

Adottare un approccio territoriale per l'attuazione delle altre politiche dell'UE

22.  rileva che approcci analoghi a quelli adottati nell'ambito della strategia per la regione del Mar Baltico possono rafforzare la cooperazione transfrontaliera; ritiene che le strategie macroregionali debbano tenere debitamente conto degli altri programmi di cooperazione regionale al fine di creare sinergie; ricorda che la logica delle macroregioni, su iniziativa del Consiglio, è una logica sperimentale di coordinamento intorno a progetti comuni concernenti un vastissimo territorio caratterizzato da problematiche territoriali comuni, mirante a sfruttare i vantaggi di un approccio integrato, multisettoriale e territoriale basato su azioni strategiche comuni che attingono a fondi preesistenti;

23.  ricorda che le strategie attuali o future dovrebbero fornire la base per approcci più strategici e comuni da attuarsi per mezzo degli strumenti di cooperazione territoriale pertinenti ma sottolinea che non creano nuovi fondi nel bilancio dell'Unione, né prevedono la creazione di nuove istituzioni o l'applicazione di nuove legislazioni;

24.  chiede alla Commissione di svolgere un esame minuzioso dei risultati delle prime strategie macroregionali attuate; ritiene che il processo abbia destato un interesse che merita di essere valorizzato e dal quale è possibile trarre insegnamento per l'attuazione delle nuove strategie macroregionali future;

25.  sottolinea che l'obiettivo di cooperazione territoriale può favorire la cooperazione a livello macroregionale, in particolare in ambito transnazionale;

26.  chiede che i programmi transnazionali appoggino tali strategie territoriali coordinando la riflessione, la definizione e la direzione delle strategie macroregionali, senza tuttavia implicare una duplicazione superflua delle strutture di bilancio dell'UE mediante la creazione di linee di bilancio specifiche per macroregione diverse;

27.  sottolinea allo stesso tempo che gli obiettivi delle strategie macroregionali e quelli della cooperazione transfrontaliera a livello microregionale sono tra loro complementari, pertanto possono essere unificati ma non sostituiti, per tale motivo l'aspetto transfrontaliero della cooperazione territoriale deve essere mantenuto quale elemento autonomo e legittimo a tutti gli effetti;

28.  è persuaso del fatto che il capitolo transnazionale dell'obiettivo 3 possa contribuire a intensificare la cooperazione nel quadro delle strategie macroregionali attraverso una maggiore partecipazione delle autorità regionali e locali e della società civile all'attuazione di azioni concrete;

29.  ritiene che ogni strategia transnazionale debba integrare nella sua riflessione il possibile ambito di coordinamento con gli orientamenti delle reti transeuropee di trasporto e le strategie attuate nel quadro della politica marittima integrata;

30.  ricorda che la cooperazione territoriale riguarda sia le frontiere interne che quelle esterne dell'Unione europea, anche per quanto riguarda le strategie macroregionali in corso e future; sottolinea le difficoltà di cofinanziamento incontrate dai paesi terzi nell'uso delle disposizioni per la cooperazione di cui al regolamento FESR; chiede alla Commissione di riflettere su una migliore sinergia tra l'intervento del FESR, dello strumento di aiuto di pre-adesione (IPA), dello strumento europeo di vicinato e di partenariato (IEPV) e del Fondo europeo di sviluppo (FES) e di presentare una proposta, entro tempi brevi, sulla nuova politica di prossimità; invita a semplificare e armonizzare le norme che disciplinano l'accesso alle diverse fonti di finanziamento, al fine di garantire la compatibilità e facilitarne l'utilizzo da parte dei beneficiari;

31.  chiede alla Commissione di trasferire la gestione dello strumento europeo di vicinato e di partenariato (IEPV) alla Direzione generale della politica regionale in ragione della peculiare natura di detto strumento, tenendo comunque conto degli aspetti delle relazioni esterne; osserva che, nella sua forma attuale, lo strumento europeo di vicinato e di partenariato non fornisce una base sufficiente per tener conto degli aspetti specifici della cooperazione transfrontaliera; ritiene che occorrerebbe prendere in considerazione il suo distacco dall'amministrazione delle relazioni esterne almeno nei casi in cui la cooperazione è finanziata anche dai paesi terzi che partecipano alla cooperazione transfrontaliera;

32.  invita a concretizzare il piano d'azione «Grande vicinato» per le regioni ultraperiferiche, annunciato nella comunicazione della Commissione (COM(2004)0343); sottolinea in tal senso la necessità di un'azione multisettoriale coerente nelle politiche dell'Unione dirette alle regioni ultraperiferiche e, in particolare, un miglior coordinamento tra componente esterna e interna mediante l'adozione di una strategia di bacino;

33.  ricorda che un Libro bianco sulla coesione territoriale come seguito al Libro verde rappresenterebbe uno strumento opportuno per chiarire come attuare la coesione territoriale tramite la governance multilivello nella futura politica regionale e fornirebbe materiale di discussione sul prossimo pacchetto legislativo;

34.  afferma che le condizioni per la cooperazione transfrontaliera dell'ENPI non sono sufficienti per consentirne uno sviluppo adeguato; chiede pertanto un coordinamento rafforzato tra le varie Direzioni generali interessate in seno della Commissione; è convinto della necessità assoluta di reintegrare i programmi di cooperazione transfrontaliera dell'ENPI nell'obiettivo di cooperazione territoriale della politica di coesione;

Facilitare la creazione di gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT)

35.  considera che i GECT costituiscano uno strumento unico e prezioso di governance territoriale che risponde ai bisogni di cooperazione strutturale in termini di finanziamento, di status giuridico e di governance multilivello; ricorda che lo strumento dei GECT deve essere promosso come uno strumento per istituire sistemi di governance transfrontaliera, garantendo la titolarità delle diverse politiche a livello regionale e locale; mette inoltre in evidenza il suo importante contributo per il successo dell'attuazione di un modello di governance multilivello;

36.  sottolinea che i GECT possono contribuire non solo alla coesione territoriale ma anche alla coesione sociale; rileva che tale strumento offre le migliori potenzialità per ravvicinare le diverse comunità linguistiche e culturali, per promuovere la coesistenza pacifica nell'Europa della diversità e per rendere visibile ai cittadini il valore aggiunto europeo;

37.  raccomanda che sia effettuata una prima valutazione dei GECT esistenti, al fine di trarre degli insegnamenti da queste prime esperienze;

38.  ritiene nondimeno opportuno facilitare la loro attuazione e chiede alla Commissione di presentare quanto prima le proposte di modifica al regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio sui GECT, tenendo debitamente conto dei problemi individuati dalle autorità locali e regionali e dai gruppi già creati, e sulla base del lavoro effettuato dal Comitato delle regioni, al fine di:

   chiarire lo statuto dei GECT nei sistemi giuridici degli Stati membri al fine di ottenere un adeguato allineamento giuridico in tale ambito;
   autorizzare la creazione dei GECT tra attori situati in uno Stato membro e in un paese terzo,
   riformulare l'articolo 4, paragrafo 3, affinché il termine di tre mesi per il trattamento delle domande di istituzione dei GECT sia rigorosamente rispettato,
   semplificare la normativa sul personale;
   garantire che il regime fiscale dei GECT non sia meno favorevole rispetto ad altri regimi giuridici che disciplinano l'attuazione di progetti o programmi di cooperazione;

39.  incoraggia la concessione di sovvenzioni globali, sulla base di comuni strategie di sviluppo transfrontaliero, ai GECT che presentano progetti e programmi coerenti con gli obiettivi e le strategie dei programmi di cooperazione interessati, per permettere loro di gestire direttamente gli stanziamenti a titolo dei Fondi strutturali e chiede inoltre che i regolamenti che disciplinano gli altri fondi europei tengano meglio conto della natura multinazionale e multilaterale dei GECT al fine di facilitare il loro accesso ad altre fonti di finanziamento;

40.  si compiace del lancio della piattaforma europea dei GECT da parte del Comitato delle regioni, che mira allo scambio di esperienze, alla capitalizzazione delle buone pratiche e alla fornitura di sostegno tecnico ai GECT;

41.  ritiene che i GECT transfrontalieri rappresentino un'opportunità straordinaria per costruire l'Europa a livello territoriale coinvolgendo i cittadini europei; invita i GECT transfrontalieri a creare e, ove opportuno, a dirigere un «forum transfrontaliero della società civile» e a sostenere le iniziative transfrontaliere dei cittadini;

Semplificare l'attuazione

42.  ritiene che l'attuazione dei programmi di cooperazione territoriale sia ancora troppo complicata e considera che l'obiettivo 3 richieda un regolamento distinto per riflettere il carattere intrinsecamente internazionale delle sue attività; ritiene che attualmente debbano essere coinvolti troppi enti amministrativi diversi nell'attuazione dei programmi, e richiede a tal riguardo una significativa semplificazione;

43.  invita la Commissione a prevedere misure specifiche che semplifichino le norme di audit e controllo, adottando il principio di un'autorità di gestione per programma, permettano una forfetizzazione più sistematica dei costi e il finanziamento di piccoli progetti mediante importi fissi, definiscano norme UE più precise in materia di ammissibilità ai finanziamenti, assicurino una maggiore flessibilità nell'applicazione dei disimpegni automatici e aumentino l'assistenza tecnica, onde garantire che le autorità di gestione possano privilegiare il lancio e il sostegno strategico dei progetti e l'ottenimento di risultati, piuttosto che la mera gestione e la conformità delle domande alle norme amministrative;

44.  invita gli Stati membri a semplificare le loro disposizioni nazionali che spesso aggiungono oneri amministrativi non previsti dalle norme UE;

45.  chiede alla Commissione di chiarire il prima possibile le disposizioni che disciplinano il principio di condizionalità, previsto per la cooperazione territoriale; osserva che se tale condizionalità deve creare un ambiente idoneo per un utilizzo migliore e più efficace dei finanziamenti, essa non deve aumentare la complessità dell'attuazione a danno dei gestori e dei beneficiari dei programmi;

46.  sottolinea inoltre che la partecipazione degli attori privati deve essere semplificata e ampliata; raccomanda la messa a punto di sistemi d'ingegneria finanziaria, sul modello di JEREMIE e JESSICA, onde agevolare i progetti transfrontalieri vettori di sviluppo economico, la partecipazione degli attori privati e l'instaurazione di partenariati pubblico-privato;

Rendere visibile la cooperazione territoriale

47.  deplora che la cooperazione territoriale soffra di mancanza di visibilità, sia a livello delle amministrazioni nazionali e locali, che tra il pubblico e incoraggia pertanto una migliore comunicazione sui progetti già realizzati;

48.  chiede alla Commissione di riflettere sulle soluzioni suscettibili di favorire una maggiore visibilità dei GECT e delle loro azioni tra gli attori della cooperazione territoriale e il pubblico;

49.  ritiene che la vicinanza culturale e linguistica tra le regioni frontaliere di Stati membri diversi, dovuta a ragioni storiche, debba essere valorizzata e messa a frutto per promuovere la cooperazione transfrontaliera;

50.  considera che una maggiore cooperazione in materia di istruzione e cultura, partecipando alla realizzazione dell'obiettivo della crescita intelligente ed inclusiva della strategia Europa 2020, possa aumentare il livello di partecipazione dei cittadini e delle ONG e contribuisca a offrire una migliore visibilità alla cooperazione territoriale, facendo al contempo cadere le «frontiere mentali» che ostacolano il ravvicinamento tra i cittadini;

  51. chiede che sia garantito un miglior coordinamento tra le autorità di gestione e le istituzioni transfrontaliere già esistenti, come le euroregioni, durante l'attuazione dei programmi transfrontalieri in modo da garantire che i progetti presentino alto grado di qualità, trasparenza e vicinanza al cittadino;

52.  chiede un migliore coordinamento della comunicazione tra tutti gli attori coinvolti nei processi di attuazione delle iniziative di cooperazione territoriale; suggerisce che tutti i programmi di uno stesso capitolo adottino un'unica forma identificabile di riconoscimento visuale (logo), per esempio riutilizzando la nota etichetta INTERREG congiuntamente al logo di ciascun programma (possibilmente di dimensioni predefinite), ed invita la Commissione a proporre un'ampia campagna mediatica di sensibilizzazione nelle regioni frontaliere circa i vantaggi e i successi della cooperazione territoriale, all'inizio del prossimo periodo di programmazione;

o
o   o

53.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.

(1) GU L 210 del 31.7.2006, pag. 25.
(2) GU L 210 del 31.7.2006, pag. 19.
(3) GU L 291 del 21.10.2006, pag. 11.
(4) Testi approvati, P7_TA(2010)0356.
(5) Testi approvati, P7_TA(2010)0254.
(6) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 104.
(7) GU C 117 E del 6.5.2010, pag. 65.
(8) GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 83.
(9) GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 95.
(10) GU C 285 E del 22.11.2006, pag. 71.
(11) GU C 227 E del 21.9.2006, pag. 88.
(12) Testi approvati, P7_TA(2011)0089.
(13) Articolo 37, paragrafo 6, lettera b.

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