RELAZIONE sulla proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisone 1999/847/CE per quanto riguarda la durata del programma d'azione comunitario a favore della protezione civile
29.11.2004 - (COM(2004)0512 – C6‑0111/2004 – 2004/0162(CNS)) - *
Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Dimitrios Papadimoulis
PN_CNS_art51
PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisone 1999/847/CE per quanto riguarda la durata del programma d'azione comunitario a favore della protezione civile
(COM(2004)0512 – C6‑0111/2004 – 2004/0162(CNS))
(Procedura di consultazione)
Il Parlamento europeo,
– vista la proposta della Commissione al Consiglio (COM(2004)0512)[1],
– visto l'articolo 308 del trattato CE, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C6‑0111/2004),
– visto l'articolo 51 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A6‑0050/2004),
1. approva la proposta della Commissione;
2. chiede alla Commissione di presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio entro il 30 giugno 2006 concernente una valutazione della proroga del programma d'azione comunitario a favore della protezione civile;
3. invita il Consiglio ad informarlo qualora intenda discostarsi dal testo approvato dal Parlamento;
4. chiede al Consiglio di consultarlo nuovamente qualora intenda modificare sostanzialmente la proposta della Commissione;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione.
MOTIVAZIONE
Decisione del Consiglio che modifica la Decisione 1999/847/CE per quanto riguarda la durata del programma d'azione comunitario a favore della protezione civile
L'attuale Programma d'azione comunitario nel settore della protezione civile scadrà il 31 dicembre 2004. Allo scopo di evitare che si crei una situazione di vuoto giuridico nel periodo intercorrente tra la scadenza dell'attuale programma e la data di applicazione di un nuovo strumento giuridico, la Commissione propone di prorogare il programma per due anni a partire da gennaio 2005 fino a dicembre 2006.
Nella sua proposta la Commissione ha chiesto un aumento degli stanziamenti destinati al programma d'azione nel settore della protezione civile da 1,5 milioni di euro (2004) a 2,4 milioni di euro l'anno (per il 2005 e il 2006). Questo rappresenta un aumento annuale di 0,9 milioni di euro, in parte a causa dell'ampliamento dell'UE e in parte in vista dell'aumento deciso dal Parlamento europeo degli stanziamenti destinati al programma di azione contro l'inquinamento marino.
Tenendo debitamente conto delle future esigenze in materia di interventi per la protezione civile, il relatore ritiene che la proposta della Commissione sia realistica e pertanto esprime parere favorevole nei confronti della proroga del programma e degli stanziamenti proposti.
La comunicazione della Commissione: il rafforzamento della capacità della protezione civile dell'Unione europea.
La Commissione ha anche adottato una comunicazione sul rafforzamento della capacità di protezione civile nell'Unione europea (COM(2004)200).
Il motivo per cui è stata presentata la presente comunicazione è che nel continente europeo negli ultimi anni si sono verificate una serie di catastrofi come inondazioni, ondate di calore, incendi boschivi, terremoti, inquinamenti mediante sostanze tossiche, gravi incidenti industriali e attacchi terroristici. Inoltre, abbiamo anche avuto catastrofi provocate dall'uomo, come la marea nera in seguito del naufragio della Prestige. Tutte queste catastrofi hanno provocato innumerevoli vittime, causando danni economici sempre più gravi e rovinando la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Queste catastrofi, che hanno disgregato le economie dei paesi sinistrati colpendo gli strati più poveri e più vulnerabili della popolazione del mondo in via di sviluppo, registrano le conseguenze più gravi nei paesi più poveri; esse sono generalmente considerate come uno dei principali ostacoli per lo sviluppo sostenibile e per gli sforzi di ridurre la povertà. Per far fronte a tutti questi avvenimenti i governi sono costretti a reagire per rafforzare le misure preventive e aumentare le capacità di reazione. Il Parlamento ha già espresso la sua solidarietà adottando una risoluzione nel 2003 (2003/2066), in seguito all'ondata di calore del periodo estivo, e in cui ha chiesto la creazione di una Forza europea per la Protezione civile.
PREMESSA
La Comunicazione presenta una analisi e una valutazione della capacità del meccanismo della Comunità per affrontare le catastrofi che è stato creato nel 2001 (decisione del Consiglio 2001/792). Il meccanismo comunitario per la Protezione civile prevede un'assistenza immediata mediante i servizi della Protezione civile dei paesi partecipanti. Tale meccanismo comunitario è basato sul Centro di monitoraggio e informazione. Esso opera 24 ore al giorno ed è sostenuto da una base di dati, da programmi di formazione e di azione, e da un sistema comune di emergenza di comunicazione e di informazione. Se le dimensioni di una catastrofe superano le capacità di reazione nazionale, si può fornire assistenza addizionale vitale a breve termine se altri paesi sono disposti a condividere le loro conoscenze e le loro attrezzature.
Il relatore ritiene che la gestione dell'integrazione deve essere utilizzata a ogni fase se si desidera che sia pienamente efficace. A suo parere le fasi principali sono le seguenti:
– prevenzione: in questa fase sono previste misure che vengono adottate prima che si verifichi l'emergenza e che mirano a impedire che avvenga oppure a ridurne la gravità (ad es. carte delle aree a rischio, minimizzare i danni evitando gli insediamenti nelle zone sensibili),
– preparazione: questa è una "polizza di assicurazione" che consiste nella preparazione per potere reagire ai pericoli e ai rischi noti nonché agli avvenimenti imprevisti. La programmazione può essere puntellata dalla formazione, da esercitazioni e da informazioni regolari e sufficienti per il pubblico in merito alle minacce, all'addestramento in materia di sicurezza e a un comportamento idoneo in caso di pericolo.
– protezione: adozione di misure in luoghi specifici,
– misure di emergenza: gli obiettivi di base delle misure di emergenza sono di salvare tanto le vite umane, quanto i beni e l'ambiente allo scopo di ridurre al minimo le conseguenze negative dell'evento e impedire che la situazione peggiori,
– misure di recupero: questa categoria di misure comprende le attività necessarie per tornare quanto più rapidamente possibile alla normalità.
Sulla carta il sistema sembra buono. Tuttavia, concretamente e in tempi reali il meccanismo ha gravi carenze. In particolare occorrono miglioramenti in sette settori:
1. Miglioramento della comunicazione reciproca di informazioni sulle risorse disponibili, sulle esperienze e sulle strategie e pratiche a livello nazionale: la base di dati della Commissione identifica quale è l'assistenza potenzialmente disponibile. Per il momento questa base di dati è abbastanza rudimentale e contiene principalmente informazioni sui gruppi di intervento. L'esperienza dimostra che la base di dati dovrà essere potenziata in modo da contenere le necessarie informazioni sulla capacità di reazione, sui relativi costi, su quali tipi di attrezzature sono disponibili e sulla loro ubicazione.
2. Migliore formazione per le squadre di intervento: l'esperienza ha anche dimostrato che è necessaria una regolare formazione professionale e che anche le esercitazioni comuni per una migliore cooperazione e interoperabilità e altre forme di cooperazione devono essere ampliate. Tutto ciò sarà utile per mettere in evidenza le difficoltà pratiche come quelle in materia di comunicazioni e la compatibilità delle attrezzature tecniche che è essenziale per assicurare una risposta rapida. Occorre un'enfasi speciale sull'assunzione e la formazione dei volontari nei 25 Stati dell'Unione europea.
3. Migliori comunicazioni, coordinamento, sistemi di informazioni tempestive per una pronta informazione dell'opinione pubblica e collegamenti con altre reti: dovrà anche essere migliorata la comunicazione, il coordinamento e l'esame dei mezzi per evitare la duplicazione delle attività. È interessante rilevare che, secondo l'attuale decisione, gli Stati membri non sono tenuti a informare il Centro comunitario di monitoraggio e informazioni quando avviene una grave catastrofe, anche nel caso in cui possa avere conseguenze transfrontaliere. La Commissione intende proporre una modifica alla decisione del Consiglio 2001/792 per assicurare che vengano fornite queste informazioni. Il relatore è d'accordo con la Commissione su questo punto. Quando viene concesso aiuto a paesi extra UE, occorre esaminare e migliorare le procedure che devono seguire le squadre di coordinamento dei vari paesi partecipanti e dovrebbero essere migliorati i canali di comunicazione con tutti gli interessati.
4. Finanziamenti: si registrano alcune difficoltà di ordine finanziario. Le liquidità disponibili e le procedure comunitarie (interventi di emergenza o indennizzi a posteriori mediante il Fondo di solidarietà) sono complesse o insufficienti e vengono spesso attuate troppo lentamente. La Commissione indica che l'esperienza acquisita, in particolare nel caso degli incendi boschivi dell'estate 2003, ha chiaramente evidenziato la necessità di una fonte di finanziamento che possa essere utilizzata rapidamente. Problemi analoghi sorgono nel contesto degli interventi esterni dell'UE. Il futuro strumento giuridico dovrebbe essere accompagnato dai necessari strumenti finanziari, come ad esempio un rinnovato Fondo di solidarietà da utilizzare per tutte le attività all'interno dell'UE e una Riserva di emergenza per le attività al di fuori dell'UE.
5. Rafforzamento della partnership sociale con un più attivo coinvolgimento della società civile e delle autorità locali. Tutti devono essere informati dei rischi a cui ci troviamo di fronte nella gestione le conoscenze necessarie per agire con responsabilità e solidarietà quando avviene una catastrofe. Sono necessarie azioni da realizzare in stretta cooperazione con le autorità nazionali, regionali e locali, in particolare nelle regioni ultraperiferiche e isolate dell'Unione.
6. Abilitazione della ricerca e sviluppo dei sistemi di emergenza per una più efficace gestione delle catastrofi.
7. Attuazione del principio di sussidiarietà e elaborazione di piani nazionali per il coordinamento delle emergenze. Per migliorare ulteriormente le esistenti capacità operative nazionali nel settore della protezione civile e le reazioni in caso di crisi nella UE.
Il relatore è del parere che queste misure siano urgentemente necessarie in quanto solo aumentando le conoscenze specializzate, collaborando strettamente, mettendo in comune le risorse e aumentando i finanziamenti la UE può essere meglio preparata a proteggere i propri cittadini in caso di catastrofi tanto all'interno quanto all'esterno dell'Unione. In questo modo i sinistrati potranno essere certi che le loro esigenze verranno prese in considerazione nel modo più tempestivo ed efficace.
PROCEDURA
Titolo |
Proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisone 1999/847/CE per quanto riguarda la durata del programma d'azione comunitario a favore della protezione civile | ||||||
Riferimenti |
(COM(2004)0512 – C6‑0111/2004 – 2004/0162(CNS)) | ||||||
Base giuridica |
Articolo 308 | ||||||
Base regolamentare |
Articolo 51 | ||||||
Consultazione del PE |
13.9.2004 | ||||||
Commissione competente per il merito |
ENVI | ||||||
Annuncio in Aula |
13.10.2004 | ||||||
Commissione(i) competente(i) per parere |
BUDG |
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Annuncio in Aula |
13.10.2004 |
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Pareri non espressi |
BUDG |
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Decisione |
26.10.2004 |
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Cooperazione rafforzata |
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Annuncio in Aula |
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Relatore(i) |
Dimitrios Papadimoulis | ||||||
Nomina |
1.9.2004 | ||||||
Relatore(i) sostituito(i) |
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Procedura semplificata |
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Decisione |
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Contestazione della base giuridica |
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Parere JURI |
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Modifica della dotazione finanziaria |
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Parere BUDG |
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Consultazione del Comitato economico e sociale europeo |
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Decisione in Aula |
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Consultazione del Comitato delle regioni |
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Decisione in Aula |
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Esame in commissione |
27.9.2004 |
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Approvazione |
24.11.2004 | ||||||
Esito della votazione finale |
favorevoli: |
56 | |||||
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contrari: |
1 | |||||
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astensioni: |
1 | |||||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Adamos Adamou, Georgs Andrejevs, Irena Belohorská, Johannes (Hans) Blokland, John Bowis, Frederika Brepoels, Hiltrud Breyer, Chris Davies, Avril Doyle, Mojca Drčar Murko, Edite Estrela, Jillian Evans, Anne Ferreira, Alessandro Foglietta, Françoise Grossetête, Satu Hassi, Gyula Hegyi, Mary Honeyball, Caroline F. Jackson, Dan Jørgensen, Christa Klaß, Holger Krahmer, Urszula Krupa, Peter Liese, Jules Maaten, Linda McAvan, Marios Matsakis, Roberto Musacchio, Riitta Myller, Péter Olajos, Dimitrios Papadimoulis, Adriana Poli Bortone, Vittorio Prodi, Dagmar Roth-Behrendt, Guido Sacconi, Karin Scheele, Richard Seeber, Jonas Sjöstedt, María Sornosa Martínez, Thomas Ulmer, Marcello Vernola, Anja Weisgerber, Åsa Westlund | ||||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Margrete Auken, María del Pilar Ayuso González, Giovanni Berlinguer, Danutė Budreikaitė, David Casa, Milan Gaľa, Vasco Graça Moura, Erna Hennicot-Schoepges, Miroslav Mikolášik, Ria Oomen-Ruijten, Matteo Salvini, Pál Schmitt, Bart Staes, Andres Tarand | ||||||
Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Nikolaos Vakalis | ||||||
Deposito - rif. A6 |
29.11.2004 |
A6‑0050/2004 | |||||
Osservazioni |
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- [1] Non ancora pubblicata in Gazzetta ufficiale.