RELAZIONE sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo interinale sul commercio e questioni connesse fra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Turkmenistan, dall'altra

24.3.2006 - (5144/1999 – C5‑0338/1999 – 1998/0304(CNS)) - *

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Daniel Caspary

PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo interinale sul commercio e questioni connesse fra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Turkmenistan, dall'altra

(5144/1999 – C5‑0338/1999 – 1998/0304(CNS))

(Procedura di consultazione)

Il Parlamento europeo,

–   vista la proposta di decisione del Consiglio e della Commissione (5144/1999)[1],

–   vista la sua risoluzione del 15 marzo 2001 sulla situazione in Turkmenistan[2],

–   vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2003 sul Turkmenistan, compresa l'Asia centrale[3],

–   visti l'articolo 133 e l'articolo 300, paragrafo 2, primo comma del trattato CE,

–   visto l'articolo 300, paragrafo 3, primo comma, del trattato CE, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C5‑0338/1999),

–   visti l'articolo51 e l'articolo 83, paragrafo 7, del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per gli affari esteri (A6‑0085/2006),

1.  approva la conclusione dell'accordo;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e del Turkmenistan.

  • [1]  Non ancora pubblicata in GU.
  • [2]  GU C 343 del 5.12.2001, pag. 310.
  • [3]  GU C 82 E dell'1.4.2004, pag. 639.

MOTIVAZIONE

Antefatti

Le relazioni fra le Comunità europee e il Turkmenistan sono attualmente disciplinate dall'accordo di commercio e di cooperazione commerciale ed economica concluso nel 1989 fra le Comunità e l'URSS. Il 24 maggio 1997 si conclusero i negoziati per un accordo di partenariato e di cooperazione (APC) con il Turkmenistan. Agli inizi del 1998 il Parlamento, consultato sull'APC (commissione responsabile: AFET- relatrice: on. Catherine Lalumière), decise di non elaborare una relazione a seguito dei mancati progressi in materia di rispetto dei diritti umani. Nella legislatura attuale, la commissione per gli affari esteri ha ripreso a occuparsi dell'accordo (relatore: on. Panagiotis Beglitis) e l'autore della presente relazione è stato nominato relatore dalla commissione per il commercio internazionale.

Il 24 febbraio 1998 è stato firmato un accordo interinale, destinato a coprire il periodo precedente l'entrata in vigore dell'APC, riguardante il commercio e questioni connesse. Il 26 maggio 2000 la commissione per gli affari esteri ha approvato un parere sull'accordo interinale (relatore per parere: on. Joannis Souladakis), ma la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, non ha dato seguito a tale relazione, sempre a causa della situazione dei diritti umani. Tale decisione è stata confermata dalle risoluzioni adottate nelle sedute di marzo 2001 e di ottobre 2003.

Evoluzione dopo la firma degli accordi

La decisione del presidente Niyazov, nel dicembre 1999, di togliere qualsiasi limite al proprio mandato e di divenire presidente a vita ha costituito un fattore decisivo per la sospensione dei lavori sugli accordi. Nel novembre 2002, a un presunto tentativo di assassinio del presidente, ha fatto seguito un'ondata di arresti e di pomposi processi inscenati contro quanti erano implicati e, per la maggior parte, accusati di mantenere contatti con i rappresentanti dell'opposizione in esilio. Tali fatti sono stati accompagnati da nuovi, rigorosi controlli delle libertà di movimento e di associazione, in particolare dall'obbligo di registrazione per qualsiasi forma di riunione pubblica e da nuove modalità di registrazione per le comunità religiose e le associazioni della società civile.

Più di recente, il Turkmenistan ha adottato una legge per lottare contro il lavoro infantile e ha accettato la visita di un relatore dell'OSCE sulle minoranze nazionali. Il paese deve tuttavia ratificare e applicare numerose convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).

Per quanto riguarda i diritti dell'uomo e la democrazia la situazione non è soddisfacente, a prescindere dall'impressione che esista la volontà di avviare le trattative su tali questioni.

L'economia turkmena

Fra i paesi centroasiatici il Turkmenistan è quello che registra i più lenti progressi verso la transizione. Soltanto alcune società statali sono state privatizzate e il governo mantiene un fermo controllo sulla produzione e le esportazioni di gas, di petrolio e di cotone, nonché su altre attività industriali. Alla tedesca Siemens e alla francese Alcatel è stata affidata la modernizzazione della rete telefonica. Gli investimenti stranieri diretti restano ciononostante deboli, rispetto agli altri paesi dell'Asia Centrale ricchi di risorse energetiche.

Stando alla rivista della British Petroleum (BP) Statistical Review of World Energy, alla fine del 2002 il Turkmenistan si classificava al quindicesimo posto per quanto riguarda le riserve di gas (1,3% del totale mondiale) e al decimo posto fra le ex repubbliche sovietiche, subito dopo la Russia. Alla fine del 2002 le riserve di petrolio ammontavano a 500 milioni di barili, ovvero allo 0,1% delle riserve mondiali. Gli introiti apportati dall'esportazione di petrolio e di gas rappresentavano circa i 3/4 del volume totale delle esportazioni turkmene.

L'agricoltura è la seconda attività economica in ordine di importanza, dal momento che rappresenta circa il 30% del PIL. La lavorazione del cotone ha registrato degli sviluppi: il 30% della fibra di cotone prodotto viene lavorato nel paese (contro il 3% nel 1992). Il governo ha altresì posto l'accento sullo sviluppo dell'industria petrolchimica.

Contenuto dell'accordo interinale

L'accordo interinale contiene le clausole dell'APC riguardanti il commercio e questioni connesse, fra l'altro:

· applicazione del principio della nazione più favorita e soppressione delle restrizioni quantitative (soggette a clausole di salvaguardia);

· impegno del Turkmenistan ad applicare, entro un quinquennio, norme di tutela della proprietà intellettuale simili a quelle in vigore nella Comunità e

· un protocollo sulla reciproca assistenza amministrativa in questioni doganali.

Il rispetto per la democrazia e i diritti dell'uomo fondamentali figurano come "elemento essenziale del presente accordo" e una disposizione stabilisce che l'accordo può essere disdetto con sei mesi di preavviso.

L'accordo deve essere ratificato?

Finché la situazione in materia di rispetto dei diritti dell'uomo è lungi dall'essere soddisfacente, l'esame di tale questione non è di competenza della commissione per il commercio internazionale. È tuttavia importante tener conto del fatto che l'Unione europea ha firmato accordi di partenariato e di cooperazione con quattro altre repubbliche dell'Asia Centrale e che ciascun accordo prevede una disposizione che autorizza la sospensione unilaterale in caso di infrazione di uno dei principi di base. È in base a tale disposizione che l'Unione europea ha sospeso l'applicazione di taluni punti dell'APC UE-Uzbekistan, in risposta ai fatti di Andijan del 13 maggio 2005.

Dal punto di vista commerciale, la sostituzione dell'accordo in vigore con l'ex Unione Sovietica apporta dei progressi evidenti. Benché sia lecito esprimere dei dubbi quanto al grado di realismo di taluni elementi, come l'impegno del Turkmenistan ad applicare, entro un periodo di cinque anni, le norme comunitarie in materia di tutela della proprietà intellettuale, consentirebbe perlomeno di offrire un chiaro quadro di riferimento, conforme all'OMC, in base al quale i progressi effettuati potrebbero essere misurati.

Ma l'aspetto più importante riguarda la mancanza di integrazione economica fra l'UE e il Turkmenistan, mancanza che in questi ultimi anni non ha contribuito a migliorare la situazione del popolo turkmeno. La firma dell'accordo interinale deve intendersi come un'iniziativa dell'UE nei confronti del Turkmenistan, un tentativo di aumentare il benessere della popolazione tramite gli scambi commerciali. In risposta, l'UE si attente maggiori progressi. Solo dopo l'effettiva applicazione dei miglioramenti in materia di democrazia e di diritti dell'uomo e l'attuazione di riforme economiche sarà possibile prendere in considerazione la firma dell'ACP.

PARERE della commissione per gli affari esteri (22.3.2006)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione sulla conclusione dell'accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Turkmenistan, dall'altra
(5144/1999 – C5-0338/1999 – 1998/0304(CNS))

Relatore per parere: Panagiotis Beglitis

BREVE MOTIVAZIONE

Il relatore per parere propone di raccomandare alla commissione per il commercio internazionale di approvare la conclusione dell'accordo interinale con il Turkmenistan sugli scambi e sulle questioni commerciali per i seguenti motivi:

1. In cosa consiste l'accordo interinale?

Le relazioni tra l'UE e il Turkmenistan sono tuttora disciplinate dall'accordo del 1989 sugli scambi e sulla cooperazione commerciale tra le Comunità europee di allora e l'URSS. Nel 1997 è stata presa la decisione di avanzare verso un accordo di partenariato e di cooperazione (APC) con il Turkmenistan, al fine di aggiornare le relazioni e rispecchiare la mutata situazione politica. L'APC è un accordo "misto" che instaura un dialogo politico e riguarda aspetti quali il commercio di beni, questioni relative agli investimenti e la cooperazione in un ampio numero di ambiti.

Dati i tempi solitamente lunghi di ratifica di un APC, nel 1997 la Commissione ha altresì negoziato e siglato un accordo interinale con il Turkmenistan. Questo accordo permetterebbe, come indicato dal nome, un'applicazione provvisoria della parte dell'APC riguardante le questioni commerciali, facilitando notevolmente il commercio tra le due parti. Il Consiglio deve concludere l'accordo per conto della Comunità europea con consultazione del Parlamento (commissione competente per il merito: commissione per il commercio internazionale. Va rilevato che l'INTA è la commissione competente per il merito per quanto riguarda le questioni commerciali mentre l'AFET è la commissione competente per il merito relativamente all'APC). Anche se il campo d'applicazione dell'accordo interinale è più ristretto dell'APC, esso contiene una clausola che prevede una sospensione in caso di violazione del rispetto della democrazia o dei diritti umani.

2. Antecedenti

Nel 2000 il Parlamento è stato consultato sull'accordo interinale. L'allora relatore per parere dell'AFET, l'on. Souladakis, aveva raccomandato l'approvazione, a condizione che la commissione potesse constatare miglioramenti nella situazione dei diritti umani prima di elaborare la propria relazione sull'APC. Tuttavia, la commissione competente per il merito sull'accordo interinale decise di non proseguire con la sua relazione. Attualmente il fascicolo si trova di nuovo dinanzi alle due commissioni competenti.

3. L'attuale situazione

In quanto relatore per parere dell'AFET sull'accordo interinale, nonché relatore sul futuro APC, ribadisco la raccomandazione formulata dal mio predecessore, basando il mio giudizio sulla nuova volontà manifestata da parte turkmena di impegnarsi in un dialogo con l'UE riguardo a diverse questioni, inclusi casi individuali in materia di diritti umani, e sulla ferma convinzione che, isolando ancora di più il Turkmenistan, si rende molto più remota la possibilità di democratizzazione e miglioramento della situazione dei diritti umani.

L'abolizione della pena di morte, l'annuncio di un'amnistia generale che autorizza la liberazione il prossimo anno di un numero di detenuti, la legge sul lavoro infantile introdotta recentemente e le visite del relatore dell'OSCE sulle minoranze nazionali, rappresentano tutti dei passi nella giusta direzione. Il fatto che stiano emergendo nuove classi imprenditoriali e politiche, seppure in modo alquanto incerto, potrebbe anticipare un rafforzamento del settore della società civile e, alla fine, l'apparizione di partiti politici.

Ma è opportuno non farsi illusioni. Il regime turkmeno è ancora repressivo, retto da un presidente che nel 1999 ha esteso il proprio mandato a tempo indefinito ed è stato eletto, senza opposizione, con il 99,5% dei voti.

Il Presidente Niyazov (o "Turkmenbashi": grande leader dei turkmeni) ha dichiarato che lascerà l'incarico nel 2010, aprendo la strada a elezioni pluripartitiche. In questo Stato fondato su un partito unico, i partiti d'opposizione sono per definizione banditi e persistono le restrizioni alle libertà di movimento e di associazione in seguito all'attentato al presidente nel 2002. Vigono una rigida censura, la repressione del dissenso politico, il maltrattamento dei prigionieri e un onnipresente "culto della personalità". Le autorità controllano di fatto tutti gli aspetti della vita civile, fino al punto che l'opera, il balletto e persino le autoradio sono proibiti!

Se da un canto il Turkmenistan dispone di alcune tra le riserve di gas naturale più ricche della terra e di importanti riserve di petrolio ed è un importante esportatore di cotone, dall'altro metà della popolazione vive nella povertà. Esso deve ancora ratificare/applicare molte della convenzioni dell'OIL. Il Turkmenistan è un paese neutrale ed è riconosciuto dall'ONU come tale. Mantiene buoni rapporti con l'Iran e la Turchia nonché con la Russia, fattore che potrebbe essere utile nella regione. Va notato altresì che la politica estera del Turkmenistan è strettamente legata all'energia e che l'accesso ai mercati esteri costituisce uno dei suoi principali obiettivi. Nonostante le palesi necessità energetiche dell'UE, quest'ultima dovrebbe fare attenzione a non subordinare i principi in materia di diritti umani a considerazioni di natura commerciale.

4. Conclusioni

La summenzionata volontà di impegnarsi in un dialogo è accolta con favore e va considerata un passo nella giusta direzione verso la prossima fase.

La commissione per gli affari esteri ritiene necessario stimolare il miglioramento della situazione in Turkmenistan e ritiene pertanto che sia giunto il momento di approvare l'accordo interinale, a sette anni dalla prima proposta.

Prima che sia possibile ogni ulteriore discussione sull'APC, la commissione per gli affari esteri si attende dal Turkmenistan progressi significativi in materia di diritti umani.

L'accordo interinale è un'indicazione della buona volontà dell'UE. Ora tocca al Turkmenistan cogliere questa l'opportunità per rispondere.

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  approva, sulla base di una serie di considerazioni attentamente ponderate, la conclusione dell'accordo interinale con il Turkmenistan sugli scambi e sulle questioni commerciali, a condizione che il Consiglio vincoli la conclusione di qualsiasi accordo commerciale o economico con il governo turkmeno alla realizzazione di miglioramenti in vari ambiti fra cui, segnatamente, quello dei diritti umani;

2.  sottolinea che in Turkmenistan la mancanza di riforme e l'eccessivo controllo statale hanno determinato, in politica estera, l'isolamento del paese rispetto alla comunità degli stati democratici con una libera economia di mercato che rispettano i diritti umani; osserva che l'economia del Turkmenistan non si basa sui meccanismi del libero mercato e che l'imprenditoria privata è scarsa, mentre l'intervento dello stato nell'economia raggiunge livelli allarmanti

3.  riconosce che, mentre la situazione dei diritti umani e l'isolamento del Turkmenistan continuano ad essere fonte di grave preoccupazione, vi sono stati nondimeno segni incipienti di cambiamento, tra i quali l'abolizione della pena di morte e un'amnistia generale per i detenuti; intende manifestare sostegno a tali cambiamenti; invita il governo turkmeno a procedere a mutamenti che riflettano le raccomandazioni del relatore dell'OSCE per tale paese e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; vede l'accordo interinale come un primo passo importante, a condizione che detti mutamenti si verifichino, per incoraggiare il Turkmenistan a compiere ulteriori e più rapidi progressi in materia di diritti umani e ad impegnarsi in un dialogo su tale questione con l'UE;

4.  rileva che purtroppo le autorità continuano a dichiarare fuorilegge i partiti politici di opposizione, a reprimere ogni forma di dissenso e di critica, ad adottare misure restrittive mirate ai gruppi religiosi non approvati ufficialmente e alle ONG, a controllare di fatto tutti gli aspetti della vita civile e a isolare attivamente i cittadini del paese dalla comunità internazionale; ribadisce l'appello per una totale e immediata cessazione della tortura di oppositori politici, per il rilascio dei detenuti politici, per lo svolgimento di indagini imparziali su tutti i casi riportati di decessi avvenuti durante la detenzione e per l'autorizzazione al monitoraggio dei processi da parte di osservatori indipendenti ;

5.  esorta il Turkmenistan a dare un significato reale alla costituzione del 1992 e a rispettare pienamente gli obblighi che gli incombono in virtù dei principali trattati in materia di diritti umani di cui è firmatario;

6.  accoglie con favore la nomina da parte del Consiglio, il 28 luglio 2005, di Jan Kubis in qualità di primo Rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale, che rispecchia l'impegno accresciuto dell'UE in questa importante regione; auspica che il Rappresentante speciale dell'UE contribuisca alla definizione di una posizione internazionale nei confronti del Turkmenistan che sia efficace e più coordinata;

7.  osserva che le Nazioni Unite hanno ufficialmente riconosciuto la neutralità del Turkmenistan e che il paese intrattiene buone relazioni con l'Iran e la Turchia ed ha stretti legami bilaterali con la Russia; è consapevole del fatto che la politica estera del Turkmenistan è intimamente connessa alla questione energetica, dal momento che i giacimenti di gas naturale del paese sono tra i maggiori al mondo e che le sue riserve petrolifere sono cospicue;

8.  segnala che, se l'accordo riguarda principalmente le questioni commerciali, il rispetto della democrazia e dei diritti umani è parte integrante della strategia di cooperazione prevista sia per l’accordo ad interim che per una possibile ratifica futura dell'accordo di partenariato e cooperazione (APC), il che implica l'applicazione incondizionata della clausola sui diritti umani e la democrazia; richiama l'attenzione del Turkmenistan sul fatto che l'UE è preparata a sospendere parti dei suoi accordi con Stati che non ottemperano a tale clausola, come avvenuto nel caso dell'Uzbekistan nell'ottobre 2005;

9.  sottolinea che si aspetta di vedere indizi ulteriori e verificabili di progressi significativi in materia di diritti umani prima di raccomandare la ratifica dell'accordo di partenariato e di cooperazione (APC);

10. chiede nuovamente alla Commissione di fornire informazioni sulla situazione dei diritti umani entro il marzo 2006.

PROCEDURA

Titolo

Proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo interinale sul commercio e questioni connesse fra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Turkmenistan, dall'altra

Riferimenti

5144/1999 – C5-0338/1999 – 1998/0304(CNS)

Commissione competente per il merito

INTA

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

AFET
16.9.2004

Relatore per parere
  Nomina

Panagiotis Beglitis
13.9.2004

Esame in commissione

23.11.2005

20.3.2006

 

 

 

Approvazione

21.3.2006

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

40
7
1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Angelika Beer, Panagiotis Beglitis, André Brie, Elmar Brok, Philip Claeys, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Ana Maria Gomes, Alfred Gomolka, Richard Howitt, Jana Hybášková, Toomas Hendrik Ilves, Michał Tomasz Kamiński, Helmut Kuhne, Vytautas Landsbergis, Emilio Menéndez del Valle, Francisco José Millán Mon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Cem Özdemir, Alojz Peterle, João de Deus Pinheiro, Mirosław Mariusz Piotrowski, Hubert Pirker, Paweł Bartłomiej Piskorski, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Emil Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Gitte Seeberg, Marek Maciej Siwiec, István Szent-Iványi, Konrad Szymański, Charles Tannock, Ari Vatanen, Karl von Wogau, Luis Yañez-Barnuevo García, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Irena Belohorská, Alexandra Dobolyi, Patrick Gaubert, Jaromír Kohlíček, Ģirts Valdis Kristovskis, Miguel Angel Martínez Martínez, Aloyzas Sakalas, Tatjana Ždanoka

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PROCEDURA

Titolo

Proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo interinale sul commercio e questioni connesse fra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Turkmenistan, dall'altra

Riferimenti

5144/1999 – C5-0338/1999 – 1998/0304(CNS)

Consultazione del PE

13.12.1999

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula

INTA

16.9.2004

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

AFET

16.9.2004

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

 

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

No

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Daniel Caspary

18.1.2005

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Procedura semplificata – decisione

 

Contestazione della base giuridica
  Parere JURI

 

 

 

Modifica della dotazione finanziaria
  Parere BUDG

 

 

 

Consultazione del Comitato economico e sociale europeo – decisione in Aula

 

Consultazione del Comitato delle regioni –
decisione in Aula


Esame in commissione

12.7.2005

22.2.2006

 

 

 

Approvazione

21.3.2006

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

14

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean-Pierre Audy, Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Giulietto Chiesa, Sajjad Karim, Caroline Lucas, David Martin, Javier Moreno Sánchez, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Zbigniew Zaleski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Antolín Sánchez Presedo, Frithjof Schmidt

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Deposito 

24.3.2006

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)