RELAZIONE sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024

10.2.2025 - (2024/2082(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Nicolás Pascual De La Parte


Procedura : 2024/2082(INI)
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A10-0011/2025
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024

(2024/2082(INI))

Il Parlamento europeo,

 visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

 visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare il capo 2, sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),

 vista la dichiarazione di Versailles adottata l'11 marzo 2022 in occasione della riunione informale dei capi di Stato e di governo,

 vista la "Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un'Unione europea che protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla sicurezza internazionali", approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio europeo il 25 marzo 2022,

 viste le strategie di sicurezza nazionali degli Stati membri dell'UE,

 visto il "Patto sulla dimensione civile della PSDC – Verso missioni civili più efficaci", approvato dal Consiglio il 22 maggio 2023,

 vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell'11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti[1],

 vista la decisione (PESC) 2022/1968 del Consiglio del 17 ottobre 2022 relativa a una missione di assistenza militare dell'Unione europea a sostegno dell'Ucraina (EUMAM Ucraina)[2],

 vista la decisione (PESC) 2022/1970 del Consiglio del 17 ottobre 2022 che modifica la decisione 2010/452/PESC sulla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, EUMM Georgia[3],

 vista la decisione (PESC) 2022/2507 del Consiglio del 19 dicembre 2022 che modifica la decisione 2010/452/PESC, sulla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, EUMM Georgia[4],

 vista la decisione (PESC) 2023/162 del Consiglio del 23 gennaio 2023 relativa a una missione dell'Unione europea in Armenia (EUMA)[5],

 vista la decisione (PESC) 2024/890 del Consiglio, del 18 marzo 2024, che modifica la decisione (PESC) 2021/509, che istituisce uno strumento europeo per la pace[6],

 visto il regolamento (UE) 2019/452 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2019, che istituisce un quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti nell'Unione[7],

 visto il regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2021 che istituisce il Fondo europeo per la difesa e abroga il regolamento (UE) 2018/1092[8],

 visto il regolamento (UE) 2023/1525 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 luglio 2023 sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP)[9],

 visto il regolamento (UE) 2023/2418 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 ottobre 2023, sull'istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA)[10],

 visto il regolamento (UE) 2024/1252 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 aprile 2024, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i regolamenti (UE) n. 168/2013, (UE) 2018/858, (UE) 2018/1724 e (UE) 2019/1020[11],

 vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure intese a rafforzare la solidarietà e le capacità dell'Unione di rilevamento delle minacce e degli incidenti di cibersicurezza, e di preparazione e risposta agli stessi (COM(2023)0209), presentata dalla Commissione il 18 aprile 2023,

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 marzo 2023, su una strategia dell'Unione europea per la sicurezza e la difesa (JOIN(2023)0009),

 vista la raccomandazione (UE) 2023/2113 della Commissione , del 3 ottobre 2023, relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell'UE ai fini di un'ulteriore valutazione dei rischi con gli Stati membri[12],

 vista la decisione di finanziamento annuale, che costituisce la prima parte del programma di lavoro annuale per l'attuazione del Fondo europeo per la difesa per il 2024, adottata dalla Commissione il 21 giugno 2023 (C(2023)4252),

 viste le conclusioni del Consiglio del 22 gennaio 2018 sull'approccio integrato alle crisi e ai conflitti esterni e quelle del 24 gennaio 2022 sulla situazione della sicurezza europea,

 vista la dichiarazione di Granada adottata il 6 ottobre 2023 in occasione della riunione informale dei capi di Stato e di governo,

 viste le conclusioni del Consiglio del 21 febbraio 2022 che prorogano e rafforzano l'attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea,

 viste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024 riguardanti la decisione di avviare negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina,

 viste le conclusioni del Consiglio del 27 maggio 2024 sulla sicurezza e la difesa dell'UE,

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2022, dal titolo "Piano d'azione sulla mobilità militare 2.0" (JOIN(2022)0048),

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 18 maggio 2022 sull'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso (JOIN(2022)0024),

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 5 marzo 2024, dal titolo "Una nuova strategia industriale europea per il settore della difesa: conseguire la prontezza dell'UE attraverso un'industria europea della difesa reattiva e resiliente" (JOIN(2024)0010),

 vista la relazione dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 20 giugno 2024, dal titolo "Common Foreign and Security Policy Report – Our priorities in 2024" (Relazione sulla politica estera e di sicurezza comune – Le nostre priorità per il 2024),

 visti gli orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2024-2029 della candidata alla carica di presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del 18 luglio 2024, dal titolo "La scelta dell'Europa",

 vista la relazione di Enrico Letta dal titolo "Much more than a Market" (Molto più di un mercato), e in particolare la sezione "Promoting peace and enhancing security: towards a Common Market for the defence industry"(Promuovere la pace e rafforzare la sicurezza: verso un mercato comune per l'industria della difesa), pubblicata nell'aprile 2024,

 vista la relazione di Mario Draghi, del 9 settembre 2024, sul futuro della competitività europea e il relativo capitolo 4 sull'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze,

 vista la relazione di Sauli Niinistö del 30 ottobre 2024 dal titolo "Safer Together: Strengthening Europe's Civilian and Military Preparedness and Readiness" (Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell'Europa nel settore civile e militare),

 visti i partenariati in materia di sicurezza e difesa firmati rispettivamente il 21 maggio 2024 dall'UE e dalla Moldova e il 28 maggio 2024 dall'UE e dalla Norvegia,

 vista la Carta delle Nazioni Unite, in particolare l'articolo 2, paragrafo 4, che vieta l'uso della forza, e l'articolo 51 sul diritto naturale di autotutela individuale o collettiva,

 vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),

 viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 (2000) del 31 ottobre 2000, 1889 (2009) del 5 ottobre 2009, 2122 (2013) del 18 ottobre 2013, 2242 (2015) del 13 ottobre 2015 e 2493 (2019) del 29 ottobre 2019 sulle donne, la pace e la sicurezza, e le risoluzioni 2250 (2015) del 9 dicembre 2015, 2419 (2018) del 6 giugno 2018 e 2535 (2020) del 14 luglio 2020 sui giovani, la pace e la sicurezza,

 vista la risoluzione 70/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015, dal titolo "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile),

 visti il Patto per il futuro, adottato il 23 settembre 2024 dai capi di Stato e di governo degli Stati membri delle Nazioni Unite, e il relativo capitolo 2 sulla pace e la sicurezza internazionali,

 visto il trattato del Nord Atlantico,

 vista la dichiarazione del vertice di Madrid adottata dai capi di Stato e di governo della NATO in occasione della riunione del Consiglio del Nord Atlantico tenutasi a Madrid il 29 giugno 2022,

 visti il concetto strategico 2022 della NATO e il comunicato del vertice NATO 2023 a Vilnius,

 viste le tre dichiarazioni congiunte sulla cooperazione UE-NATO firmate l'8 luglio 2016, il 10 luglio 2018 e il 10 gennaio 2023,

 vista la nona relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione dell'insieme comune di proposte approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017, presentata congiuntamente dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e dal Segretario generale della NATO ai Consigli dell'UE e della NATO il 13 giugno 2024,

 vista la dichiarazione del vertice di Washington rilasciata dai capi di Stato e di governo della NATO che hanno partecipato alla riunione del Consiglio del Nord Atlantico tenutasi a Washington il 10 luglio 2024,

 vista la sua raccomandazione dell'8 giugno 2022 sulla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia[13],

 vista la sua raccomandazione del 23 novembre 2022 concernente la nuova strategia dell'UE in materia di allargamento[14],

 vista la sua risoluzione del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo[15],

 vista la sua risoluzione del 1° giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione[16],

 vista la sua risoluzione del 28 febbraio 2024 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2023[17],

 vista la sua risoluzione del 29 febbraio 2024 sulla necessità di un fermo sostegno dell'UE all'Ucraina dopo due anni di guerra di aggressione della Russia contro il Paese[18],

 vista la sua risoluzione del 17 luglio 2024 sulla necessità di un sostegno continuo dell'UE all'Ucraina[19],

 vista la sua risoluzione del 19 settembre 2024 sul proseguimento del sostegno finanziario e militare all'Ucraina da parte degli Stati membri dell'UE[20],

 vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulle implicazioni in materia di sicurezza e di difesa dell'influenza della Cina sulle infrastrutture critiche nell'Unione europea[21],

 vista la sua posizione del 22 ottobre 2024 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all'Ucraina[22],

 vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2024 sull'interpretazione errata della risoluzione 2758 delle Nazioni Unite da parte della Repubblica popolare cinese e le sue continue provocazioni militari intorno a Taiwan[23],

 visto il piano per la vittoria dell'Ucraina presentato dal Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyj al Consiglio europeo il 17 ottobre 2024,

 visto l'articolo 55 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A10-0011/2025),

A. considerando che, come confermato dalla valutazione dell'indice Normandia 2024[24], questo ultimo anno è stato caratterizzato da un declino della pace e della sicurezza globali dovuto, tra l'altro, a conflitti, rivalità geopolitiche, crescente militarizzazione, terrorismo e minacce ibride;

B. considerando che la guerra di aggressione in corso della Russia contro l'Ucraina, i continui sforzi bellici e la cooperazione in materia di armamenti con altre potenze autoritarie, che superano di gran lunga le scorte e le capacità produttive europee, e la scelta del regime russo di minare l'ordine internazionale basato su regole e l'architettura di sicurezza dell'Europa e di dichiarare guerra ai paesi europei o di cercare di destabilizzarli al fine di realizzare la sua visione imperialista del mondo, rappresentano la minaccia più grave e senza precedenti per la pace nel mondo, nonché per la sicurezza e il territorio dell'UE e dei suoi Stati membri; che la Russia produce attualmente tre milioni di granate di artiglieria all'anno, mentre l'ambizione dichiarata dall'UE nell'ambito della sua prima strategia per l'industria europea della difesa (EDIS) mira a una capacità di produzione di due milioni di granate all'anno entro la fine del 2025; che il regime russo sta rafforzando i suoi legami con la leadership autocratica di Cina, Iran e Corea del Nord per conseguire i suoi obiettivi;

C. considerando che l'UE si trova altresì ad affrontare la gamma più diversificata e complessa di minacce non militari dalla sua creazione, aggravate dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, tra cui la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri (FIMI), gli attacchi informatici, la pressione economica, i ricatti alimentari ed energetici, la strumentalizzazione della migrazione e le ingerenze politiche sovversive;

D. considerando che la Russia ha invaso e annesso illegalmente la Crimea e le regioni ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia; che l'Ucraina deve essere dotata delle capacità militari necessarie per tutto il tempo che le servirà per riportare una vittoria militare decisiva, porre fine alla guerra di aggressione illegale della Russia, ripristinare la propria sovranità e integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e scoraggiare qualsiasi aggressione futura; che l'Ucraina, nel difendere sé stessa, sta anche proteggendo i valori europei e gli interessi fondamentali della sicurezza e combattendo per essi; che la Russia continua a occupare illegalmente le regioni dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud in Georgia e della regione della Transnistria in Moldova;

E. considerando che, spinta dall'ambizione di diventare una superpotenza globale, la Cina sta erodendo l'ordine internazionale basato su regole, perseguendo politiche estere sempre più assertive e ostili in ambito economico e competitivo ed esportando beni a duplice uso utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia contro l'Ucraina, minacciando in tal modo gli interessi europei; che la Cina si sta anche armando pesantemente sul piano militare, sta sfruttando il suo potere economico per reprimere le critiche a livello mondiale e sta cercando di affermarsi come potenza dominante nella regione indo-pacifica; che la Cina, intensificando le sue azioni conflittuali, aggressive e intimidatorie contro alcuni dei suoi vicini, in particolare nello stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale;

F. considerando che la Cina ha promosso per molti anni una narrazione alternativa, mettendo in discussione i diritti umani, i valori democratici e i mercati aperti nelle sedi multilaterali e internazionali; che la crescente influenza della Cina nelle organizzazioni internazionali ha impedito progressi positivi e ha escluso ulteriormente Taiwan da una partecipazione legittima e significativa a tali organizzazioni;

G. considerando che il contesto di sicurezza dell'UE si è deteriorato non solo nell'Europa orientale, ma anche nel vicinato meridionale e oltre;

H. considerando che gli spregevoli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele, la guerra in corso a Gaza e le operazioni militari contro Hezbollah in territorio libanese hanno aumentato notevolmente il pericolo di uno scontro militare regionale in Medio Oriente e che da decenni non si raggiungeva un rischio di escalation così elevato nella regione; che gli attacchi attualmente lanciati nel Mar Rosso dalle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, con il sostegno dell'Iran, nonché i dirottamenti di navi commerciali dal Mar Rosso all'Oceano Indiano nordoccidentale da parte di pirati somali, rappresentano una grave minaccia per la libertà di navigazione, la sicurezza marittima e il commercio internazionale; che altri attacchi lanciati in Iraq e in Siria da varie milizie sostenute dall'Iran stanno aggravando il rischio di escalation nella regione; che l'UE ha avviato la propria operazione militare EUNAVFOR ASPIDES per migliorare la situazione della sicurezza nella regione;

I. considerando che i paesi del vicinato orientale e dei Balcani occidentali devono far fronte a minacce sempre più diversificate alla loro sicurezza e risentono negativamente della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, nonché dell'accresciuta assertività degli attori regionali e globali come la Cina; che il Kosovo e il dialogo tra Belgrado e Pristina, facilitato dall'UE, sono esposti in particolare a minacce di destabilizzazione;

J. considerando che l'impatto disastroso delle guerre passate o in corso, l'instabilità, l'insicurezza, la povertà e i cambiamenti climatici nella regione del Sahel, nell'Africa nordorientale e in Libia pongono seri rischi per la sicurezza dell'UE e i suoi interessi economici e commerciali; che l'instabilità e l'insicurezza nel vicinato meridionale e nella regione del Sahel sono strettamente connesse alla gestione delle frontiere esterne dell'UE e continuano a rappresentare una sfida per tale gestione; che la missione dell'UE di assistenza alle frontiere in Libia e l'operazione EUNAVFOR MED IRINI contribuiscono alla pace, alla sicurezza e alla stabilità sostenibili attraverso l'attuazione dell'embargo sulle armi, la lotta alle armi illegali e alla tratta di esseri umani e la formazione della guardia costiera libica;

K. considerando che una parte di Cipro, uno Stato membro dell'UE, continua a essere occupata illegalmente dalla Turchia;

L. considerando che la regione artica sta diventando sempre più importante in termini geopolitici, di sviluppo economico e di trasporti e, al contempo, sta affrontando le sfide legate ai cambiamenti climatici, alla militarizzazione e alla migrazione;

M. considerando che gli insufficienti investimenti nella difesa da parte degli Stati membri dell'UE in passato hanno comportato una carenza di investimenti; che gli Stati membri hanno convenuto di aumentare le spese destinate a una difesa migliore e più intelligente; che nel 2024 si prevedeva che 16 Stati membri dell'UE, che sono anche alleati della NATO, rispetto ai 9 del 2023, avrebbero superato gli orientamenti della NATO e avrebbero destinato almeno il 2 % del loro prodotto interno lordo (PIL) alla difesa; che un numero crescente di esperti ritiene necessario fissare un obiettivo in materia di investimenti nel settore della difesa pari al 3 % del PIL, alla luce della minaccia diretta che la Russia rappresenta per l'UE e i suoi Stati membri;

N. considerando che nel 2023 il Parlamento e il Consiglio hanno concluso accordi sullo strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) e sulla legge sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP), che, quali misure di emergenza a breve termine, mirano a incoraggiare l'acquisto congiunto di prodotti per la difesa, a potenziare la capacità produttiva dell'industria europea della difesa, a ricostituire le scorte esaurite e a ridurre la frammentazione del settore degli appalti pubblici in materia di difesa;

O. considerando che nel 2024 la Commissione ha pubblicato le sue proposte per la definizione di una strategia per l'industria europea della difesa (EDIS) e di un programma per l'industria europea della difesa (EDIP), riguardanti in particolare il potenziamento delle capacità di sicurezza e di difesa dell'UE;

P. considerando che la costruzione di capacità di difesa e il loro adattamento alle esigenze militari richiedono una cultura strategica comune, una percezione della minaccia e soluzioni da sviluppare e armonizzare in termini di dottrina e concetti;

Q. considerando che l'eccezione al principio di finanziamento a carico del bilancio dell'Unione di cui all'articolo 41, paragrafo 2, TUE si applica soltanto alle spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa; che in tutti gli altri casi il VP/AR, unitamente alla Commissione, ove necessario, dovrebbe proporre che le spese connesse alla PESC o alla PSDC siano finanziate a carico del bilancio dell'UE; che l'articolo 14, paragrafo 1, e l'articolo 16, paragrafo 1, TUE stabiliscono un equilibrio tra il Parlamento e il Consiglio per quanto riguarda le loro funzioni di bilancio; che la pratica attuale non riflette tale equilibrio;

R. considerando che la relazione Draghi evidenzia una combinazione di debolezze strutturali che incidono sulla competitività della base industriale e tecnologica di difesa dell'UE (DTIB) e individua una realtà frammentata, una spesa pubblica per la difesa insufficiente e un accesso limitato ai finanziamenti; che la politica di prestito della Banca europea per gli investimenti (BEI) esclude il finanziamento di munizioni e armi, nonché di attrezzature o infrastrutture destinate esclusivamente a usi militari e di polizia;

S. considerando che la relazione Niinistö sottolinea che l'UE e i suoi Stati membri non sono ancora del tutto preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali più gravi, soprattutto in considerazione dell'ulteriore deterioramento del contesto esterno; che secondo la relazione molte minacce sono già costantemente in atto; che la relazione evidenzia le necessità di una preparazione adeguata per lanciare un segnale ai potenziali avversari riguardo al fatto che non saranno in grado di resistere all'UE; che la relazione deplora che l'Unione non disponga di un piano comune in caso di aggressione armata ed evidenzia che l'UE deve riconsiderare il modo in cui definisce la propria sicurezza; che la relazione sottolinea l'importanza che l'UE sia pronta ad agire a sostegno di uno Stato membro in caso di aggressione armata esterna e di sbloccare ulteriormente il potenziale dell'UE per una cooperazione civile-militare rafforzata e infrastrutture e tecnologie a duplice uso, attraverso l'ottimizzazione dell'uso di risorse scarse e il rafforzamento di meccanismi di coordinamento per le situazioni di crisi più gravi;

T. considerando che l'integrazione dell'intelligenza artificiale nel settore della sicurezza e della difesa, comprese le tecnologie legate agli armamenti, incide sulle operazioni militari consentendo ai sistemi autonomi, all'analisi predittiva e alle capacità decisionali migliorate di svolgere un ruolo significativo sui campi di battaglia; che questo sviluppo presenta sia opportunità senza precedenti che rischi significativi;

U. considerando che attualmente sono in corso, nel quadro della PSDC, tredici missioni civili, otto operazioni militari e una missione civile-militare, con il dispiego di circa 5 000 persone in tre continenti; che dalle analisi svolte dal Servizio europeo per l'azione esterna risulta che tali missioni e operazioni continuano a risentire del mancato rispetto degli impegni, assunti dagli Stati membri, relativi alla fornitura di personale militare o civile in numero sufficiente; che tali missioni e operazioni risentono inoltre dell'assenza di un processo decisionale rapido come pure della mancanza di flessibilità e adattamento alle specifiche esigenze locali sul campo; che questi ostacoli limitano l'efficacia complessiva delle missioni e delle operazioni PSDC; che uno degli obiettivi della bussola strategica consiste nel rafforzare le missioni e le operazioni civili e militari dell'UE in ambito PSDC, attribuendo loro mandati più solidi e adattabili, promuovendo processi decisionali rapidi e più flessibili e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria; che le missioni e le operazioni dell'UE sono spesso oggetto di minacce ibride, tra cui la disinformazione, che ne compromettono l'efficacia nella stabilizzazione dei paesi in cui sono condotte e rafforzano invece l'instabilità preesistente, spesso avvantaggiando attori non statali malevoli;

V. considerando che le missioni e le operazioni PSDC rafforzano notevolmente la resilienza e la stabilità del vicinato europeo, anche nel Mediterraneo, nei Balcani occidentali, nei paesi del partenariato orientale, nella regione del Sahel e nel Corno d'Africa, offrendo servizi di formazione e sviluppo di capacità a livello di forze militari, polizia, guardia costiera e gestione dei confini;

W. considerando che l'UE fornisce assistenza alla guardia costiera libica attraverso la missione dell'UE di assistenza alle frontiere in Libia (EUBAM Libia) e l'operazione EUNAVFOR MED IRINI; che l'obiettivo principale di EUNAVFOR MED IRINI è sostenere l'attuazione dell'embargo sulle armi imposto alla Libia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; che il Consiglio dell'UE ha prorogato il mandato dell'operazione EUNAVFOR MED IRINI fino al 31 marzo 2025 attribuendole il compito di addestrare la guardia costiera e la marina libiche;

X. considerando che l'operazione Althea dell'EUFOR definisce un percorso verso la pace, la stabilizzazione e l'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina e svolge tuttora un ruolo centrale nel garantire la sicurezza e la stabilità del paese e della regione;

Y. considerando che il 17 maggio 2024 l'UE ha concluso il mandato della missione di formazione dell'UE in Mali (EUTM); che il 30 giugno 2024 ha concluso il mandato della missione di partenariato militare dell'Unione europea in Niger (EUMPM) e il 30 settembre 2024 ha posto fine alla missione di terra del personale della missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger (EUCAP Sahel Niger);

Z. considerando che per il periodo 2021-2027 l'UE destinerà 1,5 miliardi di EUR al sostegno delle iniziative per la prevenzione dei conflitti, la pace e la sicurezza a livello nazionale e regionale nell'Africa subsahariana; che l'Africa riceve ulteriore sostegno anche nel quadro dello strumento europeo per la pace (EPF), che consente all'UE di fornire tutti i tipi di attrezzature e infrastrutture alle forze armate dei suoi partner;

AA. considerando che l'UE e i suoi Stati membri si trovano ad affrontare crescenti attacchi ibridi sul loro territorio, tra cui infiltrazioni politiche e sabotaggi, volti a minare un sano dibattito politico e la fiducia dei cittadini dell'UE nelle istituzioni democratiche e a creare divisioni nelle società europee e tra le nazioni; che nei prossimi anni le minacce ibride saranno caratterizzate da un maggiore ricorso alla combinazione sistematica di guerra dell'informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e tecnologie emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di sistemi avanzati di attacco e sorveglianza basati sullo spazio, tutti abilitati con intelligenza artificiale (IA) avanzata, calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni sempre più intelligenti, capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici e guerre biologiche e con nanotecnologie; che la Russia e la Cina hanno dimostrato di ricorrere maggiormente a strumenti ibridi per minare la sicurezza e la stabilità dell'UE;

AB. considerando che la Federazione russa si avvale di società militari private, quali il Corpo africano e il gruppo Wagner, come parte di uno strumentario di guerra ibrida che le permetta di mantenere una plausibile negabilità mentre esercita influenza in varie regioni e ottiene l'accesso a risorse naturali e infrastrutture critiche; che, secondo le informazioni disponibili, il Corpo africano e il gruppo Wagner avrebbero commesso atrocità in Ucraina, Mali, Libia, Siria e nella Repubblica centrafricana; che la Federazione russa ha rafforzato i sentimenti antieuropeisti, soprattutto nei paesi con una forte presenza europea o che ospitano missioni PSDC;

AC. considerando che il 7 marzo 2024 la Svezia ha aderito come nuovo membro alla NATO, seguendo le orme della Finlandia, che ha aderito nel 2023; che la cooperazione in materia di sicurezza e di difesa con partner e alleati è fondamentale per l'ambizione dell'UE di diventare un garante della sicurezza internazionale e costituisce un pilastro portante della PSDC; che la cooperazione con le Nazioni Unite, la NATO, l'Unione africana, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), nonché con numerosi alleati e partner che condividono gli stessi valori quali, tra gli altri, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Norvegia, Ucraina, Moldova, i paesi dei Balcani occidentali, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e alcuni paesi dell'America latina è fondamentale per il successo dell'attuazione della PSDC;

Le conseguenze del cambiamento del paradigma geopolitico per la sicurezza europea

1. sottolinea la gravità delle minacce alla sicurezza del continente europeo, che hanno raggiunto un livello senza precedenti dalla seconda guerra mondiale; esprime profonda preoccupazione per il moltiplicarsi di fratture geopolitiche, l'emergere o il riproporsi di ambizioni imperialiste di dominio da parte di potenze autoritarie, l'aumento di rivalità sistemiche tra grandi potenze e di unilateralismo nazionalista, la diffusione del terrorismo, compreso quello di matrice jihadista, e l'uso primario e crescente della forza e della violenza da parte di alcuni attori malevoli per promuovere i loro obiettivi e interessi politici ed economici o per risolvere controversie;

2. ritiene che i teatri geopolitici in Ucraina, Medio Oriente, Mar cinese meridionale e regione indo-pacifica siano sempre più interconnessi, tenuto conto dell'intensificarsi dei legami tra la Russia e la Cina, in particolare, e ciò pone sfide significative alla pace e alla sicurezza globali e all'ordine internazionale basato su regole che devono essere affrontate dalla comunità internazionale; pone in risalto l'incremento degli attacchi e delle minacce ibride che mirano a indebolire i valori e le strutture democratiche, ad esempio durante le elezioni, come pure la coesione e l'adesione dei cittadini alle società europee basate sui valori e allo Stato di diritto; ritiene che tale tendenza equivalga a un cambiamento di paradigma, in quanto inverte la logica della costruzione di una sicurezza internazionale basata sul rispetto del diritto internazionale, di un ordine internazionale fondato su regole e del multilateralismo;

3. riconosce la natura in evoluzione delle minacce alla sicurezza globale e sottolinea il ruolo cruciale che la diplomazia, la cooperazione allo sviluppo come pure il controllo degli armamenti e il disarmo svolgono unitamente agli sforzi militari nel garantire la sicurezza e la pace durature a livello internazionale; rileva, tuttavia, l'impatto limitato degli sforzi diplomatici volti a costruire la pace e la sicurezza negli ultimi tempi; evidenzia che la pace e la stabilità globali sostenibili non possono essere raggiunte solo attraverso misure militari, ma richiedono strategie globali che affrontino i principali fattori all'origine dell'instabilità, come la povertà, la disuguaglianza, i fallimenti della governance e i cambiamenti climatici; sottolinea che l'iniziativa Global Gateway dell'UE e altri programmi di sviluppo dovrebbero essere allineati con gli obiettivi di sicurezza, favorendo società resilienti attraverso la promozione della crescita economica inclusiva, della buona governance e dei diritti umani;

La risposta dell'UE: una nuova era per la sicurezza e la difesa europee

4. sottolinea che è assolutamente necessario per l'UE riconoscere e affrontare le sfide poste dalle molteplici minacce in continua evoluzione alla sua sicurezza nonché impegnarsi, a tale scopo, in nuove e migliorate politiche e azioni che le consentano, insieme ai suoi Stati membri, di rafforzare collettivamente e coerentemente la difesa europea, al fine di garantire la sicurezza di tutti gli Stati membri dell'UE e dei loro cittadini e migliorare la loro capacità di agire a livello globale;

5. ricorda l'importanza per l'UE di migliorare l'autonomia strategica e la prontezza alla difesa, come indicato nella Bussola strategica, per garantire che i suoi obiettivi siano allineati con gli interessi collettivi e sovrani degli Stati membri e con la visione più ampia della sicurezza e della difesa europee; riconosce, a tale proposito, che alcuni Stati membri hanno politiche di neutralità militare consolidate e rispetta il diritto di ciascuno Stato membro di definire la propria politica di sicurezza;

6. sottolinea l'importanza di continuare a rendere operativo l'articolo 42, paragrafo 7, TUE sull'assistenza reciproca, garantendo la solidarietà tra gli Stati membri, in particolare quelli direttamente esposti a minacce e sfide imminenti in ragione della loro posizione geografica, indipendentemente dal fatto che siano o meno membri della NATO; chiede misure concrete per sviluppare un'autentica politica di solidarietà dell'UE, anche chiarendo le modalità pratiche nel caso in cui uno Stato membro attivi l'articolo 42, paragrafo 7, TUE e garantendo la coerenza tra l'articolo 42, paragrafo 7, TUE e l'articolo 5 del trattato del Nord Atlantico;

7. prende atto dei progressi complessivamente limitati e della carenza di investimenti nello sviluppo di una capacità di difesa, di una capacità industriale e di una prontezza alla difesa comuni a livello europeo dall'istituzione della PSDC 25 anni fa; osserva con rammarico che, nonostante l'ambizione di definire una politica di difesa comune dell'Unione, come previsto all'articolo 42, paragrafo 2, TUE, mancano ancora iniziative concrete in tal senso;

8. insiste sulla necessità di un approccio, di politiche e di sforzi congiunti realmente comuni nel settore della difesa, nonché di un cambiamento di paradigma nella PSDC dell'UE che consenta all'UE di agire con decisione ed efficacia nel suo vicinato e sulla scena mondiale, salvaguardare i suoi valori, i suoi interessi e i suoi cittadini e promuovere i suoi obiettivi strategici; sottolinea l'importanza di presentare l'UE come un attore internazionale forte e unito, in grado di agire in modo più strategico e autonomo, difendersi da potenziali attacchi nemici e sostenere i suoi partner, nonché di garantire la pace, lo sviluppo sostenibile e la democrazia; pone in risalto l'estrema importanza che l'UE e i suoi Stati membri continuino a lavorare per creare una cultura strategica comune nel settore della sicurezza e della difesa; pone l'accento sulla necessità che gli Stati membri riflettano collettivamente sul futuro delle loro politiche e dottrine in materia di deterrenza come pure sul loro adattamento al mutevole contesto di sicurezza in Europa; sottolinea inoltre che, al fine di sviluppare politiche estere e di difesa coerenti, l'UE deve rafforzare le sue strutture democratiche e indipendenti, i suoi processi decisionali e la sua autonomia operativa;

9. accoglie con favore l'obiettivo della presidente della Commissione di avviare una nuova era della difesa e della sicurezza europee mediante la costruzione di una vera Unione europea della difesa; valuta positivamente la nomina di Andrius Kubilius, il primo commissario per la difesa e lo spazio, incaricato di collaborare con la VP/AR alla preparazione di un libro bianco sul futuro della difesa europea entro i primi cento giorni del suo mandato; sottolinea la necessità che l'UE e i suoi Stati membri, agendo per definire l'Unione europea della difesa, adottino misure prioritarie e preparino azioni future al fine di garantire la prontezza alla difesa dell'UE, in particolare per quanto riguarda la minaccia rappresentata dalla Russia, e rafforzino la deterrenza e potenzino le capacità operative quale strumento di difesa nei periodi di guerra, rispondendo nel contempo alle esigenze civili e umanitarie, sfruttando in tal modo il concetto di "duplice uso";

10. invita l'UE e i suoi Stati membri ad accelerare l'impegno previsto dalla dichiarazione di Versailles e ad assumere maggiori responsabilità nell'ambito della difesa e della sicurezza, anche migliorando l'autonomia strategica e rafforzando le capacità di difesa e deterrenza, specie lungo i confini orientali; sottolinea che la NATO e il partenariato transatlantico con gli Stati Uniti rimangono le pietre angolari della difesa collettiva europea e che l'UE e la NATO svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel sostenere la pace e la sicurezza internazionali; evidenzia la necessità che gli Stati membri e l'UE nel complesso intensifichino gli sforzi mediante investimenti congiunti più consistenti e mirati, appalti congiunti di prodotti per la difesa che siano in gran parte progettati e prodotti nell'UE e lo sviluppo di maggiori capacità congiunte, anche attraverso la messa in comune e la condivisione, rafforzando in tal modo le loro forze armate per scopi operativi nazionali, della NATO e dell'UE;

11. sostiene l'ambizione di consolidare il pilastro europeo all'interno della NATO e sottolinea che lo sviluppo di un'Unione europea della difesa dovrebbe andare di pari passo con l'approfondimento della cooperazione UE-NATO, sfruttando appieno le capacità uniche di ciascuna organizzazione;

12. pone in risalto la necessità di uno stretto coordinamento in materia di deterrenza e collaborazione tra l'UE e la NATO per quanto riguarda lo sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili e il rafforzamento delle capacità di produzione industriale; sottolinea che un pilastro europeo all'interno della NATO consiste in particolare nell'acquisizione congiunta di facilitatori strategici o di sistemi di armamenti strategici che sono spesso troppo costosi per un singolo Stato membro, come la capacità di rifornimento in volo, la capacità di comando e controllo, le armi ipersoniche, la difesa aerea a più livelli, le capacità di guerra elettronica e i sistemi di difesa aerea e missilistica; ritiene che il valore aggiunto europeo risieda nello sviluppo o nell'acquisto congiunto di questi facilitatori e sistemi di cui i singoli Stati membri dell'UE sono gravemente carenti; sottolinea che lo sviluppo delle capacità dell'UE rafforza il pilastro europeo all'interno della NATO e contribuisce di conseguenza alla sicurezza transatlantica; chiede l'istituzione di una conferenza periodica tra l'UE e la NATO per garantire uno stretto coordinamento e una forte complementarità tra gli sforzi di entrambe le organizzazioni e dei loro Stati membri nel rafforzare lo sviluppo delle capacità e gli armamenti, evitando nel contempo duplicazioni inutili e disfunzionali; invita la Commissione e il Consiglio a garantire che gli sforzi dell'UE nello sviluppo delle capacità di difesa siano coerenti con gli obiettivi del processo di pianificazione della difesa della NATO; chiede inoltre che tutto il sostegno a titolo dell'EPF alla fornitura di attrezzature sia effettuato in coordinamento con la NATO per una maggiore efficienza e per evitare inutili duplicazioni;

Rafforzare la sicurezza europea: sostenere l'Ucraina fornendo capacità militari per porre fine alla guerra di aggressione della Russia

13. ribadisce il suo fermo sostegno alla solidarietà dell'UE e dei suoi Stati membri nei confronti dell'Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia e alla fornitura in tempo utile di tutti i mezzi militari necessari all'Ucraina per difendersi, respingere le forze armate russe e ausiliarie, porre fine al conflitto, proteggere la sua sovranità e ripristinare la sua integrità territoriale entro i confini riconosciuti a livello internazionale; accoglie con favore gli impegni congiunti tra l'UE e l'Ucraina in materia di sicurezza e gli accordi bilaterali di sicurezza conclusi dall'Ucraina con diversi Stati membri; sottolinea che tali impegni e accordi si inseriscono in un più ampio pacchetto di garanzie di sicurezza per l'Ucraina coordinato a livello internazionale, che comprende inoltre l'avvio da parte del G7 di un quadro multilaterale per la negoziazione di impegni e accordi bilaterali in materia di sicurezza per l'Ucraina; ritiene che senza il deciso sostegno militare dell'UE l'Ucraina non sarà in grado di conseguire la vittoria contro la Russia; ribadisce con decisione il suo invito agli Stati membri dell'UE affinché rispettino tempestivamente gli impegni e forniscano all'Ucraina armi, aerei da combattimento, droni, sistemi di difesa aerea, sistemi d'arma e munizioni, compresi missili da crociera aviolanciati e sistemi terra-terra, e aumentino sensibilmente le relative quantità; prende atto dell'avvenuta consegna all'Ucraina di un milione di munizioni di artiglieria, come convenuto dal Consiglio nel marzo 2023, nonostante il deplorevole ritardo di nove mesi; riconosce i notevoli progressi nella capacità dell'UE di produrre munizioni di artiglieria, che contribuiscono alla preparazione e alla capacità dell'UE di sostenere l'Ucraina; sottolinea l'importanza di rafforzare le capacità antidroni dell'Ucraina quale elemento fondamentale per contrastare le minacce aeree e mantenere la sicurezza operativa; chiede la fornitura di attrezzature e competenze specializzate per consentire alle forze ucraine di identificare e tracciare rapidamente le attività ostili dei droni e di rispondervi in modo altrettanto rapido, garantendo una solida protezione delle infrastrutture sia militari che civili; invita gli Stati membri a revocare tutte le restrizioni che impediscono all'Ucraina di utilizzare sistemi d'arma occidentali contro obiettivi militari legittimi in territorio russo, conformemente al diritto internazionale; invita il Consiglio a impegnarsi a trasferire in Ucraina tutte le attrezzature militari e le munizioni confiscate nel corso delle operazioni e delle missioni dell'UE all'interno e all'esterno dell'Unione; ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell'UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all'Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo;

14. invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere l'Ucraina nell'ampliamento della coalizione internazionale a sostegno del piano per la vittoria e della formula di pace presentati dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky quale unica via percorribile per ripristinare la sovranità e l'integrità territoriale del paese sulla base del diritto internazionale, facendo così in modo che la Russia, la sua leadership e i suoi complici, in particolare il regime bielorusso, rispondano del fatto di aver intrapreso una guerra di aggressione contro l'Ucraina e di aver commesso crimini di guerra e il crimine di aggressione e garantiscano che la Russia corrisponda risarcimenti e altri pagamenti per gli ingenti danni causati in Ucraina; sottolinea che tutte le iniziative volte a porre fine al conflitto devono avere il sostegno dell'Ucraina e, in ultima analisi, del suo popolo;

15. invita la VP/AR a mobilitare un maggiore sostegno diplomatico per l'Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia, utilizzando l'intero spettro di strumenti diplomatici e incoraggiando gli Stati membri dell'UE a prendere in considerazione l'applicazione di sanzioni secondarie; deplora il fatto che nelle armi e nei relativi sistemi utilizzati dalla Russia contro l'Ucraina siano stati riscontrati alcuni componenti di origine occidentale e invita l'UE e gli Stati membri ad applicare le sanzioni in modo più rigoroso;

16. condanna fermamente il ruolo che la Corea del Nord svolge nel contribuire alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina formando truppe nordcoreane e dispiegandole in Russia affinché partecipino direttamente alla guerra o sostengano le forze armate russe; condanna inoltre con la massima fermezza il fatto che la Corea del Nord fornisca attrezzature militari e armi attivamente utilizzate sul campo di battaglia e sia coinvolta nell'elusione delle sanzioni; considera le azioni della Corea del Nord una palese violazione delle norme internazionali e mette in guardia contro il pericoloso e notevole rischio di escalation rappresentato da tali azioni per l'Europa e la più ampia comunità internazionale; sottolinea con forte preoccupazione il rischio che la Corea del Nord utilizzi il campo di battaglia in Ucraina come piattaforma per studiare tattiche di combattimento avanzate, inclusa la guerra con droni, con l'intenzione di applicare queste tecniche in potenziali conflitti futuri; esprime indignazione per il fatto che diversi altri Stati senza scrupoli, tra cui l'Iran, sostengono attivamente la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; condanna, a tale proposito, il trasferimento in Russia da parte dell'Iran di droni, munizioni e missili balistici Shahed, poiché ciò aumenta il rischio di un potenziale intervento militare da parte del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) nella guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; è fermamente convinto che l'UE e la comunità internazionale debbano rispondere con fermezza a tale situazione con una combinazione di misure diplomatiche, militari ed economiche e, soprattutto, fornendo maggiore sostegno all'Ucraina affinché rafforzi la sua difesa contro questa alleanza di Stati senza scrupoli costruita dalla Russia; sottolinea l'importanza di mantenere stretti contatti a tale riguardo con l'amministrazione statunitense 2025-2029;

17. sottolinea l'importanza dell'EPF, che ha contribuito in modo determinante alla fornitura di capacità militari e all'addestramento delle forze armate ucraine, agevolando nel contempo il coordinamento di tutte le parti interessate attraverso il meccanismo di coordinamento all'interno dello Stato maggiore dell'UE; accoglie con favore l'istituzione dell'apposito Fondo di assistenza per l'Ucraina nell'ambito dell'EPF e chiede un aumento delle risorse finanziarie per l'assistenza militare all'Ucraina attraverso tale strumento, offrendo nel contempo anche una prospettiva finanziaria a medio termine; esorta il governo ungherese a desistere immediatamente dagli sforzi tesi a ostacolare le azioni dell'UE a sostegno dell'Ucraina e a revocare il veto sulla proroga del periodo di rinnovo delle sanzioni dell'UE e sul sostegno militare all'Ucraina mediante l'EPF, compresi i rimborsi concordati agli Stati membri dell'UE per gli aiuti militari che hanno fornito; esprime profonda preoccupazione per il fatto che il veto del governo ungherese abbia bloccato l'apertura di una nuova tranche di spesa a sostegno delle forze armate ucraine e abbia impedito lo svincolo di 6,6 miliardi di EUR in rimborsi parziali agli Stati membri dell'UE che forniscono sostegno militare all'Ucraina; esorta il Consiglio e la VP/AR a trovare soluzioni innovative in grado di rimuovere questi ostacoli e compensare i tagli ai finanziamenti; incoraggia gli Stati membri a sviluppare inventari delle capacità militari prevedibili e basati su scenari reali che possano essere forniti nell'ambito dell'EPF per garantire che le capacità a breve termine siano mobilitate rapidamente dagli Stati membri e consegnate senza ritardi, e che la fornitura a lungo termine di capacità che aiutino l'Ucraina a ripristinare la deterrenza sia assicurata in un arco di tempo prevedibile, in coordinamento con i paesi terzi, ove necessario; apprezza il fatto che tutta l'assistenza militare e le forniture di armi a titolo dell'EPF siano state pienamente conformi alla posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi, al diritto internazionale in materia di diritti umani e al diritto umanitario, garantendo nel contempo una trasparenza e una responsabilità adeguate;

18. sottolinea l'esito del vertice NATO di Washington, che ha riaffermato che il futuro dell'Ucraina è nella NATO e che l'alleanza sostiene il diritto dell'Ucraina di scegliere le proprie disposizioni in materia di sicurezza e di decidere il proprio futuro, senza interferenze esterne; concorda sul fatto che sia l'UE che la NATO hanno dimostrato unità politica nella solidarietà e nell'impegno a sostenere l'Ucraina; ribadisce la sua convinzione che l'Ucraina stia seguendo un percorso irreversibile verso l'adesione alla NATO; plaude all'impegno degli alleati a favore di un'assistenza in materia di sicurezza a lungo termine per la fornitura di attrezzature, sostegno e addestramento militari all'Ucraina; riconosce il ruolo cruciale della NATO, della cooperazione UE-NATO e degli alleati della NATO, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, nel coordinare gli sforzi volti a sostenere militarmente l'Ucraina non solo attraverso la fornitura di armi, munizioni e attrezzature, ma anche di intelligence e dati;

19. accoglie con favore la decisione del Consiglio del 21 maggio 2024 che garantisce che i proventi netti derivanti dalle entrate straordinarie generate dagli attivi della Banca centrale russa congelati nell'UE, in conseguenza dell'attuazione delle misure restrittive dell'Unione, siano utilizzati per un ulteriore sostegno militare all'Ucraina, nonché per le sue capacità dell'industria della difesa e per la ricostruzione; accoglie con altrettanto favore l'accordo raggiunto con il Consiglio, che ha portato alla decisione del Consiglio del 23 ottobre 2024 di adottare un pacchetto di assistenza finanziaria, comprendente un prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria fino a 35 miliardi di EUR e l'istituzione di un meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina che utilizzerà i contributi raccolti dai proventi degli attivi congelati della Banca centrale russa e sosterrà l'Ucraina nel rimborso di prestiti fino a 45 miliardi di EUR dall'UE e dai suoi partner del G7; ricorda tuttavia che la mobilitazione di tale assistenza finanziaria avverrà a scapito dell'importo stanziato per il sostegno militare dell'UE tramite lo strumento per l'Ucraina, che ora beneficerà soltanto di un massimo del 15 % dei proventi derivanti dagli attivi congelati della Banca centrale russa;

20. accoglie con favore i risultati della missione di assistenza militare dell'UE a sostegno dell'Ucraina (EUMAM) che, ad oggi, ha addestrato più di 70 000 soldati ucraini sul territorio dell'Unione, rendendo così l'UE il principale fornitore di addestramento militare all'Ucraina e contribuendo in modo significativo al rafforzamento della capacità militare delle forze armate ucraine; prende atto del nuovo obiettivo di formare 75 000 soldati ucraini entro la fine dell'inverno 2024-2025; accoglie con favore la decisione del Consiglio dell'8 novembre 2024 di prorogare di due anni il mandato della missione; chiede che le risorse finanziarie, logistiche e umane dell'EUMAM siano ampliate e adattate all'evoluzione delle esigenze di formazione militare delle forze armate ucraine, anche nei settori della difesa aerea e marittima, nonché agli sforzi di riforma a lungo termine richiesti, in linea con gli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l'UE e l'Ucraina; accoglie con favore la forte partecipazione degli Stati membri all'EUMAM, che può essere considerata un modello per le future missioni di formazione militare, che promuove la deterrenza migliorando in modo significativo l'interoperabilità tra gli Stati membri e i partner, e invita gli Stati membri a dare prova di un'ambizione e di contributi analoghi in altre missioni e operazioni PSDC attuali e future; evidenzia che l'EUMAM dovrebbe altresì fungere da piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche per garantire anche alle forze europee di trarre vantaggio dagli insegnamenti tratti sul campo di battaglia dalle forze armate ucraine; accoglie con favore il lancio del programma NATO di assistenza e formazione in materia di sicurezza per l'Ucraina (NSATU), annunciato in occasione del vertice NATO di Washington, che coordina la fornitura di addestramento e attrezzature militari all'Ucraina da parte degli alleati e dei partner della NATO e fornisce sostegno logistico; sottolinea l'importanza di uno stretto coordinamento tra l'EUMAM e il NSATU;

21. elogia l'operato della missione consultiva dell'Unione europea in Ucraina (EUAM Ucraina) nell'attuazione, in circostanze difficili, del suo nuovo mandato rafforzato; invita l'UE provvedere affinché l'EUAM possa operare con personale finanziario, logistico ed esperto adeguato per soddisfare le esigenze dell'Ucraina e accoglie con favore la partecipazione di paesi terzi a tal fine; sottolinea l'importanza dell'EUAM e il suo ruolo in quanto presenza più significativa dell'UE sul campo, che fornisce consulenza strategica alle autorità di sicurezza nazionali e statali ucraine; evidenzia i compiti fondamentali dell'EUAM nella lotta alla criminalità organizzata e transfrontaliera, nel ripristino dei servizi pubblici nei territori liberati e nel sostegno alle indagini e al perseguimento dei crimini internazionali, sulla base della presenza e delle competenze dell'EUAM;

22. sottolinea l'importanza della cooperazione con l'industria della difesa ucraina e della sua graduale integrazione nella base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e, a tal fine, chiede che si tenga pienamente conto della difesa dell'Ucraina nella preparazione delle nuove iniziative legislative della Commissione volte a rafforzare l'EDTIB; sottolinea che è opportuno adottare misure concrete per l'integrazione dell'Ucraina nelle politiche e nei programmi di difesa dell'UE durante il processo di adesione, anche adattando le forze armate ucraine ai requisiti di capacità dell'UE e coinvolgendole in progetti e programmi di cooperazione industriale transfrontaliera in materia di tecnologia e difesa; accoglie con favore, a tale riguardo, l'apertura dell'Ufficio dell'UE per l'innovazione nel settore della difesa in Ucraina al fine di individuare le esigenze e le capacità ucraine in materia di innovazione nel settore della difesa, agevolare le iniziative congiunte e promuovere la cooperazione transfrontaliera tra i portatori di interessi dell'industria della difesa dell'UE e dell'Ucraina, così da fungere da punto focale per i partner ucraini, nonché da polo di coordinamento e informazione; accoglie con favore le iniziative in corso di diversi Stati membri dell'UE volte ad approfondire la cooperazione con l'Ucraina nel campo della ricerca nel settore della difesa e della produzione industriale e chiede di sfruttare ancora di più il potenziale di difesa innovativo dell'Ucraina per sviluppare armi e munizioni e accelerarne la produzione in stretta cooperazione con l'UE e altri partner occidentali, avvalendosi dei meccanismi di sostegno disponibili; invita le industrie militari degli Stati membri dell'UE a tenere fede all'impegno di stabilire una produzione militare in territorio ucraino;

23. evidenzia la necessità di rafforzare le capacità di sminamento all'interno dell'Ucraina per far fronte alla diffusa presenza di ordigni inesplosi e mine terrestri, nonché di sminare le acque marine dell'Ucraina nel Mar Nero; sostiene lo stanziamento di risorse dedicate a sostegno di una formazione completa in materia di sminamento, comprese tecniche avanzate di rilevamento e smaltimento; osserva che una maggiore capacità di sminamento non solo faciliterà operazioni militari più sicure, ma sosterrà anche la ripresa e la sicurezza delle aree civili colpite dalla guerra;

Unire le forze per aumentare le capacità di difesa

24. accoglie con favore l'ambizione stabilita nell'EDIS di conseguire la prontezza alla difesa dell'UE e dei suoi Stati membri e di rafforzare l'EDTIB; ritiene essenziale a tale riguardo la proposta della Commissione di istituire un programma per l'industria europea della difesa (EDIP); sostiene gli obiettivi di rafforzare la preparazione industriale dell'UE nel settore della difesa, migliorare la pianificazione congiunta della difesa e agevolare ulteriormente gli appalti congiunti da parte degli Stati membri, in linea con le priorità stabilite nel piano di sviluppo delle capacità (CDP) e i settori di cooperazione individuati nella revisione coordinata annuale sulla difesa, al fine di avviare progetti europei di interesse comune nel settore della difesa, in particolare nei settori delle capacità strategiche, come la difesa aerea e missilistica, nonché di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e l'accesso alle materie prime critiche e di prevenire carenze nella produzione di difesa; sostiene con forza l'idea di ricorrere prevalentemente alla cooperazione a livello dell'UE nel settore industriale europeo della difesa e sostiene gli obiettivi concreti quantificati per la cooperazione presentati nell'EDIS, che si concentrano nello specifico sugli appalti congiunti, in particolare invitando gli Stati membri ad acquistare almeno il 40 % dei materiali di difesa in modo collaborativo entro il 2030, a garantire che, entro il 2030, il valore degli scambi intra-UE nel settore della difesa rappresenti almeno il 35 % del valore del mercato della difesa dell'UE e ad acquistare almeno il 50 % dei loro investimenti nella difesa all'interno dell'UE entro il 2030 e il 60 % entro il 2035;

25. evidenzia l'importanza della cooperazione strutturata permanente (PESCO) per migliorare e armonizzare le capacità di difesa dell'UE; rileva nuovamente, con rammarico, che gli Stati membri continuano a non sfruttare appieno il quadro PESCO e che i risultati concreti nell'ambito dei 66 progetti in corso rimangono limitati; rileva inoltre con rammarico la mancanza di informazioni fornite al Parlamento in merito ai motivi della chiusura di sei progetti e ai loro possibili risultati; osserva che gli Stati membri partecipanti hanno concordato 20 impegni vincolanti al fine di raggiungere l'ambizione dell'UE in materia di difesa; ritiene che sia necessario procedere a una revisione approfondita dei progetti PESCO per quanto riguarda i risultati e le prospettive, al fine di razionalizzare l'attuale serie di progetti in una piccola serie di progetti prioritari, chiudendo nel contempo i progetti che non registrano progressi sufficienti; suggerisce di istituire un regime prioritario nell'ambito della PESCO al fine di affrontare efficacemente le carenze e le priorità individuate in termini di capacità;

26. accoglie con favore la proposta della Commissione per un EDIP; prende atto con preoccupazione della valutazione della Corte dei conti europea secondo cui la dotazione finanziaria dell'EDIP è insufficiente rispetto ai suoi obiettivi e ribadisce pertanto il suo invito a garantire i finanziamenti necessari per la difesa; sottolinea che saranno necessari notevoli sforzi di bilancio affinché l'EDIP abbia un effetto significativo sul sostegno militare all'Ucraina, sullo sviluppo di un'autentica capacità di difesa dell'UE e sulla competitività dell'EDTIB; accoglie con favore la revisione del CDP realizzata nel 2023; si rammarica dei limitati progressi compiuti nello sviluppo delle capacità dall'adozione del primo CDP nel 2008; invita gli Stati membri a intensificare sensibilmente gli sforzi congiunti per conseguire progressi sostanziali in modo tempestivo, facendo un uso pieno e coerente degli strumenti dell'UE, tra cui il Fondo europeo per la difesa (FED), la PESCO e la revisione coordinata annuale sulla difesa, nonché gli strumenti presentati nella proposta EDIP;

27. accoglie con favore gli sforzi congiunti intrapresi finora per rafforzare la prontezza alla difesa dell'UE mediante misure che rafforzino e sostengano l'adattamento dell'EDTIB, in particolare attraverso i regolamenti EDIRPA e ASAP, e ne chiede la rapida attuazione; si rammarica che la dotazione finanziaria dell'EDIRPA rimanga limitata e sottolinea che il ruolo dell'ASAP in relazione all'ambizione di fornire all'Ucraina un milione di munizioni è stato ostacolato dall'obiezione del Consiglio ai suoi elementi normativi;

28. accoglie con favore gli sforzi e gli investimenti finora compiuti dalle imprese dell'EDTIB per rafforzare la capacità industriale, anche con il sostegno degli strumenti dell'UE; evidenzia che un ulteriore e duraturo rafforzamento della capacità dell'EDTIB richiede innanzitutto ordini da parte degli Stati membri, che dovrebbero essere eseguiti congiuntamente al fine di garantire la prontezza alla difesa dell'Unione, migliorare l'interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri e realizzare economie di scala, sfruttando così al meglio il denaro dei contribuenti dell'UE; invita di conseguenza gli Stati membri a intensificare gli sforzi in materia di appalti congiunti in linea con le lacune di capacità individuate nell'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e con le priorità in termini di capacità del CDP; sottolinea che appalti congiunti efficaci per quanto riguarda i progetti di sviluppo, soprattutto nel quadro del FES, richiedono una definizione congiunta dei requisiti militari dei rispettivi sistemi al fine di conseguire adeguate economie di scala; invita la Commissione, a tale proposito, ad avvalersi delle competenze del comitato militare dell'UE per elaborare tale definizione congiunta al fine di garantire la coerenza militare a livello industriale; invita gli Stati membri a condurre appalti congiunti con l'obiettivo di costruire catene del valore paneuropee distribuendo la produzione in tutta l'Unione e aumentando in tal modo l'attrattiva economica degli appalti congiunti, creando nel contempo ridondanze strategiche delle capacità di produzione per una maggiore resilienza in caso di conflitto armato; invita inoltre gli Stati membri e la Commissione a puntare a un ulteriore rafforzamento dei meccanismi di aggiudicazione congiunta e a un coordinamento sufficiente da parte dell'Agenzia europea per la difesa;

29. sottolinea la necessità di sostenere ulteriormente la transizione dei progetti di sviluppo verso soluzioni commerciabili e accoglie con favore la disposizione contenuta nella proposta sull'EDIP a tale riguardo; deplora l'inutile e disfunzionale duplicazione degli sforzi per quanto riguarda i progetti sul futuro carro armato da combattimento e sull'intercettore ipersonico; esprime preoccupazione per il fatto che tali duplicazioni contrastino con l'ambizione, stabilita nell'EDIS, di ricavare il 60 % delle acquisizioni dall'EDTIB entro il 2035, in quanto la dispersione delle risorse allungherà i tempi necessari per conseguire soluzioni commercializzabili, portando quindi molto probabilmente ad acquisizioni dagli Stati Uniti; deplora inoltre i crescenti ritardi dei progetti sulle capacità essenziali, in particolare il progetto franco-tedesco sul sistema principale di combattimento terrestre (Main Ground Combat System) e il progetto franco-tedesco-spagnolo sul futuro sistema aereo di combattimento (Future Combat Air System), che comportano a loro volta il rischio di portare a future acquisizioni di soluzioni statunitensi; sottolinea che dovrebbero essere sfruttate tutte le possibili sinergie con il FED evitando la duplicazione degli sforzi;

30. insiste sulla necessità di garantire la coerenza dei risultati tra i rispettivi processi di pianificazione dello sviluppo delle capacità dell'UE e della NATO; chiede di migliorare l'interoperabilità delle attrezzature militari degli Stati membri dell'UE e degli alleati della NATO e di promuovere la cooperazione industriale garantendo che le future norme giuridiche dell'UE per i componenti e le munizioni dei prodotti della difesa si basino sulle norme della NATO; sottolinea che i progetti europei di interesse comune nel settore della difesa, quali definiti nella proposta EDIP, dovrebbero essere attuati in stretto coordinamento con la NATO;

31. evidenzia la necessità vitale di superare la frammentazione del panorama industriale della difesa dell'UE e di conseguire infine la piena attuazione del mercato interno dei prodotti per la difesa dell'UE, dal momento che l'attuale struttura comporta inutili duplicazioni e il moltiplicarsi di inefficienze negli investimenti nella difesa e nel loro utilizzo, oltre a ostacolare strutturalmente il rafforzamento della prontezza alla difesa; esprime preoccupazione per il fatto che il mercato interno dei prodotti per la difesa sia ancora compromesso da un'applicazione non sufficientemente armonizzata delle sue norme da parte degli Stati membri e da un uso sproporzionato dell'esenzione di cui all'articolo 346 TFUE; appoggia la richiesta di creare un vero mercato unico per i prodotti e i servizi per la difesa, come illustrato anche nella relazione Niinistö; evidenzia la necessità di un quadro normativo aggiornato ed efficace volto a ridurre gli ostacoli all'ingresso sul mercato dei prodotti per la difesa, a consentire il consolidamento industriale dell'UE nel settore della difesa e a permettere alle imprese dell'UE di sfruttare appieno il potenziale commerciale, incoraggiando l'innovazione e una cooperazione transfrontaliera e civile e militare sempre più agevole, promuovendo la produzione, aumentando la sicurezza dell'approvvigionamento e garantendo investimenti pubblici più intelligenti ed efficienti nell'EDTIB; sottolinea, al contempo, l'importanza di mantenere una concorrenza proficua tra i diversi concorrenti e di evitare oligopoli in cui i singoli fornitori possono determinare liberamente i prezzi e la disponibilità dei beni per la difesa; invita la Commissione a presentare proposte per il completamento del mercato interno della difesa dell'UE basate, in particolare, sulla valutazione delle norme dell'Unione in materia di appalti nel settore della difesa e di trasferimento dei prodotti per la difesa, nonché sull'individuazione e l'analisi delle limitazioni e delle lacune dell'attuale quadro giuridico; invita inoltre la Commissione a formulare suggerimenti per un'interpretazione dell'articolo 346 TFUE in linea con l'attuale realtà di un'architettura di sicurezza interdipendente nell'UE; chiede di migliorare l'attuazione della direttiva 2009/81/CE relativa agli appalti sensibili nel settore della difesa e della sicurezza[25] e della direttiva 2009/43/CE relativa ai trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa (direttiva sui trasferimenti)[26] e, ove necessario, alla luce dell'EDIS, di presentare proposte di revisione di tali direttive;

32. sottolinea l'importanza di garantire uno sforzo equilibrato tra il rafforzamento delle attuali capacità industriali degli Stati membri in materia di armamenti nel breve e medio termine e il sostegno alla ricerca e allo sviluppo (R&S) di attrezzature militari e armamenti nuovi e innovativi adeguati alle esigenze attuali e future delle forze armate degli Stati membri e alle capacità di difesa dell'UE, come quelle richieste dalle missioni e operazioni PSDC e dalla capacità di dispiegamento rapido dell'UE; evidenzia che dovrebbe essere data priorità al mantenimento e al rafforzamento del vantaggio tecnologico attraverso progetti strategici mirati quale elemento chiave di deterrenza nei confronti dei nostri avversari e concorrenti; sottolinea l'importanza di includere tutti gli Stati membri nelle strategie di sicurezza e di difesa, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo dell'industria della difesa;

33. sottolinea la necessità di sviluppare una politica efficace in materia di armamenti a livello dell'UE che includa la creazione di una dimensione commerciale esterna funzionante ed efficace, miri a sostenere i partner che si trovano ad affrontare minacce da parte di regimi autoritari aggressivi e impedisca la fornitura di armi a regimi aggressivi non democratici in linea con gli otto criteri esistenti dell'UE; sottolinea la necessità di superare l'interpretazione molto restrittiva e nazionale dell'articolo 346 TFUE a tale riguardo;

34. sottolinea che la cooperazione con i partner internazionali nel settore della difesa dovrebbe essere limitata a partner che condividono gli stessi principi e non dovrebbe violare gli interessi di sicurezza e difesa dell'UE e dei suoi Stati membri; ricorda che la dipendenza da fornitori ad alto rischio di prodotti critici con elementi digitali rappresenta un rischio strategico che dovrebbe essere affrontato a livello dell'UE; invita le autorità competenti degli Stati membri a riflettere su come ridurre tali dipendenze e a effettuare una valutazione e un riesame immediati degli investimenti cinesi esistenti nelle infrastrutture critiche, tra cui le reti elettriche, le reti di trasporto e i sistemi di informazione e comunicazione, al fine di individuare eventuali vulnerabilità che potrebbero incidere sulla sicurezza e sulla difesa dell'Unione;

35. accoglie con favore il regolamento dell'UE sugli investimenti esteri diretti; sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente le procedure di controllo degli IED integrando norme in materia di dovuta diligenza per individuare i casi in cui i governi degli Stati esercitano un effetto leva sugli investitori nelle infrastrutture critiche dell'UE, come i porti europei, e nei cavi sottomarini nel Mar Baltico, nel Mediterraneo e nell'Artico in modi che violerebbero gli interessi di sicurezza e di difesa dell'Unione e dei suoi Stati membri, come stabilito nel quadro della PESC a norma del titolo V TUE; sottolinea che tale approccio dovrebbe essere applicato anche ai paesi candidati; ritiene che sia necessaria un'ulteriore legislazione per proteggere efficacemente la sicurezza della catena di approvvigionamento delle TIC europee dai fornitori ad alto rischio e per proteggere dai furti di proprietà intellettuale favoriti dall'informatica; chiede l'istituzione di un quadro europeo finalizzato a una regolamentazione rigorosa e alla definizione di norme e condizioni minime per l'esportazione di proprietà intellettuale e tecnologie essenziali per la sicurezza e la difesa dell'Unione, compresi i beni a duplice uso;

Ricerca e sviluppo in materia di tecnologie e attrezzature di difesa

36. è favorevole a un aumento significativo degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della difesa, con particolare attenzione alle iniziative di collaborazione, così da rafforzare la leadership dell'UE in ambito tecnologico e la sua competitività nel settore della difesa e garantire ricadute nel mercato civile; rileva a questo proposito che, nel 2022, gli Stati membri hanno investito circa 10,7 miliardi di EUR in ricerca e sviluppo nel settore della difesa; sottolinea che il progresso tecnologico in settori critici – aereo, terrestre, marittimo, spaziale e ciberspaziale – necessita di investimenti stabili e a lungo termine in tutti gli Stati membri per stare al passo con la rapida innovazione globale;

37. sottolinea la necessità che gli strumenti di ricerca e sviluppo dell'UE e i relativi finanziamenti siano utilizzati nel modo più efficace possibile per affrontare tempestivamente le lacune e le priorità in termini di capacità, come indicato nell'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e nel CDP; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad allineare i progetti e i finanziamenti del FED alle urgenti esigenze dell'UE in termini di capacità, e a definire le priorità al riguardo in base a dette esigenze, nonché a concentrarsi sulle attività di ricerca più pertinenti e promettenti; invita inoltre la Commissione ad avviare una revisione approfondita del FED in vista di uno strumento finanziario di follow-up rivisto per il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP); invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare, in sede di attuazione dei pertinenti fondi dell'UE, un approccio che integri una bassa impronta energetica, ambientale e di carbonio fin dalla progettazione, e a riferire periodicamente sui progressi compiuti; ricorda che le azioni di ricerca e sviluppo possono essere indirizzate verso soluzioni intese a migliorare l'efficienza, ridurre l'impronta di carbonio e stabilire migliori pratiche sostenibili; accoglie con favore l'investimento di 133 milioni di EUR previsto nel primo programma di lavoro annuale, ma osserva che esso rappresenta solo l'11 % del bilancio annuale complessivo del FED; ricorda il ruolo di NextGenerationEU nell'azione per il clima e invita gli Stati membri a utilizzare le risorse dei loro piani nazionali di ripresa per investire nella sostenibilità delle infrastrutture militari;

Tecnologie a duplice uso e tecnologie emergenti e di rottura

38. sottolinea la necessità di una maggiore intraprendenza dell'UE nel sostenere investimenti nelle tecnologie a duplice uso, applicabili sia in contesti civili che militari, come mezzo per rafforzare la resilienza dell'UE rispetto alle minacce ibride ed emergenti; evidenzia che è necessario sostenere, in particolare, la sperimentazione di prototipi di nuovi prodotti e concentrarsi sulle nuove tecnologie in stretta collaborazione con gli esperti ucraini in ambito tecnologico e della difesa; sottolinea l'importanza di garantire la sostenibilità finanziaria delle imprese che investono in tali innovazioni, comprese le piccole e medie imprese (PMI); sostiene la promozione della commercializzazione civile di tali tecnologie come modalità per ampliare le opportunità di mercato e rafforzare la base industriale europea potenziando le sinergie tra lo sviluppo militare e quello civile;

39. sottolinea l'importante ruolo svolto nel settore della difesa dalle tecnologie di rottura emergenti, quali l'intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, il cloud computing e la robotica; sottolinea che per sviluppare e sfruttare tali tecnologie nel settore della difesa sono necessari ulteriori investimenti e ricerche coordinati dall'UE, cosicché i fornitori di attrezzature di difesa dell'Unione possano rimanere all'avanguardia nell'innovazione; osserva che, visti i lunghi cicli di attuazione previsti dal regolamento che istituisce il FED, la Commissione non finanzia tempestivamente i progetti di ricerca; chiede pertanto un approccio più flessibile e più rapido per i progetti di ricerca sulle tecnologie emergenti e di rottura, che rispecchi il ritmo incalzante degli sviluppi in tale settore sulla base delle attività del polo di innovazione nel settore della difesa dell'Agenzia europea per la difesa e del lavoro dell'agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzati nell'ambito della difesa (DARPA); chiede inoltre che l'UE svolga un ruolo di primo piano nella promozione della ricerca sulle applicazioni dell'intelligenza artificiale in campo militare e nell'elaborazione di quadri di governance per lo sviluppo e l'uso responsabili di tale tecnologia;

40. invita nuovamente la Commissione a condividere con il Parlamento un'analisi dettagliata dei rischi legati all'uso improprio, da parte dei nostri avversari, di tecnologie quali i semiconduttori, il calcolo quantistico, le blockchain, lo spazio, l'intelligenza artificiale e le biotecnologie, compresa la genomica, nonché l'elenco di azioni proposte dall'UE in questi settori, conformemente alla strategia europea per la sicurezza economica; esprime preoccupazione per il ruolo svolto da imprese militari cinesi nella raccolta di dati genetici di cittadini dell'UE;

Le PMI del settore della difesa

41. ribadisce che le PMI di tutta l'Unione attive nel settore della difesa sono il fulcro dell'industria e delle catene di approvvigionamento europee nell'ambito della difesa e sono fondamentali per l'innovazione in tale ambito, e sottolinea la necessità di fornire sostegno alle PMI e in particolare alle start-up del settore della difesa e del duplice uso; sottolinea che l'EDIS e l'EDIP devono garantire condizioni di parità a tutti gli attori dell'industria della difesa in tutta l'Unione e promuovere la cooperazione tra le imprese più grandi e quelle più piccole di tutti gli Stati membri, facendo in modo che il settore non sia dominato da grandi imprese di un numero limitato di Stati membri; incoraggia gli Stati membri a offrire alle PMI attive nel settore europeo della difesa speciali opportunità di partecipazione alle gare d'appalto attraverso misure quali la creazione di un elenco di imprese previamente approvato per facilitare un processo di assegnazione più rapido, l'introduzione nel processo di appalto di imprese di private equity che investono nelle PMI, il sostegno alla crescita delle PMI attraverso l'incubazione e l'investimento di capitali, la semplificazione della presentazione di offerte per i contratti e l'attuazione di misure interne intese a ridurre il tempo necessario per elaborare i dettagli dei contratti;

Mobilità militare

42. sottolinea l'importanza di sviluppare, mantenere e proteggere le infrastrutture necessarie a garantire la mobilità militare rapida ed efficiente delle nostre forze armate in tutti gli Stati membri; pone l'accento sulla necessità di garantire la resilienza delle infrastrutture critiche che consentono la mobilità militare e la fornitura di servizi essenziali; riconosce che la logistica militare può contribuire alla deterrenza segnalando lo stato di preparazione militare complessiva dell'UE;

43. sottolinea l'urgente necessità di potenziare sensibilmente la mobilità militare e di investire notevolmente in tale ambito privilegiando gli investimenti, eliminando le strozzature e sopperendo ai collegamenti mancanti; evidenzia, a tale proposito, l'importanza di attuare rapidamente progetti e misure normative conformemente al piano d'azione dell'UE sulla mobilità militare 2.0; sostiene i nuovi investimenti strategici nelle infrastrutture civili e militari, quali porti, aeroporti e autostrade, che consentiranno anche un agevole trasferimento di unità e forniture militari, comprese le forze di reazione rapida, attrezzature pesanti, beni e aiuti umanitari;

44. invita la Commissione a elaborare un approccio integrato alla mobilità e alla logistica militari che permetta di rispettare l'impegno del Consiglio di rimuovere tutti i restanti ostacoli entro il 2026 e che coincida con investimenti molto più elevati dell'UE negli aspetti fondamentali della mobilità militare; chiede inoltre che il prossimo QFP includa adeguati finanziamenti dell'UE per i progetti di mobilità militare in corso e per quelli che saranno necessari; invita gli Stati membri ad adoperarsi ulteriormente per semplificare e armonizzare le procedure di mobilità militare e accorciare i tempi di concessione delle autorizzazioni, onde consentire agli Stati membri di intervenire più rapidamente e di fornire risposte più efficaci, in linea con le rispettive esigenze e responsabilità in materia di difesa, sia nel contesto delle missioni e delle operazioni PSDC che nell'ambito delle attività nazionali e multinazionali; incoraggia gli Stati membri a utilizzare l'accordo PESCO sulla mobilità militare concluso con i paesi terzi come modello per la partecipazione dei paesi partner, ponendo l'accento sull'adeguamento dei progetti PESCO alle esigenze delle missioni PSDC;

Una bussola strategica aggiornata: promuovere una visione strategica e una coerenza comuni e migliorare il processo decisionale dell'UE in materia di difesa all'interno del quadro istituzionale dell'UE

Bussola strategica

45. sottolinea che, da quando gli Stati membri hanno adottato la bussola strategica nel marzo 2022, gli sviluppi e le minacce geopolitici hanno continuato a evolversi rapidamente; chiede, pertanto, una revisione della valutazione congiunta globale delle minacce prevista dalla bussola strategica, in base alla quale stabilire le priorità d'azione dell'UE; ritiene che tale esercizio di revisione debba servire a definire una visione comune sulle carenze di capacità a livello europeo, che dovrebbero essere colmate mediante programmi, fondi, progetti e strumenti bilaterali, multinazionali o europei, e a stabilire i tempi entro i quali ciò dovrebbe avvenire; invita inoltre la Commissione e la VP/AR a presentare, ove necessario, misure aggiornate per la bussola strategica a seguito di detta revisione, che servano da base per la preparazione del Libro bianco sul futuro della difesa europea; ribadisce che è possibile conseguire gli obiettivi e i traguardi ambiziosi della bussola strategica solo con un'adeguata volontà e azione politica degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE; sottolinea la necessità di coerenza e compatibilità tra la bussola strategica e il concetto strategico della NATO;

46. invita la Commissione e il SEAE a garantire che la tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa sia pienamente attuata e migliorata nel contesto dell'aggiornamento delle misure della bussola strategica; chiede che i termini per la revisione della tabella di marcia siano riesaminati e, in particolare, che gli obiettivi generali siano riveduti molto prima del 2030; invita gli Stati membri a mettere a punto strutture nazionali a sostegno dei suddetti obiettivi; sollecita la VP/AR a proporre agli Stati membri un programma d'azione comprendente le misure prioritarie presentate nella tabella di marcia che possono essere attuate nel breve termine;

Governance della difesa: consolidare il quadro istituzionale e il processo decisionale dell'UE nei settori della difesa e della sicurezza

47.  suggerisce che il Consiglio riveda gli assetti istituzionali dei suoi organi decisionali competenti in materia di difesa e sicurezza e prenda in considerazione l'istituzione di un nuovo organo decisionale permanente composto dai ministri della Difesa degli Stati membri, senza pregiudicare la ripartizione delle competenze in materia all'interno dei ministeri nazionali;

48. sottolinea che per un'efficace cooperazione a livello dell'UE nel settore della sicurezza e della difesa, e per risposte rapide e coordinate alle sfide in materia di sicurezza, è necessaria la coerenza tra le diverse strutture del Consiglio e della Commissione; evidenzia inoltre la necessità di prevenire le sovrapposizioni, garantire investimenti pubblici efficienti, affrontare le carenze critiche in materia di capacità e sviluppare strategie di sicurezza coerenti in relazione ai partner, ai paesi terzi e alle varie regioni del mondo, sia nei processi di elaborazione delle politiche che nelle iniziative attuali e future; prende atto della ripartizione poco chiara dei portafogli e della potenziale sovrapposizione di competenze tra i commissari nel settore della sicurezza e della difesa a seguito della creazione della carica di commissario per la difesa e lo spazio, e invita pertanto la Commissione a delineare chiaramente le competenze dei commissari in tale settore; invita la Commissione a effettuare una revisione interna delle sue varie strutture, tra cui la direzione generale per l'Industria della difesa e lo spazio (DG DEFIS) e l'Agenzia europea per la difesa, e dei loro mandati, al fine di garantire la complementarità e un'amministrazione efficiente delle iniziative attuali e future nell'ambito della PSDC; invita gli Stati membri e la Commissione a destinare ulteriori risorse finanziarie e umane al SEAE affinché quest'ultimo possa svolgere efficacemente il proprio ruolo di servizio diplomatico dell'UE alla luce del contesto geopolitico altamente competitivo e dell'aumento del carico di lavoro che negli ultimi anni grava sulle sue capacità limitate;

49. ribadisce che, per diventare un attore geopolitico credibile, l'UE dovrebbe riformare il processo decisionale in materia di PESC/PSDC e sottolinea, a tale proposito, che dovrebbero essere prese in considerazione riflessioni istituzionali sulla revoca del requisito dell'unanimità in tale processo; ricorda che il trattato sull'Unione europea prevede già diverse forme istituzionali di cooperazione nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, e osserva con rammarico che la possibilità di un'azione rapida in questo ambito, come previsto dalle "clausole passerella" del TUE, è stata sfruttata in misura molto limitata; invita il Consiglio a prendere in considerazione tutte le possibilità per rafforzare e approfondire il suo processo decisionale in materia di PESC/PSDC al fine di sfruttare il potenziale inutilizzato dei trattati; chiede nuovamente al Consiglio di passare gradualmente al voto a maggioranza qualificata per le decisioni sulla PESC e sulla PSDC, almeno negli ambiti privi di implicazioni militari; suggerisce inoltre al Consiglio di perseguire il pieno utilizzo delle "clausole passerella" e dell'ambito di applicazione degli articoli che rafforzano la solidarietà e l'assistenza reciproca dell'UE in caso di crisi;

50. ribadisce con forza il proprio invito a rafforzare la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) dell'UE e a renderla pienamente operativa, anche attraverso la messa a disposizione di locali adeguati, personale, comando e controllo rafforzati e sistemi di comunicazione e informazione efficaci per tutte le missioni e le operazioni PSDC; sottolinea la necessità di ottenere risultati tempestivi in relazione all'MPCC, data l'ambizione della bussola strategica secondo cui l'MPCC dovrebbe fungere da struttura di comando e controllo privilegiata dell'UE, capace di pianificare e condurre tutte le missioni militari non esecutive e due operazioni esecutive su piccola scala o una operazione esecutiva su media scala, nonché esercitazioni reali; sottolinea la necessità che l'MPCC agevoli le sinergie tra strumenti civili e militari, e chiede che nel lungo termine vengano istituiti a livello europeo quartieri generali civili e militari congiunti che uniscano strumenti civili e militari al fine di sfruttare appieno l'approccio integrato dell'UE alla gestione delle crisi, dalla pianificazione strategica all'esecuzione effettiva della missione o dell'operazione; ritiene che la capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) dell'UE dovrebbe valutare come proteggere da molteplici minacce ibride le forze schierate e come condurre operazioni avanzate a un livello di rischio molto più elevato rispetto a quello attuale; invita la Commissione, il SEAE, l'MPCC, la CPCC, il comitato militare dell'UE e lo Stato maggiore dell'UE a promuovere una nuova cultura della comprensione tra i partner civili e militari, a sviluppare la cooperazione interforze e a garantire il trasferimento delle migliori pratiche in materia di pianificazione delle missioni e dei concetti associati, anche mediante lo sviluppo di un modello di elaborazione e condivisione delle migliori pratiche;

51. ribadisce di essere pienamente favorevole a che la capacità di dispiegamento rapido raggiunga la piena capacità operativa al più tardi nella prima metà del 2025, con almeno 5 000 soldati disponibili per compiti di soccorso ed evacuazione, operazioni iniziali di ingresso e stabilizzazione o rafforzamento temporaneo delle missioni; osserva che i gruppi tattici dell'UE, che non sono mai stati dispiegati nonostante siano operativi dal 2007, saranno parte integrante del più ampio quadro di capacità di dispiegamento rapido dell'UE; accoglie con favore la pianificazione e la realizzazione di esercitazioni reali nel quadro della capacità di dispiegamento rapido e invita a proseguire tali iniziative;

52. ritiene che la capacità di dispiegamento rapido sia un elemento fondamentale per raggiungere il livello di ambizione dell'UE e ritiene che dovrebbero esserle gradualmente assegnate truppe e forze supplementari, in linea con l'obiettivo primario di Helsinki del 1999; ritiene che sarebbe sensato utilizzare il processo del Libro bianco per avviare una discussione sulla creazione di ulteriori unità militari multinazionali permanenti dell'UE che potrebbero svolgere compiti complementari a quelli della capacità di dispiegamento rapido; sottolinea la necessità di collaborare ulteriormente con la NATO per istituire la capacità di dispiegamento rapido, in conformità con il principio della riserva unica di forze;

53. invita nuovamente gli Stati membri a tenere conto degli aspetti pratici dell'attuazione dell'articolo 44 TUE in occasione dell'entrata in funzione della capacità di dispiegamento rapido e in altre missioni PSDC pertinenti, onde consentire a un gruppo di Stati membri che lo desidera, e che ne è capace, di pianificare e condurre una missione o un'operazione nel quadro dell'UE, agevolando in tal modo la rapida attivazione della capacità di dispiegamento rapido; invita gli Stati membri a impegnarsi a ridurre considerevolmente e in tempi rapidi le gravi lacune in termini di facilitatori strategici, in particolare quelli legati alla capacità di dispiegamento rapido, come il trasporto aereo strategico, i sistemi di comunicazione e informazione sicuri, la strumentazione medica, le capacità di ciberdifesa, l'intelligence e la ricognizione; invita il commissario per la difesa e lo spazio a valutare la possibilità di includere, nei suoi progetti di difesa europei di interesse comune, iniziative volte a fornire i necessari facilitatori strategici che agevolerebbero le missioni e le operazioni PSDC e la capacità di dispiegamento rapido;

Aumentare le risorse destinate alla politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE

54. si rallegra dell'aumento dei bilanci e degli investimenti nella difesa da parte degli Stati membri e dell'aumento, seppur modesto, del bilancio dell'UE destinato alla PSDC nel 2024; è fermamente convinto che, alla luce delle minacce per la sicurezza senza precedenti, tutti gli Stati membri dell'UE debbano raggiungere con urgenza un livello di spesa per la difesa, in percentuale del loro PIL, notevolmente superiore all'attuale obiettivo della NATO del 2 %; riconosce che 23 dei 32 alleati della NATO, tra cui 16 paesi membri sia dell'UE che della NATO, avrebbero dovuto raggiungere l'obiettivo di spesa per la difesa fissato dalla NATO pari al 2 % del loro PIL entro la fine del 2024; sottolinea che tale numero è aumentato di sei volte rispetto al 2014, anno in cui è stato fissato l'obiettivo di spesa; osserva che, in virtù degli attuali sconvolgimenti geopolitici e della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, l'attuale bilancio dell'UE per la sicurezza e la difesa non è all'altezza delle sfide da affrontare nel breve e lungo termine; raccomanda che gli Stati membri aumentino ulteriormente gli investimenti nel settore della difesa, in particolare per l'approvvigionamento congiunto delle capacità di difesa, alla luce del fabbisogno stimato di 500 miliardi di EUR di investimenti nel settore della difesa entro il 2035 e sulla base dell'analisi continua delle esigenze e delle carenze in termini di capacità, e sostiene pienamente gli obiettivi fissati a tale riguardo nell'ambito dell'EDIS;

55. invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare una discussione aperta sulla base, tra le altre cose, delle raccomandazioni presentate da Mario Draghi e Sauli Niinistö nelle rispettive relazioni, anche in merito all'aumento delle risorse destinate alla sicurezza e alla difesa nel prossimo QFP, all'esame di tutte le opzioni di finanziamento efficaci per raggiungere tale obiettivo e all'unione a livello dell'UE di una parte dei bilanci nazionali per la difesa al fine di generare economie di scala; invita inoltre gli Stati membri a modificare il processo di finanziamento dell'EPF per garantire un sostegno adeguato e sostenibile ai partner e agli alleati, allineandolo nel contempo alle missioni e alle operazioni PSDC; chiede che venga elaborata una strategia per la creazione di centri di eccellenza in diverse regioni dell'UE, senza duplicare il lavoro della NATO in questo ambito, al fine di promuovere l'innovazione e la partecipazione di tutti gli Stati membri garantendo che le capacità e le conoscenze specializzate di ciascuno Stato membro contribuiscano a una base industriale della difesa più coesa e integrata;

56. ricorda che gli obiettivi di solidarietà, coesione e convergenza dell'UE si applicano anche alla difesa; evidenzia che i mezzi finanziari necessari per ricostruire ed espandere le nostre capacità di difesa nel decennio a venire incideranno in misura significativa sulla solidità e sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, e che pertanto è necessario garantire cooperazione e coordinamento a livello dell'UE attraverso un'autentica politica economica per la difesa; sottolinea che l'aumento degli investimenti nel settore della difesa non dovrebbe entrare in concorrenza con altre priorità di investimento, compresa la coesione sociale; ricorda inoltre che gli orientamenti finanziari dovrebbero essere ancorati a un approccio alla resilienza per l'intera società, pertanto devono essere ampiamente sostenuti dai cittadini europei e tale sostegno deve essere sostenibile nel lungo termine; sottolinea che l'onere finanziario deve quindi essere ripartito equamente, soprattutto tra le imprese redditizie che già beneficiano di partecipazioni pubbliche o di aiuti di Stato; evidenzia inoltre che la spesa pubblica dovrebbe essere integrata da maggiori finanziamenti privati; invita la Commissione a riflettere sui possibili scenari fiscali che consentirebbero una ripartizione più equa dell'onere finanziario e limiterebbero le perturbazioni della concorrenza nell'ambito dell'EDTIB indotte dagli aiuti di Stato e dalle procedure di appalto distorsive del mercato;

57. chiede che il prossimo QFP fornisca realmente i mezzi per costruire una vera Unione della difesa; sostiene le proposte volte a fornire ingenti investimenti finanziari dell'UE nel settore della difesa europea e a stimolare la ricerca e l'innovazione tecnologica, nonché i progetti a duplice uso, nell'industria europea della difesa, rafforzandone in tal modo la competitività e promuovendo progressi che contribuiscano sia alla sicurezza che alla crescita economica sostenibile; sottolinea che gli investimenti nel settore della difesa a titolo del bilancio dell'UE dovrebbero solo integrare, ma non sostituire, gli sforzi finanziari degli Stati membri, soprattutto in virtù dell'ambizione dei paesi che fanno parte sia dell'UE che della NATO di investire il 2 % del loro PIL nella difesa; invita gli Stati membri ad anticipare la revisione della portata e della determinazione delle spese comuni per rafforzare la solidarietà e incoraggiare la partecipazione alle missioni e alle operazioni PSDC, insieme alla revisione delle spese legate alle esercitazioni, conformemente alla bussola strategica;

58. esprime preoccupazione per la mancanza dei tanto necessari finanziamenti privati per l'EDTIB, in particolare per le PMI, e ritiene che tale carenza possa derivare dalla mancanza di contratti pubblici a lungo termine o da un'interpretazione eccessivamente restrittiva dei criteri ambientali, sociali e di governance;  accoglie pertanto con favore la precisazione fornita dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati il 14 maggio 2024, secondo cui l'accesso ai fondi è vietato automaticamente solo alle imprese che trattano armi vietate a norma del diritto internazionale; accoglie con favore le proposte contenute nella relazione Niinistö per evitare la frammentazione della spesa per la difesa, combinare i flussi di finanziamento pertinenti e stimolare maggiori investimenti del settore privato; invita la Commissione a valutare le raccomandazioni e a presentare proposte concrete; sottolinea la necessità di migliorare l'accesso dell'industria della difesa ai mercati dei capitali;

Politica di prestito della BEI per il settore della difesa

59. sottolinea l'importanza, per il settore della difesa, dell'accesso ai prestiti forniti dalla BEI quale catalizzatore per gli investimenti privati nell'industria europea della difesa; accoglie con favore l'ulteriore estensione dei criteri di ammissibilità della BEI ai beni a duplice uso e invita la BEI ad adottare ulteriori misure al riguardo; evidenzia che, dato l'obiettivo della BEI di promuovere lo sviluppo dell'UE e di sostenere le sue politiche, in particolare la politica di difesa e il rafforzamento dell'EDTIB, in linea con l'articolo 309 TFUE, la BEI dovrebbe riesaminare ulteriormente la sua politica in materia di prestiti e adeguarla costantemente; invita la BEI a procedere a una revisione dell'impatto dell'estensione della sua politica in materia di beni a duplice uso e a riformare, se del caso, il suo elenco di ammissibilità, in modo che le munizioni e le attrezzature militari che eccedono le applicazioni a duplice uso non siano più escluse dai finanziamenti della BEI; accoglie con favore l'iniziativa strategica per la sicurezza europea della BEI del 2022 volta a sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione a duplice uso, le infrastrutture di sicurezza e progetti tecnologici incentrati sulla cibersicurezza, il nuovo spazio, l'intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche; 

Contribuire più efficacemente alla sicurezza globale attraverso la politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE e rafforzare il ruolo dell'UE come attore nel settore della sicurezza

Allentamento delle tensioni, prevenzione delle guerre e sostegno alla risoluzione dei conflitti

60. condanna fermamente ed esprime profonda preoccupazione per il sostegno della Cina alla Russia nella sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, in particolare attraverso la cooperazione con la base industriale e tecnologica militare della Russia, l'esportazione di beni e tecnologie a duplice uso verso la Russia e il costante coinvolgimento di imprese con sede in Cina nell'evasione e nell'elusione delle sanzioni; esprime, a tale proposito, profonda preoccupazione per le recenti segnalazioni secondo cui la Cina starebbe producendo droni da attacco a lungo raggio destinati a essere utilizzati dalla Russia nella sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, e chiede che siano previste conseguenze gravi nell'ambito della politica esterna dell'UE nei confronti della Cina qualora quest'ultima continui a sostenere gli sforzi di armamento della Russia; deplora il partenariato "senza limiti" tra Russia e Cina ed esprime profonda preoccupazione per il rinnovato impegno dei due paesi a rafforzare ulteriormente i loro legami; accoglie con favore la decisione del Consiglio di imporre sanzioni alle imprese cinesi per il loro sostegno alla guerra russa in Ucraina;

61. esprime profonda preoccupazione per i crescenti investimenti della Cina nelle capacità militari e per la militarizzazione delle sue catene di approvvigionamento al fine di rafforzare la sua industria, sfruttando nel contempo le opportunità politiche ed economiche messe a disposizione dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; esprime inoltre profonda preoccupazione per l'impatto delle dipendenze europee dalla Cina sulla credibilità della capacità degli Stati membri di salvaguardare la propria sicurezza nazionale e della capacità dell'UE nel suo complesso di criticare e contrastare efficacemente la coercizione economica della Cina, un'eventuale escalation delle tensioni con Taiwan e il sostegno alla Russia; invita la Commissione e gli Stati membri a dare seria attuazione a una politica di "riduzione dei rischi" al fine di gestire i rischi derivanti dall'interazione con la Cina in ambito economico e tecnologico; chiede, a tale proposito, che siano affrontati i rischi posti dai fornitori cinesi nelle infrastrutture critiche dell'UE e che non siano destinati fondi o sovvenzioni dell'UE per favorire la posizione di tali fornitori in Europa;

62. condanna fermamente le esercitazioni militari ingiustificate della Cina del 14 ottobre 2024 intorno a Taiwan; condanna inoltre il numero crescente di atti ostili perpetrati dalla Cina nei confronti di Taiwan, tra cui attacchi informatici, campagne di influenza, l'incursione di aerei da guerra cinesi nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan e la recisione di cavi sottomarini; ribadisce il proprio saldo impegno a preservare lo status quo nello stretto di Taiwan e sottolinea che qualsiasi tentativo di modifica unilaterale, in particolare attraverso la forza o la coercizione, non sarà accettato e susciterà una reazione decisa e ferma; plaude alla moderazione e alla reazione disciplinata delle autorità taiwanesi e invita le autorità cinesi a dar prova di moderazione ed evitare qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente le tensioni tra le due sponde dello stretto; chiede scambi regolari tra l'UE e le sue controparti taiwanesi sulle questioni di sicurezza pertinenti e una maggiore cooperazione nella lotta alla disinformazione e alle ingerenze straniere; sottolinea che qualsiasi escalation nello stretto di Taiwan avrebbe effetti dannosi sulla sicurezza e sull'economia europee ed esorta pertanto la Commissione a iniziare a mettere a punto piani di emergenza e misure di mitigazione basati su scenari di escalation probabili, come ad esempio un blocco economico di Taiwan da parte della Cina;

63. esprime profonda preoccupazione per le azioni sempre più aggressive della Cina nel Mar cinese meridionale e nella regione indo-pacifica, in particolare il ricorso alla coercizione militare ed economica, le tattiche di guerra ibrida, le pericolose manovre condotte dalla marina e dalla guardia costiera cinesi contro i propri vicini e la costruzione di isole artificiali, con l'obiettivo di avanzare rivendicazioni marittime illecite e minacciare le rotte marittime; segnala che una nave ricollegabile alla Cina ha reciso un cavo sottomarino taiwanese agli inizi del gennaio 2025 e chiede un'indagine approfondita al riguardo; invita inoltre Taiwan e l'UE a condividere informazioni su tali incidenti; ribadisce il suo vivo interesse e forte sostegno per quanto concerne la libertà di navigazione e la sicurezza marittima in qualsiasi luogo, in particolare nel Mar cinese meridionale; invita le autorità cinesi a porre fine a tutte le azioni aggressive e alle provocazioni, in particolare le operazioni aeree e marittime nello stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale che mettono a rischio la stabilità nella regione indo-pacifica compromettendo in tal modo la sicurezza e la pace internazionale, la sovranità dei paesi della regione, la sicurezza della vita in mare e la libertà di navigazione nel pieno rispetto dell'UNCLOS; plaude all'aumento delle esercitazioni di libertà di navigazione condotte da diversi paesi dell'UE, tra cui Francia, Paesi Bassi e Germania; osserva che tali attività sono in linea con il diritto internazionale e sollecita un rafforzamento della cooperazione e del coordinamento con i partner regionali, anche attraverso presenze marittime coordinate nell'Oceano indiano nordoccidentale, al fine di accrescere il numero delle operazioni di libertà di navigazione nella regione;

64. continua a essere preoccupato per la pressione politica ed economica esercitata dalla Cina e dalla Russia in Asia centrale e sottolinea la necessità di accrescere la presenza dell'UE nella regione in risposta a tale pressione; evidenzia l'interesse dell'UE a rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza, le relazioni economiche e i legami politici con i paesi dell'Asia centrale, anche al fine di affrontare la questione dell'elusione delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia;

65. condanna con la massima fermezza l'Iran per le sue attività destabilizzanti nella regione del Medio Oriente, anche tramite i suoi mandatari, e per il suo costante sostegno a gruppi terroristici, che costituisce una minaccia diretta per la sicurezza regionale, europea e globale; condanna la crescente cooperazione militare tra l'Iran e la Russia, in particolare la loro intenzione di firmare un trattato su un partenariato strategico globale; esprime, tuttavia, pieno sostegno e solidarietà alla società civile e alle forze democratiche in Iran e chiede maggiori sforzi internazionali per sostenere questi gruppi nella loro lotta per la libertà e i diritti umani; accoglie con favore la decisione dell'UE di rinnovare le sanzioni contro l'Iran fino a luglio 2025, imponendo anche sanzioni sulla sua produzione di droni e missili e sulla fornitura di tali attrezzature alla Russia e a tutta la regione del Medio Oriente; sottolinea che le opzioni sanzionatorie non ancora esaurite comprendono un approccio molto più restrittivo ai trasferimenti di tecnologia attraverso l'esportazione di prodotti che non sono classificati come "a duplice uso";

66. condanna senza riserve il governo iraniano per aver aiutato e favorito organizzazioni e reti terroristiche riconosciute a livello internazionale che hanno perpetrato o intentato attacchi all'interno dell'UE, rappresentando una minaccia diretta per la sicurezza, la sovranità e la stabilità europee; ricorda, a tale proposito, che il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche è stato coinvolto nella pianificazione e nell'esecuzione di decine di omicidi e attacchi terroristici, anche sul territorio europeo, negli ultimi 30 anni e, più recentemente, in attacchi contro sinagoghe e individui di religione ebraica, nonché contro ambasciate israeliane in diversi Stati membri; esorta l'UE e gli Stati membri a rafforzare la condivisione di intelligence e le misure antiterrorismo per prevenire attacchi futuri; rinnova il suo invito di lunga data ad aggiungere il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche all'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche e sostiene le iniziative intraprese da alcuni Stati membri al riguardo;

67. ritiene che il programma di armamento nucleare dell'Iran rappresenti una delle principali minacce alla sicurezza globale e sottolinea che, se riuscirà ad acquisire la capacità di dotarsi di armi nucleari, vi è il rischio che l'Iran diventi più belligerante e intensifichi il sostegno statale al terrorismo e la proliferazione di missili e droni;

68. condanna nuovamente, con la massima fermezza, gli spregevoli attacchi terroristici perpetrati dall'organizzazione terroristica Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, che hanno contribuito a destabilizzare ancor di più il Medio Oriente e sono stati amplificati dalle aggressioni mosse contro Israele da mandatari iraniani (fra cui organizzazioni terroristiche come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen) e dallo stesso regime iraniano; ribadisce il diritto di Israele all'autodifesa, quale sancito e limitato dal diritto internazionale; chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone ancora ostaggio di Hamas; invita tutte le parti a porre immediatamente fine a tutte le ostilità e a rispettare pienamente il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario; accoglie con favore il recente cessate il fuoco a Gaza e i progressi compiuti verso la graduale liberazione degli ostaggi; sottolinea che ciò rappresenta un passo importante per alleviare l'enorme sofferenza inferta ai civili di entrambe le parti negli ultimi mesi; plaude all'impegno dimostrato dai mediatori, tra cui gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar, i cui sforzi sono stati fondamentali per arrivare a questa svolta; reputa fondamentale che tutti gli obblighi assunti nell'ambito dell'accordo siano rispettati, garantendo il rilascio di tutti gli ostaggi, stabilendo una cessazione duratura delle violenze e consentendo all'assistenza umanitaria e medica di accedere senza restrizioni alla Striscia di Gaza; invita tutte le parti a impegnarsi pienamente a rispettare i loro obblighi e a dare priorità alla protezione dei civili; esorta tutti gli attori europei e internazionali a vigilare attivamente sull'attuazione del cessate il fuoco e a fare in modo che coloro che non lo rispettano siano chiamati a rispondere delle proprie azioni;

69. esprime profonda preoccupazione per l'escalation militare in Medio Oriente, che contribuisce a destabilizzare ulteriormente la regione; deplora il numero inaccettabile di vittime civili, lo sfollamento forzato causato dall'intensificarsi delle violenze e l'uso persistente della forza militare; esprime inoltre profonda preoccupazione per l'azione militare in corso nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ad opera delle forze di difesa israeliane; condanna le forze di difesa israeliane per aver aperto il fuoco contro la forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), commettendo una grave violazione del diritto internazionale; ribadisce l'essenziale ruolo di stabilizzazione svolto dall'UNIFIL, cui contribuiscono 16 Stati membri, nel sud del Libano; chiede un cessate il fuoco immediato sia a Gaza che in Libano, la fine delle ostilità, l'attuazione piena e simmetrica della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la protezione della popolazione civile; pone in evidenza la necessità che l'UE e altri attori internazionali si assumano maggiori responsabilità e assistano i governi e le organizzazioni della società civile in Medio Oriente nel raggiungere una pace duratura e sostenibile, in particolare continuando a sostenere una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati tra Israele e Palestina e contrastando il terrorismo e la radicalizzazione nella regione; sottolinea che l'evoluzione dei conflitti nella regione ha ripercussioni sulle regioni limitrofe e sull'Europa e pone sfide in materia di sicurezza per l'UE per quanto riguarda il futuro della deterrenza, del diritto umanitario e della gestione delle crisi;

70. esorta il Consiglio e gli Stati membri a designare Hezbollah, nella sua totalità, come organizzazione terroristica e a promuoverne il completo disarmo in linea con la risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea le recenti decisioni adottate da diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Canada, di designare Samidoun come organizzazione terroristica che agisce come mandatario del Fronte popolare per la liberazione della Palestina; evidenzia che Samidoun è stata messa al bando in Germania nel 2023 e invita gli altri Stati membri dell'UE ad adottare misure analoghe vietando la presenza di tale organizzazione sul loro territorio;

71. osserva che il confine tra Giordania e Siria è utilizzato come punto di attraversamento per il traffico di armi e droga; sottolinea la necessità di un sostegno continuo dell'UE alla Giordania, indebolita dall'attuale crisi in Medio Oriente, e chiede un maggiore ricorso all'EPF per proteggere il confine tra Giordania e Siria;

72. riconosce che la Turchia è un paese di rilevanza strategica per l'UE; osserva che la Turchia è sempre più presente in aree in cui l'UE ha interessi essenziali in materia di sicurezza e dove sono attive missioni e operazioni PSDC; prende atto con rammarico del ruolo destabilizzante della Turchia in alcune aree d'interesse per l'UE nonché nel suo vicinato; pone in evidenza le attività illegali della Turchia contro gli interessi dell'UE nel Mediterraneo orientale, in violazione del diritto internazionale, compresa l'UNCLOS; ribadisce la sua condanna della firma dei memorandum d'intesa tra la Turchia e la Libia su una cooperazione militare e di sicurezza globale e sulla delimitazione delle zone marittime, che sono interconnessi e violano chiaramente il diritto internazionale, le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e i diritti sovrani degli Stati membri dell'UE; deplora il fatto che la Turchia compromette l'efficacia delle sanzioni dell'UE contro la Russia e ribadisce il suo invito alla Turchia ad allinearsi pienamente a tali sanzioni; invita la Turchia ad astenersi dal compromettere le missioni e le operazioni PSDC dell'UE; rinnova il suo appello alla Turchia affinché adempia l'obbligo di attuare integralmente e in modo non discriminatorio il protocollo aggiuntivo dell'accordo di Ankara nei confronti di tutti gli Stati membri, compresa la Repubblica di Cipro;

73. deplora il fatto che, nonostante gli sforzi di allentamento delle tensioni, la Turchia continui a mantenere la minaccia di casus belli nei confronti della Grecia e a occupare illegalmente la parte settentrionale della Repubblica di Cipro; condanna fermamente le attività illegali della Turchia a Cipro, tra cui la violazione dello status della zona cuscinetto, la crescente militarizzazione delle zone occupate della Repubblica di Cipro nonché i suoi sforzi per potenziare l'entità secessionista nella parte occupata di Cipro in violazione del diritto internazionale, osservando che tali attività non favoriscono la ripresa dei negoziati guidati dalle Nazioni Unite; condanna il fatto che la Turchia continui a violare le risoluzioni 550 (1984) e 789 (1992) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che invitano la Turchia a trasferire la zona di Varosia ai suoi legittimi abitanti nell'ambito dell'amministrazione temporanea delle Nazioni Unite, sostenendo l'apertura della città al pubblico; esorta nuovamente la Turchia a fare marcia indietro riguardo alle sue azioni illegali e unilaterali a Varosia; invita altresì la Turchia a ritirare le sue truppe da Cipro;

74. chiede con urgenza la ripresa dei negoziati sulla riunificazione di Cipro sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite e ribadisce il suo sostegno incondizionato a Cipro nel trovare una soluzione; invita la Turchia ad accettare una soluzione equa, globale e praticabile a tale questione;

75. chiede che l'UE svolga un ruolo di rilievo nel Mediterraneo e diventi un attore di sicurezza in grado di garantire la stabilità della regione e il rispetto del diritto internazionale e dell'UNCLOS; accoglie con favore, a tale riguardo, la nomina di una commissaria per il Mediterraneo sotto la guida e la direzione politica della VP/AR; sottolinea la necessità che la VP/AR, in cooperazione con la commissaria per il Mediterraneo, ove necessario, e in consultazione con gli Stati membri, sviluppi una strategia di sicurezza coerente per quanto riguarda la regione del Mediterraneo e i paesi vicini, compresi il Nord Africa, il Levante e il Sahel; chiede una cooperazione rafforzata con i paesi partner nel Mediterraneo per combattere l'estremismo, il terrorismo, il commercio illecito di armi e la tratta di esseri umani;

76. prende atto con preoccupazione delle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti in Libia, come evidenziato nella risoluzione 2755 (2024) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea la necessità di esaminare il ruolo delle missioni e delle operazioni PSDC – EUBAM Libia ed EUNAVFOR IRINI – nel contrastare efficacemente il traffico e la tratta di esseri umani, come pure le loro attività in relazione alla necessità di tutelare i diritti fondamentali dei migranti;

77. rileva che il rapido crollo del regime criminale di Bashar al-Assad in Siria, sostenuto dal Cremlino dal 2015, costituisce una sconfitta politica significativa per Vladimir Putin e minaccia la presenza strategica e militare della Russia in Siria; ricorda che, dal 2015, le basi militari di Hmeimim e Tartus fungono da punti chiave per la proiezione della potenza russa in Medio Oriente e in Africa; osserva inoltre che le basi militari di Hmeimim e Tartus sono state essenziali per la fornitura e il trasporto di armi pesanti e attrezzature destinate alle compagnie militari private russe, come il gruppo Wagner e le sue operazioni in Libia, Mali, Repubblica centrafricana e Sudan; sottolinea che la perdita delle basi militari in Siria potrebbe indebolire la capacità operativa della Russia e la sua influenza in Africa; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri a monitorare attentamente la situazione in Siria, a subordinare i legami con il nuovo regime siriano al completo ritiro della Russia dal paese e a impedire alla Russia di creare nuove basi militari altrove nella regione; riconosce, a tale proposito, la notevole influenza dell'UE nei confronti della Siria in termini di riconoscimento politico, allentamento delle sanzioni, accordi commerciali e sostegno finanziario per la ricostruzione, il che rende l'UE un'alternativa alla Turchia nella definizione del futuro della Siria;

78. esprime crescente preoccupazione per i continui tentativi della Russia di destabilizzare i paesi del vicinato orientale dell'UE attraverso il ricorso alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri, gli omicidi politici, le minacce e le occupazioni territoriali, il cui obiettivo è incidere negativamente sulle loro aspirazioni europee e sulla loro stabilità, e condanna tali azioni; sottolinea la necessità di rafforzare la capacità dell'UE di difendere e consolidare società democratiche e basate sui valori nei paesi del vicinato orientale dell'Unione;

79. ribadisce l'impegno dell'UE a sostenere la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica di Moldova all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, come pure gli sforzi volti a pervenire a una soluzione politica pacifica, duratura e globale al conflitto transnistriano; condanna fermamente i tentativi continui e coordinati da parte della Russia, degli oligarchi filorussi e di mandatari locali sponsorizzati dalla Russia tesi a destabilizzare la Repubblica di Moldova, creare divisioni all'interno della società moldova e indebolire la direzione europeista del paese attraverso attacchi ibridi, la strumentalizzazione delle forniture energetiche a fini bellici, la disinformazione, allarmi bomba e l'inscenamento di proteste, nonché la minaccia o l'uso della violenza; osserva con preoccupazione che il servizio di sicurezza e intelligence della Repubblica di Moldova ha segnalato che le azioni della Russia volte a trattenere la Moldova nella sua sfera di influenza si sono intensificate fino a raggiungere un livello senza precedenti; sottolinea che tale minaccia ibrida attacca i processi democratici e compromette l'integrazione europea, ad esempio mediante l'amplificazione delle tendenze separatiste radicali nel Sud del paese, in particolare nella Gagauzia, l'utilizzo della propaganda, la manipolazione dello spazio dell'informazione, l'ingerenza nel processo elettorale e lo svolgimento di operazioni sovversive;

80. ribadisce i suoi inviti alla Russia a ritirare le sue forze e attrezzature militari dal territorio della Repubblica di Moldova, a garantire la completa distruzione di tutte le munizioni e attrezzature stoccate nel deposito di Cobasna sotto supervisione internazionale e a sostenere una soluzione pacifica al conflitto transnistriano, in linea con i principi del diritto internazionale; chiede un maggiore sostegno dell'UE alla Moldova nella lotta alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri, alle minacce ibride e agli attacchi informatici; esorta gli Stati membri a stanziare maggiori finanziamenti per l'EPF al fine di rafforzare le capacità di difesa della Moldova;

81. riconosce che la Georgia è stata il primo obiettivo, nel 2008, dell'aggressione militare su larga scala della Russia e dei suoi tentativi di ridisegnare con la forza i confini di uno Stato sovrano in Europa; sottolinea che dal 2008 la Russia continua a esercitare la sua occupazione illegale e il suo controllo effettivo sulle regioni occupate della Georgia; evidenzia che la presenza militare e il significativo rafforzamento militare della Russia nelle regioni occupate, le sue attività illegali, le continue attività di delimitazione dei confini lungo la linea di demarcazione amministrativa e le sue violazioni dei diritti umani in Georgia rappresentano un grave rischio per la sicurezza del paese e per il più ampio quadro di sicurezza dell'Europa; ribadisce il suo invito affinché la Russia ritiri tutte le sue forze e attrezzature militari dal territorio della Georgia;

82. condanna fermamente l'abbattimento, da parte della Russia, del volo 8243 della Azerbaijan Airlines il 25 dicembre 2024, che ha provocato la morte di 38 dei 67 passeggeri a bordo; sottolinea che ciò mette ancora una volta in luce la natura brutale e belligerante del regime russo;

83. esorta l'UE a continuare a impegnarsi attivamente e ad adottare misure decisive, attraverso i suoi importanti strumenti, per garantire che la Russia adempia agli obblighi previsti dall'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 mediato dall'UE, in particolare agli obblighi di ritirare tutte le sue forze militari dai territori occupati dalla Georgia, di consentire il dispiegamento di meccanismi di sicurezza internazionali all'interno di entrambe le regioni georgiane e l'accesso senza ostacoli della missione di vigilanza dell'UE all'intero territorio della Georgia, impegnandosi in modo costruttivo nelle discussioni internazionali di Ginevra e nei meccanismi di prevenzione e di risposta agli incidenti; invita il SEAE a preparare una relazione approfondita sulle violazioni dell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008, a identificare e comunicare chiaramente le disposizioni che non sono ancora state rispettate dalla Russia e a presentare raccomandazioni;

84. condanna l'Azerbaigian per i costanti sforzi volti a indebolire le possibilità di pace nella regione e per le continue minacce contro l'Armenia; invita l'UE e i suoi Stati membri a sospendere qualsiasi assistenza tecnica, finanziaria o di sicurezza all'Azerbaigian, anche attraverso vari strumenti dell'UE, che potrebbe contribuire all'aumento delle capacità offensive dell'Azerbaigian o mettere a repentaglio la sicurezza, l'integrità territoriale e la sovranità dell'Armenia;

85. ricorda che è trascorso un anno dalla presa del Nagorno-Karabakh da parte dell'Azerbaigian, che ha comportato lo sfollamento forzato di oltre 140 000 armeni dalla regione; condanna il sostegno militare e la fornitura di armi all'Azerbaigian da parte di paesi terzi; sottolinea che l'Azerbaigian si è reso colpevole di gravi violazioni dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh; condanna la distruzione del patrimonio culturale armeno nella regione da parte dell'Azerbaigian; invita il Consiglio a considerare la possibilità di imporre sanzioni mirate e individuali nei confronti dei responsabili di violazioni del cessate il fuoco e violazioni dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh;

86. apprezza la decisione di adottare la prima misura di assistenza nell'ambito dell'EPF a sostegno delle forze armate armene, in quanto ciò rafforzerebbe la resilienza dell'Armenia nel garantire sicurezza, indipendenza e sovranità; chiede un ulteriore rafforzamento della cooperazione tra l'Armenia e l'UE nel settore della sicurezza e della difesa, in particolare nel settore dello sminamento, anche attraverso l'uso dell'EPF, tenendo conto del riesame, da parte dell'Armenia, della sua adesione all'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva; accoglie con favore le azioni intraprese da diversi Stati membri per fornire sostegno militare difensivo all'Armenia ed esorta gli altri Stati membri a prendere in considerazione iniziative analoghe;

87. sottolinea che l'UE dovrebbe rivedere urgentemente la sua strategia regionale per il Sahel, a seguito dei vari colpi di Stato nella regione; deplora vivamente la partenza forzata delle truppe francesi e delle forze di mantenimento della pace delle Nazioni Unite dalla regione e condanna la presenza, al loro posto, di società militari private e di forze ausiliarie sponsorizzate dallo Stato come il Corpo africano (ex gruppo Wagner); sottolinea che tali società militari private hanno svolto un ruolo destabilizzante nel Sahel e hanno sostenuto vari regimi repressivi nel tentativo di rafforzare l'influenza russa in Africa; richiama l'attenzione sulla fornitura di armi da parte della Russia ai regimi militari del Sahel; osserva inoltre che altri attori, come la Turchia, sono sempre più presenti nella regione; esorta il rappresentante speciale dell'UE per il Sahel e gli Stati membri a mantenere l'impegno diplomatico e a continuare a sostenere la società civile e a erogare fondi per lo sviluppo e gli aiuti umanitari;

88. esprime preoccupazione per la mancanza di coerenza nella risposta dell'UE alle crisi della regione dei Grandi Laghi e invita il Consiglio a riesaminare la strategia rinnovata dell'UE per i Grandi Laghi, adottata il 20 febbraio 2023; riconosce l'importanza di un reale impegno dell'UE a favore della pace nella regione; prende atto con preoccupazione del ruolo svolto dal Ruanda nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo (RDC) e invita l'UE a imporre condizioni per un eventuale sostegno militare al Ruanda; condanna le violazioni della sovranità e dell'integrità territoriale della parte orientale della RDC da parte dei ribelli dell'M23; esprime profonda preoccupazione per la situazione umanitaria di migliaia di sfollati nella zona; esorta la VP/AR a intraprendere azioni chiare in linea con la strategia dell'UE per i Grandi Laghi al fine di ripristinare la stabilità e a cooperare con la missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della RDC (MONUSCO) per proteggere i civili nella parte orientale della RDC; sollecita il governo ruandese a ritirare le sue truppe dal territorio della RDC e a cessare la cooperazione con i ribelli dell'M23; esorta la VP/AR e gli Stati membri a rivedere con urgenza l'assistenza militare alle forze armate ruandesi attraverso lo strumento europeo per la pace e a valutare la possibilità di sospenderla nel caso in cui il governo ruandese non ottemperi alle urgenti richieste di ritiro dalla RDC avanzate dalle Nazioni Unite e dall'UE;

89. esprime preoccupazione per il ruolo limitato svolto dall'UE nel Corno d'Africa, mentre il coinvolgimento di altri attori stranieri è in aumento; chiede una revisione della strategia dell'UE nella regione, al fine di conseguire gli obiettivi dell'UE di promuovere la pace, la stabilità e uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile nella regione; invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a riflettere su come utilizzare al meglio le missioni e le operazioni PSDC dispiegate nella regione per promuovere tali obiettivi e rafforzare le attività dell'UE;

90. riconosce che la regione artica riveste una notevole importanza strategica e geopolitica grazie alle sue rotte marittime emergenti, alla ricchezza di risorse naturali e alle opportunità di sviluppo economico emerse dal riscaldamento globale, pur essendo sempre più contesa; è allarmato per l'intensificarsi della militarizzazione e della concorrenza per le risorse alimentate dalle attività russe e cinesi nella regione;

91. sottolinea l'importanza di preservare la sicurezza, la stabilità e la cooperazione nell'Artico; evidenzia che la regione deve rimanere libera da tensioni militari e dallo sfruttamento delle risorse naturali e che i diritti delle popolazioni indigene devono essere rispettati; ribadisce la necessità di includere la politica artica dell'Unione nella PSDC e di rafforzare le capacità di deterrenza e difesa in stretto coordinamento con la NATO; sottolinea che la cooperazione UE-NATO è essenziale per contrastare la crescente influenza della Russia e della Cina nella regione; chiede che le questioni d'interesse per l'Artico siano incluse periodicamente nelle riunioni del comitato politico e di sicurezza e del Consiglio;

Dimensione di genere e ruolo delle donne nella pace e nella sicurezza

92. sottolinea l'impatto sproporzionato e unico dei conflitti armati su donne e ragazze, soprattutto in termini di violenza sessuale legata ai conflitti; evidenzia la necessità imperativa di garantire la fornitura e l'accessibilità di un'adeguata assistenza sanitaria in materia nei conflitti armati, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti; invita l'UE e gli Stati membri a garantire che i conflitti armati siano considerati nell'ottica di una prospettiva di genere;

93. ricorda che l'integrazione e l'operatività della prospettiva di genere nelle relazioni esterne e l'attuazione dell'agenda su donne, pace e sicurezza, in conformità delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono priorità di lunga data per l'UE; ricorda, a tale proposito, l'importanza di rafforzare la partecipazione delle donne alla prevenzione e risoluzione dei conflitti, ai negoziati di pace, al consolidamento e mantenimento della pace, all'azione umanitaria e alla ricostruzione postbellica;

94. sottolinea che l'integrazione di una prospettiva di genere in tutte le attività esterne e interne della PSDC contribuisce a migliorare l'efficacia operativa della PSDC e rafforza la credibilità dell'UE quale sostenitrice della parità di genere in tutto il mondo; insiste pertanto sull'importanza di mantenere tutti gli impegni assunti dall'UE, compresi quelli contenuti nel piano d'azione dell'UE sulla parità di genere III (2020-2024) e nella bussola strategica; insiste altresì affinché l'aggiornamento della bussola strategica proponga ulteriori misure per garantire la parità di genere e la piena e significativa partecipazione delle donne alla PSDC, soprattutto nelle missioni militari;

95. apprezza l'inclusione delle prospettive di genere e dei diritti umani e la nomina di consulenti in materia di genere in tutte le missioni e operazioni PSDC nonché l'istituzione di una rete di punti focali per le questioni di genere; chiede che il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC sia utilizzato per favorire una partecipazione piena delle donne alle missioni civili della PSDC;

Missioni e operazioni PSDC

96. sottolinea l'importanza di obiettivi chiari e realizzabili, dell'apertura alle prospettive e alla titolarità del paese ospitante, nonché della dotazione di risorse finanziarie, logistiche e umane necessarie per ciascuna di tali missioni e operazioni PSDC; sottolinea inoltre il deterioramento del contesto di sicurezza in cui sono presenti molte missioni PSDC; chiede miglioramenti nella governance della valutazione e del controllo delle missioni e operazioni PSDC; rinnova la sua richiesta di valutazioni esaustive delle missioni e delle operazioni PSDC, in particolare per quanto riguarda la fattibilità dei loro mandati rispetto alle risorse e alle attrezzature assegnate, la loro gestione, le modalità di assunzione del personale e la corrispondenza tra i profili e le competenze richieste, la trasparenza dei bandi di gara, le attività e ai risultati ottenuti, gli insegnamenti tratti sulle buone pratiche e le difficoltà incontrate; sottolinea la particolare necessità che tutte le missioni e operazioni prevedano disposizioni provvisorie che consentano, ove necessario, una conclusione sostenibile; invita la VP/AR e gli Stati membri a continuare a concepire in modo efficace le missioni e le operazioni PSDC, anche attraverso mandati solidi, orientati ai risultati, flessibili e modulari, in modo da adattarsi all'evoluzione del contesto di sicurezza e alle esigenze dei paesi ospitanti, e a mantenere un forte partenariato con i governi ospitanti, la società civile e le popolazioni locali, garantendo la creazione delle condizioni necessarie affinché le missioni e operazioni conseguano i propri obiettivi a lungo termine; invita gli Stati membri a utilizzare il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC per rafforzare la loro visione strategica della gestione civile delle crisi chiarendo il ruolo, l'efficacia e il valore aggiunto della PSDC civile e definendo un livello di ambizione condiviso per la gestione civile delle crisi; chiede inoltre di mettere a frutto le sinergie e le complementarità delle dimensioni civile e militare della PSDC; invita la Commissione e il SEAE a sviluppare, insieme agli Stati membri, un processo di sviluppo delle capacità civili strutturato e regolare per valutare la disponibilità delle esigenze degli Stati membri in termini di capacità, elaborare i requisiti, effettuare un'analisi delle lacune e riesaminare periodicamente i progressi compiuti; ritiene che occorra elaborare una solida politica in materia di equipaggiamento e servizi necessari ai paesi partner in cui sono dispiegate le missioni civili della PSDC;

97. osserva che il bilancio della PESC per le missioni civili della PSDC è aumentato solo marginalmente dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 al QFP 2021-2027, a fronte di un aumento del numero, dei compiti e dei costi delle missioni; chiede un sostanziale aumento dei finanziamenti per il bilancio della PESC, garantendo nel contempo un uso efficiente dei fondi assegnati alle missioni civili PSDC, al fine di garantire che esse rispondano efficacemente alle situazioni di crisi e agli eventi imprevisti; chiede l'elaborazione di una linea di bilancio specifica, o "strumento di sostegno civile", per fornire ai paesi partner equipaggiamento e servizi intesi a rafforzare le loro capacità civili;

98. ribadisce il suo invito al SEAE ad adottare misure concrete a sostegno delle missioni e operazioni PSDC per la difesa contro gli attacchi informatici e ibridi e per la lotta alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri nei paesi in cui sono schierate missioni e operazioni PSDC, in particolare nei Balcani occidentali e nei paesi del partenariato orientale; invita la Commissione a tenere conto delle missioni e operazioni PSDC nel definire lo scudo europeo per la democrazia, al fine di prevenire minacce volte a screditare le azioni esterne dell'UE e proteggere il personale dell'UE dispiegato all'estero; insiste sulla necessità di sfruttare gli insegnamenti appresi nelle diverse missioni e operazioni PSDC, nonché di cooperare con le missioni e operazioni degli Stati membri, per comunicare e individuare meglio le minacce al fine di anticiparle o rispondervi tempestivamente quando necessario; chiede una migliore capacità di risposta, una migliore comunicazione strategica e una maggiore sensibilizzazione nelle aree di dispiegamento, utilizzando le lingue locali pertinenti, al fine di spiegare meglio alla popolazione locale le motivazioni, i vantaggi e i ruoli delle missioni e operazioni PSDC nelle rispettive regioni, evidenziando anche le conseguenze derivanti dal fare affidamento sul sostegno di altri attori che mirano a destabilizzarle, in particolare la Russia e la Cina; invita altresì la Commissione e il SEAE ad aumentare la visibilità delle missioni e operazioni PSDC nei paesi del partenariato orientale includendole nei loro messaggi politici, rendendo i documenti accessibili al pubblico e interagendo con la stampa internazionale; invita la Commissione e il SEAE ad adeguare i mandati consultivi delle missioni e operazioni PSDC al fine di includere una formazione specializzata sulla lotta contro le attività di guerra ibrida, la guerra informatica e l'analisi dell'intelligence da fonte aperta (OSINT); invita il SEAE ad aumentare la cooperazione e il coordinamento con altre missioni e operazioni di partner e organizzazioni che condividono gli stessi valori, comprese le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, per contrastare le operazioni di manipolazione delle informazioni e ingerenze straniere sul campo;

99. sottolinea che la corruzione nei teatri delle operazioni può danneggiare le missioni e operazioni PSDC esponendole a danni reputazionali, sprecando le risorse e favorendo il malgoverno e la cattiva amministrazione, nonché aumentando i livelli locali di corruzione, frode, estorsione e nepotismo; chiede l'attuazione di strategie volte a prevenire e combattere la corruzione, sviluppando competenze e conoscenze in materia di lotta alla corruzione e intensificando gli sforzi per attenuare i rischi di corruzione nelle missioni e operazioni PSDC attuali e future;

100. invita il Consiglio e il SEAE a integrare nelle loro missioni e operazioni PSDC una componente relativa alla tutela del patrimonio culturale, al fine di fornire assistenza e formazione ai partner locali nell'affrontare le sfide di sicurezza connesse alla conservazione e alla protezione del patrimonio culturale; osserva che l'inclusione della tutela del patrimonio culturale e del dialogo interculturale nei mandati delle missioni porterebbe vantaggi al processo di riconciliazione e risoluzione dei conflitti;

101. sottolinea la necessità di estendere i mandati delle missioni e delle operazioni PSDC dispiegate nei paesi vicini dell'Europa orientale, dove l'aumento delle minacce alla sicurezza giustifica una presenza rafforzata dell'UE; incoraggia tutti gli Stati membri a schierare personale per tali missioni e operazioni; incoraggia inoltre una maggiore partecipazione dei paesi terzi a tali missioni, in particolare dei paesi terzi che hanno ospitato missioni PSDC completate con successo; invita gli Stati membri a valutare come creare nuove missioni e operazioni PSDC nei paesi candidati all'adesione all'UE, se necessario, e in stretta collaborazione con le rispettive autorità nazionali; chiede al SEAE di garantire che il sostegno delle missioni PSDC alle riforme del settore della sicurezza comprenda la formazione dei funzionari ministeriali; invita il SEAE e l'Accademia europea per la sicurezza e la difesa a contribuire allo sviluppo delle competenze del personale civile e della difesa che sostiene le missioni e le operazioni PSDC e che è schierato in tali missioni e operazioni; riconosce l'opportunità per i paesi terzi che ospitano missioni e operazioni PSDC di contribuire agli obiettivi della PSDC e di dimostrare la loro capacità di fornire sicurezza ad altri attraverso la partecipazione a missioni e operazioni PSDC fuori area;

102. accoglie con favore la proroga, da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del mandato dell'operazione Althea dell'Unione europea (EUFOR) in Bosnia-Erzegovina oltre il 2025, in quanto missione consolidata e comprovata di mantenimento della pace che ha contribuito in modo significativo alla stabilità sia del paese che della regione; plaude inoltre alla risposta positiva della missione alla richiesta dell'Agenzia per la protezione civile del ministero della Sicurezza della Bosnia-Erzegovina di offrire assistenza alle autorità nazionali nell'affrontare l'impatto delle recenti inondazioni; osserva che tale proroga riflette l'impegno condiviso di tutti gli schieramenti politici in Bosnia-Erzegovina a sostenere la pace e la sicurezza in cooperazione con l'UE; accoglie con favore la presenza costante della forza per il Kosovo (KFOR) e della missione dell'UE sullo Stato di diritto (EULEX) in Kosovo e ne elogia il ruolo nel rafforzare la sicurezza e la stabilità; invita tutte le parti coinvolte a rispettare i requisiti del diritto internazionale, ad agire con moderazione e a prevenire qualsiasi azione destabilizzante nella regione settentrionale del Kosovo; le esorta a impegnarsi nel dialogo strutturato mediato dall'UE; condanna con la massima fermezza l'attacco terroristico sferrato dai paramilitari serbi contro la polizia del Kosovo e il terribile attacco terroristico contro le infrastrutture critiche nei pressi di Zubin Potok, nel Kosovo settentrionale; insiste sulla necessità che gli autori di questi deplorevoli attacchi terroristici siano chiamati a rispondere delle loro azioni e processati senza indugio; chiede di rafforzare l'operazione Althea dell'EUFOR e la KFOR dotandole di risorse aggiuntive;

103. elogia l'istituzione e le operazioni della missione di partenariato dell'UE in Moldova (EUPM Moldova), che ha contribuito a rafforzare le strutture di gestione delle crisi del paese e a rafforzarne la resilienza alle minacce informatiche e ibride, nonché a contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri; chiede che il mandato della missione sia prorogato oltre il maggio 2025, che sia valutata l'adeguatezza dei suoi mezzi, dei suoi metodi e delle sue risorse in relazione agli obiettivi della missione e che le risorse siano adeguate alla luce delle conclusioni della valutazione al fine di migliorarne l'efficacia; riconosce l'importante ruolo svolto dalla missione dell'UE di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina (EUBAM) nel contribuire a riaprire il trasporto ferroviario di merci attraverso la Transnistria e nello sventare molteplici operazioni di contrabbando; incoraggia l'EUBAM a estendere la sua collaborazione con numerose organizzazioni internazionali, tra cui Europol, FRONTEX e OSCE, tramite il suo gruppo di lavoro sulle armi, le operazioni congiunte ORIO II e le iniziative "EU 4 Border Security";

104. accoglie con favore il ruolo della missione di vigilanza dell'UE (EUMM) in Georgia nel monitorare la situazione lungo la linea di confine amministrativo tra l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud; condanna l'arresto temporaneo di agenti dell'EUMM da parte delle forze di sicurezza mentre effettuavano un pattugliamento di routine lungo la linea di confine amministrativo; esprime profonda preoccupazione per qualsiasi azione che ostacoli le attività dell'EUMM e miri a compromettere gli sforzi volti a creare fiducia; esorta il Consiglio e il SEAE a monitorare attentamente la situazione, a promuovere il libero accesso dell'EUMM ai territori georgiani occupati dalla Russia secondo il mandato della missione, a sostenere l'estensione del suo mandato e a rafforzare le sue capacità al fine di rispondere adeguatamente alle esigenze umanitarie e di sicurezza della popolazione locale nelle zone colpite dal conflitto;

105. accoglie con favore e sostiene fermamente le attività della missione civile dell'UE in Armenia (EUMA) nel quadro della PSDC, che contribuisce a rafforzare la sicurezza nella regione riducendo sostanzialmente il numero di incidenti nelle zone teatro di conflitto e nelle zone di frontiera e abbassando il livello di rischio per la popolazione che vive in tali zone; accoglie con favore l'assistenza dell'Armenia alle attività dell'EUMA sul suo territorio; elogia il Consiglio per la decisione di rafforzare la capacità della missione e aumentare il numero di osservatori dispiegati, nonché di estenderne il periodo di dispiegamento, e chiede un'ulteriore espansione e una presenza più forte nella regione al fine di creare un contesto favorevole agli sforzi di normalizzazione tra Armenia e Azerbaigian sostenuti dall'UE; esorta l'Azerbaigian ad ammettere osservatori dell'UE anche dal suo lato della frontiera; condanna le minacce dell'Azerbaigian e la narrativa negativa della Russia nei confronti dell'EUMA;

106. ritiene che le due missioni civili dell'UE condotte nell'ambito della PSDC, la missione di polizia dell'Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS) e la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (EUBAM Rafah), possano svolgere un ruolo essenziale a sostegno degli sforzi per la costruzione dello Stato palestinese; è favorevole a un potenziamento del ruolo dell'EUPOL COPPS e dell'EUBAM Rafah, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024 e sulla base del principio della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e sulla fattibilità di un futuro Stato palestinese, in modo che entrambe le missioni possano contribuire a facilitare la fornitura di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza, migliorare l'efficienza dell'Autorità palestinese in Cisgiordania e preparare il suo ritorno nella Striscia di Gaza; sottolinea, in particolare, la necessità di creare le condizioni necessarie per la piena riattivazione dell'EUBAM Rafah, per consentirle di agire come terzo neutrale al valico di Rafah, in coordinamento con l'Autorità palestinese e con le autorità israeliane ed egiziane; si attende che il rafforzamento della portata e dei mandati dell'EUPOL COPPS e dell'EUBAM Rafah sul campo figuri tra le priorità fondamentali della prossima strategia UE-Medio Oriente; apprezza la decisione del Consiglio di prorogare i mandati delle due missioni fino al 30 giugno 2025;

107. prende atto che i mandati dell'EUTM Mali, dell'EUMPM in Niger e della missione di terra del personale dell'EUCAP Sahel Niger sono giunti a scadenza nel 2024, mentre la missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità nel Sahel Mali (EUCAP Sahel Mali) e la cellula consultiva e di coordinamento regionale dell'UE (RACC) per il Sahel sono ancora in corso; riconosce che le varie missioni internazionali non sono state in grado di raggiungere il loro obiettivo di stabilizzare la regione e le sue fragili democrazie o di garantire la pace nella regione; è preoccupato per il fallimento della strategia dell'UE per il Sahel in termini di sicurezza e difesa; esprime una profonda preoccupazione per il peggioramento della situazione della sicurezza, il continuo fallimento degli Stati e la recrudescenza del terrorismo nel Sahel; prende atto della creazione di un nuovo tipo di iniziativa civile-militare ibrida dell'UE per la sicurezza e la difesa nel Golfo di Guinea (EUSDI Golfo di Guinea), istituita nell'agosto 2023, con l'obiettivo di rafforzare le forze di sicurezza e di difesa della Costa d'Avorio, del Ghana, del Togo e del Benin per migliorare la stabilità e la resilienza delle rispettive zone di frontiera settentrionali; invita il SEAE e gli Stati membri a esaminare attentamente il mandato di tutte le missioni PSDC in Africa con l'obiettivo di fornire obiettivi e traguardi fondamentali raggiungibili per ciascuna missione nel quadro dell'attuale contesto politico, nonché a valutare se tali missioni possano essere modificate per servire più efficacemente una nuova strategia multidimensionale riveduta dell'UE per l'Africa e il Sahel, nell'ambito del suo approccio integrato; chiede a tale proposito una revisione, in via prioritaria, del mandato e delle risorse dell'EUCAP Sahel Mali e dell'EU RACC per il Sahel, proponendo modifiche a tali missioni e valutando la loro cessazione, se necessario;

108. plaude alla creazione, nel febbraio 2024, di EUNAVFOR ASPIDES quale operazione militare dell'UE in risposta agli attacchi degli Houthi contro il trasporto marittimo internazionale nel Mar Rosso, al fine di contribuire alla tutela della libertà di navigazione e alla salvaguardia della sicurezza marittima, in particolare per le navi mercantili e commerciali nel Mar Rosso, nell'Oceano Indiano e nel Golfo Persico; invita gli Stati membri ad aumentare le capacità dell'operazione EUNAVFOR ASPIDES e a valutare la possibilità di fonderla con l'operazione militare dell'UE ATALANTA, come originariamente previsto, per migliorare l'efficienza di entrambe le operazioni;

Migliorare la capacità dell'UE di affrontare le sfide in materia di sicurezza

Capacità di intelligence

109. sottolinea l'importanza di rafforzare la condivisione di intelligence e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e le istituzioni dell'UE, compreso il Parlamento, al fine di combattere le ingerenze straniere, migliorare la conoscenza situazionale ed essere in grado di prevedere e contrastare meglio le minacce alla sicurezza collettiva nonché di definire linee d'azione comuni nell'ambito della PSDC, in particolare nel settore della gestione delle crisi;

110. sottolinea che l'UE deve potersi avvalere pienamente delle necessarie informazioni da fonti sicure rispetto alle questioni globali al di fuori dei propri confini, alla luce delle crescenti sfide geopolitiche e delle crisi a livello mondiale; elogia gli sforzi del Centro UE di situazione e di intelligence (INTCEN) e della direzione di intelligence dello Stato maggiore dell'UE, che hanno collaborato nel quadro della capacità unica di analisi dell'intelligence (SIAC), nonché del Centro satellitare dell'Unione europea (SatCen), per produrre valutazioni di intelligence da tutte le fonti; invita gli Stati membri dell'UE a rafforzare l'INTCEN dell'UE, il SIAC, il Centro di risposta alle crisi del SEAE e il SatCen dell'UE incrementandone il personale e le risorse finanziarie nonché potenziandone le capacità e la sicurezza delle informazioni; esorta tali centri, a condizione che dispongano di adeguate disposizioni in materia di sicurezza delle informazioni, a trarre insegnamenti dal ruolo della NATO nel facilitare la condivisione pubblico-privato dell'intelligence in materia di minacce informatiche e ad applicarla al loro settore, offrendo così un valore aggiunto agli Stati membri;

111. invita gli Stati membri a usare l'INTCEN dell'UE come efficace organismo di condivisione dell'intelligence al fine di condividere le informazioni in modo sicuro, formulare una cultura strategica e della sicurezza comune e fornire informazioni strategiche; sottolinea che, sulla base delle informazioni raccolte, l'INTCEN dell'UE dovrebbe essere maggiormente coinvolto nelle valutazioni delle minacce condotte dalle istituzioni dell'UE, anche con riferimento all'attribuzione di operazioni digitali e all'elusione delle sanzioni; rinnova il suo invito a promuovere l'istituzione di un sistema di flusso regolare e continuo di intelligence dagli Stati membri al SEAE e fra gli Stati membri dell'UE sulle questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di fuori dell'Unione; sottolinea l'importanza di comunicazioni sicure e di un livello elevato di sicurezza delle informazioni per un'intelligence affidabile e chiede che siano profusi sforzi per migliorare e ottimizzare le norme e i regolamenti di sicurezza a tal proposito, al fine di proteggere meglio le informazioni sensibili, le infrastrutture e i sistemi di comunicazione da interferenze e attacchi stranieri;

112. chiede che siano effettuate regolarmente valutazioni congiunte delle minacce, con il contributo dei servizi di intelligence degli Stati membri, al fine di informare gli organi decisionali della PSDC e ribadisce la richiesta di dispiegare capacità per la raccolta di intelligence in tutte le missioni e le operazioni PSDC, in modo da fornire informazioni all'INTCEN dell'UE, allo Stato maggiore dell'UE (EUMS), alla capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) e alla capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC);

Difesa dagli attacchi ibridi e dalla disinformazione

113. esprime una profonda preoccupazione per le sfide crescenti in materia di sicurezza poste dagli attacchi informatici e ibridi, come pure dalla FIMI, tutte intese, fra l'altro, a minare la stabilità delle società democratiche dell'UE – soprattutto in territori dell'UE lontani dal continente – e le alleanze fra gli Stati membri dell'UE, nonché a favorire la polarizzazione, specialmente alla vigilia di elezioni; sottolinea che gli Stati membri, in particolare quelli situati alle frontiere esterne orientali dell'UE, sono vulnerabili a simili influenze ostili da parte della Russia e della Bielorussia; apprezza la collaborazione istituzionale instaurata a livello amministrativo tra la Commissione, il SEAE e il Parlamento durante la scorsa campagna elettorale europea per prevenire un uso massiccio della FIMI da parte di soggetti malevoli, statali e non statali, di paesi terzi; invita le amministrazioni della Commissione, del SEAE e del Parlamento a rafforzare la loro capacità di diventare più resilienti dinanzi agli attacchi ibridi e alla FIMI; sottolinea, a tale proposito, la recente decisione della Corte costituzionale rumena di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali dopo che erano stati segnalati massicci attacchi ibridi condotti dalla Russia, in particolare attraverso le piattaforme dei social media; invita inoltre le amministrazioni del SEAE e del Parlamento a cooperare strettamente con il settore privato, la società civile e la comunità accademica e scientifica nel contrastare le campagne di influenza malevola e le minacce ibride, fra cui la strumentalizzazione delle nuove tecnologie a fini bellici;

114. sostiene l'impegno a istituire uno "scudo europeo per la democrazia" e ribadisce il proprio invito agli Stati membri, alla Commissione e al SEAE a prendere in considerazione l'istituzione di una struttura indipendente e dotata di risorse adeguate incaricata di individuare, analizzare e documentare le minacce di FIMI contro l'UE nel suo complesso, di individuare, rintracciare e richiedere l'eliminazione dei contenuti online ingannevoli, di aumentare la conoscenza situazionale e la condivisione di intelligence sulle minacce, nonché di sviluppare capacità di attribuzione e contromisure in relazione alla FIMI; ritiene che tale struttura fungerebbe da punto di riferimento e da polo di conoscenze specializzato per facilitare e promuovere lo scambio operativo tra le autorità degli Stati membri e le istituzioni dell'UE; sottolinea che la struttura dovrebbe chiarire e rafforzare il ruolo della divisione per le comunicazioni strategiche del SEAE e delle sue task force come organo strategico del servizio diplomatico dell'UE ed evitare la sovrapposizione delle attività; sottolinea la propria decisione di istituire, in seno al Parlamento europeo, una commissione speciale sullo scudo europeo per la democrazia e ritiene che sia un modo importante per consolidare gli sforzi europei in tale ambito;

115. sottolinea l'importanza di intensificare gli sforzi per combattere la disinformazione promossa da attori stranieri che intendono minare la credibilità dell'UE, in particolare nei paesi candidati all'adesione o vicini all'UE e nelle regioni in cui sono in corso operazioni e missioni PSDC; sottolinea che occorre rafforzare significativamente il coordinamento tra il SEAE e le pertinenti agenzie dell'UE, fra cui l'Agenzia dell'UE per la cibersicurezza (ENISA), e le autorità competenti a livello degli Stati membri per poter sviluppare strategie coerenti ed efficaci contro la FIMI; sottolinea, a tale proposito, la necessità di una comunicazione strategica e preventiva e invita tutte le istituzioni dell'UE a collaborare con il SEAE per rafforzare la visibilità, la percezione positiva e la legittimità delle azioni esterne dell'UE;

116. ritiene che, negli anni a venire, nelle minacce ibride vi sarà una combinazione di guerra dell'informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e tecnologie emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di sistemi avanzati di attacco e intelligence aerei e spaziali, tutti eventualmente abilitati con intelligenza artificiale (IA), calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni sempre più "intelligenti", capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici, nanotecnologie e guerra biologica; riconosce, in particolare, il ruolo crescente dell'IA nella guerra ibrida e il suo potenziale utilizzo al fine di indebolire le istituzioni democratiche, diffondere la disinformazione, perturbare infrastrutture critiche e influenzare l'opinione pubblica attraverso operazioni automatizzate e basate sui dati;

117. chiede l'adozione di misure proattive, strategiche e coordinate a livello dell'UE intese a contrastare le minacce ibride e a rafforzare la sicurezza e l'integrità delle infrastrutture critiche dell'UE, eliminando i rischi e promuovendo il vantaggio tecnologico dell'UE in settori critici, fra cui misure intese a limitare o escludere i fornitori ad alto rischio; sottolinea, in tale contesto, l'importanza del progetto PESCO che mira a istituire un Centro di coordinamento nel settore informatico e dell'informazione (CIDCC) per sostenere la pianificazione e lo svolgimento delle missioni e delle operazioni dell'UE con capacità nel settore informatico e dell'informazione, nonché per migliorare la resilienza complessiva dell'UE in tale ambito; chiede, pertanto, la sua integrazione a titolo permanente nella PSDC;

118. condanna le continue azioni malevole da parte della Russia e della Bielorussia volte a destabilizzare l'UE spingendo i migranti a entrare forzosamente in paesi dell'UE, il che costituisce un attacco ibrido; invita l'UE a rivedere e aggiornare le sue politiche di rafforzamento delle frontiere esterne, in modo da potenziare la sicurezza dell'Unione nel suo complesso;

Cibersicurezza

119. plaude all'adozione del regolamento sulla cibersolidarietà[27] e alla sua importanza per le capacità di ciberdifesa degli Stati membri; sostiene la promozione di piattaforme per la condivisione e l'analisi delle informazioni e chiede che ciò venga ampliato per includere la condivisione di informazioni sulle minacce o sulle vulnerabilità con i centri operativi di sicurezza (SOC) transfrontalieri; chiede un piano di finanziamento più chiaro, che specifichi l'importo dei fondi destinato all'attuazione del regolamento;

120. è preoccupato per il ritardo di numerosi Stati membri nell'attuazione della direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione (direttiva NIS 2)[28] e chiede la sua rapida attuazione per mettere in sicurezza le infrastrutture critiche europee; invita il VP/AR a sincronizzare meglio e a utilizzare più attivamente gli strumenti sanzionatori informatici, ibridi e relativi alla FIMI, valutando nel contempo possibili modalità per applicare sanzioni settoriali;

Spazio

121. apprezza le conclusioni e le raccomandazioni figuranti nella relazione di Mario Draghi sul futuro della competitività europea, che incoraggia gli Stati membri ad aggiornare le norme in materia di governance e investimenti nel settore spaziale, in particolare per i settori correlati alla difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a investire adeguatamente in tale settore nel contesto del prossimo QFP, anche prendendo in considerazione altri strumenti di finanziamento; evidenzia, in particolare, la necessità di sviluppare ulteriormente il programma spaziale europeo, in considerazione dei forti collegamenti tra il settore spaziale e quello della difesa e della sicurezza, in sede di programmazione del nuovo QFP; sottolinea l'importanza di migliorare la cooperazione tra la Commissione e l'Agenzia spaziale europea per evitare la duplicazione degli sforzi e garantire un uso più efficiente delle risorse; invita a promuovere la cooperazione transatlantica e le sinergie con la NATO per garantire un coordinamento efficace nello sviluppo delle capacità spaziali e di difesa;

122. evidenzia che gli attuali pilastri dell'UE nel settore spaziale – il programma globale di navigazione satellitare Galileo e il programma di osservazione della Terra Copernicus – hanno un chiaro potenziale a duplice uso nello sviluppo di applicazioni e servizi spaziali; sottolinea l'importanza di istituire, quale terzo pilastro del programma spaziale dell'UE, la costellazione satellitare IRIS2 con l'obiettivo di fornire servizi di comunicazione sicuri all'UE e ai suoi Stati membri nonché connettività a banda larga per i cittadini, le aziende private e le autorità governative in Europa; raccomanda di accordare l'accesso alla costellazione satellitare IRIS2 a Taiwan e all'Ucraina; sottolinea che, oltre alle comunicazioni satellitari, settori come il posizionamento, la navigazione e la sincronizzazione, come pure l'osservazione della Terra, sono essenziali nel rafforzamento dell'autonomia strategica e della resilienza dell'UE; evidenzia che lo sviluppo di tali capacità contribuisce direttamente all'approntamento di una risposta efficace alle crisi e alla protezione delle infrastrutture critiche; chiede, pertanto, che siano presi in considerazione nuovi programmi spaziali dell'UE, il che consentirebbe all'UE di rafforzare la sua autonomia strategica e il suo status di potenza spaziale globale;

123. prende atto dell'inadeguatezza delle capacità dei veicoli di lancio e delle comunicazioni satellitari all'interno dell'UE; sottolinea l'importanza strategica di promuovere e potenziare tali capacità per consentire all'UE di sostenere efficacemente gli Stati membri e le missioni e le operazioni PSDC, mantenendo nel contempo un atteggiamento resiliente e autonomo; evidenzia che lo sviluppo di soluzioni guidate dall'UE in tale ambito è essenziale per proteggere le infrastrutture critiche e per garantire una presenza sicura e competitiva nel settore spaziale;

124. invita gli Stati membri ad affrontare la minaccia crescente di "arsenalizzazione" dello spazio, con particolare riferimento alle segnalazioni in merito ai progressi della Russia in materia di tecnologia delle armi nucleari spaziali, cosa che costituirebbe una palese violazione del trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967;

Settore marittimo

125. sottolinea che, dinanzi alle crescenti tensioni geopolitiche nel settore marittimo, l'UE deve intensificare le sue attività in mare, guidando la conoscenza del settore marittimo, proteggendo le infrastrutture critiche, garantendo un controllo efficace delle sue frontiere marittime esterne per prevenire attività illegali e contribuendo a garantire la libertà di navigazione, la sicurezza delle linee di comunicazione marittime e delle sue navi e dei relativi equipaggi, come pure a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata;

126. sottolinea l'impegno a rafforzare il ruolo dell'UE come garante della sicurezza marittima internazionale; sottolinea, in tal senso, l'importanza del concetto delle presenze marittime coordinate, che rafforza il ruolo dell'UE come fornitore di sicurezza marittima globale e la sua visibilità in regioni marittime strategiche, ed evidenzia il lavoro svolto dalle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea e nell'Oceano Indiano nordoccidentale; invita gli Stati membri a impegnarsi attivamente in tali iniziative e a sviluppare le rispettive capacità navali militari al fine di rafforzare la presenza e la visibilità dell'UE nel settore marittimo mondiale; raccomanda l'espansione delle presenze marittime coordinate ad altre aree marittime strategiche in tutto il mondo;

127. esprime una profonda preoccupazione per la sorveglianza e il sabotaggio da parte della Russia e della Cina di infrastrutture marittime critiche, come i cavi di comunicazione sui fondali marini e gli impianti energetici offshore; esprime, in particolare, una profonda preoccupazione per i danni arrecati nell'arco di nemmeno 24 ore, il 17 e il 18 novembre 2024, a due cavi di comunicazione sottomarini che collegano, rispettivamente, la Finlandia alla Germania e la Svezia alla Lituania, e per quelli provocati il 25 dicembre 2024 da una nave cisterna appartenente alla flotta ombra russa al cavo elettrico EstLink2, che collega l'Estonia alla Finlandia; invita l'UE a istituire sistemi di monitoraggio e sorveglianza efficaci e a instaurare una cooperazione regionale tra le guardie costiere allo scopo di garantire la prevenzione e la rapida individuazione degli attacchi rivolti a simili infrastrutture; accoglie con favore, a tale proposito, l'avvio da parte della NATO dell'operazione "Baltic Sentry", che vede la partecipazione di diversi Stati membri, con l'obiettivo di incrementare la sicurezza di infrastrutture sottomarine critiche nel Mar Baltico; invita gli Stati membri a rispettare pienamente gli impegni della dichiarazione di New York sulla sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini, compreso l'impegno ad acquistare le attrezzature dei cavi sottomarini solo da aziende di paesi alleati; invita la Commissione a stanziare risorse adeguate a favore della ricerca e dello sviluppo di risorse sottomarine e attrezzature di difesa all'avanguardia per proteggere le isole da possibili sbarchi e attacchi da parte di forze di paesi terzi;

Controllo e non proliferazione degli armamenti e disarmo

128. deplora l'indebolimento dei regimi di non proliferazione e di controllo degli armamenti in questi tempi di instabilità geopolitica e chiede di raddoppiare gli sforzi per invertire tale tendenza; sottolinea, al riguardo, la necessità fondamentale e sostanziale di investire maggiormente nel controllo regionale e globale degli armamenti, nella non proliferazione e nel disarmo, ponendo l'accento sulle strategie multilaterali; evidenzia il fatto che tali strategie dovrebbero affrontare i problemi correlati agli ordigni inesplosi e alle armi chimiche riversate in mare nel secolo scorso, che già rappresentano una minaccia per la sicurezza, l'ambiente, la salute e l'economia, in particolare nel Mar Baltico, nel Mar Adriatico e nel Mare del Nord;

129. ribadisce il suo fermo sostegno all'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri a favore del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), riconoscendolo come pietra angolare del quadro di non proliferazione e disarmo nucleare a livello globale; ricorda che la Russia ha ritirato la sua ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari nell'ottobre 2023;

130. ricorda che i negoziati internazionali relativi ai regimi di non proliferazione e di controllo degli armamenti e i loro risultati hanno ripercussioni sull'Europa, in particolare sugli Stati membri dell'UE; sottolinea l'importanza di imprimere un nuovo impulso al rilancio di tali regimi; sottolinea inoltre l'importanza di garantire che l'UE assuma un ruolo attivo e costruttivo nel promuovere e rafforzare gli sforzi internazionali basati su regole in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e architettura del disarmo, in particolare nel settore delle armi di distruzione di massa e degli strumenti di sorveglianza e manipolazione digitali a duplice uso;

131. invita gli Stati membri a conformarsi pienamente alla posizione comune 2008/944/PESC che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, quale modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560 del Consiglio, e ad applicare rigorosamente il criterio 4 sulla stabilità regionale;

132. sottolinea la necessità di evitare il trasferimento di tecnologie emergenti sensibili e di prodotti a duplice uso di importanza fondamentale, soprattutto quelli essenziali per la sicurezza dell'UE, a destinatari preoccupanti all'esterno dell'UE; chiede l'istituzione e l'attuazione a livello dell'UE di sistemi elettronici doganali e di gestione delle licenze per l'esportazione, come passo fondamentale per rendere più efficaci i controlli da parte degli Stati membri sulle esportazioni di tecnologie e prodotti di cui sopra;

Difesa e società, e preparazione e prontezza civile e militare

133. sottolinea che è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell'UE, delle minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una difesa dell'UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito pubblico informato; invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l'importanza delle forze armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo il modello di programmi nazionali come l'iniziativa svedese di emergenza civile;

134. accoglie con favore gli sforzi volti a rafforzare la preparazione e la prontezza civile e militare dell'Europa, come proposto anche nella relazione Niinistö; riconosce l'importanza cruciale dei cittadini nella preparazione e nella risposta alle crisi, in particolare la resilienza psicologica degli individui e la preparazione delle famiglie; riconosce altresì l'importanza delle infrastrutture di protezione civile e della pianificazione per le situazioni di emergenza; sostiene un approccio alla resilienza che coinvolga l'intera società con l'impegno attivo delle istituzioni dell'UE, degli Stati membri, della società civile e dei singoli cittadini nel rafforzamento del quadro di sicurezza dell'Unione; sottolinea che gli organi decisionali della PSDC responsabili della pianificazione, delle risorse e della logistica hanno il potenziale per diventare i principali facilitatori della gestione civile delle crisi durante le situazioni di emergenza; invita gli Stati membri e la Commissione a esaminare attentamente le raccomandazioni della relazione e a sviluppare una strategia dell'UE in materia di valutazione dei rischi e preparazione, esercitazioni congiunte e un'interfaccia di cooperazione UE-NATO più forte in vista di situazioni di crisi; chiede lo sviluppo di un'infrastruttura di protezione civile adeguata e di una pianificazione approfondita delle emergenze, nonché la garanzia degli investimenti necessari a tal fine, anche attraverso un apposito programma di garanzia degli investimenti della BEI per un'infrastruttura di difesa civile a prova di crisi;

135. ricorda che il terrorismo, compreso il terrorismo jihadista, rappresenta una minaccia persistente per la sicurezza dell'UE e dei suoi partner; invita l'UE a proseguire gli sforzi per prevenire questa minaccia con determinazione e piena solidarietà, in particolare attraverso un maggiore coordinamento per migliorare le conoscenze, sviluppare capacità di preparazione e risposta, e garantire una più stretta interazione con i partner e gli altri attori internazionali;

136. sottolinea che le politiche di difesa dell'UE dovrebbero riflettere i principi dell'uguaglianza di genere e della diversità, promuovendo ambienti militari inclusivi che riflettano i valori e la diversità della società europea, garantendo nel contempo che tutti i membri delle forze armate europee, indipendentemente dal genere o dal contesto, abbiano pari opportunità e pari accesso al sostegno; ribadisce l'importante ruolo dei giovani e delle organizzazioni giovanili nel mantenimento e nella promozione della pace e della sicurezza, e invita il SEAE a impegnarsi a integrare più sistematicamente i giovani nella sua agenda in materia di giovani, pace e sicurezza; chiede, inoltre, di mettere a punto programmi di formazione dei formatori e di cooperazione tra le istituzioni di difesa e le università degli Stati membri dell'UE, quali corsi militari, esercitazioni e attività di formazione con giochi di ruolo per studenti civili;

137. sottolinea che l'UE e i suoi Stati membri devono affrontare sfide cruciali relative al reclutamento e al mantenimento del personale nelle forze armate sviluppando azioni coordinate a livello nazionale e dell'UE al fine di garantire una forza lavoro militare sostenibile; raccomanda all'UE di sostenere gli Stati membri nella definizione di politiche che aumentino l'attrattiva professionale e di strategie di mantenimento del personale a lungo termine; sottolinea la necessità che il comitato militare dell'UE (EUMC) dia seguito al suo compito di raccolta e analisi dei dati in tutti gli Stati membri dell'UE sulle questioni relative al reclutamento e al mantenimento del personale, al fine di individuare possibili misure per risolvere tali questioni; mette in evidenza che il sostegno alla salute mentale e al benessere del personale militare, con un'attenzione particolare per lo sviluppo professionale e l'assistenza a lungo termine per i veterani, deve essere adeguatamente preso in considerazione nell'ulteriore sviluppo dell'Unione della difesa;

138. rammenta l'importanza di organizzare esercitazioni e addestramenti congiunti tra le forze armate europee, promuovendo in tal modo l'interoperabilità, al fine di preparare al meglio le missioni e affrontare un'ampia gamma di minacce, sia convenzionali che non convenzionali; chiede la creazione e lo sviluppo di programmi di scambio a livello dell'UE per il personale militare degli Stati membri, che forniscano opportunità di formazione ed esperienza in diversi ambienti e strutture militari europei promuovendo così la comprensione reciproca, la coesione e l'interoperabilità tra le forze armate dell'UE; ribadisce, a tale proposito, il suo sostegno all'iniziativa europea per lo scambio di giovani ufficiali militari (Erasmus militare – EMILYO), gestita dall'Accademia europea per la sicurezza e la difesa;

Rafforzare la cooperazione e i partenariati nel settore della difesa

139. sottolinea l'importanza della dimensione di partenariato della bussola strategica nel rafforzare la cooperazione tra l'UE e i suoi alleati e partner in tutto il mondo sulla base di valori comuni e nel rispetto dei diritti umani e della democrazia, al fine di rafforzare la percezione del principio di deterrenza e contrastare le strategie estere volte a minare l'UE e i suoi partner e a destabilizzare l'ordine internazionale basato su regole; invita l'UE a impegnarsi maggiormente nella cooperazione di sicurezza con i partner in tutti gli ambiti prioritari individuati nella bussola strategica, in particolare per rafforzare la resilienza del settore della sicurezza locale per quanto riguarda la gestione delle crisi, per contrastare le minacce ibride e per migliorare le capacità delle istituzioni di cibersicurezza; chiede inoltre una più stretta cooperazione tra le organizzazioni pertinenti dei partner e il Centro satellitare dell'Unione europea, l'Agenzia europea per la difesa (AED) e l'Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza (ENISA); ritiene che la partecipazione dei partner e degli alleati NATO ai progetti PESCO, previo accordo degli Stati membri dell'UE, contribuisca a migliorare la compatibilità tra le rispettive norme nel settore della difesa, nonché a condividere esperienze, intelligence e competenze tecniche in vari settori;

140. riafferma che la PSDC dell'UE deve sempre osservare rigorosamente il diritto internazionale e le decisioni multilaterali adottate da istituzioni internazionali; accoglie con favore l'adozione della politica di vigilanza dell'Unione europea in materia di diritti umani e di diritto internazionale umanitario in caso di sostegno a terzi nel settore della sicurezza, che funge da base per la cooperazione militare e di sicurezza con i paesi terzi in modo più conforme ai diritti umani e al diritto internazionale umanitario (DIU), e ne chiede la completa attuazione; rinnova l'invito a una più stretta cooperazione con organizzazioni internazionali quali, ma non solo, le Nazioni Unite, l'Unione africana e le loro missioni di mantenimento della pace in teatri congiunti, nonché l'OSCE in materia di sicurezza;

141. si compiace della dichiarazione congiunta dei ministri della Difesa del G7 in data 19 ottobre 2024 e della loro dichiarazione di intenti riguardante un aumento della cooperazione nel settore della difesa; sottolinea il forte interesse dell'UE a sviluppare partenariati internazionali con partner che condividono gli stessi principi in questo settore e la necessità di intensificare gli sforzi dell'UE per garantire che paesi che un tempo erano partner strategici e con i quali alcuni Stati membri mantengono forti legami culturali non vengano trascinati nella sfera di influenza di rivali sistemici; ricorda che la diplomazia economica svolge un ruolo fondamentale in questo sforzo, fungendo da strumento essenziale per rafforzare i legami di cooperazione, promuovere la prosperità reciproca e consolidare la presenza e l'influenza dell'UE, contribuendo alla resilienza dei partner dinanzi alle pressioni esterne;

Cooperazione UE-NATO

142. sottolinea l'importanza del partenariato strategico dell'UE con la NATO, nel pieno rispetto dei principi guida concordati di trasparenza, reciprocità e inclusività, nonché nel rispetto dell'autonomia e delle procedure decisionali di ciascuna organizzazione; mette in evidenza che la NATO e l'UE svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel sostenere la pace e la sicurezza a livello internazionale, evitando così la duplicazione degli sforzi di difesa pur mantenendo una forte e stretta cooperazione; si compiace dell'adesione della Svezia alla NATO nel 2024, e di quella della Finlandia nel 2023, in quanto storico passo avanti nel rafforzamento della sicurezza in Europa, in particolare nella regione del Mar Baltico; invita la VP/AR a operare in stretto coordinamento e di concerto con il Segretario generale della NATO;

143. chiede un ulteriore rafforzamento della cooperazione UE-NATO sulla base della bussola strategica dell'UE e del nuovo concetto strategico della NATO, anche nei settori della cibersicurezza, della guerra ibrida, della lotta al terrorismo, della mobilità militare, delle infrastrutture a duplice uso, della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi e della cooperazione in campo militare e in materia di sicurezza, del contrasto alle ingerenze straniere malevole da parte di paesi terzi, di un approccio coordinato nella regione indo-pacifica come pure di una crescente azione comune sulla scena internazionale per proteggere la democrazia; sostiene fermamente la politica di apertura della NATO; invita l'UE e la NATO a rafforzare la loro cooperazione per sostenere lo sviluppo delle capacità dei partner comuni;

144. sottolinea la costante necessità di allineamento tra gli Stati che sono membri sia dell'UE che della NATO e l'obbligo di cooperazione, autoaiuto e assistenza reciproca previsto dagli articoli 1 e 3 della Carta della NATO; invita l'UE a intensificare gli sforzi in relazione a iniziative di sicurezza e difesa comuni in caso non vi sia un equivalente della NATO, al fine di aumentare la standardizzazione, migliorare l'interoperabilità e sviluppare procedure operative comuni tra le capacità di difesa degli Stati membri e dell'UE;

145. elogia la stretta cooperazione UE-NATO nei Balcani occidentali, anche attraverso le operazioni militari Althea dell'EUFOR e della KFOR, che garantiscono la stabilità necessaria per la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo, nonché l'intera regione;

146. mette in evidenza il ruolo vitale della regione del Mar Nero nel panorama della sicurezza europea e invita l'UE a collaborare con la NATO nella definizione di una strategia globale per tale regione, che dovrebbe affrontare le sfide in materia di sicurezza, contrastare le minacce ibride, rafforzare la cooperazione marittima e promuovere i partenariati regionali;

147. valuta positivamente la nomina del rappresentante speciale della NATO per il vicinato meridionale e l'attenzione della NATO per questa regione; ritiene opportuno rafforzare il coordinamento e la consultazione tra i funzionari dell'UE incaricati della politica per il vicinato meridionale e il Sahel e i loro omologhi della NATO, al fine di evitare duplicazioni e la frammentazione degli sforzi e delle risorse;

148. accoglie con favore la proposta dell'Assemblea parlamentare della NATO di elevare lo status del Parlamento a "partner" nel quadro della riforma dei partenariati attualmente in corso; invita la sua delegazione per le relazioni con l'Assemblea parlamentare della NATO (DNAT) a sfruttare pienamente i privilegi attuali e futuri del Parlamento; ritiene che la DNAT sia uno strumento importante della diplomazia del Parlamento nell'ambito di un partenariato UE-NATO rafforzato volto a consolidare il pilastro europeo della NATO e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali dell'Alleanza; è del parere che la DNAT possa svolgere un ruolo centrale nel rafforzamento della cooperazione UE-NATO, della resilienza democratica dei paesi in fase di adesione e dei partner chiave e, nel complesso, della dimensione parlamentare di questo partenariato essenziale;

Partenariato con gli Stati Uniti

149. reputa essenziale continuare a sviluppare le strette relazioni dell'UE con gli Stati Uniti, che si basano sul rispetto reciproco e sui valori condivisi della democrazia, della libertà e dello Stato di diritto, come anche su un'ampia gamma di interessi comuni o convergenti; apprezza l'impegno e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella difesa territoriale dell'Europa, conformemente al trattato del Nord-Atlantico e al suo articolo 5, soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; incoraggia le iniziative di sicurezza e difesa reciproche, e la cooperazione in settori quali il disarmo e la non proliferazione, l'impatto delle tecnologie di rottura, i cambiamenti climatici, le minacce ibride, la ciberdifesa, la mobilità militare, la gestione delle crisi e le relazioni con i concorrenti strategici; chiede un ulteriore rafforzamento del dialogo UE-USA in materia di sicurezza e difesa quale importante strumento per una cooperazione transatlantica più stretta;

150. rileva l'importanza di una maggiore collaborazione nella produzione e nell'approvvigionamento di prodotti per la difesa, anche attraverso un accesso paritario al mercato per entrambe le industrie della difesa; prende atto della strategia nazionale per l'industria della difesa degli Stati Uniti, del gennaio 2024, e della sua ambizione di approfondire la cooperazione industriale con i partner; riconosce l'ampia gamma di possibili ambiti di cooperazione reciprocamente vantaggiosi nel settore della difesa e le relative implicazioni positive per un partenariato transatlantico più forte in tempi di crescente concorrenza geopolitica; sottolinea, tuttavia, che una cooperazione di questo tipo richiede condizioni di parità che sono incompatibili con le disposizioni della regolamentazione statunitense sul commercio internazionale delle armi; invita pertanto la Commissione ad avviare un dialogo con gli Stati Uniti per valutare le possibilità di sviluppo di una cooperazione industriale nel settore della difesa reciprocamente vantaggiosa, basata su un quadro giuridico che garantisca condizioni di parità a livello transatlantico;

Partenariato con il Regno Unito

151. riconosce i contributi significativi del Regno Unito alla sicurezza e alla stabilità dell'Europa, nonché il suo impegno a favore di obiettivi di difesa condivisi, che migliorano la sicurezza collettiva in tutta Europa; accoglie con favore la forte cooperazione tra l'UE, i suoi Stati membri e il Regno Unito per quanto riguarda il sostegno all'Ucraina, come anche gli accordi bilaterali, come l'accordo di Trinity House tra il Regno Unito e la Germania per approfondire la cooperazione in materia di difesa; si compiace della partecipazione del Segretario di Stato britannico per gli affari esteri, il Commonwealth e lo sviluppo alla riunione del Consiglio "Affari esteri" dell'UE dell'ottobre 2024; chiede che l'UE e il Regno Unito migliorino rapidamente la loro cooperazione in materia di difesa e diventino partner più stretti in materia di sicurezza firmando una dichiarazione congiunta che preveda impegni concreti e un dialogo strutturato, al fine di intensificare la cooperazione UE-Regno Unito riguardo all'intera gamma di sfide in materia di politica estera e di sicurezza cui l'UE e il Regno Unito devono fare fronte sul continente europeo; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di una più stretta cooperazione nella condivisione di informazioni e intelligence, nella lotta al terrorismo, nella mobilità militare, nelle iniziative di sicurezza e difesa, nella gestione delle crisi, nella ciberdifesa, nelle minacce ibride e nella FIMI, nonché nell'affrontare congiuntamente minacce comuni come la proliferazione delle armi di distruzione di massa;

152. reputa essenziale progredire nella cooperazione pratica formalizzando una dichiarazione congiunta su un partenariato in materia di sicurezza e difesa con il Regno Unito quale strumento per rafforzare la sicurezza europea e il pilastro europeo della NATO, in particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; incoraggia la VP/AR a invitare regolarmente il Regno Unito alle riunioni informali del Consiglio cui partecipano i ministri degli Affari esteri (e della difesa) per scambiare opinioni su questioni di interesse comune, salvaguardando nel contempo pienamente l'autonomia decisionale dell'UE;

Partenariato con i partner dei Balcani occidentali e dell'Europa orientale

153. ritiene che la sicurezza dell'UE sia strettamente interconnessa con la sicurezza dei suoi vicini europei immediati e che l'UE abbia interesse a dare priorità alla sua politica di allargamento e a rafforzare la stabilità dei suoi vicini dell'Europa sudorientale e orientale, in particolare dei paesi candidati; chiede un rafforzamento della cooperazione militare-di sicurezza, compresa la sicurezza civile e militare come anche la sicurezza delle politiche e militare, e della cooperazione con i paesi candidati e i partner, segnatamente in settori quali la resilienza, la cibersicurezza, le minacce ibride, la gestione delle frontiere, la lotta al terrorismo e la lotta alla disinformazione; ribadisce la necessità di una stretta cooperazione con la NATO a tale riguardo;

154. sottolinea che l'Unione dovrebbe facilitare la partecipazione dei partner europei con un elevato livello di allineamento alle questioni relative alla PSDC – in particolare i paesi dei Balcani occidentali – ai programmi attuali e futuri legati al settore della difesa; riafferma che un coinvolgimento approfondito dei paesi candidati agevolerebbe in modo sostanziale il loro processo di adesione, aumentando le loro capacità industriali e operative nel settore della difesa e migliorando così l'interoperabilità con le forze armate degli Stati membri dell'UE; è del parere che un'inclusione globale dei paesi candidati dei Balcani occidentali nelle iniziative di difesa dell'UE rappresenterebbe un investimento strategico, oltre a essere parte integrante degli sforzi dell'UE volti a contrastare la crescente assertività e le ingerenze straniere orchestrate in tali paesi;

155. incoraggia gli Stati membri a ricorrere ulteriormente all'EPF per la formazione e l'equipaggiamento dei servizi di sicurezza nei partner dell'Europa sudorientale e orientale che ospitano missioni PSDC, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture di polizia militare, mediche e di contrasto, e ad aumentare le capacità di scambio di intelligence attraverso linee di comunicazione sicure;

Partenariato con l'Unione africana e i paesi africani

156. sottolinea l'importanza che le relazioni UE-Africa rivestono per la sicurezza europea; ritiene essenziale rafforzare in modo significativo i partenariati dell'UE con i paesi africani;

Partenariato con la regione indo-pacifica

157. sottolinea l'importanza strategica della regione indo-pacifica nel quadro di difesa dell'UE, riconoscendo la necessità di affrontare le crescenti preoccupazioni in materia di sicurezza legate alle attività regionali della Cina e le loro più ampie implicazioni per la stabilità globale; ritiene essenziale rafforzare la presenza e i partenariati dell'UE in questa regione; riconosce, inoltre, il ruolo di primo piano di Taiwan nello sviluppo dell'alta tecnologia e la sua vasta esperienza nel difendersi dagli attacchi ibridi cinesi, dalla disinformazione e dalla FIMI, elementi che dovrebbero essere considerati prioritari nella valutazione delle possibilità di rafforzare la cooperazione e gli scambi multilaterali;

158. sottolinea che è assolutamente necessario per l'UE costruire una sicurezza collettiva più duratura attraverso una rete di alleati e partner regionali, quale base convenzionale del suo impegno nella regione; accoglie con grande favore la recente conclusione del partenariato UE-Giappone in materia di sicurezza e difesa; ritiene che un ulteriore approfondimento del partenariato strategico e di difesa dell'UE con il Giappone e lo sviluppo di un dialogo regolare, della cooperazione e della creazione di capacità con altri paesi della regione indo-pacifica che condividono gli stessi principi, quali Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Taiwan, siano fondamentali per promuovere la sicurezza comune; ribadisce all'UE l'invito a intensificare il dialogo con partner strategici emergenti della regione quali l'Indonesia e il Vietnam; 

Maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nella PSDC

159. sottolinea che il rafforzamento della PSDC come priorità politica della decima legislatura e l'aumento della spesa per le politiche e i programmi di difesa a livello dell'UE e da parte degli Stati membri richiedono un pieno controllo e una piena responsabilità parlamentare;

160. invita, a questo proposito, a rafforzare il ruolo legislativo, di controllo e di bilancio del Parlamento su un numero crescente di iniziative in materia di difesa all'interno delle istituzioni dell'UE e in particolare il lavoro svolto nell'ambito della PSDC, anche migliorando il dialogo periodico, lo scambio di informazioni e il mantenimento di canali di comunicazione permanenti tra la VP/AR, il Commissario per la Difesa e lo spazio e gli organi competenti del Parlamento; raccomanda che le commissioni parlamentari competenti ricevano periodicamente aggiornamenti in materia di intelligence;

161. si rammarica del fatto che la mancanza di accesso alle informazioni impedisca al Parlamento di esercitare un adeguato controllo sui progetti PESCO; ribadisce agli Stati membri il suo invito a presentare al Parlamento una relazione sull'attuazione dei progetti PESCO almeno due volte l'anno; ribadisce altresì al SEAE il suo invito a riferire regolarmente e in modo esauriente alla commissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento sull'attuazione della bussola strategica, su altre iniziative e altri programmi in materia di sicurezza e difesa e sulla loro valutazione; sottolinea la necessità di migliorare il controllo dell'attuazione delle normative industriali nel settore della difesa mediante l'introduzione della procedura relativa agli atti delegati;

°

° °

162. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione e ai Commissari competenti, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, al presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO e alle agenzie dell'UE per la sicurezza e la difesa, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi partner.

* * *


 

MOTIVAZIONE

Negli ultimi anni, e in particolare dall'inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, l'UE ha dovuto far fronte a minacce multiple e senza precedenti alla sua sicurezza, come pure a nuove crisi nel suo ambiente geografico ravvicinato, fra cui le conseguenze degli attacchi terroristici di Hamas contro Israele nell'ottobre 2023.

 

L'UE ha reagito a questi sviluppi negativi partecipando più attivamente alla sicurezza e alla difesa europee, esplorando nuovi orientamenti e avviando nuove iniziative per rafforzare e sviluppare le sue capacità di difesa in modo collettivo e cooperativo.

 

Questa relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) dell'UE, la prima relazione di questo tipo della decima legislatura, intende presentare la valutazione del Parlamento europeo riguardo ai progressi compiuti dalla PSDC nell'attuale contesto geopolitico e di sicurezza e intende così rispondere alla relazione dell'alto rappresentante dell'Unione per la politica estera, pubblicata il 20 giugno 2024, dal titolo "Common Foreign and Security Policy Report – Our Priorities in 2024" (Relazione sulla politica estera e di sicurezza comune – Le nostre priorità nel 2024). La relazione fornisce inoltre raccomandazioni riguardo alle principali linee d'azione per rafforzare in futuro le politiche e le azioni in vari ambiti, tra cui i progressi istituzionali in materia decisionale, lo sviluppo congiunto delle capacità militari e in termini di armamenti nonché i mezzi per finanziarle.

 


ALLEGATO: ENTITÀ O PERSONE DA CUI IL RELATORE HA RICEVUTO CONTRIBUTI

Conformemente all'allegato I, articolo 8, del regolamento, il relatore dichiara di aver ricevuto, nel corso dell'elaborazione della relazione, fino alla sua approvazione in commissione, contributi dalle seguenti entità o persone:

Entità e/o persona

ESCRIBANO MECHANICAL AND ENGINEERIING

Apple Inc.

TECNOBIT (Grupo Oesia)

SOPRA STERIA GROUP

Human Rights Working Group of NCRI

American Chamber of Commerce in Belgium

Boeing International Corporation, Belgium

General Electric Company Honeywell Europe, RTX Corporation W.L.

Gore

Ericsson

US. Mission to the European Union

IQM Quantumm Computers

Rasmussen Global

Munich Security Conference

General Electric Company

Business Bridge Europe

Airbus

Atlantic Council of the United States, Inc

International Centre for Ukrainian Victory

Prisoner’s defenders International Network

Official Spanish Chamber of Commerce in Belgium and Luxembourg

Deloitte Advisory

Amazon Europe Core

Indra

International Committee in Search of Justice

L'elenco che precede è compilato sotto l'esclusiva responsabilità del relatore.

Quando delle persone fisiche sono identificate nell'elenco con il loro nome, la loro funzione o entrambi, il relatore dichiara di aver sottoposto alle persone fisiche interessate l'informativa del Parlamento europeo sulla protezione dei dati n. 484 (https://www.europarl.europa.eu/data-protect/index.do), che definisce le condizioni applicabili al trattamento dei loro dati personali e i diritti connessi a tale trattamento.

 

 


 

PARERE DI MINORANZA

 

espresso, a norma dell'articolo 56, paragrafo 4, del regolamento

da Özlem Alev Demirel, Marc Botenga, Giorgos Georgiou (The Left)

 

La relazione afferma giustamente che, in considerazione dell'intensificarsi dei conflitti in Ucraina, Medio Oriente e regione indo-pacifica, la diplomazia e il controllo delle armi/il disarmo dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale. Al tempo stesso essa nega l'intensificarsi del ruolo dell'UE attraverso la partecipazione diretta alle esportazioni di armi o l'alimentazione dei conflitti per il loro tramite. L'UE non appare come forza diplomatica.

 

Respingiamo la presente relazione in quanto:

 

 utilizza la guerra illegale della Russia come pretesto per un armamento massiccio e il finanziamento dell'industria della difesa, si concentra esclusivamente su un approccio militare anziché sulla diplomazia, chiede sanzioni secondarie e invita a testare prototipi (militari) in cooperazione con gli attori della difesa ucraini

 promuove il concetto di "duplice uso" e l'acquisizione di armi ipersoniche, capacità di guerra elettronica insieme alla NATO

 chiede annualmente lo 0,25 % del PIL degli Stati membri per fornire assistenza militare all'Ucraina, cosa che comporterà tagli alla politica sociale

 chiede una spesa militare superiore all'obiettivo della NATO del 2 % del PIL

 chiede la revoca del principio dell'unanimità nel settore della PESC/PSDC, cosa che aumenta ulteriormente il potere dei grandi Stati membri

 sostiene l'agenda in materia di giovani, pace e sicurezza in vista della cooperazione tra le istituzioni di difesa e le università, compresi corsi/esercitazioni militari.

 

Chiediamo:

 l'istituzione di un sistema di sicurezza collettiva accanto a sforzi diplomatici per porre fine alle guerre e ai conflitti in corso

 il raggiungimento della pace attraverso la risoluzione dei conflitti, la creazione di un clima di fiducia, un controllo serio degli armamenti e misure di disarmo

 l'applicazione rigorosa dell'articolo 41, paragrafo 2, TUE.


INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE DA PARTE DELLA COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

30.1.2025

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

55

19

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Mika Aaltola, Petras Auštrevičius, Jordan Bardella, Dan Barna, Wouter Beke, Robert Biedroń, Ioan-Rareş Bogdan, Marc Botenga, Grzegorz Braun, Sebastião Bugalho, Danilo Della Valle, Özlem Demirel, Elio Di Rupo, Loucas Fourlas, Michael Gahler, Giorgos Georgiou, Raphaël Glucksmann, Bernard Guetta, Rima Hassan, Rasa Juknevičienė, Sandra Kalniete, Łukasz Kohut, Rihards Kols, Andrey Kovatchev, Vilis Krištopans, Nathalie Loiseau, Claudiu Manda, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Arkadiusz Mularczyk, Leoluca Orlando, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder, Alexander Sell, Villy Søvndal, Davor Ivo Stier, Sebastiaan Stöteler, Stanislav Stoyanov, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, Michał Szczerba, António Tânger Corrêa, Marta Temido, Cristian Terheş, Riho Terras, Hermann Tertsch, Pierre-Romain Thionnet, Sebastian Tynkkynen, Reinier Van Lanschot, Roberto Vannacci, Hilde Vautmans, Harald Vilimsky, Željana Zovko

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jaume Asens Llodrà, Malik Azmani, Engin Eroglu, Sandra Gómez López, Evin Incir, András László, Ana Catarina Mendes, Hans Neuhoff, Nicolás Pascual de la Parte, Chloé Ridel, Tineke Strik, Şerban Dimitrie Sturdza, Ingeborg Ter Laak, Matej Tonin, Ivaylo Valchev, Isabel Wiseler-Lima

Deputati di cui all’art. 216, par. 7, del regolamento presenti al momento della votazione finale

Nikos Papandreou, Catarina Vieira

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE DA PARTE DELLA COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

55

+

ECR

Rihards Kols, Arkadiusz Mularczyk, Şerban Dimitrie Sturdza, Cristian Terheş, Ivaylo Valchev

PPE

Mika Aaltola, Wouter Beke, Ioan-Rareş Bogdan, Sebastião Bugalho, Loucas Fourlas, Michael Gahler, Rasa Juknevičienė, Sandra Kalniete, Łukasz Kohut, Andrey Kovatchev, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Nicolás Pascual de la Parte, Davor Ivo Stier, Michał Szczerba, Ingeborg Ter Laak, Riho Terras, Matej Tonin, Isabel Wiseler-Lima, Željana Zovko

Renew

Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Dan Barna, Engin Eroglu, Bernard Guetta, Nathalie Loiseau, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, Hilde Vautmans

S&D

Robert Biedroń, Elio Di Rupo, Raphaël Glucksmann, Sandra Gómez López, Evin Incir, Claudiu Manda, Ana Catarina Mendes, Sven Mikser, Nikos Papandreou, Tonino Picula, Thijs Reuten, Chloé Ridel, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder, Marta Temido

Verts/ALE

Jaume Asens Llodrà, Leoluca Orlando, Villy Søvndal, Tineke Strik, Reinier Van Lanschot, Catarina Vieira

 

19

-

ESN

Hans Neuhoff, Alexander Sell, Stanislav Stoyanov

NI

Grzegorz Braun, Kostas Papadakis

PfE

Jordan Bardella, Vilis Krištopans, András László, Sebastiaan Stöteler, António Tânger Corrêa, Hermann Tertsch, Pierre-Romain Thionnet, Roberto Vannacci, Harald Vilimsky

The Left

Marc Botenga, Danilo Della Valle, Özlem Demirel, Giorgos Georgiou, Rima Hassan

 

1

0

ECR

Sebastian Tynkkynen

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2025
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