Interrogazione parlamentare - E-006808/2011Interrogazione parlamentare
E-006808/2011

Traffico clandestino di animali

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-006808/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Vito Bonsignore (PPE)

Lo scorso febbraio, in Italia sono state condannate tre persone con l'accusa di traffico clandestino di animali: un'abietta pratica, ancora molto diffusa in tutta Europa, che negli ultimi tempi si è concentrata in modo particolare sulla tratta di cuccioli da compagnia. La conferma arriva da un recente rapporto della LAV (Lega italiana Anti Vivisezione) secondo cui l'Italia, ma anche la Spagna, la Francia e il Belgio sono il luogo di sbarco di migliaia di cuccioli da compagnia provenienti da Paesi dell'Est Europa (come Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica ceca), trasportati illegalmente e clandestinamente, con documenti contraffatti o privi del passaporto europeo Si stima un business di circa 300 milioni di euro l'anno, in quanto un cucciolo straniero rappresenta una «merce» poco pregiata ma, se avvenisse una naturalizzazione, per esempio in Italia, assumerebbe un valore economico decisamente superiore. Inoltre, il traffico illegale di cuccioli da compagnia assicura un maggior margine di guadagno e meno rischi rispetto ad altre importazioni illegali. Come evidenziato anche da alcune inchieste giornalistiche, nel trasporto di tali animali spesso mancano i più banali controlli sanitari a causa dei costi economici elevati. Tuttavia, proprio l'assenza di tali controlli ha destato la preoccupazione di numerosi veterinari, allertati dalla ricomparsa di malattie come la rabbia e il cimurro (che erano ormai praticamente debellate). La vaccinazione antirabbica, infatti, viene eseguita troppo presto sul cucciolo o talvolta non è per nulla praticata; tant'è che la presenza, in alcuni Stati dell'UE, della rabbia riscontrata su animali selvatici (trasmissibile anche agli animali domestici) è stata motivo di allerta per l'OMS e per l'EFSA, che hanno appunto raccomandato il mantenimento della vaccinazione antirabbica quale requisito fondamentale per la movimentazione di animali domestici tra gli Stati membri. E in Italia, che era stata qualificata come «Rabies Free» dall'Organizzazione Internazionale delle Epizoozie, dal 2008, quando è ricomparsa la malattia, ad oggi sono stati diagnosticati 283 nuovi casi di rabbia. In tale contesto, l'importazione clandestina di animali in tenera età rappresenta un allarmante pericolo.

Si prega pertanto la Commissione di rispondere ai seguenti quesiti:

GU C 128 E del 03/05/2012