RELAZIONE sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), comprese le implicazioni finanziarie per il bilancio generale delle Comunità europee - 2004

1.12.2005 - (2005/2134(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Elmar Brok


Procedura : 2005/2134(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0389/2005

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), comprese le implicazioni finanziarie per il bilancio generale delle Comunità europee - 2004

(2005/2134(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la relazione annuale del Consiglio (7961/2005 PESC 272 FIN 117 PE 70),

–   visto il trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004,

–   vista la strategia europea in materia di sicurezza adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–   visto l'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio[1], in particolare il paragrafo 40,

–   visto l'articolo 21 del trattato UE,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, in particolare la dichiarazione sulla ratifica del trattato che adotta una Costituzione per l'Europa,

–   vista la sua risoluzione del 12 gennaio 2005 sul trattato che adotta una Costituzione per l'Europa[2],

–   vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sui progressi compiuti nell'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2003)[3],

–   vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla strategia europea di sicurezza[4],

–   vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulla riforma delle Nazioni Unite[5],

–   vista la sua risoluzione del 6 luglio 2005 intitolata "Appello mondiale alla lotta contro la povertà: fare della povertà un elemento del passato"[6],

–   vista la sua risoluzione del 26 maggio 2005 sulle relazioni UE-Russia[7],

–   viste la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulle relazioni transatlantiche[8] e le otto dichiarazioni comuni risultanti dall'ultimo Vertice UE-USA tenutosi a Washington DC il 20 giugno 2005,

–   vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2003 su pace e dignità in Medio Oriente[9],

–   vista la sua risoluzione del 27 gennaio 2005 sulla situazione in Medio Oriente[10],

–   vista la sua risoluzione del 6 luglio 2005 su Unione europea e Iraq - Quadro per l'impegno[11],

–   vista la sua risoluzione del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell'UE in materia[12];

–   visto l'articolo 112, paragrafo 1, del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6‑0389/2005),

A. considerando che il Consiglio continua a mantenere un approccio a posteriori, limitandosi a presentare un elenco descrittivo delle attività PESC dell'anno precedente invece di consultare il Parlamento in via preliminare, come previsto dall'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e dall'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999,

B.  considerando che il Parlamento ha più volte chiesto al Consiglio di sostituire tale pratica con una consultazione vera del Parlamento al fine di garantire che le opinioni di quest'ultimo abbiano un impatto reale sulle scelte effettuate per l'anno successivo,

C. considerando che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale, deciso dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, dovrebbe ora andare di pari passo con l'attuazione ottimale dei trattati esistenti al fine di ottenere una PESC capace di far fronte alle responsabilità, alle minacce e alle sfide globali del mondo di oggi,

D. considerando che il Parlamento ha espresso a più riprese il parere che le relazioni dell'Unione con ciascuna regione e ciascun paese terzo dovrebbero essere mantenute a un livello appropriato, tenendo conto degli interessi dell'Unione, della vicinanza di ciascuna regione o paese terzo al modello e ai valori europei nonché del fatto che l'Unione sta diventando uno dei principali attori geopolitici sulla scena mondiale, per cui necessita di partner politici ed economici forti e affidabili,

E.  considerando che lo sviluppo e il consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali sono obiettivi generali della politica estera e di sicurezza comune dell'UE,

F.  considerando che, per essere credibili, la PESC e la PESD devono essere dotate di bilanci all'altezza delle loro ambizioni e deplorando che, attualmente, le risorse finanziarie destinate a tali due politiche risultino ancora insufficienti; deplorando infine che il finanziamento delle operazioni militari dell'Unione europea sfugga ancora troppo spesso al controllo democratico,

1.  prende atto dell'esauriente relazione annuale presentata dal Consiglio a metà aprile 2005 sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune per il 2004; si ritiene di conseguenza ben informato in merito a quanto accaduto nel 2004; reitera tuttavia la richiesta di essere pienamente coinvolto e ribadisce il proprio diritto ad essere consultato annualmente "ex ante" sugli aspetti e sulle scelte future, come previsto dai trattati in vigore;

2.  chiede pertanto alla commissione giuridica di vagliare l'opportunità di adire la Corte di giustizia europea per quanto concerne la pratica del Consiglio che consiste nel limitarsi a informare il Parlamento presentandogli un elenco descrittivo delle attività PESC condotte l'anno precedente, invece di consultarlo all'inizio dell'anno sugli aspetti principali e sulle scelte di base da compiere per quell'anno e di riferirgli in seguito se, e in caso affermativo in quale modo, è stato tenuto conto del suo contributo, come previsto dall'articolo 21 del trattato UE e dall'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999;

3.  esorta vivamente il Consiglio a promuovere una politica estera e di sicurezza comune molto più aperta, trasparente e responsabile, impegnandosi a presentarsi dinanzi alla commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo per riferire su tutti i Consigli "Affari generali" e "Relazioni esterne" nonché su tutti i vertici ad alto livello con partner internazionali chiave;

Impatto che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale esercita sugli aspetti principali e le scelte di base della PESC per il 2006

4.   rammenta le misure già adottate per anticipare l'applicazione di talune disposizioni del nuovo trattato costituzionale relative alla PESC/PESD, in particolare la creazione dell'Agenzia europea di difesa, lo sviluppo del concetto di "Gruppo di battaglia", l'instaurazione di una politica di vicinato dell'UE molto più elaborata e l'applicazione della clausola di solidarietà al fine di contrastare le minacce o gli attacchi terroristici;

5.   reitera, nel quadro dei trattati esistenti, l'invito al Consiglio e all'Alto Rappresentante/Segretario generale del Consiglio a partecipare attivamente a un dibattito annuale, sia con il Parlamento europeo che con i parlamenti nazionali, sugli aspetti principali e le scelte di base della PESC per l'anno successivo nonché sulla strategia europea in materia di sicurezza;

6.   è del parere che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale, deciso dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, rappresenti un'ottima occasione per individuare ed esaminare ulteriormente eventuali carenze nei settori PESC/PESD e per trovare il modo di farvi fronte in maniera adeguata, innanzitutto sfruttando appieno i trattati in vigore e, in secondo luogo, applicando, a tempo debito, le nuove disposizioni costituzionali;

7.   lamenta, a tale riguardo, l'atteggiamento di taluni Stati membri che, malgrado l'adozione della Costituzione da parte del Consiglio europeo, hanno fatto ricorso, per motivi interni, al diritto di veto in relazione a importanti questioni di politica estera; osserva che la PESC non può essere ridotta a una semplice appendice delle politiche estere dei singoli Stati membri e chiede pertanto a tutti gli Stati membri di agire in modo costruttivo in conformità dello spirito della Costituzione, onde consentire all'UE di svolgere un ruolo efficace sulla scena mondiale;

Proposte specifiche su vari aspetti tematici per il 2006

8.   accoglie con favore l'approccio del Consiglio che consiste nel raggruppare gli sviluppi principali nel settore della PESC e della PESD sotto i vari aspetti tematici contenuti nella strategia in materia di sicurezza dell'Unione europea adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003;

9.   chiede che la strategia in materia di sicurezza dell'Unione europea venga aggiornata, mantenendone il duplice approccio civile/militare e i concetti fondamentali di impegno preventivo e multilateralismo efficace, onde riflettere il principio della "responsabilità di proteggere" adottato al Vertice dell'ONU del settembre 2005; raccomanda che tale aggiornamento presti un'attenzione particolare alla soluzione del problema della crescente dipendenza dell'Unione dall'energia e da altre risorse strategiche provenienti da paesi e regioni sempre più instabili, ponendo in evidenza i possibili scenari futuri e sottolineando la questione dell'accesso alle fonti alternative e dello sviluppo di queste ultime; è del parere che sia il cambiamento climatico sia la diffusione della povertà nel mondo vadano attualmente considerati come grandi minacce per la sicurezza dell'Unione, che richiedono un intervento decisivo, compromessi concreti e uno scadenziario rigoroso; chiede una strategia per valutare la sicurezza energetica dell'UE; ritiene, tuttavia, che la proliferazione delle armi di distruzione di massa debba essere vista come la più grave minaccia per la sicurezza internazionale;

10. ritiene pertanto che la difesa interna sia una componente fondamentale della strategia dell'Unione europea in materia di sicurezza poiché concerne le frontiere esterne e infrastrutture essenziali;

11. ribadisce a tale proposito la sua convinzione che la sicurezza è una nozione collettiva globale, che non può essere adattata unicamente agli interessi e alle esigenze di un determinato paese ma deve essere perseguita in un quadro multilaterale;

12. sottolinea l'importanza del ruolo della NATO nel quadro della politica estera e di sicurezza europea;

13. sottolinea che il rafforzamento della governance globale, delle istituzioni internazionali e del valore del diritto internazionale è di interesse vitale per l'Unione europea; ritiene che uno degli obiettivi chiave della PESC dovrebbe essere quello di coinvolgere la Cina e l'India, in quanto potenze emergenti, nonché la Russia, nella responsabilità rispetto allo stato della governance globale e alla ricerca di soluzioni alle sfide che si pongono a tale livello; sottolinea il ruolo insostituibile che i partner transatlantici dovrebbero svolgere congiuntamente in tale contesto;

14. condanna fermamente gli attentati terroristici di vasta portata che hanno colpito Londra il 7 luglio 2005; manifesta la sua solidarietà con il popolo britannico ed esprime in particolare le sue condoglianze alle vittime di tali attentati brutali e alle loro famiglie;

15. ribadisce una volta di più che la lotta contro il terrorismo deve essere considerata come una delle priorità dell'Unione e come una componente fondamentale delle sue azioni esterne, riaffermando allo stesso tempo l'importanza del rispetto dei diritti umani e delle libertà civili; ritiene che si debba tener conto del fatto che la linea di demarcazione tra sicurezza interna e sicurezza esterna sta diventando più indistinta; sottolinea che è essenziale chiarire questa priorità interna ed esterna in modo inequivocabile in tutti i rapporti con paesi e regioni terzi e che occorre fare molto di più per rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo; chiede nuovamente al Consiglio di informare e consultare pienamente la commissione per gli affari esteri e la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sulla questione della lista delle organizzazioni terroristiche;

16. sottolinea l'urgente esigenza di bloccare la diffusione della povertà nel mondo, di lottare contro la stigmatizzazione e la discriminazione e di combattere le grandi malattie; riafferma l'importanza di mantenere gli impegni dell'Unione per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio;

17. riconosce l'importanza decisiva delle azioni dell'Unione in materia di prevenzione dei conflitti e di consolidamento della pace; ribadisce il suo impegno a lottare contro l'impunità per i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e altre gravi violazioni dei diritti umani, anche rafforzando il ruolo della Corte penale internazionale;

18. insiste sulla necessità di continuare a promuovere un'attuazione coerente della strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD) a livello internazionale, di porre maggiormente l'accento sulle iniziative per il disarmo nonché sulle questioni relative alla non proliferazione, rafforzando i trattati multilaterali alla base dei regimi di non proliferazione, e di prevedere le risorse finanziarie necessarie per attuare la strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa; esprime il suo rammarico per l'incapacità dei principali Stati e governi di raggiungere, nel quadro dell'ONU, un accordo sulla firma di un trattato di non proliferazione delle armi nucleari;

19. ritiene che gli aspetti relativi alle migrazioni, inclusa la lotta contro l'immigrazione illegale, debbano costituire un elemento molto rilevante dell'azione esterna dell'Unione, nelle sue relazioni sia con i paesi d'origine sia con quelli di transito; chiede che il Consiglio e la Commissione informino regolarmente il Parlamento in materia, per il tramite della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della commissione per gli affari esteri;

20. ritiene che la difesa interna meriti maggiore rilievo nel pensiero strategico europeo e che la protezione delle frontiere esterne dell'Unione debba costituire un elemento importante; ritiene altresì che la gestione congiunta delle frontiere esterne dovrebbe diventare una parte essenziale della politica europea di vicinato; è del parere che l'Unione debba acquisire attrezzature comuni per la protezione delle sue frontiere esterne;

21. chiede che si tenga conto delle preoccupazioni di taluni Stati membri per quanto concerne il loro approvvigionamento energetico, dato che quest'ultimo può essere utilizzato come strumento politico;

Priorità del Parlamento nelle varie aree geografiche per il 2006

22. ritiene che gli allargamenti successivi dell'Unione decisi dal Consiglio europeo del 16-17 dicembre 2004 debbano rimanere tra le priorità dell'agenda politica dell'Unione nel 2006, unitamente allo sviluppo di un'autentica politica europea di vicinato, che comprenda una struttura appositamente concepita come uno spazio economico e politico europeo per i paesi europei;

23. condivide il parere del Consiglio secondo cui, per molti versi, le future priorità della PESC per un'Unione che punta a divenire un protagonista sulla scena mondiale si definiscono da sé, e che in particolare il Mediterraneo, il partenariato transatlantico, il Medio Oriente, i Balcani e l'Europa orientale nonché le situazioni di conflitto, la promozione della pace, la sicurezza in tutti i suoi aspetti, la prosecuzione della lotta contro il terrorismo, il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa devono restare al centro della PESC nel 2006;

24. chiede alla Presidenza del Consiglio di tenerlo informato sulla revisione del mandato e della programmazione della missione EUFOR in Bosnia ed Erzegovina, nonché sullo sviluppo dell'iniziativa "Gruppi di battaglia"; è del parere che la cooperazione, sia con la NATO che con le Nazioni Unite, vada sostanzialmente rafforzata sulla base dell'esperienza acquisita nel corso delle recenti operazioni civili e militari dell'UE; ritiene che l'UE dovrebbe essere pronta ad assumere la responsabilità della missione di polizia nel Kosovo;

25. chiede al Consiglio di svolgere un ruolo attivo affinché si possa individuare una soluzione costruttiva, basata sul diritto internazionale e sulle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per affrontare la questione del futuro status del Kosovo rispettandone l'integrità territoriale, definendo in modo adeguato i diritti delle minoranze, senza mettere a repentaglio tutta la politica dell'Unione nei confronti dei Balcani e contribuendo a consolidare la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione; invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a elaborare una strategia comune in materia, a partecipare attivamente ai negoziati nel quadro del gruppo di contatto e a cooperare strettamente con l'ONU; si compiace dei progressi registrati nel quadro delle relazioni con Serbia-Montenegro che hanno portato all'apertura dei negoziati per un accordo di stabilizzazione e associazione;

26. sollecita il Consiglio a fare della prospettiva dell'UE per i Balcani una delle grandi priorità, malgrado l'attuale crisi interna per quanto riguarda il processo di ratifica della Costituzione; ritiene che la futura adesione dei paesi dei Balcani occidentali rappresenterà un ulteriore passo verso la riunificazione dell'Europa;

27. invita il Consiglio e la Commissione ad intensificare gli sforzi per portare a termine i negoziati in vista della conclusione di accordi di stabilizzazione e di partenariato con i paesi dei Balcani occidentali e ribadisce il suo sostegno alla prospettiva europea dei paesi della regione, conformemente all'"Agenda di Salonicco";

28. ribadisce che lo sviluppo dell'Africa deve essere una priorità dell'azione esterna dell'Unione, sulla base del principio fondamentale di solidarietà e che, a tal fine, l'Unione deve assumere un ruolo di guida nell'affrontare le enormi necessità dell'Africa, allo scopo ultimo di promuovere la pace, la stabilità, la prosperità, il buon governo (in particolar modo attraverso la lotta alla corruzione) e il rispetto dei diritti umani in tale regione; a tale proposito chiede un rafforzamento del dialogo politico; plaude all'iniziativa della Commissione volta a configurare una strategia globale per l'Africa che vada al di là delle politiche tradizionali di aiuto allo sviluppo e che miri alla ricostruzione economica e sociale dei paesi del continente africano; si attende che i governi africani rispettino gli impegni assunti nei confronti della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell'uomo;

29. sottolinea che la prevenzione dei conflitti, la gestione e il mantenimento della pace in Africa, il sostegno operativo e lo sviluppo delle capacità locali secondo il principio della "proprietà africana" sono indubbiamente d'importanza primordiale, mentre la fame e la povertà, le disuguaglianze economiche e le ingiustizie politiche, l'escalation dei conflitti come conseguenza dell'economia della violenza, le espulsioni forzate, le epidemie, la penuria di risorse nonché le molteplici minacce ecologiche restano i problemi più acuti per la popolazione africana; è profondamente preoccupato per il fatto che la comunità internazionale non è in grado di reagire adeguatamente ai crimini di guerra e alle violazioni dei diritti umani su grande scala che possono essere interpretati come un genocidio nel Darfur;

30. invita il Consiglio e la Commissione a procedre insieme al Parlamento, alla fine del 2005, a una valutazione globale dei vertici dell'UE con India, Cina (settembre 2005), Russia (ottobre 2005), Ucraina e Canada (novembre 2005), tenendo presente che il concetto di "partenariato strategico" deve basarsi sulla condivisione e sulla promozione di valori comuni e che il Parlamento deve in ogni caso esservi pienamente associato;

31. sottolinea che l'attuale partenariato con la Russia è più pragmatico che strategico, in quanto riflette interessi economici comuni senza realizzare progressi nel settore dei diritti umani e dello Stato di diritto; a tale proposito si attende risultati concreti dalle consultazioni bilaterali recentemente avviate sui diritti umani; è del parere che un partenariato autentico dovrebbe ispirare una soluzione amichevole ed equa della questione dei trattati sui confini con taluni paesi vicini e innescare un vero processo di pace in Cecenia, cui partecipino tutte le componenti democratiche della società, in modo da trovare una soluzione pacifica al conflitto; chiede che l'accordo UE-Russia sui "quattro spazi comuni" sia attuato senza indugi; appoggia il lavoro intrapreso congiuntamente dai due partner per quanto riguarda la gestione delle crisi;

32. chiede una riduzione degli armamenti nella regione di Kaliningrad;

33. ritiene che la politica attuata dall'Unione europea nei confronti della Bielorussia abbia dato scarsi risultati; propone di conseguenza di mettere a punto nuove misure intese a rafforzare i legami con i cittadini della Bielorussia e a consentire loro di beneficiare dei vantaggi offerti dalla democrazia;

34. sottolinea la necessità di migliorare le relazioni con la Cina in modo tale da compiere progressi non solo nel settore commerciale ed economico, ma anche sulle questioni relative ai diritti umani e alla democrazia; ribadisce a tal fine la sua richiesta di un codice di condotta vincolante dell'UE sulle esportazioni di armi e invita il Consiglio a non revocare l'embargo sulle armi fino a quando non saranno stati compiuti maggiori progressi nel campo dei diritti umani e dei controlli sulle esportazioni di armi in Cina e nelle relazioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan; appoggia la proposta della presidenza britannica del Consiglio di garantire una più stretta cooperazione UE-Cina relativamente alla sicurezza energetica e al cambiamento climatico; sostiene la necessità di una cooperazione più stretta in ambito OMC per risolvere i gravi problemi commerciali bilaterali e ottenere che la Cina rispetti le norme internazionali di tale organizzazione;

35. chiede al Consiglio di rinnovare gli sforzi, nel contesto del Quartetto, per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi; ritiene che occorrerebbe elaborare una strategia globale per la grande regione del Medio Oriente, allo scopo di rafforzare la pace, la sicurezza e la democrazia;

36. sottolinea l'esigenza di imprimere nuovo slancio al processo di Barcellona al fine di promuovere uno sviluppo economico, sociale e democratico equilibrato dei paesi interessati;

37. ritiene che, secondo le pertinenti linee direttrici dell'UE, i dialoghi in materia di diritti umani rappresentino un'opzione accettabile soltanto se il paese partner si impegna in modo adeguato a migliorare la situazione dei diritti umani in loco; chiede pertanto al Consiglio di valutare i risultati di tali dialoghi ad intervalli regolari per determinare in quale misura le aspettative si siano realizzate; ribadisce la sua richiesta di essere maggiormente coinvolto in questo processo;

38. ritiene che l'Unione debba fare tutto quanto è in suo potere per collaborare con le autorità irachene, le Nazioni Unite e gli altri attori regionali interessati nella prospettiva di contribuire al processo costituzionale dell'Iraq e di preparare le elezioni generali previste per il 15 dicembre 2005; accoglie con favore l'azione comune PESC relativa alla missione integrata dell'Unione europea sullo stato di diritto per l'Iraq e chiede che ulteriori azioni siano finanziate a titolo del bilancio comunitario; appoggia l'apertura di una delegazione della Commissione a Baghdad nei prossimi mesi;

39. è del parere che la promozione della solidarietà nazionale, della stabilità, della pace, della democrazia e di uno sviluppo economico svincolato dalla produzione di oppio debba continuare a svolgere un ruolo di primo piano nella politica comunitaria nei confronti dell'Afghanistan nei prossimi anni; è favorevole all'espansione dell'ISAF, sotto comando NATO, al fine di potenziare il ruolo del parlamento nazionale recentemente eletto, ma sottolinea che la priorità attuale è quella di combattere il terrorismo e di garantire la sicurezza delle frontiere ed insiste, in tale ottica, affinché questa missione sia effettuata nel quadro di un chiaro mandato dell'ONU; ritiene che l'operazione "Enduring Freedom" condotta dagli Stati Uniti non debba fondersi con la missione di ricostruzione ISAF; ritiene necessario che l'Unione europea sostenga in particolare lo sviluppo di istituzioni statali nazionali forti, lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese, il disarmo delle milizie private e la lotta contro la coltivazione e il commercio di stupefacenti;

40. rammenta il suo sostegno di lunga data ad una soluzione negoziata grazie alla quale l'Iran diventi un partner attivo nella regione, rispettoso dei diritti umani; ribadisce il suo invito all'Iran ad adottare tutte le misure necessarie per riacquistare la fiducia della comunità internazionale, in linea con le proposte del Parlamento contenute nel paragrafo 46 della risoluzione del 17 novembre 2005[13]; appoggia vigorosamente la posizione dell'AIEA, secondo la quale a questo punto il modo migliore per avanzare consiste in una rigorosa verifica da parte dell'Agenzia, in combinazione con un dialogo attivo fra tutte le parti interessate; sottolinea la necessità che l'Unione e gli Stati Uniti collaborino strettamente in questo ambito e mantengano una politica coerente nei confronti dell'intera regione, incentrata sia sul popolo e sul regime iraniani che sull'obiettivo finale, che è quello della democratizzazione del paese; si augura che i negoziati fra UE-3 e Iran possano riprendere al più presto e che includano la proposta russa relativa al trasferimento in Russia delle attività iraniane di arricchimento dell'uranio; raccomanda che tali questioni siano oggetto di aggiornamenti periodici e di uno stretto dialogo con altri attori internazionali, come la Cina, la Russia e i paesi in via di sviluppo;

41. sottolinea che il successo del quarto vertice UE-America latina e Caraibi che si terrà a Vienna nel maggio 2006 è una sfida decisiva per entrambi i partner nonché un'ottima occasione per dare uno spessore specifico alla loro associazione strategica al fine di sfruttarne pienamente l'immenso potenziale; ritiene che si debba evitare accuratamente di dare segnali finanziari negativi durante l'anno del vertice;

42. si rammarica che spesso le sue risoluzioni e relazioni riguardanti le varie aree geografiche di interesse per l'Unione non siano state prese in considerazione dal Consiglio e dalla Commissione; sottolinea che esse contengono preziosi contributi al dibattito sull'evoluzione della politica dell'Unione nei confronti di tali aree; chiede che la clausola dei diritti umani e della democrazia sia estesa a tutti i nuovi accordi tra l'Unione europea e i paesi terzi e ritiene necessaria una maggiore partecipazione del Parlamento alla redazione dei mandati di negoziato relativi a tali accordi;

Finanziamento della PESC

43. ritiene che, in attesa della ratifica del trattato costituzionale, l'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 vada riveduto al più presto per adeguarlo alla nuova situazione politica, istituzionale e finanziaria dell'Unione;

44. propone che la struttura dell'accordo interistituzionale riveduto tenga conto delle azioni che l'Unione deve avviare in virtù della strategia europea in materia di sicurezza e dei compromessi di bilancio previsti a tal fine nelle prospettive finanziarie;

45. raccomanda che l'accordo interistituzionale riveduto compia un passo avanti e preveda che le spese comuni per le operazioni militari nell'ambito della PESD siano finanziate dal bilancio comunitario, ponendo così fine alla pratica in vigore del ricorso ai bilanci suppletivi o ai fondi di avviamento degli Stati membri;

46. propone che l'accordo interistituzionale riveduto preveda inoltre che, in caso di future operazioni PESD, anche i costi congiunti di questo tipo di operazione siano finanziati al bilancio comunitario in deroga alle norme esistenti, come il principio secondo cui ciascuno si fa carico delle spese del proprio personale o altri accordi ad hoc come il cosiddetto "meccanismo ATHENA";

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* *

47. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale dell'ONU, al Segretario generale della NATO e al Presidente dell'Assemblea del Consiglio d'Europa.

MOTIVAZIONE

Una questione preliminare: il deferimento della prassi del Consiglio alla Corte di giustizia europea

Il 25 aprile 2005 il Consiglio ha approvato la propria relazione annuale sui principali aspetti e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC) comprensiva delle implicazioni finanziarie per il bilancio generale delle Comunità europee e relativa al 2004. La relazione è stata presentata al Parlamento due giorni più tardi. Come si legge al paragrafo 1 della lettera di accompagnamento del segretariato del Consiglio al Coreper, datata 15 aprile 2005, l'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 dispone che "[l]a presidenza del Consiglio consulta ogni anno il Parlamento europeo su un documento del Consiglio relativo agli aspetti principali e alle scelte di base della PESC, comprese le implicazioni finanziarie per il bilancio generale delle Comunità europee". Tuttavia, come si afferma nella stessa lettera, il documento del Consiglio si limita a descrivere le attività della PESC ed è complementare al capitolo sulle relazioni esterne della relazione annuale sui progressi compiuti dall'Unione presentata al Parlamento in ossequio all'articolo 4 del trattato sull'Unione europea.

Il Parlamento ha più volte richiesto di essere opportunamente consultato in via preliminare piuttosto che essere semplicemente tenuto aggiornato su un elenco dettagliato di attività passate. Per questa ragione il Parlamento dichiara espressamente al paragrafo 1 della propria relazione per il 2003: "[S]ebbene soddisfatto per il modo in cui l'Alto Rappresentante/il Segretario generale del Consiglio ha effettivamente tenuto il Parlamento pienamente informato dei progressi in merito alle principali questioni PESC, respinge con vigore l'approccio a posteriori seguito finora dal Consiglio, il quale si limita a presentare un elenco descrittivo delle attività della PESC svolte nell'anno precedente, e ritiene che tale pratica rappresenti una chiara violazione dell'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e dell'Accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 per quanto riguarda la consultazione preliminare del Parlamento europeo". Il Parlamento invita pertanto il Consiglio "a revocare la pratica attuale sostituendola con un approccio a priori, mediante il quale il Parlamento europeo viene consultato all'inizio di ogni anno sui principali aspetti e sulle scelte di base che il Consiglio prevede per quell'anno sia per gli aspetti globali che per quelli orizzontali, nonché sulle priorità previste per le varie regioni geografiche; invita inoltre il Consiglio a riferire, in un secondo tempo, sul modo in cui il contributo del Parlamento europeo sia stato o meno preso in considerazione".

Nella sua relazione per il 2004 il Consiglio ha ignorato tale ripetuta richiesta. Secondo il punto di vista del relatore è giunto il momento di impugnare legalmente tale prassi. Per questa ragione il relatore propone di chiedere alla commissione giuridica di esaminare l'opportunità di deferire alla Corte di giustizia europea la prassi del Consiglio consistente nel limitarsi ad informare il Parlamento e a presentare un elenco descrittivo delle attività della PESC svolte nell'anno precedente piuttosto di: consultare effettivamente il Parlamento all'inizio di ogni anno sui principali aspetti e sulle scelte di base da attuare nell'anno; comunicare successivamente al Parlamento se il suo contributo è stato tenuto in considerazione; in caso affermativo, informare con quali modalità ciò è avvenuto, come previsto dall'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e dall'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999.

Impatto del periodo di riflessione per il processo di ratifica del trattato costituzionale sui principali aspetti e sulle scelte di base della PESC per il 2006

Nella propria relazione per il 2003, invece di esaminare un elenco di attività passate il Parlamento ha presentato una serie di proposte sui principali aspetti e sulle scelte di base della PESC per il 2005 a seguito della firma del trattato costituzionale. Ha evidenziato i numerosi miglioramenti apportati dal nuovo trattato costituzionale nei settori della PESC e della politica europea in materia di sicurezza e di difesa (PESD) e ha richiesto in termini generali che alcuni di questi fossero anticipati a prima della ratifica del trattato costituzionale. Oggi la situazione è drammaticamente cambiata a causa dell'incertezza che caratterizza il processo di ratifica. Passando a un aspetto positivo, il relatore è del parere che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale, stabilito dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2004, rappresenti un'ottima occasione per identificare ed esaminare con maggiore attenzione le eventuali lacune negli ambiti della PESC e della PESD. Il relatore propone che si ponga tempestivamente rimedio a tali lacune, in primo luogo realizzando tutto quanto possibile in base ai trattati già esistenti e in secondo luogo avvalendosi delle nuove disposizioni costituzionali, quando queste saranno disponibili. Nel frattempo il periodo di riflessione ha acquisito un'importanza fondamentale non solo per le istituzioni europee e gli Stati membri ma anche per i cittadini europei, ansiosi di vedere che i loro dubbi e le loro preoccupazioni ricevono la dovuta attenzione. La raccomandazione del relatore su questo punto è che il Parlamento intraprenda l'iniziativa di favorire un ampio dibattito, in primo luogo con i parlamenti nazionali e poi con tutti gli altri interlocutori interessati. A questo scopo si terrà un primo dibattito nel corso della riunione della commissione parlamentare per gli affari esteri, che vedrà riuniti i rappresentanti della commissione e quelli delle commissioni per la difesa dei parlamenti nazionali il 4 e 5 ottobre 2005. In questa occasione verrà distribuito ed esaminato un progetto di parere specifico che contiene varie proposte sull'attuale stallo nel processo di ratifica del trattato costituzionale, oltre a presentare numerose raccomandazioni per poter sfruttare appieno nel frattempo i trattati già esistenti. Nel progetto di parere si avanzano inoltre alcune proposte sul futuro del nuovo prospettato servizio per l'azione esterna. Va da sé che il ruolo assunto dal Parlamento europeo e dai parlamenti nazionali nel corso di questo periodo sarà oggetto di un ampio dibattito che, con tutta probabilità, darà luogo ad ulteriori utili raccomandazioni.

Alcuni aspetti tematici della PESC per il 2006

Il relatore condivide l'approccio del Consiglio, il quale raggruppa i principali sviluppi intervenuti nei settori della PESC e della PESD in base agli aspetti tematici e alla valutazione dei rischi descritti nella strategia europea in materia di sicurezza, adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003. Propone tuttavia un aggiornamento della strategia in materia di sicurezza, la quale dovrebbe trattare con maggiore attenzione il problema della dipendenza dall'energia e da altre forniture strategiche provenienti da nazioni e regioni caratterizzate da un'instabilità sempre crescente. Il recente aumento del prezzo del petrolio e la forte dipendenza dei paesi europei dai mercati esteri per il petrolio e il gas rivelano una chiara vulnerabilità che si dovrebbe tenere sempre in considerazione e a cui si dovrebbe porre rimedio in modo coordinato. Allo stesso modo il relatore ritiene che il cambiamento climatico e la diffusione della povertà nel mondo dovrebbero essere considerati due dei maggiori pericoli per la sicurezza dell'Unione, da affrontare con iniziative forti, compromessi concreti e un calendario rigoroso. Ovviamente la versione revisionata della strategia in materia di sicurezza dovrebbe preservare il duplice approccio civile/militare e gli elementi fondamentali dell'impegno preventivo e del multilateralismo reale. Il grave attacco terroristico avvenuto il 7 luglio 2005 a Londra dimostra che la lotta al terrorismo internazionale deve rimanere una priorità assoluta per l'Unione e costituire un elemento principale della sua azione esterna. Inoltre, per eludere il rischio che le armi di distruzione di massa cadano in mano ai gruppi di terroristi si deve portare avanti l'impegno assunto nei confronti delle iniziative di disarmo e delle tematiche della non proliferazione. La relazione non scende nel dettaglio su questi argomenti, dal momento che il Parlamento li sta già trattando ampiamente.

Priorità nelle varie aree geografiche per il 2006

Nonostante ci si possa chiedere quale sia la natura dell'Unione europea, è chiaro che essa sta diventando sempre più un protagonista a livello mondiale. Si deve ricordare che secondo l'ultimo Eurobarometro in tutti gli Stati membri si registra un sostegno pubblico (quasi del 69%) a favore di un ruolo più incisivo dell'Unione nelle relazioni esterne, e che le disposizioni della nuova costituzione in quest'area non sono state messe in discussione durante il processo di ratifica. Il problema è piuttosto quello di identificare le aree prioritarie in quanto più corrispondenti alle aspirazioni e alle preoccupazioni dei cittadini europei e alle loro aspettative sul ruolo che l'Unione dovrebbe assumere nelle questioni internazionali. Secondo il relatore, una di queste aree sarà costituita dallo sviluppo di una vera politica europea di vicinato comprensiva di uno spazio economico europeo per i paesi europei. Altre aree prioritarie dovrebbero essere la sicurezza dei cittadini e la già citata lotta al terrorismo, oltre al contributo dell'Unione a una maggiore giustizia e a un migliore sviluppo economico e sostenibile in un mondo globalizzato. Inoltre, il relatore condivide il punto di vista del Consiglio secondo cui, per molti aspetti, le priorità future della PESC e di un'Unione che punta a diventare un protagonista sulla scena mondiale si definiscono da sole, e che soprattutto il Vicino e il Medio Oriente, i Balcani, l'Europa orientale e le aree di conflitto, ma anche la relazione transatlantica e la prosecuzione della lotta al terrorismo e alla non proliferazione delle armi di distruzione di massa, devono continuare ad essere al centro della PESC nel 2006.

Il relatore avanza quindi una serie di proposte specifiche sulle maggiori criticità ipotizzabili per la PESC nel 2006: lo status futuro del Kosovo; il ruolo dell'Africa nell'azione esterna dell'Unione; il partenariato strategico dell'Unione con la Russia e con la Cina e la raccomandazione di non revocare l'embargo sulle armi nucleari nei confronti della Cina finché non saranno messi in atto ulteriori progressi nel settore dei diritti umani; il ruolo dell'Unione in Afghanistan e in Iraq; la questione sempre più complessa dei piani nucleari dell'Iran e l'eventuale deferimento della stessa al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Il finanziamento della PESC per il 2006

Per anni è risultata evidente l'assenza di un dialogo politico costruttivo tra il Consiglio e il Parlamento sulle risorse e sulle priorità della politica in materia di azione esterna. Per esempio, il progetto di bilancio del Consiglio per l'anno finanziario 2006 dopo la prima lettura prevede un taglio complessivo agli impegni dello 0,39% rispetto al progetto preliminare di bilancio; per contro, la riduzione della spesa a titolo della rubrica 4 (azione esterna) ammonta al 3,16% degli stanziamenti proposti dalla Commissione. La commissione per gli affari esteri ha definito ciò assolutamente inaccettabile, considerato che la politica esterna dell'Unione, compreso il processo di preadesione, ha fatto registrare risultati mai finora ottenuti e deve poter continuare a garantire i necessari incentivi e la necessaria assistenza per il raggiungimento delle priorità fissate. Inoltre, le iniziative di contrasto dei disastri imprevisti, come il recente maremoto, o il prolungarsi delle crisi, come quella dell'Iraq, non dovrebbero andare a detrimento dell'assistenza che la Comunità assicura ad altre regioni ugualmente importanti sul piano strategico. Questa commissione ha pertanto recentemente proposto una revisione delle prospettive finanziarie o, in alternativa, un maggiore ricorso allo strumento di flessibilità in modo da gestire le nuove operazioni senza mettere a repentaglio quelle già esistenti.

Con riferimento in particolare al bilancio per la PESC, è ormai chiaro che il Parlamento non riceve in anticipo informazioni sufficientemente dettagliate sulla spesa PESC per essere in grado di monitorare l'efficienza o la reale efficacia di tale spesa. Nella pratica, il bilancio PESC viene utilizzato principalmente per quattro settori: operazioni di gestione civile delle crisi, programmi per la non proliferazione di armi di distruzione di massa, rappresentanti speciali dell'UE e programmi per la riduzione delle armi di piccolo calibro e le armi leggere. Ciononostante, la rapida crescita del numero di rappresentanti speciali della UE, in particolare dal 2004, dimostra apertamente che il Consiglio deve adottare degli orientamenti chiari, basati su criteri obiettivi e verificabili prima di creare nuove posizioni. In particolare, talune operazioni PESC e PESD attingono a varie fonti di finanziamento e le componenti civili e militari delle operazioni di gestione civile delle crisi stanno diventando sempre più interconnesse.

Il relatore propone pertanto la revisione dell'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 in modo da adattarlo alla nuova situazione politica, istituzionale e finanziaria dell'Unione e per ovviare alle già menzionate lacune. L'accordo interistituzionale così revisionato avrebbe una nuova struttura, più adeguata alla strategia europea in materia di sicurezza, migliorando la qualità dell'informazione fornita sulla spesa PESC, soprattutto per quanto attiene alle azioni finanziate a titolo di ciascuna voce, il relativo tasso di esecuzione, gli storni di stanziamenti tra le linee di bilancio e la motivazione di tali storni. Infine, il relatore raccomanda in particolare che l'accordo interistituzionale revisionato progredisca e preveda che le spese comuni per le operazioni militari effettuate nel quadro della PESD siano coperte dal bilancio comunitario, respingendo al tempo stesso la prassi vigente di fissare un bilancio parallelo o dei fondi di avviamento degli Stati membri.

PROCEDURA

Titolo

Relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), comprese le implicazioni finanziarie per il bilancio generale delle Comunità europee - 2004

Riferimenti

2005/2134(INI)

Base regolamentare

art. 112, par. 1

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula

AFET
22.6.2005

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

 

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Proposta(e) di risoluzione inclusa(e) nella relazione

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Elmar Brok
28.6.2005

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

4.10.2005

28.11.2005

 

 

 

Approvazione

29.11.2005

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

53

6

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Panagiotis Beglitis, Monika Beňová, André Brie, Elmar Brok, Simon Coveney, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Camiel Eurlings, Jas Gawronski, Ana Maria Gomes, Alfred Gomolka, Klaus Hänsch, Richard Howitt, Jana Hybášková, Anna Ibrisagic, Toomas Hendrik Ilves, Jelko Kacin, Georgios Karatzaferis, Helmut Kuhne, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Edward McMillan-Scott, Cecilia Malmström, Francisco José Millán Mon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Cem Özdemir, Justas Vincas Paleckis, João de Deus Pinheiro, Mirosław Mariusz Piotrowski, Poul Nyrup Rasmussen, Michel Rocard, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Emil Saryusz-Wolski, Marek Maciej Siwiec, István Szent-Iványi, Konrad Szymański, Charles Tannock, Paavo Väyrynen, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Luis Yañez-Barnuevo García, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Irena Belohorská, Proinsias De Rossa, Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Glyn Ford, Milan Horáček, Marie Anne Isler Béguin, Tunne Kelam, Jaromír Kohlíček, Eija-Riitta Korhola, Yiannakis Matsis, Janusz Onyszkiewicz, Doris Pack, Csaba Sándor Tabajdi

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Panayiotis Demetriou, Tadeusz Zwiefka

Deposito – A6

1.12.2005

A6-0389/2005