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Procedura : 2015/2935(RSP)
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RC-B8-1351/2015

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PV 16/12/2015 - 11.12
CRE 16/12/2015 - 11.12

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P8_TA(2015)0461

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Mercoledì 16 dicembre 2015 - Strasburgo
La situazione in Ungheria: seguito dato alla risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2015
P8_TA(2015)0461RC-B8-1351/2015

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2015 sulla situazione in Ungheria (2015/2935(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visto il preambolo del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare il secondo capoverso e i capoversi dal quarto al settimo,

–  visti in particolare l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, gli articoli 6 e 7 TUE nonché gli articoli del TUE e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) che si riferiscono al rispetto, alla promozione e alla protezione dei diritti fondamentali nell'UE,

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, proclamata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo ed entrata in vigore con il trattato di Lisbona nel dicembre 2009,

–  viste la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo,

–  viste le sue risoluzioni del 10 giugno 2015 sulla situazione in Ungheria(1), del 3 luglio 2013 sulla situazione dei diritti fondamentali: norme e pratiche in Ungheria(2), del 16 febbraio 2012 sui recenti sviluppi politici in Ungheria(3) e del 10 marzo 2011 sulla legge ungherese sui media(4),

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2014 intitolata "Un nuovo quadro dell'UE per rafforzare lo Stato di diritto" (COM(2014)0158),

–  visto il primo dialogo annuale del Consiglio sullo Stato di diritto, tenutosi il 17 novembre 2015,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 27 novembre 2015 dal Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa in seguito alla sua visita in Ungheria,

–  vista la legge CXL sull'immigrazione di massa, adottata nel 2015 dal parlamento ungherese,

–  vista la legge CXLII sull'efficiente protezione dei confini ungheresi e sull'immigrazione di massa, adottata nel 2015 dal parlamento ungherese,

–  vista la risoluzione 36/2015 del parlamento ungherese sul messaggio ai leader dell'Unione europea, adottata il 22 settembre 2015,

–  vista l'interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione, presentata a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, dal titolo "Situazione in Ungheria: seguito dato alla risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2015 (O-000140/2015 – B8-1110/2015),

–  vista la risposta fornita dalla Commissione il 5 novembre 2015 a seguito della risoluzione del Parlamento del 10 giugno 2015,

–  vista la dichiarazione rilasciata dalla Commissione durante la discussione in Aula del 2 dicembre 2015 sulla situazione in Ungheria,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che l'Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, e che questi valori sono universali e comuni agli Stati membri (articolo 2 TUE); che un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2 TUE farebbe scattare la procedura "articolo 7";

B.  considerando che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea è una fonte di diritto primario dell'UE e vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale;

C.  considerando che il modo in cui lo Stato di diritto è attuato a livello nazionale riveste un ruolo essenziale nel garantire la fiducia nei confronti dei sistemi giuridici e amministrativi degli Stati membri; che è essenziale che l'UE dimostri la dovuta intransigenza riguardo ai valori del rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali per mantenere la credibilità al suo interno così come sulla scena internazionale;

D.  considerando che il diritto di asilo è garantito nel debito rispetto delle disposizioni della convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e del relativo protocollo del 31 gennaio 1967 sullo status dei rifugiati, e in conformità del TUE e del TFUE;

E.  considerando che una sana spesa pubblica e la tutela degli interessi finanziari dell'UE dovrebbero essere elementi fondamentali della politica dell'Unione europea al fine di aumentare la fiducia dei cittadini garantendo che il loro denaro venga utilizzato in modo corretto, efficiente ed efficace;

F.  considerando che i recenti sviluppi come pure le iniziative e le misure adottate negli ultimi anni in Ungheria hanno determinato un grave deterioramento sistemico della situazione dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali per quanto riguarda, tra l'altro, la libertà di espressione, inclusa la libertà accademica, i diritti umani dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, la libertà di riunione e di associazione, le restrizioni e gli ostacoli alle attività delle organizzazioni della società civile, il diritto alla parità di trattamento, i diritti delle persone appartenenti a minoranze, compresi i rom, gli ebrei e le persone LGBTI, i diritti sociali, il funzionamento del sistema costituzionale, l'indipendenza della magistratura e di altre istituzioni e molte accuse inquietanti di corruzione e conflitti di interesse;

G.  considerando che, nei mesi di luglio e settembre 2015, il parlamento ungherese ha adottato una serie di emendamenti riguardanti in particolare le norme in materia di asilo, il codice penale, il diritto processuale penale nonché le leggi concernenti le frontiere, la polizia e la difesa nazionale; che la valutazione preliminare svolta dalla Commissione ha messo in luce una serie di gravi preoccupazioni e interrogativi circa la compatibilità con l'acquis in materia di asilo e di frontiere e con la Carta dei diritti fondamentali; che il 6 ottobre 2015 la Commissione ha inviato una lettera amministrativa al governo ungherese; che il governo ungherese ha risposto a tale lettera; che il 10 dicembre 2015 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Ungheria;

H.  considerando che la Commissione non ha dato seguito alla richiesta del Parlamento di avviare un approfondito processo di monitoraggio riguardante la situazione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria; che, nella dichiarazione rilasciata durante la discussione in Aula del 2 dicembre 2015, la Commissione ha affermato di essere pronta a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, inclusa la procedura di infrazione, per garantire che l'Ungheria, al pari di qualsiasi altro Stato membro, adempia agli obblighi imposti dal diritto dell'Unione e rispetti i valori dell'UE sanciti all'articolo 2 TUE; che, secondo la Commissione, in questa fase non sussistono le condizioni per attivare il quadro sullo Stato di diritto in relazione all'Ungheria;

1.  ribadisce la sua posizione, già espressa nella risoluzione del 10 giugno 2015 sulla situazione in Ungheria;

2.  esprime forte preoccupazione per la serie di misure adottate rapidamente negli ultimi mesi, che hanno reso estremamente difficile l'accesso alla protezione internazionale e portato all'ingiustificabile criminalizzazione dei rifugiati, migranti e richiedenti asilo; sottolinea le proprie preoccupazioni per quanto riguarda il rispetto del principio di non respingimento, il crescente ricorso alla detenzione, anche di minori, nonché l'impiego di una retorica xenofoba che collega i migranti ai problemi sociali o ai rischi per la sicurezza, in particolare attraverso campagne di comunicazione governative e consultazioni nazionali, rendendo in tal modo problematica l'integrazione; esorta il governo ungherese a ripristinare le normali procedure e ad abrogare le misure di emergenza;

3.  ritiene che tutti gli Stati membri siano tenuti a rispettare appieno il diritto dell'UE nelle loro prassi legislative e amministrative e che ogni legislazione debba rispecchiare i valori europei fondamentali, vale a dire la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, ed essere in linea con essi;

4.  sottolinea che il Parlamento ha ripetutamente invitato il Consiglio a reagire di fronte ai preoccupanti sviluppi in Ungheria; esorta il Consiglio dell'Unione europea e il Consiglio europeo a tenere il prima possibile una discussione e ad adottare conclusioni sulla situazione in Ungheria; ritiene che, omettendo di prestare un'opportuna attenzione o di rispondere in modo adeguato alle preoccupazioni del Parlamento espresse ripetutamente dalla maggior parte dei suoi deputati, il Consiglio e la Commissione compromettano il principio di leale cooperazione tra le istituzioni di cui all'articolo 13, paragrafo 2, TUE;

5.  reputa che la situazione dell'Ungheria rappresenti un banco di prova per quanto concerne la capacità e la volontà politica dell'UE di rispondere alle minacce e alle violazioni dei propri valori fondanti ad opera di uno Stato membro; deplora l'esistenza di fenomeni analoghi in taluni altri Stati membri e ritiene che il mancato intervento da parte dell'Unione potrebbe aver contribuito all'insorgere di tali fenomeni, i quali inviano segnali preoccupanti di erosione dello Stato di diritto, simili a quelli in Ungheria; ritiene che tale situazione desti serie preoccupazioni per quanto concerne la capacità dell'Unione di garantire che gli Stati membri continuino a rispettare i criteri politici di Copenaghen in seguito all'adesione all'Unione europea;

6.  rammenta il ruolo svolto dalla Commissione quale custode dei trattati nel garantire che la legislazione nazionale sia conforme alla democrazia, allo Stato di diritto e ai diritti fondamentali; sottolinea l'importanza di assicurare che le valutazioni e le analisi effettuate dalla Commissione e dal Parlamento in relazione alla situazione nei singoli Stati membri siano obiettive e basate sui fatti; invita il governo ungherese e la Commissione a collaborare strettamente e in modo cooperativo su eventuali questioni che possano a loro giudizio richiedere un'ulteriore valutazione o analisi; prende atto con soddisfazione dell'avvio di una procedura di infrazione a carico dell'Ungheria in relazione all'acquis in materia di asilo;

7.  deplora che l'approccio attualmente adottato dalla Commissione si concentri principalmente su aspetti tecnici e marginali della legislazione, ignorando le tendenze, i modelli e l'effetto combinato delle misure sullo Stato di diritto e i diritti fondamentali; ritiene in particolare che le procedure di infrazione non abbiano consentito, nella maggior parte dei casi, di produrre reali cambiamenti e di affrontare la situazione in termini più ampi;

8.  rinnova l'appello alla Commissione affinché attivi la prima fase del quadro UE per rafforzare lo Stato di diritto e avvii quindi immediatamente un approfondito processo di monitoraggio riguardante la situazione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, compreso l'impatto combinato di una serie di misure, valutando inoltre l'insorgenza di una minaccia sistemica in detto Stato membro che potrebbe trasformarsi nel chiaro rischio di una grave violazione ai sensi dell'articolo 7 TUE;

9.  invita la Commissione a proseguire tutte le indagini e a fare pieno uso di tutti gli strumenti legislativi in vigore per assicurare un impiego trasparente e corretto dei fondi dell'UE in Ungheria, sulla base del diritto unionale; prende atto della decisione, adottata dalla Commissione il 14 luglio 2015, di sospendere vari contratti in otto programmi di finanziamento dell'UE a causa dell'applicazione di criteri di selezione eccessivamente restrittivi nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici in Ungheria;

10.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, al presidente, al governo e al parlamento dell'Ungheria, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, all'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali, al Consiglio d'Europa nonché all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

(1) Testi approvati, P8_TA(2015)0227.
(2) Testi approvati, P7_TA(2013)0315.
(3) GU C 249 E del 30.8.2013, pag. 27.
(4) GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 154.

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