Ruolo delle ONG nei flussi migratori del Mediterraneo centrale
25.4.2017
Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-002883-17
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento
Laura Ferrara (EFDD) , Daniela Aiuto (EFDD) , Fabio Massimo Castaldo (EFDD) , Marco Valli (EFDD) , Isabella Adinolfi (EFDD) , Ignazio Corrao (EFDD)
Nel rapporto di Frontex «Risk Analysis for 2017» si afferma che «apparentemente tutte le parti coinvolte nelle operazioni SAR nel Mediterraneo Centrale» (navi EUNAVFOR Med /Frontex/ONG/Guardia Costiera) «aiutano involontariamente i criminali», dediti al traffico di esseri umani, a realizzare con successo il loro modello di business. In particolare, nei primi mesi del 2017 la percentuale di salvataggi avvenuta con navi delle ONG è stata pari al 50 % del totale. Secondo i dati dell’UNHCR e dell'OIM, le morti in mare negli ultimi anni sono aumentate. Presso la Procura di Catania vi è un'indagine conoscitiva che riguarda anche le modalità di intervento di alcune ONG e la provenienza dell'ingente disponibilità economica di cui queste godono. Tutto ciò premesso, si chiede alla Commissione:
- —se le ONG coinvolte nelle operazioni SAR nel Mediterraneo, vicino alle coste libiche, rispettano le norme internazionali e perché scelgono sempre le coste italiane come approdo finale;
- —se il lavoro delle ONG favorisce anche indirettamente il business dei trafficanti di esseri umani;
- —quali sono le fonti che consentono il finanziamento delle attività di salvataggio delle ONG?